
Allude ai convenience store ma mette subito in chiaro la sua diversità l’Inconvenience Store di Melbourne, Australia, un nuovo supermercato creato con in mente non tanto la convenienza, quanto la lotta allo spreco alimentare e i problemi delle fasce sociali svantaggiate che avanzano che nelle nostre, tecnologicamente avanzatissime società.
I prodotti in vendita – spesso vicini alla scadenza – non riguardano tanto scatolette e cibi confezionati. Si tratta piuttosto di verdure fresche, pane gourmet, sottaceti, conserve, marmellate, salse, erbe e condimenti. Tutti salvati, raccolti, smistati, refrigerati e conservati da volontari, vengono pagano secondo disponibilità o volontà, oppure non si pagano per nulla. La provenienza? Anche alcuni supermercati cittadini come Coles e Aldi, e il mercato rionale. L’ortofrutta, del resto, è spesso l’ultimo dei pensieri per chi è in difficoltà economiche, e privilegia cibi in scatola o confezionati, o direttamente si rivolge a junk food di basso prezzo, con conseguenze devastanti per la salute.
Aperto all’inizio di luglio, l’Inconvenience store di Melbourne è il secondo punto vendita del genere in Australia dopo l’OzMarket Harvest di Sidney, ed è un’iniziativa della società non profit Lentil as Anything che ha anche una serie di ristoranti (compreso uno di fianco al nuovo supermercato). La missione? “Fornire cibo senza confini di razza o stato socioeconomico. Vogliamo rimuovere i confini nella società tramite il volontariato e opportunità di lavoro per le persone provenienti da diversi contesti, compresi quelli che sono stati emarginati. I nostri ristoranti non hanno prezzi fissi e tutti sono invitati a venire a unirsi a noi per un pasto. Mangia, conosci ciò che la comunità ha da offrire e paga come ti senti in uno dei box appositi: il ricavato è la nostra unica fonte di reddito”.

Lentil as Anything gestisce al momento quattro ristoranti e un servizio di catering in Australia, ognuno con la propria storia, la propria cultura e la propria cucina. In comune hanno standard elevati delle materie prime, servizio e cultura.
Il personale è per lo più volontario, “membri della comunità che sono appassionati di cibo, cultura e comunità come lo siamo noi”. Alcuni membri, come chef e gestori di ristoranti, hanno iniziato facendo volontariato nel tempo libero. Ai sottoccupati, ai senzatetto, ai rifugiati e ai diseredati viene data pari opportunità di acquisire abilità e aiutare i loro simili.
L’Inconvenience store nello slang urbano sta ad indicare un supemercatino lasciato andare, con orari fluttuanti, personale sgarbato e scaffali semivuoti e che magari vende pure Dvd illegali. L’Inconvenience store di Melbourne vuole ribaltare la prospettiva. Proponendo un approccio totalmente nuovo.
Come dice Astrid Ryan, coordinatore del progetto., “Per le persone appassionate dell’ambiente e la riduzione degli sprechi alimentari, fare shopping presso The Inconvenience Store è un atto di attivismo sociale. Ogni prodotto alimentare portato a casa è un quantitativo di CO2 in meno che si aggiunge alla discarica, e ogni dollaro versato contribuirà direttamente a un ente di beneficenza di soccorso alimentare gestito dalla comunità e da volontari. Invitiamo a fare acquisti consapevoli e ad essere parte della soluzione”.