CLOSE
Home Tags Investimenti

Tag: investimenti

ESD Italia, i soci rinnovano la partnership per altri 4 anni

Si è tenuta due giorni fa la Riunione Generale di ESD Italia, la prima centrale di acquisto italiana che ha compiuto 20 anni lo scorso novembre, ed è stata l’occasione per annunciare il rinnovo dell’alleanza per i prossimi 4 anni.

La compagine dei quattro Soci rimarrà la stessa almeno fino al 2026, forte dei buoni risultati registrati anche in questo ultimo anno. Un anno che, pur con le difficoltà che il mercato sta attraversando, per ESD Italia è caratterizzato da ottime crescite. La quota di mercato è salita al 23,3%, in crescita di 0,2 pti % sul 2021 (dati IRI), mentre l’andamento delle vendite aggregate dei Soci ESD a ottobre 2022 è del +7,2%. Il fatturato al consumo (IVA inclusa) supererà i 28,5 miliardi di euro alla fine del 2022. ESD Italia si conferma anche determinante per la crescita dei partner fornitori arrivando a rappresentare nei primi 10 mesi del 2022 il 65% del fatturato incrementale sviluppato nel Food & Beverage dalla DMO in Italia (dati IRI).

Commentando i numeri il Presidente Harald Antley si è espresso sul tema più attuale e di interesse per tutti i player del mercato, l’inflazione: “Il 2022 verrà ricordato per la concomitanza di fattori che hanno determinato aumenti fuori scala dei fattori produttivi e la conseguente inflazione all’acquisto che, nonostante l’azione di calmierazione dei nostri Soci, sta causando aumenti dei prezzi alla vendita superiori al 10% nelle ultime settimane”.

Guardando al futuro, il Presidente ha espresso la preoccupazione per l’andamento dei consumi dei prossimi mesi: “Alla luce dello scenario previsto nel 2023 non ci sono i presupposti per sostenere ulteriori incrementi di listino da parte dell’industria. Anche se i segnali di queste settimane sono purtroppo diversi, per il 2023 chiediamo un’inversione di tendenza perché non possiamo ne vogliamo aumentare ancora i prezzi, e tantomeno possiamo pensare di assorbire ulteriori aumenti dei costi di acquisto. La soluzione dei problemi non può essere quella di trasferire gli stessi lungo la filiera, fino al consumatore”.

I 4 Soci ESD Italia (Acqua & Sapone, Agorà Network, Aspiag Service, Selex Gruppo Commerciale), hanno una rete complessiva di 5.816 punti vendita ed hanno programmato per il 2023 investimenti in nuove aperture per 520 milioni di euro finalizzati all’apertura di 159 nuovi negozi ed alla ristrutturazione di 108 negozi già in attività.

2023 galvanizzante per Famila, tra investimenti, nuove aperture e ristrutturazioni

Siamo nel pieno dell’ultimo trimestre dell’anno e Famila, insegna nazionale di SELEX Gruppo Commerciale, è in corsa per raggiungere una chiusura d’anno ambiziosa: il + 5% sul 2021, con un fatturato che dovrebbe sfiorare i 2,7 miliardi di euro iva inclusa.

Una crescita importante che si sta verificando in uno scenario competitivo e di consumi molto complicato, influenzato dal contesto inflattivo sulle vendite determinatosi nel corso del 2022, come conseguenza dell’aumento dei listini di tutti i prodotti confezionati e freschissimi.

«Siamo preoccupati per l’andamento dei consumi nei prossimi mesi e per questo motivo auspichiamo si possa interrompere la continua richiesta di aumenti dei listini che anche in queste settimane stiamo ricevendo da parte dei fornitori di prodotti industriali – afferma Maniele Tasca, Direttore Generale di Selex Gruppo Commerciale. Lo scenario per il 2023, seppur fortemente incerto, non appare in ulteriore peggioramento rispetto al 2022 e per questo motivo riteniamo necessaria maggiore prudenza ed attenzione ai rischi che un crollo dei consumi, causato da ulteriori aumenti dei prezzi, potrebbe comportare».

