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Tag: ecosostenibilità

Una nuova linea produttiva ecosostenibile per il Gruppo Germinal

A due anni dall’inizio dei primi interventi strutturali e impiantistici, Creabio, l’azienda del Gruppo Germinal specializzata in produzione di piatti pronti freschi a marchio Germinal Bio, ha completato il piano di efficientamento produttivo ed energetico.

Con sede a Pianiga, in provincia di Venezia, questa piccola realtà ha triplicato la sua area produttiva e logistica. Lo stabilimento, avviato nel 2015, ora copre 4000 mq di superficie e dispone di una nuova linea produttiva basata su una tecnologia flessibile e su una maggior automazione anche in fase di confezionamento, pur mantenendo il medesimo livello di occupazione. Questo consentirà anche un aumento della produttività, nell’ordine di un +50% su base oraria, per poter realizzare fino a 3.000 tonnellate all’anno di prodotti freschi e surgelati, certificati biologici, senza glutine e vegan.

I piatti pronti freschi a marchio Germinal Bio hanno evidenziato una significativa crescita a valore, in particolare i piatti pronti vegetali hanno segnato un +6% a valore sul primo semestre 2023, dato che indica una sempre maggior propensione dei consumatori a proposte legate al benessere ma anche alla praticità e alla velocità di consumo. Tra le referenze più apprezzate dal mercato ci sono i Medaglioni di Rapa Rossa e Lenticchie o quelli con Carote e Zucca, per non dimenticare i Burger vegetali come quelli con Melanzana e Miglio o con Spinaci e Quinoa.

Questo progetto di rinnovamento, finalizzato a sostituire i principali apparati di produzione con elementi di nuova generazione, permetterà una riduzione dei consumi di gas e di energia elettrica del -30% e di acqua di processo del -60%, in un’ottica di contenimento dell’impatto ambientale e coerentemente con gli obiettivi aziendali relativi al percorso di miglioramento come Società Benefit. Nella stessa prospettiva si colloca la realizzazione di un impianto fotovoltaico di 3000 mq per la produzione di energia elettrica, in grado di erogare circa il 50% dell’energia elettrica impiegata per la trasformazione e lo stoccaggio del prodotto, nell’arco della giornata di lavoro.

Primo Bilancio di Sostenibilità per la cantina vicentina Cielo e Terra

Tempo del primo Bilancio di Sostenibilità per Cielo e Terra: fondata nel 1908 nel piccolo podere con vigneto Casa Defrà, oggi è guidata da Luca e Pierpaolo Cielo, portatori di una visione moderna e impegnata. I marchi Cielo, Casa Defrà e Bericanto hanno da tempo varcato i confini nazionali, giungendo in oltre 60 Paesi. Il fatturato nel 2022 ha superato i 62,5 milioni di euro grazie alla vendita di oltre 35 milioni di bottiglie. A rendere speciale Cielo e Terra non sono solo la qualità dei prodotti e la presenza internazionale ma anche l’impegno nell’ambito della sostenibilità, portato avanti con concretezza e determinazione.

Già nel 2020, infatti, Cielo e Terra ha abbracciato la filosofia delle aziende B Corp, impegnandosi non solo a generare profitto, ma anche a raggiungere obiettivi sociali ed ambientali. Tale impegno è stato rafforzato dalla certificazione VIVA Sustainable del Ministero della Transizione Ecologica, scegliendo di valutare l’uso ottimale delle risorse nella filiera vitivinicola e monitorando indicatori come l’impronta carbonica e quella idrica. Un notevole passo avanti è stato compiuto con il progetto ZeroWaste to Landfill, riducendo gli scarti e potenziando il riciclo, come il riutilizzo di 43.000 m3 di acqua di processo negli ultimi cinque anni, la riduzione del 27% del consumo di acqua per bottiglia rispetto al 2020. Grazie all’adozione di tecnologie per il risparmio energetico (recupero calorie dalla climatizzazione e dai processi produttivi), il recupero dell’acqua di processo e il sistema di microfiltrazione hanno consentito riduzioni rilevanti nei consumi, mantenendosi ben entro i 2 l/bt, raggiungendo nel 2022 1,14 l/bte. Contemporaneamente, dal 2019, la produzione di rifiuti è quantitativamente invariata, tra 11 e 12 g/bt. È stato così raggiunto l’obiettivo del 100% dei rifiuti destinati a recupero e non smaltiti in discarica, oltre al mantenimento della fornitura di energia elettrica proveniente al 100% da fonti rinnovabili certificate o con garanzia d’origine. A partire dal 2021, grazie a una serie di interventi di efficientamento, i consumi energetici pro bottiglia hanno subito una riduzione del 24%, in particolare per la riduzione dell’uso di metano. Nel 2022 si è registrata una riduzione del 15% dei consumi a fronte di un aumento della produzione.

