CLOSE
Home Tags Riciclo

Tag: riciclo

Bottle to Bottle, Dettorimarket e Coripet uniti per il riciclo delle bottiglie in PET

A seguito della collaborazione con Coripet, Dettorimarket ha dato il via nei propri punti vendita di Arzachena, Budoni, La Maddalena, Olbia, Palau e San Teodoro, al progetto di economia circolare “bottle to bottle”, ossia generare Rpet da bottiglie usate per realizzare nuove bottiglie. Grazie all’installazione nei punti vendita indicati di un eco compattatore Coripet, i clienti possono conferire le proprie bottiglie in PET per avviarle a riciclo e allo stesso tempo ottenere buoni sconto sulla spesa. 
 
Con l’ausilio dell’app Coripet, scaricabile da smartphones, i clienti possono accedere alla macchina mangia plastica, inserire le bottiglie, che devono essere vuote, non schiacciate, con tappo, etichetta e codice a barre leggibile, e guadagnare punti. Più bottiglie conferite più punti si accumulano per un carrello della spesa più conveniente: ogni duecento bottiglie conferite, due euro e cinquanta centesimi di risparmio su una spesa di almeno trenta euro.
 
“Il gruppo Dettorimarket è sempre più improntato a una visione ecosostenibile, nel rispetto del territorio e anche dei nostri clienti. A breve raddoppieremo le installazioni nei punti vendita di Arzachena e Olbia, vogliamo che la nostra insegna si sempre più connotata per l’attenzione all’ambiente e alle buone pratiche green” commenta Pietro Dettori, Brand Manager Dettorimarket.
 
“La partnership con Dettorimarket è un passo importante in quanto un attore di primo piano della Gdo, in un territorio come la Sardegna, unico al mondo per le sue bellezze naturali e paesaggistiche, sposa il nostro progetto di economia circolare. Mai come questa volta possiamo dire che un semplice gesto, quale è quello di avviare a riciclo le bottigliette in PET, preserva le peculiarità di un ecosistema straordinario, senza dimenticare il risparmio sulla spesa” aggiunge Monica Pasquarelli, responsabile ecocompattatori Coripet.
 

Etruria Retail e Coripet, raccolte oltre 550 mila bottiglie di plastica nel 2022

Circa dieci tonnellate di bottiglie Pet raccolte per riprodurre bottiglie, oltre 550 mila bottiglie conferite, un numero di passaggi da parte dei clienti superiore a 30mila: sono questi i numeri del progetto “bottle to bottle” per la raccolta e il riciclo delle bottiglie ad uso alimentare in PET (polietilene tereftalato), realizzato da Etruria Retail in collaborazione con il consorzio Coripet.

L’azienda operativa nella grande distribuzione organizzata nell’Italia centrale ha iniziato nel maggio del 2022 l’installazione di eco compattatori intelligenti Coripet e oggi sono 19 i negozi che hanno deciso di offrire ai propri clienti questo servizio.

Nel 2022 Coripet ha raggiunto, con oltre il 51%, la maggioranza delle quote dell’immesso a consumo sul mercato delle bottiglie in PET da parte dei propri soci. In particolare, durante il secondo trimestre, si è registrato un totale di immesso al consumo pari a 120.300 tonnellate raggiungendo la quota di mercato del 51,4%.

L’ecocompattatore Coripet è un vantaggio per l’ambiente perché con il bottle to bottle si dà vita più e più volte al Pet già prodotto riducendo così la produzione di nuova plastica. È un vantaggio anche per i clienti visto che il conferimento delle bottiglie consentirà di accumulare punti e sconti. Ogni bottiglia, deve aver contenuto liquidi alimentari, vale un punto e 200 punti raccolti danno il diritto a 2 euro di sconto su una spesa minima di 25 euro. La raccolta punti avviene scaricando l’app gratuita di Coripet o ritirando la Card Coripet nel punto vendita.

Le bottiglie conferite nell’ecocompattatore in prossimità del negozio vengono ritirate da Coripet e portate ad un riciclatore dove vengono lavate e sminuzzate in piccoli pezzi. Il PET così riciclato viene quindi utilizzato per produrre nuove bottiglie. I tappi sono separati nel corso del lavaggio finale e anch’essi avviati a riciclo.

