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Tag: ecosostenibilità

Lidl investe 70 milioni in Sardegna e inaugura un nuovo centro logistico

È stata appena inaugurata ad Assemini, in provincia di Cagliari, la prima Direzione Regionale in Sardegna di Lidl Italia. La struttura, realizzata grazie a un investimento sul territorio di 70 milioni di euro, ospita il dodicesimo centro logistico di Lidl in Italia. Oltre a generare un indotto significativo, questo progetto ha contribuito alla creazione di più di 140 nuovi posti di lavoro per un organico complessivo di circa 650 persone impiegate dall’Insegna in tutta l’Isola. L’importante investimento si colloca all’interno di un percorso di crescita aziendale che prevede, per i prossimi sei mesi, un investimento complessivo di 400 milioni di euro per l’apertura di 40 punti vendita.

“Il primo punto vendita di Lidl in Sardegna è stato aperto nel 2002 e da allora il riscontro dei clienti è sempre stato molto positivo portandoci ad ampliare la nostra presenza. Con questa nuova struttura vogliamo dare ulteriore slancio al nostro sviluppo sull’isola perseguendo una crescita responsabile che unisce innovazione e sostenibilità” ha commentato Massimiliano Silvestri, Presidente di Lidl Italia.

La realizzazione della nuova Direzione Regionale nasce dall’esigenza di Lidl Italia di far fronte alla continua espansione sul territorio e consentirà di accorciare le distanze e ridurre significativamente i km percorsi per l’approvvigionamento degli attuali 23 punti vendita sardi, con un conseguente risparmio in termini ambientali. La struttura, che sarà operativa dal primo ottobre, permetterà di migliorare il servizio al cliente finale e allo stesso tempo di compiere un passo in avanti verso una logistica sempre più sostenibile ed efficiente con un risparmio di più di 5.000 tonnellate di Co2.

Il centro logistico si estende su una superficie complessiva coperta di oltre 37.000 mq, ha una capacità di stoccaggio di 25.000 posti pallet, oltre a disporre di 101 baie di carico e 45 posti tir. Il progetto risponde ai criteri di uno sviluppo edilizio sostenibile. La nuova Direzione Regionale infatti è dotata di un impianto fotovoltaico da 2.688 kW in grado di coprire circa il 50% del fabbisogno energetico del centro, ovvero l’equivalente dell’energia utilizzata da 1.350 abitazioni. L’edificio è alimentato con energia proveniente al 100% da fonti rinnovabili e dispone di un sistema per il recupero delle acque piovane. Infine, il rivestimento esterno è frutto di uno studio che permette di mitigare anche l’impatto visivo della struttura all’interno del contesto circostante.

Il successo di Mielizia traina il fatturato di Conapi oltre i 22 milioni di euro

Il Consorzio Nazionale Apicoltori Conapi ha chiuso l’esercizio 2023/2024 con un fatturato di 22,2 milioni di euro, segnando così un incremento dell’8% rispetto all’anno precedente. Con oltre 600 apicoltori associati, 100 mila alveari (di cui il 45% biologici), e una produzione annua complessiva che supera le 3.000 tonnellate di miele, la cooperativa rappresenta un punto di riferimento per l’intero settore.

Il consolidamento di Mielizia
Il mercato nazionale del miele, che vale attualmente oltre 148 milioni di euro e oltre 100 milioni di euro per i canali Iper+Super presidiati dal marchio Mielizia, ha visto un calo generalizzato a valore (-1,2%), a volume (-3,2%) e confezioni (-3,2%) (dati Nielsen AT 16/06/24 Iper+Super). In questo contesto, Conapi ha registrato una performance in controtendenza. Mielizia, il marchio attraverso cui la cooperativa esprime il suo impegno verso il consumatore finale, si conferma il terzo brand più venduto nel mercato italiano nei canali iper e super, consolidando ulteriormente la sua posizione di rilievo. La crescita di Mielizia, pari al 5,6% a valore e al 5,1% a numero confezioni (dati Nielsen AT 16/06/24), è stata sostenuta dall’introduzione di nuovi prodotti che valorizzano il miele italiano dei soci e dall’acquisizione di nuovi clienti. I ricavi di vendita della cooperativa per le produzioni caratteristiche sono così saliti a 22,2 milioni di euro, rispetto ai 20,5 milioni dell’anno precedente. Conapi ha rafforzato inoltre la sua posizione a livello internazionale, registrando una crescita del 12% sia in termini di volume che di valore delle vendite estere. Il marchio Mielizia rappresenta il 70% del fatturato internazionale, con il 93% del valore esportato proveniente da prodotti biologici. I principali mercati esteri, come Francia e Giappone, continuano a essere strategici, con una notevole crescita in Giappone, evidenziando la rilevanza e l’attrattiva dei prodotti Conapi su scala globale.

Un occhio all’ambiente
Ambizioso il piano di investimenti da 5 milioni di euro con l’obiettivo di rendere il sito produttivo di Monterenzio, situato nell’Appennino Bolognese, più competitivo e sostenibile. Questo progetto di ammodernamento prevede la realizzazione di un nuovo magazzino di 2.600 mq, destinato principalmente allo stoccaggio delle produzioni conferite, con un focus particolare sul settore del miele. Parallelamente è stata acquistata una nuova linea per il confezionamento in doypack, un formato innovativo che risponde a nuove esigenze di consumo. Gli interventi in corso includono anche significative operazioni di messa in sicurezza sismica e l’efficientamento energetico dell’intero stabilimento, che contribuiranno a migliorare ulteriormente la resilienza e la sostenibilità dell’azienda.