Tutto ciò però non ferma gli investimenti profusi dalle Imprese Socie SELEX per sostenere la crescita dell’insegna, nel 2023 sono infatti previste 19 nuove aperture e nei piani verranno ristrutturati 21 punti di vendita, con un investimento complessivo pari a 100 milioni di €. «Gli investimenti per le nuove aperture ed il rinnovamento della rete sono fondamentali per competere con successo e rendere l’insegna Famila sempre più distintiva ed apprezzata dal mercato – prosegue Tasca. I risultati di questi anni ed numerosi riconoscimenti da parte di terzi ci danno fiducia e confermano la bontà del lavoro che le nostre Imprese Socie stanno portando avanti per migliorare qualità, convenienza e per innovare prodotti e servizi”.

Anche su Famila prosegue la campagna Spesa Difesa dedicata ai prodotti a marchio del distributore SELEX, con l’obiettivo di sostenere il potere d’acquisto delle famiglie attraverso un’ampia proposta di prodotti di uso quotidiano, i cui prezzi stanno dimostrando di poter assorbire i forti rincari registratisi sul mercato.

L’insegna ha una presenza capillare nelle province italiane, 277 punti vendita dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, con 4 format che vanno dalle grandi superfici ai negozi di prossimità (iper, Superstore, Famila, Market). Negli anni ha aggregato sempre più consumatori grazie ad un’offerta ricca di grandi marche e alla forza della marca SELEX, che in alcuni Famila raggiunge una quota di mercato superiore al 30%: dal fresco al surgelato e al confezionato, dai prodotti per la cura della casa e della persona al petcare, la marca del distributore ha contribuito alla crescita anno dopo anno. Oggi Famila è riconosciuta come una delle insegne della distribuzione moderna più convenienti del Paese.

Lo sviluppo beneficia anche dalla piattaforma di eCommerce CosiComodo.it, alla quale aderiscono 60 punti vendita, e che permette di fare la spesa online e ritirarla senza costi aggiuntivi in negozio oppure riceverla direttamente a casa con un minimo sovrapprezzo.

Presentato il nuovo piano strategico di Carrefour

Alexandre Bompard, Presidente e Amministratore Delegato di Carrefour ha presentato il nuovo piano strategico Carrefour 2026 che si basa sulla Transizione Alimentare per tutti, sul modello omnichannel basato sul digitale, presentato nel 2021 per accelerare la leadership e la trasformazione in un contesto macroeconomico, geopolitico e climatico senza precedenti.

Il primo pilastro di questa nuova strategia riguarda soprattutto un forte impegno per fare in modo che i migliori prodotti siano accessibili a tutti. Questo significa sia aiutare i clienti ad affrontare le sfide del loro potere d’acquisto sia contrastare il cambiamento climatico. In particolare:

  • Le marche private saranno al centro del modello commerciale e rappresenteranno il 40% delle vendite di prodotti alimentari entro il 2026 (rispetto al 33% nel 2022).
  • I formati dei discount subiranno un’importante accelerazione: oltre 470 negozi Atacadão in Brasile nel 2026 (+200 rispetto al 2022) e lancio di Atacadão in Francia nell’autunno del 2023.
  • Il sostegno all’agricoltura sostenibile aumenterà con 8 miliardi di euro di vendite nel 2026 attraverso prodotti sostenibili certificati (+40% rispetto al 2022).
  • I top 100 fornitori del Gruppo saranno obbligati ad adottare entro il 2026 una strategia per contenere le emissioni e contribuire a limitare il cambiamento climaticopena la cancellazione dal listino.
  • Il Gruppo conferma l’investimento in iniziative e-commerce con l’obiettivo di raggiungere i 10 miliardi di euro di GMV e-commerce entro il 2026.

Il secondo pilastro prevede la costruzione di un Gruppo all’avanguardia con una nuova organizzazione, nuove attività e iniziative sociali. In particolare:

  • trasformare tutti i processi operativi grazie al digitale e a un’organizzazione ridisegnata, che contribuirà a generare 4 miliardi di euro di risparmi sui costi entro il 2026.
  • impostare una politica energetica ambiziosa che si concretizza in una forte riduzione dei consumi energetici (-20% entro il 2026 e in Francia entro il 2024) e nell’utilizzo dei parcheggi per la produzione di energia fotovoltaica (4,5 milioni di metri quadrati di pannelli solari entro il 2026).
  • valorizzare il patrimonio immobiliare del Gruppo attraverso lo sviluppo di progetti immobiliari a uso misto in Francia e la creazione in Brasile della più grande società immobiliare privata del Sud America.
  • Promuovere l’inclusione attraverso:lo sviluppo di una politica proattiva per la promozione della diversità delle origini e l’assunzione di 15.000 dipendenti disabili nel 2026 (+50% rispetto al 2022)
  • lanciare nel 2023 un piano di partecipazione azionaria aperto a 350.000 dipendenti e utilizzato in parte per finanziare progetti di CSR.

