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Madama Oliva sceglie Misa per le celle frigorifere

Nella crescita di un’azienda gli investimenti sugli impianti sono fondamentali e dunque assume valore strategico l’ampliamento del sito produttivo di Carsoli (AQ) realizzato da Madama Oliva, attiva nel mercato delle olive da tavola fresche, lupini e prodotti vegetali. Nell’ambito di questa operazione, Madama Oliva si è affidata a Misa, parte del gruppo internazionale Purever Industries, per la progettazione, realizzazione e installazione delle celle frigorifere.
La collaborazione è in realtà iniziata dieci anni fa, ma è stata ora rinnovata alla luce dell’esigenza di individuare un partner in grado di gestire in modo integrato tutte le fasi del progetto, al fine di ridurre le complessità, accelerare i tempi e mantenere elevati standard qualitativi. Misa sottolinea che alla base della sua soluzione vi è la capacità di realizzare spazi a temperatura controllata, studiati in ogni dettaglio: dall’aeraulica all’accessibilità, fino all’illuminazione degli ambienti, al fine di assicurare un equilibrio ottimale tra efficienza e funzionalità. Il risultato è un ecosistema di conservazione definito affidabile, modulare e pronto a evolvere, in modo scalabile, insieme al business del cliente.

MENO GAS REFRIGERANTE PER RIDURRE L’IMPATTO AMBIENTALE
Due le tecnologie adottate: la prima prevede pannelli abbinati a unità remote Refreex, che si distinguono per l’utilizzo di appena il 20% di gas refrigerante rispetto ai sistemi tradizionali, grazie a un sistema di alimentazione dell’evaporatore. Una scelta che, oltre a ridurre l’impatto ambientale, esclude l’impianto dalla direttiva PED grazie all’assenza del serbatoio in pressione.
La presenza di una valvola solenoide modulante, che supera i limiti delle tradizionali valvole termostatiche e di un sistema di sbrinamento a gas caldo più rapido ed efficiente, realizzato attraverso la linea del liquido, consente un sensibile risparmio energetico e una riduzione della potenza elettrica assorbita.

SOLUZIONI ADATTE A CONTESTI AD ALTA INTENSITÀ PRODUTTIVA
La seconda tecnologia riguarda la centrale a CO2, con GWP pari a 1, progettata per garantire una potenza frigorifera superiore ai 400Kw in media temperatura. Personalizzabile in base alle esigenze del sito, può essere dotata di funzioni avanzate come il recupero di calore e l’unità di backup e installata in ambienti esterni o in sala macchine, anche in virtù della sua elevata silenziosità.
L’offerta si completa con pannelli isotermici, in classe di reazione al fuoco BS1D0 che, in caso di incendio, contribuiscono a contenere la propagazione delle fiamme. Realizzati in schiuma PIR con classificazione fino a REI 60, per pannelli di spessore 200 mm, risultano ideali in contesti produttivi ad alta intensità operativa.

DALL’ENERGIA AL PACKAGING, NEL SEGNO DELLA SOSTENIBILITÀ
Madama Oliva, con una presenza consolidata in oltre 40 Paesi e una rete distributiva attiva nei cinque continenti, è la prima azienda italiana esportatrice di olive da tavola negli Stati Uniti e in Giappone. Nel 2024 ha conseguito un fatturato di 53,3 milioni di euro, registrando una crescita del 14% rispetto all’anno precedente. Fondata nel 1989 a Carsoli (AQ), Madama Oliva dal 1° gennaio 2025 è diventata una Spa e ha scelto di rafforzare il proprio impegno verso la sostenibilità trasformandosi anche in Società Benefit. Una tappa che consolida un percorso di investimenti in energie rinnovabili, ricerca di packaging ecosostenibili, attenzione alla qualità della filiera e iniziative a favore della comunità. L’obiettivo è generare valore non solo economico, ma anche ambientale e sociale, integrando responsabilità e competitività in una visione d’impresa rigenerativa.
La nostra partnership con Misa nasce dalla fiducia nella capacità di offrire soluzioni all’avanguardia, perfettamente calibrate sulle nostre specifiche esigenze e in linea con i più alti standard qualitativi – dichiara Antonio Mancini, Managing Director di Madama Oliva (nella foto in alto) –. È proprio questa attenzione alla personalizzazione coniugata a un supporto tecnico pre e post-vendita costante e puntuale, che ci spinge ad affidarci a Misa per accompagnare ogni fase di crescita della nostra azienda”.
Collaborare da anni con Madama Oliva, con reciproca soddisfazione, significa per Misa mettere a completa disposizione del cliente tutte le nostre competenze nella progettazione di soluzioni per la refrigerazione – dichiara Marco Crosta, Industrial Sales Manager di Misa (nella foto a sinistra) –. Le nostre soluzioni per le industrie alimentari sono concepite proprio con l’obiettivo di comporre un’offerta altamente selezionata, pensata per durare nel tempo anche in ambienti particolarmente aggressivi”.

I consumatori vogliono più informazione. L’etichetta la nega. Firma la petizione

Quando il consumo si fa stretto… è il tema scelto per il Forum di Osserva Italia, l’osservatorio quotidiano di repubblica.it in collaborazone con Conad e Nielsen.

Nell’analisi dell’amministratore delegato di Nielsen Giovanni Fantasia emerge quello che molti ormai considerano come dato consolidato. Gli italiani non torneranno a spendere come prima nel largo consumo. Non lo faranno perché hanno introiettato i cambiamenti culturale di comportamento imposti dalla crisi: ricerca di convenienza, riduzione degli psrechi, diffusione della sarin economy (il 56% degl italiani è disposto a condividere benoi e servizi, contro il 46% dei tedeschi e il 29% di francesi e inglesi). Hanno imnparato a razionalizzare le spese: nel 2014 il risparmi incrementale sui consumi è stato di 900 milioni di euro.

Ma il più consistente fenomeno di cambiamento è il fatto che i consumatori sono diventati avidi di informazioni prima di acquistare. Soprattutto quel 30% di italiani che contribuiscono al 40% delle vendite nel largo consumo, che Nielsen divide in 8,4 milioni di consumatori esigenti (quelli che ricercano il prodotto con il prezzo più vantaggioso, di cui il 70% sono over 45enni) e nei 9,7 milioni di esigenti che sono affezionati a una marca da acquistare al miglior prezzo (dopo attente ricerche sulla rete).

Gli italiani, poi, quano acquistano richiedono qualità: l’82% è interessato all’origine del prodotto, il 70% legge gli ingredienti, il 65% acquista prodotti a denominazione.

A questo riguardo l’amministratore delegato di Generale Conserve Vito Gulli (nella foto in alto durante il Forum Osservaitalia) ha evidenziato come, di fronte a un consumatore che vuole sempre più informazioni, il nuovo regolamento europeo 1169 sull’etichettatura alimentare, che entrerà in vigore tra meno di un mese, non prevede l’obbligo di indicare lo stabilimento di produzione, creando non solo confusione e poca chiarezza nei consumatori, ma venendo meno alla salvaguardia del Made in Italy con danno evidente per quelle imprese, come Generale Conserve e molte altre, che si ostinano a produrre in Italia.

Così se fino ad oggi in Italia grazie al D.lgs.109/1992 l’indicazione sull’etichetta dell’indirizzo della sede dello stabilimento di produzione è stata obbligatoria, dal prossimo dicembre a causa del regolamento europeo 1169/2011 l’indicazione rischia di scomparire non essendo considerata più obbligatoria.

Per questo, inStoremag. It appoggia e infita a sottoscrivere la campagna in corso lanciata da ioleggoletichetta per firmare una petizione al Governo Italiano e al Parlamento europeo per mantenere in Italia ed estendere agli altri paesi Ue l’obbligo di indicare lo stabilimento di produzione in etichetta.

C’è poco tempo. Il 24 novembre verrà spedita la petizione che finora ha raccolto 15.000 firme.

di Fabrizio Gomarasca

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