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Piatti Pronti, un mercato ad alto tasso di innovazione. L’indagine di IRI

Quello dei Piatti Pronti refrigerati è uno dei segmenti più dinamici e variabili all’interno dei mercati del Largo Consumo Confezionato, caratterizzato da un alto tasso di innovazione.

Per  approfondire al meglio alcune delle dinamiche del settore abbiamo circoscritto questo studio ai prodotti ricettati, una categoria che  chiude il  2018 sfiorando i 380 milioni di Euro, mantenendo un tasso di crescita importante rispetto al 2017 (+8.3% in termini di fatturato). Il confronto con lo scorso anno, inoltre, conferma la tendenza polarizzatrice di questo mercato, con il Nord Ovest sempre più catalizzatore dei consumi (veicola il 45% delle vendite). Il Sud è ancora l’area di debolezza, fortemente sotto dimensionata rispetto alla media del comparto del Fresco (7.7% vs 15,5%).

E’ però anche giusto sottolineare come il segmento inizi a mostrare piccoli segnali di rallentamento e andamenti contrastanti all’interno dei diversi segmenti.

L’offerta a scaffale

Innanzitutto è bene precisare che le coordinate geografiche fanno la differenza, riflettendosi nettamente negli assortimenti: è infatti il Nord Ovest che traina lo sviluppo del mercato,  propone l’offerta più ampia  (quasi 3 volte quella del Sud) e mostra  le dinamiche migliori.

Limitatamente ai Primi Piatti, anche il Centro e la  Sardegna sostengono lo sviluppo degli assortimenti dei Pronti Freschi.

Altra osservazione da fare è che se inizialmente l’ampliamento assortimentale è stato il principale driver di sviluppo degli scorsi anni, oggi iniziamo ad assistere ai primi sintomi di saturazione di alcune tipologie.

Un esempio lo forniscono i  Secondi Piatti che presentano 1.8 referenze medie a scaffale in meno rispetto allo scorso anno, identificabili marcatamente all’interno di una specifica categoria di prodotti, le alternative vegetali, delle quali approfondiremo più avanti nello studio.

Primi piatti

Come indicato dal servizio informativo di IRI InfoScanCensus®,i Primi Piatti si confermano il segmento che si sta sviluppando più velocemente con un fatturato che ha superato i 190 milioni di euro e una crescita di oltre 20 milioni negli ultimi 12 mesi. Il principale driver restano le Zuppe che rappresentano oramai più della metà dell’assortimento di Primi Piatti Pronti all’interno dei punti di vendita della distribuzione moderna italiana. Queste ultime, che insieme alle Minestre appagano il desiderio dello shopper di seguire un’alimentazione semplice e sana, hanno visto incrementare il fatturato di più di 9 milioni di Euro nell’ultimo anno. In crescita importante anche le Paste al Forno e i Primi Piatti Etnici (per entrambi un incremento del fatturato di oltre 4 milioni) a conferma del fatto nella tavola degli italiani si alternano sempre più frequentemente piatti della tradizione e piatti provenienti da altre culture gastronomiche.

Uno sguardo ai Secondi

E’ il mondo più frammentato e variegato: al suo interno possiamo trovare prodotti come il Vitel Tonnè, che  vive di una tipicità intrinseca e con sole 2 referenze medie a scaffale continua a crescere a doppia cifra superando i 10 milioni di euro nell’anno terminante Febbraio 2019. Ottime performance anche per i prodotti a base di Prosciutto Cotto e di Carne Rossa, parzialmente sostenute da innovazione e aumento dei prezzi medi di vendita. Flette invece – e anche in modo importante – il mondo vegetale che, con un calo complessivo di oltre 10 punti percentuali pesa oggi il 38% del totale Secondi vegetali (era invece a quota 45% nel 2017). Le avvisaglie di saturazione della domanda erano già evidenti nel secondo semestre del 2017 e si sono consolidate nel 2018 con la logica conseguenza di una prima razionalizzazione degli assortimenti “veg” che precedentemente avevano letteralmente invaso i punti di vendita.

Il traino di questa contrazione è il segmento del Burger vegetale che perde quasi 10 milioni di euro. La motivazione alla base di questo calo sembra essere legata a due componenti: in minima parte ad un’inversione di rotta nelle diete degli italiani i quali, secondo il rapporto Eurispes 2018, si dichiarano Vegetariano o Vegani per il 7.1% in leggera flessione rispetto al 2017 (7.6%).

Si modificano però le motivazioni alla base della scelta vegetariana e vegana che sono sempre più legate al benessere della persona, alla salute e alla pura curiosità verso l’innovazione proposta.

Da queste premesse sembra emergere che “essere veg” non è più sufficiente; al contrario è necessario qualcosa in più per convincere lo shopper che, anche nelle alternative vegetali, non intende più rinunciare al gusto.

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Piatti pronti freschi: funzionalità, gusto e leggerezza. L’analisi di IRI

Funzionalità e praticità nell’esecuzione: è a queste esigenze dei consumatori che i piatti pronti freschi si ripromettono di dare soddisfazione,  a differenza di quelli  surgelati e ambient il cui acquisto è maggiormente legato a fattori di convenienza e di stoccaggio.   Accanto alla sfera funzionale, più legata al consumo infrasettimanale, esiste però anche una sfera slegata dai concetti di tempo, che richiama il desiderio di appagamento di gusto e leggerezza. Grazie anche al continuo ampliamento dell’offerta a cui stiamo assistendo negli ultimi anni,  a questa categoria si associano numerosi fattori legati alla salute, alla qualità e all’esplorazione.

