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Real estate, gli investimenti nel retail oltrepassano i 2 miliardi

Gli ultimi anni sono stati contraddistinti da profondi cambiamenti nel mercato retail, sia di carattere temporaneo, come la perdita del potere d’acquisto dei consumatori con un tasso inflattivo in aumento, sia strutturale come l’evoluzione delle preferenze dei consumatori che coniugano l’acquisto nello store fisico con quello effettuato online. Il team Real Estate di PwC, in collaborazione con l’Ufficio Studi di PwC Italia, ha realizzato un approfondimento che si sofferma su vari aspetti macroeconomici e di mercato che hanno contribuito a cambiare le scelte dei consumatori e come questi abbiano influito su due settori specifici del mercato immobiliare: shopping center e high street retail.

UN RINNOVATO INTERESSE
Il mercato immobiliare retail, sotto la media storica dovuta alla pandemia (-45% gli investimenti nel 2023 rispetto al 2021) sta attraversando un rinnovato interesse da parte degli investitori, con volumi pari a circa 2.2 miliardi di euro, in aumento di oltre il 200% nel 2024 rispetto allo scorso anno. L’operazione di Kering in Via Montenapoleone ha impattato fortemente il volume investimenti totale, rappresentando il deal single asset più rilevante mai avvenuto sul mercato italiano. Dal 2018 il segmento retail ha riscontrato un trend in sostanziale decrescita (-65% nel 2023 rispetto al 2018), con i rendimenti prime in tendenziale crescita, in particolare gli shopping center, che hanno registrato un aumento di 210 bps nel periodo compreso tra i l 2018 e il 2024.

Il settore retail ha subito un impatto fortemente negativo negli anni post covid (-45% nel 2023 rispetto al 2021). Quando un evento esterno di tale portata ha una ricaduta importante a livello globale inevitabilmente porta con sé profondi cambiamenti in ogni mercato, in particolare nel segmento più rilevante di un’economia avanzata come quello dei consumi. Ad esempio, nei primi anni Novanta lo shopping center rappresentava una novità assoluta, in cui si racchiudeva in un solo luogo fisico un’offerta di prodotti così ampia mai vista prima. “Negli ultimi anni, il concetto di luogo che racchiuda un’ampia scelta di prodotti non è più sufficiente a soddisfare una domanda sempre più esigente. Il nuovo concept di centro commerciale di successo – afferma Antonio Martino, Partner PwC Italia e Real Estate Advisory Leader – deve racchiudere anche una vasta offerta di servizi come, ad esempio, il benessere e la cura personale veicolati sia attraverso lo store fisico sia online, un concetto orientato al multichannel. Lo shopping center è passato da mero luogo aggregatore di prodotti multibrand a un luogo ad alto valore esperienziale”.

IL SEGMENTO HIGH STREET
Il segmento high street sta vivendo dei cambiamenti che riguardano prettamente le scelte d’investimento. Storicamente l’high street era valutata come asset class che riguardava l’aspetto reputazionale di un brand di lusso. La strategia abituale riguardava l’affitto di un flagship store nelle vie principali delle capitali globali, che diventava un punto di riferimento nella strategia di marketing del brand di lusso. In questi ultimi anni, i due gruppi del lusso più importanti, Kering e LVMH, hanno invertito questo paradigma strategico, acquistando gli immobili più importanti delle vie del lusso più importanti a livello globale, al fine di rendere ulteriormente riconoscibile il nome della holding, oltre a quello dei singoli brand.

“I negozi dei brand di lusso sono oggetto di un ripensamento strutturale, sia in termini architettonico/estetici sia funzionali. L’obiettivo è renderli un luogo di destinazione per consumatori sempre più interessati ai contenuti esperienziali del customer journey e per avvicinare nuove tipologie di utenti finali” ha concluso Emanuela Pettenò, Partner PwC Italia, Deals Markets Leader e Consumer Markets Leader.

Zerbinati, i nuovi soci di minoranza iCCT e Presa investono 12,5 milioni

Il Fondo illimity Credit & Corporate Turnaround Fund – iCCT e Presa hanno strutturato un’operazione per supportare la crescita di Zerbinati, azienda specializzata nella produzione di insalate in busta, zuppe e piatti pronti, attraverso un investimento pari a 12,5 milioni di euro che segna il loro ingresso nel capitale aziendale con una quota di minoranza. Tale operazione si inserisce in un ampio percorso di sviluppo condiviso tra gli investitori e la famiglia Zerbinati. È previsto infatti un nuovo assetto a livello di governance con un passaggio generazionale che vede Simone Zerbinati assumere il ruolo di Amministratore Delegato e il padre Giorgio Zerbinati ricoprire il ruolo di Presidente Onorario.

