Settore immmobiliare, nel mondo investimenti per 1800 miliardi di dollari (+18%)

Si continua a investire nell’immobiliare, con una crescita a due cifre: 18 punti percentuali, per la precisione, che hanno permesso di toccare il nuovo record di 1.800 miliardi di dollari nei 12 mesi precedenti giugno 2018. Lo ha stabilito “Winning in Growth Cities”, il rapporto annuale pubblicato da Cushman & Wakefield che analizza l’attività di investimento nel settore degli immobili commerciali e classifica le città in base alla loro capacità di attrarre capitali.

 

Londra supersexy per gli investitori, New York esce dalla Top 5, Milano prima in Italia

Se New York si conferma la città con il mercato immobiliare più importante al mondo, seguita da Los Angeles e Londra, una Parigi in forte ascesa al quarto posto e Hong Kong, tra gli investitori internazionali è Londra la città più attraente, mentre New York scivola dal secondo al sesto posto della classifica, risentendo dei prezzi elevati, del dollaro forte e di una domanda locale molto competitiva e dinamica.

Tra le top 10 per investimenti globali figurano sei città degli Stati Uniti, due città europee e due asiatiche. Nonostante l’incertezza politica sull’esito della Brexit, Londra si è confermata il mercato più importante in Europa, grazie in particolare ad alcune transazioni che hanno riguardato spazi direzionali di alto profilo. Per la nona volta in 10 anni, la capitale britannica si conferma la città con più appeal per gli investimenti internazionali nel mercato immobiliare. Gli investitori asiatici, con un aumento dei volumi delle transazioni a Londra del 47% su base annua, hanno raggiunto quota 10,9 miliardi di dollari, rappresentando la fonte più importante di investimenti cross-border nella città britannica, con investimenti quasi esclusivamente concentrati negli spazi direzionali: il settore attrae infatti una quota di mercato del 94% dei flussi di investimenti della regione APAC diretti verso Londra.

Il mercato asiatico più forte è Hong Kong, in crescita del 68% rispetto al 2017, che scala tre posizioni diventando la prima città della regione a entrare nella top 5 mondiale da tre anni a questa parte. L’attività di investimento nelle città asiatiche rimane in gran parte prerogativa di capitali domestici, nonostante la quota di mercato degli investitori regionali sia aumentata rispetto all’anno precedente.

L’Europa ha ben quattro città su cinque nella top 5 delle città con maggiore appeal per i capitali internazionali, con Parigi e Amsterdam che si confermano al terzo e quarto posto per il secondo anno consecutivo, mentre Madrid entra per la prima volta nella top 5 dal 2009. L’unica città tedesca nella top 10 è Berlino, in controtendenza rispetto al 2017, quando la Germania, con tre città in classifica, aveva ottenuto il migliore risultato di sempre. Le città tedesche, comunque, continuano a registrare una domanda molto vivace, che conferma il loro buon posizionamento nella top 25 delle città con maggiore appeal per gli investitori cross-border.

Milano, il principale mercato di investimenti immobiliari in Italia, pur non rientrando nelle top location per volumi a livello gobale, si conferma tra i target degli investitori per il 2018/2019 sia per uffici, retail e logistica, settori tradizionali, sia per settori “alternativi” con particolare attenzione al settore alberghiero e al segmento dello “student housing”. Tutte le categorie di investitori guardano con interesse all’Italia con strategie e target diversi, e Milano rappresenta sicuramente la città “gateway” di questo mercato.

 

Buone prospettive se…

Dando uno sguardo globale, l’incremento degli investimenti dunque va attribuito principalmente all’Asia, sia come provenienza dei capitali sia come destinazione degli investimenti. In questo continente gli investimenti hanno rappresentano il 52% del totale e il 45% di quelli cross-border è da attribuire agli acquirenti asiatici.

“Non si registrano flessioni nei capitali destinati al mercato immobiliare in tutte le aree geografiche e per tutti i profili di rischio. Stiamo invece assistendo a un incremento dell’attività nel settore immobiliare da parte di numerosi investitori, che stanno perfezionando le proprie strategie di investimento per consentire una maggior flessibilità rispetto alla diversificazione dell’offerta e dei margini di rischio – ha detto Carlo Barel di Sant’Albano, responsabile Global Capital Markets di Cushman & Wakefield – . Questi sono i fattori chiave da cui dipenderà la potenziale crescita dei volumi anche nel prossimo anno; se il contesto resterà invariato, il prossimo anno potrebbe registrarsi una crescita del 2% rispetto ai livelli attuali. Sarà determinante in tal senso l’attività da parte di capitali globali, anche se gli investitori dovranno monitorare con attenzione i cambiamenti strutturali nel mercato occupazionale, per individuare in anticipo opportunità e sfide.”

David Hutchings, responsabile Investment Strategy, EMEA Capital Markets di Cushman & Wakefield, autore del rapporto, ha commentato: “Ci sono chiari e, a detta di molti, crescenti rischi nel contesto macroeconomico. Tuttavia, pochi sono i segnali che indicano la fine dell’attuale ciclo di mercato o che si stia profilando all’orizzonte una recessione. L’inflazione si sta rivelando una minaccia meno grave di quanto si temesse e la crescita economica rimane costante. Tuttavia, basteranno segnali d’allarme sul fronte dei prezzi per confermare la politica di stretta monetaria delle banche centrali nella maggior parte dei settori, confermando di conseguenza il lento ma continuo aumento nei tassi di interesse e la riduzione della liquidità generata dal Quantitative Easing. Ciò che potrebbe cambiare il prossimo anno è il potenziale aumento dell’offerta: alcuni investitori infatti cambieranno strategia e proveranno a monetizzare, altri sentiranno gli effetti dell’aumento del costo del denaro e avranno necessità di raccogliere capitali, mentre sempre più investitori cercheranno partner per progetti di investimento e sviluppo.”