Una recente ricerca effettuata da Simon-Kucher, società di consulenza strategica specializzata in strategie di pricing, evidenza lo spiraglio di cauto ottimismo nonostante si viva un periodo fortemente connotato da incertezza economica e sociale. Dallo studio, che ha preso a campione più di 15.000 consumatori distribuiti su 17 Paesi, emerge che il 36% su scala globale sia ottimista sulle prospettive finanziarie future, dato in crescita del 12% rispetto agli ultimi 6 mesi. Nonostante in Italia la cautela rimanga fortemente radicalizzata e il livello di incertezza risulti superiore di quasi 20 punti percentuali agli altri Paesi, la ricerca mette in luce che il 19% dei cittadini si dichiara ottimista sul futuro, dato ancora basso ma in leggera risalita rispetto all’ultimo periodo.
Immediato l’impatto di queste evidenze sulle abitudini di spesa: il 39% dei consumatori italiani pianifica di ridurre le proprie spese in beni non essenziali nel corso del 2023 (come lusso, intrattenimento, elettronica e tempo libero). L’alimentare è il settore che risentirà meno del cambio di abitudini di consumo: a differenza delle altre categorie, una maggior quota di intervistati, seppur minoritaria, dichiara addirittura di voler aumentare la spesa (circa il 27%). Invariata invece la frequenza di acquisto degli italiani (solo l’1% ha dichiarato che prevede di aumentare leggermente la frequenza di acquisto) a differenza di altri Paesi in cui risulta in aumento anche di 23 punti percentuali. Nelle regioni dell’APAC si attende la crescita maggiore sia in termini di frequenza che di volumi, seguita dall’America Latina. Dalla ricerca emerge che le abitudini di spesa per categoria merceologica a livello globale sono simili; tuttavia in Italia si nota una maggiore tendenza ad accentuare il risparmio.