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L’EDI cresce nel largo consumo: è adottato da oltre 3500 imprese e più di 300 retailer

L’analisi annuale realizzata da GS1 Italy, in collaborazione con School of Management del Politecnico di Milano, per misurare l’adozione e l’utilizzo dell’ EDI (Electronic Data Interchange) in Italia nella gestione del ciclo dell’ordine tra industria e distribuzione traccia un bilancio positivo.

Arrivano a quota 7.885 (+5,5%) le aziende del largo consumo utilizzatrici dell’EDI secondo gli standard globali GS1. Ad aver adottato questa soluzione, che è la più diffusa in Italia, sono 3.582 imprese, tra cui 3.270 produttori e 309 retailer. È positivo anche il rapporto tra nuovi ingressi e uscite (+68 unità è il rapporto tra nuovi ingressi e uscite) delle aziende attive in Euritmo, così come è alta la fedeltà, attestata dalle 3.287 aziende rimaste attive dall’anno precedente.

Fonte: GS1 Italy “Monitoraggio dell’uso dell’EDI nel largo consumo in Italia” ed. 2023

Nel 2022 le aziende si sono scambiate complessivamente 61,9 milioni di messaggi, di cui 34,9 milioni (56% del totale) sono rimasti all’interno del circuito Euritmo, 14,7 milioni sono stati inviati a utenti esterni e 12,1 milioni sono stati ricevuti da punti di ricezione/invio codificato (Unb1) esterni. Rispetto al 2021, all’interno dell’ecosistema Euritmo le transazioni sono aumentate di +5% e hanno raggiunto quota 47.405, di cui oltre 22 mila interne, quasi 9.800 in ingresso e oltre 14 mila in uscita. Le 3.582 imprese attive hanno sviluppato 13.621 relazioni interne.

Fonte: GS1 Italy “Monitoraggio dell’uso dell’EDI nel largo consumo in Italia” ed. 2023

L’aumento della diffusione dell’EDI nel largo consumo in Italia si è accompagnato con un utilizzo via via più articolato e completo da parte degli adopter. Lo conferma la crescita delle tipologie di messaggi scambiati. In 8.842 delle 13.621 relazioni realizzate dalle 3.582 imprese dell’ecosistema Euritmo è stato scambiato un solo tipo di documento, perlopiù rappresentato dalla fattura (51% del totale), seguita dall’ordine (33%), dall’avviso di spedizione (9%) e da altri documenti (7%). Ma è tra le restanti 4.779 relazioni che hanno scambiato da due a cinque documenti che sono emersi gli aspetti più interessanti: se quelle più elementari, ossia relative al ciclo dell’ordine, con lo scambio di ordine e fattura (orders & invoice) sono rimaste sostanzialmente stabili 3.226 (+0,3% annuo), al loro interno è aumentata di +36% la quota di quelle che si sono scambiate ordine e avviso di spedizione, che sono state 411 in totale, ed è cresciuta di +3% l’incidenza delle relazioni mature, ossia relative ad almeno tre documenti, arrivate a quota 680.

Le relazioni con scambio dei tre documenti base – la “triade” principale del ciclo dell’ordine, cioè ordine e avviso di spedizione e fattura sono calate numericamente di -12,2%, fermandosi a 259, mentre quelle più complete (ossia che scambiano almeno un quarto documento aggiuntivo) sono aumentate di +15%, arrivando a 421, di cui, in particolare, quelle con un messaggio in più sono passate da 333 a 386 (+16%) e quelle con due messaggi aggiuntivi sono salite da 32 a 33 (+3%).

