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Un supermercato robotizzato Carrefour aprirà a breve alla stazione di Bruxelles

Un supermercato automatizzato, in cui fare la spesa cliccando su grandi schermi, pagando e aspettando che dei robot la preparino e a imbustino in totale autonomia, senza l’intervento umano: aprirà tra pochi giorni, e comunque all’inizio del 2019, a due passi dalla Gare Centrale, la stazione di Bruxelles. In questo punto vendita che è un Carrefour Express sarà anche possibile ritirare la spesa ordinata precedentemente online, e funzionerà quindi da punto di raccolta per gli ordini online conservati in locker appositi.

Sempre secondo l’articolo pubblicato il negozio non eliminerà però il personale che sarà lo stesso di un supermercato simile, ma sarà impegnato in altre funzioni come ricaricare la merce e coprire il turno esteso che sarà 24 ore al giorno sette giorni su sette. Il negozio non prevede invece cassiere. Non si tratterebbe di una superette ma di un assortimento ampio che spazia dal secco ai freschi ai surgelati.

Un pilota, più che un test, a cui l’insegna francese crede e che potrebbe aprire in varie location “adatte” come ha spiegato un portavoce di Carrefouril, Baptiste van Outryve, al quotidiano DeTijd: “Ci sono tante persone che lavorano come in un classico Carrefour Express, ma lavorano tutto il giorno e la notte. Ad esempio, cuociono il pane e riempiono le scorte. Pensiamo di poter aprire questo tipo di negozi in luoghi con molto potenziale, ma poco spazio. Come i quartieri affollati in una città o in una stazione”.

Come ricorda il quotidiano le piccole superfici stanno aprendo anche con altre insegne in Belgio: dall’altra parte della stazione centrale di Bruxelles, la concorrente Delhaize ha aperto un nuovo tipo di negozio di quartiere a ottobre con un assotimento limitato e dove vengono preparati pasti preconfezionati. Il negozio è anche un punto di raccolta per l’e-commerce di Delhaize.

 

Riconoscimento facciale e robot, le tecnologie più avanzate si usano per vendere hamburger

Un chiosco con riconoscimento facciale che – giustappunto – ti riconosce e ricorda grazie all’intelligenza artificiale i tuoi ordini, già testato nel punto vendita di Pasadena, e un robot cuoco che cuoce alla perfezione e senza errori hamburger tutti (perfettamente) uguali, che dovrebbe partire nel corso del 2018: le ultime frontiere dell’interazione tra uomo e macchina non si trovano in qualche campus universitario americano ma da Caliburger, catena californiana con succursale a Dubai specializzata nel più diffuso tra i fast food, l’hamburger, appunto.

Il chiosco di Caliburger, sviluppato con la tecnologia di NEC Corporation of America, unisce riconoscimento facciale, analisi degli ordini precedenti e programma fedeltà per fornire un’esperienza personalizzata e coinvolgente. Ai clienti – già ora a Pasadena – è sufficiente andare al chiosco e sorridere per visualizzare i propri ordini precedenti, eventualmente riordinarli con un clic e nel frattempo guadagnare punti fedeltà. In una seconda fase che potrebbe già attivarsi quest’anno il riconoscimento facciale dovrebbe poter essere utilizzato anche per il pagamento.

«Legare il programma fedeltà al riconoscimento facciale riduce molto gli ostacoli legati alla registrazione e al suo uso; inoltre consente a una catena di ristoranti come CaliBurger di fornire ai clienti un’esperienza personalizzata e interattiva al chiosco per gli ordini -ha detto l’Ad di Cali Group di John Miller -. Il nostro obiettivo nel 2018 è di sostituire le carte di credito con i pagamenti tramite riconoscimento facciale. quest’ultimo fa parte di una strategia più ampia che consenta ai settori della ristorazione e del commercio di garantire lo steso tipo di benefici e convenienza nel mondo reale di quelle che i clienti sperimentano con retailer come Amazon nel mondo digitale».

