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Produzione nelle costruzioni in calo

“A maggio 2016, dopo il significativo aumento congiunturale registrato il mese precedente, l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni mostra una diminuzione del 3,6% rispetto ad aprile, mentre gli indici di costo del settore segnano un aumento dello 0,1% per il fabbricato residenziale, dello 0,5% per il tronco stradale con tratto in galleria e dello 0,6% per il tronco stradale senza tratto in galleria.

Nella media del trimestre marzo-maggio 2016 l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni è diminuito dello 0,9% rispetto ai tre mesi precedenti, confermando un quadro evolutivo settoriale ancora fragile e caratterizzato da una notevole variabilità.

Su base annua, a maggio 2016 l’indice della produzione nelle costruzioni corretto per gli effetti di calendario diminuisce del 2,6% (i giorni lavorativi sono stati 22 contro i 20 di maggio 2015). Sempre su base annua, l’indice grezzo della produzione nelle costruzioni aumenta del 4,4%.

L’indice del costo di costruzione di un fabbricato residenziale cresce su base annua dello 0,7%, mentre diminuiscono, rispettivamente dello 0,6% e dello 0,8%, gli indici del costo di costruzione di un tronco stradale con tratto in galleria e quello senza tratto in galleria.

A maggio 2016, alla variazione tendenziale dell’indice di costo del fabbricato residenziale contribuiscono l’aumento del gruppo di costo Manodopera (+0,9 punti percentuali) e la diminuzione di quello Materiali (-0,2 punti percentuali).

Il contributo maggiore alla diminuzione tendenziale degli indici dei costi di costruzione dei tronchi stradali deriva, sia per quello con tratto in galleria sia per quello senza galleria, dal calo dei costi dei materiali (rispettivamente -1,0 e -1,2 punti percentuali)”.

(Fonte: www.istat.it, “Produzione nelle costruzioni e costi di costruzione”, 19 luglio 2016).

Roadhouse apre al Lingotto. Tante le novità in agenda

Roadhouse continua a crescere a Torino e nella cintura del capoluogo piemontese, puntando su nuove aperture. Come quella recentissima del ristorante Roadhouse nel complesso del “Lingotto”, all’interno di “8 Gallery”, il Centro Commerciale del Lingotto (Via Nizza n° 230). Il nuovo locale è situato al piano terra, proprio a fianco dell’ingresso Nord del Centro, e dispone di 160 posti a sedere interni ed un’area sedute esterna. Vi lavorano circa 30 dipendenti ed i clienti possono usufruire dell’ampio parcheggio da 4.000 posti auto del centro commerciale.

Nocità sono in calendario anche per settembre, con l’apertura a Collegno di un ristorante nel parco commerciale all’interno dell’area di riqualificazione “La Stazionetta”, in Via Musinè,  nei pressi dell’Ikea e del C.C. Carrefour, vicino allo svincolo posto sulla Tangenziale Nord di Torino.

“Siamo molto contenti di queste nuove aperture – commenta Nicolas Bigard, AD di Roadhouse –  che rafforzano la nostra presenza nell’area torinese. In particolare, il nuovo ristorante del Lingotto è situato in una zona simbolo di Torino, dove la storica fabbrica della Fiat è stata trasformata in un grande polo di attrazione culturale e ricreativa e dove il ristorante Roadhouse contribuisce da oggi ad arricchire l’offerta di “8 Gallery”, l’unico centro commerciale a sorgere nel cuore della città. Siamo pertanto lieti di poter offrire ai torinesi, ma anche a tutti i visitatori del Lingotto, l’opportunità di vivere l’esperienza tipica di Roadhouse, basata su un’offerta di grande qualità, sul servizio particolarmente accurato, sull’ambiente caldo e accogliente e sull’ottimo rapporto qualità-prezzo”.