Fonte: GS1 Italy “Monitoraggio dell’uso dell’EDI nel largo consumo in Italia” ed. 2023

A trainare la crescita annua dell’EDI sono stati soprattutto i retailer, che hanno aumentato la mole di documenti scambiati e le transazioni, perché lo ritengono indispensabile per migliorare l’efficienza interna e i processi collaborativi con i fornitori: rispetto all’anno precedente, gli operatori della Distribuzione hanno aumentato di +27% il numero dei messaggi inviati (24,1 milioni in totale) e ne hanno anche ricevuto l’8% in più (24,4 milioni). Che l’EDI sia giudicato dai retailer uno strumento fondamentale nella ricerca di una maggiore efficienza viene confermato dalla crescita record della conferma d’ordine (Ordrsp), un documento molto importante per la perfetta gestione del ciclo dell’ordine dei prodotti: in soli 12 mesi è passato da 1,5 milioni a 3,9 milioni di invii (+157%). Un altro segnale dell’interesse dei retailer nei confronti dell’EDI è la crescita annua di +12% del documento Orders, arrivato a quasi 8,5 milioni di documenti inviati. Un trend che testimonia maggiori pianificazione e automazione degli ordini. Quanto ai produttori, invece, il trend annuo è stato negativo per i messaggi in uscita (24,7 milioni totali, in calo di -8%) e positivo per quelli in entrata (21,5 milioni, in aumento di +1%).

“La lunga storia dell’EDI ci ha dimostrato che questa tecnologia, essenziale per il miglioramento dello scambio di informazioni e dati del ciclo dell’ordine, ha una grande capacità di adattamento all’evoluzione delle necessità delle imprese, diventata più evidente grazie alla velocità della trasformazione digitale” afferma Andrea Ausili, standard & innovation director di GS1 Italy. “Però ci sono ancora molte barriere, essenzialmente culturali, alla sua diffusione. Dunque, occorre fare di più”.

Codici a barre, all’orizzonte c’è il codice bidimensionale

Dati sulla tracciabilità e la sicurezza, ma anche sulla sostenibilità, sulle caratteristiche nutrizionali e sulla composizione del packaging: sono solo alcune delle informazioni sui prodotti di largo consumo ormai indispensabili per i consumatori e che possono anche permettere a produttori e retailer di migliorare i loro processi. Una mole di dati, spesso dinamici, che richiede un “upgrade” del tradizionale codice a barre, supporto insostituibile per il sistema economico globale. Un’esigenza reale a cui GS1 Italy risponde supportando le aziende nella transizione dal classico codice a barre 1D (lineare) al nuovo e più capiente codice a barre 2D (bidimensionale).

In quest’ottica GS1 Italy ha realizzato “Codici a barre 2D al punto vendita”, la guida introduttiva a supporto della migrazione al codice a barre bidimensionale, per agevolare una transizione graduale e volontaria all’utilizzo, in particolare all’interno dei punti vendita al dettaglio. Adottando i suggerimenti, le aziende della distribuzione possono pianificare le implementazioni 2D nella maniera ottimale e riducendo al minimo gli impatti sui processi aziendali esistenti, riuscendo ad abilitare gli scanner dei punti vendita alla lettura e all’elaborazione anche dei codici a barre 2D, oltre che di quelli lineari. Tutta la community mondiale GS1 si è data l’ambizioso obiettivo di realizzare questo switch entro la fine del 2027.

«La migrazione al 2D è uno dei punti fondamentali della strategia GS1 dei prossimi anni e noi stiamo attivamente lavorando per affiancare le imprese in questa importante evoluzione, una transizione che coinvolgerà tutta la supply chain e gli stessi consumatori» commenta Andrea Ausili, standard development director di GS1 Italy. «Il codice a barre ha ormai 50 anni ed è nato dall’esigenza di identificare i prodotti rapidamente e senza errori. Ma oggi i bisogni sono cambiati e le informazioni da gestire sono molte di più. Inoltre, si tratta spesso di dati dinamici e che, per essere trasmessi, possono richiedere il collegamento a una pagina web, come accade con i QR code presenti su molti packaging. Il codice a barre 2D è la risposta a queste esigenze poiché facilita la raccolta e la gestione di una notevole mole di informazioni, anche dinamiche».