Facendo proprio il concetto di economia circolare, Cielo e Terra ne ha abbracciato con convinzione la filosofia, lavorando per ridurre gli sprechi e l’impatto ambientale. Ne sono una prova l’uso di bottiglie di vetro più leggere, il passaggio al sughero e la certificazione FSC per materiali a base cellulosica. Particolare importanza riveste l’attenzione alla filiera carta, come successo con Freschello for Forest. Questo progetto, presentato al Vinitaly 2017, ha previsto la certificazione FSC (Forest Stewardship Council) di tutti i materiali a base cellulosica utilizzati per l’imbottigliamento e la distribuzione del vino: tappi di sughero (Amorim Cork), etichette (UPM Raflatac) e cartoni (DS Smith). Negli ultimi due anni l’azienda ha eliminato l’uso di tappi tecnici a favore del sughero su più del 50% dell’imbottigliato, del quale oltre il 97% è certificato FSC. Così come i cartoni certificati – 1 su 3 – aumentati del 50% dal 2019. L’adozione dei principi Kaizen e Lean Organization, insieme alle certificazioni IFS, BRC, ISO 14001 e ISO 45001, ne dimostra l’impegno verso l’eccellenza operativa.

“Il Bilancio di Sostenibilità evidenzia risultati tangibili, come la riduzione del 27% del consumo di acqua per bottiglia e l’azzeramento dei rifiuti smaltiti in discarica. L’energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili e il sostegno a progetti sociali testimoniano un approccio olistico alla sostenibilità”. Nelle parole del Dott. Giampietro Povolo, CFO e Direttore Operation di Cielo e Terra, emerge la determinazione a conciliare profitto e responsabilità. “Cielo e Terra ha dimostrato che l’impegno sostenibile è fattibile senza compromettere la competitività. Un risultato ottenibile portando avanti un percorso iniziato nel 2016 come naturale estensione di un ampio progetto che ha visto l’azienda impegnarsi in azioni volte al miglioramento dell’efficienza e alla promozione della sostenibilità a tutti i livelli, basato su un modello di business condiviso con tutti gli stakeholder che ha sempre posto al centro le persone, il territorio e, naturalmente, il profitto. Dai lavoratori ai fornitori, una visione comune porta a una maggiore sensibilità diffusa. In questa direzione vanno tutte le attività di team building, coaching e crescita e sviluppo personale. La partecipazione alle attività aziendali è incentivata attraverso iniziative come la scatola delle idee e gli eventi straordinari di apertura della fabbrica alla comunità quali visite scolastiche, PMI DAY, Green Week/Festival della Sostenibilità e Food Week”.

Progresso responsabile: nuovo bilancio di sostenibilità per Fratelli Carli

Il nuovo report di sostenibilità di Fratelli Carli integra la rendicontazione delle performance con una pianificazione che guarda al futuro (2023 – 2025), con l’obiettivo di un costante miglioramento delle prassi di sostenibilità. La parte di rendicontazione, cuore pulsante del report, mantiene la sua organizzazione sui 5 Pilastri di Sostenibilità che fanno riferimento agli SDGs delle Nazioni Unite: Persone, Prodotti e Materiali, Filiera di Fornitura, Energia e Risorse, Cultura e Tradizione Mediterranea.

Il primo pillar dedicato alle Persone, che comprende i dipendenti, la clientela e l’intera comunità, ha visto il raggiungimento di importanti risultati, come la perfetta parità di genere tra i dipendenti con il 50% della forza lavoro femminile e circa il 35% dei collaboratori attivi in azienda da oltre 20 anni. A questo si affiancano due aspetti fondamentali, come la rendicontazione di oltre 4.357 ore di formazione totali (+52% le ore di formazione dedicate alla sostenibilità) e le oltre 1000 visite di prevenzione oncologica gratuite, per tutti i dipendenti e collaboratori, svoltesi in azienda dal 2016. Particolare attenzione è stata dedicata al mantenimento dei già elevatissimi standard di qualità di servizio verso i clienti, aumentando sensibilmente le risposte via chat o mail, grazie all’impegno dell’azienda nell’attivare il servizio chat in tutti i Paesi serviti, sestuplicando il valore del 2021 (da 8.657 a 54.874 risposte). Continua ad essere impeccabile anche il servizio di consegna che registra il 99,9% delle consegne a domicilio effettuate senza errori o ritardi. Prosegue anche il sostegno alle comunità locali, essenziali in questo periodo difficile: l’azienda ha donato a vari enti ed associazioni oltre 10 tonnellate di prodotti e, grazie alla collaborazione con la B Corp WAMI, brand del settore del beverage il cui obiettivo è quello di portare acqua potabile nei Paesi che non hanno accesso a questa risorsa, sono stati assicurati 1,200,000 litri di acqua potabile ad alcune comunità in difficoltà.