“Siamo orgogliosi e felici dei numeri ottenuti in questi primi mesi dal progetto che stiamo portando avanti con Coripet” afferma Maurizio Nicolello, direttore commerciale di Etruria Retail. “Il nostro obiettivo è proporre ai clienti la possibilità di riciclare in piena libertà e autonomia i contenitori di pet che talvolta vengono dimenticati o riciclati in modo errato. Per noi è un dovere, oltre che un valore profondo, offrire un contributo per l’ambiente, rispondendo così a un sentimento sempre più diffuso anche nelle nuove generazioni”.

“Come si vede dai numeri, la collaborazione con Etruria Retail sta dando ottimi risultati e i volumi di materiale recuperato e di conseguenza poi riutilizzato cominciano a farsi molto interessanti. Fa piacere riscontrare un interesse dei clienti perché in questo modo ne trae vantaggio l’ambiente ma anche il carrello della spesa. Più bottiglie si conferiscono e più si risparmia sulla spesa. Insomma un vantaggio per l’ambiente e la collettività ma anche per il singolo, che vede premiato il proprio gesto green” aggiunge Monica Pasquarelli, responsabile ecocompattatori Coripet.

Riciclabilità del packaging, l’indagine dell’Osservatorio Immagino

L’indicazione sulla riciclabilità dei packaging è sempre più presente sulle confezioni dei prodotti di largo consumo venduti in Italia. Compare, infatti, sul 35,9% dei 128.111 prodotti rilevati in quest’edizione dell’Osservatorio Immagino e risulta cresciuta di quasi cinque punti percentuali rispetto alla fotografia relativa al 2020. Dunque, oggi oltre un prodotto su tre venduto in supermercati e ipermercati comunica esplicitamente al consumatore come gestire le confezioni dopo l’uso o il consumo. Ma la percentuale di prodotti di largo consumo venduti in packaging riciclabili è di fatto maggiore visto che in molti casi (tipicamente per le confezioni in vetro) non viene comunicata sulle etichette.

Tornando a quei 46 mila prodotti che spiegano sulle confezioni come riciclarle, nel corso del 2021 è aumentata la percentuale di quelli in cui la confezione è totalmente o largamente riciclabile (84,4% della numerica) ed è diminuita quella dei prodotti con packaging non valorizzabili tramite la raccolta differenziata (4,2%), a conferma dell’impegno delle aziende del largo consumo sul fronte della sostenibilità degli imballi.

L’analisi per aree merceologiche conferma che in tutti i reparti è cresciuta l’incidenza delle referenze che indicano come riciclare le confezioni. Al primo posto c’è ancora una volta il freddo: non solo è il comparto in cui viene maggiormente comunicata la riciclabilità del prodotto (60,2% dei prodotti) ma anche quello in cui quest’indicazione è maggiormente cresciuta (+9,9 punti percentuali in un anno). Al secondo posto si conferma l’ortofrutta, con il 48,3% dei prodotti su cui è indicato come conferire il packaging, rispetto al 46,4% del 2020. Spiccano, inoltre, le crescite della numerica nella drogheria alimentare e nel fresco, nel cura casa e nelle carni.

Bevande (principalmente a causa del vetro), petcare e cura persona restano le aree merceologiche con le minori percentuali di prodotti “parlanti” in tema di gestione dei packaging. Affinando ulteriormente l’analisi, i comparti merceologici che presentano minori comunicazioni di riciclabilità risultano le bevande alcoliche (come vino, birre, champagne/spumante, liquori e aperitivi) e i prodotti del cura persona (come profumeria, cosmetica, deodoranti, prodotti per la depilazione, per la rasatura e per la cura dei capelli, insieme a prodotti per l’igiene orale e per corpo, mani e piedi). Il comparto con la maggior quota di prodotti che danno indicazioni sulla riciclabilità è la pasta, seguito prima dai cibi per l’infanzia e poi dalla gastronomia vegetale sostitutiva, dal pane e dai suoi sostitutivi, dai surgelati, dal riso, dai prodotti da forno e dai cereali.

Ma qual è il livello di riciclabilità delle confezioni dei prodotti di largo consumo che la comunicano, guardando all’interno delle specifiche aree merceologiche? In ortofrutta, cura casa, bevande e carni oltre il 90% dei prodotti ha un packaging totalmente o largamente riciclabile; questa quota scende intorno all’80% in drogheria, fresco, freddo e cura persona, e si abbassa attorno al 75% per il petcare. Sempre limitandosi alle confezioni su cui viene comunicata la riciclabilità delle confezioni, tra i comparti merceologici svettano le commodity del cura casa, con il 100% delle referenze che possono essere totalmente o largamente riciclabili.

