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Ferrero innova (sul sicuro) nel frozen bakery con Nutella Crêpe

Il suo obiettivo è ambizioso: presidiare più momenti di consumo – dalla colazione alla merenda, all’after lunch & dinner – e colpire un target trasversale, con focus sui giovani adulti. Però, quando si appartiene a un marchio che ha fatto la storia del largo consumo a livello internazionale, essere ambiziosi è la normalità. Nutella Crêpe è uno dei prodotti in rampa di lancio in casa Ferrero e dalla sua ha un vantaggio non da poco: il connubio tra la crêpe e la crema spalmabile più famosa al mondo è già ampiamente affermato nei desideri dei consumatori, tanto che la ricetta occupa il terzo posto tra quelle più richieste nel canale fuori casa. Una popolarità dimostrata anche dall’essere un top hashtag su TikTok.

LE MODALITÀ DI PREPARAZIONE
Al fine di esaltare il ripieno di Nutella, che rappresenta il 34% del prodotto, e l’aroma di burro tostato, Nutella Crêpe si caratterizza per essere una crêpe supersottile. Più che di un prodotto pronto da consumare, Ferrero lo definisce un prodotto pronto da scaldare: può essere preparato in una padella antiaderente in soli 2-3 minuti, nel forno a microonde in 30 secondi o nella friggitrice ad aria in 3-5 minuti.

UN POWER BRAND GLOBALE
Ferrero sottolinea che negli ultimi dieci anni Nutella ha confermato il proprio spirito di innovazione, evolvendosi da Love brand a Power brand globale: dapprima Nutella & Go!, poi Nutella B-Ready, che offre l’opportunità di consumare pane e Nutella on the go, passando per Nutella Biscuits, il cui lancio è riconosciuto come il più importante della storia largo consumo, fino agli ultimi nati, Nutella Muffin, Nutella Croissant e Nutella Donut nel frozen e fresh bakery.
L’elenco continua con il gelato Nutella Ice Cream e con la Plante-Based, la versione con ingredienti di origine vegetale. Tale percorso ha dimostrato la capacità di Nutella di trasformarsi e di rispondere ai nuovi trend di consumo, talvolta anticipandoli.

L’IMPATTO SUL MERCATO DEI DOLCI SURGELATI
L’azienda di Alba ricorda che nel segmento del frozen bakery i lanci del Croissant e del Muffin hanno contribuito a ridefinire i confini del segmento di mercato dei surgelati dolci dedicati alla prima colazione, che oggi vale oltre 37 milioni di euro. Un impatto confermato da un dato: nel 2024 i soli Nutella Croissant e Nutella Muffin hanno quasi raddoppiato il mercato dei prodotti dolci surgelati.

Surgelati, il consumo pro capite annuo sale a 17,5 kg

Cresce il mercato dei surgelati in Italia e il dato è ancora più significativo alla luce della diminuzione del totale degli acquisti alimentari (-1% a volume nel 2024). Lo scorso anno sono state consumate oltre 1 milione di tonnellate di prodotti surgelati (1.030.323), con un incremento del +2,3% rispetto al 2023 e un consumo pro capite annuo di 17,5 kg, che supera il record di 17,2 kg messo a segno nei 12 mesi precedenti. Nel retail la tendenza è proseguita nel primo semestre del 2025: +1,8% a volume rispetto all’analogo periodo precedente. La ripartizione tra i diversi canali ha confermato al primo posto proprio il settore retail con 652.643 tonnellate nel 2024 (+3,1% vs.2023), seguito dal fuoricasa, che ha registrato consumi stimati – con l’aggiunta del door to door – a quota 377.680 tonnellate (stabile rispetto al 2023, con +0,1%).
I numeri provengono dal “Rapporto annuale sui consumi dei prodotti surgelati”, realizzato da IIAS – Istituto Italiano Alimenti Surgelati. “Il 2024 ha confermato l’apprezzamento verso un comparto che oggi è emblema non solo di praticità d’uso – afferma Giorgio Donegani, Presidente di IIAS – ma anche di sicurezza, qualità, bontà, convenienza economica e valenza antispreco. La somma di questi elementi ha favorito l’aumento complessivo del consumo di frozen food, che ha oltrepassato per il secondo anno consecutivo la soglia del milione di tonnellate, un vero record per il nostro Paese. Un impulso significativo è arrivato dai consumi domestici, destinati a crescere nell’anno in corso, come testimoniano le rilevazioni condotte sul primo semestre 2025. Un andamento positivo che riguarda tutte le merceologie, tra le quali spiccano l’ittico, le pizze, i preparati vegetali e i surgelati senza glutine”.