A supporto di questo piano, nel 2023 sono stati già investiti 3 milioni di euro, finanziati in parte grazie a fondi regionali e statali, tra cui il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Entro il 2024, il completamento del piano con ulteriori 2 milioni di euro consentirà all’azienda di consolidare il proprio percorso di crescita, puntando su innovazione e rispetto per l’ambiente. L’installazione di due impianti fotovoltaici, con una capacità complessiva di 495 kW e 90 kW di accumulo, rappresenta un ulteriore passo verso l’autosufficienza energetica, mentre il nuovo magazzino sarà equipaggiato con un impianto fotovoltaico aggiuntivo da 50 kW. Queste misure non solo ridurranno i costi energetici, ma rafforzeranno anche l’impegno dell’azienda verso un futuro più sostenibile. Con questo piano di investimenti, la Cooperativa ribadisce la sua volontà di perseguire un modello di sviluppo industriale che integra innovazione, competitività e responsabilità ambientale, assicurando al contempo la sicurezza e l’efficienza delle proprie operazioni.

“In un contesto di mercato sempre più sfidante, questi risultati confermano la solidità e la visione strategica di Conapi” afferma Nicoletta Maffini, Direttore Generale di Conapi. “Gli investimenti che stiamo mettendo in campo non solo rafforzeranno la nostra posizione di leader a livello europeo, ma ci permetteranno anche di rispondere con maggiore efficacia alle sfide poste dal cambiamento climatico. Con un impegno costante verso l’innovazione e la sostenibilità, continueremo a valorizzare e supportare il miele italiano e il prezioso lavoro dei nostri soci apicoltori”.

Rapporto Coop 2024: Italia in bilico tra ripresa e timori per il futuro

È un Paese inquieto quello che emerge dal nuovo Rapporto Coop 2024, in cui si riduce la quota di chi guarda con fiducia al futuro (che scende di 4 punti in due anni) e aumenta il timore (+ 11 punti percentuali 2024 su 2022). Secondo l’analisi sulla vita quotidiana degli italiani curato dall’Ufficio Studi Coop, le giovani generazioni, sulle quali si scarica maggiormente il peso del futuro incerto che si prospetta, pur non mostrando piena consapevolezza di ciò, sono più mobilitate dei loro coetanei europei ad attivarsi per cercare di cambiare la società in cui vivono; il 52% lo ha fatto rispetto a un 48% della media europea. Una inquietudine di fondo generata anche dal fatto che la maggioranza degli italiani (il 55%) è alle prese con una vita ben diversa dalle proprie aspettative di partenza molto spesso in senso peggiorativo (44% del campione). Un sentiment con cui gli italiani si proiettano in avanti che cozza con i dati dell’oggi.

Se è vero infatti che il potere di acquisto nel nostro Paese ha recuperato i livelli pre-pandemia e che oggi più di ieri sono diminuiti gli italiani che hanno vissuto situazioni di disagio profondo (l’ammettevano 20 milioni di persone nel 2022 rispetto ai 12 milioni di oggi) e che le famiglie in difficoltà ad affrontare una spesa imprevista di 800 euro passano dal 45% del 2023 al 33%, restano comunque ampie le difficoltà sociali del Paese. E anche questa faticosa tenuta non è avvenuta senza sacrifici. Innanzitutto, l’overworking è la leva principale con cui gli italiani provano a difendere il loro tenore di vita; infatti, già nel 2023 per ottenere redditi reali di poco superiori a quelli di 5 anni fa sono stati costretti a un surplus di ore lavorate (un miliardo e mezzo di ore in più). E, come spesso accade, sono molto ampie le differenze tra i settori economici. Ad esempio, i redditi per occupato dei lavoratori della sanità sono calati dell’8,5%, quelli dell’istruzione dell’11,2% mentre per altri come il settore costruzioni o l’ambito immobiliare i redditi sono cresciuti rispettivamente del 4,6% e del 6,4%. Forse anche per questo a precisa domanda il 75% degli intervistati non esita a dichiararsi insoddisfatto in primo luogo della propria retribuzione.

La parola chiave di oggi: risparmio
Con il recupero dei redditi anche i consumi tornano, in termini reali, ai livelli pre-pandemia (+0,3% nel 2023 rispetto al 2019), ma più che in passato sono ostaggio delle spese obbligate che limitano di molto gli spazi discrezionali delle famiglie. Non sorprende allora che la parola chiave con cui gli italiani si approcciano ai consumi sia il risparmio, di gran lunga il primo criterio di scelta negli acquisti (lo dice il 75% del campione) sia che si tratti di riempire l’armadio sia di scegliere un’auto (peraltro sempre più frequentemente usata, tanto che sono 15 milioni gli italiani che hanno rinunciato all’acquisto dell’auto nuova nel 2024), mentre rimane un miraggio la casa di proprietà (-2,1% le compravendite nel corso di quest’anno). Anche i prodotti tecnologici a partire dallo smartphone, fino all’altro ieri oggetto dei desideri, hanno perso buona parte della loro attrattività e le vendite a volume nell’ultimo anno scendono di oltre il 6% e proprio lo smartphone con i suoi accessori (-7,4% e quanto a numero di pezzi quasi un milione in meno anno su anno) insieme alle tv e ai pc registrano cali significativi (mentre crescono prodotti tech per la cucina e il beauty).

