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Piace sempre di più la IV gamma, nel 2017 cresce del 4,8%

Cresce con decisione la IV Gamma in Italia, che comprende ortaggi e frutta fresca confezionati e pronti per il consumo: nel 2017 il segmento ha fatto registrare un aumento delle vendite del 4,8 per cento in volume e del 5,2 per cento a valore. Dati che consolidano la ripresa già evidenziata alla fine del 2016 dopo un momento di flessione e che sono soprattutto il risultato dell’ampliamento del parco acquirenti, oggi arrivato a quota 19,4 milioni di famiglie, e di una maggiore frequenza d’acquisto.

Nel caso della IV Gamma sembra chiaro che siano l’innovazione e la diversificazione dell’offerta a premiare le marche industriali. Come dimostra la recente ricerca “Il posizionamento dei prodotti vegetali freschi e pronti all’uso nella distribuzione moderna”, curata dalla Facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (sede di Piacenza) e commissionata dalle principali aziende del settore, esiste un nesso tra l’aumento nella quota di famiglie che acquista stabilmente questo tipo di prodotto e un sempre più spiccato atteggiamento “time for money” nei consumatori. I quali premiano chi gli fa risparmiare tempo anche a costo di spendere qualcosa in più, sono indotti a privilegiare le proposte a maggior contenuto di servizio e apprezzano non solo il maggiore assortimento disponibile ma anche formati e packaging sempre più comodi e pratici.

«Il 2017 – commenta Gianfranco D’Amico, presidente del Gruppo AIIPA IV Gamma – ci ha lasciato in eredità un quadro del mercato più che positivo e ci lancia delle sfide per il futuro. Da un lato alimentare l’attuale trend di crescita proseguendo nello sforzo di dare al consumatore le più ampie rassicurazioni possibili sulla qualità, salubrità e provenienza degli ortofrutticoli confezionati pronti al consumo; dall’altro comunicare meglio, anche sul punto vendita, i contenuti d’innovazione e servizio integrati nei prodotti».

Non tutto però fila liscio. È migliorabile, ad esempio, la comunicazione al pubblico delle innovazioni di prodotto. «Solo l’11 per cento dei consumatori nell’ultimo anno – lamenta D’Amico – si è accorto di qualche novità di prodotto. La sfida quindi è quella di lavorare meglio e insieme alla Gdo per comunicare le innovazioni, anche sul punto vendita, venendo così incontro alle esigenze di un consumatore che cerca qualità costante, varietà d’offerta e praticità».

Per saperne di più leggi l’approfondimento di instoremag IV e V gamma: come sfruttare al meglio le potenzialità della nuova ortofrutta.

AIIPA lancia la Campagna informativa sui prodotti per la prima infanzia

AIIPA, Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari, lancia la  Campagna “Nutrizione e sicurezza specializzate” che si propone di fare chiarezza sulle caratteristiche e sulla qualità nutrizionale degli alimenti specifici per la prima infanzia, fabbricati e commercializzati nel rispetto della rigorosa normativa vigente. Per meglio identificare la campagna, AIIPA ha lanciato anche un Marchio collettivo,  “Nutrizione e Sicurezza Specializzate”.
“Oggi, solo 1 mamma su 4 è convinta che per il suo bambino sia importante introdurre nella dieta alimenti specifici per la prima infanzia in quanto nutrizionalmente appropriati”, evidenzia Andrea Budelli, Presidente del Gruppo AIIPA Alimenti prima infanzia e prodotti per la nutrizione specializzata. “Con quest’iniziativa, ci auguriamo di contribuire a colmare questo gap informativo, comunicando il valore della categoria degli alimenti per l’infanzia, spesso oggetto di luoghi comuni e informazioni non corrette”.
“Dobbiamo ricordarci che i bambini, in particolare quelli fino ai tre anni, non sono dei ‘piccoli adulti’. – commenta Marcello Giovannini, professore emerito di pediatria dell’Università degli Studi di Milano – Gli alimenti dovrebbero essere scelti con cura per rispondere in modo ottimale alle esigenze nutrizionali e di sicurezza specifiche di un organismo in crescita e, nello stesso tempo, vulnerabile, come quello del bambino. Numerosi studi confermano infatti che l’alimentazione nelle prime fasi della vita svolge un effetto preventivo di numerose patologie che, nella società occidentale, esordiscono sempre più precocemente, come la sindrome metabolica, l’ipertensione e il diabete”.
Sulla base di queste evidenze, di recente, anche il Ministero della Salute ha pubblicato le nuove linee di indirizzo sulla corretta alimentazione ed educazione nutrizionale nella prima infanzia. Queste indicazioni stabiliscono che l’allattamento materno e la lotta contro l’eccesso di proteine nei primi anni di vita sono gli elementi chiave di un’efficace strategia di prevenzione dei disordini alimentari infantili. – prosegue  Giovannini, che aggiunge – Ci sono inoltre vari errori che andrebbero evitati durante lo svezzamento, come la precoce sospensione dell’allattamento al seno (prima del quarto mese), la precoce introduzione di cibi solidi e di latte vaccino, squilibri nell’assunzione di altri macronutrienti, come gli acidi grassi polinsaturi.”
La sicurezza dei prodotti alimentari in Europa e in Italia è garantita da un sistema legislativo e di controllo molto rigoroso. Nel caso degli alimenti per la prima infanzia il legislatore europeo e nazionale ha emanato norme ancora più restrittive per garantire una maggiore tutela di questa fascia di età così vulnerabile.
“Questi alimenti, – aggiunge Budelli – oltre ad essere formulati per rispondere alle esigenze nutrizionali del bambino in crescita fino ai 3 anni, per legge devono assicurare il rispetto di rigorosi standard di sicurezza alimentare, ed essere privi di ogm, coloranti e conservanti. In tal senso il Marchio, che potrà essere dato in licenza alle aziende specializzate in alimenti destinati a questa fascia d’età, ribadisce il nostro impegno a studiare e sviluppare i migliori prodotti specificamente dedicati al periodo dello svezzamento fino ai 3 anni, oltre a rappresentare un’ulteriore garanzia di sicurezza per la salute del bambino.”
La Campagna prevede l’apertura di un sito web informativo, www.alimentiprimainfanzia.it e la distribuzione negli studi pediatrici di poster. I contenuti scientifici delle locandine sono stati condivisi con la Società Italiana di Pediatria (SIP) e con la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP).

La Campagna e il Marchio saranno presentati in occasione di Milano Pediatria (20-21 gennaio 2017) Sala Leonardo c/o Centro Congressi Stelline, Corso Magenta, 61 – Milano.

Ripresa alimentare: confezionato a 18 miliardi, trainato da bevande, caffè e prodotti vegetali

Cambia il consumatore, che esce sì dalla crisi ma trasformato nelle sue abitudini di acquisto, e cambiano i consumi. Una conferma viene dai dati appena rilasciati da Aiipa, Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari: nel 2015 ha superato i 18 miliardi di euro di fatturato, in aumento del 2,7% sul 2014, l’alimentare confezionato italiano, riunito nelle imprese associate. I settori interessati sono caffè, nutrizione e salute (alimenti per l’infanzia e integratori), surgelati, prodotti vegetali (succhi, conserve, confetture, IV gamma) e alimentari (tè, spezie, snack) e preparazioni alimentari (brodi, salse, preparati per dolci e gelati e per panificazione). Cresce la loro incidenza (pari al 14%) sul giro d’affari sviluppato dall’industria alimentare italiana, fermo a quota 132 miliardi di euro come l’anno precedente.
In aumento anche le esportazioni, che hanno sfiorato i 5 miliardi di euro, con un incremento del +6,3% sull’anno precedente, in linea con gli ottimi risultati registrati dall’industria alimentare nel suo totale che ha toccato quota 29 miliardi.

 

Ripresa sì, ma moderata e “mirata”

Dove vanno i consumi alimentari degli italiani? Un quadro lo dà la ricerca di Nomisma “Prospettive di breve e medio termine per l’industria alimentare italiana” presentata all’assemblea Aiipa da Alessandra Lanza. Che ha parlato di “nuova normalità”, con consumi in ripresa ma una crescita più moderata rispetto al decennio pre-crisi. Bene in particolare si muovo alcuni settori come quello delle bevande.

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Nonostante ciò, “per arrivare ai valori pre-crisi sarebbero necessarie crescite a due cifre per anni, e questo non sta accadendo”.

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Cambiano i comportamenti di spesa e diminuiscono le quantità di alimentari per la grande maggioranza della popolazione, perché si assottiglia il ceto medio.

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Cambia anche il paniere, spinto in avanti dalla richiesta dei freschi e degli referenze più sofisticate, che combinano prodotto e servizio, in particolare dalla fascia dei consumatori alto spendenti.

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Va detto comunque che il settore alimentare è ben posizionato verso il consolidamento della ripresa, grazie anche alla ripresa della domanda interna.

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«Le specializzazioni produttive delle aziende associate AIIPA rappresentano una peculiarità nel panorama nazionale – ha sottolineato Marco Lavazza, Presidente di AIIPA – le capacità di affermarsi all’estero e la propensione agli investimenti in Ricerca e Sviluppo ne fanno un paradigma della migliore manifattura italiana. Occorre valorizzare ancora meglio le nostre produzioni e saper sfruttare l’opportunità che ci offre la richiesta crescente nel mondo di prodotti italiani di qualità. Se il commercio internazionale è fra le principali vie di crescita che dobbiamo seguire, è necessario ridare ossigeno alla domanda interna che stenta a ripartire».

 

Obiettivo: 50 miliardi di export entro il 2020

Sul fronte dell’export, l’obiettivo ambizioso, tracciato e condiviso con le Istituzioni, + di arrivare a 50 miliardi di valore di esportazione di prodotti agroalimentari italiani nel mondo, entro il 2020. Determinante sarà la capacità di contrastare fenomeni come la contraffazione e l’italian sounding, stimato ancora in crescita sui mercati internazionali per un valore che oltrepassa i 60 miliardi di euro. L’Unione Europea in questo contesto dovrà giocare un ruolo chiave dettando regole chiare e univoche valide per l’intero mercato unico.

Quanto al TTIP, il Partenariato trans-atlantico per il commercio e gli investimenti, l’accordo in fase di negoziato tra Europa e Stati Uniti oggetto di numerose polemiche, secondo Lavazza “è un’opportunità, a patto di salvaguardare le specificità italiane ed europee e di non svendere il nostro patrimonio”. Paolo de Castro, parlamentare europeo nella Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale “nonostante il quadro apocalittico gli USA sono per l’Ue un polmone enorme, con un saldo positivo import export di 100 miliardi di euro, di cui 6 miliardi per l’Italia,ma ormai sarà quasi impossibile cogliere la ‘finestra’ dell’amministrazione Obama, e presumibilmente se ne riparlerà nel 2020. E magari capiremo di aver person un’opportunità”.

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