Per sostenere queste nuove ambizioni, Carrefour sta accelerando il ritmo degli investimenti annuali, portandoli a 2,0 miliardi di euro (contro 1,7 miliardi di euro) e ha fissato l’obiettivo di un flusso di cassa netto di oltre 1,7 miliardi di euro entro il 2026.

Bompard infine ha dichiarato: “Nell’arco di cinque anni abbiamo profondamente trasformato Carrefour, posto il cliente al centro del suo modello e ripreso una crescita redditizia, al servizio della nostra ragion d’essere, la transizione alimentare per tutti. Vorrei sottolineare l’eccezionale lavoro di tutti i team che hanno permesso a Carrefour di raggiungere gli obiettivi del suo piano strategico. Da oggi apriamo un nuovo capitolo della trasformazione del Gruppo. Carrefour 2026 rappresenta un piano strategico per essere competitivi nei mercati segnati dall’inflazione e dal cambiamento climatico.

Con il suo nuovo modello omnichannel, presentato in occasione del Digital Day, Carrefour è il gruppo meglio posizionato per affrontare le crisi e rispondere alle nuove aspettative dei consumatori. Con Carrefour 2026, stiamo accelerando la nostra trasformazione impegnandoci a dare a tutti i nostri clienti l’accesso al meglio, a costruire un gruppo all’avanguardia e a consolidare il nostro modello di crescita sostenibile. Si tratta di un piano molto ambizioso, di cui guideremo la realizzazione attraverso obiettivi operativi e finanziari granulari e quantificati, oltre che sociali. Fiduciosi nella forza del nostro modello, investiremo maggiormente nelle nostre attività e nei nostri punti vendita, aumentando al contempo in modo significativo la generazione di flussi di cassa. In breve, Carrefour 2026 è un piano che crea valore per tutti”.

Supercentro, nuove aperture e investimenti per 23 milioni di euro

Investimenti per oltre 23 milioni di Euro in 3 anni, restyling e ampliamento della rete vendita, ampliamento ed efficientamento dei Cedi e inaugurazione della nuova sede con un‘attenzione particolare alla sostenibilità energetica. Sono questi i progetti su cui si concentrerà il piano strategico triennale del Gruppo Supercentro, da oltre vent’anni operante nella distribuzione alimentare e oggi presente nel sud Italia (Puglia, Calabria, Basilicata) con una rete multicanale a marchio Sisa, Ipersisa e QuickSisa, Stop&Shop.

Il Gruppo che ha chiuso il 2021 con un fatturato di 235 milioni di euro (in crescita del 13% rispetto all’anno precedente) e si avvia a chiudere il 2022 con 240 milioni di euro di fatturato, investirà 7,5 milioni di euro nell’acquisizione di 5 nuovi punti vendita nelle provincie pugliesi a cui si aggiunge l’investimento di 7,5 milioni di euro nel restyling della rete vendita esistente (i primi due supermercati completamente rinnovati saranno inaugurati a Martina Franca il 4 novembre e l’11 a Taranto in via Dante). Altri 2 milioni di euro saranno investiti nell’ampliamento del Cedi secco, mentre 5 milioni di euro sono destinati alla implementazione di un nuovo chash & carry e alle ristrutturazioni di quelli già esistenti anche in una logica di efficientamento energetico che, con ulteriori 1,5 milioni di euro riguarderà l’installazione dei pannelli fotovoltaici su tutti i punti vendita di proprietà.

Forte impulso anche al patrimonio immobiliare con la realizzazione della nuova sede inaugurata a San Giorgio Ionico (Ta) e di alcuni punti vendita di prossimità che porteranno la superfice di vendita diretta totale dai 25000 mq a 31000 mq. La rete passerà infatti grazie a questi investimenti dagli attuali 300 punti vendita tra diretti e affiliati, 2 Cedi e 4 Cash & Carry a 350 punti vendita, 2 Cedi e 5 Cash &Carry. Il Gruppo prevede inoltre l’assunzione di altri 100 dipendenti entro il 2025 che porterà il numero complessivo dei lavoratori a 600.

