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Sarà un Natale di acquisti digital (+13%): da smartphone, su Instagram e nella CyberWeek

Anche a Natale, la festa più tradizionale (ma anche, diciamocelo, più consumistica) dell’anno l’influenza del digital sugli acquisti è sempre maggiore: con il 68% delle visite ai portali e-commerce da smartphone, le raccomandazioni d’acquisto basate sull’Intelligenza Artificiale che incideranno fino al 35% del totale delle vendite (+25% rispetto alla stagione invernale 2017), quattro acquisti online su dieci effettuati durante la Cyber Week e il traffico e-commerce da Instagram in aumento del 51% secondo Salesforce, azienda leader mondiale nel CRM. Che ha pubblicato insight e previsioni relativi al comportamento dei consumatori nell’imminente periodo dello shopping natalizio 2018.
I dati provengono dall’analisi combinata del comportamento d’acquisto di 500 milioni di consumatori (in 53 Paesi del mondo) e miliardi di transazioni gestite con la soluzione Commerce Cloud di Salesforce, con i dati del settore retail del report annuale Shopper-First Retailing.

È stato inoltre calcolato che il fatturato proveniente dal commercio elettronico previsto per le festivitànatalizie del 2018 cresceràdel 13% rispetto allo scorso anno, merito soprattutto delle raccomandazioni d’acquisto generate dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale, attualmente responsabili del 35% degli incassi. 

 

Mobile first

A dominare saràlo shopping da mobile: si prevede che per la prima volta gli acquisti da smartphone supereranno quelli da PC e da tablet. Il 46% di tutti gli ordini verrà concluso via smartphone, il 44% da computer e solo il 9% da tablet. Il mobile saràresponsabile per il 68% di tutto il traffico e-commerce della stagione, un nuovo massimo storico (+19% rispetto al 2017). Il traffico proveniente da mobile raggiungeràil picco nel giorno della vigilia di Natale, quando i consumatori ricorreranno ai loro smartphone, andando a rappresentare il 72% delle visite totali ai portali di e-commerce e facendo registrare il 54% degli ordini per l’intera giornata.

 

Aspettando il Black Friday
Negli ultimi anni hanno preso piede anche in Europa i fenomeni statunitensi del Black Friday e del Cyber Monday, relativamente il venerdì e il lunedì successivi al giorno del Ringraziamento che negli Stati Uniti danno il via alla stagione degli acquisti natalizi. Quest’anno la cosiddetta “Cyber Week”, ossia l’intera settimana che precede il “lunedì cibernetico” ormai quasi interamente dedicata agli sconti online, varràil 40% di tutte le entrate e- commerce dell’intera stagione natalizia a livello globale. Il Black Friday si prepara a essere di nuovo la migliore giornata per lo shopping online nel mondo, conquistandosi da solo il 10% di tutte le entrate della stagione festiva, mentre il Cyber Monday rappresenterà l’8% delle vendite. I cinque giorni migliori per lo shopping online (classificati in base alle vendite registrate a livello globale) saranno il Black Friday, il Cyber Monday, il giorno del
Ringraziamento e il sabato e la domenica immediatamente successivi (che negli Stati Uniti sono già stati rinominati Cyber Saturday e Cyber Sunday). In ogni caso, il 50% dello shopping online natalizio del 2018 verràcompletato entro il 2 dicembre, un giorno in anticipo rispetto all’anno scorso.

 

Instagram star dei social anche per gli acquisti

La vera grande novitàdello shopping natalizio di quest’anno saràInstagram, che si attesta come il canale social in piùrapida crescita per il traffico digitale dei siti di e-commerce: registreràun aumento del traffico del 51% rispetto allo stesso periodo nell’anno precedente, mentre Facebook subiràun calo del 7%. Nel periodo natalizio, il traffico e-commerce generato dai social supereràil 5%, registrando un aumento del 17% rispetto all’anno scorso.
Tra i consumatori, è chi acquista prodotti per la bellezza e il benessere il più propenso a utilizzare Instagram per arrivare su un sito di e-commerce in cui effettuare l’acquisto.

Infine, la spedizione gratuita saràun must per l’intera stagione: il 72% di tutti gli ordini verrà effettuato ricorrendo a questa modalitàdi spedizione, registrando un sensibile aumento rispetto all’anno scorso.