Altri comparti del cura casa (come la detergenza bucato e la detergenza stoviglie) così come alcuni segmenti delle bevande (come acqua minerale, bevande piatte e bevande gassate) sono vicini al 99% delle referenze. Valori più bassi riguardano i condimenti freschi (33,6% dei prodotti con confezioni totalmente o largamente riciclabili), i prodotti da ricorrenza (34,3%) e quelli per la cura dell’infanzia (45,0%).

Newpal, la simbiosi tra Lucart e CPR System crea valore per ambiente

Lucart e CPR System hanno scelto la vetrina di Ecomondo per presentare Newpal S.p.A., società partecipata che si dedicherà allo stampaggio, attraverso macchinari innovativi, di pallet di alta qualità realizzati in plastica riciclata. Il progetto consentirà di chiudere completamente il cerchio del recupero dei contenitori per bevande tipo Tetra Pak, creando grandi vantaggi per l’ambiente e nuove opportunità di business.

A tale scopo, Newpal investirà circa 7 milioni di euro nella creazione di un polo industriale dotato di un innovativo impianto di stampaggio di materie plastiche riciclate. I macchinari, già in fase di test e installazione, saranno pienamente operativi entro l’estate del 2022 e consentiranno a Newpal di trasformare il granulo plastico realizzato nello stabilimento di Diecimo di Lucart dagli scarti di polietilene e alluminio recuperati dai cartoni per bevande, in pallet in plastica riciclata. Una volta realizzati, infatti, questi saranno utilizzati da CPR System per la movimentazione delle merci nel settore agroalimentare e da Lucart per i propri prodotti in carta per uso igienico. A ulteriore conferma della sostenibilità del progetto, in linea con il proprio modello di business CPR System si occuperà del recupero e riutilizzo dei pallet che quindi, anche a fine vita e dopo molteplici utilizzi, non saranno smaltiti in discarica ma reinseriti nel processo industriale.

Abbiamo iniziato a ragionare su questo progetto già nel 2015 – dichiara Lauro Guidi Presidente di Newpal SpA – portando a valore la grande vocazione verso la sostenibilità ambientale e l’economia circolare di CPR System e Lucart. La Newpal si è costituita nel 2019 e sta completando oggi lo stabilimento produttivo in provincia di Ferrara per lo stampaggio dei pallet e gli impianti accessori. Dal secondo semestre 2022 inizierà la produzione di pallet in plastica riciclata con il ‘GranPlast’ fatti da Lucart che andranno a sostituire completamente l’attuale parco pallet di CPR System che sarà il principale cliente della società, ma non l’unico.Newpal, infatti, si proporrà come fornitore sul mercato definendo una gamma di prodotti adatti alle diverse richieste di utilizzo”.

Già nel 2010, Lucart – azienda leader in Europa nella produzione di soluzioni per l’igiene in carta tissue, airlaid e monolucide, conosciuta per i brand Tenderly, Lucart Professional, Tutto Pannocarta e Grazie Natural – aveva lanciato il Progetto Natural, iniziativa di economia circolare che ha portato per la prima volta – sia sugli scaffali dei supermercati, sia nel settore professionale – una linea di prodotti in carta per l’igiene derivata dal riciclo dei cartoni per bevande, riconoscibile per il caratteristico colore avana (poiché le fibre non vengono sottoposte all’impattante processo di sbiancamento) e certificata Ecolabel e FSC Recycled. Il progetto iniziale prevedeva il pieno recupero anche delle componenti di polietilene e alluminio contenute nei cartoni, convertite da partner esterni per ottenere dispenser per asciugamani in carta o carta igienica. Il materiale in eccesso veniva offerto sul mercato e riutilizzato da terzi per la realizzazione di arredi urbani, pallet e altri oggetti in plastica di uso comune. Tale sistema, tuttavia, non assicurava il pieno assorbimento delle quantità di materiale prodotte né la redditività nel loro utilizzo.

Grazie alla collaborazione con CPR System – leader in Italia nella produzione, movimentazione, riutilizzo e riciclo degli imballaggi in plastica a sponde abbattibili e dei pallet per il settore agroalimentare – Lucart ha trovato un partner con l’esperienza necessaria per valorizzare le plastiche riciclate e che condivide gli stessi obiettivi ambientali. Le due aziende saranno quindi pienamente simbiotiche poiché una sfrutterà un prodotto realizzato dallo scarto di produzione dell’altra, opportunamente nobilitato.

