
“La locomotiva tedesca accelera. L’Fmi rivede al rialzo le stime di crescita della Germania per il 2016, quando il pil dovrebbe salire dell’1,7% contro il +1,5% stimato in aprile. Limata invece al ribasso di 0,1 punti percentuali la previsione per il 2017, a +1,5%. Ma gli esperti di Washington avvertono: sull’economia tedesca pesa il rischio Brexit. L’Article IV, il check up del Fondo monetario internazionale, infatti è stato completato prima del voto del Regno Unito e le stime sono soggette a una revisione al ribasso. ‘Stiamo valutando una revisione. Nel rapporto è già indicato che il referendum sulla Brexit è un rischio al ribasso’, afferma Enrica Detragiache del Dipartimento europeo dell’Fmi. La Gran Bretagna è infatti un importante partner commerciale della Germania e un cambio nelle relazioni fra Londra e l’Ue avrà ripercussioni sull’economia tedesca. ‘Prevediamo che la crescita’ della Germania ‘sara’ spinta dalla domanda interna piuttosto che da quella estera’’, mette in evidenza Detragiache precisando che ad aiutare la ripresa sono la buona crescita dei salari, i bassi prezzi dell’energia e le politiche di bilancio e monetarie’. L’Fmi raccomanda a Berlino di concentrarsi su politiche che aumentino il potenziale di crescita e rafforzino il riequilibrio dell’economia, che aiuterebbe anche la fragile ripresa dell’area euro. Le sfide politiche riguardano anche l’invecchiamento della popolazione, un nodo da risolvere, e gli immigrati da inserire nella forza lavoro. Il sistema bancario tedesco ‘resta forte e ben capitalizzato’. Ma le banche dovrebbero riformarsi per adeguarsi a un periodo prolungato di tassi bassi. Un basso costo del denaro è infatti positivo dal punto di vista macroeconomico, ma il modello di business delle banche tedesche ne è suscettibile. ‘’E’ importante che le banche accelerino i loro sforzi per migliorare la gestione del rischio’ afferma il Fmi, sottolineando che le autorità dovrebbero monitorare ‘da vicino il settore assicurativo’”. (Fonte: www.ansa.it, “Fmi rivede al rialzo pil Germania, ma rischi da Brexit”, 30 giugno 2016). Circa il sistema bancario, sull’onda della presa di posizione della Bundeskanzlerin in materia di regole, con precipuo riferimento all’Italia, una piccola notazione s’impone. “Anche mettendo insieme cose che non stanno insieme, titoli di stato in pancia alle banche italiane e soffereneze nette, siamo a una frazione di un terzo/quarto del Pil, ma se andiamo a esplorare i derivati posseduti da banche tedesche e francesi scopriremo che i totali dell’attivo sono un multiplo del Pil dei loro Paesi, un multiplo, non una frazione. Qual è il rischio maggiore?” (Carlo Messina, Ceo di Intesa San Paolo, “‘Brexit? Occasione di crescita per l’Italia’”, Il Sole 24 Ore, 26 giugno 2016). A proposito di derivati: “E’ bensì vero che, secondo un’analisi di Unimpresa stessa basata su dati della Banca d’Italia, le perdite potenziali nel Belpaese ammontavano a giugno 2015 a oltre 160 miliardi di euro (quasi il 10% del Pil): e 114 riguardavano proprio il mondo bancario. Ma se Deutsche Bank è arrivata a sedere su “$75 Trillion” di prodotti speculativi, pari a 20 volte il Pil tedesco (Fonte: www.zerohedge.com), sono pampuglie…”. (I Am the Secret Player, “E trovare davvero il modo di fare ripartire il credito?”, RE-Retail 119, Novembre 2015, pag. 97).