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Sacchetti di plastica, se l’articolo è di lusso farli pagare è un imbarazzo

È questa la posizione di Aires, Associazione Italiana Retailer Elettrodomestici Specializzati, che in una nota ha preso posizione sulla legge che impone ai negozianti di far pagare i sacchetti di plastica al cliente finale, evidenziando nello scontrino l’importo al momento dell’acquisto del bene..

“L’obbligo  – si legge nella nota Aires – ha certamente generato alcune perplessità, anzitutto perché il costo viene applicato anche a buste che, in quanto potenzialmente riutilizzabili a tempo indeterminato, nella stragrande maggioranza dei casi verranno conservate a casa dopo l’acquisto non generando quindi rifiuti. Vi è in particolare da parte dei rivenditori specializzati di prodotti elettronici – e di molti commercianti di beni costosi – l’imbarazzo nel vedersi obbligati a chiedere ai clienti, che hanno magari speso più di 1000 Euro per uno smartphone di ultimissima generazione, il pagamento dei pochi centesimi relativi al costo di un sacchetto di plastica”.

L’associazione ricorda inoltre come il sacchetto sia necessario a rendere sicuro il trasporto di un bene di rilevante valore, in modo che non cada e si danneggi.

«Alla luce di tutto questo, abbiamo fatto alcune valutazioni ed è da ritenere auspicabile – dichiara Davide Rossi, Direttore Generale e Consigliere Aires – la facoltà di inserire nello scontrino uno sconto sul prezzo del bene che sia equivalente al costo di un sacchetto di dimensioni coerenti con quelle del prodotto acquistato, fermo restando che altre eventuali buste in plastica o sacchetti di dimensioni sproporzionate dovranno essere pagati».

Questa interpretazione risponde anche alle sollecitazioni pervenute da Massimiliano Dona, Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, che nei giorni scorsi aveva invitato le imprese della distribuzione a farsi carico di questi costi e tenere i clienti indenni dagli oneri ecologici, ferma restando l’attività di sensibilizzazione derivante dalla indicazione del valore del sacchetto nello scontrino.

Aires, Associazione Italiana Retailer Elettrodomestici Specializzati, costituita nell’ottobre 2005, riunisce le principali aziende e gruppi distributivi specializzati di elettrodomestici ed elettronica di consumo, e aderisce a Confcommercio Imprese per l’Italia. 

Theresa May ha un piano per ridurre la plastica: ai supermercati propone “corsie free from”

Il Governo britannico lavorerà con le insegne della Gdo per “introdurre corsie senza plastica dove i prodotti sono venduti sfusi o imballati con materiale riciclabile o biodegradabile”. Lo ha dichiarato il primo ministro Theresa May in una sorta di discorso alla nazione sui temi dell’ambientalismo, in cui la riduzione della plastica ha avuto un forte peso. Anzi, la premier ha dichiarato di voler rendere il Regno Unito una sorta di “avamposto” della lotta alla eliminazione della plastica “evitabile” assumendo la “leadership globale” sul tema.

Tra le proposte del “25 Year Environment Plan”, il piano per ridurre spreco e inquinamento, anche l’estensione della tassa da 5 penny sui sacchetti introdotta nei supermercati (che nel Regno Unito viene reinvestita in progetti per la tutela dell’ambiente) ai piccoli negozi e ai retail in genere, ma anche alle scatole di plastica usate per l’asporto.

Non si è fatta attendere la replica del British Retail Consortium l’associazione dei distributori: “I retailer stanno costantemente riducendo il peso degli imballaggi e assicurandosi che gli imballaggi che usano siano riciclabili – ha detto il direttore delle politiche alimentari Andrew Opie –. Anche se ci sono aree libere da plastica in un supermercato, come quelle dei prodotti sfusi e freschi, l’imballo gioca ancora un ruolo importante nel ridurre lo spreco di cibo e deve essere visto nel contesto più ampio dell’impatto totale sull’ambiente e della nostra filira di distribuzione. Per esempio, i cetrioli avvolti nella plastica durano cinque volte quelli non avvolti.” In ogni caso l’industria “apprezza queso approccio strategico e a lungo termine. La distribuzione vuoel vedere un approccio olistico all’ambiente e alle risorse piuttosto che lo spostamento da un singolo problema all’altro”.