“La nascita di Newpal SpA rappresenta un passo importante per innovare il settore dello stampaggio delle plastiche riciclate, nonché una tappa strategica cruciale nel percorso che ci porterà ad utilizzare il 60% di materie prime fibrose riciclate entro il 2030.Per aumentare il tasso di riciclo, infatti, è necessario gestire gli scarti plastici trasformandoli in nuove materie prime ricche di valore” – ha commentato Guido Pasquini, Senior Sustainability Advisor di Lucart – “Siamo orgogliosi di avere al nostro fianco CPR System, realtà con la quale condividiamo un modello di business circolare in grado di ottimizzare i vantaggi economici riducendo al minimo gli impatti ambientali”.

“Disporre oggi di prodotti derivati da processi di filiera realmente sostenibili rappresenta un valore aggiunto e un vantaggio competitivo per il settore” – afferma Paolo Gerevini, Presidente di CPR System che sottolineando i plus del nuovo pallet conclude: “Il progetto Newpal valorizza al 100% uno scarto di produzione, creando valore condiviso. Realizza un prodotto riutilizzabile nel circuito CPR System che, a fine vita verrà effettivamente riciclato per la produzione di nuovi pallet creando una gestione virtuosa in termini ambientali ma anche economici, considerando che si tratta di un pallet in plastica di qualità, a prezzo fortemente competitivo”.

Contributo carta e cartone, dal 2022 passa da 25 a 10 euro a tonnellata

Buone notizie per gli utilizzatori di packaging in carta e cartone. Il Consiglio di amministrazione CONAI, Consorzio Nazionale Imballaggi, sentito il parere di Comieco, Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica, ha deliberato la riduzione del Contributo Ambientale CONAI per la carta – da 25 €/tonnellata a 10 €/tonnellata – a partire dal 1 gennaio 2022. Ed è la seconda buona notizia nel giro di pochi mesi: già a luglio il CAC carta era stato più che dimezzato passando da 55€ a 25€ a tonnellata,in virtù dell’aumento dei valori di mercato della materia prima seconda.

La nuova riduzione deliberata si inserisce all’interno di un percorso di sostegno, rivolto alle aziende e al sistema imprenditoriale del mondo cartario, avviato da diverso tempo e non incide sulle operazioni di raccolta riciclo della carta e del cartone che Comieco continuerà a garantire su tutto il territorio nazionale con le consuete modalità.

“Ridurre il contributo ambientale di oltre l’80% nell’arco di poco tempo, significa supportare concretamente le aziende utilizzatrici di packaging, ancora profondamente colpite dalla pandemia, aiutandole a ripartire. I risparmi già calcolati da inizio anno ammontano a 135 milioni di euro, ai quali aggiungere quelli stimati pari a 67,5 milioni di euro, a fronte di questa ulteriore riduzione”, afferma Carlo Montalbetti, Direttore Generale di Comieco.

Benefici economici sostanziosi che possono rappresentare un driver importante per orientare le aziende ad utilizzare sempre più il packaging in cartone per i loro prodotti e allo stesso tempo contribuire a consolidare i buoni risultati di raccolta differenziata e riciclo sin qui raggiunti. L’Italia è tra i Paesi più ricicloni d’Europa: nel 2020 sono state raccolte circa 3,5 milioni di tonnellate di carta e cartone eil tasso di riciclo degli imballaggi cellulosiciha raggiunto l’87,3%, superando con ben 10 anni di anticipo i target UE al 2030. Una filiera efficiente che fa della circolarità il fiore all’occhiello: il 60% della produzione cartaria avviene infatti a partire da fibre di recupero.

La diminuzione del cac non è l’unica novità in vigore dall’1 gennaio 2022. A questa si accompagnerà anche l’introduzione della diversificazione contributiva degli imballaggi in materiale composito, diversi da quelli per liquidi, allo scopo di rendere il ciclo del riciclo di carta e cartone ancora più efficiente, stimolando gli utilizzatori di packaging a scegliere per i loro prodotti imballaggi sostenibili e riciclabili all’insegna della transizione verso un’economia sempre più circolare.

Il food packaging al centro di una riflessione su nuovi modelli alimentari sostenibili

Con il food delivery in continua crescita (+ 56% per un fatturato di 1,4 miliardi di euro, secondo l’Osservatorio B2c Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano), il food packaging diventa sempre più rilevante nell’impronta ambientale del food system: è pertanto fondamentale che i contenitori delle pietanze che raggiungono le nostre case siano progettati e concepiti per essere sostenibili.

