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Rovagnati investe 11 milioni di euro in ricerca & sviluppo

L’attuale piano di investimenti in ricerca & sviluppo di Rovagnati, con valore stimato 11 milioni di euro in tre anni, è dedicato a internazionalizzazione, sviluppo di prodotti senza nitriti, packaging sostenibile, efficientamento dei processi e informatizzazione degli stabilimenti. Un progetto approvato e finanziato dal Ministero nell’ottica di consolidare l’impegno dell’azienda verso il miglioramento continuo della propria offerta.

Internazionalizzazione
Rovagnati vive da anni una forte espansione internazionale e oggi esporta in più di 20 Paesi, con particolare focus su Francia, Belgio, Germania, Svizzera e Stati Uniti. L’investimento sarà strategico sia per lo sviluppo di prodotti in grado di far presa sui mercati esteri, sia per il potenziamento dello stabilimento produttivo di Vineland (USA) inaugurato nel settembre 2021.

Sviluppo di prodotti senza nitriti e presidio di nuovi segmenti di mercato
Era il 2017 quando Rovagnati ha introdotto Naturals, la prima linea di prodotti senza nitriti dell’azienda, a cui si è aggiunta poco dopo anche la gamma Snello. L’eliminazione dei nitriti è stata resa possibile grazie a una tecnologia brevettata e a una ricetta segreta che sfrutta la sinergia tra estratti naturali selezionati e un processo produttivo innovativo che porta a una completa eliminazione dei nitriti mantenendo lo stesso grado di salubrità dei prodotti che li contengono. La linea Naturals si è rivelata strategica per l’espansione internazionale, affermandosi come prodotto leader di mercato in Francia. Anche negli Stati Uniti il focus sulla produzione senza nitriti è strategico in quanto sta guidando il lancio di nuovi prodotti sul mercato. L’attenzione alla nutrizione consapevole è un elemento di valore anche nelle attività di Corporate Social Responsibility e di comunicazione. Tra queste il recente lancio del progetto Stammi bene, un’iniziativa di Education proposta dal brand che ha portato un messaggio di benessere a 360 gradi in oltre 2000 classi italiane.

Packaging sostenibile
Gli investimenti sono funzionali anche allo sviluppo di soluzioni packaging a minore impatto ambientale, sia nell’ottica di una progressiva riduzione dell’utilizzo di plastica che di una riciclabilità o facilità di riutilizzo della stessa. Sebbene la sostituzione di questo materiale a oggi sia complessa per il settore, Rovagnati ha già raggiunto l’obiettivo del 55% medio di plastica riciclata su tutti i vassoi delle vaschette e, nel corso degli anni, ha ridotto il peso delle stesse fino al 38% per alcune linee come Gran Biscotto, Snello e I Firmati.

Efficientamento dei processi e tracciabilità
Allo stato attuale l’azienda investe particolarmente in impianti di cogenerazione, energie rinnovabili, risparmio delle risorse idriche, soluzioni logistiche green, informatizzazione degli stabilimenti. Tra i progetti recenti anche il lancio in Italia e in Francia della Tracciabilità sulle gamme Borgo e Naturals. Inquadrando il QR code presente sul retro delle vaschette il consumatore accede a un elenco completo delle informazioni che riguardano i prodotti. Un progetto dall’approccio sempre più internazionale, attualmente in fase di sviluppo anche in Svizzera e Germania. L’investimento di Rovagnati mira a potenziare questa capacità innovativa, che si costituisce come una vera e propria leva strategica per il business.

“Gli investimenti di Rovagnati in ricerca e sviluppo sono fondamentali per garantire la competitività dell’azienda nel lungo periodo” commenta Gabriele Rusconi, Managing Director e Board Member di Rovagnati. “Grazie ai progetti che da anni portiamo avanti siamo stati in grado di aumentare il nostro export di prodotti Made in Italy e produrre in maniera sempre più sostenibile. Tutte le funzioni della nostra azienda lavorano per continuare e accelerare questo percorso”.

Cresce l’attenzione degli italiani per la sostenibilità della spesa alimentare

Da una recente indagine di Babaco Market commissionata a BVA-Doxa risulta una sostanziale stabilità nella forte consapevolezza degli italiani in merito al tema dello spreco alimentare globale. Il 96% dei rispondenti dichiara di averne una chiara percezione e ritiene importante agire come collettività per arginare il fenomeno (il 97% pensa sia fondamentale il raggiungimento degli obiettivi Onu 2030), ma solo il 41% ne conosce la reale entità, segno di quanto sia importante continuare a parlare e a sensibilizzare su queste tematiche.

