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Uno smartphone ci cambierà, porta unica al web per un italiano su quattro

Foto Jaelynn Castillo on Unsplash.

È sempre più mobile: ormai per accedere al web un italiano su quattro utilizza unicamente lo smartphone. E le aziende dovranno tenere conto di questo cambiamento nei comportamenti, essendo ormai appurata l’influenza determinante della rete nelle decisioni d’acquisto. È quanto emerge dalla ricerca internazionale sull’uso dei dispositivi mobili per il 2017 di comScore, “Global Mobile Report”. La relazione si basa su dati multi-piattaforma relativi a 14 mercati internazionali (oltre all’Italia, Stati Uniti, Canada, Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, Argentina, Brasile, Messico, Cina, India, Indonesia e Malesia) per evidenziare trend globali e differenze regionali nell’utilizzo dei dispositivi mobili.

Non solo: l’80% del tempo trascorso su dispositivi mobili avviene tramite app, e le 30 principali applicazioni in ciascun mercato rappresentano tra il 41 e il 61% dei minuti mobile complessivi.

 

Crescita globale, in Italia 62% dei minuti online è mobile

La ricerca evidenzia come l’accesso “mobile-only” (ovvero con utilizzo esclusivo di smartphone o tablet, senza alcun accesso da desktop nell’arco di un mese) riguarda il 70% della popolazione digitale in India ed è passato dal 22% al 29% in Brasile nel corso dello scorso anno. E messaggistica istantanea e Social Media rappresentano oltre un quarto della totalità dei minuti mobile nei mercati oggetto dello studio.

La supremazia di Facebook nei vari mercati.

Il Mobile ha conquistato una posizione di primo piano in tutto il mondo: conta per oltre la metà dei minuti complessivi spesi online in 13 Paesi, con quote che superano il 75% in Messico, India e Indonesia. In Italia questa percentuale si ferma al 62%, in linea con i dati di USA e Regno Unito. Ma nel Belpaese una percentuale significativa della popolazione internet italiana è fortemente dipendente dai dispositivi mobili: una su quattro ovvero il 26% della popolazione italiana accede al web esclusivamente da Mobile. Una percentuale molto più alta di paesi come Germania, Regno Unito e Stati Uniti (rispettivamente 4%, 8% e 12%), mercati in cui la maggioranza accede da più piattaforme.

L’Italia risulta anche il mercato più polarizzato in assoluto per quanto riguarda l’utilizzo di app: oltre l’87% del tempo trascorso via mobile è infatti speso all’interno di un’app, ma solo 11 app riescono a raggiungere un livello di audience consistente (attorno al 20% di penetrazione) contro le 20 degli USA o le 17 del Regno Unito).
«L’adozione del mobile avviene in maniera tutt’altro che uniforme a livello globale – ha commentato Will Hodgman, Executive Vice President of international sales presso comScore -. Questa relazione dimostra che identificare le aree in cui il consumo digitale tende a concentrarsi sulle piattaforme mobili permette a proprietari di media, inserzionisti e relativi centri media di portare alla luce nuove opportunità potenziali in termini di audience e contenuti. Con l’ampliamento della misurazione delle audience mobile a livello granulare e basata su dati panel, comScore intende perseguire l’intento di individuare nuovi trend da azionare».

 

Zalando, da un anno sulla vetta dei marchi di abbigliamento online

È ancora Zalando il più apprezzato dei marchi di abbigliamento e accessori online, e lo è da oltre un anno: lo rileva BEM Research nella classifica relativa a novembre 2017, che vede in seconda posizione Adidas, che scavalca Zara solo per pochi decimi di punto, mentre Nike guadagna il quarto posto scalzando BonPrix.

In sesta posizione si conferma Lesara, altro brand dell’abbigliamento e accessori made in Germany, mentre chiudono la classifica dei top 10. Sarenza e Kiabi (che registrano infatti un balzo in avanti di diverse posizioni), Bershka e Rolex (che si contendono invece a pari merito il nono gradino della classifica, con il brand svizzero di orologi di lusso in forte miglioramento rispetto al mese precedente).

Nel complesso, la media del BEM Rank a novembre 2017 per i 53 brand considerati è pari a 29,6 punti, sostanzialmente stabile rispetto a ottobre.

