
Nel corso dell’incontro “Identità d’Origine. Dop e Igp dall’Italia e dall’Europa” che si è tenuto lo scorso 30 agosto al FICO Eataly World di Bologna si sono riaccesi i riflettori su un tema molto sentito in Italia con un progetto legato al tema della lotta alla contraffazione e al fenomeno dell’Italian Sounding: nello Spazio Forme di FICO è stata infatti allestita una mostra di prodotti contraffatti e di altri che usano illecitamente la denominazione Parmigiano Reggiano.
“Prosegue la lotta globale contro l’uso illegittimo del termine ‘parmesan’ – ha affermato il presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano Nicola Bertinelli – È di pochi giorni fa la notizia che il Consorzio ha depositato il ricorso contro la multinazionale Kraft Foods Group Brands LLC che sta tentando di ottenere la registrazione del ‘KRAFT PARMESAN CHEESE’ come marchio ufficiale in Nuova Zelanda. Ebbene il Consorzio del Parmigiano Reggiano da oltre 20 anni ha registrato il marchio del Re dei formaggi in Nuova Zelanda e con questa azione punta a tutelare l’interesse dei produttori della Dop dal tentativo di registrazione che sarebbe contro la legge, e dannoso per i consumatori neozelandesi e per i produttori italiani”. Per i caseifici del Parmigiano Reggiano non è facile confrontarsi con multinazionali da oltre 20 miliardi di euro, il Consorzio è e sarà sempre dalla parte di Davide nella lotta con i giganti”.
“Il Consorzio stima che il giro d’affari del falso parmesan fuori dall’Unione Europea sia di 2 miliardi di euro, circa 200mila tonnellate di prodotto, ossia 15 volte il volume del Parmigiano Reggiano esportato. Solo nel 2018 sono state svolte più di 850 ispezioni presso punti vendita distribuiti in 61 città di 27 paesi. Oltre ai controlli ‘on site’ e ‘on line’, il Consorzio sta lavorando per ottenere all’estero lo stesso riconoscimento e le stesse tutele che il sistema delle Dop garantisce all’interno dell’Unione Europea”, ha concluso il presidente del Consorzio Nicola Bertinelli.