Per le latterie del’Alto Adige il 2014 è stato positivo

Con la fine dell’epoca delle quote latte, il settore lattiero caseario cambia prospettive e la competizione sul mercato diventa un fattore cruciale per il mantenimento delle imprese: la produzione è prevista in crescita, premiando alcune zone di produzione e alcuni produttori a scapito di altri. E gli effetti, uniti alla crisi economica e all’embargo russo si sono già sentiti.

Il caso del comparto lattiero-caseario dell’Alto Adige è emblematico del nuovo scenario che si è aperto.

Nel corso del 2014 il fatturato del settore in Alto Adige è aumentato dell’1,3% a 451 milioni di euro con un prezzo pagato agli allevatori leggermente aumentato a 49,88 centesimi/kg (al netto dell’IVA).

Per Joachim Reinalter, presidente della Federazione Latterie Alto Adige, è chiaro che le latterie devono realizzare il loro fatturato operando sul mercato, ma, afferma, «La politica ha l’obbligo di sostenere il settore lattiero-caseario approntando le condizioni operative per contrastare una concorrenza sempre più agguerrita. Per consentire agli agricoltori di continuare a produrre c’è bisogno di prezzi che tutelino il settore agricolo. Nelle zone montane non è possibile produrre latte ai prezzi competitivi degli mercati mondiali».

Elemento di forza delle latterie altoatesine è, secondo Reinalter, l’uso di materie prime controllate appezzate dai consumatori. La Federazione Latterie Alto Adige è un organo di controllo indipendente che sorveglia l’intero ciclo dalla produzione del latte al prodotto finito pronto per il mercato. Nel 2014 il laboratorio della Federazione Latterie Alto Adige ha analizzato 3.000 campioni di latte crudo al giorno pari a un totale annuo di 5 milioni di analisi, controllato 16.000 prodotti lattiero-caseari e svolto circa 60.000 analisi.

Gran parte dei settori della produzione lattiero-casearia ha registrato uno sviluppo positivo. Con un aumento del 5,1%, in cima alla classifica vi è la produzione dello yogurt con 126 milioni di chilogrammi. Per Reinalter una notizia ulteriormente positiva se si considera che in Italia la produzione dello yogurt è calata del 2%. Sul mercato si affermano con successo anche le tante varietà di formaggio con un aumento della quantità del 4% per un totale di 20 milioni di chilogrammi. In particolare la quantità di formaggi freschi come il mascarpone e la ricotta è aumentata del 6%. Una nicchia interessante è quella del latte di capra che ha registrato una crescita del 33% arrivando a 0,8 milioni di chilogrammi trasformati in latte fresco, formaggio, yogurt e burro.