Considerando i due macro-aggregati che compongono il BEM Rank, si osserva che Zalando primeggia per la capacità di essere rintracciata sul web (visibilità online) o perché gli utenti cercano direttamente il suo brand oppure perché appare nelle prime posizioni di Google Italia per ricerche relative a parole chiave generiche ad alto traffico. Sulla visibilità online risultano avere un’ottima performance anche Gucci e Scarpe&Scarpe. Relativamente alle prestazioni dell’homepage, ovvero alla velocità di caricamento e all’usabilità, BonPrix conquista la posizione più alta, seguita da C&A e La Redoute.

«In vista delle spese natalizie, e appena superato il Black Friday, i grandi marchi dell’abbigliamento stanno intensificando le loro attività su Internet – spiega Mariachiara Marsella, web marketing manager di BEM Research –. Sul web ci sono diverse opportunità per le aziende operanti in questo settore, anche per quei brand specializzati nel lusso e nei prodotti di alta qualità. La clientela facoltosa è infatti attratta dalla comodità di effettuare acquisti dal proprio smartphone, mentre il ceto medio può vedere nell’online un canale più conveniente. Purtroppo però c’è da notare che i marchi italiani della moda, eccellenza nel mondo, faticano a emergere sul web, forse perché ancora troppo ancorati al tradizionale canale di vendita attraverso le boutique».

L’acquisto online di capi di abbigliamento, calzature e in generale accessori è notevolmente aumentato nel tempo e nel 2016 ha registrato un tasso di crescita quasi doppio rispetto a quello dell’e-commerce totale al 35%. Tra i fattori che hanno favorito la crescita c’è la forte competizione del settore che ha determinato un abbassamento dei prezzi, l’utilizzo quotidiano di smartphone e tablet e il conseguente aumento di applicazioni mobile e-commerce espressamente dedicate all’acquisto, facile, veloce e sicuro di capi di abbigliamento, accessori e scarpe.

A novembre 2017 i brand entrati nella classifica BEM Rank nel settore abbigliamento e accessori sono: Adidas, Armani, Asos, Bata, Benetton, Bershka, BonPrix, C&A Shop, Calzedonia, Carpisa, Clayton, Coccinelle, Converse, Deichmann, Desigual, Gucci, Guess, H&M, Intimissimi, Kiabi, La Redoute, Lesara, Liu Jo, Louis Vuitton, Mango, Manzara, Marella, Mytheresa.com, Nike, Nuna Lie, OVS, Pandora, Piazza Italia, Pimkie, Pittarello, Privalia, Puma, Rolex, Sarenza, Scarpa, Scarpe&Scarpe, SheIn, Silvian Heach, Spartoo, Stradivarius, Stylight, Subdued, Tally Weijl, Terranova, Twin Set, Yoox, Zalando, Zara.

Per i giocattoli, Toys Center vince nell’online, canale sempre più cruciale

È Toys Center il miglior brand online nel settore giocattoli a settembre 2017 in base alla classifica elaborata da BEM Research. In prima posizione da oltre un anno, Toys Center migliorato ulteriormente di oltre il 7 per cento l’indice BEM Rank. In seconda posizione, stabile rispetto al mese precedente, si attesta il produttore danese di mattoncini assemblabili, Lego mentre la statunitense Disney Store conquista il terzo posto. In quarta e quinta posizione si trovano Cortesi Giocattoli, stabile rispetto ad agosto, e Trudi, che invece perde due gradini. Seguono tra i brand più apprezzati Hasbro (produttore della bambola Barbie), Astley Baker Davies (inventori di Peppa Pig), chegiochi.it, Imaginarium e Playmobil.

Nel complesso, la media del BEM Rank a settembre 2017 per i 28 brand del settore giocattoli considerati è pari a 27,7 punti, stabile rispetto allo scorso mese ma in flessione rispetto ad un anno fa. In leggera flessione risultano le tendenze di ricerca su Google dei termini collegati ai giocattoli.

Considerando i due macro-aggregati che compongono il BEM Rank, si rileva che Toys Center, Lego e Disney Store mostrano una maggiore capacità di essere rintracciati sul web (visibilità online). Seguono nella classifica della visibilità di Giocheria, Astley Baker Davies e Rocco Giocattoli.