“Stiamo rispondendo alla crisi con un approccio per niente conservativo ma anzi puntando allo sviluppo, sia efficientando e migliorando la rete attuale che investendo nell’ampliamento dei servizi in ottica di multicanalità. Crediamo fortemente nel presidio del territorio in particolare dell’area del salentino con formule di prossimità che non superino i 1200 mq che meglio si adattano alle esigenze del consumatore, soprattutto nelle aree periferiche. Nel 2023 affiancheremo alla rete attualmente presente una nuova formula Economy che va incontro alle esigenze di risparmio senza cedere alle esasperazioni dei discount” – ha dichiarato Antonio Bonucci, direttore generale di Gruppo Supercentro.

“L’ambizione del Gruppo Supercentro è diventare il leader nell’area salentina, confermando la storia del gruppo da sempre ben radicato in questo territorio. Stiamo lavorando anche attraverso un passaggio generazionale graduale per creare le condizioni ottimali di una crescita che strategicamente mette al centro il territorio pugliese e in particolare salentino”– ha dichiarato il Presidente Paolo Michele Macripò.

Investindustrial rafforza la posizione nel food con due acquisizioni

Una società di investimento indirettamente controllata da Investindustrial VII L.P. ha acquisito Parker Food Group con sede negli Stati Uniti, da Riverside Company. PFG è un’azienda leader nello sviluppo e nella produzione di ingredienti speciali ad alto valore aggiunto nel mercato nordamericano, con particolare attenzione alle inclusioni e alle guarnizioni.

L’offerta di prodotti dell’azienda comprende inclusioni (farciture e ingredienti per i prodotti da forno e per il gelato, come le gocce di cioccolato), guarnizioni, granelle/streusel, praline e componenti per biscotti che vengono venduti a clienti industriali B2C e B2B e a clienti operanti nei servizi di ristorazione.

PFG vanta la migliore redditività del settore e negli ultimi 10 anni ha costantemente registrato una crescita a doppia cifra del fatturato. L’azienda impiega circa 370 dipendenti ed è guidata dal CEO Greg Hodder, entrato in PFG nel 1999.

Il team di R&D di PFG collabora con i team di ricerca dei clienti per sviluppare prodotti che rispondano ai loro requisiti specifici e questo comporta in genere più di 150 touchpoint tra PFG e il cliente, dall’ideazione del nuovo prodotto alla sua commercializzazione. Nella maggior parte dei casi PFG sviluppa un ingrediente esclusivo per il singolo cliente partendo dalla vasta gamma di formati di prodotti dell’azienda.

L’azienda, con sede a Fort Worth (Texas), ha investito in modo significativo nei suoi impianti di produzione e dispone di un’impronta produttiva all’avanguardia con 3 stabilimenti negli Stati Uniti, situati rispettivamente a Mexico (Missouri), Perry (New York) e Fort Worth. PFG farà parte del più ampio gruppo di aziende di ingredienti alimentari di Investindustrial, tra cui CSM Ingredients, Hi-Food e Italcanditi, che complessivamente hanno un fatturato di quasi 1 miliardo di euro.

Andrea C. Bonomi, presidente dell’Industrial Advisory Board di Investindustrial, ha commentato: “La nostra vasta esperienza nel settore degli ingredienti alimentari e il nostro track record di crescita delle società che abbiamo in portafoglio, ci rendono la guida perfetta per un nuovo, emozionante e più internazionale capitolo nello sviluppo di PFG. Stiamo costruendo una piattaforma Ingredient-Tech con la visione di creare soluzioni uniche e innovative per l’industria alimentare. PFG entrerà a far parte della nostra famiglia di investimenti negli ingredienti e collaborerà con le attuali società in portafoglio come CSM Ingredients, Hi-Food e Italcanditi”.

Greg Hodder, CEO di PFG, ha dichiarato: “Con una forte esperienza nel settore, Investindustrial non può che essere il nostro miglior partner e con il suo aiuto come investitore responsabile e specialista del settore, non vediamo l’ora di accelerare la crescita di PFG e di entrare in nuovi mercati”.