L’operazione rafforza la presenza del Fondo iCCT nel settore food e in particolare nel segmento dei prodotti freschi e pronti, un mercato in espansione che risponde alla crescente domanda dei consumatori per soluzioni pratiche ma al contempo salutari. Grazie al supporto finanziario e manageriale degli investitori, Zerbinati mira a rafforzare la propria capacità produttiva e ampliare l’offerta con nuove linee di prodotto, mantenendo intatta la filosofia: proporre piatti pronti che esaltino il gusto e la freschezza degli ingredienti. L’azienda continuerà a investire in ricerca e sviluppo, con l’obiettivo di creare soluzioni alimentari che rispondano a un mercato in continua evoluzione, sempre più orientato a uno stile di vita sano e bilanciato.

Fondata nel 1970, Zerbinati è diventata un punto di riferimento per la produzione di zuppe fresche, insalate e piatti pronti, caratterizzati dall’uso di ingredienti freschi e selezionati, con un forte focus su innovazione e sostenibilità. Zerbinati pone estrema attenzione alla qualità degli ingredienti, tutti genuini e accuratamente selezionati. La gamma prodotti, che include zuppe fresche, insalate e piatti pronti ricettati, risponde alle nuove tendenze di consumo: praticità, gusto autentico e attenzione al benessere.

“Abbiamo fiducia nella capacità di Zerbinati di continuare a innovare e di rispondere ai bisogni dei consumatori. Per questo motivo siamo soddisfatti di poter fornire, insieme a Presa, nostro partner in questa operazione, le risorse necessarie per favorire la sua crescita e lo sviluppo dell’azienda. Questa operazione conferma la capacità di illimity SGR di supportare le PMI italiane nel loro percorso di rilancio intervenendo su tutta la loro capital structure, coinvolgendo all’occorrenza altri investitori al fine di massimizzare il valore degli stakeholders coinvolti” ha commentato Paola Tondelli, Managing Director e Responsabile Area UTP & Turnaround Funds di illimity SGR.

“Credo molto in questa operazione, soprattutto alla luce dell’attuale andamento del mercato di riferimento, che sappiamo essere estremamente dinamico e che necessita di costanti e continue strategie di consolidamento e crescita. Sono convinto che questo sodalizio ci consentirà di continuare a presidiare il settore della IV gamma e dei piatti pronti grazie a investimenti industriali e differenziazioni di prodotto” ha aggiunto Simone Zerbinati, Amministratore Delegato di Zerbinati SpA.

Simest, nuova riserva da 200 milioni per investimenti nei Balcani Occidentali

Simest, Società del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti per l’internazionalizzazione delle imprese, annuncia l’operatività della nuova riserva da 200 milioni di euro per favorire gli investimenti italiani in un’area chiave per il Made in Italy come quella dei Balcani Occidentali (Serbia, Kosovo, Bosnia-Erzegovina, Albania, Montenegro, Macedonia del Nord – FYROM). Le risorse sono veicolate attraverso il Fondo di finanza agevolata 394/81 gestito in convenzione col Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

La liquidità è dedicata alle imprese con interesse diretto nell’Area, cioè a quelle imprese che esportano o importano dai Balcani Occidentali o che sono presenti – direttamente o tramite la filiera – in questa regione. Le condizioni prevedono un tasso d’interesse particolarmente agevolato (0,5% luglio ‘24) e una quota a fondo perduto fino al 10%. Inoltre, le imprese interessate ad accedere ai finanziamenti agevolati sono esentate dalla presentazione di garanzie. Le risorse potranno essere utilizzate per sei differenti tipologie d’investimento: inserimento sui mercati; transizione digitale ed ecologica con possibilità di destinare fino all’80% del finanziamento a spese per il rafforzamento patrimoniale; fiere ed eventi; e-commerce; certificazioni e consulenza; temporary export manager.

La nuova riserva va ad aggiungersi all’analoga misura, sempre da 200 milioni di euro, attivata nel luglio 2023 e andata completamente esaurita in favore di 455 investimenti nella regione.

Italian Fine Food investe nelle soluzioni sostenibili per l’alimentazione

Il fondo di private capital Italian Fine Food, con l’obiettivo di valorizzare le eccellenze regionali del food Made in Italy, ha perfezionato un finanziamento convertendo in Heallo Srl, una società specializzata nell’estrazione della fibra solubile Arabinoxilano (e di altre fibre e soluzioni naturali) e nell’impiego della stessa all’interno di alimenti, prodotti farmaceutici, cosmetici e pet food. La società possiede due brevetti, registrati in Italia ed estesi all’estero, a tutela della tecnologia e dei processi adottati per l’estrazione di fibre solubili particolarmente efficaci per il controllo glicemico. L’utilizzo di fibre solubili oligosaccaridiche nella produzione di alimenti viene riconosciuta dalla comunità tecnico-scientifica come possibile soluzione all’insulino-resistenza, alla sonnolenza, alla fame nervosa e alla compromissione delle performance sportive.