In Italia
Prosegue intanto lo sviluppo di Roadhouse anche nelle altre regioni: entro fine luglio sono previste le aperture di due nuovi ristoranti, a Rubiera (Reggio Emilia) e Giussano (Monza/ Brianza).
Con queste nuove location i ristoranti Roadhouse diffusi in Italia diventeranno 85 (di cui 9 in Piemonte: oltre a Lingotto e Collegno, i locali già aperti sono a Moncalieri, Settimo Torinese, Asti, Gravellona Toce, Castelletto Ticino, Tortona e Serravalle Scrivia).
Nel 2015 Roadhouse, con circa 1.800 dipendenti, ha realizzato un fatturato di oltre 100 milioni di Euro, in crescita del 20% rispetto all’anno precedente.

JLL Italia supporta Wagamama

“A fine 2015 il Team Retail Agency di JLL Italia ha ricevuto da Wagamama, storico marchio inglese di ristorazione in stile giapponese-fusion, un incarico in esclusiva per la ricerca e selezione di un partner per l’ingresso nel mercato italiano.

L’accordo di partnership è stato appena siglato con Percassi Food&Beverage, la holding del Gruppo Percassi attiva nel mondo della ristorazione. Il primo ristorante verrà aperto a Milano e, a seguire, altri locali saranno aperti in tutta Italia. Attualmente Wagamama possiede oltre 150 ristoranti che offrono una cucina fresca e di qualità in 17 paesi diversi.

Brian Johnston, Managing Director di Wagamama International, ha dichiarato: ‘L’Italia è stata selezionata in quanto ritenuta mercato molto importante per il nostro brand e siamo lieti di lavorare insieme al Gruppo Percassi su questo stimolante progetto. La collaborazione tra Wagamama e il team di JLL Italia è stata estremamente positiva durante tutta la durata del processo’.

Monica Cannalire, Head of Retail Agency di JLL Italia, ha commentato: ‘Siamo onorati di aver supportato Wagamama in questo progetto in Italia, un mercato vivace per il retail dedicato alla ristorazione; i nostri consumatori sono pronti – ora più che mai – ad accogliere un brand iconico della cucina fusion come Wagamama e crediamo che questa forte partnership contribuirà a farne un successo ancora maggiore’”.

(Fonte: JLL)

Indicatori dei permessi di costruire

“Nel secondo semestre del 2015 gli indicatori dei permessi di costruire mostrano tendenze diverse tra le due principali componenti: l’edilizia residenziale presenta una contrazione rispetto allo stesso periodo del 2014 (-14,5% le abitazioni e -12,3% la superficie utile abitabile); al contrario, l’edilizia non residenziale registra invece un rilevante aumento del 21,7%.

Il numero di abitazioni dei nuovi fabbricati residenziali risulta in calo nel terzo trimestre 2015, con una variazione tendenziale del -10,4%. Tale contrazione aumenta nel quarto trimestre attestandosi a -18,3%. Stessa dinamica segue anche la superficie utile nel confronto con gli analoghi trimestri del 2014: -8,2% nel terzo trimestre 2015 e -16,2% nel quarto.

Proseguendo la tendenza positiva iniziata nel secondo trimestre 2015, anche nel terzo e quarto trimestre l’edilizia non residenziale continua a crescere con variazioni tendenziali a due cifre: +20,5% nel terzo trimestre e +22,8% nel quarto”.

(Fonte: www.istat.it, “Indicatori dei permessi di costruire”, 15 luglio 2016).

Deep Renovation e nuove opportunità per gli asset commerciali: l’evento CNCC

Deep Renovation, ovvero riqualificazione radicale, questo il tema del dibattito promosso e organizzato da CNCC nel corso dell’evento tenutosi presso IL CENTRO SARCA di Sesto San Giovanni che ha avuto come fil rouge quello delle nuove opportunità per il patrimonio degli Asset Commerciali. In primis è stato affrontato l’aspetto architettonico, attraverso l’analisi di casi che hanno attuato o stanno attuando strategie di rinnovamento delle strutture esistenti.