Nel contempo Investindustrial ha sottoscritto un accordo definitivo anche per l’acquisizione di una parte rilevante della divisione preparati alimentari di TreeHouse Foods Inc., leader nella produzione e distribuzione di prodotti alimentari a marchio privato nel canale retail e per la ristorazione in Nord America. La Società è il principale fornitore statunitense di prodotti alimentari a marchio privato in diverse categorie ed è attiva nella produzione e distribuzione, tra gli altri prodotti, di: pasta, sughi, conserve di pomodoro, condimenti per insalata, maionese, salse, sciroppi, ripieni per torte e marmellate. La Società gestisce 14 impianti di produzione negli Stati Uniti, in Canada e in Italia – dove si trovano due stabilimenti produttivi di pasta, uno a Fara Gera d’Adda (BG) e l’altro a Verolanuova (BS) -, oltre a 19 centri di distribuzione gestiti dall’azienda, e prevede di generare nel 2022 un fatturato di circa 1,6 miliardi di dollari.

Il perfezionamento dell’acquisizione è previsto concludersi nel quarto trimestre ed è soggetto alle consuete autorizzazioni normative. La Società manterrà la propria sede principale a Chicago (IL) e sarà controllata da Investindustrial, investitore che può vantare una consolidata esperienza nel settore alimentare e delle bevande e da sempre riconosciuto per la propria particolare attenzione alla creazione di valore a lungo termine. I ricavi totali e la distribuzione su scala globale derivanti dalla combinazione della Società e di La Doria – partecipata da Investindustrial e primario produttore europeo di legumi, pelati, polpa di pomodoro e succhi di frutta – creerà uno dei maggiori fornitori di prodotti alimentari private label al mondo.

Maiora, avviato un ambizioso piano di investimenti

La crescita è nel DNA di Maiora – Despar Centro Sud, che ha superato i 900 milioni di euro, di giro d’affari alle casse. I numeri del bilancio d’esercizio 2021 parlano chiaro: + 5,3% i ricavi e +43% gli utili raggiungendo i 22 milioni.

Dal 2014 al 2021 l’azienda è cresciuta ad un tasso annuo composto (CAGR) dei ricavi pari al 14,2%, della marginalità operativa (Ebitda) pari al 44% annuo, mentre degli utili ad un tasso annuo “esponenziale” del 63%.

Questi numeri rappresentano l’espressione concreta di scelte strategiche che si sono dimostrate vincenti:

– Investimenti nel rinnovamento e ammodernamento della rete di vendita;
– Piani di sviluppo e acquisizioni ben ponderate;
– Attenzione ai bisogni del consumatore;
– Cura quotidiana per il welfare e la formazione professionale degli oltre 2400 collaboratori.

Si tratta di una crescita esponenziale per un’organizzazione che vanta solide radici e destinata ad un futuro ancora più florido. L’azienda pugliese è entrata a far parte del network Elite, appartenente al gruppo Borsa Italiana Euronext, che sponsorizza l’adozione di alti standard organizzativi e di governance e ne attesta l’utilizzo attraverso la certificazione Elite, ottenuta da Maiora nel 2022.

Un riconoscimento di valore, ottenuto da Maiora durante l’anno in corso, che implica, tra le altre cose, una stabilità importante, dovuta all’inserimento dell’azienda all’interno di un network pan-europeo di imprenditori, partner, broker e investitori di grande rilievo. Maiora vede un posizionamento retail in 7 regioni italiane e un imponente Headquarter in continua espansione, a Corato (Ba).

L’azienda è figlia della storia cinquantennale delle società che l’hanno generata: Cannillo e Ipa Sud, due storiche aziende pugliesi che hanno rappresentato avanguardia imprenditoriale per il territorio. Nonostante il complesso periodo che stiamo attraversando, che implica un caro prezzi importante su tutti i fronti considerato il tasso di inflazione elevato, oggi si può affermare con somma soddisfazione che il piano di investimenti non solo sta seguendo il corso del programma, ma supera in modo eccellente ogni aspettativa.

Lo sviluppo commerciale e il piano di investimenti 2021-2025
Lo sviluppo della rete commerciale per Maiora è una strategia vincente e il canale retail rappresenta la BU più grande, in termini di risultati. Il Programma quinquennale degli investimenti 2021-2025 di Maiora prevede stanziamenti che superano i 70 milioni e si concentra su tutti i canali di vendita, prevedendo l’apertura di 16 nuovi punti di vendita e la ristrutturazione e ammodernamento della rete esistente.

