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Largo consumo, cresce la spesa per igiene, cura casa e snacking

Nel terzo trimestre del 2024 la spesa degli italiani per i beni di largo consumo e per i prodotti tecnologici e durevoli è cresciuta del +3,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Tra le categorie che evidenziano una costante crescita si confermano i prodotti indicati per l’igiene personale (+7,5% vs Q3 2023), per l’infanzia (+4,6%) e per la cura della casa (+3,7%), che segnano un aumento a volume, contrariamente alla tecnologia di consumo, che registra una leggera flessione rispetto allo scorso anno (-0,2%). A rivelarlo è il Barometro dei Consumi di NIQ – The NIQ Retail Spend Barometer – che unisce i dati di NielsenIQ (NIQ) e GfK per misurare il giro d’affari dei prodotti del largo consumo, dei beni tecnologici e durevoli acquistati negli store in Italia.

Il Barometro dei Consumi di NIQ offre dunque una panoramica completa della spesa nel settore FMCG (prodotti alimentari, deperibili, cura della casa e della persona) e nel settore T&D (beni di consumo tecnologici, elettrodomestici, fai da te, mobili per la casa e automotive) in Italia. Lo studio basato su dati reali di vendita, unico nel suo genere, analizza big data trasversali sia per categorie sia per canali. Il Barometro dei Consumi è pubblicato con cadenza trimestrale per fornire una prospettiva concreta e completa sulle priorità di spesa delle famiglie.

Il settore dei beni di largo consumo torna a crescere nel terzo trimestre 2024
Superati i 32 miliardi di euro tra luglio e settembre: la crescita del +2,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno testimonia la ripresa del settore dei beni di largo consumo in Italia, anche in termini di volumi. Con un fatturato di oltre 11 miliardi (+2,8% vs Q3 2023), il fresh food rappresenta il comparto più importante per fatturato, seguito dagli ambient food, ovvero i prodotti confezionati da scaffale, con un fatturato di 6 miliardi (+2,7%) e i prodotti dairy, latticini e derivati, che segnano quasi 4 miliardi di ricavi (+1,6%). I comparti personal care (+7,5%), homecare (+3,7%), snacking (+5,6%) e baby care (4,6%) sono invece quelli che hanno registrato le crescite più significative, raggiungendo rispettivamente circa 2 miliardi, 1,6 miliardo, 1 miliardo e 241 milioni di euro.

“Nel terzo trimestre dell’anno il largo consumo ha fatto registrare una crescita dei fatturati pari al +2,9 % per la totalità dei canali retail. Un dato molto positivo, superiore rispetto alle aspettative, e caratterizzato da una ripresa dei volumi e un progressivo rientro del fenomeno inflattivo. Il miglioramento degli indicatori delle vendite dei prodotti del largo consumo va analizzato in un contesto macroeconomico che continua ad evidenziare elementi di debolezza e può essere ricondotto a scelte degli italiani che premiano i consumi domestici a scapito del consumo fuori casa, oltre che agli effetti positivi generati dalle azioni di Governo a sostegno della capacità di spesa per le famiglie in difficoltà” ha commentato Romolo De Camillis, Retailer Director NIQ Italia.

I dati del terzo trimestre 2024 per il mercato tech & durable
In Italia, nel terzo trimestre del 2024 il mercato dei beni tecnologici e durevoli (T&D) ha visto un netto cambio di passo rispetto al periodo luglio – settembre 2023, segnando una decisa crescita del +5,8% del fatturato, che si attesta sui 13,6 miliardi di euro. In particolare, il settore dell’home improvement – che include arredamento e fai-da-te – segna un ricavo nel terzo trimestre di quasi 7 miliardi con un +11,1% vs Q3 2023. Da notare anche la performance degli elettrodomestici che, grazie all’aumento del +6,4%, hanno raggiunto gli 1,7 miliardi.