UN MERCATO DA 5,7 MILIARDI DI EURO
A valore nel 2024 il mercato ha sfiorato i 5,7 miliardi di euro (+1,8 % vs. il 2023), con il canale retail arrivato a 3 miliardi e 858 milioni di euro, circa il doppio del fatturato del fuoricasa, stimato in 1 miliardo e 835 milioni di euro. “Riteniamo doveroso – continua Donegani (nella foto a sinistra) – richiamare l’attenzione del legislatore italiano su due punti, che potrebbero dare nuovo impulso alla crescita del comparto fuori dalle mura domestiche. Il primo è relativo ai cosiddetti Criteri Ambientali Minimi (CAM), che stabiliscono i criteri sostenibili che gli alimenti devono soddisfare per poter essere acquistati dalle società che gestiscono gli appalti per la ristorazione pubblica collettiva. Questi criteri oggi risultano limitanti nei confronti degli alimenti surgelati, rispetto ai passi in avanti effettuati dal settore in termini di sostenibilità e alle loro valenze anti-spreco.
Il secondo punto citato da Donegani è la richiesta di eliminazione dell’obbligo di indicare con un asterisco la presenza di prodotti surgelati nei menu della ristorazione, definito anacronistico, penalizzante e non più rispondente “alle esigenze di una ristorazione moderna, che ha assoluto bisogno di utilizzare il prodotto surgelato per garantire sicurezza, qualità e ridurre gli sprechi”. La questione è però complessa, perché non attiene solo alla qualità del prodotto surgelato, ma al diritto del consumatore ad avere un’informazione completa e trasparente.

VEGETALI LEADER A VOLUME
Analizzando i consumi nelle singole categorie merceologiche, al primo posto restano stabili i vegetali, leader a volume nel retail con oltre 300.000 tonnellate (+1,9% rispetto al 2023). Al secondo posto tra le preferenze degli italiani troviamo le patate, che con circa 100.000 tonnellate si confermano un prodotto apprezzato tanto per il gusto quanto per la praticità di preparazione. Terzo classificato il prodotto ittico che, nelle sue varianti al naturale e panato/preparato, tocca le 97.000 tonnellate: il pesce naturale (circa 62.400 tonnellate) ha registrato una delle performance più dinamiche del mercato surgelati, superata però da quella del pesce preparato/panato, attestatosi sulle 35.000 tonnellate circa, in aumento del +7% rispetto al 2023. A seguire, le pizze, che hanno sfiorato le 70.000 tonnellate, con circa +3% rispetto al 2023. Si è trattato di un rimbalzo, dopo la diminuzione dell’anno precedente, che ha premiato gli sforzi di innovazione portati avanti dalle aziende per introdurre nuovi formati e ingredienti in linea con le moderne esigenze di consumo.

BENE I PIATTI PRONTI E LE SPECIALITÀ SALATE
Scorrendo la classifica, troviamo i piatti pronti surgelati con oltre 66.000 tonnellate, in tendenza positiva sul 2023 grazie – secondo l’IIAS – all’alta qualità degli ingredienti, a gamme sempre più ampie di ricettazioni sia tradizionali sia innovative, alla velocità di preparazione e all’attenzione all’equilibrio nutrizionale. In ripresa rispetto agli andamenti stabili o lievemente flettenti degli anni precedenti sono le specialità salate (pancake e altri prodotti), accreditate di circa 30.000 tonnellate. Da segnalare, infine, la performance positiva del segmento dei surgelati senza glutine, con circa 9.000 tonnellate. Pur trattandosi di un consumo di nicchia, la crescita costante della domanda di questi prodotti indica la capacità del comparto di rispondere alle esigenze salutistiche.
Come dimostrano i dati del nostro Annual Report – conclude Donegani (nella foto a destra) – sono molteplici e diverse le ragioni alla base dell’aumento del consenso rispetto agli alimenti surgelati. Quest’anno abbiamo voluto valorizzarne meglio una in particolare, ovvero la forte valenza antispreco, mettendo a punto un’indagine inedita con l’Osservatorio Internazionale Waste Watcher (condotta su un campione di 1.000 italiani, età 18-70 anni, rappresentativo della popolazione italiana, secondo le variabili Istat di genere, età, area geografica, ndr). Abbiamo potuto così dimostrare che dei 667,4 g di cibo che ogni italiano getta via ogni settimana, solo 14,9 g, appena il 2,2%, sono prodotti surgelati. Inoltre, all’aumento dei consumi di frozen food avvenuto negli ultimi anni, non è corrisposto un analogo aumento del loro spreco, che, dal 2021 al 2025, è rimasto stabile e di poco superiore al 2%, a conferma delle preziose virtù intrinseche salva-spreco di questi alimenti”.