Nel 2021, nonostante le difficoltà della pandemia, il piano di ristrutturazione della rete – con un focus particolare in Calabria – è stato realizzato regolarmente con un investimento rilevante in sostenibilità: è partito a maggio con le riaperture nella provincia cosentina del Despar a Cetraro e degli Interspar a Belvedere Marittimo e a San Marco Argentano e proseguito successivamente con la ristrutturazione radicale presso l’Interspar di Corato e la nuova apertura dell’Interspar a Catanzaro, nel Centro Commerciale “Le Aquile”. Inoltre sono stati realizzati una piattaforma ittica a gestione diretta e laboratori per la produzione del pane in alcuni punti vendita.

Progetti e previsioni 2022
Gli ambiziosi risultati raggiunti confermano che l’imponente progetto è destinato ad un’attuazione concreta e costante, nel rispetto completo del programma. Maiora, dunque, rappresenta l’espressione di un’imprenditoria sana e attenta al territorio e si è dimostrata ampiamente capace di generare valore per la società nella quale opera, potenziando costantemente placement e benessere. Il placement garantito da Maiora, infatti, per il 2021, conta 2460 unità ed è contraddistinto da un’alta incidenza femminile che rende l’ambiente professionale omogeneo e meritocratico, come certificato da Equal Salary Foundation. La strada intrapresa è quella corretta per raggiungere un futuro consapevole e costellato di nuovi ambiziosi successi sia per l’azienda che per tutti i suoi stakeholder. È in programma, infatti, l’apertura di 3 nuovi punti vendita in Puglia e un cash&carry in Calabria.

Per il 2022 di Maiora, si prevede un’ulteriore crescita di fatturato seguendo il trend degli ultimi anni e un mantenimento della marginalità dell’anno precedente, seppur l’attività economica del nostro Paese stia mostrando in questi primi mesi dell’anno una decelerazione diffusa a causa del conflitto in Ucraina che ha amplificato le criticità già esistenti dettate dalla pandemia.

«Anche quest’anno possiamo dirci estremamente soddisfatti dei risultati ottenuti e del lavoro svolto, continuiamo a lavorare affinché il futuro della nostra azienda rappresenti una importante certezza per il territorio nel quale operiamo e per il nostro Meridione – afferma il Presidente e Amministratore Delegato, Pippo Cannillo. Siamo certi che la crescita non possa prescindere dal valore delle professionalità e da un piano di investimenti costante e strategico».

Gdo e pharma al centro di investimenti immobiliari a Milano

La grande distribuzione e le farmacie si confermano gli asset più sicuri in cui investire a Milano, i rendimenti diminuiscono e gli immobili non perdono valore. Questo il dato emerso dal nuovo Snapshot Retail Capital Market, realizzato dal dipartimento di ricerca di WCG – World Capital Group, che fornisce una panoramica dei rendimenti immobiliari per gli edifici commerciali per il primo semestre 2022 in Italia.

Per quanto riguarda l’analisi dei rendimenti immobiliari di Milano, si è deciso di considerare tre quartieri coinvolti nei progetti appartenenti al Piano Rigenerativo: Farini, Porta Romana e City Life. Più nello specifico tutte le categorie analizzate (Gdo, sportelli bancari, negozi fashion, ristoranti e farmacie) hanno registrato variazioni al rialzo ad eccezione della Gdo e delle farmacie.

Focalizzandoci sui trend rilevati da WCG, i rendimenti di sportelli bancari e ristoranti sono aumentati dello 0,15% nel quartiere di City Life, che registra anche un aumento dei rendimenti dei negozi pari allo 0,14% così come il quartiere di Porta Romana. Gdo e farmacie, invece, registrano un calo dei rendimenti di poco inferiore allo 0,1% rispettivamente nei quartieri di Porta Romana e City Life.

Oltre al focus sulla città di Milano, lo studio mette a confronto i rendimenti degli immobili commerciali con quelli di tipo finanziario. Da tale comparazione è emerso che gli immobili commerciali, oltre a generare rendimenti più elevati rispetto ai titoli di stato, rappresentano un investimento più sicuro, stabile e meno soggetto a fluttuazioni.