I codici 2D visti da vicino
I codici a barre bidimensionali si chiamano così perché l’informazione è codificata sia in orizzontale che in verticale. Sono codici più piccoli, privi di barre e spazi perché costituiti solo da un’alternanza di punti, che veicolano molti più dati e la cui lettura è ritenuta più affidabile e meno soggetta a errori. I codici 2D possono includere più dati rispetto all’attuale codice a barre lineare EAN-13 (come GTIN, data di scadenza, numero di lotto o numero di serie, ma anche link per collegamenti a pagine web con informazioni su ingredienti e allergeni, foto e video dei prodotti, recensioni, ecc.).

Il codice a barre 2D di GS1 ha una duplice forma:
Il GS1 DataMatrix: un codice a barre 2D costituito da “celle” o punti bianchi e neri disposti in uno schema quadrato o rettangolare, noto anche come matrice. Data Matrix permette di correggere gli errori e fornisce tutele e funzionalità aggiuntive per la gestione di simboli stampati male o danneggiati. Presenta numerosi vantaggi come il design compatto e sono disponibili diverse varianti rettangolari per adattarsi a superfici strette o curve.

Il QR code: un codice a barre 2D costituito da “celle” o punti bianchi e neri disposti in uno schema quadrato o rettangolare, noto anche come matrice. I QR code sono riconosciuti dal consumatore e dalla maggior parte delle fotocamere per smartphone, e veicolano anche il GS1 Digital Link che favorisce l’indirizzamento del consumatore su pagine web informative. Per poter essere letti, richiedono però uno scanner a immagine.

Codice a barre 2D: cosa cambia per le aziende
Passando al codice a barre 2D, le aziende adottano uno standard testato e riconosciuto a livello internazionale che offre maggiore efficienza nella gestione e trasmissione delle informazioni di prodotto lungo la filiera fino al consumatore. Possono quindi usufruire di best practice che emergono a livello internazionale e di confronti con esperti che ne supportano l’adozione. Inoltre, l’uso del QR code contenente un GS1 Digital Link consente di soddisfare alcuni regolamenti normativi (come le informazioni sullo smaltimento del packaging o le informazioni nutrizionali del vino).

Per supportare l’adozione del codice a barre 2D, GS1 Italy sta coinvolgendo i solution provider in modo da offrire soluzioni software e hardware per tutte le aziende. Per quanto riguarda l’hardware il passaggio da una lettura laser a una a immagine può rivelarsi semplice, visto che, in genere, gli scanner attualmente già in uso sono predisposti anche alla lettura dei codici 2D. Dove occorre innovare è, invece, in ambito software visto che oggi lo scanner legge solo l’EAN-13. Occorre, quindi, un software più intelligente, in grado di leggere e trasmettere più dati. Dal punto di vista dei fornitori, la sfida sarà aggiungere un codice a barre bidimensionale sul packaging e affiancarlo all’EAN-13. La complessità dipenderà anche dai dati da codificare (i dati dinamici sono più complicati da gestire) e dalle modalità di confezionamento del prodotto.

Il 2023 sarà l’anno della rivoluzione digitale, GS1 Italy presenta il nuovo monitoraggio

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prima e la Finanziaria poi si sono focalizzati sulla digitalizzazione del sistema-Italia. Così, il 2023 si apre con molte opportunità per le imprese che vogliono partecipare alla transizione digitale. Ma com’è al momento la situazione in Italia? A fotografarla è l’edizione 2022 del “Monitoraggio dell’uso dell’EDI nel largo consumo in Italia”, lo studio che GS1 Italy realizza ogni anno in collaborazione con la School of Management del Politecnico di Milano per raccontare l’evoluzione della digitalizzazione dei processi di scambio di informazioni e documenti attraverso l’adozione dell’EDI (Electronic Data Interchange).

