Massimo storico nel consumo di surgelati nel 2022, il fatturato arriva a 5,3 miliardi di euro

La strategia legata alla razionalizzazione della spesa alimentare messa in atto dagli italiani nell’ultimo anno per far fronte all’inflazione ha premiato il comparto dei prodotti surgelati, che ha registrato così un nuovo massimo storico: nel 2022, i consumi hanno sfiorato il milione di tonnellate, raggiungendo quota 990.713, crescendo a volume del +1,2%, in controtendenza rispetto all’alimentare in generale (-4,4%). Il consumo pro capite ha registrato un nuovo record, con 16,8 kg di media di surgelati consumati a persona, contro i 16,6 del 2021. Determinante nella crescita il fuori casa che ha segnato un +17,1%, tornando protagonista dei consumi nel comparto frozen. A crescere è anche il fatturato del comparto surgelati (+9%), arrivato a 5,3 miliardi di euro.

“In uno scenario alimentare caratterizzato da non poche criticità, gli alimenti surgelati si confermano parte integrante delle scelte alimentari degli italiani”, afferma Giorgio Donegani, Presidente dell’Istituto Italiano Alimenti Surgelati. “Dopo il biennio pandemico e dei lockdown (2020-2021), che aveva portato a un boom dei consumi domestici di surgelati (+14% nel 2021 rispetto al 2019) e a un calo del fuori casa (-24% nello stesso periodo), il post-pandemia mostra un sostanziale riequilibrio dei pesi tra consumi domestici e fuori-casa di surgelati”.

Surgelati, valore di mercato a quota 5,3 miliardi di euro
Il 2022 sarà ricordato come l’anno della ripresa dei consumi del fuori casa di alimenti surgelati (+17,1% a volume), arrivati a quota 281.000 tonnellate. Un dato che compensa ampiamente la leggera diminuzione del retail (-2,5%, con 626.947 tonnellate) e quelle percentualmente più significative del door to door (-14,4%, con 72.766 tonnellate) e dell’e-commerce ( -9,1%, con 10.000 tonnellate). Il risultato finale è un saldo complessivo delle vendite a volume degli alimenti surgelati pari al +1,2%, in controtendenza rispetto all’andamento dei consumi alimentari in generale (-4,4%). “Nel 2022, in Italia, i consumi alimentari in generale sono diminuiti e ad essere più penalizzate sono state le famiglie più giovani e con figli piccoli, che hanno ridotto la spesa alimentare domestica del -3,6%”, ricorda Donegani.

Trend consumi: in cima alle preferenze degli italiani si confermano vegetali, ittici e patate
A confermare la propria leadership per volumi consumati nel retail, pur con una lieve diminuzione rispetto al 2021 (-1,2%), sono i vegetali, con oltre 208.000 tonnellate. Vegetali naturali (58.350 tonnellate / + 1,6%), piselli (49.400), zuppe e minestroni (48.700) e spinaci (32.700) risultano le merceologie più consumate. Apprezzati per la capacità di soddisfare la richiesta di benessere e di elevati contenuti nutrizionali, che da sempre accompagna il segmento. Da sottolineare le performance positive delle verdure miste (+3,7%), che hanno superato la soglia delle 10.000 tonnellate.

I prodotti ittici hanno sfiorato le 94.000 tonnellate consumate, tra preparato panato (quasi 34.000 tonnellate) e pesce naturale (60.000), con una diminuzione del -7,8% rispetto alle oltre 102.000 tonnellate del 2021. In termini percentuali, il calo – in linea con l’andamento delle vendite a volume del pesce fresco – ha riguardato soprattutto i preparati panati (-8,5%), i filetti e i crostacei (-8,2%); in controtendenza, invece, l’andamento del pesce misto (+1%) e di quello intero (+3,7%).

Amate per il gusto e per la praticità di preparazione, le patate surgelate si confermano sul podio delle preferenze degli italiani, totalizzando nel 2022 consumi per oltre 99.000 tonnellate, in linea con il 2021. Da segnalare, all’interno del segmento, la performance positiva (+3,6%) dei formati diversi dallo stick, che rimane comunque il prodotto più venduto (89.000 tonnellate). I consumi di pizze surgelate hanno superato le 66.000 tonnellate, con una diminuzione del -7% rispetto al 2021 e un trend analogo per i vari formati: pizze rotonde ( 47.400 tonnellate), XL ( 9.000 tonnellate), small (4.600 tonnellate.).

Con quasi 65.000 tonnellate, i piatti pronti hanno registrato nel 2022 una sostanziale stabilità, registrando un risultato coerente con l’anno precedente. I risultati più lusinghieri sono stati ottenuti dai primi piatti (+2,5%) e dai contorni ricettati (+3,3%). In un anno di crescente attenzione ai prezzi e al carovita, i piatti pronti hanno continuato ad essere premiati dal consumatore per la loro straordinaria componente di servizio, unita alla capacità di coniugarsi al meglio con la migliore tradizione gastronomica italiana e mediterranea. Analogo il discorso – e il successo – relativo ai vegetali preparati surgelati, che hanno aumentato i consumi del +3,4% rispetto al 2021, superando le 21.000 tonnellate. Performance positive anche per le specialità salate, che hanno totalizzato una crescita del +2%, superando le 29.000 tonnellate. A testimonianza del consolidarsi fra gli italiani, anche con la fine della pandemia, della pratica dell’aperitivo “fatto in casa”, che aveva connotato i periodi del lockdown.