CNCC_OK-300x116In secondo luogo, si è parlato di come questa scelta di valorizzare strutture dismesse e aree in degrado permetta di costruire nuovi centri commerciali senza sfruttare nuovo suolo e offra anche l’opportunità di rivitalizzare l’area in questione, sia dal punto di vista ambientale che sociale ed economico.

La sostenibilità

Dal punto di vista della sostenibilità e degli aspetti tecnici strategici per i processi di riqualificazione profonda, sono stati trattati temi relativi alle opportunità di “risparmio energetico” attraverso soluzioni di architettura ed impiantistiche, nell’ottica di verificare anche la sostenibilità ed il ritorno degli investimenti.

Dopo l’apertura dei lavori a cura di Massimo Moretti – Presidente CNCC e Head of retail Beni Stabili SIIQ, la giornata è stata divisa in tre sessioni Sostenibilità, Tecnica e Architettura, con i contributi dei protagonisti e delle aziende più “virtuose”, oltre alle case-history di maggior rilievo.

Le opinioni

Massimo Moretti, Presidente CNCC, Head of Retail Beni Stabili SIIQ“In questo momento storico, la Deep Renovation rappresenta una grande opportunità per gli Asset Commerciali. Dare una nuova vita a strutture esistenti permette infatti di valorizzare delle risorse e di non consumare “nuovo suolo”, rispettando così l’esigenza più che mai attuale di condurre delle attività sostenibili, che rispettino l’ambiente e ottimizzino le risorse“.

Paolo Facchini, Presidente Commissione ATS, Chairman & Partner Lombardini22“Quest’anno la commissione Architettura, Tecnica e Sostenibilità del CNCC ha voluto affrontare il tema della riqualificazione dei complessi commerciali, in quanto l’aggiornamento architettonico e l’efficientamento tecnico, la sostenibilità energetica, culturale e sociale sono sempre di più importanti per chi si occupa di questo mercato. Abbiamo coinvolto, quali relatori, primari player internazionali per conoscere le loro visioni e strategie”.

La bolla immobiliare inglese

“La bolla immobiliare inglese sta scoppiando. A Londra i primi effetti si stanno già facendo sentire ed è molto probabile che nelle prossime settimane e nei prossimi mesi il prezzo degli immobili, commerciali e residenziali, subirà un tracollo, che può essere anche nell’ordine del 20 per cento, stando alle stime prudenziali di diversi analisti. Un problema solo inglese? Non proprio, perché con la grande interconnessione finanziaria che c’è fra le banche britanniche e quelle del resto del mondo il virus è destinato a propagarsi anche nel Vecchio Continente. E di conseguenza anche in Italia, dove già adesso le banche sono in grande sofferenza, strette fra il bisogno di nuovi capitali e l’esigenza di liberarsi del fardello dei crediti di difficile recupero. Insomma, potenzialmente ci sono tutti gli ingredienti per un’estate caldissima per gli istituti di credito italiani. Motivo per cui la trattativa fra Bruxelles e Roma per sbloccare un intervento statale a tutela delle nostre banche diventa sempre più urgente.

Ma cosa sta succedendo a Londra? E quali sono i primi segnali dello scoppio della bolla? Ad oggi sei importanti fondi immobiliari che operano in Inghilterra hanno annunciato il blocco dei rimborsi agli investitori che hanno chiesto il riscatto delle proprie quote. Fra questi sei ci sono i quattro pilastri del mercato immobiliare: M&G, Henderson, Standard Life e Aviva. Come funzionano e cosa fanno questi fondi? Essenzialmente raccolgono sul mercato – tramite strumenti finanziari elaborati, sia di capitale che di debito – fondi per comprare i grossi centri commerciali e i palazzi pieni di uffici di cui è stracolma la City.