Quanto al robot cuoco, soprannominato Flippy, secondo il produttore Miso Robotics impara dall’esperienza, e non avrebbe l’ambizione di sostituire gli umani ma piuttosto lavorerà al loro fianco. Potrebbe essere impiegato in 50 ristoranti nella catena già da quest’anno, e oltre a cuocere hamburger e può essere programmati per svolgere nuovi compiti come tagliare verdure o friggere pollo.

E i dipendenti in surplus dalla cucina? Secondo il produttore potranno essere reimpiegati in sala per interagire con la clientela. Sempre, naturalmente, che non sia troppo occupata a sorridere al chiosco per gli ordini…

I tempi sono dunque maturi per il ristorante automatico, in cui il cliente interagisce solo con le macchine? Teoricamente sì, la tecnologia c’è. Va detto però che la prima “mini-catena” di ristoranti automatici, Eatsa, ha chiuso i battenti di cinque dei suoi sette ristoranti automatici dopo poco più di un anno dall’apertura. Al momento piuttosto che insalate salutari sta vendendo la sua tecnologia ad altre catene fast food. La prima, Wow Bao, specializzata in ravioli cinesi, ha aperto a dicembre a Chicago il suo primo ristorante automatico. Cuochi nel retro, nascosti, e un paio di assistenti per aiutare i clienti negli ordini, ma nessun cameriere. Secondo il presidente Geoff Alexander i tempi sono maturi: «Il mondo era forse pronto per Facebook? O per fare acquisti su Amazon? È la stessa cosa con i ristoranti. L’ospitalità sta evolvendo» ha detto al Chicago Tribune

Il robot per consegne made in Italy è partito da Cremona, ci consegnerà lui la spesa in futuro?

Un robot, progettato e realizzato in Italia nella milanese e-Novia (un incubatore che sviluppa competenze distintive con il gruppo di ricerca MoVe del Politecnico di Milano) anche se dal nome inglesissimo Yape (acronimo di Your Autonomous Pony Express) ha realizzato ieri la sua prima consegna a Cremona. La città che negli ultimi due mesi ha ospitato la sperimentazione in campo aperto. Percorso: 400 metri, dalla sede della locale Confcommercio al Municipio. Contenuto: un plico di fogli bianchi, “su cui si scriverà il futuro”.

Yape è una sorta di drone terrestre, che funziona tramite un’App collegata alla piattaforma di gestione che gestisce l’intero processo. Partendo dalla scansione in 3D del viso del cliente per il riconoscimento facciale. Una volta giunta a destinazione avvisa il richiedente che dovrà scendere in strada e mostrare le fattezze per il riconoscimento biometrico: solo allora lo sportello si aprirà e si avrà accesso al contenuto. La capacità di carico è fino a 70 chilogrammi (più che sufficiente, per dire, per una spesa anche pesante) e l’autonomia è di circa 80 km.

E la sicurezza, è la domanda che sorge spontanea nella mente di qualsiasi connazionale? Sarà garantita dall’intero set di telecamere ad alta definizione (tre sistemi distribuiti sui quattro lati del veicolo, che minimizzano la zona d’ombra fatti di 4 sensori LiDARS 3D in grado di “vedere” fino a una distanza di 35 metri; 4 videocamere con un cono visuale di 120° ognuna e con capacità di analisi dell’immagine e 8 sensori di prossimità), necessarie al robottino per interagire con l’ambiente e districarsi nel traffico cittadino tra cani, pedoni, semafori e segnali stradali, e che trasmette a un centro di controllo tutte le informazioni sull’ambiente circostante (e le fattezze biometriche dell’eventuale malintenzionato che volesse impossessarsi del contenuto).

Yape viaggia su due ruote dotate di motori elettrici autonomi che minimizzano il consumo di energia massimizzando l’agilità di movimento. Può effettuare rotazioni sul posto e superare ostacoli come le rampe dei marciapiedi o le rotaie del tram. Per questo è particolarmente adatto a muoversi negli spazi stretti e irregolari delle città italiane ed europee, sia su marciapiede (a una velocità massima di 6 km orari) sia su pista ciclabile (fino a 20 km orari).