A conferma di questi dati, rimane stabile rispetto al 2022 anche la percentuale di chi è a conoscenza dell’impatto che lo spreco alimentare ha in termini di emissioni di gas serra che agiscono sul surriscaldamento globale (77%), ma in leggero calo rispetto al 2022 la quota di chi ne ha piena conoscenza (-4 p.p. vs 2022). Un elemento di novità che emerge dal rilevamento con BVA Doxa 2023 è l’elevata percezione del legame tra cambiamenti climatici e spreco alimentare: 9 italiani su 10 ritengono che le sempre più frequenti calamità naturali abbiano un impatto sulle produzioni, causando perdite agricole e conseguente spreco alimentare, reso chiaro agli occhi della popolazione a seguito dei recenti disastri avvenuti anche sul territorio italiano.


Le cause principali degli sprechi
Rispetto al 2022 si attesta una decrescita di attenzione nei consumi e nella preparazione dei cibi: anche se il 78% degli italiani dichiara di prestare molta attenzione e di non buttare quasi mai cibo, quasi un quarto dei rispondenti ammette di sprecare cibo per la scarsa attenzione. Il 57% ha dichiarato inoltre di aver riscontrato almeno un episodio di spreco alimentare domestico nell’ultimo mese. Le cause sono riconducibili alla mancanza di attenzione alla data di scadenza o al deterioramento degli alimenti (59% con un aumento di 5 punti percentuali rispetto al 2022); alla conservazione poco adeguata dei prodotti nei punti vendita (28%); al fatto che si tende a comprare troppi alimenti (16%) o in formati troppo grandi (16%) e infine perché si tende a cucinare cibo in eccesso (14% con un aumento di 5 punti percentuali rispetto al 2022). Verdura e frutta fresca si confermano anche per il 2023 le prime due tipologie di alimenti soggetti allo spreco alimentare.

Azioni anti spreco
Tra le principali azioni anti-spreco attuate dagli italiani c’è l’interesse molto positivo nei confronti degli acquisti in grado di facilitare una spesa sostenibile: 2 italiani su 3 gradirebbero particolarmente fare una spesa antispreco e sostenibile. Attualmente, però, 1 italiano su 2, non trova facilmente fattibile una spesa sostenibile attraverso i canali abituali (tra i principali ostacoli, per il 75% dei rispondenti il tempo e lo sforzo extra richiesto, la disponibilità di punti vendita, la localizzazione dei negozi, la modifica delle proprie abitudini consolidate). L’86% dei rispondenti ha inoltre l’impressione che la maggior parte della Gdo non venda prodotti prossimi alla scadenza o con confezioni/etichette rovinate, facendo sì che una grande quantità di prodotti rischi di essere sprecata. Il 54% degli intervistati si dichiara comunque molto interessato a fare la spesa online da aziende che supportano l’antispreco, la sostenibilità e le eccellenze del territorio. Per il 39% degli italiani una spesa alimentare più virtuosa si caratterizza per prodotti antispreco, eccellenze del territorio (28%), sostenibili a livello ambientale (24%) e a livello sociale (9%).

Sostenibilità: è necessario ripensare il packaging nel largo consumo

La filiera agroalimentare non sfugge dallo scacchiere delle responsabilità della crisi climatica in atto, tanto da essere considerata dagli italiani il quarto settore maggiormente responsabile del climate change dietro a industria energetica, trasporto aereo e trasporto su gomma. In questo contesto il punto di caduta è la valutazione del reale contributo che il food system e l’industria del packaging possono dare al raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica e di sostenibilità ambientale, sociale ed economica posti dal Green Deal Europeo e dall’Agenda 2030 ONU, ma anche ad affrontare le sfide urgenti e non rimandabili per essere in linea con i goals ESG.

Modelli sostenibili di produzione e consumo
Dalle rilevazioni dell’Osservatorio Packaging emerge come la conservazione dei prodotti venga considerato lo strumento in grado di ridurre lo spreco alimentare e allungare la shelf life dei prodotti alimentari (per il 66% degli intervistati), davanti alla capacità di proteggere le proprietà organolettiche dei prodotti (60%) e al contributo nel definire la sostenibilità del prodotto (47%). A fronte dell’obiettivo di ridurre i rifiuti generati dal packaging dei prodotti e di aumentare la quantità di packaging riciclato, le caratteristiche maggiormente ricercate sono l’assenza di overpackaging (per il 58% dei rispondenti), la totale riciclabilità (56%), la presenza di ridotte quantità di plastica (47%), le basse emissioni di CO2 (46%) e l’utilizzo di materiale riciclato (45%).