Altrettanto considerevoli sono i risultati del pillar Prodotti e Materiali. Nel 2022 il 48% (+9%) delle linee di prodotto è analizzato con l’SLCA (Sustainable Life Cycle Assessment), metodologia analitica utilizzata per valutare l’impatto ambientale, sociale ed economico di un prodotto lungo l’intero ciclo di vita. Lato Materiali, il progetto principale ha riguardato il percorso di ripensamento del packaging delle specialità in vaso. Il progetto ha prodotto un sensibile miglioramento di tutte le categorie di impatti ambientali, con una riduzione media del 40%.

Il terzo pillar, quello della Filiera di Fornitura, è da sempre al centro della strategia dell’azienda: il 77% del budget di approvvigionamento è speso su fornitori locali situati in Italia. Prosegue il lavoro con l’intera supply chain per il raggiungimento degli obiettivi comuni in ottica di sostenibilità. Ad oggi i fornitori coinvolti nel Distretto Fratelli Carli rappresentano circa il 43% del totale e, grazie al percorso fatto insieme, sono ben 7 tra di loro le B Corp o le Società Benefit. Una nota particolare va riservata al progetto “Oliveto Sostenibile”, obiettivo del triennio 2022-2024 e avviato insieme ad una cooperativa olearia greca e all’azienda multinazionale BASF, che ha visto quest’anno i primi risultati concreti: un disciplinare condiviso che verrà diffuso allo scopo di incentivare sempre di più le pratiche olivicole sostenibili.

Risultati di grande rilievo si riferiscono anche al pilastro dell’Energia e delle Risorse: l’azienda, dopo aver completato l’inventario delle emissioni Scope 1 e Scope 2, raggiungendo una riduzione del 12%, ha completato quest’anno anche il primo inventario delle emissioni di CO2 di Scope 3. In questo modo sono state tracciate e quantificate tutte le emissioni prodotte, dalla coltivazione e trasformazione delle materie prime, ai trasporti in entrata, alle consegne a casa dei clienti e negli Empori, fino al fine vita dei pack dei prodotti. Identificata quindi l’esatta quantità di emissioni della logistica di consegna in Italia e all’estero, l’azienda ha deciso di compensarla interamente attraverso il sostegno di progetti per la transizione ecologica e per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Tutte le consegne a casa dei clienti e negli Empori sono quindi ora totalmente responsabili, con CO2 uguale a zero. Inoltre, l’energia elettrica utilizzata è 100% certificata da fonti rinnovabili, il 93% dei rifiuti prodotti è inviato al recupero e tutte le confezioni dei prodotti riportano le indicazioni per il corretto smaltimento di tutti i componenti.

Infine il pilastro della Cultura e Tradizione Mediterranea, protagonista nel 2022 con l’avvio di diversi progetti dedicati alle nuove generazioni: la collaborazione con l’Università degli Studi di Genova con il progetto «PatrimOlio culturale», concretizzatosi con una borsa di studio per dottorato di ricerca; il progetto «Innovation Lab» in collaborazione con l’Università delle scienze gastronomiche di Pollenzo e l’Università di Cincinnati; inf ine, l’adesione al programma «Ragazzi in azienda» di Confindustria. Sicuramente da menzionare anche le oltre 12mila visite al Museo dell’Olivo Carlo Carli, più che raddoppiate rispetto al 2021 (5107).

“I risultati raggiunti sono sinonimo della serietà, della concretezza e dell’impegno con cui affrontiamo il nostro Progresso Responsabile” – dice Claudia Carli, Brand Marketing Manager Fratelli Carli e IV generazione della famiglia alla guida dell’azienda. “Ogni anno ci spingiamo verso obiettivi più ambiziosi con il sincero desiderio non solo di attuare il cambiamento, ma di ispirare un’intera comunità a muovere passi in questa direzione”.

Sostenibilità e tecnologia, Citterio investe 35 mln di euro in innovazione

Nel 2022 Citterio ha raggiunto i 570 milioni di euro di fatturato (per due terzi sviluppato all’estero), con un incremento dell’11% rispetto all’anno precedente. Per la family company da 6 generazioni si tratta di un importante traguardo, con una crescita a doppia cifra, ottenuto nonostante le difficoltà riscontrate a causa degli aumenti dei prezzi delle materie prime e del costo dell’energia, per lo più causati dalla guerra russo-ucraina.

