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È benessere la parola chiave del 2018 per il sondaggio Coop: e a Natale consumi a +15,6%

Foto: Anna Dziubinska on Unsplash

Un 2018 in ripresa, in cui ripartono i consumi in settori “spenti” come arredo e casa mentre parole come benessere, novità e soddisfazione fotografano l’umore degli italiani: lo rivela il sondaggio di fine anno Coop-Nomisma insieme alle previsioni sui consumi del “Rapporto Coop” 2017.

Il sentiment insomma volge finalmente al sereno: tra le parole con cui gli italiani descrivono l’anno che è appena iniziato scendono i termini dalla connotazione negativa quali “timore” e “crisi”, due parole d’ordine del 2017 indicate rispettivamente da oltre il 10% e il 7,6% del campione, ora entrambe intorno al 4,5%. Salgono voci quali “ripresa” (15,4%), “cambiamento” (15,1%), “benessere” (10,3%), “novità” (7,9%). A crederci di più gli over 50 rispetto a generazioni più giovani. E il Mezzogiorno fa da apripista della “ripresa” (parola che qui arriva al 18%).

Un ottimismo che si riflette sulle intenzioni di spesa 2018 rispetto al 2017. Tutte le voci sono al rialzo, ma ad avanzare sono soprattutto i segmenti dedicati al tempo libero, ai viaggi, al piacere personale. Ritorna anche la vecchia passione degli italiani per la casa, accantonata co decisione negli anni della crisi: aumentano le spesa per arredamento, ristrutturazioni, grandi elettrodomestici. Consapevolmente poi gli italiani mettono tra le voci di spesa in aumento anche bollette, utenze e servizi sanitari.

Già il 2017 si era rivelato migliore rispetto alle attese sul versante consumi, sfiorando l’1,5%. Sono quindi buoni gli auspici anche per il 2018, grazie a un aumento del potere d’acquisto delle famiglie che dovrebbe raggiungere ritmi di crescita prossimi all’1%. Un bicchiere mezzo pieno che toccherà, stando alle previsioni, maggiormente i comparti dell’audiovisivo, computer e accessori (+ 8,5% nel 2018), telefoni e equipaggiamento (+7,8%) e solo in parte l’alimentare (+ 2,1%).

Andamento ancora positivo (+1%) anche per la distribuzione moderna, ma dimezzato nei ritmi di marcia rispetto al 2017, anno contrassegnato da un eccezionale effetto climatico.

Se è prevista una buona performance per il largo consumo confezionato (+1,3%) e del fresco ortofrutticolo (+ 1,6%), continua a registrare un andamento negativo il no food (-3,7%). A livello territoriale, la tendenza attesa è quella di una parziale inversione di tendenza rispetto al 2017: archiviata una fase in cui il Sud ha sovraperformato in confronto alla media nazionale, si osserva un incremento del fatturato più solido nel Nord Italia (+1,2% e +1,4% per le aree del Nord-Ovest e Nord Est).

 

Natale con incrementi a due cifre

Il rapporto fa anche un primo consuntivo delle vendite natalizie, che è decisamente positivo. La settimana di Natale ha fatto registrare un +15,6% (iper + super dati Nielsen per Coop) rispetto alla stessa settimana di un anno fa. Più carne che pesce, molta gastronomia e formaggi con un Centro Sud che guida ancora la classifica degli acquisti (Campania in testa con un +16,2% seguita da Molise, Umbria, Puglia). In controtendenza ma giustificato dall’effetto Natale anche il dato di un +9,7% segnato dai settori no food (che comprende giochi ed elettronica). 

La versione integrale del sondaggio “L’anno che verrà” e le Previsioni 2018 sono visionabili e scaricabili su http://www.italiani.coop

Melinda ancora sponsor della Ciaspolada il 6 gennaio

Ciaspolada 2015 Fondo Amatori.

Anche quest’anno Melinda è a fianco della Ciaspolada, tra gli appuntamenti sportivi invernali più attesi della Val di Non la cui 45a edizione prenderà il via il 6 gennaio. Nonostante la stagione particolarmente difficile per il Consorzio. Le gelate primaverili infatti hanno causato una perdita molto importante di prodotto, con gravi ripercussioni anche sul budget destinato al supporto di iniziative da sempre nel cuore di Melinda. Nonostante ciò, grazie alla forte disponibilità da parte degli organizzatori dell’evento, Melinda correrà anche quest’anno al fianco della Ciaspolada: il suo famoso bollino blu sarà così ben visibile lungo tutto il percorso, su striscioni, pettorali e gonfiabili. Durante l’intera giornata sarà inoltre presente un corner Melinda, in cui si potranno assaggiare mele e succo Melinda. Non mancherà l’animazione della simpatica mascotte, pronta a colorare le foto e i selfie di tutti i partecipanti.

Grande protagonista di questa edizione sarà anche la neve, che dopo qualche anno è scesa finalmente copiosa sulla Val di Non. Le nevicate di fine 2017 hanno reso ancora più suggestivo e fiabesco il paesaggio attraversato dalla Ciaspolada e anche per questo motivo gli organizzatori si aspettano un boom di presenze.

L’edizione numero 45 de La Ciaspolada sarà diversa e probabilmente unica, rispetto a quelle fin qui organizzate. Non tanto per quanto riguarda il percorso, che grazie alla neve ritorna sul tracciato storico dei Pradiei, ma anche perché si lega a doppia mandata al corpo degli Alpini e in particolare ad un appuntamento che ogni anno li celebra, quale l’Adunata Nazionale, che come noto nel 2018 verrà organizzata a Trento.

Anche quest’anno è stata lunga la preparazione dell’evento che ha vissto gli organizzatori promuovere la Ciaspolada nel corso di tutta la stagione attraverso numerose attività svolte nei principali centri del nord Italia.
Un rapporto che va oltre i numeri e oltre il lavoro, testimonianza del senso di coesione, cooperazione e aiuto tra le due realtà così fortemente radicate sul territorio.

Nel nome dell’omnicanalità, Walmart perde il trattino e punta sull’e-commerce

Wal-mart perde il trattino dello storico logo e diventa Walmart, ovunque: on e offline. La mossa, che sarà effettiva dal 1 febbraio 2018, si spiega in una logica di multicanalità e di servizio ai cittadini sui vari canali: dal punto vendita al mobile al servizio di click and collect.

La ragione la spiega Doug McMillon, presidente e CEO di Walmart: «I nostri clienti ci conoscono come Walmart e oggi fanno la spesa non solo nei nostri supermercati ma anche online e con la nostra app. Anche se il nostro nome legale viene usato in poche situazioni, abbiamo pensato che fosse meglio avere un nome coerente con l’idea che da noi puoi fare la spesa in qualsiasi canale». Il quale è convinto che “con il tempo i clienti ci vedranno e penseranno a noi sempre più come un unico Walmart”.

Il primo punto vendita Walmart (anzi, Wal-mart) a Rogers, Arkansas.

Sullo sfondo, l’impegno crescente dell’insegna, numero uno della Gdo mondiale, nell’e-Commerce partita con l’acquisizione di jet.com e la sfida ad Amazon. Una strategia che nel 2017 sembra aver funzionato: se i risultati del 2017 compariranno solo a febbraio, nei primi nove mesi le azioni sono aumentate del 42%, le vendite sono cresciute sia nei punti vendita (oltre 11.600 sotto 59 insegne in 28 Paesi) e l’e-Commerce è schizzato alle stelle, e nel terzo trimestre dell’anno è cresciuto ancora del 50%.

 

Addio trattino, il web cambia la spesa ma anche la lingua

Il cambiamento in effetti è anche sociologico e culturale, e pure linguistico. Il trattino che fa tanto anni ’50 del secolo scorso, con quelle belle insegne da drive-in che costellavano le highway nel periodo del grande boom economico e delle magnifiche sorti e progressive, oggi è d’impiccio

Già nell’edizione 2007 del Shorter Oxford English Dictionary circa 16.000 parole avevano perso il trattino “soccombendo alle pressioni dell’era di Internet”. E così ice-cream è diventato ice cream, pin-money pin money,  water-bed water bed. Mentre si sono unificati bumblebee (da bumble-bee, bombo), chickpea (chick-pea, cece) e pigeonhole (precedentemente pigeon-hole, casella per la posta).