Nuove identità alimentari
Pur nel solco della tradizione, molti italiani si aprono alla scoperta di nuovi stili alimentari; più esploratori che custodi. Se un italiano su 3 (34%) infatti privilegia ancora la dieta mediterranea, si affermano le diete ricche di proteine non animali ovviamente, con l’iperproteico (7% dei consumatori, +2%) sul 2023, e tutti quegli stili attenti al peso forma; quindi, crescono il fit sport (6%, +2%) e il digiuno intermittente (7%, +3%) senza tralasciare che rimangono pressoché stabili il flexitariano, il reducetariano e il climatariano. Prevalgono dunque a ben vedere gli stili orientati al benessere e alla sostenibilità. Da sempre, d’altronde il cibo è per noi italiani rispetto alla media europea più di un nutrimento fine a sé stesso e, vista la propensione attuale, non stupisce come i nostri connazionali siano ben più attenti a una alimentazione sana rispetto al resto degli europei. Coloro che pensano di rafforzare questa propensione sopravanzano di 36 punti percentuali chi la diminuisce; una differenza più alta di quella europea che si ferma a 31 punti percentuali. E sempre gli italiani sono anche gli unici, almeno a parole, a dirsi disposti a pagare di più per avere prodotti salutari (complessivamente e al netto di chi non sarà disposto, +15%; a fronte di una media Ue ferma a +1%).

“Lo scenario delineato dal Rapporto Coop 2024 si introduce in un contesto straordinariamente complesso e in fondo atteso, viste le varie ragioni di tensione che affrontiamo quotidianamente, con alcuni dati più sorprendenti che confortano l’operato di Coop e le tendenze intraprese negli ultimi anni – commenta Maura Latini, Presidente Coop Italia. È indubitabile come la leva del risparmio si consolidi come primaria e la tutela del potere d’acquisto, soprattutto delle famiglie più in difficoltà, sia la rilevante ragion d’essere delle cooperative di consumatori”.

“I dati che mostrano uno stop alla caduta dei volumi del largo consumo sono senz’altro positivi, ma lo scenario dei consumi rimane ancora debole e caratterizzato da una grande “volatilità”. Se da una parte il quadro inflattivo sembra assestarsi, dall’altra si dovrà tenere conto del fatto che i prezzi, anche se stabilizzati, sono di fatto del 20% superiori a quelli del 2021 – aggiunge Domenico Brisigotti, Direttore Generale Coop Italia. Stiamo assistendo a una ripresa della spinta promozionale, funzionale a sorreggere i volumi e allo sviluppo della competizione intra marche e tra i canali. Da una parte prosegue la crescita della mdd e dall’altra quella del discount anche se sorretta dalle aperture. Coop sta consolidando il proprio percorso con la crescita della propria mdd che nel solo grocery ha aumentato di ulteriori 2 punti la propria quota verso il 2023 raggiungendo il 32%”.

“Il Rapporto Coop conferma la grande preoccupazione degli italiani per lo scenario internazionale e per le guerre in corso, mentre sul piano interno vengono percepiti alcuni miglioramenti della situazione economica e delle prospettive del Paese. Un Paese a due velocità dove comunque permangono ampie sacche di difficoltà – conclude Marco Pedroni, Presidente Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori). A tal proposito, nel corso di quest’anno le cooperative di consumatori hanno realizzato un risultato importante, rinnovando il contratto nazionale di lavoro che interessa oltre 60.000 dipendenti. Sul versante dell’impegno economico delle nostre cooperative invece, è ripartita la carta “Dedicata a te” rivolta a famiglie maggiormente in difficoltà promossa dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf). Una carta a cui Coop ha aggiunto lo sconto del 15% sui prodotti alimentari. Questo il contesto in cui Coop combatte l’inflazione e continua a sviluppare una forte politica di offerta di qualità e di convenienza con la sua amplissima gamma di prodotti a marchio”.

Di Leo, il fatturato cresce e raggiunge quasi 20 milioni di euro nel 2023

Nel 2023 Di Leo ha registrato una crescita del 20% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un fatturato di 19,7 milioni di euro. Con un Ebitda di 1,5 milioni di euro e un utile netto di 365 mila euro, l’azienda dolciaria, nata nel 1663 ad Altamura da una famiglia di mastri fornai, è stata capace di limitare al massimo le difficoltà derivate dalle incertezze geopolitiche e dall’inflazione. Parallelamente alla crescita economica, ha integrato nel proprio DNA una forte propensione verso la sostenibilità, dimostrata attraverso numerosi progetti e iniziative.

Numerose le azioni rivolte al rispetto dei criteri ESG: Di Leo ha ridotto del 5,25% le emissioni dirette da consumo di gas metano e del 16,75% le emissioni indirette da consumo di energia elettrica, grazie a interventi di efficientamento energetico. Inoltre, in un’ottica di economia circolare, le iniziative intraprese hanno portato a una diminuzione del 19% degli scarti di produzione. Dal punto di vista produttivo l’azienda, già pioniera di scelte come l’eliminazione dell’olio di palma dalle ricettazioni dal 1990, ha introdotto la nuova linea di biscotti Panpezzetti, prodotti con acqua di mare e un processo produttivo brevettato. Un’ulteriore testimonianza dell’impegno del brand verso l’innovazione e la ricerca di soluzioni sostenibili. L’utilizzo di farine da grano di filiera agricola italiana, coltivato sulle colline materane, per la produzione dei biscotti della linea Fattincasa, ha valorizzato, invece, il territorio e garantito la massima qualità degli ingredienti.