Presente in più di 50 Paesi al mondo, Citterio si conferma anche nel 2022 una tra le aziende leader di mercato negli affettati confezionati a peso fisso grazie soprattutto al lavoro quotidiano svolto dagli oltre 1200 dipendenti presenti all’interno dei nove stabilimenti dislocati in cinque regioni d’Italia, oltre ad altri due presenti negli Stati Uniti, a Freeland in Pennsylvania. L’azienda è inoltre da sempre attenta a tutto ciò che riguarda l’innovazione e l’evoluzione dei salumi, con un’attenzione particolare alla qualità dei prodotti, nel rispetto della tradizione e con un occhio di riguardo ai bisogni emergenti dei consumatori. Per questo motivo ogni anno Citterio ribadisce il suo impegno nell’innovazione, tanto che nel 2022 ha investito 35 milioni di euro, ovvero circa il 6,5% dell’intero fatturato.

Una parte significativa di questi investimenti è stata destinata agli Stati Uniti, in particolare all’ampliamento della capacità produttiva degli stabilimenti, rendendo più efficienti e flessibili i processi di produzione per rispondere al meglio alle esigenze del consumatore americano. Nel corso del 2022, Citterio, ha anche investito In Italia in particolare nei propri prosciuttifici, principalmente di produzione DOP e nei propri salumifici dove si crea quel salame che resta un prodotto iconico e storico per l’azienda. Uno sforzo notevole che ha avuto la finalità di aumentare la capacità produttiva degli stabilimenti garantendo allo stesso tempo un’elevata qualità dei prodotti.

“L’investimento di importanti risorse permette di creare soluzioni sostenibili e prodotti di qualità per poter offrire una proposta di valore ancora più ampia ai nostri consumatori italiani ed esteri” sottolinea Alessandro Riva, Direttore marketing Citterio. “La nostra attenzione verso tutto ciò che è innovazione è massima fin dalla nascita dell’azienda, per questo Citterio investe nell’analisi del mercato monitorando i nuovi bisogni del consumatore e nella ricerca di nuove soluzioni tecnologiche, sia di prodotto che di packaging, per garantire sempre un prodotto sicuro con la massima qualità. Innovazione produttiva e sviluppo tecnologico restano dunque un punto strategico per far sì che Citterio sia uno dei leader nel settore dei salumi pre-affettati”.

“I salumi devono essere innovativi, evolversi pur mantenendo con rigore la propria tradizione” prosegue afferma Riva. “Per questo si deve sempre più andare incontro ai nuovi mercati e ai nuovi stili di vita dei consumatori. L’aumento dei consumi di snack, dei pasti on the go, delle mono porzioni, insieme all’avvento dello smartworking e alla ricerca di uno stile di vita sempre più sano ed equilibrato han fatto sì che anche il salume abbia subito una trasformazione. La volontà di Citterio è comunque sempre quella di proseguire con lo sviluppo di nuove tecniche di realizzazione di prodotti buoni, più salutari e sempre più in linea con i bisogni dei consumatori, oltre a nuovi sistemi di controllo”.

La continua evoluzione dell’azienda è proseguita negli anni anche per quanto riguarda il packaging dei prodotti con materiali innovativi e sostenibili, forti di un efficientamento industriale e un controllo costante della qualità. Dal 2011 infatti l’azienda ha portato avanti un percorso verso la riduzione del 25% della plastica delle vaschette, mentre nel 2015 anche il pack della linea Bio ha avuto una riduzione di oltre il 60% di plastica, grazie a un vassoio riciclabile nella carta. E nel 2022 Citterio ha scelto di diminuire ulteriormente del 20% l’utilizzo di plastica nel packaging della linea Taglio Fresco. Ricerca e Sviluppo, sicurezza, innovazione e non solo, Citterio è sinonimo di prodotti certificati. Tra le più importanti certificazioni la BRC (British Retail Consortium), ovvero uno standard globale specifico per la sicurezza dei prodotti agroalimentari, riconosciuto internazionalmente dalla GFSI (Global Food Safety Initiative), che certifica la sicurezza dei prodotti alimentari proposti sul mercato ai consumatori e la Certificazione Bio che consiste nell’accettare un modello di sviluppo definito dalla Comunità Europea in cui coltivazioni e allevamenti siano un valore da salvaguardare e non da sfruttare. I prodotti Citterio a marchio Bio rispondono a tutti i requisiti previsti dalla certificazione, per garantire gusto, qualità e benessere in tavola.