Il trattino sarebbe considerato troppo “vecchio stile” e indurrebbe in errori e dubbi ortografici per i quali evidentemente non c’è più tempo. Inoltre, impedisce gli hashtag, e questo potrebbe mettere una definitiva lapide sul segno di punteggiatura. In fondo, è il segno dei tempi.

 

A questo punto, attendiamo la perdita del trattino anche nel logo più noto al mondo, quello della Coca-Cola. Quanto tempo ci vorrà?

Il centro commerciale svedese che vende solo prodotti riciclati e a impatto zero

Un inno alla seconda mano, al prodotto riciclato e all’economica circolare: è il centro commerciale ReTuna Återbruksgalleria di Eskilstuna, città svedese a un centinaio di chilometri da Stoccolma. Il primo dedicato esclusivamente al riciclo, in cui tutti i prodotti venduti sono a impatto zero: ovvero, sono usati e vivono una nuova vita dopo essere stati riparati o riutilizzati per produrre qualcosa di nuovo (il cosiddetto upcycling), oppure sono stati prodotti in maniera sostenibile.
Il centro ha aperto le porte nell’agosto 2015 e sorge accanto al centro di riciclo Retuna Återvinningscentral di Eskilstuna. Così risulta facile recarsi al centro per lasciare materiali da buttare negli appositi container e poi lasciare giocattoli, mobili, dispositivi elettronici e vestiti riutilizzabili al deposito del centro chiamato “Returen”. Qui lo staff del comune di Eskilstuna fa una prima selezione, stabilendo ciò che può essere riutilizzato, che viene distribuito tra i negozi di seconda mano. in una seconda selezione viene stabilito ciò che può essere riparato o convertito e trasformato prima di essere messo in vendita, in modo che possa avere una seconda vita. E l’idea sta funzionando: nel 2016, ReTuna Återbruksgalleria ha fatturato con i prodotti riciclati 8,1 milioni di corone svedesi (823mila euro).

Le ambizioni di ReTuna vanno però oltre il commercio e si spingono a un’opera di educazione tramite l’organizzazione di eventi, workshop, conferenze, giornate a tema, tutte focalizzate sulla sostenibilità. Ci sono sale conferenze dove tenere incontri “amici del clima” e una caffetteria che dove consumare pasti biologici con un panificio interno.

Il centro è gestito da EMM, una società che fa capo al comune di Eskilstuna che opera nel settore energetico e ambientale e del riciclo. La città ha deciso di impegnarsi e diventare un modello di buone pratiche ecologiche e in questo contesto è nata l’idea del centro commerciale del riciclo, che ha creato 50 posti di lavoro ed è pure diventato una attrazione turistica per la cittadina, che ha 60mila abitanti. Ora si vorrebbe espandere il concept in altri contesti.

Ecco alcuni dei punti vendita all’interno del centro: si va dall’abbigliamento all’arredo, dall’oggettistica per animali all’elettronica ai fiori. Tutto a impatto zero.

I programmi di Brico Io, 30 nuove aperture entro il 2020

Trenta nuove aperture nel triennio 2018-2020, 10 l’anno, che si aggiungono alle 20, sia dirette sia in franchising, del biennio 2016-2017: è il programma di Brico io che chiude un 2017 con dati ancora non disponibili (lo saranno alla presentazione del bilancio) ma che, assicura l’insegna in una nota, “testimoniano una crescita sana, merito di una formula originale e vincente che punta anche alla conquista di nuovi mercati migliorando i propri servizi per tenere il passo con le tendenze che stanno trasformando il mondo del retail”.

Brico io si sta lasciando alle spalle un periodo di ristrutturazione dei punti vendita che è risultata in un’esposizione più chiara e leggibile dei prodotti, così che il cliente trovi a colpo d’occhio le risposte alle proprie necessità. In questa scelta di rinnovamento gli shop in shop hanno ricoperto un ruolo determinante riuscendo a far diventare ogni negozio un punto di riferimento per gli acquisti di tutta la famiglia. I corner vengono via via perfezionati e rivitalizzati per essere sempre più attuali e sempre un passo avanti rispetto a quelli di altre insegne che, sulla scia di questi successi, intraprendono analoghe iniziative per la prima volta. Un esempio è il recente e innovativo corner “Bella Casa”. Questo è uno spazio dedicato a complementi d’arredo che non si prefigge di proporre ambienti completi (ci sono altri store specializzati a farlo), bensì pezzi unici che si facciano apprezzare per la propria particolarità estetica, pratica e, talvolta, multifunzionale e salvaspazio, oltre che per la fascia di prezzo interessante. I pezzi esposti sono una semplice selezione degli oltre 5.000 articoli che il cliente può visionare e ordinare consultando il catalogo su schermi touch, gli E-Wall, assistito da un personal shopper. Un’esperienza tutta nuova da vivere spaziando tra il negozio reale e quello virtuale, tra acquisti in loco o attraverso la rete.

Il 69° punto vendita Brico Io ha aperto a Bergamo agli inizi di dicembre.

Un altro aspetto che differenzia Brico io da altre realtà è l’esclusiva formula franchising, che offre agli imprenditori – che, per vocazione, credono nella propria attività e intendono rilanciarla, – una serie di supporti fondamentali: progettazione del punto vendita, assistenza a 360° in corso di gestione, studio layout tecnico e commerciale del punto vendita, assistenza nell’acquisto delle attrezzature, assistenza nell’emissione degli ordini di primo impianto, addestramento del personale, presenza presso il punto vendita di personale specializzato per tutto il periodo di allestimento, studio del lancio pubblicitario di apertura, assistenza informatica per la gestione del magazzino. Va da sé che un tale investimento di risorse da parte del franchisor presuppone da parte dell’imprenditore il pieno rispetto degli impegni assunti con la sottoscrizione della formula, in modo che il rapporto possa tradursi in un reciproco vantaggio nel tempo.
Nel biennio 2016-2017 Brico io ha aperto 20 nuovi punti vendita, sia diretti sia in franchising; il programma per il triennio 2018-2020, approvato dal Consiglio di Amministrazione, prevede 30 nuove aperture, 10 l’anno. In più il Gruppo pensa all’ampliamento dei servizi per la clientela; nel breve periodo intende rendere disponibile un servizio per il lavaggio e la cura dell’auto e una postazione per la riparazione di scocca e schermi degli smartphone, che rappresenta finalmente la risposta ad un problema che spesso complica la vita a molti di noi.

Brico io è nata nel 1986 e oggi è una società di Coop Lombardia. Presente su tutto il territorio nazionale con punti vendita a gestione diretta e in affiliazione è la catena italiana leader dei negozi di bricolage di prossimità per le persone che amano casa e giardino.

Tra Csr e robotica, quattro tendenze della tecnologia per un 2018 sempre più green

Foto: Alex Knight on Unsplash.

I progressi della tecnologia, inarrestabili e rapidissimi, stanno entrando a far parte sempre più delle nostre vite, lavorative e non: ma cosa ci dobbiamo aspettare nel 2018? Epson, attraverso i propri manager europei, ha individua quattro tendenze principali per l’anno che sta per arrivare: Crs, robotica, realtà aumentata e digitalizzazione dei documenti.

Sarà la CSR (Corporate Social Responsibility) a guidare le scelte delle aziende, considerato i desiderata dei clienti, sempre più attenti a sostenibilità ambientale e sociale. In particolare, le offerte IT terranno sempre più conto dei criteri di CSR, rendendo il processo di acquisto molto più aperto, collaborativo e orientato a supportare il raggiungimento degli obiettivi posti a livello mondiale. Le tecnologie che offrono concreti benefici ecologici senza compromettere la produttività escluderanno altre opzioni più dannose per l’ambiente.
«In occasione di eventi di rilevanza mondiale come COP 23, le aziende, la società e i governi stanno diventando più collaborativi e allineati alle priorità ecologiche. Mentre il 2017 è stato un anno di situazioni alterne, il 2018 sarà importante per portare le discussioni al livello successivo e procedere per ottenere risultati. In occasione di gare, il design ecologico e le prestazioni ambientali diventeranno fattori sempre più determinanti nelle decisioni delle imprese e del settore pubblico. I prossimi 18 mesi vedranno un maggior numero di PMI prendere decisioni di acquisto in ambito IT sulla base di criteri CSR» dice Henning Ohlsson, CSR Director di Epson Europe.

La robotica diventerà più accessibile portando vantaggi crescenti sia alle grandi sia alle piccole medie imprese. Secondo IDC, la spesa globale per la robotica e i servizi correlati raddoppierà fino a 188 miliardi di dollari entro il 2020. L’aumento della spesa per la robotica e l’automazione porterà a un impiego più efficiente in settori come logistica, assistenza sanitaria, utility e risorse, dove si prevede che il 35% delle grandi aziende automatizzerà le attività entro il 2019.
«Epson offre sia una robotica di fascia alta, dotata di sensori integrati e di elevata autonomia, in grado di supportare il lavoro delle persone, sia una gamma di prodotti semplici, economici, facili da utilizzare e da integrare» ricorda Volker Spanier, Head of Factory Automation di Epson Germany.

Le tecnologie di realtà aumentata e le comunicazioni visive evolveranno, focalizzandosi verso il rispetto dell’ambiente e la collaborazione: si prevede che il mercato dei videoproiettori aumenterà dal 2016 al 2020 con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 27%. La crescita di questo settore è in parte dovuta alla riduzione dell’impronta ambientale consentita dall’uso dei videoproiettori poiché, grazie alle riunioni da remoto, permette alle aziende di eliminare la necessità di lunghi viaggi.
Le applicazioni di realtà aumentata supporteranno sempre di più settori chiave come la vendita al dettaglio, l’assistenza sanitaria, l’istruzione, i musei e l’intrattenimento, le attività di riparazione e manutenzione. «La realtà aumentata si sta affermando rapidamente, dal momento che molte aziende stanno passando dalle dimostrazioni concettuali alle realizzazioni sul campo. I casi d’uso reali continuano a crescere in una vasta gamma di settori commerciali, tra cui vendita al dettaglio, assistenza sanitaria, odontoiatria, istruzione, intrattenimento, riparazione e manutenzione, musei e attrazioni per i visitatori» spiega Valerie Riffaud-Cangelosi, Head of New Market Development di Epson Europe. 
Sia la videoproiezione sia la realtà aumentata supporteranno sempre di più anche l’istruzione: la realtà aumentata sta iniziando a essere implementata nei musei, nelle strutture didattiche e nelle università. Una recente ricerca Epson mostra che il 76% di coloro che lavorano nel settore dell’educazione ritiene che una proiezione su una superficie interattiva di grandi dimensioni contribuirebbe a una maggiore efficienza della didattica stessa.

Visto che il mondo del lavoro diventa sempre più digitale, gli uffici richiedono nuove soluzioni per la gestione e la digitalizzazione dei documenti. Nel 2018 la funzione di stampa si diversificherà per offrire più opzioni ad aziende, industrie e persone e la tecnologia inkjet continuerà a dimostrare di essere la miglior scelta per le realtà attente all’ambiente. Poiché il mondo del lavoro diventa sempre più digitale, gli uffici richiedono nuove soluzioni per la gestione e la digitalizzazione dei documenti. La carta resterà uno strumento fondamentale in ufficio, come dimostrato dalla crescente quota nel mercato europeo delle stampanti a getto d’inchiostro di Epson: attualmente valutata 38 miliardi di euro, nel biennio 2015-17 è passata dal 15% al 40% ed è destinata a un’ulteriore crescita nel 2018 e negli anni successivi.

Duncan Ferguson, Executive Director Professional Printing & Robotics di Epson Europe, sottolinea che “In seguito alle recenti discussioni politiche in Europa, la CSR e le pressioni legate all’ambiente sono più forti che mai, soprattutto nell’agenda di chi si occupa di soluzioni di stampa”, che è il motivo per il quale la tecnologia inkjet continuerà a dimostrare di essere la miglior scelta per le realtà attente all’ambiente perché rispetto a quella laser fa diminuire fino al 99% i rifiuti e le emissioni di ozono, fino al 92% la produzione di CO2 e fino al 96% il consumo di energia.

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