Tale soluzione risulta essere più efficace dell’utilizzo dei prodotti integrali e di quelli senza zuccheri aggiunti. Nello specifico, alla fibra Arabinoxilano (fibra alimentare presente in cereali come il frumento, il mais, il riso, la segale, l’avena e l’orzo) viene attribuita la capacità di ridurre la quantità di zuccheri e di colesterolo assorbiti dall’apparato digerente. La sua assunzione per via orale viene proposta per combattere le malattie cardiache, la costipazione, il diabete, il prediabete e la sindrome metabolica, oltre ad essere proposto per aiutare la perdita di peso. Le fibre ottenute possono essere sfruttate altresì quali componenti di medicaldevice, presidi medici in grado di creare protezione gastrica a livello enterico (anti-reflusso, gastro-protettivi, anti-acidoetc.); inoltre le fibre solubili estratte sono note per avere azioni filmanti e antiossidanti sul derma e test preliminari cellulari hanno confermato effetti rigeneranti e antiossidanti delle stesse.

“Con il fondo Italian Fine Food puntiamo a valorizzare le eccellenze del Made in Italy, ma anche ad investire nelle nuove tendenze del settore. Siamo convinti che le tecnologie e i brevetti di cui Heallo dispone non rappresentino solo la frontiera nell’alimentazione e nella cura di molte patologie, ma anche un investimento nella sostenibilità e nel miglioramento della qualità di vita” ha commentato Giovanna Dossena, Principal di AVM Gestioni.

“L’obiettivo di Heallo è quello di andare oltre la produzione e distribuzione di questa preziosa fibra solubile, con una visione che mira ad instaurare partnership tecnologico-strategiche con aziende leader nel settore. Questo approccio innovativo ci permette di valorizzare appieno il nostro know-how, generando un impatto positivo e un valore condiviso nell’intero ecosistema dell’alimentazione salutare e sostenibile” ha sottolineato Francesco Varvello, CEO di Heallo Solutions. “La nostra strategia mira a massimizzare il potenziale della nostra innovazione, posizionandoci non solo come produttori, ma anche come partner tecnologici all’avanguardia nel settore”.

Real estate in ripresa, 470 milioni investiti nel retail nel primo semestre 2024

Il primo semestre del 2024 si è chiuso con un volume d’investimento nel commercial real estate italiano pari a 3,1 miliardi di euro, in netto recupero rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+33% rispetto primo semestre del 2023), un dato che riflette una ripresa delle attività d’investimento già in corso. La crescita si è infatti rafforzata nel secondo trimestre del 2024, che con 1,8 miliardi di euro ha visto un incremento dei volumi d’investimento ancora più sostenuto, +42% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Dopo nove mesi di tassi invariati, il primo taglio da parte della BCE contribuisce a migliorare l’outlook sui rendimenti immobiliari, rimasti già prevalentemente stabili nell’ultimo trimestre. Questa tendenza testimonia il progressivo raggiungimento di un nuovo punto di equilibrio delle aspettative di prezzo tra domanda e offerta.

“La crescita dei volumi di investimento del trimestre conferma che il mercato ha superato la sua fase più sfidante ed è iniziata la ripresa, ora che i prezzi hanno toccato il loro punto più basso” afferma Silvia Gandellini, Head of Capital Markets and Head of A&T High Street di CBRE Italy. “Interessante osservare anche come il ticket medio sia cresciuto in modo importante nel secondo trimestre, un dato positivo se consideriamo l’elevato numero di deal di piccola dimensione del 2023 e del primo trimestre dell’anno, sintomatico dell’elevato costo del capitale e di un atteggiamento molto cauto degli investitori”.

Nel secondo trimestre del 2024 l’asset class che ha registrato i volumi d’investimento più elevati è stata hotels, con oltre 690 milioni di euro investiti (+240% rispetto allo stesso periodo del 2023), per un totale di quasi 1 miliardo di euro da inizio anno (+92% rispetto allo scorso anno). In questo settore i volumi sono stati guidati da importanti operazioni su hotel di lusso a Venezia, Roma e sul lago di Como, caratterizzate da elevati prezzi per camera e confermando il forte appetito degli investitori per le destinazioni leisure di maggiore prestigio. Si sottolinea anche una forte componente di acquirenti owner operator, responsabili per oltre la metà dei volumi transati, che reinvestono la liquidità raccolta negli ultimi anni, grazie alle ottime performance delle proprie strutture, in ulteriori espansioni dei propri portafogli. La crescita degli investimenti in Hotels conferma, inoltre, i risultati raccolti dalla recente 2024 European Hotel Investor Intentions Survey realizzata da CBRE, dove emerge un trend strutturale di forte propensione ad investire in questa asset class grazie alle ottime prospettive sui fondamentali del settore nei prossimi anni.

Il settore retail con 470 milioni di euro investiti nel secondo trimestre (+153% rispetto al secondo trimestre 2023, per un totale di 510 milioni nel primo semestre, +121% sull’H1 2023) segna uno dei volumi trimestrali più alti degli ultimi tre anni e un forte recupero rispetto ai risultati del primo trimestre dell’anno, soprattutto grazie a due grandi operazioni nel settore out-of-town che hanno visto come protagonisti centri commerciali e immobili della grande distribuzione organizzata. L’andamento dei volumi d’investimento del secondo trimestre dell’anno anticipa il deciso cambio di passo del Retail atteso per i prossimi mesi, quando assisteremo a nuove operazioni con importanti ticket, in particolare nelle high street del lusso e nei segmenti out-of-town, dove il periodo di repricing sembra ormai essersi concluso.

