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Molecola celebra il Made in Italy e guarda al mercato internazionale

Dalla prima lattina alla bottiglia in vetro, dalla grande distribuzione al mondo dell’Horeca: Molecola, la prima cola interamente italiana, compie un nuovo e significativo passo avanti. La presentazione ufficiale, dal titolo Molecola: dal sogno alla realizzazione di una cola italiana  ha avuto luogo a Bologna presso FICO Eataly World. Nel corso dell’evento sono stati presentati la nuova bottiglia in vetro “90.60.90” – ideata da Curve Creative Studio e realizzata da Verallia per il canale della ristorazione – e la nuova Molecola Bio & Fair Trade.

L’incontro, presentato da Gianluca e Nicola Vitello di Radio Deejay, ha visto tra i relatori Francesco Bianco, Fondatore e Partner Molecola, Marco Gallo, Fondatore e Direttore Creativo Curve Studio Torino, Laura Miotto, Responsabile Marketing e Clienti Internazionali Verallia Italia, Luigi Rivaroli, Ingegnere di processo e sviluppo prodotto Verallia Italia, Stefano Dozio, Direttore Generale Gruppo Co.Pro.B. Italia Zuccheri, Marco Masselli, Direttore Generale e Vicepresidente Italian Identity e Antonio Biella, Direttore Generale San Bernardo.

Il progetto Molecola
Ispirata ad un’antica ricetta piemontese di fine Ottocento riscoperta da Francesco Bianco e Graziano Scaglia, Molecola nasce all’inizio del 2013 per soddisfare l’esigenza del mercato italiano di avere un prodotto che fosse massima espressione del Made in Italy, realizzato con ingredienti nazionali e preparato con saperi codificati della nostra tradizione. Una motivazione forte che ha contribuito a costruire l’identità di Molecola, frutto della collaborazione con importanti attori del panorama italiano, permettendole di ottenere la certificazione Italcheck da Italian Identity come prodotto 100% Made in Italy con l’Audit Partner Agroqualità.

Tra i protagonisti del progetto Molecola, Italia Zuccheri, cooperativa bolognese capace di garantire all’Italia una riserva strategica di zucchero grazie ai suoi 5.700 bieticoltori associati che, coltivando barbabietole nei campi dell’Emilia Romagna e del Veneto, consentono un completo controllo della filiera dal campo al cliente. Italia Zuccheri è così in grado di fornire uno zucchero totalmente italiano per la realizzazione della bevanda.

Tutto italiano anche l’imbottigliamento di Molecola: a Fidenza (Parma) prendono vita le lattine, primo confezionamento della bevanda, mentre a Ormea (Cuneo) vengono riempite le bottiglie in PET, destinate alla grande distribuzione. Recente è, invece, la collaborazione con Verallia Italia, tra i leader mondiali negli imballaggi in vetro per l’industria alimentare, con cui è stata realizzata la nuova bottiglia per il mondo Horeca nello stabilimento di Gazzo Veronese (Verona).

La nuova bottiglia per il canale Horeca
Concepita e realizzata dall’agenzia torinese Curve Creative Studio e realizzata da Verallia, la nuova bottiglia in vetro “90.60.90”, lavorata come la trama di un tessuto sartoriale, gioca con le linee sinuose ed accattivanti che ricordano la silhouette delle dive italiane degli anni Cinquanta, periodo d’oro del cinema italiano, in cui sono riconoscibili il vitino da vespa e i fianchi prosperosi delle attrici che hanno contribuito a creare in tutto il mondo il mito dell’italianità. Questa bottiglia esclusiva, che apre la distribuzione di Molecola ai canali dell’Horeca, è stata pensata per esaltare le particolarità del prodotto nel contesto della ristorazione e risulta anche vantaggiosa da un punto di vista della user experience, facilitandone la presa con una lavorazione ergonomica e antiscivolo che abbina estetica e funzione. Un’ulteriore attenzione all’usabilità è data dall’utilizzo, nella parte inferiore della bottiglia, del testo in braille che riporta il nome della bevanda e della bottiglia, garantendone un’elevata accessibilità.

La Nuova Molecola Bio & Fair Trade
Accanto alla nuova bottiglia in vetro, Molecola lancia inoltre sul mercato la versione Bio & Fair Trade: insieme al consorzio Altromercato, principale realtà di Commercio Equo e Solidale in Italia, è stato infatti creato un prodotto realizzato con ingredienti selezionati, provenienti esclusivamente da coltivazioni biologiche e produzioni fairtrade, come lo zucchero di canna, che va a sostituire lo zucchero bianco della barbabietola, ed il guaranà, che prende il posto della caffeina.

«La nostra forza è stata di riuscire ad aggregare intorno a questo progetto grandi realtà italiane, che condividessero con noi idee, esperienza e passione – dichiara Francesco Bianco, Fondatore e Partner Molecola. – La ricetta è nata a Torino, dove abbiamo sperimentato le prime produzioni, e da qui siamo partiti alla ricerca di partner in tutta Italia per rendere Molecola un prodotto unico “nel gusto e nel cuore”. Abbiamo cercato di unire le eccellenze del nostro Paese, piccole e grandi molecole, che insieme hanno dato vita a una bevanda in grado di rappresentare il Made in Italy in tutto il mondo. Grazie al supporto di Eataly, siamo riusciti a portare Molecola a New York, a Chicago, in Russia, in Brasile e a Stoccolma. Oggi ci ritroviamo con una gamma completa di prodotti e siamo pronti ad affrontare il mercato italiano e quello internazionale».

La parola a Verallia

La vera missione affidata a Verallia nell’ambito del progetto Molecola 90-60-90 è stata quella di tradurre e applicare al vetro un progetto di stile che puntava a creare una nuova icona dell’italianità, esaltando l’eleganza della bottiglia, sia attraverso la sinuosità delle forme, modellate secondo le proporzioni delle dive del cinema italiano del dopoguerra (che danno il nome al formato: Molecola 90-60-90), sia mediante una particolare trama su vetro, concepita per sottolineare la natura “sartoriale” del prodotto, quasi che la bottiglia fosse un corpo femminile fasciato da un elegante abito tagliato su misura.

Inizialmente abbiamo affrontato il progetto in modo tradizionale, adeguando forme e dettagli dell’agenzia grafica alle esigenze produttive” – ricorda Luigi Rivaroli, Ingegnere di processo e sviluppo Verallia Italia. “L’ostacolo più grande da superare è stato realizzare la trama su vetro. La soluzione ha comportato ore di lavoro, prove, confronti, lavorazioni molto particolari che hanno richiesto tutta l’abilità di stampisti specializzati. Nonostante l’estrema complessità realizzativa, questa trama è diventata uno dei principali elementi distintivi della bottiglia.

Siamo orgogliosi di aver dato il nostro contributo a un progetto italiano coraggioso e innovativo come Molecola” – afferma Laura Miotto, Responsabile marketing e clienti internazionali Verallia Italia. “Da diversi anni facciamo dell’innovazione tecnologica e di design la strada per diffondere il vetro come il materiale più bello, sano e sostenibile per il packaging di alimenti e bevande, favorendo la creazione di nuove professionalità con iniziative come il Verallia Design Award, un concorso internazionale dedicato si giovani aspiranti designer chiamati ad esprimere il loro talento, ideando e progettando nuovi contenitori in vetro”. 

Verallia Italia: è Alessandro Bocchio il nuovo Direttore Commerciale e Marketing

Verallia Italia comunica il nome del suo Direttore Commerciale e Marketing: si tratta di Alessandro Bocchio che subentra a Roberto Pedrazzi nominato, a sua volta, General Manager di Verallia Algeria.
Nato a Tortona nel 1974, laureato in Economia e Finanza ha conseguito un MBA presso la California State University di Sacramento. Ha gestito le esportazioni di varie aziende in diversi settori: dai materiali per l’edilizia ai veicoli industriali finanche al calzaturiero. Nel 2005 entra in Guala Closures Group dove ricopre diversi ruoli commerciali e di Business Development, fino ad essere nominato nel 2010 Direttore Generale della Guala Closures North America in California, dove apre nel 2014 il primo sito produttivo americano dell’Azienda. Rientrato in Italia nel 2015, Alessandro  assume la carica di Direttore Commerciale e Marketing della Business Unit Italia di Guala Closures.

