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Uniqlo, prima che arrivi in Italia ve lo facciamo vedere noi

Unisce due nomi, ‘unique’, unico e ‘clothing’, vestiti, Uniqlo, brand di abbigliamento nato in Giappone nel 1984 e proprietà di Fast Retailing (insieme a GU, Theory, Comptoir des Cotonniers, Princesse tam.tam e J) che conta oltre 1300 punti vendita in 15 Paesi e dovrebbe arrivare nella primavera del 2019 in Italia, a Milano, piazza Cordusio (giusto di fianco a Starbucks, debutto ancor più atteso). In realtà il marchio è meno noto da noi ma è sinonimo di semplicità e qualità a prezzi ragionevoli: per assicurare questi ultimi, ogni capo è disegnato e confezionato sotto lo stretto controllo dell’insegna. Gli store, simili nel concept, sono contraddistinti dalla pulizia e dalla chiarezza espositiva. Noi siamo andati a visitare questo di Berlino in Hackescher Markt. 

[Not a valid template]Secondo il Sole 24 Ore il flagship store di Milano (3mila metri quadri, si dice, in corso di ristrutturazione) sarà solo il primo di una trentina di punti vendita da aprire nei successivi cinque anni nel nostro Paese, nelle principali città (Firenze e Roma in primis) secondo le indiscrezioni che circolano sul mercato.
Nel frattempo Uniqlo dopo aver aperto i  ventesimo store francese a Lione si prepara al debutto spagnolo, quest’autunno, in un’altra location di prestigio: Passeig de Gracia, a Barcellona. L’Italia sarebbe il settimo mercato europeo del brand, che nel Vecchio Continente ha una cinquantina di punti vendita.

Il brand sta anche testando innovativi canali di vendita come il vending (leggi Con Uniqlo maglie e giacche si comprano al volo nel distributore) e sembrerebbe puntare a diventare una sorta di covenience store dell’abbigliamento, proponendo capi basici ma di qualità in location di grande passaggio, stazioni ed aeroporti, dove punta all’acquisto di impulso (o, meglio, di dimenticanza: cosa ho lasciato a casa che manca in valigia?).

Con Uniqlo maglie e giacche si comprano al volo nel distributore

Qualsiasi cosa, ovunque: ormai è questa la piega che ha preso il commercio, con un consumatore sempre più esigente ed abituato dall’e-commerce ad eseguire ogni desiderio nello spazio di pochi clic. Un approccio che si esplica nel mondo reale grazie alle vending machines, i distributori automatici che ormai propongono ben oltre del solito caffè e spaziano in tutti i campi. Abbigliamento compreso. Così ha fatto Uniqlo, marchio giapponese di fast fashion in attesa di debutto in Italia (arriverà a Milano in piazza Cordusio probabilmente nel 2019 e poi prevede di espandersi con 30 punti vendita nelle principali città), ma molto noto altrove per i suoi capi basici e funzionali, che ha installato in alcuni aeroporti americani dei distributori automatici di maglie e giacche. Per i viaggiatori sbadati o che magari si trovano a dover affrontare condizioni meteorologiche impreviste.

Basta selezionare modello, taglia e colore e pagare tramite la macchina e il capo d’abbigliamento viene consegnato piegato accuratamente in una confezione trasparente. I prezzi? Più che popolari, come si conviene a un acquisto di emergenza: 14,90 e 69,90 dollari (12,70 e 59,50 euro).

Il marchio prevede di installare distributori in 10 aeroporti: il primo ha già preso il via all’Oakland International Airport, in California.

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