Proprio questo concetto è stato alla base del convegno Food Packaging in carta e cartone per una filiera carbon neutral organizzato da Comieco e dall’Università delle Scienze Gastronomiche di Pollenzo, svoltosi ieri alla Cascina Cuccagna nell’ambito di All 4 Climate, l’iniziativa lanciata dal ministero della Transizione Ecologica e da “Connect4climate” per approfondire le sfide poste dai cambiamenti climatici a livello locale e internazionale in vista della Pre-Cop 26.

Quest’incontro è nato da un lungo dialogo tra Comieco e l’Università di Pollenzo finalizzato alla promozione della sostenibilità del packaging alimentare, ambito in cui la carta gioca un ruolo da protagonista: gli imballaggi in carta e cartone, infatti, grazie alle loro caratteristiche di praticità, sicurezza e funzionalità, sono tra i migliori “alleati” della lotta contro lo spreco di cibo e di risorse. Inoltre, essendo la carta un materiale naturale, biodegradabile e riciclabile, consente un notevole risparmio energetico e di risorse rispetto a imballaggi derivanti da materia prima di origine fossile.

“Con un food system responsabile di un terzo delle emissioni di anidride carbonica, è ovvia la necessità di trovare uno stile di consumo sostenibile del cibo per impattare in modo positivo sui cambiamenti climatici i cui effetti cominciamo a sentire sulla nostra pelle”, afferma Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco. “Per fare questo, noi, consumatori e aziende, dobbiamo imparare a limitare gli sprechi di cibo e a scegliere imballaggi efficienti, che siano già progettati prevedendo la gestione del loro fine vita e che utilizzino materiali riciclabili e naturali come la carta o il cartone, che appartengono a una filiera virtuosa. Con un tasso di circolarità medio pari al 60%, infatti, la filiera cartaria rappresenta uno dei settori leader dell’economia circolare in Italia. Un risultato raggiunto anche grazie ad alti livelli di raccolta differenziata e riciclo della carta e cartone, 3,5 milioni di tonnellate nel 2020, con un tasso di riciclo dell’87% nel caso degli imballaggi, che confermano l’Italia tra i leader europei superando con 10 anni di anticipo l’obiettivo UE dell’85% previsto per il 2030. Numeri importanti, dato che ogni punto percentuale di crescita del riciclo di carta equivale ad una riduzione 84.000 tonnellate di rifiuti da smaltire e una conseguente minore emissione di CO2”.

“È fondamentale comprendere che il tema di uno stile sostenibile di alimentazione è un punto fondamentale all’interno della transizione ecologica”, afferma Silvio Barbero, VicePresidente dell’Università delle Scienze Gastronomiche di Pollenzo. “Bisogna cambiare la produzione, la distribuzione e il consumo del cibo. Poi c’è un secondo elemento da tenere in considerazione: l’innovazione del prodotto nel suo complesso, che deve necessariamente virare verso la naturalità di tutti i processi industriali, packaging compreso. Perché se l’innovazione del contenuto deve andare verso un maggiore contatto con il territorio e una maggiore qualità, anche il contenitore, da una parte, deve garantire tali caratteristiche e, al tempo stesso, dev’essere sostenibile e compatibile con il processo di transizione ecologica. L’unica strada possibile, la vera sfida del settore del food packaging, è quella della ricerca per favorire un dialogo costante tra conservazione del prodotto e sostenibilità dei materiali impiegati, solo in questo modo sarà possibile contribuire in modo effettivo alla diminuzione dell’impatto ambientale del settore alimentare”.

La reale necessità di un cambio di paradigma del sistema del cibo, tra contenuto e contenitore, è emersa nel corso del convegno anche dalle testimonianze di alcune realtà industriali, tra cui quella di Armando Mariano, Direttore R&D di Seda International Packaging Group: “Tra i processi di trasformazione della materia prima rinnovabile ha sempre più importanza l’attività di ecodesign sviluppata in forte partnership con i clienti, per fornire al consumatore finale un prodotto che non solo soddisfi le sue esigenze quotidiane, ma sia pienamente sostenibile così da essere riciclato in modo semplice dopo il suo utilizzo” afferma. “Per rispondere a questi obiettivi in Seda lavoriamo a stretto contatto con i nostri clienti per un continuo miglioramento del profilo ambientale degli imballaggi, e ci concentriamo principalmente su tre aree: la scelta di carta esclusivamente proveniente da foreste sostenibili e certificate, l’ottimizzazione dei processi produttivi e la circolarità del fine vita dei nostri prodotti”.

