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E

sordisce così la mail che qualche giorno

fa ha raggiunto i milioni di utenti che nel

mondo ricorrono ai servizi del leader negli

affitti di alloggi.

E si tratta di un inequivocabile segno dei tempi, che eviden-

zia la difficoltà di gestire l’affermarsi e il diffondersi della

share economy.

Ovviamente Airbnb non è il solo a dover affrontare questa

sfida: la complessità di interfacciarsi con masse di utenti

liquidi, in uno scenario “multi-istanze” in cui i tradizionali

flussi temporali e culturali sono stati scardinati, è una pro-

blematica che accomuna varie realtà.

E alle aziende coinvolte è richiesto di svolgere il ruolo di

moderatore iper flessibile. Nell’impossibilità di una gestio-

ne ubiqua e in assenza di doti di veggenza l’offerta adotta

strumenti variegati. Con tutto ciò di innovativo (come nel

caso di Airbnb) o di regressivo (come il lavoro a cottimo)

che tale rapida evoluzione possa comportare (da pag 4).

Segni dei tempi, appunto.

Operatori booleani

Perché è proprio questo che i tempi richiedono: sistematiz-

zare e ottimizzare l’offerta, nell’ottica di una gratificazione

costante della domanda, che è sempre più avvezza a sapere

(o credere di sapere) quello che vuole.

A voler guardar bene, infatti, le richieste dei consumatori

sono sempre più puntuali, come fossero gestite per parole

chiave. Nel corso degli anni, si è passati dalla soddisfazio-

ne del mero bisogno primario a quello più articolato della

gratificazione a quello specializzato per momenti, luoghi e

condizioni anche transitorie.

La concezione dello spazio d’acquisto, dunque, è sempre

più spesso quella di un immenso motore di ricerca in cui

viaggiare a colpi di operatori booleani. E la risposta si pre-

tende immediata.

Qualunque ragionamento ormai procede sulla base di ri-

chieste definite, delimitate, sistematizzate.

E le aziende si adeguano, individuando specifiche catego-

rie di prodotto, magari strettamente correlate alla location.

L’obiettivo è rendere sempre più immediata l’equazione tra

specialità e concept.

È per esempio il caso di eccellenze territoriali come la moz-

zarella di bufala, declinata in base al format (da pag. 14),

ma anche di specialità etniche come quelle di Sushi Daily

che trovano la sede d’elezione all’interno dei centri com-

merciali (da pag. 20).

E laddove questa correlazione non è ancora ben definita si

aprono spazi di manovra decisamente promettenti. Come per

Sirio, l’insegna specializzata nell’ambito ospedaliero, che ha

deciso di puntare con un nuovo progetto sull’affinamento

dell’offerta (da pag. 10).

Punti di interesse

Si realizzano, dunque, delle vere e proprie mappe mentali

in cui i consumatori, sempre più avvezzi a gestire i propri

spostamenti su Google Maps, possano orientarsi con celerità

e sicurezza.

Ben lo dimostra anche il caso Elnòs (cover story da pag. 24),

il nuovo centro commerciale di Brescia che punta su due

ancore specifiche: l’arredo casa di Ikea e il superstore. Due

chiavi di lettura precipue, due “punti di interesse” dedicati

a un target ben connotato: quello dei Millennial.

E la gestione degli spazi di acquisto sulla base dei deside-

rata e delle aspettative dei clienti si sublima in un esempio

d’Oltreoceano: il Fresh Farms International Market, “ipo-

stasi” composita di necessità multietniche e multiculturali

(da pag. 16).

Naturalmente anche l’aspetto più strettamentemerceologico

non può prescindere da questa organizzazione per “punti

di riferimento”.

Il risultato è una segmentazione sempre più clusterizzata

che mira a soddisfare esigenze specifiche e sempre più

on

demand

come succede per i

free from

(da pag 36) o per

le confezioni natalizie (da pag. 50), ma anche per quanto

attiene al packaging, oggi più che mai normato da principi

guida (vere e proprie parole chiave) definiti (da pag. 60).

EDITORIALE

Ciao,

all’inizio di quest’anno abbiamo lanciato un appello per combattere i pregiudizi e la discriminazione

nella community di Airbnb. A tal proposito, invitiamo tutti ad accettare un Impegno della community

a partire dal 1° novembre 2016 […] nel trattare qualsiasi persona, a prescindere dalla razza, la religione, l’origine

nazionale, l’etnia, la disabilità, il sesso, l’identità di genere, l’orientamento sessuale o l’età, con rispetto e senza pregiudizi.