Caffè Borbone investe in sostenibilità ambientale e sociale

In occasione della Giornata Internazionale del Caffè, Consorzio Promozione Caffè ha condiviso i risultati della ricerca “Gli italiani e il caffè, tra il piacere e la convivialità”. Dai dati si evince quanto sia un fattore fondamentale per il consumo della bevanda l’esistenza di un caffè che rispetti le regole di sostenibilità ambientale, economica e sociale della filiera. I dati della ricerca parlano infatti di consumatori sempre più consapevoli che per il 50,3% dichiarano di voler vedere un miglioramento della sostenibilità ambientale della filiera, il 33% di quella economica, e il 16,7% di quella sociale.

In questo contesto, il progetto quinquennale MWANYI – Women and Youth Project di Caffè Borbone in collaborazione con il fornitore di caffè verde OFI (Olam Food Ingredients), ha l’obiettivo di migliorare la sostenibilità sociale della filiera nel mercato del caffè in Uganda sviluppando le competenze agricole e finanziarie di giovani e donne occupati nelle piantagioni di caffè per migliorare la qualità del raccolto e stimolare progetti imprenditoriali. Un impegno a lungo termine in un mercato ad alto potenziale di crescita ma altamente frammentato a causa della geografia del territorio e della mancanza di formazione imprenditoriale.

MWANYI – Women and Youth Project rappresenta un ambizioso programma che mira a favorire una maggiore occupazione e rafforzare l’economia locale in Uganda entro il 2027. Attraverso programmi di formazione in ambito agronomico e finanziario rivolti a donne e giovani tra i 23 e i 59 anni nei distretti di Ibanda e Bushenyi, nel sud-ovest dell’Uganda, l’iniziativa mira a offrire un accesso equo all’istruzione, combattendo la precarietà e l’abbandono dalle aree rurali. L’obiettivo finale è migliorare la qualità dei prodotti e di incentivare lo sviluppo rurale, aumento il numero di produttori di caffè nella regione. I risultati sono tangibili e in un solo anno, 500 produttori hanno incrementato la loro produttività, mentre una rete di 27 giovani ha acquisito le competenze necessarie per offrire servizi professionali ai coltivatori di caffè.

Caffè Borbone è da sempre impegnata nel garantire la sostenibilità di tutta la filiera, dall’intero ciclo di vita del prodotto all’ottimizzazione energetica del sito produttivo di Caivano fino al packaging e infine anche al coinvolgimento in progetti locali e internazionali di tutela del territorio. L’azienda è stata la prima a produrre in Italia le cialde compostabili (certificate CIC – Consorzio Italiano Compostatori) smaltibili nell’umido e con incarto riciclabile nella carta, oltre che la linea di capsule realizzate in biopolimero, con top in carta filtro. Inoltre, il caffè venduto come macinato o in grani si qualifica “Climate Pledge Friendly” per effetto delle confezioni con design efficiente per le spedizioni.

Si apre l’ottava edizione del Salone Carrefour, attesi oltre 3500 partecipanti

Ha aperto da poche ore il Salone Carrefour 2023, importante momento di incontro tra azienda, fornitori e tutta la rete dei punti vendita italiani, sia diretti che franchising. Giunta all’ottava edizione, l’iniziativa coinvolge tutti i partner dell’azienda e a informarli delle novità in termini di assortimento, servizi e iniziative in linea con la strategia di transizione alimentare.

In un’area espositiva di oltre 10.000 mq, sono attesi più di 3.500 partecipanti che potranno visitare gli oltre 170 stand presenti: dall’area della Digital Retail Company a quella riservata ai prodotti a marchio Carrefour con un focus sulle linee Terre d’Italia, Filiera Qualità e Carrefour Bio; dal Mercato del Fresco (circa 600 mq) al mondo del vino e della birra; dall’area dedicata ai prodotti locali (con oltre 30 piccoli produttori regionali), per passare a quella dei Sapori dal Mondo; dall’area della CSR, della Formazione, della Sicurezza e Qualità, a quella dedicata ai Servizi Franchising per tutti gli imprenditori.

“Il Salone Carrefour rappresenta un importantissimo momento di incontro e confronto con tutti i nostri stakeholder, durante il quale condividiamo i principali obiettivi della strategia di Gruppo da raggiungere entro il 2026, i risultati ottenuti e le sfide future che ci vedono protagonisti” afferma Christophe Rabatel, Amministratore Delegato di Carrefour Italia. “Quest’anno celebriamo anche la decisione di diventare Società Benefit, dimostrando nuovamente il nostro impegno a operare in modo responsabile e trasparente, individuando nella nostra attività di business specifiche finalità di beneficio comune, da perseguire contestualmente all’interesse economico. Operiamo infatti in un contesto sempre più sottoposto a cambiamenti e difficoltà nel quale assistiamo a una polarizzazione del consumatore. Ecco perché, nel contesto attuale ci deve essere correlazione tra assortimento e fasce di prezzo e bisogna lavorare per costruire un carrello che sia conveniente in toto, proponendo degli assortimenti che tengano conto di entrambe queste esigenze”.

