In occasione dell’Italian Tech Week che si sta svolgendo in questi giorni a Torino, Giuseppe Scionti, CEO e fondatore di Novameat, ha annunciato che nel 2022 nei supermercati arriverà la bistecca vegetale stampata in 3D.
«Grazie ad un complesso processo di biostampa abbiamo creato il primo prototipo» spiega Scionti, «ora stiamo affinando la produzione di massa, su scala industriale possiamo produrne una tonnellata all’ora».
La carne viene riprodotta sfruttando una base d’acqua impastata con fagioli gialli, oli vegetali, aromi e in alcuni casi estratti di alghe. Scionti coglie l’occasione per rimarcare l’enorme impatto ambientale del prodotto: «Per ogni hamburger animale si utilizzano circa 15.000 litri d’acqua, ne impieghiamo il 90-95% in meno, a parità nutrizionali. Per il consumatore non deve essere un sacrificio».
Si parla sempre più spesso di shopping in realtà virtuale. E i consumatori apprezzano. Naturalmente per implementare e sviluppare queste soluzioni non si può prescindere dal 3D.
Per questo inVRsion, azienda italiana specializzata in soluzioni di realtà virtuale per l’industria di beni di largo consumo e il retail, è recentemente entrata a far parte di The Khronos Group Inc., un consorzio no-profit e finanziato dai suoi membri, con focus sulla creazione di open e royalty-free standard per grafica 3D, realtà aumentata e virtuale, Parallel Computing, Neural Networks e Vision Processing su una grande varietà di piattaforme e device. L’adesione a The Khronos Group permette alle aziende di collaborare con più di 100 aziende leader dell’industria a livello globale allo sviluppo di questi standard, molti dei quali oggi sono ampiamente usati nell’industria, come Vulkan, OpenGL, OpenGL ES, WebGL, glTF, OpenCL, OpenVX e molti altri.
Close-up prodotti 3D
Potenzialità della realtà virtuale
La realtà virtuale per il retail riguarda la simulazione di punti vendita di qualsiasi dimensione, con prodotti 3D foto-realistici, che possono essere fruiti come fossero reali.A livello B2B, permette di simulare, contestualizzare, condividere e validare attività in store, che vanno da promozioni e comunicazione in store a progetti di category management, dalla shopper research alla formazione dei dipendenti e della forza vendita, dal test di nuovi packaging di prodotto allo store design e layout remodeling. Individuato il ruolo chiave della digitalizzazione di prodotti per molteplici attività di business – non solo per la VR – inVRsion ha recentemente investito nello sviluppo di quest’area di business, che può contare su una pipeline di tipo industriale dedicata e su di un team altamente qualificato. Brand e retailer necessitano del “digital twin” dei loro prodotti per diverse attività di business, che vanno da BTL, comunicazione online, social media ed e-commerce a category management, space allocation e applicazioni AR/VR. Nella prospettiva del v-commerce, ovvero dello shopping in realtà virtuale, i retailer avranno bisogno di migliaia di prodotti 3D per riempire i propri store virtuali. E’ per questo motivo che la startup ha potenziato la sua pipeline di digitalizzazione con un sistema brevettato basato su AI e Computer Vision, che la renderà più veloce, scalabile ed efficiente e permetterà l’acquisizione automatica di prodotti nei formati 2D/3D e di relativi dati. inVRsion è in procinto di entrare nel The Khronos 3D Commerce Exploratory Group, che studia la creazione di standard e linee guida per la produzione e distribuzione di rappresentazioni di prodotti 3D in real time, fruibili in maniera realistica su tutte le piattaforme e device.
Planogramma haircare
Il futuro del v-commerce
La sua comprovata expertise e la solida pipeline, sistematizzata attraverso la conformità a questi standard, permetterà a inVRsion di acquisire una posizione di primo piano nell’industria e di porre le basi per il futuro dell’e-commerce.
Come affermato da Fabrizio Dini, COO di inVRsion: “Il v-commerce sarà il più innovativo digital entertainment system del nuovo secolo. Stiamo lavorando dal 2016 a un efficiente processo di digitalizzazione di prodotti di tipo industriale basato sulla nostra tecnologia brevettata, e desideriamo collaborare con The Khronos Exploratory Group alla costruzione di uno standard per il 3D commerce con un’attitudine proattiva, per guidare un cambiamento senza precedenti in termine di digitalizzazione di prodotto e per spingere l’e-commerce a un nuovo livello”.
Un negozio a spreco zero, con un interno a metà tra installazione artistica e design retail costruito da una stampante 3D con plastica riciclata: è uno dei progetti più innovativi del settore già piuttosto avanzato dell’abbigliamento il primo flagship del brand etico di accessori Bottletop, che ha aperto a fine novembre al numero 84 della lussuosa Regent Street.
Il marchio di moda d’alta gamma etico britannico da sempre fa della sostenibilità verso l’ambiente e le popolazioni svantaggiate la sua bandiera, dalle materie prime utilizzate, tutte certificate come la pelle a deforestazione zero e il metallo grezzo. E il flagship intende riflettere proprio questi valori fondanti.
Il negozio è incorporato in una sorta di rete-pattern di plastica riciclata (che alla fine del processo recupererà 60mila bottiglie) che ricopre soffitto e pareti, e nei primi due mesi dall’apertura sarà un work in progress, con il layout costruito lentamente sotto gli occhi dei clienti e curiosi che entrano nel piccolo spazio. «Usiamo questa tecnologia da una prospettiva di storytelling che ci aiuti ad esprimere i nostri valori. Lo scopo di aprire le porte mentre stiamo creando e costruendo lo spazio è quello di portare i clienti dentro questo ambiente ed ecosistema in evoluzione, e di educarli. Le cose devono cambiare e questa è solo la punta dell’iceberg di ciò che è possibile fare» ha detto il cofondatore di Bottletop Oliver Wayman.
Le pareti di pelle certificata sostenibile e alluminio riciclato modellano lo spazio ma diventano anche il supporto per presentare le collezioni. Il soffitto alla fine del processo diventerà un’installazione di migliaia di lattine (senza linguetta) ideate dall’artista britannica Rachel Whiteread e sospese sul supporto di plastica che ingloba il negozio, realizzato con stampa 3d da un robot (chiamato Kuka, a chi interessasse) in grado di realizzare grandi superfici grazie a una tecnologia sviluppata da Ai Build.
Una versione mini del robot industriale usato per stampare parte del negozio è esposta in vetrina, e realizza portachiavi e gadget per i clienti.
Il pavimento è realizzato con pneumatici riciclati. Sul fronte marketing non mancano un profumo e una colonna sonora realizzati appositamente per lo store dal profumiere Timothy Han e dal produttore Mario C, che ha lavorato con artisti del calibro di Beastie Boys e Bjork e ha prodotto la super-band creata per l’occasione Bottletop, composta da Carl Barat (Libertines), Matt Helders (Arctic Monkeys) e Gruff Rhys.
Wayman ha lavorato con lo studio di architetti londinese Krausse per sviluppare il modello 3d dello spazio in corso di realizzazione.
Oltre all’attenzione all’ambiente, Bottletop produce le proprie collezioni (borse e accessori) nei Paesi in via di sviluppo avvalendosi di artigiani locali e sostenendo le comunità locali con vari progetti.
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