Nel settore office gli investimenti del secondo trimestre sono stati pari a 330 milioni di euro, in calo del 5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma in deciso recupero se guardiamo ai primi sei mesi del 2024, che con 816 milioni di euro segnano un aumento del +69% rispetto alla prima metà del 2023. Gli investimenti si sono concentrati soprattutto nelle zone più centrali di Milano e Roma e sono stati guidati da strategie di riposizionamento e massimizzazione del valore degli asset in contesti caratterizzati da livelli molto bassi di vacancy e forte domanda per immobili di primario standing. In questi mercati la disponibilità di capitale per operazioni value-add è molto elevata, ma le opportunità rimangono limitate.

Nel secondo trimestre del 2024 il settore industrial & logistics ha visto investimenti per un totale di 180 milioni di euro (in calo del 26% rispetto al secondo trimestre del 2023), per un totale di 470 milioni di euro da inizio anno (in calo del 13% rispetto all’H1 2023). Gli investimenti in questo settore continuano a essere frenati dal permanere di divari tra le aspettative di prezzo tra venditori e potenziali acquirenti, nonostante la buona presenza di capitali disponibili per essere investiti. Il mercato logistico occupier italiano continua a mostrare un buon equilibrio tra domanda e offerta, anche a fronte di una stabilizzazione dei volumi di take-up, comunque superiori alla media storica, grazie a un rallentamento dell’attività di costruzione in seguito alla limitata disponibilità di terreni da destinare a nuovi sviluppi.

Anche nel settore living l’attività d’investimento rimane concentrata su operazioni value-add. I volumi d’investimento rimangono contenuti a causa della mancanza di prodotto, ma le attività di sviluppo proseguono. Nelle principali città italiane, sui mercati di studentati e abitazioni in affitto si continua a osservare un ampio divario tra domanda degli utenti finali e offerta disponibile, come confermato dalla crescita dei canoni di locazione, proseguita nel corso degli ultimi sei mesi. Si sviluppa anche il settore dei serviced apartment in città d’arte e in destinazioni leisure, dove il loro successo si pone in continuità con le ottime performance registrate negli ultimi anni dall’industria ricettiva.

I volumi d’investimento nel settore alternative rimangono contenuti e concentrati su un numero limitato di operazioni di piccola dimensione per mano di operatori specializzati. Nel corso dei prossimi mesi dovremmo assistere a una ripresa degli investimenti in questo settore, in particolare healthcare e infrastrutture, dove rimane alta la fiducia sui trend dei fondamentali a lungo termine.

Importante osservare anche la geografia degli investimenti. Nel primo semestre del 2024 infatti i mercati regionali sono stati prossimi al 50% dei volumi d’investimento complessivi in Italia, grazie soprattutto alle operazioni nei settori hotels, retail out-of-town e logistica. Si conferma anche un buon interesse da parte degli investitori istituzionali per Uffici nelle città ben collegate dalla rete ferroviaria dell’alta velocità e nei confronti di alloggi per studenti nelle maggiori città universitarie.

De Angelis punta ai mercati esteri e finalizza l’emissione di un minibond per 6 milioni di euro

De Angelis Food, tra i player a livello internazionale nella produzione e commercializzazione nel settore della pasta fresca e prodotti per la gastronomia, ha finalizzato l’emissione di un minibond per complessivi 6 milioni di euro con l’obiettivo di supportare il piano di crescita del Gruppo che prevede di raggiungere i 250 milioni di euro di fatturato consolidato entro il 2030 e di rafforzare il proprio posizionamento sui mercati esteri. L’operazione è stata strutturata e collocata da Banca Finint ed è stata sottoscritta da BCC Banca Iccrea (capogruppo del Gruppo BCC Iccrea) e Banca Popolare dell’Alto Adige (Volksbank). Banca Finint ha svolto inoltre il ruolo di Banca Agente dell’operazione mentre lo studio legale CRCCD ha agito in qualità di deal legal counsel. Il minibond è finalizzato a completare il piano di investimenti avviato negli scorsi anni che consentirà al Gruppo De Angelis di consolidare i programmi di sviluppo sul mercato italiano e internazionale e incrementare i propri volumi di produzione nei mercati della pasta e della gastronomia, quest’ultimo ambito presidiato con la controllata Emme Food.