“Dopo molti trimestri di difficoltà i beni durevoli hanno sviluppato una crescita del +5,8%. Questa performance molto robusta è stata trainata dal settore home improvement e in particolare dalle vendite di arredamento. Tutto questo comparto, fra cui soprattutto le cucine, così come gli elettrodomestici, stanno godendo ancora degli ultimi mesi in cui sono presenti gli incentivi statali per la loro sostituzione. La crescita di questi settori ha portato tutto il comparto dei beni durevoli in un terreno nettamente positivo che non si vedeva da inizio 2023” ha detto Ivano Garavaglia, CS Retail Lead & RV Sales Deputy NIQ Italia.

Barometro Consumi NIQ, stabili il largo consumo e i beni tecnologici

Nel secondo trimestre del 2024 la spesa dei consumatori italiani per i beni di largo consumo e per i beni tecnologici e durevoli è rimasta pressoché invariata rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (-0,3%). Da notare il persistente segno positivo di alcune categorie come i prodotti per la cura degli animali domestici, della persona, dei bambini e della casa, mentre permane la sofferenza dei device elettronici pur registrando un miglioramento rispetto agli ultimi quattro trimestri. Il dato emerge dal nuovo Barometro dei Consumi di NIQ che combina i dati di NIQ e GfK per misurare il giro d’affari dei prodotti del largo consumo, dei beni tecnologici e durevoli acquistati negli store in Italia.

Tra aprile e giugno, nel settore del largo consumo si nota un lieve calo del fatturato (-0,1% vs Q2 2023), che ha comunque superato i 31 miliardi di euro. I beni di prima necessità hanno mantenuto un livello stabile di vendite, con una crescita di alcuni prodotti specifici tra cui fresh food per un valore di oltre 11 miliardi (+0,6% vs Q2 2023) e snacking pari a 1 miliardo (+1,1% vs Q2 2023). Secondo il Barometro dei Consumi di NIQ, i prodotti per la cura della persona, per un valore di 1,8 miliardi hanno conseguito una solida crescita, con un aumento del +6,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, così come il settore della cura della casa, 1,5 miliardi, che ha visto un incremento del +3,9% sempre rispetto ai mesi aprile – giugno 2023. Bene anche per il petcare (circa 600 milioni) che ha visto una crescita del +3,3% rispetto al secondo trimestre 2023. I settori dell’ambient food, ovvero confezionati da scaffale, e dairy, latticini e derivati, hanno registrato una diminuzione del -2,5% e del -2,6% del valore (sempre Q2 2024 vs Q2 2023), con un giro d’affari rispettivamente di 5 miliardi e 3 miliardi.

“Il progressivo rientro dell’inflazione sta impattando sull’andamento delle vendite nel secondo trimestre dell’anno. In particolare, il largo consumo rallenta la sua corsa, sostenuta principalmente dai prezzi, e chiude il trimestre con un andamento rispetto al 2023 leggermente negativo (-0,1%). I beni per la cura della persona e della casa, in controtendenza rispetto alla media FMCG, registrano andamenti positivi” ha commentato Romolo De Camillis, Retailer Director NIQ Italia.

Per quanto riguarda il mercato dei beni tecnologici e durevoli invece, nel secondo trimestre del 2024 in Italia frena il calo delle vendite, raggiungendo un fatturato nel periodo aprile – giugno di quasi 14,8 miliardi di euro, pari a un -0,7% vs Q2 2023. In particolare il settore technical consumer goods (TCG), che include elettronica di consumo, telefonia, IT, prodotti per l’ufficio, fotografia e altri beni tecnologici, presenta un ricavo nel secondo trimestre pari a 2,7 miliardi con un -4,5% vs Q2 2023.

“Anche le vendite di beni durevoli e tecnologici si attestano nel trimestre leggermente al di sotto dei livelli dello scorso anno (-0,7%) interrompendo la fase di accentuata flessione riscontrata nei trimestri precedenti. Buoni segnali di crescita nei comparti DIY / home improvement (+0,9% vs Q2 2023 per un valore di questo trimestre di 6,7 miliardi) e home appliances (+0,7% vs Q2 2023 per un valore di 1,6 miliardi). Da citare anche il settore tech consumer goods che, sebbene ancora negativo, ha riportato un miglioramento rispetto ai quattro trimestri precedenti. In termini qualitativi osserviamo, anche nei dati degli ultimi mesi, una continua spending review degli Italiani che rimodulano rapidamente le loro scelte d’acquisto in funzione dei loro bisogni e dell’andamento dei prezzi” ha aggiunto Ivano Garavaglia, CS Retail Lead & RV Sales Deputy NIQ Italia.

Largo Consumo in Italia, l’indagine di NielsenIQ

Nell’analisi “Lo stato del Largo Consumo in Italia” NielsenIQ evidenzia mensilmente lo scenario dei consumi e delle abitudini di acquisto delle famiglie italiane nella Grande Distribuzione Organizzata. NielsenIQ rileva che a giugno 2022 il fatturato della distribuzione totale Italia è pari a 11,8 miliardi € con un andamento positivo del +8,0% rispetto alla performance dell’anno precedente.

L’inflazione teorica nel largo consumo confezionato, (LCC) ovvero il settore di mercato che comprende tutti i beni di consumo primario e i prodotti confezionati dall’industria, a giugno si attesta intorno al +7,9%, ma le variazioni della scelta di prodotti nel carrello e di preferenza di canale di acquisto, analizzati da NielsenIQ, riducono l’impatto del 0,6% portando le variazioni reali dei prezzi al 7,3%. Dato in netta risalita rispetto a maggio, che registrava un +5,4%.

“L’inflazione ha impattato sui beni del largo consumo con gradualità ma mese su mese i dati stanno galoppando e la spesa delle famiglie è sempre più cara. I risparmi accumulati da una fascia di italiani durante il lockdown sostengono ancora gli acquisti e la possibilità di concedersi alcune libertà e momenti di svago. L’allarme potrebbe scattare in autunno quando l’inasprirsi della condizione economica del nostro Paese potrebbe impattare sul portafoglio degli italiani. Le misure annunciate dal governo contro il caro energia e l’inflazione alimentare, grazie al decreto “Aiuti bis”, evidenziano la previsione, confermata anche dai nostri dati, di un futuro di sofferenza finanziaria per le famiglie italiane che necessita di essere tutelato” commenta Luca De Nard, Amministratore Delegato di NielsenIQ Italia.

Stando all’indagine mensile di NielsenIQ, crescono anche per il mese di giugno rispetto allo stesso periodo del 2021 il fatturato di Discount (+10,5%), seguiti da Supermercati (+8,9%) e Specialisti Casa&Persona (+7,6%).

Ugualmente al mese di maggio, a giugno si registra la percentuale delle vendite in promozione (totale Italia) su un livello inferiore rispetto allo stesso periodo del 2021 (22,9%, -2,5 pp).

Infine, il consumo di prodotti a marchio del distributore raggiunge a giugno il 21,2% del LCC nel perimetro Iper, Super e Liberi Servizi (ovvero i supermercati di metratura minore) e si attesta al 29,8% sul totale Italia inclusi i Discount mantenendo stabile la crescita della domanda di prodotti a marca del distributore.

Cosa mettono gli italiani nel carrello della spesa?
Per quanto riguarda i consumi, complessivamente i dati di NielsenIQ evidenziano le seguenti tendenze: Fresco (+8,0%), Largo Consumo Confezionato (LCC) (+8,7%) mentre il comparto No Food aumenta del +0,5%.

Il Fresco è in crescita nella maggior parte dei canali distributivi, con Libero Servizio (+4,1%) e Discount (+9,7%) che registrano rispettivamente le tendenze peggiori e migliori. Le categorie più dinamiche sono state Macelleria & Polleria (+10,2%) e Pane & Pasticceria & Pasta (+16,1%), mentre cala la Pescheria (-6,9%).

Per quanto riguarda i soli prodotti confezionati, l’andamento analizzato da NielsenIQ a valore nel mese di giugno è cresciuto del +8,8% (+1,4% a volume).

Tra le aree di prodotto la crescita nel mese di giugno, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, è stata significativa nei prodotti per Animali Domestici e Fresco, rispettivamente NielsenIQ li posiziona a +14,2% e +11,8%.

A livello di prodotto guidano la classifica dei TOP10 di NielsenIQ il dessert fresco, l’olio di semi di girasole e la carne.

Gdo, aumenta l’attenzione sul carrello della spesa

I trend positivi del settore del largo consumo registrati nel biennio della piena pandemia sono ormai un ricordo: hanno infatti subito una scossa a seguito dell’aumento dell’inflazione e del rallentamento della crescita economica dovuti all’attuale scenario geopolitico. Di conseguenza, la combinazione di questi elementi sta creando un panorama del tutto nuovo per il settore della grande distribuzione in Italia, che avrà un impatto profondo sui comportamenti e le abitudini d’acquisto degli italiani e delineerà nuovi scenari di consumo.

A dirlo è NielsenIQ che ha condotto un’analisi mettendo a confronto i dati del primo quadrimestre del 2022 sul 2021 e notando un andamento diverso rispetto a quelle che erano le prospettive di mercato. I dati del primo trimestre per il Largo Consumo Confezionato (LCC) hanno registrato uno stabile declino fino al mese di marzo, tuttavia, grazie anche al contributo positivo della Pasqua (aprile +8%) la crescita del LCC si attesta di oltre 1 punto nei primi quattro mesi del 2022.

L’indagine ha poi preso in esame l’alterazione delle dinamiche competitive in atto, per far emergere le performance dei canali di vendita: stando ai dati del 2019 di NielsenIQ rispetto all’anno corrente, l’e-commerce nel Q1 ha un valore del 2,6% diversamente dalla quota (0,9%) registrata nel 2019, mentre i discount raggiungono attualmente quasi il 20% del valore guadagnando 1 punto rispetto al 2019. Resta solido il format dei supermercati che tra il 2019 e il 2022 non ha riscontrato variazioni e registra oggi un valore del 38,3%.

L’inflazione teorica – stesso paniere e stessi volumi – nel largo consumo confezionato al momento si attesta intorno al 4,8%, ma le previsioni stimano che potrebbe arrivare oltre i 6 punti. Le variazioni reali dei prezzi raggiungono tuttavia una quota del 2,6%, mostrando un cambiamento dei comportamenti dei consumatori italiani, i quali rivedono il mix di prodotti nel loro carrello. Inoltre, la riduzione dei volumi legati all’elasticità ai prezzi sarà di circa il -2,5%.

Le conclusioni dell’analisi effettuata da NielsenIQ sono chiare: i consumatori stanno iniziando a mettere in pratica delle strategie di risparmio, che compensano gli effetti al rialzo dei prezzi causati dall’inflazione, cambiando il mix di prodotti nel carrello e facendo più attenzione a selezionare i prezzi più bassi. Si assisterà dunque a una polarizzazione delle fasce di consumatori: una parte delle famiglie sarà costretta a modificare maggiormente i propri stili di consumo per andare a compensare la perdita del potere di acquisto.

(Franco Metta)

Largo Consumo: cresce il fatturato nel terzo trimestre. I dati Nielsen

Nel terzo trimestre 2019 il fatturato del largo consumo in Italia è cresciuto del +1,9%, innescato da un aumento dei volumi del +1,9% vs. il medesimo periodo dell’anno precedente, a parità di prezzi. Prima dell’Italia si posiziona la Spagna (fatturato +2,7%, volumi +0,3%, prezzi +2,4%). Seguono il Regno Unito (fatturato +1,0%, volumi -0,1%, prezzi +1,1%), la Francia (fatturato +0,7%, volumi -1,3%, prezzi +2,0%) e la Germania (fatturato -0,9%, volumi -1,9%, prezzi +1,0%).

Questi alcuni dei dati emersi dal report trimestrale Nielsen Quarter by Numbers, che monitora l’andamento macroeconomico e del
largo consumo in 15 Paesi dell’Unione Europea e in 15 altri Paesi del continente europeo

“Il terzo trimestre e la chiusura dell’anno a +1,7%, confermano che il 2019 è stato un anno positivo per l’Italia, con una crescita del largo consumo moderata ma continua dall’inizio dell’anno, collegata principalmente alle performance positive delle regioni del Sud. – dichiara Laurent Zeller, amministratore delegato di Nielsen Connect Italia – A fronte di un’inflazione in costante calo dal terzo trimestre del 2018, anche la pressione promozionale si contrae, favorendo quindi gli acquisti seppure in un periodo di relativa calma come questo.”

L’ammontare della spesa nel largo consumo nel continente europeo in generale cresce del +2,2% nel terzo trimestre del 2019 rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, una percentuale spiegata da una crescita dei prezzi del +2,5% e da un calo contenuto dei volumi del -0,3%.

Rispetto alla media europea, l’Italia dunque si colloca al di sotto per fatturato complessivo (+1,9% vs. +2,2%) ma nettamente sopra media nei volumi di vendita (+1,9% vs. -0,3%) mentre è al di sotto della media dell’aumento dei prezzi (0% vs. +2,5%).

A livello di formati, le vendite crescono soprattutto negli specialisti drug (+5%), nei discount (+4%) e nei supermercati (+1,8%) – dichiara Romolo de Camillis, Retailer Services Director di Nielsen Connect Italia “Per quanto riguarda i comparti, invece, i trend più positivi sono quelli del fresco, dei surgelati e del pet care.”   

A livello di contintente continua la crescita sopra media della Turchia (+17,4%) sempre grazie all’inflazione e in generale tutta l’Europa dell’Est mantiene numeri molto positivi.

Il largo consumo chiuderà il 2019 a +1,4%. Le stime di Nielsen

Il trend delle vendite a valore del largo consumo in Italia chiuderà il 2019 a +1,4% rispetto al 2018. A fronte di un dato progressivo che a ottobre si è attestato al +1,6%, la previsione di Nielsen, quindi,  è che l’anno si chiuda comunque in positivo nonostante un possibile rallentamento delle vendite nelle ultime settimane del 2019. Nello specifico, i reparti Food & Beverage + Pet, a quota +2,0% nel dato progressivo di ottobre 2019, chiuderanno l’anno a +1,8%, mentre i reparti del cura casa, del cura persona e del no food, in calo del -0,2% a ottobre, chiuderanno l’anno a -0,3%. Sono questi alcuni dei dati che emergono dalle rilevazioni Nielsen Total Store, e che prendono in considerazione l’andamento dei reparti alimentari (comprensivi di beverage e pet care), dei reparti dedicati alla cura della casa e della persona e del no food (bazar leggero, pesante e tessile). “I dati di ottobre sono in linea con il mercato FMCG nell’Eurozona e siamo fiduciosi che la chiusura dell’anno a +1,4% rispetto al 2018 porterà a moderata ma continua crescita nel 2020 – ha dichiarato Romolo de Camillis, Retailer Services Director di Nielsen Italia – Nell’ultimo anno, però, all’interno del mercato italiano sono emerse spiccate differenze geografiche: la GDO nelle regioni del Sud è in crescita da gennaio, contrariamente ai trend negativi del 2018. A questo ha contribuito principalmente la trasformazione dei format distributivi, unita ad una contrazione del dettaglio tradizionale nelle regioni Meridionali e ad un parziale contributo del provvedimento del reddito di cittadinanza”. Tornando al quadro generale, se in Italia nel 2018 la crescita della GDO è stata trainata principalmente dalle insegne discount, il 2019 ha visto aggiungersi tra le insegne più performanti anche alcune aziende dei supermercati. Per il canale discount si confermano performance molto positive dei reparti dedicati ai prodotti freschi, altro sintomo di profonda trasformazione dei negozi. Infatti l’offerta discount, nata con un focus sui prodotti confezionati, si sta progressivamente affermando su prodotti freschi e ad elevata frequenza d’acquisto: oggi il fresco rappresenta l’88% della crescita del canale (peso imposto e peso variabile, incl. gastronomia, salumeria e formaggi + frutta e verdura + carne, dato progressivo ottobre 2019). Tra le azioni di contrasto dei supermercati alle insegne discount, si evidenzia il ritorno dei prodotti a marchio proprio di “primo prezzo”: nel dato progressivo ad Ottobre 2019, questo segmento cresce del +20,5%, invertendo la tendenza negativa osservata nel corso del 2018.