Tra i pilastri della cultura aziendale di Di Leo, anche la valorizzazione delle risorse umane: il capitale umano è il vero motore dell’attività grazie alla propria passione, dedizione ed esperienza. L’elevata stabilità del personale, con un dato del 98% di impiegati assunti con contratto a tempo indeterminato, testimonia l’attenzione del brand verso le persone e verso tematiche di Diversity & Inclusion. Per questo motivo è stato introdotto un nuovo sistema di welfare aziendale. La Di Leo si impegna a fornire un ambiente di lavoro sicuro, accogliente e rispettoso della dignità di ogni individuo, promuovendo la crescita professionale e il benessere psicofisico dei dipendenti. A tal fine, l’azienda ha aderito a fondi di assistenza sanitaria integrativa, garantendo così ai propri collaboratori una copertura sanitaria completa e personalizzata in base al CCNL di appartenenza.

In tema di gender equality si evidenziano ottimi risultati in tema di rappresentatività delle categorie impiegati (54% donne e 46% uomini) e dirigenti (100% donne), l’unica categoria con sbilanciamento di genere è rappresentata dagli operai (100% uomini), risultato in linea con le dinamiche del settore manifatturiero del Sud Italia. Nel 2023, inoltre, sono state erogate 656 ore di formazione non obbligatoria, equamente distribuite tra uomini e donne, con focus anche su tematiche di economia circolare, come la riduzione degli sprechi e l’uso di materiali eco-compatibili. L’impegno sociale, invece, è stato declinato con il sostegno di enti del territorio a favore della cultura, come il Teatro Mercadante di Altamura e il “Progetto lettura”, evento giunto alla  33esima edizione patrocinato dal Comune di Altamura. 

Il primo bilancio di sostenibilità
La scelta di redigere il primo Bilancio di Sostenibilità 2023 conferma l’impegno di Di Leo a comunicare in modo trasparente i propri risultati e a rendere conto delle azioni intraprese. Il documento presenta un’analisi dettagliata delle performance ambientali, sociali ed economiche dell’azienda, evidenziando i progressi raggiunti e gli obiettivi futuri. Nell’ottica di una maggiore trasparenza e responsabilità, il brand ha implementato nel corso del 2023 un processo di due diligence in materia di sostenibilità, analizzando la materialità d’impatto delle proprie attività. L’azienda ha inoltre delineato una strategia ESG che prevede la riduzione della plastica da imballo, l’efficientamento energetico e la riduzione delle emissioni climalteranti.

“Abbiamo dimostrato che è possibile coniugare crescita economica e sostenibilità, creando valore per l’azienda, per i nostri collaboratori e per il territorio. Continueremo a lavorare con impegno per un futuro sempre più sostenibile investendo in progetti innovativi. Siamo consapevoli che la sostenibilità è una sfida che coinvolge tutti e che solo attraverso un impegno condiviso è possibile costruire un futuro migliore per le prossime generazioni” ha commentato il Presidente Pietro Di Leo.

Carrefour, in due anni raccolte quasi 4 milioni di bottiglie in Pet da riciclare

Circa 61 tonnellate di bottiglie Pet usate raccolte per riprodurre bottiglie e oltre 3 milioni e 800 mila bottiglie conferite: sono questi i numeri a due anni dall’avvio del progetto “bottle to bottle” per la raccolta e il riciclo delle bottiglie ad uso alimentare in Pet (polietilene tereftalato), realizzato da Etruria Retail in collaborazione con il consorzio Coripet. L’azienda della grande distribuzione organizzata nell’Italia centrale, dove è presente con 311 punti vendita a marchio Carrefour e La Bottega Sapori e Valori, ha iniziato, nel maggio del 2022 l’installazione di eco compattatori intelligenti Coripet ed oggi sono 30 i negozi che hanno deciso di offrire ai propri clienti questo servizio.

Il primo eco compattatore Coripet nella rete di Etruria Retail è stato installato a Grosseto, mentre l’ultimo a Castiglione Fibocchi, in provincia di Arezzo, a fine gennaio. La diffusione sempre più capillare si riflette nei numeri del conferimento: il totale delle bottiglie consegnate è di 3.842.597, Calcolando che ogni bottiglia pesa, in media, 16 grammi, le tonnellate di plastica recuperata si aggirano intorno alle 61 tonnellate. Un dato che fotografa l’impatto positivo del progetto sull’ambiente è quello, relativo al 2023, sull’anidride carbonica equivalente risparmiata tramite la raccolta selettiva con gli ecocompattatori installati nei punti vendita Carrefour. Per Co2 equivalente intendiamo l’unità di misura che esprime l’impatto di ciascun gas a effetto serra in termini di quantità di CO2. I numeri, sulla base delle bottiglie raccolte nel 2023, ci dicono che la raccolta selettiva ha portato a un risparmio pari a 13.540 kg di Co2 equivalente.