Riciclo delle confezioni: lo studio dell’Osservatorio Immagino

“È una confezione riciclabile?”: quale consumatore non si è posto questa domanda nel momento in cui si è trovato a mettere nella raccolta differenziata la confezione di un prodotto alimentare o di un detersivo? La risposta arriva dagli oltre 36 mila prodotti di largo consumo che presentano in etichetta le indicazioni sul livello di riciclabilità del packaging. Il dato emerge nell’ultima edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, che ha rilevato le informazioni presenti sulle etichette di oltre 120 mila prodotti, che concorrono all’82,6% del fatturato di supermercati e ipermercati in Italia.

«Rispetto a giugno 2020, la quota dei prodotti di largo consumo che danno indicazioni sulla riciclabilità del packaging è aumentata di quasi 3 punti %, arrivando a coinvolgere il 30,1% delle referenze rilevate dall’Osservatorio Immagino» afferma Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy. «Un chiaro segnale di quanto le aziende siano attente alle esigenze di informazione del consumatore e di come la sostenibilità sia sempre più anche un tema da comunicare ai clienti finali. Ma resta ancora molto da fare. Un esempio significativo è quello delle confezioni in vetro, materiale riciclabile al 100%, ma su cui spesso questo aspetto viene dato per scontato e non viene, quindi, esplicitato in etichetta».

Surgelati e gelati sono le categorie merceologiche dove l’etichetta sul grado di smaltimento delle confezioni è più diffusa (si trova sul 50,3% delle referenze), seguiti da ortofrutta (46,4%), mentre bevande (17,7%), petcare (16,4%) e prodotti per la cura personale (15,3%) sono quelli a minor tasso di diffusione. L’83,4% degli oltre 36 mila prodotti rilevati dall’Osservatorio Immagino che forniscono esplicite indicazioni sul livello di riciclabilità delle loro confezioni è venduto in packaging totalmente o largamente riciclabili. Con punte sopra al 90% nei reparti ortofrutta, cura casa e bevande. Rispetto all’anno finito a giugno 2020, questa quota è aumentata di +0,8%, mentre è diminuita di -0,4% l’incidenza delle referenze vendute in confezioni non riciclabili, scese al 5,3% della numerica totale.

Ma quanto pesano effettivamente sul volume della spesa i packaging che indicano la sostenibilità dell’imballaggio? Partendo dalla composizione del carrello medio (fatto per circa il 50% dai prodotti delle 20 marche top e dalle private label), l’Osservatorio Immagino ha calcolato il dato ponderato sulle vendite per numero di confezioni. Risultato: il 74,7% delle confezioni di prodotti a marca del distributore vendute in supermercati e ipermercati spiega quanto sia riciclabile il packaging. Il dato è migliorato di +2,1 punti % rispetto all’anno finito a giugno 2020. Per le 20 imprese top,l’incidenza sulla numerica delle confezioni è inferiore (53,3%), ma il trend di crescita è decisamente più brillante (+9,2% annuo). Le aziende follower si fermano al 40,4% del numero delle confezioni vendute (-1,7%) e i fornitori minori al 22,3% (+2,6%).

Nella classifica dei comparti merceologici in base al numero di confezioni vendute, la pasta si conferma al primo posto davanti a pane e sostitutivi, prodotti da forno e cereali. A chiudere la classifica sono stati ancora una volta le bevande alcoliche (come vino, birra e champagne/spumanti) e il cura persona (come profumeria e cosmetica).

L’Osservatorio Immagino ha voluto approfondire anche come sono composti i packaging utilizzati nel mondo dei prodotti di largo consumo. Nel 47,0%dei casi si tratta di confezioni monomateriale (-1,5% rispetto alla rilevazione precedente) che per quasi il 90% sono totalmente o largamente riciclabili. Il 51,5% delle referenze è venduto in packaging composti da diversi materiali (+1,5%) e via via che aumenta il numero dei materiali utilizzati diminuisce la quota di quelli riciclabili. Ortofrutta e petcare sono le aree merceologiche in cui il packaging monomateriale è più diffuso (rispettivamente 74,9% e 71,0% delle referenze), mentre la drogheria alimentare è quella con il maggior utilizzo di confezioni plurimateriali (52,6%).