De Angelis Food, con sede a Villafranca (VR), è un gruppo formato da nove aziende di produzioni enogastronomiche: il pastificio abruzzese Regal, il raviolificio bergamasco Poker, la parmense Food Valley che produce prodotti surgelati plant-based e pasta fresca ripiena di sole verdure, Verum, produttrice di bevande naturali, Modea attiva nel settore della panificazione, la riminese Emmefood produttrice di piatti pronti per il canale Gdo e Horeca, la padovana SaordeMar, attiva nel settore dei sughi di pesce e piatti di baccalà, oltre alla stessa De Angelis, specializzata nella produzione di pasta fresca, e allo stabilimento negli Stati Uniti, la De Angelis Usa – Sfoglini, che realizza pasta secca con grano americano. Il Gruppo ha chiuso l’esercizio 2023 con ricavi consolidati in crescita a circa 115 milioni di euro (+27% rispetto all’esercizio precedente) e un ebitda di 12,5 milioni di Euro (11% di ebitda margin).

“Grazie a queste nuove risorse finanziarie abbiamo la possibilità di completare il piano di investimenti iniziato negli anni scorsi e accelerare il nostro piano di crescita sviluppando una serie di iniziative che nei prossimi anni ci permetteranno di affermarci come un player di riferimento nei settori della pasta fresca e della gastronomia a livello nazionale e internazionale. Per questo motivo, ringraziamo Banca Finint per il fondamentale supporto nel processo di arrangement dell’operazione e gli investitori per aver creduto nel nostro progetto industriale” ha commentato Paolo Pigozzo, CEO di De Angelis Food SpA.

“Siamo felici di aver assistito De Angelis Food nella sua seconda operazione sul mercato dei capitali, dopo aver seguito la prima emissione nel 2022, a dimostrazione della credit story di successo che l’emittente è stata in grado di costruirsi nel mercato dei capitali nel corso del tempo. Si tratta di un’operazione che dimostra la fiducia del mercato verso il tessuto imprenditoriale del paese fatto di aziende eccellenti e innovative e conferma l’expertise di Banca Finint nell’affiancare le imprese e sostenere con soluzioni finanziarie tailor made i loro percorsi di sviluppo” ha aggiunto Simone Brugnera, Responsabile dell’Area Minibond e Direct Lending di Banca Finint.

“L’obiettivo del Gruppo BCC Iccrea è supportare, anche con strumenti alternativi, le aziende vicine al territorio ma con ambizioni di sviluppo anche internazionali, come De Angelis. Il prestito obbligazionario De Angelis rappresenta per noi la cinquantesima emissione sottoscritta dall’inizio delle attività nel mercato dei capitali” ha detto Carlo Napoleoni, Responsabile Divisione Impresa di BCC Banca Iccrea.

“Siamo orgogliosi di poter contribuire al successo di un’eccellenza del Made in Italy come De Angelis Food supportandone il piano di crescita mediante strumenti innovativi di finanza alternativa, complementari alle forme di credito tradizionali. Con questa operazione Volksbank si conferma come partner strategico delle PMI del Nord Est collocandosi in prima linea nel sostegno alle iniziative ad elevata ricaduta nell’economia reale e territoriale” ha concluso Matteo Costa, Responsabile Finanza d’Impresa di Volksbank.

Pillarstone, iniezione di capitali per rilanciare PittaRosso e Scarpe&Scarpe

A seguito della recente omologa del concordato preventivo in continuità, grazie al quale il debito della società viene ridotto a meno di un terzo e il patrimonio netto torna in territorio positivo, PittaRosso torna a operare pienamente “in bonis”. L’operazione di salvataggio del brand, che coi suoi 150 negozi e circa 1500 dipendenti è tra i più noti in Italia nella distribuzione retail di scarpe, è stata possibile grazie all’intervento di un investitore finanziario, il fondo RSCT Fund, (Responsible & Sustainable Corporate Turnaround Fund), gestito da IQIQ con l’advisory esclusiva di Pillarstone, che si è impegnato a ricapitalizzare la società diventando azionista di controllo attraverso la conversione di crediti e l’investimento di nuova finanza. Lion Capital, azionista precedente, manterrà una quota di minoranza.

RSCT è già azionista di controllo (la famiglia Pettenuzzo ha mantenuto una quota di minoranza) di Scarpe&Scarpe, un altro tra i player principali della distribuzione retail di scarpe, con 130 negozi e circa 1200 dipendenti, anch’essa rilevata da una procedura di concordato preventivo nel 2022 a seguito della quale è stato varato un piano di rilancio basato sull’apporto di nuova finanza e nuove competenze manageriali. Le due aziende, che resteranno indipendenti, rappresenteranno un giro di affari superiore ai 500 milioni di euro, che ne fa potenzialmente il leader italiano. Con la gestione coordinata delle due aziende saranno ottenute significative sinergie negli acquisti, nella logistica e nella gestione della rete dei punti vendita, con l’obiettivo di raggiungere una migliore efficienza e una crescita della profittabilità maggiore rispetto ai piani di sviluppo stand alone, rendendo più solide entrambe le aziende. In un settore poco impattato dalla concorrenza online e in cui si assiste a una progressiva scomparsa di piccoli player indipendenti in favore di grandi catene distributive, entrambe le insegne implementeranno una strategia che metta i bisogni del cliente al centro, con un’esperienza d’acquisto più completa che offre non solo scarpe ma anche accessori e abbigliamento.