Un report fondamentale per tastare il polso della digitalizzazione in Italia, visto che il largo consumo è il settore in cui l’EDI è adottato dal maggior numero di imprese (il 65% delle 21 mila aziende attive) per un totale di 262 milioni di documenti scambiati su base annua, come rileva l’Osservatorio Digital B2b del Politecnico di Milano.

L’EDI a standard GS1 nel largo consumo
Nel 2021 in Italia le aziende del largo consumo che hanno scambiato almeno un messaggio via EDI secondo gli standard globali GS1 sono state 7.472, di cui il 47% è stata parte dell’ecosistema Euritmo, la soluzione web-EDI ideata da GS1 Italy per le aziende italiane (e in particolare per le PMI) del largo consumo che resta la più diffusa a livello nazionale. Ad utilizzare Euritmo sono state, infatti, 3.514 imprese (3.217 produttori, 296 retailer e un operatore logistico) per un totale di 13.808 relazioni.

Nel 2021 è cresciuta in modo significativo la fedeltà degli utenti a Euritmo: il numero delle aziende rimaste attive dall’anno precedente – 3.221 – è cresciuto al 92% del totale (nel 2020 erano state il 72%), a conferma del fatto che, una volta familiarizzato con gli standard GS1, le imprese ne comprendono i vantaggi e diventano più propense ad estenderne l’impiego. La conferma viene da un altro aspetto emerso da questo Monitoraggio: la crescita delle tipologie di messaggi scambiati, che mostra come le relazioni tra gli utilizzatori di Euritmo siano diventate più articolate e complete. Delle 13.808 relazioni interne all’ecosistema Euritmo quelle che in cui è stato scambiato un solo tipo di documento sono state 9.010 e hanno riguardato soprattutto la fattura (56% dei casi), seguita dall’ordine (29%), dall’avviso di spedizione (7%) e da altri documenti (8%).

Ma le relazioni che afferiscono allo scambio da un minimo di due a un massimo di cinque documenti sono state 4.798, pari al 35% del totale (l’anno precedente erano il 31%). Tra queste ve ne sono 3.215 definite elementari, che scambiano, cioè, almeno ordine e fattura (ORDERS & INVOIC) oppure ordine e avviso di spedizione (ORDERS & DESADV), le coppie di messaggi convenzionalmente assunte come “base”. Di queste, 660 sono identificate come mature, perché la coppia di attori si scambia almeno tre documenti, cioè ordine e avviso di spedizione e fattura (ORDERS & DESADV & INVOIC), che costituiscono quelli fondamentali per il ciclo dell’ordine in EDI. Le complete, con più di tre documenti scambiati, sono 367, contro le 313 dell’anno precedente.

Rispetto al 2020, poi, tutte le relazioni sono in aumento. Le elementari di +5%, quelle che scambiano almeno ordine e fattura oppure ordine e avviso di spedizione di +2%; +25% il balzo che hanno fatto le relazioni che scambiano solo ordine e fattura e avviso di spedizione e le complete sono cresciute di +17%.

Un altro aspetto rilevante emerso nell’edizione 2022 del “Monitoraggio dell’uso dell’EDI nel largo consumo in Italia” è che il numero delle aziende coinvolte aumenta man mano che le relazioni diventano più complete: nelle relazioni elementari sono state coinvolte 1.285 aziende (+1% rispetto all’anno precedente), in quelle complete 286 aziende (+12%). E più aumenta il numero dei documenti scambiati nella singola relazione, più l’incremento è sensibile: quelle che scambiano quattro documenti sono state 333, crescendo di +16%, le relazioni con cinque documenti sono state 32, +33%, due quelle con sei documenti, raddoppiando il dato del 2020.

Dall’edizione 2022 del “Monitoraggio dell’uso dell’EDI nel largo consumo in Italia” emerge che chi resta all’interno di Euritmo lo fa con crescente fiducia perché ne testa i benefici in termini di velocità e di precisione, di riduzione degli errori e di maggiore trasparenza. E più le relazioni si intensificano, più questi benefici aiutano a ridurre drasticamente le inefficienze e a migliorare la qualità dell’ordine.