“L’andamento delle attività analizzate si è mostrato omogeneo – dichiara Andrea Faini, CEO di WCG . Dal confronto dei valori dei rendimenti immobiliari complessivi emerge che questi, nel primo semestre 2021, sono aumentati rispetto ai valori registrati nello stesso periodo del 2021. Tuttavia è bene specificare che rendimenti maggiori, generalmente, corrispondo a immobili che hanno un profilo di rischio più alto. Al contrario gli asset che generano rendimenti minori rappresentano investimenti più sicuri. Per questo attività come Gdo e farmacie attirano l’attenzione degli investitori real estate”.

Settore immmobiliare, nel mondo investimenti per 1800 miliardi di dollari (+18%)

Si continua a investire nell’immobiliare, con una crescita a due cifre: 18 punti percentuali, per la precisione, che hanno permesso di toccare il nuovo record di 1.800 miliardi di dollari nei 12 mesi precedenti giugno 2018. Lo ha stabilito “Winning in Growth Cities”, il rapporto annuale pubblicato da Cushman & Wakefield che analizza l’attività di investimento nel settore degli immobili commerciali e classifica le città in base alla loro capacità di attrarre capitali.

 

Londra supersexy per gli investitori, New York esce dalla Top 5, Milano prima in Italia

Se New York si conferma la città con il mercato immobiliare più importante al mondo, seguita da Los Angeles e Londra, una Parigi in forte ascesa al quarto posto e Hong Kong, tra gli investitori internazionali è Londra la città più attraente, mentre New York scivola dal secondo al sesto posto della classifica, risentendo dei prezzi elevati, del dollaro forte e di una domanda locale molto competitiva e dinamica.

Tra le top 10 per investimenti globali figurano sei città degli Stati Uniti, due città europee e due asiatiche. Nonostante l’incertezza politica sull’esito della Brexit, Londra si è confermata il mercato più importante in Europa, grazie in particolare ad alcune transazioni che hanno riguardato spazi direzionali di alto profilo. Per la nona volta in 10 anni, la capitale britannica si conferma la città con più appeal per gli investimenti internazionali nel mercato immobiliare. Gli investitori asiatici, con un aumento dei volumi delle transazioni a Londra del 47% su base annua, hanno raggiunto quota 10,9 miliardi di dollari, rappresentando la fonte più importante di investimenti cross-border nella città britannica, con investimenti quasi esclusivamente concentrati negli spazi direzionali: il settore attrae infatti una quota di mercato del 94% dei flussi di investimenti della regione APAC diretti verso Londra.

Il mercato asiatico più forte è Hong Kong, in crescita del 68% rispetto al 2017, che scala tre posizioni diventando la prima città della regione a entrare nella top 5 mondiale da tre anni a questa parte. L’attività di investimento nelle città asiatiche rimane in gran parte prerogativa di capitali domestici, nonostante la quota di mercato degli investitori regionali sia aumentata rispetto all’anno precedente.

L’Europa ha ben quattro città su cinque nella top 5 delle città con maggiore appeal per i capitali internazionali, con Parigi e Amsterdam che si confermano al terzo e quarto posto per il secondo anno consecutivo, mentre Madrid entra per la prima volta nella top 5 dal 2009. L’unica città tedesca nella top 10 è Berlino, in controtendenza rispetto al 2017, quando la Germania, con tre città in classifica, aveva ottenuto il migliore risultato di sempre. Le città tedesche, comunque, continuano a registrare una domanda molto vivace, che conferma il loro buon posizionamento nella top 25 delle città con maggiore appeal per gli investitori cross-border.

Milano, il principale mercato di investimenti immobiliari in Italia, pur non rientrando nelle top location per volumi a livello gobale, si conferma tra i target degli investitori per il 2018/2019 sia per uffici, retail e logistica, settori tradizionali, sia per settori “alternativi” con particolare attenzione al settore alberghiero e al segmento dello “student housing”. Tutte le categorie di investitori guardano con interesse all’Italia con strategie e target diversi, e Milano rappresenta sicuramente la città “gateway” di questo mercato.

 

Buone prospettive se…

Dando uno sguardo globale, l’incremento degli investimenti dunque va attribuito principalmente all’Asia, sia come provenienza dei capitali sia come destinazione degli investimenti. In questo continente gli investimenti hanno rappresentano il 52% del totale e il 45% di quelli cross-border è da attribuire agli acquirenti asiatici.