La ricerca di Publicis.Sapient e Salesforce èstata sviluppata tramite un sondaggio tra i consumatori includendo domande presenti nella ricerca elaborata lo scorso anno e nel sondaggio Salesforce Connected Shopper del 2017, oltre a nuove domande elaborate per affrontare il tema delle nuove tecnologie emergente e delle nuove tendenze nel retail. Il sondaggio ha analizzato le risposte online di 6.000 persone, con età superiore ai 18 anni e selezionate in base alla frequenza di acquisto nei negozi e online, in 6 paesi (1.000 partecipanti in ciascun paese): Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia, Canada e Australia.

 

Pagamenti digitali a 46 miliardi di euro, la metà via contactless e mobile

Vale circa 46 miliardi di euro il mercato dei pagamenti innovativi, che ormai costituisce il 21% del totale dei pagamenti digitali con carta, i quali nel 2017 hanno raggiunto i 220 miliardi, con una crescita di più del 10%. Un balzo che in buona parte è dovuto al cambiamento nell’approccio e nelle abitudini dei consumatori e degli esercenti, che hanno privilegiato le modalità più innovative di pagamento digitale (eCommerce, ePayment, Mobile Payment & Commerce, Contactless Payment, Mobile POS) che valgono oggi il 21% del totale dei pagamenti digitali con carta, mentre nel 2016 si fermavano al 15%. Sono i dati emersi dalla nuova edizione dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce della School of Management del Politecnico di Milano presentati oggi in occasione dell’evento “Mobile Payment & Commerce: allacciate le cinture!”.

La componente di maggior valore del New Digital Payment si confermano l’eCommerce e l’ePayment. L’acquisto di beni e servizi e il pagamento di ricariche, bollette e tasse tramite PC o tablet con carta di credito o tramite Wallet (esclusi i pagamenti veicolati tramite home banking) valgono infatti 20,3 miliardi di euro, +10% rispetto al 2016. I pagamenti contactless con carta da parte loro crescono di oltre il 150% e sfiorano i 18 miliardi di euro (l’8% del transato con carta). Sono circa 400 milioni le transazioni effettuate in modalità senza contatto dai possessori delle carte (l’11% delle transazioni con carta e oltre il 15% delle transazioni con carta in negozio).

Numeri attribuibili alla svolta nell’approccio e nelle abitudini dei consumatori e degli esercenti più che alla crescita dell’infrastruttura, ormai consolidata: quasi 1 carta su 2 (51 milioni di carte a fine 2017, con un incremento del 28% rispetto al 2016) e oltre 1 POS su 2 (1.400.000 a fine 2017, con un incremento del 40% rispetto al 2016) sono contactless. E la crescita è destinata a proseguire prepotente: si stima che i pagamenti contactless entro il 2020 varranno tra i 50 e i 90 miliardi di euro.

Ancora marginale il contributo dei pagamenti presso i punti vendita attraverso il cellulare (Mobile Proximity Payment), malgrado la crescita da 10 a 70 milioni del transato, che nel 2020 potrebbe valere dai 3,2 ai 6,5 miliardi di euro. Già forte invece la componente Mobile Remote Commerce, che sale dai 3,5 miliardi del 2016 ai 5,8 del 2017, con un +65%.Rallenta invece la crescita del Mobile Remote Payment, che vale comunque quasi 800 milioni di euro. Cresce il transato dei Mobile POS, che raggiunge i 900 milioni di euro (+9% rispetto al 2016): a fine 2017 si contano 90.000 unità attive (+6%, erano 85 mila nel 2016).

Da notare anche l’importanza dei Mobile Remote Payment, ovvero i pagamenti di ricariche telefoniche, bollette, parcheggi, biglietti del trasporto, noleggi auto e taxi che valgono oltre 120 milioni di euro (+33% rispetto al 2016). In particolare, crescono il Mobile Parking, che supera i 27 milioni di euro (+63% rispetto al 2016), il Car e il Bike Sharing, che insieme raggiungono i 76 milioni di euro (+41% rispetto al 2016). Restano invece pressoché stazionari i volumi di transato relativi al settore Taxi (attivi in oltre 45 comuni) e TPL (quasi 100 comuni), rispettivamente pari a 4 e 13 milioni di euro transati nel 2017.