Nel 2023 Coripet ha raggiunto, con oltre il 52%, la maggioranza delle quote dell’immesso a consumo sul mercato delle bottiglie in PET da parte dei propri soci. L’ eco-compattatore intelligente Coripet, macchina sposata da molti negozi di Etruria Retail, è un vantaggio per l’ambiente perché con il bottle to bottle, si dà vita più e più volte al Pet già prodotto riducendo così la produzione di nuova plastica. È un vantaggio anche per i clienti, visto che il conferimento delle bottiglie consentirà di accumulare punti e sconti. Ogni bottiglia, deve aver contenuto liquidi alimentari, vale un punto e 200 punti raccolti danno il diritto a 2 euro di sconto su una spesa minima di 25 euro. La raccolta punti avviene scaricando l’app gratuita di Coripet o ritirando la Card Coripet nel punto vendita. Il percorso “bottle to bottle” si sviluppa così: le bottiglie conferite nell’ecocompattatore in prossimità del negozio, vengono ritirate da Coripet e portate ad un riciclatore associato dove vengono lavate e sminuzzate in piccoli pezzi e quindi granulato pronto per produrre nuove bottiglie che, potranno nuovamente tornare bottiglie. I tappi sono separati nel corso del lavaggio finale ed anch’essi avviati a riciclo.

“La collaborazione con Coripet prosegue in modo proficuo, rispondendo a quelle che erano le nostre aspettative per questo progetto: dare un servizio in più ai nostri cliente, offrendo loro la possibilità di fare qualcosa di concreto per l’ambiente. Dopo due anni abbiamo raggiunto numeri importanti sia in termini di conferimento delle bottiglie che come numero di ecocompattatori installati. L’obiettivo è diffondere sempre più nella nostra rete di negozi le macchine di Coripet così da incentivare il circolo virtuoso del recupero di bottiglie” afferma Maurizio Nicolello, Direttore Commerciale di Etruria Retail.

“I numeri testimoniano che Etruria Retail non solo ha compreso l’importanza del progetto Coripet per il sistema Italia, ma ha deciso di sostenerlo con un impegno serio e costante. I risultati raggiunti sono di buon auspicio per il futuro proprio in vista degli obiettivi imminenti: nel 2025 infatti le bottiglie in Pet dovranno essere prodotte con almeno il 25% di Pet riciclato entro il 2025, quota che sale al 30% entro il 2030” aggiunge Monica Pasquarelli, Responsabile Ccocompattatori Coripet.

Consorcio e Fondazione Ecoalf insieme per promuovere tutela di mari e oceani

Grupo Consorcio, azienda spagnola attiva nel segmento premium del mercato delle conserve ittiche, ha firmato un accordo di collaborazione con la Fundación Ecoalf, con l’obiettivo di promuovere progetti di tutela e miglioramento dei mari e degli oceani. L’accordo si concretizza nell’ambito del progetto “Upcycling the Oceans”, iniziativa leader a livello internazionale nella lotta ai rifiuti marini e principale progetto della Fondazione Ecoalf, ente spagnolo senza scopo di lucro nato nel 2015, che fonda il suo impegno sulla salvaguardia degli oceani e sull’economia circolare.

Nato in Spagna nel 2015, Upcycling the Oceans è cresciuto nel tempo in modo esponenziale fino a raggiungere anche l’Italia e altri Paesi come la Grecia, la Francia, l’Egitto e la Thailandia, con la prospettiva di espandersi ad altre nazioni del Mediterraneo. Il progetto si distingue per l’approccio innovativo, coinvolgendo il settore della pesca nella raccolta quotidiana dei rifiuti marini attraverso i pescatori. I rifiuti raccolti dalle reti vengono depositati nei porti in appositi contenitori e quindi trasportati agli impianti di trattamento per la selezione e il riciclaggio, dove vengono trasformati in nuovi prodotti. Attraverso questo accordo, Grupo Consorcio sosterrà la Fondazione Ecoalf nei suoi sforzi contro i rifiuti marini per almeno i prossimi quattro anni. Questo impegno mira non solo a ripulire gli oceani, ma anche a dare una seconda vita ai rifiuti recuperati e a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di prevenire l’inquinamento marino.

“Questo accordo con la Fondazione Ecoalf rafforza il nostro impegno per una pesca sostenibile e l’importanza di prendersi cura delle nostre risorse naturali. Sostenere ‘Upcycling the Oceans’ ci permette di contribuire attivamente alla pulizia degli oceani e alla trasformazione dei rifiuti in nuovi prodotti, in linea con i nostri valori e obiettivi ambientali” ha dichiarato Valeria Piaggio, Vicepresidente di Grupo Consorcio.

GreenAethics, quando la tecnologia sposa la sostenibilità

Dai veicoli glam a impatto zero e sempre più avveniristici a ricette dallo stile inimitabile e basate su prodotti naturali fino a capi green d’alta moda ispirati dal trend futuristico “techwear”: sono solo alcune delle prove più sorprendenti della diffusione dei GreenAethics, una generazione che unisce GenZ e Millennial nella passione per le tecnologie sostenibili che non rinunciano alla bellezza. Secondo recenti stime, 4 persone su 5 sono disposte a spendere anche il 10% in più per acquistare prodotti premium realizzati eticamente secondo logiche sostenibili. Un trend che spopola anche su Instagram con l’hashtag #greentech che vanta 255mila contenuti pubblicati, e che coinvolge anche star come Leonardo di Caprio, Brad Pitt ed Ema Stokholma