Rovagnati investe 11 milioni di euro in ricerca & sviluppo

L’attuale piano di investimenti in ricerca & sviluppo di Rovagnati, con valore stimato 11 milioni di euro in tre anni, è dedicato a internazionalizzazione, sviluppo di prodotti senza nitriti, packaging sostenibile, efficientamento dei processi e informatizzazione degli stabilimenti. Un progetto approvato e finanziato dal Ministero nell’ottica di consolidare l’impegno dell’azienda verso il miglioramento continuo della propria offerta.

Internazionalizzazione
Rovagnati vive da anni una forte espansione internazionale e oggi esporta in più di 20 Paesi, con particolare focus su Francia, Belgio, Germania, Svizzera e Stati Uniti. L’investimento sarà strategico sia per lo sviluppo di prodotti in grado di far presa sui mercati esteri, sia per il potenziamento dello stabilimento produttivo di Vineland (USA) inaugurato nel settembre 2021.

Sviluppo di prodotti senza nitriti e presidio di nuovi segmenti di mercato
Era il 2017 quando Rovagnati ha introdotto Naturals, la prima linea di prodotti senza nitriti dell’azienda, a cui si è aggiunta poco dopo anche la gamma Snello. L’eliminazione dei nitriti è stata resa possibile grazie a una tecnologia brevettata e a una ricetta segreta che sfrutta la sinergia tra estratti naturali selezionati e un processo produttivo innovativo che porta a una completa eliminazione dei nitriti mantenendo lo stesso grado di salubrità dei prodotti che li contengono. La linea Naturals si è rivelata strategica per l’espansione internazionale, affermandosi come prodotto leader di mercato in Francia. Anche negli Stati Uniti il focus sulla produzione senza nitriti è strategico in quanto sta guidando il lancio di nuovi prodotti sul mercato. L’attenzione alla nutrizione consapevole è un elemento di valore anche nelle attività di Corporate Social Responsibility e di comunicazione. Tra queste il recente lancio del progetto Stammi bene, un’iniziativa di Education proposta dal brand che ha portato un messaggio di benessere a 360 gradi in oltre 2000 classi italiane.

Packaging sostenibile
Gli investimenti sono funzionali anche allo sviluppo di soluzioni packaging a minore impatto ambientale, sia nell’ottica di una progressiva riduzione dell’utilizzo di plastica che di una riciclabilità o facilità di riutilizzo della stessa. Sebbene la sostituzione di questo materiale a oggi sia complessa per il settore, Rovagnati ha già raggiunto l’obiettivo del 55% medio di plastica riciclata su tutti i vassoi delle vaschette e, nel corso degli anni, ha ridotto il peso delle stesse fino al 38% per alcune linee come Gran Biscotto, Snello e I Firmati.

Efficientamento dei processi e tracciabilità
Allo stato attuale l’azienda investe particolarmente in impianti di cogenerazione, energie rinnovabili, risparmio delle risorse idriche, soluzioni logistiche green, informatizzazione degli stabilimenti. Tra i progetti recenti anche il lancio in Italia e in Francia della Tracciabilità sulle gamme Borgo e Naturals. Inquadrando il QR code presente sul retro delle vaschette il consumatore accede a un elenco completo delle informazioni che riguardano i prodotti. Un progetto dall’approccio sempre più internazionale, attualmente in fase di sviluppo anche in Svizzera e Germania. L’investimento di Rovagnati mira a potenziare questa capacità innovativa, che si costituisce come una vera e propria leva strategica per il business.

“Gli investimenti di Rovagnati in ricerca e sviluppo sono fondamentali per garantire la competitività dell’azienda nel lungo periodo” commenta Gabriele Rusconi, Managing Director e Board Member di Rovagnati. “Grazie ai progetti che da anni portiamo avanti siamo stati in grado di aumentare il nostro export di prodotti Made in Italy e produrre in maniera sempre più sostenibile. Tutte le funzioni della nostra azienda lavorano per continuare e accelerare questo percorso”.

Cresce l’attenzione degli italiani per la sostenibilità della spesa alimentare

Da una recente indagine di Babaco Market commissionata a BVA-Doxa risulta una sostanziale stabilità nella forte consapevolezza degli italiani in merito al tema dello spreco alimentare globale. Il 96% dei rispondenti dichiara di averne una chiara percezione e ritiene importante agire come collettività per arginare il fenomeno (il 97% pensa sia fondamentale il raggiungimento degli obiettivi Onu 2030), ma solo il 41% ne conosce la reale entità, segno di quanto sia importante continuare a parlare e a sensibilizzare su queste tematiche.