Cremona è la cittadina lombarda piccola ma d’arte, e sufficientemente smart per coinvolgere il Comune in questo progetto innovativo, con il coinvolgimento della polizia municipale, che ha supervisionato il viaggio in assenza, ancora, di autorizzazioni non ancora esistenti per il nuovo mezzo di trasporto, mentre il mezzo veniva osservato a distanza dalla centrale operativa allestita al CRIT, Polo per l’Innovazione Digitale di Cremona, con cui e-Novia e il Comune di Cremona hanno stretto una forte sinergia nella fase dei test autunnali.

 

Soluzioni al traffico cittadino

Il mondo delle consegne ormai da qualche anno è in pieno fermento, e si fa un gran parlare di droni e dirigibili, tricicli o chiatte, testate da Franprix a Parigi, e naturalmente robot: testati da Metro in Germania e Domino’s Pizza in Australia, sono già utilizzati per consegne a Londra da JustEat e Tesco, mentre in California sono attivi DoorDash (pasti a domicilio) e Postmates (posta). Il motivo? I problemi di traffico e di logistica generati dal sempre più diffuso uso dell’e-commerce e del food delivery, specie nelle aree urbane. Dove solo nel (lontano?) 2015 sono stati consegnati 31 miliardi di pacchi, cifra che si stima salirà a 43 miliardi nel 2020. Ogni giorno a Milano vengono consegnati circa 150mila pacchi da 11mila camion vuoti in media per il 60%, che contribuiscono al 27% dell’inquinamento atmosferico. 

I vantaggi dunque si misurano in termini di sostenibilità (Yape è elettrico) e diminuzione del traffico su strada, assicurano dall’azienda. E magari pure dall’assenza di rivendicazioni sindacali che hanno visto anche recentemente i riders di Deliveroo e Foodora organizzare flash mob e biciclettate per chiedere più garanzie e migliori condizioni economiche.

Di sicuro c’è chi ci crede: Eldor Corporation, multinazionale dell’automotive con sede a Como, ha investito la considerevole cifra di 6 milioni di euro che contribuiranno a finanziare YAPE, “per raggiungere gli ambiziosi obiettivi nell’ambito della guida autonoma e della prossima integrazione dei sistemi connessi nelle smart city”. Al momento la società sta sondando vari distributori e società di spedizioni per stringere accordi. Obiettivo: portare i robottini nelle nostre strade (e sui nostri marciapiedi), per consegnare pasti, spese o pacchi di ogni tipo.

Inoltre, YAPE farà parte della sperimentazione della tecnologia 5G assegnata dal Ministero per lo Sviluppo Economico a Vodafone Italia per l’area strategica di Milano. La tecnologia per reti mobili di quinta generazione offrirà alta velocità e bassa latenza con possibilità di sviluppo enormi in moltissimi ambiti, tra cui, appunto, quello dell’automotive e della mobilità.

 

Come funziona

Gdo e dotcom: Groupe Casino si accorda con Ocado per mettere i robot in magazzino

Un magazzino robotizzato e, naturalmente, l’accelerazione del canale e-commerce: porterà a questo l’accordo tra Ocado, dot com britannica concentrata sull’e-commerce alimentare, e Groupe Casino, storica insegna francese che opera anche con i marchi Monoprix, Franprix, Leader Price, Spar e Vival in Francia e con punti vendita in vari Paesi. Le alleanze tra insegne “fisiche”, spesso storiche, e operatore online sembrano entrare sempre più nell’agenda della grande distribuzione (vedi Amazon e U2 in Italia e Aldi con Instacart in Germania).

Nella fattispecie Ocado investirà secondo il Financial Times 15 milioni di sterline nello sviluppo della piattaforma Ocado Smart Platform (“OSP”). E in Borsa le azioni di Ocado sono subito salite del 22 per cento: l’accordo segna infatti non solo l’ingresso di Ocado nel “fisico” ma anche quello in un mercato fuori dal Regno Unito.