Un passaggio importante dell’operazione di salvataggio di PittaRosso è avvenuto nel 2022 con la nomina di un nuovo consiglio di amministrazione costituito da Marco Ghiringhelli e Marco Basaglia, professionisti indipendenti ed esperti nelle situazioni di crisi di impresa, al fine di dare discontinuità rispetto alla precedente gestione e di predisporre un nuovo piano concordatario sulle linee guida condivise con la nuova compagine societaria. Il percorso di risanamento e rilancio, iniziato quattro anni fa e sancito dal voto favorevole di oltre il 93% dei creditori, ha già dato i suoi frutti consentendo alla società di chiudere gli ultimi due bilanci con segno positivo. In particolare, il bilancio relativo all’esercizio 2023 riporta tutti gli indicatori di performance operative e finanziarie positivi e in crescita rispetto all’anno precedente, in particolare i ricavi, pari a 275,8 milioni di euro (+1%), Ebitda pari a 9,8 milioni di euro (+29%) e disponibilità liquide al 31 dicembre 2023 pari a 69,1 milioni di euro. Il piano industriale 2022-2027 prevede lo sviluppo selettivo della rete di vendita ed investimenti destinati al rinnovo dei negozi, allo sviluppo del canale e-commerce, al potenziamento dei sistemi informativi oltre che all’efficientamento energetico, per oltre 17 milioni di euro di cui 5 milioni già investiti nel periodo 2022-2023.

RSCT aveva rilevato nel 2020 crediti sia verso PittaRosso che verso Scarpe&Scarpe, in un momento critico della vita delle due realtà causato dalla pandemia Covid-19 e da politiche di espansione territoriale molto aggressive. “Abbiamo creduto fin da subito alle possibilità di rilancio di queste due imprese, e abbiamo deciso di supportare i piani di concordato con nuova finanza, nuove idee di business e un importante apporto manageriale. Attraverso una gestione coordinata, PittaRosso e Scarpe&Scarpe saranno leader per dimensione e presenza geografica in Italia e con un rinnovato e importante supporto manageriale e finanziario, le due insegne potranno essere ancora più grandi, solide, profittevoli e in grado di garantire continua crescita di valore per tutti gli stakeholders nel lungo termine” commenta Gaudenzio Bonaldo Gregori, Presidente e Amministratore Delegato di Pillarstone.

PwC ha supportato l’operazione con l’incarico di interim CEO e CFO di PittaRosso, lo Studio Legale Nevoni ha seguito gli aspetti legali legati al concordato mentre lo Studio Bogoni ha agito in qualità di advisor finanziario della società; lo studio Giliberti Triscornia e Associati ha agito in qualità di advisor legale di RSCT mentre Gianni & Origoni ha supportato Lion Capital. Fin dalla sua nascita nel 2015 Pillarstone ha supportato oltre 35 aziende in processi di restructuring e turnaround. Ad oggi Pillarstone interviene su un portafoglio di circa 20 aziende, per un controvalore di Asset Under Management di circa 2,5 miliardi di euro, tra le quali si possono contare alcuni leader dei rispettivi mercati quali Sirti, Scarpe&Scarpe, PittaRosso, Premuda, Magicland, Acquaworld.

Pillarstone, fondo immobiliare da 250 milioni per retail e turismo

Pillarstone annuncia il lancio di “Retail & Leisure Fund”, una piattaforma verticale istituita da IQ EQ Fund Management (Ireland) Limited in qualità di alternative investment fund management e focalizzata sul rilancio industriale di asset immobiliari a destinazione d’uso retail e turistica attraverso una gestione attiva ed industriale che mira a favorirne la crescita attraverso un nuovo supporto sia manageriale che finanziario.

La dotazione iniziale del fondo, che investe attraverso l’acquisizione di crediti verso società immobiliari, ha un controvalore di oltre 250 milioni di euro (Gross Book Value) e include 10 asset localizzati su tutto il territorio nazionale per un totale di 200.000 MQ di Gla, per i quali sono già state identificate le linee guida di creazione del valore.

Nata nel 2015, Pillarstone ha un comprovato track record nel valorizzare e rilanciare asset e aziende grazie a un approccio industriale e manageriale e all’iniezione di nuova finanza a supporto degli action plan identificati. Ad oggi, Pillarstone ha lanciato iniziative nei settori corporate, shipping e parchi divertimento per un valore totale di oltre 2,5 miliardi di euro. Partner industriale della piattaforma è Promos, società leader in Italia nella promozione e gestione di strutture commerciali che crea e gestisce destinazioni di shopping multifunzionali.