A conferma di questi dati, rimane stabile rispetto al 2022 anche la percentuale di chi è a conoscenza dell’impatto che lo spreco alimentare ha in termini di emissioni di gas serra che agiscono sul surriscaldamento globale (77%), ma in leggero calo rispetto al 2022 la quota di chi ne ha piena conoscenza (-4 p.p. vs 2022). Un elemento di novità che emerge dal rilevamento con BVA Doxa 2023 è l’elevata percezione del legame tra cambiamenti climatici e spreco alimentare: 9 italiani su 10 ritengono che le sempre più frequenti calamità naturali abbiano un impatto sulle produzioni, causando perdite agricole e conseguente spreco alimentare, reso chiaro agli occhi della popolazione a seguito dei recenti disastri avvenuti anche sul territorio italiano.


Le cause principali degli sprechi
Rispetto al 2022 si attesta una decrescita di attenzione nei consumi e nella preparazione dei cibi: anche se il 78% degli italiani dichiara di prestare molta attenzione e di non buttare quasi mai cibo, quasi un quarto dei rispondenti ammette di sprecare cibo per la scarsa attenzione. Il 57% ha dichiarato inoltre di aver riscontrato almeno un episodio di spreco alimentare domestico nell’ultimo mese. Le cause sono riconducibili alla mancanza di attenzione alla data di scadenza o al deterioramento degli alimenti (59% con un aumento di 5 punti percentuali rispetto al 2022); alla conservazione poco adeguata dei prodotti nei punti vendita (28%); al fatto che si tende a comprare troppi alimenti (16%) o in formati troppo grandi (16%) e infine perché si tende a cucinare cibo in eccesso (14% con un aumento di 5 punti percentuali rispetto al 2022). Verdura e frutta fresca si confermano anche per il 2023 le prime due tipologie di alimenti soggetti allo spreco alimentare.

Azioni anti spreco
Tra le principali azioni anti-spreco attuate dagli italiani c’è l’interesse molto positivo nei confronti degli acquisti in grado di facilitare una spesa sostenibile: 2 italiani su 3 gradirebbero particolarmente fare una spesa antispreco e sostenibile. Attualmente, però, 1 italiano su 2, non trova facilmente fattibile una spesa sostenibile attraverso i canali abituali (tra i principali ostacoli, per il 75% dei rispondenti il tempo e lo sforzo extra richiesto, la disponibilità di punti vendita, la localizzazione dei negozi, la modifica delle proprie abitudini consolidate). L’86% dei rispondenti ha inoltre l’impressione che la maggior parte della Gdo non venda prodotti prossimi alla scadenza o con confezioni/etichette rovinate, facendo sì che una grande quantità di prodotti rischi di essere sprecata. Il 54% degli intervistati si dichiara comunque molto interessato a fare la spesa online da aziende che supportano l’antispreco, la sostenibilità e le eccellenze del territorio. Per il 39% degli italiani una spesa alimentare più virtuosa si caratterizza per prodotti antispreco, eccellenze del territorio (28%), sostenibili a livello ambientale (24%) e a livello sociale (9%).

Sostenibilità: è necessario ripensare il packaging nel largo consumo

La filiera agroalimentare non sfugge dallo scacchiere delle responsabilità della crisi climatica in atto, tanto da essere considerata dagli italiani il quarto settore maggiormente responsabile del climate change dietro a industria energetica, trasporto aereo e trasporto su gomma. In questo contesto il punto di caduta è la valutazione del reale contributo che il food system e l’industria del packaging possono dare al raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica e di sostenibilità ambientale, sociale ed economica posti dal Green Deal Europeo e dall’Agenda 2030 ONU, ma anche ad affrontare le sfide urgenti e non rimandabili per essere in linea con i goals ESG.

Modelli sostenibili di produzione e consumo
Dalle rilevazioni dell’Osservatorio Packaging emerge come la conservazione dei prodotti venga considerato lo strumento in grado di ridurre lo spreco alimentare e allungare la shelf life dei prodotti alimentari (per il 66% degli intervistati), davanti alla capacità di proteggere le proprietà organolettiche dei prodotti (60%) e al contributo nel definire la sostenibilità del prodotto (47%). A fronte dell’obiettivo di ridurre i rifiuti generati dal packaging dei prodotti e di aumentare la quantità di packaging riciclato, le caratteristiche maggiormente ricercate sono l’assenza di overpackaging (per il 58% dei rispondenti), la totale riciclabilità (56%), la presenza di ridotte quantità di plastica (47%), le basse emissioni di CO2 (46%) e l’utilizzo di materiale riciclato (45%).