Sequestro Gm Catania, le agromafie, business in crescita da 21,8 miliardi, anche nella Gdo

Un business in crescita addirittura del 30% nel 2017, e che va ormai dal controllo dei supermercati a quello della distribuzione dei prodotti agroalimentari: è quello delle agromafie, che ormai secondo Coldiretti gestisce un volume d’affari di 21,8 miliardi di euro, con attività che riguardano l’intera filiera agroalimentare. Lo conferma l’ultimo fatto di cronaca che ha visto il maxi-sequestro a Catania di beni per 41 milioni di euro a Michele Guglielmino, di 48 anni, personaggio vicino al clan Cappello-Bonaccorsi., tra cui l’intero patrimonio aziendale della catena di supermercati Gm con 13 supermercati “G.M.” tra  Catania provincia.

Secondo Coldiretti le mafie condizionano il mercato agroalimentare stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati, l’esportazione del vero o falso Made in Italy, la creazione all’estero di centrali di produzione dell’Italian sounding e lo sviluppo ex novo di reti di smercio al minuto. “In questo modo la malavita si appropria di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy”.

Sarebbe proprio l’agroalimentare una delle aree prioritarie di investimento della malavita, settore strategico “perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la via quotidiana della persone”. All’interno di questa logica i supermercati sono ideali coperture, con una facciata di legalità dietro la quale non è sempre facile risalire ai veri proprietari e all’origine dei capitali. 

«Le agromafie vanno contrastate nei terreni agricoli, nelle segrete stanze in cui si determinano in prezzi, nell’opacità della burocrazia, nella fase della distribuzione di prodotti che percorrono migliaia di chilometri prima di giungere al consumatore finale – ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo -, ma anche con la trasparenza e l’informazione dei cittadini che devono poter conoscere la storia del prodotto che arriva nel piatto».

 

Mani anche sulla ristorazione

Anche la ristorazione è bersaglio della criminalità organizzata, e sarebbero cinquemila i locali nelle mani della criminalità. Secondo il presidente Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi Lino Enrico Stoppani «La Ristorazione è vittima di un sistema malavitoso che impone ricatti ed estorsioni e che acquisisce locali, completando la sua filiera criminale, inquinando il settore e distorcendo le dinamiche concorrenziali, producendo danni aggiuntivi, anche di natura reputazionale per tutto il comparto, fatto per la stragrande maggioranza di operatori perbene, che lavorano e faticano valorizzando la filiera agro-alimentare».

Sempre secondo Fipe “va ripreso e rafforzato il controllo del territorio, tenuto monitorato lo sviluppo delle imprese, individuando indici di allerta (socio effettivo, importo degli avviamenti pagati, corrispettivi incassati, concentrazione di attività) che evidenzino anomalie sulle quali intervenire, proteggendo i veri imprenditori del settore che devono poter svolgere il loro lavoro liberamente, senza ricatti o distorsioni”.

 

 

Diageo Reserve best performing nel report 2018 di Drinks International

Diageo Reserve – la collezione di distillati ultra premium di Diageo – si riconferma Best Performing portfolio secondo L’ANNUAL BRANDS REPORT 2018, classifica della testata britannica DRINKS INTERNATIONAL.

Calcolati sui risultati dell’anno precedente, i Report annuali stilano classifiche top ten per categorie di prodotto, secondo una doppia graduatoria: quella degli spirit Best Selling, che ha come parametri i volumi di vendita, e quella dei Top Trending, che premia i brand di maggior tendenza.

Diageo Reserve domina nella sezione vodka e whiskey americani rispettivamente con Ketel One e Bulleit, brand che si aggiudicano il gradino più alto del podio sia tra i Best Selling sia tra i Top Trending.

Nella categoria dei gin, è Tanqueray che si aggiudica l’oro tra i Best Selling e l’argento tra i Top Trending ed anche il Bartenders’ Choice, categoria extra del report, che premia i distillati preferiti dai bartender, al di là delle vendite e delle tendenze.

Performance di successo pure tra i tequila con il brand messicano Don Julio, in cima alla classifica dei Best Selling per il terzo anno consecutivo, ottenendo anche un ottimo secondo posto tra i Top Trending.

Posizionamento di tutto rispetto anche per l’Irish whiskey Roe&Co., che, a un solo anno dal lancio, è riuscito a conquistare un ottavo posto in entrambe le graduatorie.

Infine, il celebre rum guatemalteco Zacapa si riconferma tra i migliori distillati al mondo della sua categoria, aggiudicandosi il terzo posto per popolarità e il quarto per vendite.

 

Al via il bando alle microplastiche nel Regno Unito, in Italia stop dal 2020

La plastica è un problema sempre più pressante per l’ambiente, e si moltiplicano le azioni per cercare di limitarne l’uso, anche a livello normativo: dopo la legge sui sacchetti in Italia, è il Regno Unito a prendere posizione contro un tipo particolare, la microplastica o microbiglie, bandendone l’uso. Presenti in alcuni cosmetici come gli scrub e in prodotti per l’igiene come alcuni dentifrici, sono risultate estremamente dannose per la fauna marina, perché, oltre che non biodegradabili, date le piccole dimensioni si depositano sui fondali e sono facilmente ingerite da pesci e molluschi, diffondendosi e inquinando l’ecosistema, per arrivare anche nei nostri piatti tramite i prodotti ittici, ma sarebbero presenti anche nell’acqua che beviamo. In Australia, come avevamo anticipato,  nel 2016 è stata la Gdo a prendere posizione contro il loro uso, mentre negli Stati Uniti sono già proibite da una legge del 2015 e l’Oréal ha deciso di rinunciare all’impiego di microbiglie di polietilene nei suoi scrub entro il 2017. 

La legge britannica prevede la proibizione all’uso di microplastiche nella produzione dal 9 gennaio, mentre da luglio sarà proibita anche la vendita dei prodotti contenenti questi componenti.

Il commento della premier Theresa May domenica scorsa è stato: «Nel 2015 abbiamo introdotto la tassa da 5 pence sui sacchetti di plastica e ad oggi abbiamo visto una riduzione di 9 miliardi di sacchetti usati. [La legge] ha cambiato realmente le cose. Vogliamo che lo stesso accada anche con le plastiche usa e getta».

 

In Italia bando dal 2020, legge salvata in extremis dalla Finanziaria

In Italia il divieto di usare le microplastiche nei cosmetici partirà dal 2020, mentre dal 2019 è previsto lo stop ai cotton fioc in plastica. Lo prevede l’emendamento alla legge di Bilancio, approvato con riformulazione in V Commissione alla Camera, concordato con il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e sottoscritto dall’on. Enrico Borghi e da altri deputati di maggioranza e opposizione, che riprende alcuni punti del disegno di legge “Disposizioni in materia di composizione dei prodotti cosmetici e disciplina del marchio italiano di qualità ecologica”, a prima firma del presidente Pd della Commissione Ambiente alla Camera Ermete Realacci che, dopo essere passato alla Camera a ottobre 2016, era rimasto fermo per oltre un anno al Senato.

Secondo l’associazione Marevivo “Ci sono voluti quindici mesi di attività e pressione affinché si raggiungesse questo risultato, particolarmente importante per l’Italia perché, in merito alle microplastiche, il nostro Paese produce il 60% del make up a livello mondiale”.

Marevivo insieme a Legambiente e alle associazioni Greenpeace, Lav, Lipu, MedSharks e WWF avevano lanciato l’appello #Faidafiltro che aveva raccolto il sostegno di vari sostenitori del mondo scientifico, accademico, dello spettacolo, dello sport.

Un’analisi dell’Istituto per lo studio delle macromolecole del Cnr (Ismac-Cnr) di Biella ha rilevato che circa l’80% delle microplastiche – per la maggior parte costituite da polietilene (PE) –  si trova in prodotti da risciacquo, come esfolianti per corpo e viso, saponi struccanti e un prodotto antiforfora. Il polietilene è presente anche in creme per donna e per uomo: in metà di questi prodotti, il polietilene è inserito nelle prime quattro posizioni degli ingredienti, dopo l’acqua. Alcuni fra i prodotti con la maggior concentrazione di polietilene sono in vendita anche negli scaffali dei prodotti naturali ed esaltano una particolare attenzione per l’ambiente.

 

Alternative possibili

Nel frattempo si stanno già studiando delle alternative alla dannosissima e non biodegradabile plastica. La Bath University ad esempio a creato microbiglie dalla cellulosa,  materiale che si degrada facilmente. Mentre una azienda americana, Silk Therapeutics ha pensato di ricavare dai bachi già utilizzati una “seta liquida”, che viene introdotta nei cosmetici per un effetto “scrub” simile alle microbiglie.

Carrefour punta ancora sulle filiere locali e va con i produttori latte di Genova

Alla presentato del progetto c'erano le istituzioni locali: Stefano Mai, Assessore regionale alle Politiche Agricole, Marco Scajola, Assessore regionale all’Urbanistica e Giovanni Berrino, Assessore regionale al Turismo.

Punta ancora sulle filiere locali e il chilometro zero Carrefour Italia: dopo la partecipazione della prima ora al progetto Piemunto e a alla filiera del riso con Piemondina, annuncia la sua adesione al “Progetto di Filiera con i Produttori Latte di Genova” promosso dalla Confederazione Italiana Agricoltori Liguria. 

In seguito all’accordo, i prodotti realizzati con latte proveniente da allevamenti liguri saranno valorizzati in oltre 100 punti vendita di Genova e provincia e del Levante Ligure. I prodotti realizzati attraverso la filiera ligure saranno particolarmente riconoscibili dal cliente finale grazie al marchio presente sulle confezioni e attraverso uno speciale posizionamento e valorizzazione sugli scaffali Carrefour.

“Progetto di Filiera con i Produttori Latte di Genova” è l’ultima in ordine di tempo tra le collaborazioni che Carrefour Italia ha stretto con Istituzioni in tutto il Paese con l’ottica di valorizzare una produzione locale di qualità, rispettosa della tradizione e con i più alti standard di sostenibilità a livello ambientale e di benessere animale. Oltre a “Piemondina e a Piemunto, dedicato al latte, Toscafour riguarda i prodotti toscani. Progetti che hanno avuto la capacità di rilanciare il tessuto economico legato alla filiera zootecnica e di diffondere una cultura d’acquisto sempre più responsabile e attenta.

“Come Carrefour Italia già da tempo lavoriamo al fianco di chi opera quotidianamente per realizzare prodotti di qualità e attenti alle proprie radici in termini ambientali e di rispetto della tradizione. Il nostro impegno è quello di sostenere la filiera di eccellenza proponendo al cliente una scelta d’acquisto responsabile che possa portare valore aggiunto al proprio territorio d’appartenenza e sostenere in modo concreto i suoi produttori. La Liguria è una Regione di primaria importanza per Carrefour Italia che anche in quest’occasione dimostra il suo impegno verso il territorio” ha spiegato l’insegna in una nota.

Baba Consulting: #The Now Age, forecast 2018-2019

Le tendenze sono, per chi opera nel mercato globale, opportunità di posizionamento differenziale, driver di innovazione, raccolta di nuovi insight e ispirazione per interventi di mercato performanti.

Il rapporto di ricerca di TREND MONITOR®, annualmente redatto da baba – Istituto di ricerca di mercato e analisi di scenario – interviene nella consulenza e nella ricerca  forte di questa idea di tendenza, con un modello di monitoraggio quali-quantitativo unico: collection dei segnali, analisi e mappatura semiotica delle tendenze,  identificazione dei target di comunicazione e loro mirroring nei Big Data.

