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Limoncetta punta sulla Gdo con un concorso lungo un’estate

Un concorso lungo tutta l’estate per promuovere nella grande distribuzione organizzata Limoncetta di Sorrento, il liquore a base di limone del gruppo amaro Lucano. Dal 4 giugno al 1° settembre sarà attiva una consumer promo dal titolo “Sotto il Sole di Limoncetta”. In palio premi istantanei (ogni giorno una gift card del valore di 100 euro da spendere presso i negozi Salmoiraghi&Viganò) e alla fine un maxipremio attribuito con l’estrazione finale, consistente in una shopping experience a Milano con un fashion consultant dedicato e 1500 euro da spendere a piacimento. Il meccanismo del concorso è semplice: si acquista una bottiglia di Limoncetta di Sorrento o Limoncetta Crema, si conserva lo scontrino d’acquisto, ci si registra al minisito dedicato all’iniziativa (sottoilsoledilimoncetta.it) e si partecipa al concorso.

La campagna sarà supportata da un piano media con focus sulle tv e i mezzi digitali ed un piano di pubbliche relazioni dedicato con focus lifestyle. Inoltre nei supermercati aderenti ci saranno pendolini, stopper e floorsticker personalizzato con i colori blu e giallo di Limoncetta, liquore senza coloranti e conservanti, leader di mercato tra i limoncelli prodotti con Limone di Sorrento Igp, secondo la ricetta tradizionale per infusione. È anche prevista una una field activation di territorio, a Milano in via della Spiga, dove nel mese di luglio sarà possibile ricevere materiale promozionale, degustare il prodotto presso un’ape car brandizzata e assaggiare del sorbetto alla Limoncetta.

Il progetto conferma le nuove strategie del gruppo Lucano che mettono la Gdo al centro della valorizzazione dei propri prodotti attraverso l’aumento del sell out con un’attività promozionale impattante, tasting di prodotto e scoperta di nuove occasioni di consumo e utilizzo dello stesso. Il gruppo Amaro Lucano, partendo da un unico prodotto realizzato da una famiglia a Pisticci, in provincia di Matera, è diventato – con 15 etichette – una delle più importanti aziende nazionali di spirits, nota anche all’estero. L’azienda ha chiuso il 2017 con un fatturato di 22,8 milioni in aumento del 4% rispetto al 2016. Oggi Gruppo Lucano conta circa 50 dipendenti tra la sede operativa di Pisticci Scalo, dove si trovano i reparti produttivi, Vico Equense, Matera e l’headquarter di Milano.

Nuovi consumi: le evidenze emerse al Convegno di Nagel –Group e Instore

Cogliere i segnali inviati da un consumatore che, pur in un contesto ancora deflattivo, è pronto a mettere nel carrello prodotti di valore. È questa la sfida che si apre davanti a retail e industria, stando alle indicazioni rilasciate da Iri nell’ambito del convegno “Industria e Distribuzione: come cooperare per ottimizzare la filiera?”, organizzato da Fiera Milano Media, con la testata inStore, in collaborazione con Nagel-Group

Filippo Schianchi, Senior Account Manager Nagel-Group
Filippo Schianchi, Senior Account Manager Nagel-Group, società logistica che vanta una collaudata esperienza di collaborazione con la distribuzione, come confermato dalla solida partnership che la lega al Gruppo Finiper.

“Complessivamente – ha detto Cristina Lazzaroni, client service account director di Iri – il comparto Lcc vive una stagione ancora faticosa, con l’alimentare chiamato a sostenere volumi e fatturati: il food è infatti l’unica voce in totale territorio positivo, con un +1,1% a volume e un +1% a valore nel progressivo aggiornato a settembre 2016. La spinta a una netta crescita, insomma, ancora non si vede. Lo shopper, del resto, deve destreggiarsi tra i tanti allarmi lanciati sull’alimentazione e la necessità di operare scelte consapevoli. E deve anche fare i conti con il retaggio di una crisi che ha imposto molta attenzione agli sprechi. In questo scenario, tuttavia, si stanno mettendo in evidenza nicchie merceologiche capaci di generare valore”.

Macrotrend del food, andamento dei prezzi, focus sui freschi

“Gli esempi non mancano – continua Lazzaroni -. Penso innanzitutto al biologico: l’incidenza di carrelli che contengono almeno una referenza bio tocca ormai quasi il 7% a totale canali, l’8,6% se ci riferisce ala dato aggregato Iper + Super. Ma altrettanto vale anche per il segmento relativo alla categoria soia/vegetale, che nel 2015 ha messo a segno un giro d’affari di 130 milioni di euro. E ancora, analogo discorso si può fare per i prodotti senza lattosio che sempre nel 2015 hanno sfiorato quota 400 milioni di euro, e per una new entry nella gdo, il sushi, che nell’ultimo anno ha raggiunto gli 80 milioni di euro”.

Si stanno insomma facendo strada nuovi trend di consumo che non mancano, e non mancheranno, di influire sulle vendite delle intere macrocategorie. “Se si prende in esame il fresco, ovvero il reparto che traina l’andamento degli acquisti alimentari – ha osservato ancora Lazzaroni – si delineano dinamiche opposte legate appunto a tendenze emergenti”. E così, a voci che segnano flessioni anche a doppia cifra si contrappongono referenze in piena crescita. “Sia i distributori sia le grandi marche – ha concluso Lazzaroni – hanno quindi l’opportunità di cavalcare i trend emergenti lavorando sull’ampliamento dell’offerta”.

Il valore della marca per un consumatore sempre più fedele all’esperienzialità legata al brand

Un’opportunità che l’Idm ha peraltro già ben presente. “Il concetto di marca – ha spiegato Ivo Ferrario, direttore Comunicazione e Relazioni esterne di Centromarca – si sta estendendo a territori nuovi, come il naturale, il biologico o il tipico. E sappiamo che nelle scelte dei consumatori questi elementi sono diventati ormai parte della cultura comune da cui non si può più prescindere. L’offerta dei brand non può quindi più essere eterodiretta, ma deve tenere contro di quanto viene suggerito dagli stessi shopper. Vi è comunque ancora molto lavoro da fare per adeguare industria e distribuzione a questo nuovo scenario. In particolare, penso che l’Idm dovrà intervenire su tre aspetti: la riorganizzazione interna, con una forte integrazione tra funzioni; la comunicazione, sfruttando in modo adeguato le opportunità del digital; le attività alla base dei processi di creazione del valore, ormai molto diversi da quelli del passato”.

Idm e distribuzione: come cambiano le relazioni

In questo contesto, quindi, la relazione tra distribuzione e industria di marca è destinata a rafforzarsi. Fino a diventare una vera e propria partnership. Gli interventi raccolti durante la tavola rotonda seguita al convegno promosso da InStore e Nagel-Group non lasciano dubbi: questa è la direzione da intraprendere.

Fonte: IRI Banca Dati ECR - Totale Italia Iper + Super
Fonte: IRI Banca Dati ECR – Totale Italia Iper + Super

“Insieme al retail – ha osservato Roberto Bechis, amministratore delegato di Meggle Italia – l’industria deve puntare sullo storytelling, comunicando meno, ma meglio. Ma il vero tema, se si parla di partnership, è la disponibilità a mettere in comune i dati”. “Il profitto si può perseguire insieme – gli ha fatto eco Luca Fontana, responsabile vendite Bergader Italia -. Per raggiungere questo obiettivo, però, è importante condividere le informazioni: così si conseguirebbero risparmi che le aziende potrebbero poi investire in qualità, servizio al consumatore e innovazione”.

E dello stesso avviso sono anche le insegne. “Lavorare in partnership è un fatto culturale che va migliorato, perché porta benefici per tutti – ha osservato Nicola Morchio, direttore logistica e controllo di gestione di Gruppo Finiper-. In particolare, deve essere affrontato il nodo dei dati che, stando alla mia esperienza, non investe solo i rapporti tra industria e distribuzione, ma tocca anche la filiera interna delle insegne, perché spesso le informazioni complessive non sono condivise”.

“Già in tempi non sospetti – ha aggiunto Nicola Zanchin, area manager freschi Aspiag Service – abbiamo diffuso i nostri dati per dimostrare che puntiamo verso lo stesso traguardo: fare trovare al consumatore il prodotto sullo scaffale. Ora tuttavia credo siano maturi i tempi per fare un passo in più: costruire insieme l’innovazione”.

Alleanze su fronte logistico: Finiper e Nagel-Group

La collaborazione sembra dunque rappresentare un modello vincente. E a confermarlo è anche l’esperienza illustrata durante il convegno da Finiper, che dal 2013 ha scelto Nagel-Group come proprio partner strategico in ambito logistico. “Insieme abbiamo dato vita – ha spiegato Nicola Morchio, direttore logistica e controllo di gestione di Gruppo Finiper – a un progetto improntato all’ottimizzazione dell’intera filiera, agendo su spazi, risorse, tratte e standardizzazione dei processi”. Un progetto complesso, quindi, costruito su una precisa logica tailor made. “Si tratta di un modello confezionato su misura – ha confermato Filippo Schianchi, senior account manager di Nagel-Group – caratterizzato da un flusso teso, da una forte adattabilità al contesto e da una estrema modularità”. Una formula che, dopo quattro anni di verifica sul campo, ha portato buoni frutti a entrambi gli attori coinvolti. Ma non solo. Perché anche i fornitori sembrano gradire.

 

 

Testi di Manuela Falchero

Foto di Filippo Poletti

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