Alessandro Bocchio

“Sono molto felice dell’ingresso di Alessandro in Verallia e gli porgo il benvenuto di tutta l’Azienda”,  afferma Marco Ravasi, Amministratore Delegato di Verallia Italia. “La sua profonda conoscenza del mercato internazionale e del settore del beverage, ma da un punto di vista differente dal nostro, sarà fondamentale per completare la nostra visione di business e per permetterci di aiutare i clienti a valorizzare i prodotti del settore agroalimentare, vera e propria eccellenza del Made in Italy.”
“Durante la mia esperienza in Guala Closures, ho avuto diverse occasioni di collaborare con Verallia e ho già avuto modo di apprezzare questa azienda dai numerosi talenti“, aggiunge Alessandro Bocchio. Ora sono orgoglioso di farne parte e di poter contribuire all’affermazione del vetro a supporto del settore agroalimentare italiano, perché, condividendone i valori di sostenibilità e salubrità, sono sempre più convinto che il vetro giochi un ruolo fondamentale nel processo di valorizzazione dei nostri prodotti alimentari. È l’unico materiale infatti che garantisce la conservazione del contenuto mantenendo perfettamente intatte le sue caratteristiche organolettiche e, allo stesso tempo, è riciclabile al 100%, all’infinito”.

Birra senza barriere: Birra 32 sceglie il braille

Birra senza barriere, anche per i non vedenti. Il birrificio 32 via dei Birrai, infatti, ha scelto di rinnovare la sua bottiglia, stampando – direttamente sul vetro e in alfabeto Braille – la scritta “Birra 32”.

32 via dei Birrai ha scelto le bottiglie Verallia (disponibili dal 7 novembre), come garanzia di una produzione rapida, capace e flessibile che tenga al centro le esigenze del cliente, ma che, allo stesso tempo, ha sviluppato negli anni una vera e propria passione per la CSR, la dimensione umana del business e la sostenibilità. Inoltre, Verallia ha un valore aggiunto: è uno dei player principali del riciclo del vetro post-utilizzo in Italia, grazie ai suoi due impianti Ecoglass che riciclano circa 650.000 tonnellate di rottame di vetro ogni anno. Oggi, infatti, è in grado di produrre la bottiglia di Birra 32 raggiungendo fino al 90% di vetro riciclato, senza intaccarne la bellezza del design: cosa che ne fa una bottiglia etica, solidale, ma anche bella.

“Questa iniziativa nasce dalla mia esperienza personale con un mio carissimo amico non vedente”, afferma Loreno Michielin, co-fondatore e responsabile commerciale di “Birra 32”. “Mi ha sempre colpito il fatto che ogni gesto per me scontato, come scegliere una bottiglia, per lui possa rappresentare una sfida pressoché insormontabile. Questo è il mio piccolo contributo per aiutarlo”.

“A noi le sfide piacciono, soprattutto quando si possono concretizzare in una buona azione verso qualcuno in difficoltà”, afferma Alessia Cappellin, Responsabile Marketing di Verallia. “Quando Loreno ci ha raccontato con passione il suo progetto, l’abbiamo sentito subito anche nostro e ci siamo attivati al nostro interno per cercare di inserire la scritta nel punto migliore dal punto di vista produttivo e di ergonomia per il consumatore finale. Il risultato credo sia un successo, per tutti.”

 

 

Verallia: il gruppo diventa totalmente autonomo e inizia una nuova stagione

Intenso. Decisamente.
Per Marco Ravasi, dal 1° gennaio ad di Verallia, il 2015 non è certo stato di tutto riposo.
Proprio quest’anno, infatti, è stata perfezionata la vendita di Verallia ad Apollo Global Management e Bpifrance (detentori, rispettivamente, del 90% e del 10% del capitale).  E le cose da fare, i passi da compiere e le decisioni da prendere sono stati veramente tanti. E il tutto bruciando le tappe…
“Le basti sapere- ci racconta infatti Ravasi- che già il 4 aprile (a soli 3 mesi dal mio insediamento) mi sono trovato a dover presentare la società ai 5 potenziali compratori selezionati.
Dal quel fatidico 4 aprile, poi, nel giro di un mese soltanto si è arrivati all’offerta vincolante che ha condotto all’acquisizione. E a proposito di questo vorrei sottolineare come tutte le società abbiano messo sul tavolo un’offerta vincolante: evidentemente giudicando Verallia meritevole di un investimento importante…”

marco ravasiCi può raccontare la genesi di questa operazione?
Nasce da un cambio di strategia del Gruppo SG, sempre più focalizzato al business dell’edilizia, che nel 2007 aveva messo in vendita Verallia. E già allora si era profilata con chiarezza l’intenzione di Apollo di aggiudicarsi l’acquisizione.  Oggi, grazie al suo grande know how nell’ambito del packaging e del settore produttivo, e alla peculiare caratterizzazione di BPI (50% Stato Francese e per l’altro 50% cassa depositi) non solo viene garantita una continuità culturale all’interno di Verallia, ma si rafforza ulteriormente il focus nell’area industriale. E questo in virtù di un’ampia disponibilità economica, che ci consentire di impegnarci tanto nell’ambito della ricerca, quanto in quello dello sviluppo di nuove linee e di nuove tecnologie.
Criticità e soddisfazioni di questo primo anno?
Il vantaggio di essere diventato uno dei protagonisti di questa successione vorticosa di eventi, è che sono stato rapidamente messo nelle condizioni di conoscere a fondo la mia nuova azienda.  L’aspetto più problematico, sempreché tale lo si voglia e possa definire, è il ritmo serrato con cui si è dovuto lavorare. Oggi sono soddisfatto dei risultati e il mio è un bilancio positivo. Uno dei plus aziendali risiede proprio nel livello delle risorse umane, dei collaboratori con cui mi sono trovato ad operare quotidianamente. Ritengo che a fare la differenza sia l’estrema attenzione che abbiamo sempre dimostrato nei confronti dei nostri dipendenti.
Un requisito che nel 2014-2015 è valso all’azienda il riconoscimento di top employers. Ovviamente la flessibilità deve far parte di una strategia complessa e articolata che coinvolga tutte le funzioni aziendali. E questo senza ovviamente prescindere dagli aspetti prettamente industriali e da elevati standard di sicurezza e qualità, un ambito, quest’ultimo, su cui abbiamo investito 2,5 milioni di euro.

La crisi ha impattato sul vostro comparto?
L’economia globale ha segnato una battuta d’arresto, quantificabile nel biennio 2012-2013 in un –2,5% annuo. Nel 2014 finalmente il recupero. Si parla ancora di un +0,9%, ma il trend si è invertito. In questo contesto, segnato da un- 5/6%, quello del vetro si è comunque rivelato uno dei mercati più stabili, fermo al -0,5%.

Quali le principali iniziative  intraprese per il rilancio del settore?
Verallia ha deciso di muoversi su due asset: da una parte, per garantire i volumi, si è focalizzata sul mass market (va in questa direzione l’investimento di 65 milioni nello stabilimento di Gazzo Veronese). Dall’altra, per dare una valorizzazione maggiore a quei prodotti di alto livello che ne hanno bisogno, lavora costantemente sulla differenziazione, sulla personalizzazione e sul design. Un’operazione più di nicchia, insomma che si esprime al meglio nella nostra Selective Line, la linea di altissima gamma.

Quali scenari si apriranno adesso per l’azienda?  
Ritengo che questa rinnovata autonomia e la ritrovata agilità (siamo più piccoli, ma anche più smart) potranno proiettarci verso ulteriori sviluppi esterni, magari in aree ancora “vergini”. Niente di definito ancora, ma qualcosa è nell’aria.

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