Consumi avanti (troppo) piano per Confcommercio

Un +0,1% non fa primavera, come ha evidenziato in sostanza Confcommercio commentando i dati dell’Indicatore dei Consumi relativi ad agosto, che rivelano come la ripresa sia ancora lontana.

Non solo infatti la crescita dei consumi degli italiani dello 0,1% rispetto al mese di luglio è esigua, ma va anche vista a fronte di un calo dello 0,1% su base annua. I flebili segnali di miglioramento registrati negli ultimi mesi insomma non inducono all’ottimismo.

Le difficoltà dei consumatori sono evidenziate dal preoccupante andamento delle spese su alimentari (ad agosto registrano un incremento dello 0,4%) e salute, in genere la ultime a venire “tagliate”. Secondo le rilevazioni dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, dal 2008 a oggi però i consumi alimentari sono diminuiti del 10,4% e le spese per la salute sono crollate del 23,1%. In generale, i consumi nell’ultimo triennio sono diminuiti del 10,7%, con una contrazione della spesa complessiva delle famiglie di oltre 78 miliardi di euro.

Il confronto dei dati di agosto su base annua evidenzia inoltre una grande difficoltà specie per quanto riguarda la domanda di beni, diminuita dello 0,3%, rispetto ai servizi, cresciuti dello 0,2%. Ad agosto 2014, le uniche variazioni positive, su base annua, si rilevano per i beni e servizi per le comunicazioni (+6,0%), per i beni ed i servizi per la mobilità (+0,4%) grazie ad un incremento delle vendite di auto, e per i beni e servizi ricreativi (+0,3%). È stabile la spesa per i beni e servizi per la cura della persona mentre si riduce quella  dei beni e servizi per la casa (-1,6%) per gli alberghi, pasti e consumazioni fuori casa (-0,8%), per l’abbigliamento e le calzature (-0,5%) e per gli alimentari, bevande e tabacchi (-0,2%).

Investire in occupazione e turismo

Per uscire da questa “spirale depressiva” sono necessari interventi profondi e strutturali, che vedano al centro le politiche sull’occupazione. «Non basta la manovra degli 80 euro, non basta certamente la controversa ipotesi del tfr in busta paga (che sembra piuttosto un metodo escogitato dal Governo per intascare anticipatamente ben 5 miliardi di euro derivanti dalla tassazione) – hanno commentato Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti Federconsumatori e Adusbef – : quello che serve realmente e subito al nostro Paese è un serio piano per l’occupazione, che preveda lo stanziamento di fondi per lo sviluppo tecnologico, per la ricerca, per la realizzazione e la modernizzazione delle infrastrutture, nonché per il miglioramento dell’offerta turistica e per la valorizzazione del nostro patrimonio artistico e culturale».

di Anna Muzio