Focus sul Sud

Il dato dell’evoluzione dei metri quadri conferma la trasformazione della rete distributiva nel Sud: con gli ipermercati e i liberi servizi che perdono terreno (rispettivamente -32mila mq e -27mila mq a settembre 2019 vs. settembre 2018) e il discount che continua ad avanzare (+38mila mq), è palese che il Meridione stia beneficiando di una rete distributiva in fase di rinnovo sia in termini di metri quadri, sia in termini di servizi offerti. Tra le diverse cause della crescita del largo consumo al Sud non va comunque escluso l’effetto positivo di maggiori consumi sostenuti dal reddito di cittadinanza, di cui le regioni meridionali sono state le principali beneficiarie. In particolare, in Campania, Calabria, Sicilia, Puglia e Sardegna, regioni dove il reddito di cittadinanza ha avuto un impatto medio-alto (inteso come medio-alta % di beneficiari sul totale popolazione, fonte: INPS, agosto 2019), si apprezza un miglioramento dei trend settimanali rilevati da Nielsen a parità di rete distributiva, dal +2,5% del primo quadrimestre al +3,1% di primavera/estate (Nielsen, Gennaio-Aprile 2019 vs Maggio-Agosto 2019).

L’anno che verrà

Lo scenario di mercato attuale, con profonde trasformazioni in corso, lascia presagire un 2020 durante il quale la selezione degli assortimenti da proporre a scaffale giocherà un ruolo fondamentale nel mondo del largo consumo: la ricchezza assortimentale richiesta dal cliente andrà coniugata con una sempre maggiore efficienza di filiera. 

Largo Consumo: bilanci e previsioni di Nielsen

Photo by Tim Mossholder from Pexels

E il gradino più alto del podio, nel ranking del largo consumo delle principali economie, spetta all’Italia. Parola di Nielsen. Nel secondo trimestre 2019, infatti, il fatturato del largo consumo nel nostro Paese è cresciuto del +4,0%, grazie a un aumento dei volumi del +3,3% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente e da un incremento del +1,4% dei prezzi.
Alla Germania (fatturato +2,4%, volumi +1%, prezzi +1,4%), va l’argento, terzo gradino alla  la Spagna (fatturato +2,3%, volumi +0,5%, prezzi +1,8%),seguono poi la Francia (fatturato +1,3%, volumi -0,7%, prezzi +2%) e il Regno Unito (fatturato +0,7%, volumi – 0,4%, prezzi +1,2%).

L’ammontare della spesa nel largo consumo nel continente europeo in generale cresce del +3,4% nel secondo trimestre del 2019 rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, una percentuale spiegata da una crescita in volumi del +0,5% e in prezzi del +2,9%.
Rispetto alla media europea, l’Italia dunque si colloca al di sopra per fatturato complessivo (+4,0% vs. +3,4%) e per volumi acquistati (+3,3% vs. +0,5%) mentre è al di sotto della media dell’aumento dei prezzi (+0,7% vs. +2,9%).

Lo scenario che verrà
“A fronte di nove mesi positivi per l’Italia, con una crescita in valore del +2% dall’inizio dell’anno (1 Gennaio-22 Settembre 2019), nei prossimi mesi – dichiara Laurent Zeller, amministratore delegato di Nielsen Italia – si prevede che in Europa si verifichi un rallentamento economico dovuto alla Brexit e alle dispute sui dazi internazionali. In uno scenario così incerto, è probabile che la domanda si riduca lievemente soprattutto per i prodotti di largo consumo. A fronte di un primo semestre positivo”.In generale l’economia europea sta già mostrando i primi segni di rallentamento: la crescita del PIL nell’Unione arriva a quota +0,2% nel secondo trimestre 2019 rispetto al primo trimestre 2019, mentre la crescita su base annua è del +1,4%, rispetto al +1,6% nel primo trimestre 2019.
“Il tasso d’inflazione annuo nell’Eurozona è all’1% – dichiara Romolo de Camillis, Retailer Services Director di Nielsen Italia -. Se il costo dell’energia è in calo, quello di cibo, alcol, tabacco e servizi stanno crescendo rapidamente. Produttori e distributori dovrebbero tenere a mente che questo impatterà sia l’ammontare della spesa dei consumatori nella GDO, sia la scelta dei brand nel momento dell’acquisto, risultando in consumi più prudenti. Occorrerà sostenere la domanda con rinnovate strategie promozionali.” A livello di contintente, il Paese più in crescita è ancora la Turchia, anche grazie all’inflazione più alta (trend
anno su anno +19,4%), mentre si rileva un calo nell’andamento dei volumi (-5,4%). Gli altri Paesi che presentano tassi di crescita elevati sono Ungheria (+7,7%), Polonia (+7,1%), Repubblica Ceca (+6,6%), Slovacchia (+4,6%) e Portogallo (+4,2%). La Finlandia, con +0,3%, ha l’incremento più modesto.

Cercasi giovani manager per il largo consumo. GS1 Italy|Indicod-Ecr li manda a scuola

Anche nel corso del prossimo anno accademico 2015-2016 Gs1 Italy | Indicod-Ecr prosegue nell’attività di formazione per giovani neolaureati interessati al settore dei beni di consumo. Partiranno il 28 luglio, per proseguire in ettembre e in ottobre gli incontri di selezione per la nuova edizione del Master in Retail and Brand Management di GS1 Italy | Indicod-Ecr, il percorso formativo sviluppato con l’Università degli Studi di Parma giunto alla dodicesima edizione, la seconda con gli approfondimenti sul mondo industriale e distributivo.

Il corso di studi si rivolge a laureati che desiderino completare la loro preparazione universitaria con conoscenze specialistiche nell’ambito delle problematiche di marketing, delle strategie e delle politiche distributive e industriali e delle caratteristiche proprie della filiera del largo consumo, premesse indispensabili all’avvio di una carriera manageriale nel settore.

«Lo scorso anno abbiamo arricchito questo percorso formativo con nuovi moduli dedicati alle peculiarità delle aziende del comparto produttivo e industriale» afferma Paolo Fregosi, direttore relazioni esterne di GS1 Italy | Indicod-Ecr. «Anche per questo rappresenta il punto di partenza preferenziale per giovani laureati che desiderino completare la loro preparazione universitaria con conoscenze specialistiche nell’ambito delle problematiche di marketing, delle strategie e delle politiche distributive e industriali nonché di tutte le caratteristiche proprie della filiera del largo consumo».

Integrazione tra didattica ed esperienza sul campo, internazionalità (collaborazioni con l’Università di Stirling e di Edimburgo, la Stern School of Business di New York, Kellog School of Management e la Nielsen di Chicago), docenti qualificati selezionati tra i massimi esperti esperti della distribuzione e dell’industria, nel mondo accademico, consulenziale e della formazione di settore, sono solo alcuni degli elementi distintivi che hanno decretato negli anni il successo del Master in termini di sbocchi professionali: oltre il 90% dei partecipanti risulta stabilmente impiegato nei 6 mesi successivi alla conclusione del Master.

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