“Con il fondo Retail & Leisure entriamo in una nuova asset class che presenta significative opportunità anche alla luce dei cambiamenti in atto nel retail e nel turismo in Italia, che possono essere colte intervenendo prontamente sulle operation dei business sottostanti. Inoltre, il fatto di avere creato un fondo verticale su questa asset class, aumenta sensibilmente le potenzialità creare valore tramite sinergie operative. Abbiamo l’obiettivo di raddoppiare gli asset in gestione nei prossimi dodici mesi, applicando le nostre competenze distintive nel rilancio e nella creazione di valore per tutti gli stakeholder coinvolti” ha commentato Gaudenzio Bonaldo Gregori, Country manager di Pillarstone.

Investimenti immobiliari, timidi segni di ripresa per il retail

Il primo trimestre del 2024 si è chiuso con un volume d’investimento ancora contenuto per il commercial real estate italiano, pari a 1,35 miliardi di euro, ma in netto recupero rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+27%). Questo risultato riflette il consolidamento dei segnali di miglioramento osservati negli ultimi mesi, pur scontando ancora il forte rallentamento di nuove operazioni riscontrato a partire dai primi rialzi dei tassi d’interesse nella seconda metà del 2022. Il progressivo rientro dell’inflazione dell’eurozona verso i livelli target, alimenta la fiducia nei confronti di politiche monetarie future più accomodanti, contribuendo a ridurre il gap tra il mercato e le aspettative di prezzo degli investitori. Nonostante il mercato abbia continuato ad assistere a nuovi assestamenti al ribasso dei prezzi degli immobili, l’outlook sui rendimenti immobiliari alla fine del primo trimestre è prevalentemente stabile, ad eccezione dei mercati caratterizzati da prospettive di un più marcato rallentamento della domanda.

“Il primo trimestre del 2024 ha visto la conferma dell’interesse degli investitori verso opportunità d’investimento di grande valore strategico con prospettive a lungo termine. Emergono concreti segnali di ripresa, grazie a preliminari d’acquisto firmati nel primo trimestre, che dimostrano vivacità nell’attività d’investimento per i prossimi mesi e in attesa di segnali incoraggianti da condizioni di accesso al credito più favorevoli” dichiara Silvia Gandellini, Head of Capital Markets and Head of A&T High Street di CBRE Italy. “Questa ripresa sarà sostenuta anche dalle buone performance dei mercati occupier in tutti i settori di uffici, logistica, residenziale, hotel e retail”.

Nel primo trimestre del 2024 l’asset class office è stata la prima per volume d’investimento, con 480 milioni di euro, segnando un forte recupero rispetto ai risultati dello stesso periodo dell’anno precedente. Questo risultato è stato ottenuto grazie a operazioni collocate quasi esclusivamente nei distretti direzionali di Roma e Milano, confermando così un atteggiamento selettivo degli investitori nei confronti della scelta delle location. Anche il mercato occupier uffici continua a registrare buoni risultati (91.500 mq di take-up a Milano, 36.500 mq di take-up a Roma), seppure in rallentamento rispetto allo scorso anno. Le aspettative di prezzo degli investitori tengono nei mercati centrali delle città, mentre nelle location più periferiche sono attesi nuovi repricing, in particolare per operazioni value-add.

Il mercato hotels è stato la seconda destinazione principale degli investimenti del primo trimestre del 2024, per un totale di 330 milioni di euro, grazie a operazioni in prestigiose destinazioni di villeggiatura e città d’arte. La fiducia di investitori e operatori nel settore rimane molto alta e si prevede una progressiva normalizzazione delle performance dell’industria alberghiera nei prossimi mesi rispetto alle crescite straordinarie dei prezzi per camera osservati negli ultimi anni. Il mercato degli investimenti continuare a registrare un’attività d’investimento vivace che fa prevedere ottimi risultati nella seconda metà dell’anno, con possibili segnali di compressione dei rendimenti per nuove operazioni su trophy asset. Il settore industrial & logistics nel primo trimestre del 2023 ha registrato investimenti per 290 milioni di euro, grazie a operazioni portate avanti da net-lease buyer alla ricerca di portafogli in sale & lease-back e investitori value-add in cerca di opportunità d’investimento di dimensioni contenute in grado di offrire elevati ritorni. Il mercato occupier continua a registrare buoni risultati in termini di assorbimento di nuovi spazi (605.000 mq di take-up), mentre si prevede un leggero rallentamento nella crescita dei canoni di locazione, ma in linea con la media storica, dopo due anni eccezionalmente dinamici. Il rallentamento dello sviluppo immobiliare dei mesi passati e la saturazione dei mercati primari, hanno portato a una riduzione della disponibilità di spazi per la logistica di grado A facendo sì che alcuni occupier intraprendessero direttamente un’attività di sviluppo nei mercati ancora poco esplorati dagli investitori.

I volumi d’investimento nel mercato living continuano a essere frenati dalla mancanza di prodotto stabilizzato. In questo momento si osservano soprattutto acquisizioni di complessi di uffici da convertire in residenziale e accordi per vendita di cosa futura di studentati situati nelle principali città universitarie italiane. Nonostante il persistere di condizioni di accesso ai mutui più restrittive continuino a incidere negativamente sui volumi di compravendita delle abitazioni, i prezzi di vendita per il prodotto nuovo continuano a crescere, anche se con incrementi progressivamente più contenuti. L’attività di sviluppo guida gli investitori a lungo termine a competere per l’acquisto di terreni per progetti mixed use di rigenerazione urbana, come l’aggiudicazione recente dell’area “Scalo Farini” per oltre 489,5 milioni di euro.

Nel primo trimestre del 2024 i volumi d’investimento del segmento alternative sono rimasti contenuti, complice una fase di assestamento nel settore delle residenze socio-assistenziali (RSA), la componente tradizionalmente più significativa degli investimenti healthcare. L’interesse degli investitori rimane alto grazie ai fondamentali del settore, ma l’aumento dei costi operativi delle strutture sanitarie e un recupero dei tassi di occupancy ancora parziale rispetto ai risultati pre-covid hanno richiesto, spesso, rinegoziazioni dei canoni di locazione, provocando un posticipo dell’immissione di nuovo prodotto sul mercato. Si registrano volumi d’investimento contenuti anche per infrastrutture e data center. Per le prime, nel corso dell’anno sono previste nuove operazioni di piattaforma di grande dimensione, mentre il mercato dei secondi continua a essere caratterizzato da operazioni di acquisizione di terreni da parte di operatori, da destinare allo sviluppo dei propri centri.

Il mercato retail invece segna volumi d’investimento molto limitati, caratterizzati soprattutto da operazioni value-add / opportunistiche di piccole dimensioni. Il prodotto out-of-town comincia ad innescare un certo interesse, soprattutto legato ad operazioni con strutture di preferred equity o operazioni di sale & lease-back. Si prevede anche che nei prossimi mesi l’attività d’investimento possa aumentare nel corso del secondo semestre grazie al capitale opportunistico. Rimane contenuto il dinamismo del segmento high street a causa della mancanza d’incontro tra domanda e offerta, tuttavia nei prossimi mesi si perfezionerà l’operazione d’investimento di Via Monte Napoleone 8 a Milano, che ha suscitato grandissimo interesse tra gli investitori sia per la dimensione dell’investimento sia per il prezzo in termini di capital value. Nei mercati regionali i volumi d’investimento continuano a essere guidati dai fondamentali dalle specifiche vocazioni dei territori, come nel caso del settore alberghiero a Firenze, della logistica in Veneto o delle residenze per studenti a Bologna, anche se si osserva un crescente interesse verso gli immobili a uso ufficio dei principali capoluoghi, dove un’offerta limitata di prodotto di qualità intensifica la pressione della domanda di spazi da parte degli occupier.

Nuovo round di investimento per indigo.ai: si continua a puntare sull’AI

indigo.ai, startup che dal 2016 supporta le aziende con l’intelligenza artificiale conversazionale, ha chiuso un round di finanziamento da 2,5 milioni di euro per accelerare la crescita e gestire al meglio le opportunità offerte dalla costante trasformazione del mercato. L’investimento è stato condotto dal Gruppo Vedrai, che nel 2022 aveva già acquisito il 60% di indigo.ai con l’obiettivo di supportare lo sviluppo dell’azienda e avviando una proficua collaborazione tra le due realtà del nuovo Made in Italy tecnologico.

Questo nuovo round di finanziamento consolida la posizione di indigo.ai sul mercato italiano, sviluppando ulteriormente la strategia di crescita. Con un focus specifico sul 2024, la roadmap futura si basa sull’ampliamento delle soluzioni tecnologiche, supportato dal consolidamento del modello di vendita e dal rafforzamento del network di partner.

“Il nostro obiettivo è facilitare il dialogo con gli utenti, offrendo alle aziende soluzioni basate sull’AI, innovative e facili da utilizzare anche da parte di chi non dispone di un background tecnico” dichiara Gianluca Maruzzella, Co-founder & CEO di indigo.ai. “Ora, grazie alla rinnovata collaborazione strategica con Vedrai, siamo pronti per proseguire ulteriormente lungo il nostro percorso di sviluppo, che per il 2024 prevede un piano di crescita basato su investimenti che ci consentano di sfruttare appieno le opportunità offerte dalle costanti evoluzioni della tecnologia. Puntiamo al consolidamento del mercato, rafforzando inoltre le partnership già in essere e avviandone di nuove”.

“Questo nuovo investimento conferma il valore di un progetto che sta rispettando tempi e aspettative, nonché la strategia di mettere a fattor comune la mission delle due realtà di rendere l’intelligenza artificiale uno strumento democratico” aggiunge Michele Grazioli, Presidente di Vedrai SpA. “La tecnologia di indigo.ai rappresenta un asset fondamentale su cui far leva per rispondere tempestivamente alle evoluzioni del mercato, consentendo alle aziende di restare competitive. Insieme siamo riusciti a raggiungere un numero sempre più ampio di settori e siamo entusiasti di poter continuare a supportare il team nel portare sempre più avanti la frontiera dell’AI al servizio delle aziende”.

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