 

Vince l’online, soffrono gli storici Toys “R” Us

«L’online per le aziende che operano nel settore dei giocattoli è diventato oramai un fattore cruciale, da cui dipende la loro stessa sopravvivenza – sottolinea Mariachiara Marsella, web marketing manager di BEM Research –. Di tale aspetto ne avevamo già dato conto nell’analisi flash “I giocattoli si cercano online, Amazon al top”, ma la recente apertura della procedura fallimentare per una delle storiche catene di distribuzione di giocattoli, la Toys “R” Us, ne rappresenta un’altra chiara evidenza. L’azienda americana fondata nel 1948 non è infatti riuscita a sostenere la concorrenza del web, per cui adesso si avvia a chiudere diversi punti vendita. Nel piano industriale di ristrutturazione i manager di Toys “R” Us non sembrano però voler puntare sull’online, ritenendo oramai di essere fuori tempo massimo per competere con chi è già presente sul web. Fermo restando che ancora non si conoscono tutti i dettagli e le motivazioni del piano di ristrutturazione, c’è però da dire che sul web può esserci posto per molti, soprattutto per quelle aziende potenzialmente in grado di creare esperienze di acquisto online innovative».

Qual è la prima fonte di informazione utilizzata dagli italiani quando devono comprare un giocattolo? Fonte: elaborazioni BEM Research su dati Google Consumer Surveys, ottobre 2016.

È Internet il negozio più grande, e metà shopper acquistano anche all’estero

Quasi tre italiani su quattro tra coloro che frequentano abitualmente internet utilizzano la Rete come un grande negozio. Virtuale. E globale. Perché circa la metà degli shopper online fa acquisti anche su siti stranieri. Lo rivela la terza edizione dello studio “PayPal Cross-Border Consumer Research” realizzato con Ipsos, che ha preso in esame le abitudini di acquisto a livello nazionale e internazionale di oltre 28mila utenti in 32 Paesi. «Lo shopping internazionale – spiega Angelo Meregalli, general manager di PayPal Italia – rappresenta una notevole opportunità di espansione delle attività di business per i commercianti di tutto il mondo e una scelta sempre più diffusa per i consumatori. In PayPal abbiamo visto aumentare il volume di transazioni oltreconfine del 38% negli ultimi due anni: da 14 miliardi di dollari nel terzo trimestre 2014 a 19 miliardi di dollari nel terzo trimestre 2016. Anche il volume di pagamenti da dispositivi mobili con PayPal è aumentato del 56% rispetto allo scorso anno, pertanto sono evidenti i vantaggi diretti che i commercianti possono realizzare ottimizzando le esperienze di acquisto da dispositivi mobili».

 

Abbigliamento e Uk in cima

Molto vivace la situazione nel nostro Paese in base ai risultati dell’indagine PayPal – la piattaforma di pagamenti digitali che vanta 192 milioni di account attivi in tutto il mondo – il 73% degli internauti utilizza le opportunità offerte dall’e-commerce. Gli intervistati rivelano che la maggior parte delle loro spese online avviene tramite siti dedicati allo shopping utilizzando un browser internet (in media, il 75% del totale speso online), seguito da app dedicate allo shopping (15%) e siti social media (4%). In Italia chi fa shopping oltreconfine assicura che il 26% degli acquisti fatti su siti web in un altro Paese avviene utilizzando smartphone e tablet; inoltre, l’8% degli acquirenti “transfrontalieri” afferma di utilizzare per lo shopping online oltreconfine solo dispositivi mobili e non un Pc. Chi fa shopping oltre confine afferma di farlo più frequentemente in occasione del periodo natalizio (il 41% dichiara che in questo periodo fa shopping da siti oltre confine più che in altri momenti dell’anno), durante gli sconti stagionali (30%) e per il Black Friday (18%), un dato che può essere probabilmente spiegato in larga parte con la diffusione ormai internazionale di questa ricorrenza.