Tecnologia e sostenibilità, sostenibilità e tecnologia: due binari che, al giorno d’oggi, non possono più correre solo parallelamente ma s’intrecciano sempre più spesso insieme ad altri valori imprescindibili, ovvero lo stile e il design. Conferme in merito giungono da una serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Communication per conto di Omoda-Jaecoo, gruppo automobilistico di proprietà del costruttore cinese Chery, che punta ad espandersi in Occidente con una nuova gamma di auto all’avanguardia, dalle quali emerge che, a livello globale, sta nascendo una nuova generazione che unisce principalmente Gen Z e Millennial, ma anche persone leggermente più grandi. Il suo nome è “GreenAethics”. Entrando più nel dettaglio, si tratta di giovani molto sensibili alle tematiche ambientali e appassionati di tecnologia e innovazione ma che, allo stesso tempo, non possono fare a meno dell’universo delle tendenze fashion. Prove concrete che testimoniano la diffusione dei GreenAethic in tutti i principali settori operativi arrivano da Fortune Business Insights: a questo proposito, risalta il fatto che il mercato globale delle green technology, sempre più smart e ricercate, chiuderà l’anno corrente, sfiorando i 20 miliardi di euro di fatturato: ma non è tutto perché, entro il 2032 è previsto un incremento di ben 70 miliardi (+350%) con una crescita media annuale composta del 21%. I numeri non mentono mai, nemmeno a livello social: infatti, solo su Instagram l’hashtag #greentech, che conta quasi 255mila contenuti pubblicati, mette in mostra principalmente prodotti ed innovazioni dal design unico e inimitabile. Ulteriori spunti interessanti sul tema giungono dal portale The Sustainable Investor: addirittura l’80% dei consumer globali è disposto a pagare di più per prodotti premium di ogni tipologia che risultano moderni, green oriented e belli dal punto di vista estetico. Secondo lo stesso studio, questi consumatori sono disposti a pagare in media il 9,7% in più per beni che soddisfano specifici criteri ambientali.

Passando alle industry maggiormente toccate dalla presenza delle GreenAethics people, emerge in primo luogo il settore automotive, il cui obiettivo, stando a quanto indicato da Just Auto, consiste nel raggiungimento del traguardo delle zero emissioni di carbonio entro il 2050. Al fine di ottenere questo importante risultato, le principali organizzazioni dell’asset scendono quotidianamente in campo con iniziative mirate o veicoli sempre più all’avanguardia come Omoda 5 e Jaecoo 7, i quali risultano moderni, eleganti, tecnologici, a basso impatto ambientale e in grado di rispondere alle diverse esigenze di mobilità. Dietro alla loro realizzazione c’è il nuovo gruppo automobilistico Omoda-Jaecoo, di proprietà dello storico costruttore cinese Chery, che punta ad espandersi in Occidente con una nuova gamma di auto all’avanguardia.

Il viaggio alla scoperta della green tech revolution prosegue con un altro settore che, così come l’automotive, fa della tecnologia, dell’ambiente e dell’eleganza dei veri e propri pilastri fondanti. Si tratta della moda che, come specificato dal World Economic Forum, farà dell’economia circolare il proprio passepartout in vista dei prossimi anni. In particolar modo, la circular economy passa, e passerà, sia dalla vendita di capi di seconda mano, il cui mercato supererà i 300 miliardi di euro entro i prossimi tre anni, sia dall’utilizzo, sempre più massivo, di plant-based material che verranno utilizzati come base per la realizzazione di pelli e tessuti sostenibili. Fibre2Fashion si dimostra sulla stessa lunghezza d’onda, mettendo in risalto uno stile in linea con lo scenario descritto, vale a dire il “Techwear Fashion”. In che cosa consiste? Nell’utilizzo di una grande varietà di materiali eco-compatibili per creare la moda del futuro. Una strada promettente per rendere tutto questo possibile risulta l’impiego di tessuti riciclati, i quali verrebbero poi trasformati in capi futuristici. Sotto questo punto di vista risalta una case history 100% italiana rappresentata da Fashion Robot: un team composto da sarte e costumisti appartenenti al mondo del cinema e dello spettacolo che ha realizzato una collezione unica nel suo genere, presentata di recente a Milano, trasformando proprio capi già esistenti in abiti di alta moda futuristici e amici dell’ambiente.

Lasciando la moda, si passa a un altro mondo fortemente toccato dalla GreenAethic’s diffusion, ovvero quello delle celebrity che scendono in campo, promuovendo sustainability e innovation con iniziative e progetti mirati ed efficaci. Un esempio concreto viene offerto da star born in the USA come Brad Pitt che, a seguito dell’uragano Katrina del 2005, ha fatto costruire, tramite la sua fondazione, 150 abitazioni sicure e sostenibili oltre a un parco giochi a energia solare. Ma il trend coinvolge anche celebrità del Bel Paese come Ema Stokholma, la quale risulta molto legata proprio alle tematiche ambientali. Per ultimo, ma non meno importante, ecco il food che rientra in questo contesto grazie ad ingredienti e prodotti sempre più naturali e salutari, packaging innovativi e capaci di salvaguardare la qualità delle pietanze, presentazioni pulite e creative e persino ricette futuristiche capaci di rivisitare grandi classici o cibi apparentemente semplici.