“La soluzione Osp – si legge in una nota dell’insegna francese – evoluta e modulare, è una risposta unica alle opportunità e alle sfide poste dall’accelerazione delle vendite online nella distribuzione alimentare. Tale piattaforma comprende la costruzione di un deposito automatizzato di ultima generazione (nel quale Ocado inserirà delle cellule di stoccaggio e dei robot), una soluzione logistica integrata, che include un sito Internet con alcune dell migliori funzionalità del mercato, e l’ottimizzazione della consegna nell’ultimo chilometro e la gestione in tempo reale dei dati dei clienti”.

Il primo a utilizzare la piattaforma sarà il sito online, Monoprix.fr Sarà anche messo in servizio un deposito CFC («Customer Fulfilment Centre») nella regione parigina che si occuperà delle consegne verso Parigi, Ile-de-France, Normandia e Hauts de France.

Ma cosa ci guadagna Ocado per mettere a disposizione la sua tecnologia avanzata “Il gruppo Casino verserà ad Ocado delle commissioni alla firma del contratto, durante la fase di installazione e di utilizzo della piattaforma, in proporzione alla capacità effettivamente utilizzata e dei livelli di servizio raggiunti”.

«Questo accordo rappresenta un grande avanzamento in termini di qualità: in un primo tempo saranno proposte 50000 referenze di prodotti alimentari  ai clienti che potranno usufruire di consegne rapide ed efficaci. Il gruppo Casino è fiero di aver concluso questo accordo che contribuirà a rinforzare ancora di più la qualità del servizio ai suoi clienti, al centro dei suoi pensiero da 120 anni» ha commentato il presidente e direttore generale Jean-Charles Naouri.

“Stiamo continuando ad investire per industrializzare la nostra piattaforma brevettata e questo accordo sarà potrebbe essere il primo di una serie di fruttuose collaborazioni con grandi distributori in tutto il mondo” ha detto Tim Steiner, presidente e direttore generale d’Ocado.

Il gruppo Casino ha oltre 12.960 punti vendita in Francia e all’estero in Argentina (insegne Libertad, Mini Libertad), Brasile (Pão de Açúcar, Extra, Assaí), Colombia (Éxito), Oceano Indiano (Jumbo, Score), Uruguay (Disco, Devoto) e in una dozzina di Paesi africani. Conta 227.842 collaboratori, nel 2016 aveva un fatturato consolidato di 36 miliardi di euro ed è la prima insegna in Brasile e Colombia  e la seconda in Francia per l’E-commerce.

 

I robot entrano da Walmart, da gennaio al via in 50 punti vendita

Fare la spesa con un robot a fianco che si indiraffa avanti e indietro controllando l’assortimento sugli scaffali sembra materiale da film di fantascienza, ma dal gennaio prossimo sarà realtà in una cinquantina di supermercati Walmart americani, a partire da El Paso e Fort Worth in Texas e Jacksonville in Florida (ma un test preliminare è già stato effettuato in Arkansas, Pennsylvania e California).

I robottini sono alti circa 60 centimetri e hanno la funzione di controllare gli scaffali identificando prontamente mancanze di prodotto o prezzi o etichette sbagliati, ma, non avendo nessun tipo di braccio, non possono fisicamente riallocare i prodotti. La loro sarà una funzione di controllo continuo, con uan frequenza molto maggiore di quanto può fare al momento il personale “umano”. Maggior efficienza dunque e nessun licenziamento di personale, assicurano da Walmart, che sarà anzi libero di proporre un servizio più puntuale al cliente, dando informazioni e promuovendo le vendite.

C’è da dire che la guerra tra la prima insegna mondiale della Gdo Walmart e il gigante dell’online Amazon sta davvero dando il via a una successione di innovazioni tecnologiche che il retail non vedeva da tempo immemore.

Molte delle novità vanno nel senso di esentare dai compiti più noiosi o ripetitivi sia il cliente sia i dipendenti. Tra gli altri esempi, i distributori automatici giganti installati lo scorso luglio per consegnare l’intera spesa direttamente al cliente nel punto di pick-up, e i robot che fanno la spesa al posto del cliente, direttamente in magazzino.

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