“Non si registrano flessioni nei capitali destinati al mercato immobiliare in tutte le aree geografiche e per tutti i profili di rischio. Stiamo invece assistendo a un incremento dell’attività nel settore immobiliare da parte di numerosi investitori, che stanno perfezionando le proprie strategie di investimento per consentire una maggior flessibilità rispetto alla diversificazione dell’offerta e dei margini di rischio – ha detto Carlo Barel di Sant’Albano, responsabile Global Capital Markets di Cushman & Wakefield – . Questi sono i fattori chiave da cui dipenderà la potenziale crescita dei volumi anche nel prossimo anno; se il contesto resterà invariato, il prossimo anno potrebbe registrarsi una crescita del 2% rispetto ai livelli attuali. Sarà determinante in tal senso l’attività da parte di capitali globali, anche se gli investitori dovranno monitorare con attenzione i cambiamenti strutturali nel mercato occupazionale, per individuare in anticipo opportunità e sfide.”

David Hutchings, responsabile Investment Strategy, EMEA Capital Markets di Cushman & Wakefield, autore del rapporto, ha commentato: “Ci sono chiari e, a detta di molti, crescenti rischi nel contesto macroeconomico. Tuttavia, pochi sono i segnali che indicano la fine dell’attuale ciclo di mercato o che si stia profilando all’orizzonte una recessione. L’inflazione si sta rivelando una minaccia meno grave di quanto si temesse e la crescita economica rimane costante. Tuttavia, basteranno segnali d’allarme sul fronte dei prezzi per confermare la politica di stretta monetaria delle banche centrali nella maggior parte dei settori, confermando di conseguenza il lento ma continuo aumento nei tassi di interesse e la riduzione della liquidità generata dal Quantitative Easing. Ciò che potrebbe cambiare il prossimo anno è il potenziale aumento dell’offerta: alcuni investitori infatti cambieranno strategia e proveranno a monetizzare, altri sentiranno gli effetti dell’aumento del costo del denaro e avranno necessità di raccogliere capitali, mentre sempre più investitori cercheranno partner per progetti di investimento e sviluppo.”

 

Investimenti in Italia in forte contrazione

“Al netto dell’inflazione, tra il 2007 e il 2015 gli investimenti in Italia sono scesi di ben 109,7 miliardi di euro, pari, in termini percentuali, a una diminuzione di 29,8 punti. Nessun altro indicatore economico ha registrato una contrazione percentuale così importante. In termini reali, fa sapere l’Ufficio studi della CGIA, l’anno scorso lo stock investito è stato pari a 258,8 miliardi di euro.

I settori che hanno subito la riduzione più pesante sono stati i mezzi di trasporto (autoveicoli, automezzi aziendali, bus, treni, aerei, etc.), in flessione del 49,3 per cento (-12,4 miliardi di euro), i fabbricati non residenziali (capannoni, edifici commerciali, opere pubbliche, etc.), con un calo del 43,5 per cento (-44 miliardi). I comparti dei computer/hardware e dell’abitazione hanno invece fatto segnare una variazione negativa del 28,6 per cento (i primi -1,8 miliardi, il secondo -28,7 ). Pesanti anche le cadute subite dal settore degli impianti e dei macchinari (che non include i mezzi di trasporto, i computer/hardware e le telecomunicazioni), che ha registrato una variazione negativa del 27,5 per cento (-23,9 miliardi). Solo le telecomunicazioni (+ 10,2 per cento) e le attività riconducibili alla ricerca e sviluppo (+11,7 per cento) non hanno risentito della crisi. Nell’ultimo anno, comunque, abbiamo invertito la tendenza. Se nel 2014 l’ammontare complessivo degli investimenti era stato di 256,7 miliardi, nel 2015 è salito a 258,8 (+ 0,8 per cento).

Le imprese sono il settore istituzionale che in misura superiore agli altri ha ‘tagliato’ di più. Sempre nel periodo tra il 2007 e il 2015, la contrazione in termini reali degli investimenti è stata del 31,5 per cento. Seguono le amministrazioni pubbliche (-28,2 per cento), le famiglie consumatrici (-27,5 per cento) e le società finanziarie (-3,5 per cento). L’Ufficio studi della CGIA ricorda che, posto pari a 100 il totale degli investimenti nominali presenti in Italia nel 2015, il 60 per cento circa era riconducibile alle imprese e un altro 25 per cento circa alle famiglie consumatrici” .

(Fonte: www.cgiamestre.com, “Investimenti crollati di 110 miliardi”, 20 agosto 2016).

 

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare