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Shopping in Arabia Saudita per Investindustrial

Investindustrial scommette sulla crescita delle private label in Medio Oriente e realizza un’operazione che rappresenta una novità per il mondo finanziario europeo. L’acquirente è in realtà Windoria, società detenuta indirettamente da fondi affiliati di Investindustrial e nata dall’unione dell’italiana La Doria con la statunitense Winland Foods, entrambe attive proprio nella produzione di marchi privati. Il target è invece Al-Fursan Al-Maghawear, produttore e distributore saudita di salse, condimenti e altri prodotti alimentari a lunga conservazione. La novità sta nel fatto che si tratta della prima acquisizione di maggioranza in Arabia Saudita da parte di una società partecipata da un gruppo di investimento europeo. Il closing dell’operazione, soggetta alle consuete autorizzazioni da parte delle autorità competenti, è atteso entro la fine di questo mese di ottobre.

L’IDENTIKIT DI WINDORIA E AL-FURSAN
Con questa mossa Windoria consolida il proprio posizionamento nella produzione alimentare e come interlocutore di retailer, operatori foodservice e grandi marchi internazionali, forte di quasi 4 miliardi di dollari di ricavi, 29 stabilimenti produttivi e 5.000 dipendenti.
Al-Fursan, insieme alle controllate Al-Faris Al-Arabi Trading Ltd. Co. e Al-Faris Food Industries Ltd. Co., detiene una posizione di leadership nel segmento delle salse e dei condimenti, in particolare ketchup e aceto, grazie a marchi di rilevanza nazionale tra cui Baidar. Con circa 300 dipendenti, uno stabilimento produttivo a Riyad e una rete di distribuzione composta da sei sedi commerciali e sette magazzini in Arabia Saudita, l’azienda dovrebbe rappresentare un importante motore per la crescita di Windoria nell’area.
Nell’intenzioni di Investindustrial, l’operazione consentirà a Windoria e Al-Fursan di mettere insieme competenze locali e regionali, favorendo l’innovazione e la crescita per cogliere appieno il potenziale insito nella rapida espansione delle private label in Medio Oriente. L’acquisizione è stata resa possibile grazie alla decisione di Investindustrial di stabilire una presenza diretta nella regione e alla partnership strategica sviluppata con la Saudi Industrial Development Fund Investment Company (SIC), che ha svolto un ruolo determinante nel favorire collaborazioni di carattere industriale nella regione.

UNA STRATEGIA DI CRESCITA GLOBALE
A dimostrare la volontà di crescere anche fuori dai mercati occidentali è un dato: negli ultimi dodici mesi, Investindustrial – che è un gruppo di società di investimento, holding e consulenza gestite in modo indipendente con 17 miliardi di euro di fondi raccolti – ha completato add-on (cioè ulteriori acquisizioni operate da società già riconducibili ai suoi fondi) in Asia e Medio Oriente per un enterprise value complessivo di circa 500 milioni di euro, con le aziende in portafoglio che oggi gestiscono 25 stabilimenti produttivi nelle due aree. Una vocazione globale confermata dall’ampliamento dei team a Abu Dhabi e Shanghai e dalla recente decisione di aprire un ufficio a Tokyo.
Siamo orgogliosi di annunciare la nostra prima acquisizione in Arabia Saudita – dichiara Andrea C. Bonomi, Presidente dell’Industrial Advisory Board di Investindustrial – in un settore in cui vantiamo un know-how consolidato e che presenta importanti prospettive di crescita. Prevediamo un aumento significativo della penetrazione del private label in Medio Oriente e Asia nei prossimi anni, creando un’opportunità eccezionale per accelerare lo sviluppo del settore e valorizzare il potenziale di Windoria. L’acquisizione di Al-Fursan riflette l’impegno di Investindustrial nel trasformare i campioni locali in leader globali. La nostra attenzione rimane rivolta al miglioramento continuo e all’innovazione, con l’obiettivo di costruire l’impresa del futuro”.

Tris di acquisizioni per Investindustrial nelle macchine utensili per il food

Investindustrial mette a segno tre acquisizioni in un colpo solo. Una società di investimento gestita in modo indipendente e detenuta indirettamente dal gruppo ha raggiunto un accordo per rilevare il 100% di Kiremko Group, Idaho Steel Products e Reyco Systems, che insieme costituiscono uno dei leader mondiali nella progettazione e produzione di macchine utensili e soluzioni personalizzate per il settore agroalimentare, con particolare attenzione al segmento che segue la lavorazione delle patate. In pratica, queste tre aziende servono i principali operatori che si occupano della lavorazione delle patate a livello mondiale grazie a una partnership costituita nel 1996 tra Kiremko (fondata nel 1965 con sede a Montfoort, Paesi Bassi), Idaho Steel (creata nel 1918 e basata a Idaho Falls, Idaho) e Reyco (avviata nel 1975 con quartier generale a Caldwell, Idaho).
Negli anni il gruppo si è affermato come uno dei principali fornitori globali di soluzioni per la produzione industriale di prodotti a base di patate, quali patatine fritte surgelate, crocchette di patate e fiocchi di patate, arrivando ad avere oltre 300 clienti in più di 50 Paesi, oltre 450 dipendenti tra impianti produttivi e uffici situati nei Paesi Bassi, negli Stati Uniti, in India e in Cina, e un fatturato superiore ai 200 milioni di dollari nel 2024.
Ora l’obiettivo è promuovere la confluenza delle tre aziende in un nuovo gruppo e costruire una piattaforma leader a livello mondiale nel settore delle attrezzature e dell’impiantistica per la lavorazione alimentare, per poi crescere sia attraverso l’espansione organica e tramite acquisizioni nei mercati di riferimento, sia attraverso l’estensione a settori correlati a quello in cui operano le tre società.

LA CRESCITA NELL’AUTOMAZIONE INDUSTRIALE E NEL FOOD & BEVERAGE
Con questa operazione, soggetta alle consuete approvazioni regolamentari, le partecipate di Investindustrial attive nell’automazione industriale raggiungono un fatturato complessivo di circa 1,5 miliardi di euro e contano circa 5.000 dipendenti, mentre quelle operanti nel settore food and beverage generano circa 8,2 miliardi di euro e impiegano oltre 20.000 persone (dati a dicembre 2024). Kiremko è attualmente di proprietà di Paul Oosterlaken e Andy Gowing, mentre Idaho Steel e Reyco sono di proprietà delle famiglie Bradshaw e Christensen.
Kiremko, Idaho Steel e Reyco sono leader del settore – dichiara Andrea C. Bonomi, Presidente dell’Industrial Advisory Board di Investindustrial – noti per le loro macchine di alta qualità, l’impegno nell’innovazione e le solide relazioni con i clienti. Siamo entusiasti delle significative opportunità di crescita offerte dall’unione delle società in un unico gruppo. Nel sostenere la loro integrazione, siamo convinti che la combinazione della nostra vasta esperienza industriale e della nostra rete globale con i loro punti di forza porterà ad incrementare l’innovazione, aumenterà il valore per i clienti e rafforzerà ulteriormente la posizione di mercato del gruppo. Quest’ultimo rappresenta un’aggiunta interessante al portafoglio di aziende di eccellenza d’Investindustrial e non vediamo l’ora di contribuire alla crescita del suo successo e della sua espansione”.
Questa operazione è guidata dal nostro impegno a costruire un futuro migliore per i nostri dipendenti, clienti, fornitori e tutti i nostri stakeholder – afferma Paul Oosterlaken, Direttore di Kiremko, a nome degli azionisti del gruppo –. In quanto aziende a conduzione familiare, siamo rimasti profondamente colpiti dalla reputazione e dalla visione di Investindustrial nell’investire in aziende come le nostre. Riteniamo che questa partnership prevista rappresenti un’enorme opportunità per Kiremko, Idaho Steel e Reyco di rafforzare la loro posizione competitiva congiunta sul mercato globale”.
Investindustrial è stata assistita da Baird in qualità di consulente finanziario e da Skadden, Arps, Slate, Meagher & Flom e Houthoff in qualità di consulenti legali. I venditori sono stati assistiti da Rabobank in qualità di consulente finanziario esclusivo e da DLA Piper in qualità di consulenti legali.

Eataly si rafforza in Medio Oriente: prevista l’apertura di 40 punti vendita

Investindustrial accelera l’espansione di Eataly: è stato appena firmato un memorandum d’intesa programmatico (“MoU”) che delinea i principi per assumere il controllo diretto delle attività di Eataly, società nel portfolio di Investindustrial, in Medio Oriente, attualmente gestite da Azadea in base ad un accordo di franchising. Quest’iniziativa strategica, che segue l’inaugurazione del nuovo ufficio di Investindustrial ad Abu Dhabi, mira a rafforzare la presenza di Eataly in Medio Oriente, con particolare attenzione ai Paesi del Golfo, che hanno registrato una crescita significativa dell’interesse per la cucina italiana e le esperienze culinarie di alta qualità. Attualmente Eataly gestisce punti vendita nelle principali città della regione, grazie alla partnership con Azadea, che rimarrà un azionista significativo e continuerà a gestire le attività di Eataly in Medio Oriente. Il piano di espansione di Eataly prevede l’apertura di 40 nuovi punti vendita nella regione, comprese le concessioni aeroportuali e la distribuzione di prodotti a marchio Eataly, per un impegno ad investire 100 milioni di euro nell’area.

“L’accordo dimostra il nostro impegno a sostenere le eccellenze italiane nella loro crescita internazionale – commenta Andrea C. Bonomi, Presidente dell’Advisory Board di Investindustrial -. Eataly beneficerà di risorse strategiche e finanziarie per accelerare il proprio sviluppo e portare la sua offerta unica a nuovi e sofisticati consumatori. Siamo orgogliosi della partnership con Azadea e non vediamo l’ora di sviluppare ulteriormente insieme Eataly nella regione. L’espansione in quest’area strategica non solo ci permette di portare il meglio del “Made in Italy” in un mercato con un significativo potenziale di crescita, ma favorisce anche un dialogo culturale che valorizza la tradizione, l’innovazione e la sostenibilità, che sono al centro dei valori sostenuti dalle aziende del nostro portfolio”.

“I Paesi del Golfo rappresentano un mercato strategico dove qualità, tradizione e innovazione sono molto apprezzate – aggiunge Said Daher, CEO di Azadea Group -. Crediamo fermamente che Eataly possa diventare un riferimento ancora più significativo per i consumatori locali, mantenendo l’autenticità e i valori di sostenibilità che contraddistinguono il marchio. Insieme a Investindustrial, puntiamo ad accelerare lo sviluppo di Eataly nei Paesi del Golfo per contribuire al processo di internazionalizzazione del marchio a livello mondiale”.

Investindustrial è specializzata in partnership con aziende e società a conduzione familiare che gestiscono marchi di nicchia e di rilevanza globale con un significativo potenziale di crescita. Dalla sua fondazione, Investindustrial ha investito in oltre 300 aziende, con il supporto di un team di oltre 200 professionisti in otto uffici globali. Attualmente, il portfolio comprende 29 aziende che generano un fatturato totale di oltre 18 miliardi di euro, pronte a capitalizzare le opportunità offerte dai Paesi del Golfo. Alcuni tra gli asset di punta di Investindustrial hanno già una presenza crescente nella regione, tra cui il gruppo Ermenegildo Zegna, Eataly, Omnia Technologies e Flos B&B Italia Group.

Gelati private label: Investindustrial acquisisce Grupo Alacant

Investindustrial ha finalizzato un accordo per l’acquisizione della maggioranza del Grupo Alacant. Fondato nel 1972 da 35 produttori di gelato e con sede ad Alicante (Spagna), Grupo Alacant è uno dei principali produttori indipendenti di gelati in Spagna, specializzato nella produzione di gelati private label per operatori innovativi della vendita al dettaglio e nella co-produzione per i principali produttori di gelati a marchio. Con un fatturato di circa 225 milioni di euro nel 2024 e circa 850 dipendenti, l’azienda dispone di quattro stabilimenti produttivi all’avanguardia (uno ad Alicante, uno a Murcia e due a Madrid) e vanta una solida esperienza in termini di customer service, sicurezza alimentare e qualità dei prodotti.

L’acquisizione da parte di Investindustrial avviene in una fase cruciale per Grupo Alacant. In particolare l’azienda si è data l’obiettivo di continuare a servire la propria clientela in Spagna e rafforzare ulteriormente la propria produttività attraverso investimenti significativi, accelerando al contempo la strategia di internazionalizzazione per diventare uno dei principali operatori indipendenti di gelati private label in Europa. La collaborazione annunciata potrà fare leva sulla profonda conoscenza e sulla solida esperienza di Investindustrial nel settore food, grazie ad investimenti passati come Natra e alle attuali aziende in portfolio che generano un fatturato aggregato di circa 8 miliardi nella private label, nell’ingredientistica e nei prodotti da forno surgelati e che includono, tra gli altri, Sammontana / Forno d’Asolo, Amalfi (La Doria/Winland), CSM Ingredients e Eataly.

“Siamo orgogliosi di questa collaborazione perché riteniamo di poter accompagnare l’azienda nella sua prossima fase di sviluppo, con l’obiettivo di rafforzare il suo posizionamento in Spagna ed espandersi oltre il mercato nazionale. Grupo Alacant ha tutti gli elementi per il successo che sosterremo attraverso i nostri uffici di sviluppo internazionale e il nostro team di miglioramento operativo” commenta Andrea C. Bonomi, Presidente dell’Advisory Board di Investindustrial.

“Grazie al solido track record e alla profonda conoscenza del settore dei prodotti alimentari private label, Investindustrial rappresenta il partner ideale per supportare ulteriormente Grupo Alacant, rafforzando la sua presenza operativa. Siamo certi che l’esperienza e il contributo di Investindustrial permetteranno a Grupo Alacant di affermarsi come attore di primo piano nel mercato europeo” ha aggiunto Joaquin Lancis, CEO di Grupo Alacant.

Ceme acquisisce Dti e rafforza la presenza nei settori caffè e food & beverage

Ceme S.p.A., controllata dal fondo Investindustrial, rileva la maggioranza del capitale di Dti, azienda italiana specializzata nella progettazione e realizzazione di soluzioni di elettronica avanzata dedicate in particolare ai settori delle macchine per caffè, del beverage, del pizza & bakery e del professional food service. Fondata nel 2009 a Tavagnacco (Udine), oggi Dti può contare su due stabilimenti industriali, uno presso la sede di Tavagnacco e un nuovo impianto produttivo da 5.000 mq in Ungheria inaugurato nel 2024, e circa 90 dipendenti.

L’operazione, che verrà perfezionata nelle prossime settimane, permetterà a Ceme di offrire ai propri clienti una gamma completa di prodotti per la gestione dei fluidi, includendo anche il controllo e la gestione elettronica delle macchine e dei cablaggi. Grazie a questa operazione, Ceme rafforza ulteriormente la propria capacità di fornire soluzioni integrate e complete al servizio dell’industria delle macchine per caffè – dove è leader mondiale nel mercato delle macchine ad uso domestico e professionale – e del food & beverage.

“L’acquisizione di Dti ci permette di aggiungere alla nostra offerta una gamma di servizi totalmente sinergici e complementari a quelli già presenti nel nostro portfolio – dichiara Roberto Zecchi, Presidente e Ceo di Ceme –. Grazie al supporto strategico e finanziario di Investindustrial abbiamo intrapreso un percorso di crescita per linee interne ed esterne che ci ha portato a rafforzare e consolidare la nostra leadership nei segmenti e nei mercati in cui operiamo”.

“L’ingresso nella famiglia di Ceme rappresenta per Dti una grande opportunità perché ci consente di mettere a fattor comune i rispettivi know-how e di consolidare ulteriormente la nostra presenza nei mercati dell’elettrodomestico professionale in cui già operiamo da anni, come quello del coffee e del beverage – aggiunge Alessandro Dalla Torre, Ceo di Dti –. Questa partnership si fonda su solide basi che accomunano le due realtà imprenditoriali: un’inesauribile spinta all’innovazione e al miglioramento e la volontà di mettere al servizio dei clienti passione, affidabilità e competenze trasversali acquisite nel tempo, ingredienti fondamentali per consolidare le attuali posizioni economiche e acquisirne di nuove”.

“In questi anni Dti è cresciuta molto e ne sono orgoglioso perché siamo stati in grado di accogliere le sfide del mercato e di affrontarle con professionalità. Il nuovo percorso che si apre è una garanzia per tutti grazie alla solidità del partner che abbiamo individuato; desidero esprimere il mio pieno apprezzamento e ringraziamento a tutti i collaboratori che in questi anni mi hanno affiancato, augurando loro un futuro ricco di soddisfazioni che sicuramente deriveranno da questo progetto” conclude Vinicio Dalla Torre, Presidente di Dti.

Investindustrial acquisisce il 58,35% del capitale sociale di Piovan

Automation Systems, società il cui capitale sociale è indirettamente detenuto dal fondo Investindustrial, ha sottoscritto con Pentafin un contratto di compravendita per l’acquisto del 58,35% del capitale sociale di Piovan, corrispondente al 61,17% del capitale sociale al netto delle 2.474.475 azioni proprie in portafoglio. Il prezzo per ciascuna azione compravenduta è pari a 14,00 euro, pertanto il corrispettivo complessivo della compravendita è pari a circa 438 milioni di euro. Tale importo sarà pagato dall’acquirente a Pentafin al closing. Il corrispettivo implica una capitalizzazione di mercato dell’Emittente pari a 716 milioni. Pentafin, attualmente il principale azionista di Piovan, reinvestirà le risorse incassate nel capitale dell’acquirente, rilevando una una partecipazione pari al 25%. A seguito del closing, sarà promossa un’OPA obbligatoria sulle azioni Piovan allo stesso prezzo di 14 euro (cum dividendo) per ciascuna azione, con l’obiettivo di arrivare al delisting dell’Emittente dall’Euronext Star Milan. È prevista una stabilità delle cariche sociali dunque Nicola Piovan resterà Presidente Esecutivo e Filippo Zuppichin Amministratore Delegato.

Automation Systems ha inoltre sottoscritto con 7-Industries Holding un contratto di compravendita per l’acquisto di un ulteriore 6,47% del capitale sociale di Piovan, corrispondente al 6,78% del capitale sociale di Piovan al netto delle azioni proprie. Pertanto al Closing l’Acquirente deterrà una partecipazione complessiva pari al 64,82% del capitale sociale di Piovan, corrispondente al 67,96% del capitale sociale di Piovan al netto delle Azioni Proprie.

“Il gruppo Piovan rappresenta una sintesi perfetta della tipologia di investimenti che Investindustrial predilige: azienda familiare in un settore strategico e in forte evoluzione come quello dei sistemi di automazione, dove il gruppo Piovan rappresenta un’eccellenza nel mondo e su cui Investindustrial intende puntare, con un particolare focus sulla globalizzazione organica ed inorganica e sulla sostenibilità, tematiche a cui prestiamo da sempre grande attenzione” ha detto Andrea C. Bonomi, Presidente dell’Industrial Board di Investindustrial.

“Oggi si apre un nuovo capitolo per il futuro del gruppo Piovan e i suoi collaboratori che verrà scritto insieme ad Investindustrial, un partner internazionale dal forte spirito imprenditoriale di cui condivido visione, valori e attenzione alla sostenibilità” ha aggiunto Nicola Piovan, Presidente Esecutivo di Piovan.

BC Partners cede Forno d’Asolo a Investindustrial e Sammontana

BC Partners ha chiuso l’accordo per la vendita del Gruppo Forno d’Asolo, produttore e distributore di prodotti da forno surgelati, a un consorzio formato da Investindustrial e dalla famiglia Bagnoli, fondatrice di Sammontana. Il Gruppo Forno d’Asolo è cresciuto sensibilmente negli ultimi anni, sia a livello di organico che attraverso ulteriori attività di M&A a livello internazionale, generando nel 2023 circa 500 milioni di euro di fatturato e oltre 85 milioni di euro di EBITDA, quasi quadruplicando le proprie dimensioni dall’ingresso di BC Partners.

“Nell’ultimo quinquennio, insieme all’Amministratore Delegato Alessandro Angelon e il resto del management team di Forno D’Asolo, abbiamo portato l’azienda verso nuovi orizzonti, trasformando un gioiello italiano in un player globale e ambasciatore dell’artigianalità italiana e posizionando quindi il gruppo al meglio per proseguire il suo percorso di crescita” ha affermato Stefano Ferraresi, Partner di BC Partners.

“Il Gruppo Forno d’Asolo rappresenta un esempio perfetto degli investimenti che BC Partners ricerca in ambito consumer, grazie ai suoi prodotti da sempre nella quotidianità delle famiglie italiane, alla forte fidelizzazione della sua base clienti e all’unicità del suo modello distributivo. Il Gruppo gode di un enorme potenziale di consolidamento in alcuni dei più grandi mercati di prodotti da forno e pasticceria surgelati a livello globale e siamo fiduciosi che continuerà il percorso di successo intrapreso” ha aggiunto Marco Castelli, Head of Consumer di BC Partners.

BC Partners è stata assistita nell’operazione da Rothschild e Unicredit in qualità di advisor finanziari, Latham & Watkins come advisor legale e PwC come advisor per la contabilità. Lo Studio Facchini Rossi Michelutti ha agito in qualità di advisor fiscale dell’operazione.

Mauro Caneschi è il nuovo Ceo di Guala Closures

Guala Closures, azienda che opera nella produzione di chiusure per bottiglie di alcolici, vini, acqua e bevande, annuncia l’ingresso di Mauro Caneschi nel ruolo di Amministratore Delegato. Gabriele Del Torchio, attuale Presidente e Amministratore Delegato, rimarrà come Chairman del Gruppo.

Mauro Caneschi proviene dal Gruppo Campari dove inizialmente ha guidato le Business Unit dell’Europa Meridionale, del Medio Oriente e dell’Africa (compreso il Global Travel Retail) prima di istituire e dirigere la divisione americana di Campari, la più grande del Gruppo. In precedenza, ha ricoperto posizioni senior di caratura internazionale in Heineken, Scottish & Newcastle e Danone Group. Caneschi vanta una grande esperienza nello sviluppo delle professionalità aziendali, nella creazione dei marchi, nell’espansione internazionale e nell’implementazione delle strategie di M&A. In particolare, ha competenze significative nei mercati di riferimento di Guala Closures e la capacità di integrare e sviluppare realtà internazionali complesse.

“Mauro Caneschi è una persona di grande talento e sono molto lieto che si unisca a Guala Closures come CEO per guidare il Gruppo nella sua prossima fase di crescita” commenta Gabriele Del Torchio. “Grazie a una conoscenza approfondita del mercato di riferimento di Guala Closures, consentirà al Gruppo di migliorare il proprio focus sui servizi al cliente. Nella sua lunga esperienza, Mauro ha inoltre dimostrato di avere le capacità di sviluppare in modo sostanziale l’efficienza operativa di strutture aziendali complesse. Colgo l’occasione per dargli il benvenuto nel Consiglio di Amministrazione”.

“È un grande onore poter guidare Guala Closures, una realtà con performance positive in diversi mercati internazionali e con una leadership consolidata. Il mio impegno sarà quello di rendere ancora più internazionale l’azienda sia attraverso un percorso di crescita organico sia attraverso potenziali fusioni e acquisizioni” aggiunge Mauro Caneschi, nuovo CEO di Guala Closures. “Mantenere una forte attenzione ai clienti e alla ricerca e sviluppo sarà fondamentale per continuare il cammino verso l’innovazione del Gruppo e posizionare l’azienda come produttore leader di chiusure speciali per liquori, vino, acqua e altre bevande. Sono entusiasta di questa opportunità e, soprattutto, di poter lavorare al fianco di Gabriele Del Torchio e di Investindustrial con l’obiettivo di assicurare una crescita significativa nei prossimi anni”.

Le nomine di Presidente e Amministratore Delegato fanno seguito a quelle di alcuni senior manager annunciate nel luglio 2023 – tra cui un nuovo CFO, l’Amministratore Delegato di Labrenta e il Business Development Manager Spirits.

Due nuove acquisizioni per Omnia Technologies, TMCI Padovan e Omega

Omnia Technologies, il progetto creato dal fondo Investindustrial per proporsi come partner per soluzioni e tecnologie integrate nel settore del food and beverage e farmaceutico-medicale, prosegue nel proprio percorso di crescita con due nuove acquisizioni: TMCI Padovan e Omega.

TMCI Padovan è un’azienda storica, operante nelle tecnologie per l’industria alimentare e delle bevande da più di 100 anni. Ad oggi, TMCI Padovan può contare su 4 siti produttivi, 230 dipendenti e un fatturato di circa 65 milioni di Euro, conseguito in 90 Paesi attraverso cinque divisioni: Easybräu-Velo, specializzata in impianti per la produzione di birra industriale e artigianale, Chemtech, attiva nella produzione di macchinari per la produzione di gelatina, margarina e prodotti alimentari, Padovan, attiva nella progettazione di soluzioni per il settore enologico, SAP-Blendtech, divisione dedicata alla progettazione di macchinari e impianti per la produzione di succhi di frutta e soft drink, e IFBTECH, dedicata al mondo dairy e alla produzione di bevande healthy e a base vegetale. Grazie alla sua presenza nel mercato e alle importanti sinergie con gli altri brand e divisioni di Omnia Technologies, TMCI Padovan completa l’offerta del Gruppo nel settore del food and beverage e ne amplia ulteriormente la presenza nei mercati internazionali.