Il 41% degli adulti online italiani pensa che la spesa per acquisti online crescerà nel corso dei prossimi 12 mesi, e il 78% di questi pensa che la convenienza dello shopping online sia qualcosa che potrebbe causare questo aumento, seguita dai progetti per risparmiare maggiormente (35%) a indicare come l’aspetto economico sia una chiave di lettura importante per analizzare l’e-commerce in Italia. Solo il 4% degli adulti online pensa che il totale delle loro spese online si ridurrà nei prossimi 12 mesi. La proporzione di shopper online in Italia che dichiarano di aver fatto acquisti oltre confine negli ultimi 12 mesi è in lieve calo (49% nel 2016 rispetto al 51% nel 2015). Le categorie di prodotto maggiormente acquistate da chi fa shopping oltre confine attraverso siti in altri Paesi sono quelle dell’abbigliamento (vestiti, scarpe e accessori. 39%), elettronica di consumo (29%) e viaggi o trasporti (24%). La destinazione principale per lo shopping online oltre confine degli italiani è il Regno Unito (il 23% degli shopper online ha affermato di aver fatto un acquisto oltre-confine da un venditore in UK), seguita da Germania (21%) e Cina (17%), con un 9% di quanti hanno fatto acquisti all’estero che ha acquistato uno o più prodotti da commercianti negli Stati Uniti.

Allargando lo sguardo, si nota come l’Europa e il Nord America siano molto indietro rispetto all’Asia nel commercio online con l’estero, con meno del 15% di acquisti da un altro Paese effettuati con uno smartphone. Il 64% degli adulti online in Cina, il 39% in Russia e il 26% nel Regno Unito ha dichiarato di prevedere un aumento delle proprie spese online nei prossimi 12 mesi. Tra tutti gli adulti online intervistati in tutti i Paesi, quelli che prevedono di aumentare gli acquisti online sostengono che i motivi principali sono la praticità degli acquisti (76%), i cambiamenti del reddito disponibile (30%), la pianificazione di risparmi futuri (29%), i costi (27%) e tempi (27%) di consegna inferiori. Per la prima volta nei tre anni in cui è stato condotto il sondaggio, la Cina è la destinazione più popolare per gli acquisti online oltreconfine tra gli acquirenti globali (il 21% di tutti gli acquirenti online intervistati ha dichiarato di avere effettuato acquisti da siti Web cinesi negli ultimi 12 mesi), seguita da Stati Uniti (17%) e Regno Unito (13%).

 

A luglio Esselunga scalza Iper dal podio dei siti Gdo più apprezzati

Dopo il dominio di Iper, torna Esselunga in cima alla classifica dei migliori brand online della grande distribuzione nel mese di luglio. È quanto emerge dalla classifica di BEM Research che ha analizzato l’andamento su Internet di 19 marchi del settore con siti web in lingua italiana. Esselunga ottiene il punteggio massimo per trend di ricerca, velocità e usabilità; Ipermercati Iper fa meglio per visibilità, ma è indietro con i trend di ricerca. Al terzo posto si conferma Coop, che a giugno condivideva la posizione con Decathlon, ora al quarto posto. Chiude la top-five Bricocenter, azienda italiana specializzata in bricolage.

Sembra dunque che anche la grande distribuzione italiana sia trionfalmente entrata nelle logiche della rete e della comunicazione multicanale, mentre l’e-commerce, come previsto, sta decollando, spinto dall’ingresso di Amazon nelle sue varie forme.
Il settore in media registra i 35,7 punti-indice, un dato in calo dell’1,2% rispetto alla precedente rilevazione di BEM Research. Esselunga, numero uno a luglio, totalizza 46,6 punti-indice; Ipermercati Iper 46 e Coop 41,6. Il grado di competizione sul web dei diversi marchi è “medio basso”, ma rispetto a un anno aumenta il numero delle ricerche su Google legate al settore di un buon 20%.
«Nella grande distribuzione i marchi made in Italy continuano a rappresentare un’eccellenza. Nella top-five ci sono quattro brand italiani, con Decathlon unica presenza straniera – spiega Mariachiara Marsella, Web marketing manager di BEM Research – È un settore che ha saputo innovarsi e che continua a farlo. Chi vende prodotti agroalimentari riesce a raggiungere un pubblico sempre più ampio e aumenta la base dei propri clienti grazie all’e-commerce. La GDO può contare, inoltre, su un pubblico fedele disposto a cercare online il proprio distributore preferito».

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