«Nel corso degli anni abbiamo rilevato come lo sviluppo dell’EDI, nonostante non abbia seguito un percorso lineare, si sia consolidato come il valore aggiunto per le imprese che lo adottano. Chi fa EDI, cioè, lo fa sempre più con maggiore convinzione e con un utilizzo più intenso e profondo» osserva Andrea Ausili, standard and innovation manager di GS1 Italy.

Dei 58,53 milioni di messaggi scambiati in EDI secondo gli standard globali GS1 dalle quasi 7.500 aziende coinvolte, la fattura resta il documento più frequente, con oltre 15,5 milioni di unità. Insieme a ordine e avviso di spedizione, la triade principale del ciclo dell’ordine (ORDERS & DESADV & INVOIC) rappresenta il 63% del totale dei documenti gestiti secondo gli standard globali GS1. Altro pilastro dello scambio di documenti via EDI è l’inventario
(INVRPT) che supera i 12 milioni di unità.


I produttori gestiscono 42,36 milioni di messaggi contro i 37,23 milioni dei distributori. Per quasi tutti i tipi di messaggio il numero di aziende è decisamente in crescita rispetto al 2020, mentre occorre ancora lavorare sull’avviso di spedizione (bolla di consegna, DESADV) ancora poco utilizzato. Ed altrettanto vale per l’inventario che, nonostante sia il secondo documento gestito, è appannaggio di poche aziende che devono crescere di numero anche per quanto riguarda i documenti che completano il ciclo dell’ordine come l’avviso di ricezione (RECADV), l’informazione di pagamento (REMADV) e il catalogo prodotti (PRICAT).

I progetti 2023 di GS1 Italy per la digitalizzazione della comunicazione B2B nel largo consumo
Sono le stesse imprese a richiedere uno sforzo ulteriore per la più ampia diffusione dell’EDI a supporto delle relazioni commerciali e per questo GS1 Italy sta lavorando a tre progetti:
L’EDI nel Foodservice: un progetto pilota che coinvolge quattro fornitori e quattro distributori per lo scambio automatico dei dati relativi ai tre messaggi principali: ordine (ORDERS), risposta all’ordine (ORDRSP) e avviso di spedizione (DESADV).

Il Solution partner program: un percorso di certificazione dei diversi provider sull’uso degli standard, tra cui l’EDI, per fare aderire al circuito Euritmo i provider EDI certificati che utilizzano gli standard globali e ampliare in questo modo la base dati per le prossime edizioni del Monitoraggio.

L’EDI nella logistica: un progetto per supportare l’utilizzo dell’EDI nei processi logistici, che si confermano il fulcro centrale per lo sviluppo dell’EDI nel largo consumo. Sono già stati attivati tavoli di discussione con le aziende per comprendere quali criticità stanno bloccando il coinvolgimento degli operatori logistici e come ottimizzare i messaggi EDI per l’attività logistica. A tutto ciò si aggiunge un intenso programma di formazione e informazione rivolto alle PMI, con i corsi Academy e con l’apporto fattivo di Interno 1, il concept center di GS1 Italy, per incoraggiarle a orientarsi sempre più numerose allo scambio del documento in EDI.

«GS1 Italy mantiene un filo diretto con le aziende dalle quali recepisce le esigenze, le trasferisce e le trasforma in azioni sistemiche, divulgando e promuovendo la diffusione degli standard come GS1 EDI ed Euritmo» conclude Ausili. «È un circolo virtuoso che si realizza tra le sollecitazioni provenienti dalle aziende, l’attività di facilitatore svolta da GS1 Italy e la restituzione sotto forma di modelli di processo, di servizi e di soluzioni alle imprese affinché possano migliorare le loro relazioni collaborative».

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