Uno spunto rilevante sul tema giunge da un professionista dal settore, ovvero lo chef Ruben Bondì, protagonista del programma “Cucina in balcone con Ruben”, il quale proprio recentemente ha realizzato una ricetta molto interessante che vede nel baccalà il vero protagonista, arricchito da un’innovativa panzanella liquida. Si tratta, quindi, di una proposta dai sapori semplici e sorprendenti, capace di distinguersi non solo per il gusto e l’estetica della presentazione, ma anche per l’utilizzo di ingredienti sostenibili. “Come food influencer e private chef, sono testimone, ogni giorno, di come l’innovazione tecnologica stia trasformando ogni aspetto del nostro rapporto con il cibo, dalla produzione alla preparazione. Ma non solo, anche l’adozione di tecnologie verdi è in pieno boom – afferma Ruben Bondì. Noi chef siamo attenti a utilizzare elettrodomestici ad alta efficienza energetica e sistemi di cottura a induzione per ridurre il consumo energetico. Inoltre, gli strumenti di ultima generazione per la gestione degli sprechi alimentari stanno diventando essenziali e indispensabili in tutte le cucine moderne, aiutando a minimizzare i rifiuti e a valorizzare ogni ingrediente. Infine, la crescente disponibilità di ingredienti locali e sostenibili permette a noi cuochi di pensare e creare piatti sia belli da vedere, ma anche che rispettosi dell’ambiente”.

Caffè Borbone, ricavi in aumento grazie a Gdo e mercato d’oltreoceano

Per Caffè Borbone il primo semestre del 2024 si chiude con ricavi a 166,7 milioni di euro, in aumento dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2023. Dall’analisi dei risultati emerge inoltre l’ottimo andamento del mercato estero, che cresce del 50% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente. In particolare prosegue lo sviluppo del mercato americano che, sotto la guida della neocostituita filiale Caffè Borbone America Corp, raddoppia il risultato 2023. A livello di canali distributivi si segnala l’ottima performance della Gdo, canale strategico per coprire ancora più capillarmente il mercato e migliorare ulteriormente la penetrazione del brand su tutto il territorio nazionale.

Il primo semestre ha segnato importanti traguardi anche sul fronte dell’impegno in ambito sostenibilità. L’azienda ha aderito alla Science Based Targets initiative (SBTi) e ha definito i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni di Co2 a breve e lungo termine in linea con lo scenario net-zero e si appresta a sottoporli alla validazione del team di esperti di SBTi. Sempre nell’ottica di ridurre l’impronta ambientale, sono stati completati i lavori per la realizzazione di un nuovo polo logistico, con la costruzione di un nuovo magazzino da 10.000 mq nelle immediate vicinanze dello stabilimento di Caivano. Il nuovo fabbricato, che entrerà in funzione nella seconda parte del 2024, non solo permetterà un efficientamento in termini di gestione magazzino, ma contribuirà all’autonomia energetica dello stabilimento grazie all’impianto fotovoltaico da 500 kW posizionato sul tetto.

“Il percorso di crescita e sviluppo di questa prima parte dell’anno è il risultato di una strategia di business pianificata per affrontare l’attuale contesto economico e fronteggiare l’aumento dei costi della materia prima, in particolare della qualità di caffè Robusta, che ha raggiunto picchi record. Una strategia che ha messo al primo posto i consumatori, limitando il più possibile i rincari sui prezzi al pubblico, e che si è dimostrata efficace, permettendoci di continuare la nostra traiettoria di sviluppo” ha dichiarato Marco Schiavon, Amministratore Delegato di Caffè Borbone. Che aggiunge: “I risultati del primo semestre ci permettono di guardare con ottimismo al futuro e ci proiettano verso un traguardo di fine anno superiore ai 300 milioni con cui abbiamo concluso l’esercizio precedente”.

In ultima analisi, si segnala la Golden Medal che Caffè Borbone ha ottenuto a giugno nel Sustainability Rating di EcoVadis, una delle più importanti piattaforme internazionali di rating di sostenibilità, collocandosi nel 2% delle migliori società tra tutte quelle valutate da EcoVadis negli ultimi 12 mesi.

Maiora cresce (+7,37%), diventa Società Benefit e rinnova il CdA

Maiora, gruppo pugliese operante al Centro-Sud nei canali Gdo e Cash & Carry con le insegne Despar e Altasfera, nel 2023 ha realizzato un incremento dei ricavi del +7,37% rispetto al 2022 (833 milioni). Un bilancio positivo dunque per la giovane azienda nata nel 2012 che però rappresenta l’evoluzione di due storiche imprese del territorio, Cannillo e Ipa Sud, e che ha visto crescere considerevolmente i principali indicatori finanziari, registrando rispettivamente un Ebitda di 54 milioni (+ 39%) e utili di 20 milioni (+ 65% rispetto al 2022).

Raggiunti ottimi risultati anche dal punto di vista del piano di riammodernamento della rete, che a oggi conta la ristrutturazione di oltre 30 punti vendita: il piano industriale 2021/2025 ha puntato essenzialmente su un consistente remodelling, finalizzato al restyling dei principali store della rete (tutti adeguati secondo i canoni del modernissimo “Format 35”), con un investimento di 21,4 milioni nel 2023. Si aggiunge nel 2024 un ulteriore stanziamento di 22 milioni, utili a completare ristrutturazioni e nuove aperture di una rete che arriverà così a contare oltre 550 punti vendita (franchisee inclusi) e 14 Cash & Carry, comportando un incremento di 400 collaboratori e collaboratrici, come previsto dal piano di assunzioni.