Il Forecast 2018-19 – che verrà presentato a Milano l’8 febbraio 2018, alle 17 presso l’Accenture Customer  Innovation Center (ACIN) di Milano, piazza Gae Aulenti 8 – focalizza il concept #THE NOW AGE come il tema centrale intorno al quale ruota la proiezione anticipatoria di baba: 12 tendenze chiave,  cross-country e cross-category. In una società e in un mercato globali in cui la trasformazione digitale ha reso la variabile spaziale relativamente indifferente, il tempo si conferma il gran

de criterio di discrimine e segmentazione Né passato né futuro, bensì un presente che orienta 4 scenari alternativi dell’anticipazione: INERTIA, IMPULSE, INFINITY, INCIDENCE.

Il forecast sarà introdotto dal presidente di baba Giulia Ceriani e avrà come discussant Alessandro Diana (Accenture Interactive lead per Italia, Centro Europa e Grecia) e Elena Aniello (Accenture marketing lead Italia). Verrà presentata un’analisi dei turning points del contesto evolutivo, unitamente alla mappatura delle macrotendenze internazionali, a una focalizzazione per industry,  e alla definizione dei target avanzati.

Per info sul report e i diversi formati in cui è disponibile, contattare: baba@babaconsulting.com 

 

 

 

Nutritionally correct: più fibre e proteine, ma meno grassi. Così cambia l’alimentazione degli italiani

Nutritionally correct, così si sta progressivamente rivelando l’alimentazione degli italiani, stando quanto emerge dalla seconda edizione dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy che, a sei mesi dal lancio della prima, torna a fotografare i cambiamenti avvenuti sia nell’offerta dei prodotti di largo consumo venduti in Italia sia nella shopping list dei consumatori. Dall’indagine emerge infatti che i prodotti alimentari venduti in Italia sono più virtuosi e corretti dal punto di vista nutrizionale, con una riduzione di zuccheri e di grassi saturi e un incremento di fibre e di proteine. Sostanzialmente invariato l’apporto calorico, fermo a 184,8 calorie/100 g/100 ml.

Il metaprodotto

Lo studio in particolare ha monitorato la variazione della composizione nutrizionale di 40 mila prodotti venduti nei reparti drogheria alimentare, fresco, freddo e bevande e che, elaborando queste variazioni su basi statistiche, ha permesso di definire un “metaprodotto”, in figura esemplificato da un superpanino dell’informazione alimentare con cui evidenziare la media dei valori delle principali componenti nutrizionali (carboidrati, zuccheri, proteine, grassi, grassi saturi, fibre e calorie) su 100 grammi o 100 ml.

Il metaprodotto Immagino -Fonte: Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy, ed. 2, 2017

L’Osservatorio Immagino ha evidenziato, in particolare, una crescita della presenza delle fibre negli acquisti degli italiani (+2,3% nell’anno terminante a giugno 2017), elemento nutrizionale che arriva a pesare quasi per il 2% nella composizione del metaprodotto che per la restante parte si compone per il 20,8% di carboidrati di cui 8,5% zuccheri, per l’8,6% di grassi di cui 3,0% saturi, e per il 6,2% di proteine. Le fibre sono la tendenza più importante sul mercato in questo frangente, mentre calano i grassi saturi (-0,8% in una componente lipidica media sostanzialmente invariata) e gli zuccheri (-0,1%). Cresce anche l’apporto medio di proteine (+1,7%) elemento su cui pone attenzione un ampio target di consumatori: dagli sportivi ai vegetariani/vegani, alle prese con la sostituzione di proteine di natura animale.

L’Osservatorio Immagino

Dal suo esordio a oggi, ha esteso la sua copertura, arrivando a comprendere un paniere di prodotti sempre più ampio che inquesta seconda edizione  ha analizzato oltre 100 variabili presenti sulle etichette di una base di 73.500 prodotti del largo consumo nata dal confronto tra gli 88.500 prodotti della banca dati del servizio Immagino di GS1 Italy a giugno 2017 e i prodotti in vendita nella grande distribuzione rilevati da Nielsen. Si tratta di prodotti che, nell’anno terminante a giugno 2017, hanno sviluppato circa 33 miliardi di euro di vendite, pari al 78% delle vendite totali del largo consumo realizzate in ipermercati e supermercati italiani.

 

Al Bacio! La catena italiana healthy, green e tech-friendly

Al Bacio!, avanti con brio. Come dimostrano i ritmi di crescita: da una a quattro insegne in meno di 24 mesi. Prende quota la catena di ristoranti italiani healthy, green e tech-friendly progettata da Francesco Aimi, amministratore delegato del gruppo, Fausto Salvador, Paolo Catti e Andrea Terzi, che ora è pronta a sbarcare anche a  Parigi e a Singapore. E nel 2018 prevede anche nuove aperture nel nostro paese.

Dopo il successo del primo locale pilota aperto nel centro di Parma nel settembre 2016, sono stati inaugurati i ristoranti all’interno dello Shopping Brugnato 5 Terre e del Franciacorta Outlet Village e, da poco, il punto vendita in via Vincenzo Monti a Milano, a due passi da piazza Cadorna

 

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di Nicole Cavazzuti

Due nuove linee e nuove referenze per le private label Pam Panorama nel 2018

Nuove referenze e soprattutto due nuove linee ai nastri di partenza, nella prima parte del 2018: lo annuncia Pam Panorama facendo il punto sulla propria proposta MDD.

Pam Panorama negli ultimi anni ha incrementato sensibilmente gli investimenti nelle linee a marchio, in particolare nel biologico, nel benessere e nei prodotti premium. Al momento sono cinque:

  • La linea mainstream Pam Panorama, la prima linea di prodotti a marchio del Gruppo Pam. Nata nel 2006 con l’obiettivo di offrire i prodotti essenziali per tutti giorni, caratterizzati da un ottimo rapporto qualità – prezzo;
  • La linea i Tesori è arrivata sugli scaffali nel 2010 e oggi conta oltre 170 referenze. È composta da prodotti gastronomici di alta qualità, in particolare specialità regionali certificate DOP e IGP, prodotti da materie prime d’eccellenza con lavorazioni artigianali;
  • La linea Bio Pam Panorama è presente sul mercato dal 2015 e conta più di 150 referenze, tutte da agricoltura biologica. Ogni prodotto è realizzato nel rispetto dell’ambiente;
  • La linea Arkalia è stata introdotta nel 2015 e comprende oltre 70 referenze dedicate alla cura e all’igiene del corpo. A luglio 2017, la linea si è arricchita con i 20 prodotti di Arkalia Bio rivolti sia agli adulti sia ai bambini e caratterizzata dal 97% di ingredienti di origine naturale, certificati BIOS Nature Cosmetics, con oli ed estratti di origine biologica e dermatologicamente testati;
  • La linea Semplici e Buoni, ultima arrivata nel 2016, conta già più di 80 referenze ed è pensata per chi soffre di intolleranze alimentari o è attento alla linea, senza rinunciare al gusto. È suddivisa in cinque famiglia di prodotti: senza glutine, meno grassi, senza zuccheri aggiunti, ricchi di fibre e funzionali.

«Ad ottobre 2017, la nostra private label ha registrato la quota più alta dell’anno: un risultato che ci stimola a innovare la nostra offerta in modo continuativo e a continuare nella selezione di fornitori italiani che lavorano con materie prime di qualità – commenta Claudia Carvalho, Responsabile Private Label & Market Analysis Pam Panorama -. Siamo felici di annunciare che nel 2018 introdurremo nuove referenze e nuove linee di prodotto al fine di rispondere efficacemente alle richieste dei clienti».

Il 17 e il 18 gennaio, Pam Panorama sarà presente alla fiera Marca 2018 di Bologna dove presenterà le sue linee di prodotto a marchio privato e le relative novità.

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