«La crescita dei New Digital Payment – nota Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce – proseguirà nei prossimi anni (superando nel 2020 i 100 miliardi di euro), a scapito di strumenti di pagamento più inefficienti come il contante e, in parte, in sostituzione degli Old Digital Payment. Il contributo maggiore a questa crescita sarà probabilmente riconducibile ai Contactless Payment e ai Mobile Proximity Payment, finalmente in fase di decollo».

Il mondo dei pagamenti è in continua evoluzione e tutti gli attori in gioco devono prestare attenzione al futuro. Che nei prossimi anni riserva varie novità che già si intravedono: dal Mobile Wallet evoluto che integra pagamento digitale e carte fedeltà all’autorizzazione dei pagamenti attraverso i tratti biometrici della persona, fino ai trasferimenti di denaro in meno di 10 secondi in modalità peer to peer ed Instant Payment.

Si confermeranno i principali trend che riguardano i pagamenti tramite smartphone, l’evoluzione delle nuove monete virtuali (blockchain e criptovalute), oltre all’Intelligenza Artificiale applicata al mondo delle transazioni; senza dimenticare le applicazioni legate all’Internet of Things, con automobili in grado di pagare il parcheggio e frigoriferi “smart” capaci di effettuare la spesa in autonomia.

 

 

Più di un italiano su due connesso via mobile: canale di vendita in parte inesplorato

Sono 31,1 milioni gli italiani che accedono ogni mese a internet tramite smartphone e tablet, più di uno su due. E di essi più di un terzo, il 37%, utilizza il mobile in esclusiva, più di quanti ormai si connettano invece dal solo pc. E infatti il 64% del tempo speso navigando viene trascorso con lo smartphone in mano. Dati che emergono dall’Osservatorio mobile B2c Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, che analizza periodicamente l’impatto degli smartphone nei rapporti tra aziende e consumatori.

Che il mobile sia diventato sempre più importante nella vita degli italiani è un dato di fatto. Sono 11 milioni coloro che hanno come unico strumento di accesso a internet uno smartphone o un tablet, gli altri utilizzano anche il desktop. Nel marzo 2017 si è verificato lo storico sorpasso dei mobile-only sui pc-only e le distanze vanno aumentando. Che il mobile sia diventato un canale di vendita importantissimo è un dato di fatto altrettanto chiaro. In Italia, Paese non certo all’avanguardia in Europa da questo punto di vista, un quarto degli acquisti di eCommerce nel 2017 è stato effettuato via mobile. E il fatto che ciascuno di noi trascorra in media 45 ore al mese navigando su dispositivi mobili rende questi strumenti fondamentali anche per la pubblicità. Il mercato del Mobile advertising concentra il 40% degli investimenti sul digitale e il 14% del totale.

Le opportunità da cogliere per le aziende sono tante e molte ancora inesplorate. Il grosso delle attività svolte online dagli italiani su mobile si concentra su un numero limitato di app di proprietà di colossi come Facebook e Google. «A fronte di importanti passi avanti già avvenuti da parte delle principali imprese italiane nella valorizzazione del mobile – fa notare Raffaello Balocco, responsabile scientifico dell’osservatorio Mobile B2c – le opportunità da cogliere rimangono tante. Visione strategica, competenze e continuous improvement sono gli ingredienti essenziali per giocare appieno questa partita».

 

Mobile advertising e app, opportunità di crescita

Il mercato del Mobile Advertising in Italia nel 2017 è cresciuto del 49% superando per la prima volta il miliardo di euro. «Si riduce la differenza tra la spesa delle aziende su questo canale e il tempo di navigazione degli utenti – osserva Marta Valsecchi, direttore dell’osservatorio Mobile B2c Strategy -. L’incremento degli investimenti può essere ricondotto in particolare alla crescita dell’impatto del Mobile all’interno di campagne digital multipiattaforma sia a causa del crescente spostamento di audience su questo canale sia per la maggiore attenzione di diverso editori a declinate su Mobile alcuni formato tipici del desktop e a migliorare la modalità di misurazione delle valorizzazioni».

A livello di formati peso dominante continua ad averlo il Display advertising (43% del mercato) davanti al Video Advertising (33%) e la Search (20%). Per quanto riguarda i siti, considerando le principali aziende per fatturato in 13 differenti settori emerge che il 68% ha un sito responsive, il 15% un mobile site, il 13% un sito adaptive e solo il 4% un sito non ottimizzato. Colpisce poi il dato sul numero medio di App pubblicate sugli Store da ciascuna azienda: circa 5, un terzo delle quali non aggiornate. Il rating medio è discreto, pari a 3,35, in leggero aumento se si considerano quelle principali e maggiormente aggiornate. E chi ha sviluppato le App lo ha fatto mirando a clienti già conosciuti: il 93% delle App analizzate dà infatti la possibilità all’utente di accedere a un’area personale tramite login, anche se in più della metà di queste è possibile fruire di alcuni servizi o contenuti in un’area free. Infine le carte fedeltà: il 35% le ha già dematerializzate almeno in parte.

Uno smartphone ci cambierà, porta unica al web per un italiano su quattro

Foto Jaelynn Castillo on Unsplash.

È sempre più mobile: ormai per accedere al web un italiano su quattro utilizza unicamente lo smartphone. E le aziende dovranno tenere conto di questo cambiamento nei comportamenti, essendo ormai appurata l’influenza determinante della rete nelle decisioni d’acquisto. È quanto emerge dalla ricerca internazionale sull’uso dei dispositivi mobili per il 2017 di comScore, “Global Mobile Report”. La relazione si basa su dati multi-piattaforma relativi a 14 mercati internazionali (oltre all’Italia, Stati Uniti, Canada, Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, Argentina, Brasile, Messico, Cina, India, Indonesia e Malesia) per evidenziare trend globali e differenze regionali nell’utilizzo dei dispositivi mobili.

Non solo: l’80% del tempo trascorso su dispositivi mobili avviene tramite app, e le 30 principali applicazioni in ciascun mercato rappresentano tra il 41 e il 61% dei minuti mobile complessivi.

 

Crescita globale, in Italia 62% dei minuti online è mobile

La ricerca evidenzia come l’accesso “mobile-only” (ovvero con utilizzo esclusivo di smartphone o tablet, senza alcun accesso da desktop nell’arco di un mese) riguarda il 70% della popolazione digitale in India ed è passato dal 22% al 29% in Brasile nel corso dello scorso anno. E messaggistica istantanea e Social Media rappresentano oltre un quarto della totalità dei minuti mobile nei mercati oggetto dello studio.

La supremazia di Facebook nei vari mercati.

Il Mobile ha conquistato una posizione di primo piano in tutto il mondo: conta per oltre la metà dei minuti complessivi spesi online in 13 Paesi, con quote che superano il 75% in Messico, India e Indonesia. In Italia questa percentuale si ferma al 62%, in linea con i dati di USA e Regno Unito. Ma nel Belpaese una percentuale significativa della popolazione internet italiana è fortemente dipendente dai dispositivi mobili: una su quattro ovvero il 26% della popolazione italiana accede al web esclusivamente da Mobile. Una percentuale molto più alta di paesi come Germania, Regno Unito e Stati Uniti (rispettivamente 4%, 8% e 12%), mercati in cui la maggioranza accede da più piattaforme.

L’Italia risulta anche il mercato più polarizzato in assoluto per quanto riguarda l’utilizzo di app: oltre l’87% del tempo trascorso via mobile è infatti speso all’interno di un’app, ma solo 11 app riescono a raggiungere un livello di audience consistente (attorno al 20% di penetrazione) contro le 20 degli USA o le 17 del Regno Unito).
«L’adozione del mobile avviene in maniera tutt’altro che uniforme a livello globale – ha commentato Will Hodgman, Executive Vice President of international sales presso comScore -. Questa relazione dimostra che identificare le aree in cui il consumo digitale tende a concentrarsi sulle piattaforme mobili permette a proprietari di media, inserzionisti e relativi centri media di portare alla luce nuove opportunità potenziali in termini di audience e contenuti. Con l’ampliamento della misurazione delle audience mobile a livello granulare e basata su dati panel, comScore intende perseguire l’intento di individuare nuovi trend da azionare».

 

Gdo, un cliente omnicanale cerca punti e convenienza online e sceglie in tempo reale

Il picco della crisi sarà anche passato ma non la tendenza all’infedeltà e alla ricerca di promozioni del cliente, specie nella Gdo: sette clienti su dieci visiterebbe più spesso un supermercato dove non vanno abitualmente se si potessero raccogliere punti, il 90% andrebbe più spesso nel proprio se ci fosse la possibilità di essere premiati tramite la piattaforma di rewarding (con relativa facilità di accumulare punti per accedere alle gift card in palio). Tra questi il 60% degli utenti sarebbe disposto anche ad allontanarsi maggiormente da casa pur di accedere a una maggiore convenienza legata alla spesa. Sono i risultati di una ricerca di Check Bonus ottenuti attraverso un questionario somministrato a 5.000 utenti di un’App delle principali insegna della Gdo italiana (Carrefour, Coop, Esselunga, Gigante, Iper, Penny market, ecc…).

“Attraverso l’attività di CheckBonus ci siamo accorti che fedeltà e infedeltà all’insegna sono concetti superati a fronte di un cambiamento di percezione del consumatore con cui si costruisce un patto di fedeltà in tempo reale che va alimentato in ogni momento – spiega Pierluigi Casolari, CEO di CheckBonus – il consumatore mobile è un consumatore in grado di recepire in tempo reale informazioni fondamentali per la sua esperienza d’acquisto. Questa ricerca ci ha dato modo di verificare che è in atto un vero e proprio cambiamento per quanto riguarda i modelli di fidelizzazione, dal coupon al rewarding mobile e in tempo reale. Il consumatore oggi vuole nuovi modelli di marketing e di customer experience più in linea con le nuove sfide del mobile».

 

Al centro il mobile, il processo d’acquisto e la gratificazione istantanea

«I risultati della ricerca risultano fortemente consistenti con una serie di trend in atto e in crescita – chiarisce Maria Luisa Bionda, fondatrice di 2B Research e docente in Università Cattolica di Milano -. Da un’analisi articolata e multidisciplinare del comportamento del consumatore emerge infatti come la forte crescita dell’accesso al web da mobile rilevata costantemente da Audiweb e la diminuzione della cosiddetta mobile penalty (ovvero la velocità, la qualità, il costo della connessione sempre più favorevoli) generino un consumatore sempre più omnicanale, connesso attraverso più touchpoint, alla ricerca della costruzione della customer journey migliore possibile (più ingaggiante, più gratificante, più conveniente). Anche l’American Marketing Association sottolinea come l’ominicanalità sia in costante crescita e il consumatore omnicanale dimostri una spiccata predisposizione ad uno stile di consumo edonistico, in cui la propria gratificazione risulta centrale e, quando raggiunta, si trasforma in valore (visite/acquisti più frequenti, maggiore fidelizzazione, ecc.). In questa ricerca di gratificazione e dell’elaborazione di un piacere che non si limita al piacere derivato dall’acquisto/possesso, ma si concretizza anche nelle modalità con le quali l’acquisto/possesso avviene, la logica del dono può giocare un ruolo cruciale e il dono può assumere molteplici forme». 

Commerce ed e-commerce ormai anche per la grande distribuzione sono diventate due facce di una stessa medaglia. I nuovi consumatori digitali, i Millennials, sono consumatori evoluti e connessi. Per i singoli brand e per le insegne della Gdo è fondamentale quindi costruire con il proprio pubblico di riferimento un vero e proprio processo conversazionale. Tutte le aziende stanno lavorando per implementare le proprie strategie di marketing e retail con la tecnologia, soprattutto con quella mobile. In questo senso iBeacon, scansione del codice a barre, geolocalizzazioni, sono solo tre delle innovazioni affermate che entrano in gioco per una relazione che offre vantaggi ai clienti, informazioni sui prodotti o gift card.

Oggi ci si rivolge a un consumatore omnicanale che è molto esigente rispetto al proprio customer journey e vuole un’esperienza a 360 gradi con tutte i device, in store e online. Il vecchio modello del couponing, sentito come uno strumento per ottenere un buon affare, resta in voga ma si trasforma. Dalla sola carta si passa al digitale e le App diventano il primo strumento per relazionarsi al mondo delle offerte anche mentre si fa la spesa al supermercato.

Un’indagine del 2016 di RetailMeNot del resto aveva già riscontrato che, su 10.800 intervistati, il 42,8% utilizzava app mobile per cercare coupon, e il fenomeno presumibilmente è cresciuto in modo esponenziale nel 2017, anche grazie alle novità introdotte da colossi come Amazon, Walmart, Groupon ed eBay. 

Il lungo viaggio della Gdo verso l’esperienza mobile

Il 60% degli utenti naviga da smartphone, il mobile advertising aumenta del 53% in un anno, le applicazioni si moltiplicano, dalle app che monitorano la salute all’auto connessa al supermercato senza cassa di Amazon, sono oltre 830 le start-up finanziate in questo ambito a livello internazionale negli ultimi due anni ma solo il 14% delle aziende italiane ha una visione strategica sul canale mobile. Gli ostacoli sono sia tecnologici sia di ordine culturale e organizzativo secondo Marta Valsecchi che presenta le evidenze emerse dal nuovo Osservatorio Mobile B2c Strategy della School of Management del Politecnico di Milano
L’80% dei navigatori internet Mobile utilizza lo Smartphone per prendere decisioni d’acquisto o relazionarsi con i propri marchi preferiti. Il 34% lo usa anche per finalizzare la transazione. È alta la percentuale dei Mobile Surfer che non disattivano mai la connettività dei propri Smartphone: oltre due terzi (68%) ha il wi-fi sempre attivo, mentre la percentuale scende a poco più di un terzo (37%) per la geo-localizzazione e al 19% per il bluetooth.
Per quanto riguarda la tipologia di App di brand scaricate sugli Smartphone: il 72% ha installato almeno un’App di un gestore di telefonia, il 61% di una banca (valutate come le qualitativamente migliori), il 39% di un’insegna della Gdo, il 29% di un gestore utility e il 23% di un brand dell’abbigliamento. Rispetto ad altri settori è leggermente più basso il voto che gli utenti danno alle app della grande distribuzione, che sono usata in media 1,8 volte al mese: il 31% le giudica molto negativamente e il 36% pensa sia inutile. Fondamentale dunque è trovare i servizi e i contenuti che possano risultare utili ai consumatori.
Infatti, ben il 57% dei Mobile Surfer negli ultimi tre mesi ha abbandonato un sito/App perché non funzionava o non era sufficientemente veloce. Oltre all’usabilità, un tema caldo è quello della privacy: la sensazione che le aziende monitorino le ricerche personali è molto forte per tutte le fasce di età, mentre il consenso al tracciamento per ottenere offerte e messaggi mirati genera sensazioni ambivalenti, a metà tra il fastidio per l’intrusione e l’utilità percepita per possibili vantaggi che ne deriverebbero.

2017, l’anno in cui il portafoglio non servirà più (o quasi)

Magari non scomparirà del tutto, ma il portafoglio nel 2017 potrebbe diventare un accessorio decisamente obsoleto. Da un’analisi realizzata da Affinion, leader mondiale nella fornitura di servizio di customer engagement, emerge che il prossimo anno potrebbe essere quello del grande balzo in avanti dei pagamenti via mobile. La possibilità di pagare tramite telefono cellulare è ormai infatti una realtà: che si faccia shopping online o di persona, la tecnologia di Apple Pay o del suo concorrente Android potrebbe, d’ora in poi, rendere inutile ricordarsi del portafoglio. Questo approccio più leggero e agile sembrerebbe destinato a conquistare, in un tempo ragionevole, anche gli italiani, tradizionalmente legati al contante. Ciò che i pagamenti mobili offrono è un più elevato livello di comfort e personalizzazione e un maggiore grado di sicurezza. Invece di portare in giro un portafoglio pesante, pieno zeppo di carte, contanti, ricevute e buoni, infilato a forza nella tasca posteriore dei pantaloni o sepolto nella borsa, è molto più facile raggiungere quell’oggetto senza il quale raramente si esce di casa: il cellulare.

La vita senza portafoglio è più vicina di quanto si immagini. Nel 2016, a livello internazionale, una serie di rivenditori hanno sdoganato i pagamenti tramite Apple Pay: multinazionali come Starbucks e KFC e operatori locali come Yorkshire Bank nel Regno Unito e Boulanger in Francia. E nel 2017 ci potrebbe essere un ulteriore salto di qualità anche in Italia. Secondo Affinion, si tratta di una questione di fiducia. Per un certo periodo l’espansione di questo sistema è stata ostacolata da preoccupazioni legate al tema della sicurezza, ma i dati recenti suggeriscono che le cose stanno cambiando.

 

Traguardo ancora lontano, ma ci s’avvicina

I dati provenienti dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano, per esempio, mostrano che nel 2015 il numero delle transazioni digitali pro capite è stato di 44,1 contro le quasi 39 dell’anno precedente, ma si resta comunque molto lontani dalla media europea. L’Associazione Carte di Credito del Regno Unito conferma che il numero di pagamenti effettuati tramite la tecnologia contactless nel primo trimestre del 2016 è di gran lunga superiore a quello relativo all’intero 2015. Poiché questo comporta il semplice avvicinare una carta di credito ad una cassa senza inserire il PIN per pagamenti fino a 30 sterline, è evidente che i consumatori sono più disposti a dare maggior fiducia alla tecnologia. Anche i provider di pagamenti via mobile stanno lavorando per modificare l’opinione pubblica sull’elemento sicurezza delle loro offerte.

PwC prevede che entro il 2019 il valore dei pagamenti mobili raggiungerà 142 miliardi di dollari rispetto ai 52 miliardi di dollari del 2014, una cifra che comprende non solo i pagamenti fatti utilizzando un telefono cellulare all’interno di un negozio, ma anche quelli fatti per lo shopping online. Si tratta di una crescita significativa che offre alle imprese un enorme potenziale per creare relazioni più strette con il proprio pubblico – che si tratti di clienti, stakeholders e investitori.

 

Punti e pagamenti in un sol luogo

Questo sviluppo crea anche grandi opportunità in termini di fidelizzazione dei clienti. Fino ad ora, i membri dei programmi di fidelizzazione hanno avuto bisogno di estrarre dai loro portafogli due carte: una per il pagamento e l’altra per guadagnare punti. Se le due carte fossero una cosa sola – quella per i pagamenti e quella fedeltà – l’intero processo potrebbe essere eseguito più agevolmente. «Sappiamo per esperienza – dice Antonio Di Salvo, Country Manager di Affinion in Italia – che la fedeltà offre un enorme potenziale alle aziende che cercano di crescere, e alcuni dati pubblicati dall’Harvard Business Review supportano questo punto di vista. Gli esperti di fedeltà Federico Reichheld e Phil Schefter hanno rilevato che incrementare del 5% il tasso di ritenzione cliente aumenta i profitti dal 25% a 95%. Essi sottolineano che la maggior parte dei clienti online di oggi mostrano una chiara propensione verso le tecnologie di fidelizzazione, e che tali strumenti web, se usati correttamente, possono ulteriormente incrementare questa attitudine. Per la maggior parte delle aziende, quindi, acquisti ripetuti e clienti fedeli rappresentano il fondamento per la crescita. Con l’aiuto della tecnologia moderna, si può mettere in atto una strategia per ottenere entrambi i risultati. Anzi, esplorare e valorizzare le opportunità legate ai pagamenti mobili per conto dei nostri clienti è qualcosa su Affinion sta lavorando da tempo. Anche per i consumatori lo spostamento verso un approccio più snello, dove il portafoglio può essere lasciato a casa a vantaggio dello smartphone, potrebbe ridurre la complessità in molti aspetti della loro vita».

Le etichette elettroniche Ses tra gestione del punto vendita ed engagement del cliente

Le etichette elettroniche sono una realtà per il retail da circa quindici anni, ma è solo con l’avvento della tecnologia Nfc che si stanno sviluppando tutte le potenzialità sia nella gestione del punto vendita, per quanto riguarda le rotture di stock e la disponibilità delle referenze a scaffale, per arrivare all’integrazione con il digital signage all’interno dello store, sia, sul lato dell’interazione con il cliente, per quanto riguarda le promozioni personalizzate sullo smartphone.

Ses-Store Electronic Systems è uno dei maggiori operatori nello sviluppo delle etichette elettroniche e Alessio Guffré, direttore generale di Ses Italia, ci parla in questa breve videointervista raccolta al World Retail Congress, delle direzioni di sviluppo di queste tecnologie.

Ses è recentemente entrata tra i finalisti dell’e-Commera Award della Paris Retail Week per l’utilizzo delle etichette elettroniche nel negozio Intermarché di Mairie d’Issy (v. qui l’articolo pubblcato da inStore), proprio in collegamento con lo smartphone. Grazie alla tecnologia NFC (Near Field Communication) incorporata nelle etichette elettroniche Ses, i consumatori possono aggiungere i prodotti al carrello della spesa semplicemente avvicinando lo smartphone all’etichetta elettronica; ciò permette di beneficiare all’istante di sconti personalizzati e di conoscere in ogni momento l’esatto totale della spesa, passando alla cassa senza la necessità di dover svuotare il carello.

Con le soluzioni retail di Axiante lo scaffale si legge con lo smartphone

Restituire valore agli assortimenti, banalizzati dalle promozioni, è uno dei compiti principali che hanno di fronte industria e distribuzione. E in epoca di cloud e digital, lo smartphone viene in soccorso a supporto delle strategie di merchandising e category management di produttori e retailer.

È l’obiettivo di Axiante, società operante come system integrato per servizi e soluzioni Crm, categoy e trade management.

«Le applicazioni mobile – dichiara Romeo Scaccabarozzi, Presidente di Axiante – completano la gamma di soluzioni e servizi a supporto della pianificazione strategica e del miglioramento dei processi, per muovere in modo efficiente i prodotti lungo tutta la supply chain. Le nostre soluzioni consentono lo scambio di informazioni e la collaborazione tra distribuzione e industria, agevolando flessibilità, dinamismo e reazione repentina al cambiamento, generando di conseguenza un reale vantaggio competitivo».

Le ultime soluzioni mobile intendono mettere in condizione la forza vendita e i merchandiser di ricevere e fornire informazioni in tempo reale, monitorare costantemente ogni attività e consentire l’intervento immediato, per creare nuove opportunità e favorire l’incremento delle performance.

Le applicazioni mobile facilitano così la condivisione dei dati tra sede centrale e forza vendita, la verifica e la corretta esecuzione delle strategie in ambito category management, pricing, space allocation, promozionale e marketing; offrono inoltre la possibilità di monitorare e gestire gli ordini e la disponibilità dei prodotti a scaffale, nonché di effettuare la rilevazione dei dati di merchandising. Il merchandiser, per esempio, può utilizzare l’app per accedere alle informazioni, disponibili su cloud, relative alle promozioni e ai prezzi dei prodotti, al loro posizionamento e quota spazio o alla disposizione del materiale Pop e identificare in poco tempo eventuali anomalie e discrepanze rispetto a quanto pianificato, richiedendo, se necessario, un’azione correttiva.

In tema di categy management e di merchandising, attraverso la generazione di report personalizzati, favoriscono il miglioramento delle performance in termini di margini, vendite e stoccaggio, e la riduzione di rotture ed eccessi di stock. Nel dettaglio, i report si interfacciano con il sistema gestionale e forniscono analisi accurate sull’esecuzione dei planogrammi, sulla distribuzione dei prodotti a scaffale, sull’assortimento delle referenze e sulla presenza di materiali promozionali, consentendo all’operatore di ottimizzare i tempi e focalizzarsi su altre attività utili a migliorare le vendite, l’esperienza d’acquisto e la fidelizzazione del cliente.

Interessante è l’app di rilevazione tramite fotografia, integrabile con le altre e in grado di riconoscere ogni prodotto presente a scaffale, verificando la conformità con le strategie previste dall’azienda produttrice e dalla rete vendita. La foto dello scaffale viene immediatamente confrontata con il planogramma disponibile in cloud e, in pochi minuti, il sistema restituisce una risposta, evidenziando le differenze rispetto al posizionamento pianificato. Il responsabile del negozio, da una parte, può identificare in tempo reale eventuali incoerenze con il planogramma e prendere provvedimenti in maniera tempestiva. Il merchandiser, dall’altra parte, ha a disposizione uno strumento semplice, rapido ed efficace per semplificare le attività di presidio sul punto vendita.

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