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Cirio racconta la sua storia alla mostra Identitalia – The Iconic Italian Brands

Cirio, marchio di Conserve Italia, rende omaggio ai 140 anni dell’Ufficio Italiano Marchi e Brevetti partecipando alla mostra “Identitalia. The Iconic Italian Brands” inaugurata a Roma. All’esposizione, allestita presso Palazzo Piacentini in via Vittorio Veneto 33, Cirio ha portato i manifesti in stile retrò realizzati dal pittore e pubblicitario Leonetto Cappiello a inizio anni Venti, la pubblicità della Salsa Rubra di Carlo Dinelli del 1941 e la riproduzione delle storiche lattine di Pelati che hanno riempito le dispense di decine di milioni di famiglie.

“Con la partecipazione a Identitalia vogliamo raccontare la genialità del fondatore Francesco Cirio, pioniere dell’industria conserviera e tra i primi al mondo a utilizzare la tecnica dell’appertizzazione che ha consentito il consumo di prodotti ortofrutticoli nel corso dell’intero anno, contribuendo così a rivoluzionare le abitudini delle famiglie. E vogliamo anche raccontare oltre 150 anni di una marca che ha accompagnato il vissuto degli italiani e continua a farlo ancora oggi portando sulle tavole delle famiglie le eccellenze della nostra terra” ha dichiarato Maurizio Gardini, Presidente di Conserve Italia.

“Senza Cirio, come recitava uno spot di qualche anno fa, l’Italia sarebbe diversa: è la storia a dirlo. Per questo non potevamo mancare ad un appuntamento così importante come la mostra Identitalia, alla quale partecipiamo con grande convinzione e orgoglio” ha aggiunto il Direttore Generale di Conserve Italia, Pier Paolo Rosetti.

La mostra Identitalia è visitabile solo su prenotazione ed è aperta al pubblico il venerdì pomeriggio dalle 17:00 alle ore 20:00 e il sabato e la domenica dalle 10:00 alle ore 20:00. Per poter accedere è necessario prenotarsi al seguente indirizzo polo.culturale@mimit.gov.it

Barilla mette in mostra a Parma il pack ‘numero uno’

Dal 1° aprile al 21 maggio a Parma si tiene un’esposizione, con ingresso gratuito, per scoprire il legame tra Barilla e l’arte, con pezzi unici e d’epoca della comunicazione e del marketing. A ospitarla è un luogo storico, Bottega Barilla, dove nel 1877 è iniziata una delle più importanti storie imprenditoriali del Paese. Questo luogo simbolo del “saper fare”, dove il fondatore Pietro Barilla senior accoglieva i primi clienti, da un anno è aperto a tutti e offre cimeli del passato, immagini storiche, e un percorso esperienziale sulla nuova pasta Barilla Al Bronzo.

Non poteva essere scelta una location migliore per raccontare il legame tra Barilla e Erberto Carboni, il designer, architetto e pubblicitario noto per aver realizzato il logo del marchio e per aver ideato gli slogan “Con pasta Barilla è sempre domenica” ed “È sempre l’ora dei Pavesini”. Dal 1952 al 1960 Carboni si occupa di tutta l’immagine coordinata del Gruppo. A cominciare dal logo aziendale, il brand incorniciato nell’ovale, che è arrivato fino ai giorni nostri, con un’ultima revisione nel 2022, fino all’inconfondibile azzurro-blu che ancora oggi contraddistingue Barilla. Ma Carboni si è occupato di tutto: dai manifesti alle confezioni, dal marchio ai cataloghi, agli slogan, alle pagine dei giornali e le locandine da negozio.

Gli oggetti esposti sono documenti rari e significativi come le 3 confezioni originali di pasta progettate e disegnate da Carboni e datate 1955 tra le quali il primo packaging in assoluto mai progettato per un pacco di pasta, che rivela l’origine del “Blu Barilla”. Carboni sceglie l’azzurro prima e il blu poi come colore aziendale dominante nella comunicazione perché richiamava la tinta azzurra della carta usata per confezionare la pasta in ampie ceste di castagno, quando ancora veniva di norma venduta sfusa al dettaglio. Ancora oggi in Bottega Barilla si vedono i grandi armadi con cassetti dotati di finestrelle di vetro, attraverso i quali le massaie potevano scorgere e scegliere a colpo d’occhio i vari tipi di pasta e legumi secchi messi in vendita. Per questo preciso motivo le prime confezioni Barilla in cartone, del Dopoguerra, conservano comunque una finestrella trasparente in cellophane che permetteva ai consumatori di vedere la pasta proprio come una volta. Una specie di educazione “soft” al packaging nel segno della continuità con il passato e uno sguardo al futuro, perché Barilla ha adottato il packaging della pasta almeno un decennio prima che diventasse obbligo di legge, nel 1968. Esposta anche la prima confezione a righe bianco-azzurre, design abbandonato a metà degli anni Cinquanta per passare a scatole dall’inconfondibile blu con logo rosso sulle quali la pasta sembra cadere dall’alto come un’allegra cascata, come quelle delle farfalle e dei “mitici” spaghetti n.5.

C’è anche spazio per gli slogan e i manifesti degli anni Cinquanta, in un viaggio in cui l’immaginario, la fantasia e l’arte si sposano alla concretezza del “fare” e del produrre. Come il manifesto della famosa “Gallina cubista” che omaggia materia prima e qualità ricordando che la pasta all’uovo Barilla aveva “5 uova per ogni chilogrammo”. E ancora, una pagina pubblicitaria del 1958 con le confezioni, che, mostrando file di persone davanti a enormi pacchi di pasta quasi sospesi in cielo, esalta l’universalità della pasta, del suo gusto amato da tutti, assieme alla sua accessibilità, perché l’acquisto della pasta sono “le 100 lire meglio spese della giornata”. L’esposizione prosegue con un Catalogo del pastificio Barilla, la cui copertina è stata disegnata da Carboni per la Campagna “Con Pasta Barilla è sempre Domenica”, che, nel 1952, vinse la Palma d’Oro della pubblicità.

Il retaggio di Erberto Carboni vive ancora oggi e anche per questo Barilla ha deciso di omaggiarlo con questa iniziativa. Si riconosce nel logo aziendale, che fa mostra di sé in milioni di confezioni di prodotti Barilla nelle dispense di tutto il mondo. Ma c’è anche un’eredità meno evidente, sebbene altrettanto segnante. Perché dagli anni Cinquanta del secolo scorso ad oggi, i pacchi di pasta e le confezioni del Gruppo Barilla continuano a raccontare storie: ospitano interpretazioni artistiche e d’autore, raccontano come nascono i prodotti Barilla e l’attenzione del gruppo per riunire le persone attorno alla gioia del buon cibo e rendere la qualità la scelta per una vita migliore, dal singolo al pianeta. Un percorso in divenire che ha portato le confezioni di pasta ad essere esse stesse un messaggio di sostenibilità e attenzione al futuro delle persone e del pianeta, con gli investimenti per renderle riciclabili al 100%, con l’utilizzo di carta e cartoncino da foreste gestite responsabilmente e l’eliminazione della finestra di plastica.

L’iniziativa di Barilla vive nell’ambito di “Parma 360°”, festival della creatività contemporanea che per circa due mesi prevede esposizioni e iniziative diffuse sul territorio con l’obiettivo di promuovere e incoraggiare l’arte contemporanea e i suoi principali protagonisti, valorizzando anche il patrimonio artistico parmense. Il tema di questa edizione, Crossover, ragiona sul concetto di contaminazione tra linguaggi, stili, forme, simbologie prese a prestito da epoche storiche diverse. Un concept che l’iniziativa in Bottega Barilla, con l’incontro tra arte e cibo, interpreta alla perfezione.

Tutte le opere in mostra sono disponibili in Bottega Barilla (Parma, strada della Repubblica 88) il venerdì dalle 15 alle 19:30 e il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19:30. Sono inoltre digitalizzate nell’Archivio Storico Barilla (www.archiviostoricobarilla.com), che è stato riconosciuto dal Ministero della Cultura ‘sito di notevole interesse storico’ perché “racconta l’evoluzione del costume italiano”.

L’arte unisce Bahlsen e l’Accademia di Belle Arti di Brera

Arte, estetica e tradizione. Si riassume così “Out of the Blue Bahlsen By Design”, il progetto artistico realizzato da Bahlsen Italia in partnership con Accademia di Belle Arti di Brera che lo scorso 25 maggio è stato presentato all’interno della suggestiva Sala Napoleonica dell’Accademia.

Una straordinaria performance artistico-visiva che ha permesso a sette giovani talenti di dare vita a opere inedite, capaci di restituire alla città di Milano momenti di arte e bellezza. Il Blue iconico Bahlsen, i colori che hanno fatto la storia del brand e un pizzico di innovazione, sono stati gli elementi chiave che hanno ispirato i ragazzi, guidandoli nell’incontro tra la loro poetica e l’identità del brand per una contaminazione tra arte e artigianalità.

“Molto è cambiato dal 1889, ma la nostra curiosità è rimasta la stessa. Il progetto di Site Specific di Urban Art e Design che abbiamo scelto di portare avanti insieme ad un partner prestigioso come quello dell’Accademia di Belle Arti di Brera, si inserisce nelle attività a supporto del percorso di rebranding che ci ha visto protagonisti negli scorsi mesi – racconta brera, Business Analyst Europa Occidentale Bahlsen.