Tetra Pak, obiettivo neutralità climatica entro il 2030

Raggiungere zero emissioni nette di anidride carbonica per le proprie attività entro il 2030 e lungo l’intera catena del valore entro il 2050 attraverso la riduzione del fabbisogno energetico e la decarbonizzazione di prodotti e operazioni.Con questo ambizioso obiettivo Tetra Pak presenta la nuova edizione del Report di Sostenibilità, lo strumento informativo di condivisione degli obiettivi e degli investimenti dedicati ai percorsi di sostenibilità della multinazionale svedese, giunto quest’anno alla 23esima edizione. Tre le macro-aree che illustrano i risultati raggiunti nel corso del 2020 – Alimenti, Persone, Pianeta –sul piano della sostenibilità grazie a una strategia che coinvolge e integra l’intera catena del valore, nella consapevolezza che l’obiettivo di un futuro più sostenibile è realizzabile solo fronteggiando – insieme e nel loro insieme- sfide ambientali, sociali ed economiche. 
 
“L’impegno per la sostenibilità è da sempre un tratto distintivo di Tetra Pak – sottolinea Francesco Faella, Presidente Tetra Pak Italia. In un periodo complesso come quello dell’emergenza sanitaria, questo impegno non è mai venuto meno, ma ha assunto un significato ancora più alto, confermandosi un punto di forza nel processo di resilienza del settore agroalimentare.Attraverso il report di sostenibilità comunichiamo da molti anni ai nostri stakeholder risultati raggiunti e obiettivi futuri, condividendo la nostra visione e le azioni portate avanti per affrontare le sfide globali che riguardano alimenti, persone e pianeta”. 
 
Negli ultimi due decenni l’approccio di Tetra Pak alla rendicontazione dell’impegno sostenibile si è evoluto in maniera significativa, dalla prima relazione del 1999, in cui erano condivisi impegni e azioni ambientali,alla valutazione di ogni aspetto dell’attività e del suo impatto, inclusa la governance della società e dei fornitori. Questo punto è stato sviluppato adottando criteri di autovalutazione in linea con la Global Reporting Initiative (GRI) e sostenendo gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite di cui,dal 2004, Tetra Pak è firmataria dei dieci principi del Global Compact.
 
Nella nuova edizione del report sono disponibili aggiornamenti sui seguenti ambiti: 
 
ALIMENTI – Tetra Pak garantisce da sempre e ovunque la sicurezza e la disponibilità degli alimenti in collaborazione con clienti e partner, utilizzando soluzioni innovative per la lavorazione e il confezionamento di cibo e bevande. Tra queste, si annoverano le infrastrutture tecnologiche e digitali che facilitano tracciamento e trasparenza, incrementando la fiducia del consumatore. L’azienda investe nella creazione di catene del valore sostenibili, tramite la partecipazione a programmi di alimentazione nelle scuole e al modello DairyHub. 64 milioni di bambini in 45 Paesi hanno ricevuto latte e altre bevande, mentre gli allevatori coinvolti nei DairyHub sono 39.806. Tetra Pak, inoltre, è entrata a far parte della European Alliance for Green Recovery, il piano di recupero post-pandemia che ha lo scopo di attuare un progetto di filiera alimentare resiliente, strutturata e più sostenibile in tutta l’Unione Europea. 
 
PERSONE – Tetra Pak favorisce la crescita di tutti i suoi dipendenti promuovendo azioni che garantiscono il rispetto delle diversità e una cultura inclusiva. L’azienda si impegna a proteggere e supportare le comunità in cui operano i fornitori, per una catena del valore responsabile che tuteli i diritti umani e quelli del lavoro. A conferma dell’attenzione rivolta a queste tematiche, l’azienda ha ricevuto il riconoscimento “Great Place to Work” in quattro paesi, tra cui l’Italia. Nel 2020 Tetra Pak è stata anche premiata, per il quinto anno consecutivo, per la sua leadership nella sostenibilità aziendale dall’organizzazione non profit internazionale CDP, ottenendo una doppia “A” per l’impegno su clima e foreste. L’azienda ha inoltre lanciato la campagna globale di comunicazione “Go nature. Go carton.” con l’obiettivo di favorire il dibattito e promuovere il packaging sostenibile.
 
PIANETA – Tetra Pak punta a raggiungere la neutralità climatica attraverso la riduzione del fabbisogno energetico e la decarbonizzazione con l’obiettivo di raggiungere zero emissioni nette di CO2 al 2030 per le proprie attività e al 2050 lungo tutta la catena del valore. Un percorso costruito attraverso numerose azioni “locali” come la recente realizzazione dell’impianto fotovoltaico che alimenta lo stabilimento di produzione italiano di Rubiera (RE): un progetto imponente che permetterà un risparmio di circa 580 tonnellate CO2 all’anno. Economia circolare e riciclo sono principi d’azione prioritari, come dimostrato dal crescente utilizzo di polimeri di origine vegetale tracciati e certificati e di materie prime provenienti da fonti rinnovabili, interamente riciclabili. A tale riguardo, la cellulosa utilizzata per la produzione delle confezioni è certificata FSC, rispetta dunque il ciclo di vita delle foreste garantendo l’approvvigionamento responsabile. Tutti fattori fondamentali per realizzare la principale ambizione di Tetra Pak ovvero produrre la confezione alimentare più sostenibile al mondo. Durante lo scorso anno, la multinazionale svedese ha anche guidato e implementato un’ampia gamma di attività legate al riciclo in tutto il mondo, contribuendo all’aumento globale del tasso di riciclo delle confezioni in cartone del +27%.
 
Il Report di Sostenibilità Tetra Pak 2021 è disponibile cliccando qui
 
 

Parmalat e Zymil: nuove referenze in PET da 250 ml

Parmalat allarga il proprio portafoglio di prodotti arricchendosi di tre nuove referenze da 250 ml in PET riciclabile, per garantire al consumatore un’offerta ancora più completa e in linea con una sensibilità crescente verso gli sprechi e l’ambiente.
I dati evidenziano che il formato da 250 ml è l’unico in crescita nel mercato del latte UHT, è infatti ideale per avere in casa una piccola scorta di latte utile, oltre che per la colazione, per macchiare il caffè o come ingrediente in cucina: un formato mini, ideale per mille usi e zero sprechi.
A conferma ulteriore dell’attenzione di Parmalat verso l’ambiente, le bottiglie sono realizzate in PET “monolayer”, ovvero composte da un unico strato di PET bianco che ne rende ancora più facile il riciclo, consentendo di dare nuova vita alla plastica.

Responsabilità sociale, Aldi lancia “Io riciclo” nella giornata mondiale dell’ambiente

Invitare i clienti a rispettare pratiche responsabili di recupero e riciclo delle confezioni: è il progetto “Io Riciclo” che ALDI lancia in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente.

L’iniziativa si inserisce nel programma di responsabilità sociale dell’insegna tedesca “Oggi per domani”, volto a promuovere un comportamento responsabile nei confronti dell’ambiente e delle generazioni future. 

L’aumento della pratica del riciclo dee confezioni passa anche da indicazioni chiare sul packaging. Per questo il messaggio “Ridurre al minimo, recuperare e riciclare” che ALDI inserisce sulle confezioni dei suoi articoli è non solo un invito ma anche un’informazione sul tipo di materiale impiegato in modo da agevolare un corretto conferimento dei rifiuti nel circuito di raccolta del Comune. Un progetto di sensibilizzazione alla salvaguardia dell’ambiente che non si ferma alla grafica informativa dei packaging, ma si pone l’obiettivo di fornire entro il 2020 confezioni sempre più rispettose dell’ambiente per facilitino il corretto smaltimento di tutti i rifiuti d’imballaggio in un’ottica di economia circolare.

“Io RICICLO!” è un messaggio rivolto anche a tutti i collaboratori ALDI che contribuiscono in tutti i siti a rispettare una corretta raccolta differenziata, monitorata e implementata costantemente. Inoltre, l’azienda si impegna a ridurre la merce in eccesso attraverso una logistica efficiente e collabora con partner affidabili e ONLUS per il recupero di quella invenduta.

Il progetto si inscrive in un più ampio programma che ALDI ha avviato in tutti i Paesi in cui è presente e che ingloba tutte le iniziative di responsabilità sociale promosse dall’azienda nel lungo termine. Obiettivo del programma è quello di operare per uno sviluppo sostenibile a favore dell’ambiente e della società del futuro. Il che comprende l’offerta di prodotti tracciabili, la crescita dei propri collaboratori, una gestione virtuosa dei rifiuti e delle fonti energetiche e progetti sociali sul territorio.

Per maggiori informazioni visitare il sito www.oggiperdomani.it alla sezione Ambiente-Novità.

 

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare