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Allarme da Greenpeace: nei meleti europei un cocktail di pesticidi

Greenpeace ha pubblicato il rapporto sulla presenza di pesticidi nei meleti europei dal titolo Il gusto amaro della produzione intensiva di mele. E le notizie non sono propriamente buone per i consumatori.

Il rapporto presenta i risultati delle analisi di 85 campioni di acqua e suolo prelevati in dodici Paesi europei, tra cui l’Italia (in Val di Non e in Valtellina, due tra le zone di maggiore produzione di mele) ed esempi di pratiche agricole ecologiche per effettuare una produzione sostenibile senza contaminare il suolo e l’acqua.

36 campioni di acqua e 49 di suolo sono stati raccolti durante i mesi di marzo e aprile 2015 in meleti a gestione convenzionale e analizzati per verificare la presenza di residui di pesticidi. I campioni rappresentano una “fotografia” della situazione all’inizio del periodo della fioritura.

Su 85 campioni, sono stati rilevati 53 pesticidi differenti. Il 78 per cento dei campioni di suolo e il 72 per cento dei campioni di acqua contenevano residui di almeno un pesticida.

Il pesticida riscontrato con maggior frequenza nel suolo e nelle acque è il fungicida boscalid (presente nel 38 per cento dei campioni di suolo e nel 40 per cento dei campioni di acqua). Addirittura sette dei pesticidi trovati non sono attualmente approvati nell’Ue, ma possono essere utilizzati solo per eccezionali deroghe temporanee. La presenza di questi residui potrebbe essere il risultato di applicazioni pregresse, mentre in un caso potrebbe trattarsi di un fenomeno di degradazione.

Due terzi dei campioni di suolo e acqua prelevati nei meleti europei inoltre contengono residui di pesticidi e il 70% dei pesticidi identificati hanno livelli di tossicità molto elevati per gli esseri umani e per l’ambiente. In un singolo campione di suolo raccolto in Italia sono state rilevate fino a tredici sostanze chimiche diverse, e dieci in un campione di acqua, un vero e proprio cocktail di pesticidi.

Nella seconda parte del documento viene illustrata una selezione di soluzioni sostenibili per la produzione di mele e la loro possibile applicazione senza contaminare il suolo e le acque.

“L’Italia è uno dei maggiori produttori di mele a livello europeo – dichiara Federica Ferrario, responsabile Campagna Agricoltura Sostenibile di Greenpeace Italia –. Abbandonare un modello agricolo fortemente dipendente dai prodotti chimici è fondamentale, anche per proteggere i nostri agricoltori e le loro famiglie, che sono i primi a essere direttamente esposti  L’imponente uso di queste sostanze nella produzione intensiva di mele è un altro fallimento dell’agricoltura industriale”.

Due le richieste di Greenpeace ai Paesi europei. L’eliminazione graduale dell’uso dei pesticidi chimici di sintesi in agricoltura, a partire da quelli che hanno effetti cancerogeni, mutageni o tossici per la riproduzione, che interferiscono con il sistema ormonale (EDC) o che hanno proprietà neurotossiche. Un maggior impegno nel promuovere e investire nella ricerca e nello sviluppo di pratiche ecologiche per la gestione e il controllo dei parassiti che non dipendano dall’utilizzo di sostanze chimiche di sintesi.

“Esistono già soluzioni ecologiche adottate da migliaia di agricoltori in tutta Europa. Per lo sviluppo di queste buone pratiche, è necessario che anche la grande distribuzione faccia la sua parte incentivando il passaggio a pratiche sostenibili” conclude Ferrario.

 

 

Effetto Expo: da Granarolo la prima bottiglia 100% compostabile

Granarolo Bottiglia CassavaUna bottiglia per il latte compostabile  in 12 settimane. È questo il prototipo che Granarolo, presenta in ccasione di Expo per la prima volta, in una special edition.

Granarolo ha scelto di utilizzare una bottiglia costituta al 100% da Cassava, che ha la potenzialità di biodegradarsi in compost entro 12 settimane. La scelta dell’utilizzo della Cassava è anche etica: il materiale non deriva da prodotti vegetali utilizzati per soddisfare il fabbisogno alimentare e di conseguenza non intacca la catena alimentare umana.

La prima bottiglia compostabile di Granarolo è anche tra i finalisti dell’Oscar dell’Imballaggio 2015

San Benedetto disseta i partecipanti alla Suissegas Milano Marathon

Acqua Minerale San Benedetto è l’acqua ufficiale della Suissegas Milano Marathon (12 aprile), il primo evento sportivo in Italia (come Milano City Marathon nel 2013-2014) e la prima maratona in Europa ad ottenere dagli Stati Uniti la ReSport Certification: la certificazione, rilasciata dal Council for Responsibile Sport che misura e attesta la responsabilità ambientale e sociale degli eventi sportivi.

San Benedetto disseterà tutti i partecipanti alla 15ma edizione della classica internazionale su strada con il formato da mezzo litro della linea “progetto ecogreen”, la prima linea di acqua minerale in Italia a ricevere dal Ministero dell’Ambiente il logo del programma per la valutazione dell’impronta ambientale.

L’impegno ambientale di San Benedetto è parte integrante della Csr dell’azienda ormai da molti anni.

Nel 2009 un accordo volontario con il ministero dell’Ambiente volto alla riduzione delle proprie emissioni di CO2 in tutto il ciclo produttivo fino a neutralizzarle del tutto. Nel periodo 2008-2012, l’azienda di Scorzè ha ridotto, a parità di volumi, le emissioni complessive di CO2equivalente del 19,4% sulla linea Acqua Minerale San Benedetto, ben tre volte al di sopra degli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto per l’Italia.

Ha introdotto nel 2010 sul mercato italiano il primo formato di acqua minerale a CO2 equivalente compensata 1 litro Easy (il 100% delle emissioni neutralizzate attraverso l’acquisto di crediti di carbonio di tipo VERs che finanziano progetti legati alla riduzione dei gas effetto serra), caratterizzato oggi dalla presenza di un 50% di RPet (Pet rigenerato proveniente dal riciclo della plastica, riducendo il fabbisogno di materia prima vergine e quindi di petrolio), il massimo previsto dalla normativa. Un’innovazione attraverso la quale San Benedetto si è guadagnata presto il gradimento dei consumatori e la leadership assoluta di segmento con una quota di più del 40% a volume.

Nel 2012 è stata estesa l’esperienza di successo di Easy ad una nuova linea di prodotti “progetto ecogreen” comprendente due formati famiglia da 2 litri e da 1,5 l (che utilizzano il 30% di RPet) nonché un formato da mezzo litro  per il consumo on the go, tutti caratterizzati dalla completa compensazione delle emissioni prodotte, sempre secondo il meccanismo dell’acquisto dei crediti.

Da Caffè Vergnano la prima linea di capsule compatibili compostabili. Ad aprile sugli scaffali

Dal prossimo primo aprile, Caffè Vergnano sarà presente sugli scaffali con la linea Èspresso1882 di capsule compostabili e compatibili con le macchine a uso domestico a marchio Nespresso e con le macchine Èspresso1882 TRÈ.

Le nuove capsule rappresentano la risposta di Caffè Vergnano al tema della quantità di rifiuti derivante dal consumo crescente di caffè porzionato. Se infatti il mercato del porzionato rappresenta una grande opportunità di sviluppo, è anche vero che l’impatto ambientale che deriva dall’utilizzo di capsule può essere maggiore rispetto al consumo di caffè in moka o cialda.

Le nuove Èspresso 1882 compostabili entreranno a scaffale in sostituzione di gamma: le confezioni attualmente in distribuzione saranno sostituiti progressivamente con la nuova linea compostabile.

Carolina ed Enrico Vergnano
Carolina ed Enrico Vergnano

«Da sempre abbiamo creduto nel segmento delle capsule, anticipando le tendenze e lanciando per primi la capsula compatibile Nespresso, oggi leader di mercato», dichiara Franco Vergnano Amministratore Delegato di Caffè Vergnano, «Sin dalle origini abbiamo puntato sull’innovazione. Oggi ancora di più con un progetto concreto a tutela dell’ambiente».

Le capsule saranno le prime in commercio certificate “OK Compost” da Vinçotte (ente riconosciuto a livello internazionale) e smaltibili nel bidone dell’umido senza bisogno di separare l’involucro dal caffè.

La gamma Èspresso 1882 è disponibile in 4 referenze: Arabica, Cremoso, Intenso e Dec, più la referenza Espresso macchiato.

È on air lo spot di Expo Milano 2015

Da un lato un bambino allattato dalla madre; dall’altro il profilo della Terra vista dallo spazio. È questa l’immagine-simbolo della campagna di comunicazione con cui, dal 2 novembre, Expo Milano 2015 racconta al grande pubblico valori, sfide e opportunità legate al tema dell’Esposizione Universale. Perché “Cibo è Vita”, come recita l’attore comico Antonio Albanese, voce narrante di spot TV e radio..
«Abbiamo scelto di giocare l’intera campagna su contrasti e affinità. Coppie di immagini e parole, ora in contraddizione ora complementari – ha affermato Giuseppe Sala -, spiegheranno la ricchezza del tema ‘Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita’. Questi spot ci permettono, in pochi secondi, di anticipare il dibattito sul diritto all’alimentazione e sulla sostenibilità al centro dell’evento che stiamo organizzando, senza dimenticare la gioia del cucinare o del consumare il pasto insieme».
Il format creativo, sviluppato con Havas Worldwide Milan e declinato in maniera cross-mediale, ha come obiettivo quello di mostrare con entusiasmo e veridicità i molteplici significati che racchiude e rappresenta il “cibo”: un racconto composto da immagini e parole, dalla cui combinazione emerge che il cibo è nutrimento, piacere, gusto, casa, famiglia, è arte, guerra, pace, affetto, amore; che per il cibo si litiga, si combatte, si lavora; e soprattutto appare in maniera evidente – come chiude ogni spot – che il “Cibo è Vita”, per noi e per il Pianeta.
Dalla distribuzione non equa delle risorse tra Nord e Sud del mondo alle differenti tradizioni gastronomiche, gli aspetti su cui si concentrerà il confronto tra i Paesi durante il semestre di Expo Milano 2015, trovano in questo progetto di comunicazione un volto, un piatto tipico, una figura iconica in grado di trasmettere l’universalità del tema.

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