Gestendo queste enormi proprietà, remunerano gli investitori, poggiando la propria solidità sul valore degli immobili stessi. Ora, dopo la Brexit, tanti investitori, sia istituzionali che singoli risparmiatori, stanno chiedendo di rientrare sulla base della comprensibile paura che tutta una serie di aziende e società con base a Londra possano abbandonare gli uffici. I fondi però non si trovano nella situazione di poter affrontare queste richieste: in altre parole hanno problemi di liquidità. E lo avranno per parecchi mesi se non anni, visto che per soddisfare queste richieste devono mettere sul mercato gli immobili di proprietà. Ovviamente la messa sul mercato di un grosso stock di case e uffici farà scendere, e di molto, i prezzi, facendo così scoppiare la bolla, cresciuta negli ultimi anni a dismisura grazie agli investimenti immobiliari a Londra fatti da russi, arabi e magnati asiatici.

Il grande rischio però non sta tanto nello scoppio della bolla in sé, ma nel modo in cui si può propagare al settore finanziario e di conseguenza sui mutui e i prestiti concessi a famiglie e imprese, inglesi e non. Intanto bisogna considerare che ben 4 dei fondi immobiliari in difficoltà fanno capo a compagnie assicurative di prim’ordine nel regno Unito: Prudential, Aviva, Standard Life e Canada life. Gli amministratori delegati iniziano ad avere paura di una fuga degli investitori, tanto che già si stanno attrezzando per tenerseli stretti. Un solo esempio: Mark Wilson, Ceo di Aviva, ha promesso ai propri azionisti di portare l’utile per azione al 50 per cento. Ma non è solo il settore assicurativo ad essere sotto pressione.

Stando alle opinioni raccolte fra gli operatori di mercato che lavorano sulla piazza londinese, c’è inevitabilmente una correlazione fra i fondi immobiliari e le banche. Istituti come Barclays, Deutsche Bank e la stessa Unicredit hanno un’esposizione nei confronti dei property funds. Quindi una forte svalutazione di quest’ultimi può portare a una contestuale perdita di valore per gli attivi delle banche. Senza considerare che se cade il mercato immobiliare, cade anche il valore delle garanzie che le famiglie di solito danno per l’accensione di mutui. In altri termini, si può instaurare un circolo vizioso micidiale sia per le banche che per i clienti. Il più classici degli effetti domino, un po’ sullo stile di quello che è successo con la crisi dei mutui subprime del terribile biennio 2007-2008.

Quanto lo scoppio della bolla immobiliare inglese sia pericoloso per l’Europa, e in ultima analisi per l’Italia, è la domanda che si stanno facendo in queste ore nelle sedi operative delle banche d’affari londinesi. Molto dipenderà da quanto sarà grande il crollo dei prezzi delle case e da quanto saranno nei fatti esposte le banche europee. Da una parte, c’è l’ottimismo dovuto al fatto che rispetto alla crisi americana di nove anni fa ci sono in giro pochissimi strumenti tossici come le famose Cdo e Abs, che fecero da propagatori esponenziali dello scoppio della bolla. Dall’altra parte però c’è il fatto che un’eventuale ulteriore perdita di valore degli attivi delle banche europee si andrebbe pericolosamente ad aggiungere alle difficoltà che già adesso mettono sotto pressione i bilanci degli istituti, come la questione derivati per Deutsche Bank o la questione crediti inesigibili per Mps. Insomma, sembra abbastanza inevitabile che un’onda si abbatterà presto sulle banche europee, e italiane. Se sarà un flutto sopportabile o uno tsunami, è tutto da vedere”.

(Fonte: www.huffingtonpost.it, Gianni Del Vecchio, Editor in Chief, Huffington Post Italy, “Scoppia la bolla immobiliare a Londra, l’effetto si sentirà a Roma”, 7 luglio 2016).