Tra le importanti novità che accompagnano il percorso di crescita di Maiora ci sono l’annuncio del passaggio a Società per Azioni Società Benefit, modello ritenuto più adeguato alle dimensioni, ai valori e alle prospettive del gruppo, e il rinnovamento, nel solco della continuità, del Consiglio di Amministrazione. Accanto ai Consiglieri Felicia Ileana Cannillo, Marco Peschechera, Luigi Peschechera, entrano a far parte del principale organo di gestione societario Grazia de Gennaro e Giuseppe Peschechera: ciascuno, anche in virtù delle deleghe conferite, contribuirà a condurre la Maiora verso il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi definiti. A Franco Cannillo, patron del Gruppo Cannillo, viene affidato il ruolo di Presidente, mentre Pippo Cannillo manterrà il ruolo di Amministratore Delegato. Nicola Peschechera continuerà ad assicurare il suo prezioso contributo quale Presidente Emerito.

Maiora è tra le prime aziende del settore ad adottare questa importante transizione, individuando, attraverso la trasformazione societaria, le principali direttive che affiancheranno la prospettiva economica. Tra queste, l’attenzione alle tematiche ESG, su diversi fronti: riduzione degli effetti negativi sull’ambiente circostante, contenendo gli sprechi e commercializzando prodotti a ridotto impatto ambientale con migliori aspetti nutrizionali, per contribuire alla salute della popolazione; attuazione di un’evoluzione progressiva del modello di business verso un’economia a emissioni ridotte, in linea con gli obiettivi europei di neutralità climatica e quelli nazionali di transizione ecologica; progressiva restituzione al territorio del valore generato, contribuendo allo sviluppo locale attraverso iniziative di salvaguardia del patrimonio culturale e naturale; impegno a rappresentare un punto di riferimento per le proprie persone e per quelle delle comunità locali, favorendo un ambiente di lavoro produttivo, rispettoso, equo e sicuro.

“Dopo un 2023 ricco di soddisfazioni abbiamo intrapreso nel 2024 ambiziosi progetti in merito a vari aspetti, tutti con l’obiettivo di investire nel nostro percorso di crescita. Inoltre, la credibilità del nostro gruppo, che siamo certi aumenterà ulteriormente con il passaggio in Società Benefit, si tradurrà in sempre maggiore responsabilità nei confronti del territorio in cui operiamo” ha commentato Pippo Cannillo, Amministratore Delegato di Maiora.

Eco packaging, da DS Smith una soluzione per le confezioni in PET da 1,5 litri

DS Smith, azienda attiva nel settore degli imballaggi sostenibili a base di fibre, ha realizzato una soluzione innovativa di imballaggio in cartone ondulato sostenibile per sostituire le maniglie in plastica delle confezioni multiple di bevande analcoliche in PET da 1,5 litri. La nuova soluzione è stata commissionata da Coca-Cola HBC in Austria nel 2023 e si prevede che in futuro sarà lanciata da altri clienti DS Smith in Europa, inclusa l’Italia.

DS Smith Lift Up è una maniglia in cartone ondulato riciclabile al 100% che migliora la funzionalità di trasporto per i consumatori ed è progettata per contribuire alla soluzione basata su carta kraft e cartone che riduce centinaia di tonnellate di plastica ogni anno in ogni mercato in cui viene lanciata. Inoltre, DS Smith Lift Up è stata progettata utilizzando l’approccio di DS Smith Circular Design Metrics (CDM), primo e unico nel settore, che si traduce in una significativa riduzione dell’impronta di carbonio per l’imballaggio e la produzione dei prodotti. Lo strumento consente all’azienda di valutare e confrontare la circolarità della sostenibilità di un prodotto attraverso otto diversi indicatori di sostenibilità, tra cui impronta di carbonio, progettazione per il riutilizzo, riciclabilità, rinnovabilità della fonte, contenuto riciclato e ottimizzazione della catena di fornitura. Questi indicatori aiutano a fornire un’indicazione chiara delle prestazioni di sostenibilità del design di un packaging e su dove focalizzare l’attenzione.

La soluzione di confezionamento DS Smith Lift Up può essere applicata a diverse dimensioni di bottiglie ed è prodotta in collaborazione con Krones, produttore di macchine confezionatrici. La maniglia del trasportatore ha un’impugnatura morbida che rende i prodotti facili da trasportare mentre rimangono al sicuro all’interno del loro imballaggio sostenibile. Questo è stato progettato per le bottiglie in PET destinate al consumo domestico. “Siamo orgogliosi di collaborare a questa soluzione di imballaggio innovativa, eliminando i rifiuti inutili e la plastica monouso. Il concept di DS Smith Lift Up è stato progettato impiegando l’approccio Circular Design Metrics di DS Smith, quindi, utilizza la minor quantità di materiale possibile, riduce l’impatto sull’ambiente e ha un design gradevole da vedere nei negozi e nei supermercati. La collaborazione con i nostri partner è fondamentale per ridurre la plastica monouso e realizzare cambiamenti innovativi su larga scala. Consideriamo il design sostenibile al centro di ciò che facciamo come azienda, e questo è un brillante esempio dell’opportunità che l’innovazione nel packaging possa aprire la strada verso un futuro più sostenibile per produttori, rivenditori e consumatori” ha commentato Stefano Rossi, CEO Divisione Packaging Solutions di DS Smith.

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