L’indagine Nomisma sulle insegne retail
Durante i mesi estivi Nomisma ha condotto un’attività di Expert Consultation che ha visto la partecipazione di 6 imprese: Caviro, Coop, Fruttagel, Granarolo, Sammontana e Lidl. Per tutte le imprese gli aspetti ESG sono risultati centrali negli impegni e nelle scelte di investimento aziendali. I motivi principali che spingono a investire in sostenibilità sono la conformità con i valori dell’azienda, la strategicità a livello di business ma anche la necessità di adeguamento al quadro normativo. Il packaging risulta in cima alle azioni di sostenibilità, sia per quanto riguarda il packaging primario che quello secondario. Le azioni più citate sono risultate la riduzione di materiali impiegati nel confezionamento a parità di prodotto e la sostituzione dei materiali plastici presenti negli imballaggi. In tutte le aziende intervistate è stato rilevato un impegno per il recupero e il riuso degli imballaggi e il ricorso a materiali di minor impatto ambientale. Per i manager intervistati quelle relative alle caratteristiche di sostenibilità del packaging devono essere scelte oggettive e misurabili, prese solo dopo studi e valutazioni scientifiche dell’effettivo impatto dell’imballaggio sull’ambiente: 3 aziende su 6 si affidano a studi LCA, 1 a valutazioni dell’impronta idrica ma c’è anche chi conduce analisi specifiche su singoli prodotti e i relativi packaging o chi effettua una selezione mirata dei fornitori. Nello specifico, riduzione delle emissioni di Co2, riciclabilità dei materiali e impiego di materiali di riciclo sono i criteri principali in base ai quali l’impresa valuta la sostenibilità del packaging.

L’attenzione nei confronti della sostenibilità non si ferma all’interno dell’azienda ma arriva a stakeholder e consumatori attraverso una comunicazione che vede l’integrazione tra canali tradizionali (etichetta, banner, campagne pubblicitarie, …), digitali (account social e sito web dell’azienda) e bilancio di sostenibilità. La valorizzazione delle azioni svolte dalle aziende in fatto di tutela dell’ambiente diventa così non solo strumento di condivisione di valori e posizionamento del brand ma anche mezzo di informazione e formazione, tramite cui trasmettere ai consumatori le conoscenze utili a valutare in che modo la scelta di acquisto di un prodotto o in alternativa a un altro possa generare un diverso impatto sull’ambiente. Secondo quanto emerso dall’indagine di Nomisma, le informazioni circa lo smaltimento e il riciclo, la riduzione del materiale impiegato e la sostenibilità delle fonti energetiche e delle materie prime usate sono i principali argomenti da comunicare al consumatore, utilizzando principalmente le etichette e i canali social dell’azienda.

Lidl e Filiera Agricola Italiana insieme per la pasta “amica delle api”

Prosegue la collaborazione tra Lidl Italia e Filiera Agricola Italiana per lo sviluppo di una gamma di referenze che porta il sigillo “FDAI – Firmato Dagli Agricoltori Italiani”. La linea di prodotti alimentari lanciata nel 2018, caratterizzata dall’utilizzo di materie prime scelte 100% italiane, tracciabili e con elevati standard etici lungo tutta la filiera, si arricchisce ora della pasta “Amica delle api” in 6 diversi formati: tortiglioni, mezze maniche, fusilli, penne, spaghetti e gnocchetti.

Questa pasta è realizzata esclusivamente con grano coltivato in Italia su campi che sorgono in prossimità di coltivazioni di Facelia, una pianta che, con i suoi fiori ricchi di nettare, richiama le api contribuendo attivamente a valorizzare l’ambiente e a creare un ecosistema che favorisce la tutela e la proliferazione del patrimonio apistico del territorio. Il grano proviene da campi di grano situati in Emilia-Romagna e Basilicata che sono stati arricchiti di piante mellifere che richiamano le api, favorendo il loro habitat naturale e contribuendo alla preservazione della loro vita. Questo progetto è stato realizzato in collaborazione con SIS (Società Italiana Sementi) che fornisce agli agricoltori i semi per le piante mellifere di Facelia poi seminati nell’area adiacente ai campi di grano impiegato per la produzione della pasta.

“La pasta “Amica delle api” nasce da un progetto virtuoso che, da un lato, sostiene l’agricoltore che gestisce eticamente i campi e, dall’altro, consente al consumatore finale di poter fare scelte più sostenibili” commenta Alessia Bonifazi, Responsabile Comunicazione & CSR di Lidl Italia. “Ancora una volta ci riconosciamo fortemente nei valori fondanti di questa collaborazione con Filiera Agricola Italiana che unisce rispetto della vocazione agricola italiana, tracciabilità ed equa distribuzione del valore lungo tutta la catena di produzione”.

Dodecà inaugura a Villaricca (Napoli) e punta sulla sostenibilità

Multicedi rafforza la presenza dell’insegna Dodecà sul territorio campano puntando sulla formula “everyday low price” (EDLP), ovvero “prezzi bassi sempre”, con l’apertura di un nuovo punto vendita Dodecà a Villaricca (NA), in Corso Italia 170.

Il nuovo supermercato ha una superficie di oltre 1.800 mq, un parcheggio gratuito e molteplici servizi per i clienti. Dodecà è il supermercato conveniente che propone prezzi bassi sempre, senza usufruire dei classici volantini promozionali. Proprio per questo motivo Dodecà non stampa volantini, una scelta che ha un impatto positivo sull’ambiente: ogni 70 kg di carta risparmiata equivale a circa un albero salvato e ogni kg di carta non utilizzata equivale a circa 400 litri d’acqua risparmiati.

Per sensibilizzare le nuove generazioni sul tema della sostenibilità, in occasione dell’apertura, Dodecà ha coinvolto gli alunni del 2° Circolo Didattico “Gianni Rodari” di Villaricca con l’iniziativa Disegna Sostenibile. L’insegna ha regalato ai bambini matite piantabili (di basilico e di pomodoro) e quaderni in carta riciclata. I bambini hanno potuto sbizzarrirsi con il materiale fornito, elaborando dei disegni che verranno proiettati sui ledwall del nuovo punto vendita per diffondere il loro messaggio di sostenibilità.

Il nuovo punto vendita offre inoltre la “Spesa Senza Attesa”, un servizio di self-scanning che permette di semplificare l’esperienza di acquisto. Per utilizzarlo basta scaricare l’App Dodecà, attivare il proprio profilo utente, scansionare i prodotti con l’apposito palmare e pagare alle casse automatiche. Infine, per rafforzare l’aspetto chiave del format – 12 mesi di convenienza – Dodecà prevede oltre 1.000 referenze a marchio Decò, riconosciute dai consumatori di tutto il Centro-Sud per i loro standard di qualità e il prezzo competitivo. L’assortimento è completato dalla linea premium Gastronauta che offre squisitezze e sapori ricercati a un prezzo democratico e sempre accessibile.

Prodotti green, cresce l’offerta ma l’inflazione riduce i volumi

La razionalizzazione del carrello della spesa non ha risparmiato neppure i prodotti alimentari e quelli dedicati alla pulizia domestica e all’igiene personale che riportano sulle confezioni almeno un riferimento al loro impegno sul fronte della sostenibilità. L’analisi condotta dall’Osservatorio Immagino di GS1 Italy ne ha individuati oltre 36 mila (pari al 27,2% dei quasi 133 mila prodotti monitorati) che nel 2022 hanno superato i 15 miliardi di euro di incassi tra supermercati e ipermercati italiani (35,7% del totale). Rispetto al 2021 questo paniere ha perso -4,3% dei volumi venduti ma, per effetto soprattutto dell’aumento dei prezzi, ha aumentato di +8,6% il giro d’affari.

«Il grocery che comunica in etichetta l’impegno per ridurre l’impatto sull’ambiente registra una crescita sia dell’offerta (+5,4%) sia della domanda (+3,2%), a conferma del forte interesse di aziende e consumatori per questa tematica» afferma Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy. «Però anche questo ampio paniere di prodotti risente dell’aumento dei costi di produzione, trasferito poi sui prezzi di vendita, e il conseguente rialzo dell’inflazione che nel mondo del largo consumo confezionato ha raggiunto in media il 15% tra la fine del 2022 e i primi mesi del 2023».

Management sostenibile delle risorse
I 16.853 i prodotti rilevati dall’Osservatorio Immagino in quest’area nell’arco di 12 mesi hanno aumentato di +10,1% il fatturato, che supera i 9,4 miliardi di euro, ma hanno visto calare i volumi di -3,3%. Tra i 15 claim monitorati, hanno perso incassi solo il logo Cleanright (-2,2%) e la certificazione Sustainable cleaning (-30,0%), ma solo sei hanno chiuso il 2022 con anche i volumi di vendita in aumento. Il claim più diffuso e che sviluppa il maggior valore di vendita resta “riciclabile”, presente su oltre 5 mila prodotti, che realizzano 3,8 miliardi di euro di sell-out tra supermercati e ipermercati. Questo claim è tuttora in crescita: nel 2022 è riuscito ad aumentare le vendite sia a valore (+16,6%) sia a volume (+1,8%), in particolare in alcune categorie merceologiche, come detersivi per il bucato in lavatrice, bevande base thè, cola, patatine, ammorbidenti, bagnoschiuma e docciaschiuma. Bilancio 2022 positivo anche per il claim “con materiale riciclato”, che ha ottenuto una crescita annua di +20,5% a valore e di +3,0% a volume, con 4.449 referenze per 2,6 miliardi di euro di sell-out. Ad aver contribuito maggiormente a questo trend, oltre a un’espansione dell’offerta (+20,5%), sono state categorie come le bevande base thè, i bagnoschiuma e docciaschiuma, gli ammorbidenti, le patatine e i prodotti per il bucato.

Altro claim che è riuscito ad aumentare i volumi venduti (+3,7%) è “biodegradabile”, che ha registrato anche una delle maggiori crescite a valore (+28,4%), arrivando a sfiorare 300 milioni di euro di sell-out, anche grazie a una robusta espansione dell’offerta a scaffale (+24,3%). Tra le categorie più performanti si segnalano accessori da tavola usa e getta, fazzoletti in carta e prodotti per lavastoviglie. La crescita più rilevante delle vendite spetta alla certificazione Ok-Compost. I 717 prodotti che la riportano in etichetta hanno aumentato i volumi venduti di +11,8% e il fatturato di +29,7%, superando i 215 milioni di euro. Un risultato a cui hanno contribuito l’ampliamento dell’offerta (+20,2%) e il trend positivo in alcune categorie, come gelati in vaschetta e accessori da tavola usa e getta. Volumi di vendita in aumento anche per i 296 prodotti certificati Ecolabel (+1,8%), che hanno superato gli 88 milioni di euro di sell-out (+14,7%), con trend particolarmente positivi per tovaglioli di carta e asciugamani/rotoli di carta, e per i 195 prodotti che evidenziano l’uso di packaging in Mater-Bi: i volumi sono aumentati di +0,6% e il giro d’affari di +15,8%, oltrepassando i 66 milioni di euro, grazie soprattutto a carta igienica, fazzoletti di carta e pasta di semola.

Responsabilità sociale
L’Osservatorio Immagino ha individuato 9.688 prodotti che riportano sulla confezione una delle cinque certificazioni relative alla responsabilità sociale: FSC, PEFC, Rainforest Alliance, Fairtrade, UTZ. Nel 2022 questo paniere ha superato i 5,1 miliardi di euro di sell-out (+10,5% annuo), mentre a volume ha perso il -4,6%. Tutte le certificazioni hanno condiviso questo andamento, tranne UTZ che non solo ha mostrato il risultato peggiore a volume (-33,6%), ma ha anche registrato un deciso calo a valore (-30,2%). La certificazione di gran lunga più diffusa è FSC (Forest Stewardship Council), presente sul 5,8% delle referenze e che, con i suoi oltre 3,9 miliardi di euro di vendite, contribuisce per oltre il 9% al sell-out complessivo di quest’area. Nel 2022 ha aumentato il fatturato di +11,0% e ha accusato un calo dei volumi inferiore alla media del paniere (-3,1%).

Agricoltura e allevamento sostenibili
Ormai oltre il 10% dei prodotti confezionati venduti in supermercati e ipermercati italiani dichiara sulle etichette di provenire da agricoltura o allevamento sostenibili. Questo paniere, composto da quasi 14 mila referenze, ha raggiunto i 3,5 miliardi di euro di sell-out e, in un anno, ha guadagnato +5,1% a valore nonostante abbia perso -4,1% a volume. Tra claim e certificazioni sono nove quelli monitorati dall’Osservatorio Immagino, otto hanno chiuso il 2022 con una riduzione delle vendite in volume e quattro anche con un minor giro d’affari rispetto al 2021 (Biologico/EU organic, biologico per la cura della persona, certificazione Ecocert, NaTrue). Mentre il claim “filiera”, il principale per giro d’affari di questo paniere (1,4 miliardi di euro, in crescita annua di +12,1%), riesce a mantenere stabili i volumi (-0,7%), a brillare in questo paniere è il claim “senza antibiotici”: non solo ha avuto il maggior tasso di crescita annua a valore (+17,2%), ma è stato anche l’unico di questo paniere con un aumento delle vendite in volume (+4,3%), spinte soprattutto da specialità ittiche, pasta fresca ripiena, pollo e maionese. Presente su 262 prodotti, ha raggiunto quasi 152 milioni di euro di sell-out e beneficiato di una crescita della componente di offerta, ma soprattutto di quella di domanda (+10,3%).

Rispetto degli animali
Nel 2022 è cresciuto a valore di +6,4% su base annua, avvicinandosi ai 2 miliardi di euro, il giro d’affari dei 3.320 prodotti che dichiarano sulle etichette di essere ottenuti nel rispetto e nella salvaguardia del benessere animale. In quantità, invece, le vendite sono calate di -5,3% rispetto al 2021. Questo trend ha accomunato cinque delle sei indicazioni monitorate (i claim “benessere animale” e “no cruelty”, le certificazioni Friend of the sea e MSC, il logo Cruelty free). L’unica eccezione del paniere è la certificazione ASC (Aquaculture Stewardship Council), cresciuta sia a valore che a volume. Rilevata su 70 prodotti, ha registrato +1,9% a volume e +9,7% a valore, superando i 46 milioni di euro di sell-out, grazie alla spinta positiva del salmone affumicato e delle altre specialità ittiche.

Officine Storiche a Livorno, dopo anni di lavori si taglia il nastro inaugurale

Sono stati il Sindaco di Livorno, Luca Salvetti, con Rossella Saoncella e Claudio Albertini, rispettivamente Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo IGD Siiq, a inaugurare oggi, 14 settembre, il progetto di riqualificazione delle Officine Storiche di Porta a Mare, le antiche officine navali di Livorno, restituendo così alla città un’area patrimonio della comunità e inaccessibile da anni ai cittadini.

La riqualificazione di Officine Storiche iniziata nel 2019, sospesa per un anno durante la pandemia, si inserisce all’interno del più ampio piano di rigenerazione urbana del waterfront multifunzionale di Porta a Mare, un complesso che si estende su oltre dieci ettari, in corrispondenza dei moli che circondano la Nuova Darsena e il Molo Mediceo del porto antico di Livorno. All’interno del progetto di Porta a Mare, nel quale il gruppo IGD è entrata nel 2007, il Gruppo ha già completato la realizzazione del Comparto Mazzini, di Palazzo Orlando e della Torre dell’Orologio.

“Con l’inaugurazione di Officine Storiche si completa un lungo percorso che abbiamo portato avanti negli anni con l’obiettivo di dare una nuova veste ad un’area centrale e particolarmente ricca di significati per la città” commenta Claudio Albertini, Amministratore Delegato di IGD. “Per la prima volta, inoltre, abbiamo realizzato un intervento in una logica mixed use, soddisfacendo al contempo i nuovi bisogni e le richieste del territorio. Queste premesse positive ci rendono ottimisti sul fatto che il progetto incontrerà il favore e l’interesse di un ampio bacino, attratto dalle molteplici opportunità offerte”.

Officine Storiche si compone di 42 appartamenti (di cui il 70% già venduto) e un’area retail che si estende su una superficie di 16.200 mq di GLA, con 5 medie superfici, 21 punti vendita e un centro fitness di 4.700 mq. Il progetto presenta un concept particolarmente innovativo seppur fortemente collegato alla realtà territoriale, che ha consentito a IGD di trasformare l’intera area in una nuova destinazione della città, con spazi dedicati a intrattenimento, ristorazione, leisure e shopping, che si uniscono a soluzioni abitative, il tutto in una cornice unica, compresa tra il mare e il centro storico della città. Grazie alla rigenerazione di Officine Storiche, oggi l’intera area di Porta a Mare a Livorno si presenta come un waterfront multifunzionale, perfettamente integrato nel tessuto urbano. Un segno della continuità tra passato e presente, tra architetture industriali ed ex cantieri navali, che disegna un nuovo orizzonte per Livorno.

Nella realizzazione degli interventi, IGD ha posto grande attenzione al contenimento dei consumi e all’impiego delle energie rinnovabili. I complessi residenziali e commerciali sono stati realizzati nel pieno rispetto della sostenibilità ambientale e in regime di massima efficienza energetica, in quanto progettati secondo i più avanzati criteri previsti per gli edifici di classe A. Gli immobili saranno dotati di impianti di riscaldamento e raffrescamento centralizzati a gestione individuale e utilizzeranno l’energia geotermica del mare come fonte privilegiata. Le utenze comuni delle residenze e della parte commerciale, invece, saranno alimentate con l’energia generata in loco da impianti fotovoltaici. L’unicità e la bellezza del sito e del contesto in cui si inserisce hanno attratto operatori commerciali nazionali e internazionali che hanno deciso di aprire un proprio punto vendita presso Officine Storiche, in molti casi il primo nella zona. Questo ha consentito a IGD di creare un tenant mix capace di attrarre un eterogeneo target di utenti, interessati alle opportunità offerte dall’osmosi fra shopping, intrattenimento e ristorazione, con l’obiettivo di diventare un polo di attrazione per un bacino ampio.

Queste le insegne che troveranno posto all’interno di Officine Storiche: Primark, JD Sport, Original Marines per l’abbigliamento; Pandora, Blue Spirit, Librerie.coop, Giochi Preziosi, Dmail, Just in case per cultura e tempo libero. Tra i punti ristoro apriranno Starbucks, Mc Donald’s, Pokè Sun Rice, La Piadineria, Calavera, Billy Tacos, Amodo Bakery, Alice Pizza, Gelato Sicily, Pan di Nino. Per la Cura Persona – Salute vi saranno Profumeria Douglas e Ottica Lama. A questi punti vendita si aggiungono più di 1.700 mq dell’innovativo spazio dedicato all’intrattenimento di Wappy, oltre ai 4.700 mq del fitness centre di Tonic.

Il piano di trasformazione urbana di Porta a Mare proseguirà con lo sviluppo degli altri comparti: Lips, Molo Mediceo e Arsenale. Il Gruppo IGD ha in corso una riprogettazione coerente con il Piano Operativo recentemente adottato dal Comune di Livorno, che consentirà di rispondere ad un mix di esigenze: residenze, uffici, attività commerciali, attività turistico ricettive e servizi, integrati in modo funzionale con i quartieri storici della città e il porto turistico.

Codè Crai Ovest rifà il look ai punti vendita di Torino e Muggiò

Continua il processo di rinnovamento in chiave sostenibile di Codè Crai Ovest, cooperativa della grande distribuzione organizzata attiva nel Nord Ovest Italia con oltre 300 punti vendita tra Piemonte, Lombardia, Liguria e Valle d’Aosta. Negli scorsi giorni hanno infatti riaperto, dopo accurate ristrutturazioni, i punti vendita di Torino, in Via Sant’Anselmo e di Muggiò (MB) in Via Silvio Pellico.

Il supermercato di Torino è stato completamente ristrutturato in chiave green con la sostituzione di tutti i frigoriferi in favore degli armadi del fresco a minor impatto ambientale. Il punto vendita vanta un vasto assortimento di prodotti, un reparto ortofrutta molto fornito, banchi del secco, armadio surgelati e una vasta gamma di proposte take away. Il supermercato di Via Sant’Anselmo prevede inoltre il servizio di consegna spesa a domicilio e tramite Deliveroo.

Quello di Muggiò, in provincia di Monza Brianza, con i suoi 600 mq di superficie ospita i reparti gastronomia, macelleria, ortofrutta e panetteria. Presenti inoltre le sezioni secco e l’armadio surgelati. Il supermercato prevede il servizio di consegna a domicilio tramite Deliveroo. Presente inoltre un parcheggio auto adiacente al punto vendita.

Quarta apertura a Roma per Esselunga

Esselunga apre un nuovo supermarket nella Capitale in viale Liegi 18, tra i quartieri Pinciano e Parioli in prossimità della via Salaria. Con questa inaugurazione salgono quindi a quattro i negozi Esselunga a Roma, dopo l’apertura del superstore in via Prenestina nel 2017 e dei due LaEsse, in via Cola di Rienzo nel 2021 e il più recente in Via Tomacelli inaugurato nel 2022.

Con una superficie di vendita di 560 metri quadri, il nuovo supermarket propone tutti i reparti che distinguono l’offerta di Esselunga con la consueta attenzione per la convenienza e un assortimento di oltre 4.000 referenze. L’ingresso si apre sulla frutta e verdura, sfusa e confezionata, seguono i reparti dedicati ai latticini, carne, pesce, alimentari confezionati, surgelati e gelati, vini e bevande, prodotti per la cura della casa, della persona e per gli amici animali. I clienti troveranno proposte locali, la pasticceria Elisenda, la gastronomia con panetteria a servizio e i piatti pronti della Cucina Esselunga. Completa l’offerta l’enoteca con una selezione di circa 300 etichette di vini provenienti dalle cantine d’Italia e del mondo e il caveau per i vini pregiati.  In negozio sarà presente un sommelier per orientare i clienti nella scelta. Casse veloci e il “Presto Spesa”, disponibile anche su app per fare la spesa direttamente dal proprio smartphone, renderanno l’esperienza di acquisto più rapida. Sarà possibile usufruire anche del servizio di consegna a domicilio.

Grande attenzione all’efficientamento energetico con l’utilizzo di luci a led dotate di sistema di dimmerazione che permette di diversificare la potenza nelle varie fasce orarie del giorno. Nel parcheggio, nel magazzino e negli ambienti riservati ai dipendenti le luci, oltre ad essere a led, sono dotate di sensori di movimento con un innalzamento della potenza al passaggio. L’impianto di condizionamento ad alta efficienza è programmato per fasce orarie così da ottimizzarne il funzionamento. I banchi frigoriferi sono dotati di sportelli e l’impianto di produzione del freddo è a Co2.

Il negozio è alimentato con energia elettrica da fonti rinnovabili certificate da Garanzie d’Origine. Attenzione all’ambiente anche per le consegne della spesa online di Esselunga che vengono svolte tramite mezzi Euro 6 e con una quota parte elettrica. La spesa a casa è consegnata con imballi riciclati per l’80% che il cliente può restituire nelle spese successive garantendo seconda vita ai sacchetti prima di essere di nuovo riciclati in una logica di economia circolare. Il negozio, dotato anche di un piccolo parcheggio di 14 posti auto, è aperto tutti i giorni, dal lunedì al sabato dalle 7.30 alle 21.00, la domenica dalle 8.00 alle 20.00.

Fatturato in crescita per Romagnoli F.lli (+8%)

Romagnoli F.lli Spa, attiva nel ramo ortofrutticolo, ha chiuso il 2022 con un fatturato di oltre 40 milioni di euro, in aumento dell’8% rispetto all’anno precedente, e con oltre 50 mila tonnellate di prodotti commercializzati. L’export si attesta al 2% dei ricavi complessivi.

“L’ottimo risultato raggiunto è un importante riconoscimento all’organizzazione della nostra filiera produttiva, costituita da aziende agricole fidelizzate altamente professionali, capaci di reagire positivamente alle crescenti difficoltà che si sono susseguite nel corso dell’ultimo anno, e alla dedizione ed impegno delle risorse umane aziendali” commenta Giulio Romagnoli, Amministratore Delegato Romagnoli F.lli Spa. “Ricerca, innovazione varietale e sostenibilità sono i pilastri fondamentali della nostra strategia improntata al continuo miglioramento di metodi, pratiche e tecniche, nel rispetto delle esigenze e delle aspettative di tutti i nostri stakeholders. La crescente richiesta dei nostri prodotti è indice di una forte domanda da parte del mercato e dei consumatori, ma rappresenta anche la cartina tornasole dell’impegno e della responsabilità che sono connaturati al nostro modo di fare impresa”.

Non si fermano i risultati della patata Selenella che si conferma come uno tra i brand in ortofrutta più popolari fra i consumatori. Proseguono inoltre le ottime performance delle patate èVita Residuo Zero, che hanno registrato un incremento del 130% sul 2021, legate al crescente interesse da parte del consumatore nei confronti di uno stile di vita improntato alla salvaguardia dell’ambiente ed alla qualità del cibo. Ulteriori fattori chiave nella scelta di questa referenza sono l’attenzione all’origine, alla qualità del prodotto e al processo produttivo degli alimenti da portare in tavola. 

Nel primo semestre 2022, considerando l’impegno nel perseguire miglioramenti continui, l’Azienda ha implementato e certificato i sistemi di gestione integrata UNI EN ISO 14001:2015 e UNI ISO 45001:2018, rilasciate dall’Ente di Certificazione KIWA Italia. Una prova del profilo di affidabilità di Romagnoli F.lli presso gli stakeholder per quanto riguarda il Sistema di Gestione della Salute e la Sicurezza sul Lavoro e il Sistema di Gestione Ambientale, temi cruciali per l’azienda, espressi nella volontà di lungo corso di rendere eco-compatibili le proprie attività di filiera, così come di attribuire un valore fondamentale alle persone e alla comunità aziendale.

Prosegue la volontà dell’azienda di ampliarsi e di innovarsi con l’ammodernamento delle proprie strutture e l’implementazione di nuove linee di lavorazione, confezionamento e stoccaggio, per essere sempre più efficiente e rispondere alle esigenze della grande distribuzione, accrescendo così il proprio profilo di affidabilità e accreditandosi sempre più come category leader nel settore pataticolo. Romagnoli F.lli Spa ha inoltre presentato il suo secondo Rapporto di Sostenibilità, realizzato dalla società di consulenza Deloitte, partner per il terzo anno, redatto in conformità ai “Global Reporting Initiative Sustainability Reporting Standards” definiti dal Global Reporting Initiative (GRI), standard internazionale per la rendicontazione dell’informativa di sostenibilità. Uno strumento di comunicazione essenziale nell’ottica del continuo miglioramento e crescita, che ha permesso a Romagnoli F.lli di raggiungere prestazioni superiori nel rating ESG.

Nel solco della collaborazione con il gruppo internazionale McCain-Celavita, di cui l’azienda è partner esclusivo per l’Italia per le patate di IV e V gamma, il prossimo autunno saranno lanciate delle nuove referenze per il canale retail. Per quanto riguarda la I gamma verrà presentata una nuova proposta commerciale che prevede la clusterizzazione del reparto patate sulla base della scelta delle migliori e performanti varietà in relazione alla specifica destinazione d’uso.

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