L’indagine Nomisma sulle insegne retail
Durante i mesi estivi Nomisma ha condotto un’attività di Expert Consultation che ha visto la partecipazione di 6 imprese: Caviro, Coop, Fruttagel, Granarolo, Sammontana e Lidl. Per tutte le imprese gli aspetti ESG sono risultati centrali negli impegni e nelle scelte di investimento aziendali. I motivi principali che spingono a investire in sostenibilità sono la conformità con i valori dell’azienda, la strategicità a livello di business ma anche la necessità di adeguamento al quadro normativo. Il packaging risulta in cima alle azioni di sostenibilità, sia per quanto riguarda il packaging primario che quello secondario. Le azioni più citate sono risultate la riduzione di materiali impiegati nel confezionamento a parità di prodotto e la sostituzione dei materiali plastici presenti negli imballaggi. In tutte le aziende intervistate è stato rilevato un impegno per il recupero e il riuso degli imballaggi e il ricorso a materiali di minor impatto ambientale. Per i manager intervistati quelle relative alle caratteristiche di sostenibilità del packaging devono essere scelte oggettive e misurabili, prese solo dopo studi e valutazioni scientifiche dell’effettivo impatto dell’imballaggio sull’ambiente: 3 aziende su 6 si affidano a studi LCA, 1 a valutazioni dell’impronta idrica ma c’è anche chi conduce analisi specifiche su singoli prodotti e i relativi packaging o chi effettua una selezione mirata dei fornitori. Nello specifico, riduzione delle emissioni di Co2, riciclabilità dei materiali e impiego di materiali di riciclo sono i criteri principali in base ai quali l’impresa valuta la sostenibilità del packaging.

L’attenzione nei confronti della sostenibilità non si ferma all’interno dell’azienda ma arriva a stakeholder e consumatori attraverso una comunicazione che vede l’integrazione tra canali tradizionali (etichetta, banner, campagne pubblicitarie, …), digitali (account social e sito web dell’azienda) e bilancio di sostenibilità. La valorizzazione delle azioni svolte dalle aziende in fatto di tutela dell’ambiente diventa così non solo strumento di condivisione di valori e posizionamento del brand ma anche mezzo di informazione e formazione, tramite cui trasmettere ai consumatori le conoscenze utili a valutare in che modo la scelta di acquisto di un prodotto o in alternativa a un altro possa generare un diverso impatto sull’ambiente. Secondo quanto emerso dall’indagine di Nomisma, le informazioni circa lo smaltimento e il riciclo, la riduzione del materiale impiegato e la sostenibilità delle fonti energetiche e delle materie prime usate sono i principali argomenti da comunicare al consumatore, utilizzando principalmente le etichette e i canali social dell’azienda.

Lidl e Filiera Agricola Italiana insieme per la pasta “amica delle api”

Prosegue la collaborazione tra Lidl Italia e Filiera Agricola Italiana per lo sviluppo di una gamma di referenze che porta il sigillo “FDAI – Firmato Dagli Agricoltori Italiani”. La linea di prodotti alimentari lanciata nel 2018, caratterizzata dall’utilizzo di materie prime scelte 100% italiane, tracciabili e con elevati standard etici lungo tutta la filiera, si arricchisce ora della pasta “Amica delle api” in 6 diversi formati: tortiglioni, mezze maniche, fusilli, penne, spaghetti e gnocchetti.

Questa pasta è realizzata esclusivamente con grano coltivato in Italia su campi che sorgono in prossimità di coltivazioni di Facelia, una pianta che, con i suoi fiori ricchi di nettare, richiama le api contribuendo attivamente a valorizzare l’ambiente e a creare un ecosistema che favorisce la tutela e la proliferazione del patrimonio apistico del territorio. Il grano proviene da campi di grano situati in Emilia-Romagna e Basilicata che sono stati arricchiti di piante mellifere che richiamano le api, favorendo il loro habitat naturale e contribuendo alla preservazione della loro vita. Questo progetto è stato realizzato in collaborazione con SIS (Società Italiana Sementi) che fornisce agli agricoltori i semi per le piante mellifere di Facelia poi seminati nell’area adiacente ai campi di grano impiegato per la produzione della pasta.

“La pasta “Amica delle api” nasce da un progetto virtuoso che, da un lato, sostiene l’agricoltore che gestisce eticamente i campi e, dall’altro, consente al consumatore finale di poter fare scelte più sostenibili” commenta Alessia Bonifazi, Responsabile Comunicazione & CSR di Lidl Italia. “Ancora una volta ci riconosciamo fortemente nei valori fondanti di questa collaborazione con Filiera Agricola Italiana che unisce rispetto della vocazione agricola italiana, tracciabilità ed equa distribuzione del valore lungo tutta la catena di produzione”.

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