Nell’anno terminante a febbraio 2018, il mercato dei piatti pronti freschi ha registrato un giro d’affari pari a oltre 351mio€ (quasi 42 mila tonnellate in termini di volumi) con una crescita del 11.4%. Rispetto al totale Fresco che cresce con ritmi più modesti, i piatti pronti hanno conosciuto uno sviluppo eccezionale con un incremento di quasi 140milioni di Euro negli ultimi 3 anni (+18.4% medio annuo), arrivando a pesare nel 2017 il 3.1% sul totale comparto refrigerato a peso imposto. Molto diverse le dinamiche negli altri comparti dove i primi piatti ambient e surgelati alternano performance pressoché stabili o  leggermente negative  ormai da qualche anno (rispettivamente CAGR a valore ultimi 3 anni -0.7% e -0.4%). Il confronto quindi non lascia spazio a dubbi sul fatto che il fresco sia sempre più catalizzatore di attenzioni da parte del consumatore e delle industrie.

Mappa dei consumi

A trainare le vendite dei piatti pronti freschi è il Supermercato che sviluppa il 70% dei volumi e cresce del 15.6%. Anche Negozi di vicinato e Ipermercati mostrano una certa dinamicità, attestandosi su tassi di crescita rispettivamente del +10.7% e +8.3%. Per quanto riguarda le aree si registra un’importante polarizzazione dei consumi verso il Nord Ovest, che veicola il 44% del fatturato della categoria, mentre il Sud, risulta fortemente sotto dimensionato raggiungendo solo l’8% (media sul Fresco 15.7% del giro d’affari).

La categoria si compone di tre macro segmenti: Primi piatti (169 mio€) che vanno dalle leggere zuppe o insalate di riso/altri cereali, alle ben più sostanziose lasagne; Secondi piatti (161 mio€) che comprendono piatti elaborati come spezzatino o vitel tonnè ma anche i più semplici hamburger panati o non, fino ad arrivare al mondo dei piatti a base vegetale.  Infine i Contorni che sono un segmento ancora ristretto ma molto dinamico (20mio€ , +19.6%) dove troviamo principalmente  i Purè e altri contorni ricettati. Le recenti dinamiche di consumo legate alla ricerca del benessere e della naturalità e alla riduzione della carne hanno fatto sbocciare un’offerta di piatti pronti freschi sempre più articolata e variegata, arrivando ad oggi a più di 90 referenze medie a scaffale e superando le 120 negli ipermercati.

Molte aziende hanno investito in questo segmento inserendo nuovi marchi o ampliando linee di prodotto già esistenti al fine di diversificare sempre più l’offerta, tanto che nel corso degli ultimi due anni abbiamo assistito ad un forte aumento delle referenze medie a scaffale (+17 2016 vs 2015, +8 2017 vs 2016).

Il segmento Vegetale: il caso” Burger”

È evidente come il segmento del Vegetale abbia svolto un ruolo protagonista all’interno di questo sviluppo specialmente nei Secondi piatti che sono stati la tipologia di prodotti che hanno maggiormente beneficiato della dinamicità degli assortimenti, raggiungendo le 49 referenze medie a scaffale (+5). Rappresentando ormai il 45% dei volumi del totale secondi piatti freschi, il mondo vegetale viene identificato sempre meno come  alimento privativo e  riservato ad una nicchia ristretta di consumatori (vegani e vegetariani);al contrario viene associato a benessere e salute in generale. Questi prodotti sono inoltre oggetto di sperimentazione da parte dei consumatori. È proprio qui che l’innovazione di prodotto si concentra ricercando nella ricettazione e nelle nuove tipologie di prodotto la chiave per il successo.

Il fenomeno appena descritto mette in luce un aspetto sul quale è opportuno fare una riflessione ovvero il rallentamento del  Burger. Con oltre 90 milioni di Euro di fatturato (equamente divisi tra base vegetale e base carne) essi sono da sempre le star dei Secondi piatti sviluppandone il 55% del fatturato. Ed è proprio la recente difficoltà del segmento dei Burger vegetale (-1.2% negli ultimi 12 mesi) a frenare l’andamento positivo. Questo è  ancora più evidente se restringiamo lo sguardo all’ultimo semestre dove registriamo un -11.0%.  Nel segmento dove la concentrazione di brand e prodotti è più elevata (15 referenze medie a scaffale) diventa quindi sempre più importante differenziarsi e trovare modalità di competizione alternativa.

Primi piatti: il ruolo delle Zuppe

Anche i primi piatti beneficiano del crescente impulso al benessere che è maturato nel consumatore negli ultimi anni. In modo particolare le Zuppe, con un fatturato che supera i 97 milioni di Euro e una crescita del 16.2% rappresentano il 57% del segmento e ne trainano la crescita grazie anche alla combinazione di gusti appaganti e se da un lato l’offerta è sempre più eterogenea, dall’altro il vissuto del consumatore che approccia il mercato dei piatti pronti freschi è quello di poca convenienza, giustificata dalla qualità dei prodotti. La battuta di cassa di un Primo piatto si aggira sui 2.99€, passando dai 2.75€ di una Zuppa fino ad arrivare ai 3.72€ di una Lasagna. Si registra più variabilità all’interno dei Secondi piatti con prezzi medi per unità che vanno dai 2.30€ per un Hamburger fino ai 5.00€ per un arrosto o uno spezzatino di carne.

Il livello promozionale della categoria viaggia su tassi del 35% per i Primi e sul 40% per i Secondi. In generale le offerte speciali vengono percepite come stimolo ad un consumo più frequente e come un supporto alla sperimentazione, che favorisce gli acquisti di prodotti e ricettazioni diverse.

di Irene Adami– Client Service Account Manager IRI

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