Omega, società di sales engineering focalizzata sul supporto tecnico e sull’assistenza e da tempo partner strategico di Omnia Technologies nel continente americano, è invece la prima società con sede fuori dall’Italia che entra a far parte del Gruppo.

Le due nuove acquisizioni andranno ad arricchire ulteriormente il portafoglio di Omnia Technologies, caratterizzato da un elevato livello di specializzazione tecnologica e da una forte attenzione al servizio e alla sostenibilità. Il Gruppo può oggi contare su un fatturato consolidato di circa 400 milioni di Euro, con 17 siti produttivi e 1.400 dipendenti.

“Queste acquisizioni rappresentano un passo fondamentale nel nostro percorso di crescita” sottolinea Andrea Stolfa, CEO di Omnia Technologies. “TMCI Padovan è un’azienda con oltre 100 anni di storia e un portafoglio di know-how e clienti unico, mentre Omega va a completare in modo sinergico la nostra offerta e a migliorare il nostro servizio. Grazie a questi nuovi ingressi, si rafforza la presenza di Technologies nei macchinari per l’industria del food and beverage e si amplia ulteriormente la nostra offerta nei segmenti del processo e dell’imbottigliamento.”

La Doria, il fatturato del 2022 oltrepassa il miliardo di euro

Il Consiglio di Amministrazione de La Doria S.p.A., azienda attiva nella produzione di derivati del pomodoro, sughi, legumi e succhi di frutta a marchio della grande distribuzione, ha approvato il progetto di bilancio di esercizio e il bilancio consolidato al 31 dicembre 2022.

Per la prima volta nella storia del Gruppo, i ricavi consolidati superano la soglia del miliardo di euro, fino ad arrivare a 1,018 miliardi di euro, in aumento del 17,6% rispetto agli 866 milioni di euro dell’esercizio precedente. Il valore va letto alla luce di un incremento dei prezzi di listino, correlato però a un forte aumento dei costi riconducibili ai fattori congiunturali e geopolitici legati alla pandemia e in particolar modo al conflitto in Ucraina, e a una crescita del 3,4% dei volumi dei prodotti venduti.

“I ricavi registrati nel 2022 rappresentano per noi un importante traguardo, che dimostra la nostra solidità e la nostra capacità di crescita anche nei periodi più complessi – ha dichiarato il CEO del Gruppo La Doria Antonio Ferraioli. Abbiamo saputo far fronte alle criticità economiche e geopolitiche del 2022. Il dato più importante rimane sicuramente quello relativo alla crescita dei volumi che ha coinvolto trasversalmente le nostre linee e i mercati in cui siamo presenti. Continueremo a operare con la nostra politica di sviluppo internazionale volta, da una parte, all’espansione in aree geografiche ad alto potenziale di crescita e dall’altra a migliorare il nostro posizionamento a livello internazionale nei segmenti di mercato in cui siamo già presenti”.

Dal punto di vista della suddivisione del fatturato per categorie di prodotto offerte dal Gruppo La Doria, la “Linea derivati del pomodoro” – anche detta “Linea Rossa” – ha registrato un aumento dei ricavi pari al 24%, la “Linea sughi” è aumentata del 20,5%, mentre la “Linea legumi, vegetali e pasta in scatola” vede una crescita complessivamente del 19,6%. Infine, la “Linea frutta” e le “Altre linee” – ossia i prodotti acquistati da terzi e commercializzati dalla controllata LDH sul mercato inglese – sono aumentate rispettivamente del 7,8% e del 12,6%.

La ripartizione del fatturato per aree geografiche mostra una significativa crescita del mercato italiano (+ 20%), secondo solo al Regno Unito, con un’incidenza sui ricavi totali pari al 16,9%. Il Gruppo, che esporta i propri prodotti in 60 Paesi nel mondo, ha aumentato i propri ricavi nei mercati internazionali del 17%, con un’incidenza dell’83,1%. Le migliori performance si sono registrate nei mercati storici per La Doria, tra cui la Gran Bretagna, che resta il principale mercato estero di sbocco, la Germania e i Paesi Scandinavi. Seguono l’Australia, la Nuova Zelanda e i Paesi dell’est Europa. Il Gruppo genera inoltre importanti quote di fatturato anche in Francia, negli USA e in Giappone.

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