Ance: prospettive incerte

Il 2015 è stato l’ottavo anno di una crisi che ha dimezzato i livelli produttivi dei principali comparti e indebolito gravemente il tessuto industriale del settore; il 2016 e il 2017 si presentano ancora carichi di incertezza per le potenzialità di ripresa e per il rischio del perdurare di una crisi senza precedenti, stando all’“Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni” di Ance. Lo studio è stato illustrato ieri a Roma dal Presidente Claudio De Albertis, dal Vicepresidente Rudy Girardi e dal Responsabile del Centro Studi, Flavio Monosilio. Alla conferenza stampa sono intervenuti anche analisti dell’economia e del settore: Lorenzo Bellicini del Cresme, Luca Dondi di Nomisma, Luca Paolazzi del Centro Studi di Confindustria e Francesco Zollino di Banca d’Italia. Quanto all’anno in corso, estrapoliamo alcuni passaggi salienti: “Con riferimento al settore delle costruzioni, l’aspettativa di ripresa motivata dal cambio di segno di alcuni indicatori e dalla fiducia in un effettivo rilancio degli investimenti pubblici in infrastrutture, emersa a fine 2015, non ha trovato piena conferma nella prima parte dell’anno in corso. L’Ance, in ragione di tale aspettativa di miglioramento, nell’Osservatorio congiunturale sul settore delle costruzioni di dicembre scorso, aveva formulato una previsione di crescita degli investimenti in costruzioni nel 2016 dell’1,0% in termini reali, dopo otto anni di crisi ininterrotta che ha ridotto il livello degli investimenti in costruzioni del 34,9%. L’inversione di segno era guidata principalmente da una stima di crescita dei livelli di attività del comparto dei lavori pubblici dell’ordine del 6% in quantità rispetto all’anno precedente. Tale previsione, elaborata tenendo conto delle potenzialità derivanti dalla cancellazione del patto di stabilità interno e dall’applicazione della clausola di flessibilità per gli investimenti pubblici (0,3% del Pil, pari circa 5 miliardi di euro), oggi non sembra più raggiungibile. La nuova stima ridimensiona a +0,4% in termini reali (+1,4% in valori correnti) la crescita in opere pubbliche. In questo contesto lo scenario formulato dall’Ance per l’anno in corso è di un aumento tendenziale degli investimenti in costruzioni dello 0,3% in termini reali (+1,3% in valori correnti). Si tratta di un aumento trascurabile, del tutto insufficiente a creare condizioni di effettiva ripresa per un settore stremato da una crisi senza fine”. (Fonte: Ance, “Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni”, a cura della Direzione Affari Economici e Centro Studi, Luglio 2016).

D2U per Gruppo Publicis

“Un luogo che regala serenità, creatività e benessere: questi i punti di forza della nuova sede degli uffici del Gruppo Publicis presso l’edificio all’angolo di viale Jenner e via Bernina, recentemente riqualificato dallo studio milanese D2U – Design to Users. Il progetto di rinnovamento è stato infatti sviluppato ed eseguito dall’Arch. Jacopo della Fontana socio fondatore insieme a Corrado Caruso di D2U, con l’obiettivo di trasformare un immobile in disuso da molti anni in un complesso di uffici di nuova generazione.

‘Trasformare un immobile triste e vuoto in un campus accogliente e creativo è stata una grande sfida’ dichiara Jacopo della Fontana ‘vinta con la visione e la determinazione di tutti i protagonisti.’

Questa vision ha dato origine a un luogo di lavoro in grado di infondere energia e di dare ispirazione: una location in cui la gente trascorre molto tempo e rimane volentieri.

‘Il nostro lavoro è quello di creare, produrre e vendere idee.’ sostiene Giorgio Brenna Presidente e AD di Leo Burnett Group Italia ‘Ecco perché abbiamo voluto una location di lavoro che sapesse infondere energia e dare ispirazione alle nostre persone, ai nostri creativi, per metterli nelle condizioni di avere le idee migliori per i clienti.’

La rivisitazione dell’idea di ufficio ha avuto un riscontro positivo tra chi vive il Campus quotidianamente, come si evince dalle parole di Daniela Canegallo, CEO di MSLGROUP Italia, che racconta ‘Talvolta la forma è sostanza: è il caso del nostro nuovo campus. Uno spazio che ci ha consentito un modo diverso di lavorare, abbattendo i silos e facilitando una libera circolazione delle idee ed una contaminazione molto interessante delle diverse discipline.’

Anche José M. Vuolo, Head of Design di Leo Burnett, riconosce il valore delle nuove facilities e delle opportunità che i nuovi spazi conferiscono: ‘Questo lavoro si è sempre basato su un’unità inscindibile: la coppia creativa composta da Art e Copy. Da quando esiste la pubblicità l’intimità della coppia è sempre stata un elemento inviolabile, addirittura sacro! Per questo quando ho visto il progetto di un openspace, sono trasalito. In realtà da quando siamo qui, nessuno si è mai posto il problema, perché abbiamo trovato le soluzioni naturalmente, adattandoci alle opportunità del nuovo ambiente’.

All’interno del lotto si trova una grande corte privata di 5.000 mq, del tutto inusuale in una città come Milano. Questa ha ispirato cliente, architetto e consulente immobiliare a concepire la trasformazione dell’edificio per farne un nuovo organismo capace di ospitare il ‘Polo Creativo’ destinato alla coabitazione dei diversi Brand del Gruppo Publicis, per il quale lavorano oltre 600 persone.

Le facciate del palazzo sono state trasformate per dare loro un’immagine più interessante e contemporanea grazie alle pellicole serigrafate colorate che danno un effetto altamente cromatico e dinamico. Lo spazio esterno è diventato un giardino con il déhors della caffetteria e un campo da basket-calcetto, che offre anche la possibilità di camminare o fare meeting più gradevoli tra le grandi magnolie o dedicarsi qualche momento di svago nell’orto.

Negli 11.000 mq di uffici del palazzo sono ospitate le principali agenzie del Gruppo – Leo Burnett, Saatchi & Saatchi, Publicis e MSL – e le altre società, per un totale di circa una decina di Brand. Per garantire autonomia d’immagine sono stati realizzati tre ingressi distinti, ciascuno dotato di ampia visibilità dall’esterno e caratterizzato da un proprio look&feel all’interno. La maggior parte del piano terra funge da spazio di supporto per tutte le agenzie: vi trovano posto il lounge-bar-ristorante, un grande teatro da un centinaio di posti, numerose sale riunioni e un asilo nido. Al piano inferiore è stata creata una palestra ben attrezzata, mentre sull’ampio terrazzo c’è spazio per ulteriori aree per riunioni informali.

L’allestimento del layout degli spazi di lavoro ai piani superiori ha seguito un’impostazione comune con diverse varianti estetiche. Nel complesso l’articolazione degli spazi garantisce sia la possibilità di socializzazione e di confronto creativo che la necessaria privacy e la connotazione propria di ogni società del gruppo.

Tra i partner che hanno reso possibile la realizzazione del ‘Creative Campus’ ringraziamo il general contractor Mangiavacchi Pedercini e citiamo: Arper, Arteco, Avery Danninson Italia, B&B Italia, Brama, Caimi, Cardex, Castellotti, Dieffebi, Emmegi, Falegnameria F.lli Casali, Grandimpianti Ali, Greenwood & Woodn, HW Style, Interface, Laminam, Regent, Sitland, Servizi Tecnologici Bergamo, Tagliabue Sistemi, Trilux, Universal Selecta”.

Questo il testo del comunicato stampa diffuso in occasione della presentazione del 6 luglio.

Nuovo incarico per Larry Smith Italia

Larry Smith Italia è stata incaricata da Virgilio s.r.l. della gestione e ri-commercializzazione esclusiva del centro commerciale Continente Mapello (BG). Il centro commerciale Continente Mapello, inaugurato ad ottobre 2011, dispone di una galleria commerciale di circa 23.000 mq con un’insegna alimentare a marchio IperCoop e circa 60 negozi tra esercizi commerciali, ristorazioni e servizi. L’obiettivo immediato di Larry Smith Italia è quello di definire ed attuare un piano di sviluppo che permetta il continuo miglioramento delle performance incrementando la penetrazione del centro in un bacino molto competitivo attraverso scelte strategiche mirate.

“Essere scelti tra i vari player nazionali indipendenti per la gestione di un centro commerciale come Continente Mapello è l’ennesima dimostrazione del buon operato di Larry Smith sul mercato – dichiara Christian Recalcati, amministratore delegato di Larry Smith Italia. – Tutto il team di riferimento è già all’opera per poter velocemente trasferire il nostro know how, gli standard gestionali e di commercializzazione all’intera struttura”. Il team di Larry Smith Italia è composto da 90 professionisti con esperienza e forte specializzazione nel settore del retail immobiliare.

Fondata nel 1984, Larry Smith si occupa, nel mercato Italiano ed internazionale, di ricerche di mercato, concept, piani di merchandising, commercializzazione, gestione, valutazione e servizi di advisory nell’acquisizione/vendita di asset immobiliari. Larry Smith Italia attualmente gestisce e ri-commercializza 20 centri commerciali e commercializza 14 nuovi progetti. Attualmente le società del gruppo sono: Larry Smith Italia a Milano; Larry Smith International a Mosca e Larry Smith Asia a Hong Kong e Shanghai.

 

Certificazione BREEAM per IGD

“IGD – Immobiliare Grande Distribuzione SIIQ S.p.A., uno dei principali player in Italia nella proprietà e gestione di Centri Commerciali della Grande Distribuzione Organizzata e quotata sul segmento STAR di Borsa Italiana, rende noto che il Centro Commerciale Sarca ha ottenuto, dopo l’intervento di restyling, la certificazione ambientale BREEAM, fra i primi ad ottenerla in Italia su un Centro già in funzione. Questa certificazione rappresenta uno degli standard internazionali più importanti e riconosciuti per la sostenibilità ambientale degli edifici e si caratterizza per la particolare attenzione verso il miglioramento complessivo del benessere di chi li frequenta. La BREEAM al Centro Sarca, che si aggiunge alla certificazione ambientale UNI EN ISO 14001 ottenuta nel 2013, è stata raggiunta in virtù dell’attenzione alle istanze ambientali nella gestione del cantiere (con una significativa differenziazione dei rifiuti prodotti ed una particolare attenzione al loro smaltimento) e negli interventi effettuati sia internamente (il Centro è interamente illuminato con tecnologia LED) che esternamente (è possibile accedervi tramite una nuova ciclabile). Complessivamente, il Centro (inaugurato nel 2003) è stato sottoposto ad un restyling sia interno che esterno, in modo da poterlo adeguare alle esigenze di un visitatore sempre più attento alle novità, alla funzionalità ed al confort, per il quale l’attenzione all’ambiente rappresenta un plus significativo. Terminati alla fine del  2015, i lavori hanno permesso un miglioramento delle performance: un esempio è la crescita delle vendite degli operatori (+21,5% nei primi 5 mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2015). ‘L’ottenimento di questa certificazione è un passaggio significativo all’interno del percorso di sostenibilità che IGD ha intrapreso dal 2010 ed un obiettivo importante del nostro Piano di Sostenibilità 2015-2018. Testimonia un impegno verso la sostenibilità ambientale a 360 gradi, sia nella fase di realizzazione/restyling delle strutture che in quella gestionale. Questa certificazione, infatti, va di pari passo con il lavoro che stiamo svolgendo per certificare UNI EN ISO 14001 il 90% dei nostri Centri entro il 2018.’ ha commentato Roberto Zoia, Direttore Patrimonio e Sviluppo IGD SIIQ”. (Fonte: www.gruppoigd.it, “IGD SIIQ SPA ottiene la certificazione BREEAM per il Centro Sarca”, 1 luglio 2016).

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