Da oltre 130 anni Bahlsen si prende ossessivamente cura dei dettagli e della qualità dei suoi prodotti, perfezionandosi nell’arte di creare bellezza. Proprio negli ultimi mesi l’azienda ha deciso di regalare una nuova veste ai suoi prodotti, lanciando confezioni totalmente diverse per i suoi iconici biscotti e rendendo protagonista indiscusso del nuovo look and feel del brand, l’iconico colore Blu intenso Bahlsen. Una scelta che ha rotto le regole della categoria e che trae immancabilmente ispirazione dal mondo dell’arte: lo stile è distintivo, apertamente iconico ed ispirato agli elementi chiave della storia aziendale, reinterpretati in chiave contemporanea.

“Uno degli obiettivi del progetto è anche quello di contaminare le strade della città di Milano per restituire alla comunità una valenza etico-sociale straordinaria. Questa operazione artistica, conferma ancora una volta la stretta connessione tra Bahlsen e i concetti di bellezza, design e la volontà del brand di investire sulle nuove generazioni, puntando in questo caso sui talentuosi artisti dell’Accademia” – spiega Stefano Leonardi, Direttore Commerciale Europa Occidentale/legale rappresentante Bahlsen Italia.

Sono infatti le nuove generazioni i veri protagonisti del racconto: sette giovani talenti del corso di pittura del Professor Stefano Pizzi, Titolare della Cattedra di Pittura presso – Accademia di Belle Arti di Brera, hanno sviluppato sette installazioni pittoriche; progettate per essere ospitate nelle strade di Milano.

“Ringrazio Bahlsen per avere scelto una Scuola di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Brera come partner nella realizzazione di un progetto significativo che ha permesso alle nuove generazioni di mettersi in gioco. Le installazioni dipinte dai nostri sette talentuosi giovani artisti corrispondono così alla volontà di Bahlsen di offrire a Milano alcune isole di relax e contemplazione che, sono certo, si riveleranno felici luoghi di sosta per osservare la città da una prospettiva altra, incorniciandone alcuni dettagli altrimenti non visibili” – afferma il Professor Stefano Pizzi, Titolare della Cattedra di Pittura – Accademia di Belle Arti di Brera.

“Out Of The Blue Bahlsen By Design” vedrà dunque nella terza fase della sua progettualità la restituzione alla città di Milano delle sette opere protagoniste, nate dall’incontro tra la ricerca della perfezione e la cura per il dettaglio, sintetizzando i valori di un’azienda che da sempre nutre un peculiare interesse per la storia, l’arte e l’innovazione, raggiungendo l’obiettivo unico di dare vita a qualcosa che imprime nel tempo e nello spazio la sua presenza, lasciando il segno.

Il mito Alfa Romeo torna a Il Centro alle porte di Milano

Il Centro, l’accogliente mall alle porte di Milano con più di 200 punti vendita e che ospita circa 16 milioni di visitatori l’anno, in occasione della seconda edizione, il 5 Giugno presso il Museo Storico Alfa Romeo, del Concorso di Conservazione e Restauro per vetture Alfa Romeo dedicato allo storico e giornalista Maurizio Tabucchi, celebra l’evento con l’esposizione di cinque fra le più celebri auto del mitico marchio Alfa Romeo.

Sempre a supporto delle iniziative più prestigiose, dal 30 Maggio al 5 Giugno, Il Centro mette a disposizione l’ampio spazio fronte Primark per l’esposizione di cinque autovetture Alfa Romeo di provenienza dal Riar (Registro Italiano Alfa Romeo) invitando, così, tutto il pubblico a condividere un pezzo di gloriosa storia dell’auto italiana anche prendendo parte all’evento stesso al museo storico Alfa Romeo “La macchina del tempo”.

Un’occasione unica ed esclusiva per osservare da vicino dei veri e propri gioielli a marchio Alfa Romeo. Il Concorso RealAlfa, infatti, premierà le prime due auto di ogni categoria e, tra le vincitrici di classe, verrà eletta dalla giuria nel suo insieme l’auto vincitrice assoluta del Premio Tabucchi, corrispondente al Best in Show.
Le cinque auto in esposizione presso Il Centro sono:

– Alfa Romeo 6C2500 Super Sport Villa d’Este del 1949
– Giulietta Spider 1300 del 1957
– Giulia Nuova Super 1300 del 1975
– Alfetta GT 1.6 coupé del 1980
– Alfa 155 DTM del 1996

Il pubblico, ammirando questi gioielli che hanno fatto la storia dell’industria automobilistica italiana, potrà vivere un’esperienza fuori dall’ordinario ammirando e confrontando le vetture in esposizione con quelle che parteciperanno al concorso che saranno schierate lungo la pista adiacente il Museo Storico Alfa Romeo di Arese proseguendo, anche, con la visita del museo stesso, per un’emozione senza fine.

Il Centro ancora una volta conferma il proprio impegno verso un’iniziativa che rende omaggio alla storia dei motori su cui sorge e ne dà lustro.

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