Surgelati protagonisti nella lotta allo spreco alimentare

Il problema è noto, ma ancora lontano dal trovare una soluzione. Anzi, secondo uno studio dell’Osservatorio internazionale Waste Watcher-Campagna Spreco Zero, condotto per l’Istituto Italiano Alimenti Surgelati (IIAS), è in deciso peggioramento, a dispetto delle iniziative per sensibilizzare i consumatori. In Italia ogni settimana gettiamo, in media, 667,4 grammi di cibo pro capite, con una crescita del +17,9% rispetto allo scorso anno (a gennaio 2024, erano 566,3 g). In cinque anni il quantitativo di prodotti alimentari buttati via sarebbe cresciuto di quasi 140 g settimanali, posizionando l’Italia al pari della maggior parte dei paesi europei. In questo quadro non proprio confortante, risalta la ridotta quantità di alimenti surgelati gettati: 14,9 g sul totale pro capite settimanale, il 2,23% rispetto allo spreco individuale complessivo. L’indagine ha coinvolto lo scorso aprile un campione di 1.000 intervistati dai 18 anni in su, rappresentativo della popolazione italiana. “Lo spreco alimentare – dichiara Andrea Segrè, Direttore Scientifico dell’Osservatorio internazionale Waste Watcher – non deve essere letto esclusivamente come un comportamento individuale scorretto. Piuttosto è un indicatore di fragilità socio-culturale e di marginalità educativa e se vogliamo contrastarlo in modo sistemico, è necessario rafforzare le politiche di educazione alimentare, prestare maggiore attenzione alle informazioni in etichetta, ma anche promuovere l’accesso a elettrodomestici efficienti e soluzioni smart per la gestione del cibo in casa, affinché le famiglie italiane possano trasformare i loro freezer in ‘centri di riserva alimentare’ intelligenti e sostenibili. La nostra indagine, infatti, ha rivelato chiaramente che i surgelati sono un valido alleato contro lo spreco”.

I PIÙ SPRECATI? FRUTTA, VERDURA E PANE
Frutta e verdura fresche, insalate, pane, cipolla, aglio e tuberi, latte e yogurt occupano i primi posti in classifica tra i cibi più sprecati, con picchi di 26,82 g e 23,89 g settimanali rispettivamente per frutta e verdure fresche. Nella top 10 dei meno sprecati, invece, trovano posto i surgelati, che con i già citati 14,9 g gettati via a settimana, registrano uno spreco inferiore del -37,6% rispetto a quello delle verdure fresche e del -17,4% rispetto a verdura e frutta non fresche (in vasetto o in barattolo). L’indagine WWI ha mostrato, inoltre, differenze molto significative su base geografica. I consumatori del Nord Italia si distinguono per comportamenti più responsabili, con soli 12,5 g di surgelati sprecati a settimana, (-16% rispetto alla media nazionale). Le abitudini alimentari variano anche in base alla composizione familiare e al livello socioeconomico. Le famiglie con figli sprecano l’11% in meno di surgelati rispetto alla media e il ceto medio e medio-basso dimostrano maggiore attenzione, con percentuali che oscillano tra -7% e -8% vs. la media nazionale. Analoga sensibilità si riscontra in chi vive in piccoli centri, sprecando un 8% in meno di surgelati rispetto alla media o in chi abita in grandi città (-5%).
Premesso che oltre 1 intervistato su 3 (34%) dichiara di non gettare mai via surgelati, tra le ragioni per cui anche questi prodotti finiscono in pattumiera ci sono principalmente fattori organizzativi, logistici o imprevedibili: la dimenticanza delle scadenze (22%), la cattiva conservazione (21%) la mancanza di spazio nel freezer/una cattiva organizzazione domestica (20%) e le interruzioni della catena del freddo (16%). Non si tratta, quindi, di motivi legati alla deperibilità del prodotto ma, piuttosto, a una gestione poco efficiente della sua conservazione. Quanto alla frequenza di spreco, circa 1 su 10 (14%) si trova a buttar via surgelati ogni 3-4 mesi, a fronte di un 59% che li spreca molto meno spesso.

L’IDENTIKIT DEI CONSUMATORI
La ricerca WWI ha individuato quattro principali tipologie di consumatori, classificandoli in base ai comportamenti legati allo spreco di prodotti surgelati. Eccoli di seguito.
Distratti Organizzati (16,6% del campione): sono prevalentemente giovani coppie under 35, che vivono al Sud, spesso con figli e laureati. La loro gestione poco attenta del freezer e la scarsa consapevolezza delle scadenze causano sprechi leggermente superiori alla media.
Custodi del Freezer (34,1%): sono per lo più over 60, vivono principalmente al Nord, sono single o in coppia, ma senza figli. Sono i più virtuosi: il loro rapporto con il cibo è fatto di rigore e attenzione e lo spreco, per loro, è quasi un’eccezione.
Congelatori Cronici (36,3%): adulti tra i 35 e i 54 anni, spesso con figli e un buon livello di istruzione. Conservano tutto, a lungo. Anche troppo. Il loro spreco non è eclatante, ma diffuso e costante, frutto di dimenticanze e scarsa programmazione. Sono “campioni” della scorta eterna, che però rischia spesso di trasformarsi in scarto.
Spreconi Inconsapevoli (13%): sono giovani, spesso con basso livello di istruzione, appartenenti a fasce sociali fragili. Consumano tanto, ma buttano ancora di più, spesso consapevoli dei propri errori ma privi della volontà e degli strumenti per migliorare.

LA CONVENIENZA ECONOMICA DEL SOTTOZERO
C’è poi l’aspetto economico: un’indagine condotta da AstraRicerche per IIAS ad aprile dello scorso anno ha calcolato l’effettivo “value for money” dei prodotti sottozero rispetto agli analoghi freschi, prendendo in esame cinque frozen food rappresentativi delle principali categorie del comparto (fagiolini, patate fritte, filetti di merluzzo, paella). I dati mostrano che i filetti di merluzzo freschi “costano” il 49% in più dei surgelati, percentuale che tocca il 60% se si considera anche il valore dello spreco alimentare. Analogamente, i fagiolini – che nella versione fresca, necessitano di essere puliti e tagliati alle estremità – superano del 53% il “valore economico” del surgelato e per preparazioni più complesse, come la paella di pesce e verdure, la convenienza del surgelato è inequivocabile: il fresco costa il 246% in più del surgelato.

“ANACRONISTICO INDICARE GLI INGREDIENTI SURGELATI NEI MENU”
I surgelati non sono solo pratici: sono una scelta intelligente, moderna e sostenibile – afferma Giorgio Donegani, Presidente di IIAS –. Dal punto di vista ambientale il loro vantaggio è doppio: meno sprechi alimentari, ma anche minore impatto energetico. I prodotti sono infatti già lavati e questo riduce il consumo domestico di acqua, e i tempi di cottura più brevi consentono un minore dispendio energetico. La loro lunga conservabilità fa inoltre sì che il prodotto non deperisca prima del consumo. Grazie alla loro forte valenza antispreco, i surgelati rappresentano una risorsa importante per ridurre e contrastare gli sprechi alimentari non solo a livello domestico, ma anche di ristorazione. Parlando di ristorazione pubblica, questi dati dovrebbero far riflettere anche sull’opportunità di rivedere i limiti attualmente imposti alle forniture di prodotti surgelati nei contratti di appalto per la ristorazione collettiva (Decreto 10 marzo 2020 sui Criteri Ambientali Minimi). Ma non solo. Sarebbe anche sensato ridiscutere dell’opportunità di continuare a richiedere la presenza dell’asterisco all’interno dei menu della ristorazione per indicare l’uso di ingredienti surgelati: un obbligo anacronistico, su cui sarebbe auspicabile che il legislatore italiano facesse chiarezza, al fine di superare questa datata prassi che origina dalla giurisprudenza”.

Surgelati, acquisti domestici saliti dell’1,3% nel 2024

Il 2024 è stato un anno di conferme per i prodotti surgelati nel canale retail. I consumi domestici hanno raggiunto quota 652.643 mila tonnellate (vs. le 645.000 registrate nel 2023). Il mercato è aumentato a un ritmo senza precedenti negli anni della pandemia, per poi stabilizzarsi su livelli elevati. In termini percentuali, i dati relativi al canale retail raccontano un incremento a volume del comparto frozen del +1,3% rispetto al 2023. Secondo l’Istituto Italiano Alimenti Surgelati, questa nuova spinta positiva plausibilmente sarà confermata dalla contemporanea crescita nei consumi fuori dalle mura domestiche, per i quali i dati saranno disponibili in estate. “L’aumento segnato nel retail nel 2024, un canale che da solo rappresenta i due terzi dei consumi complessivi, evidenzia un apprezzamento costante per le qualità intrinseche in questi prodotti: praticità, disponibilità, ampiezza e varietà dell’offerta, valenze anti-spreco, gusto, elevati contenuti nutrizionali e, non ultimo, convenienza” afferma Giorgio Donegani, Presidente IIAS.

VEGETALI, PATATE E PRODOTTI ITTICI SUL PODIO
Ma quali sono state nel 2024 le categorie merceologiche surgelate più acquistate dai consumatori italiani? I vegetali si confermano al primo posto: con 220.497 tonnellate consumate nel 2024 (rispetto alle 215.695 del 2023), sono cresciuti del +2,2%, dimostrandosi un valido alleato di chi guarda al benessere e a elevati contenuti nutrizionali. Seguono, con 107.207 tonnellate, le patate che, pur mantenendo la posizione sul podio, registrano invece una lieve decrescita (-3,1%) rispetto all’anno precedente, in cui i consumi avevano registrato cifre record, raggiungendo quota 110.532 tonnellate. Un’oscillazione giudicata fisiologica dall’IIAS, tenendo conto che la stessa categoria ha segnato un incremento del 31,7% rispetto al 2019. Al terzo posto si classifica il pesce surgelato (naturale e panato), che con 95.955 tonnellate registra un incremento del +3,9% rispetto alle 92.372 tonnellate del 2023. I prodotti ittici frozen continuano nel loro percorso di accreditamento presso i consumatori italiani, che secondo l’IIAS li apprezzano in quanto sicuri, salutari, nutrienti, sempre disponibili, facili da preparare, convenienti e ‘trasparenti’, grazie alla completezza delle informazioni presenti sulle etichette delle confezioni.

LA CONVENIENZA SPINGE IL COMPARTO PIZZE
Da evidenziare, nel 2024, la crescita del comparto delle pizze surgelate, che registra l’aumento più significativo in termini percentuali: +3,7%, per un consumo pari a 65.688 tonnellate. Una crescita giustificata anche dalla convenienza economica: secondo una recente indagine condotta da AstraRicerche per IIAS, la pizza surgelata risulta nettamente più conveniente rispetto al delivery (per il quale, invece, si spendono mediamente 7,18 euro a pizza: più del doppio). Anche i piatti pronti surgelati e le specialità salate mostrano un trend in crescita nei consumi domestici, rispettivamente del +0,5% e +2,4% sul 2023, per un consumo pari a 66.306 e 31.367 tonnellate.

Secondo i dati di una recente indagine condotta per IIAS da AstraRicerche – avverte Donegani – quasi 4 italiani su 10 hanno aumentato, negli ultimi 5 anni, l’acquisto di surgelati, tanto che il 99% ha dichiarato di esserne consumatore e più di 1 italiano su 2 di mettere abitualmente in tavola questi prodotti. Un’ulteriore indagine ha calcolato anche il ‘value for money’ di 5 diversi alimenti surgelati, mettendolo a confronto con quello dei 5 alimenti freschi equivalenti. Il risultato ha evidenziato che 4 volte su 5 i surgelati fanno risparmiare. A tutto ciò si aggiunge la rinnovata percezione dei surgelati in termini di gusto, qualità, freschezza e consistenza: per quasi due terzi degli intervistati, è superiore a quella degli alimenti freschi. Una ulteriore conferma dell’apprezzamento quotidiano da parte degli italiani dell’impegno messo in campo dalle aziende produttrici per soddisfare le esigenze di benessere, gusto e convenienza dei consumatori”.

Cresce il trasporto refrigerato di prodotti alimentari in previsione delle festività

Nelle due settimane che precedono il Natale, il noleggio a breve e medio termine di veicoli per il trasporto refrigerato di cibi, vini e spumanti è aumentato del 15% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A dirlo è Innovazione Noleggio, azienda attiva nel noleggio di veicoli commerciali refrigerati in Italia, sulla base delle prenotazioni gestite nel mese di dicembre.

Ad oggi il 45% della flotta a disposizione – esclusi i veicoli impegnati a lungo termine – è in servizio per rispondere all’intensa domanda natalizia. La maggior parte delle richieste proviene da aziende del settore alimentare, soprattutto piccole e medie imprese. I mezzi refrigerati vengono utilizzati per il trasporto di alimenti freschi e surgelati come pesce, carne, frutta, verdura, gastronomia, latticini, pasticceria e surgelati. Prodotti che hanno bisogno di una catena del freddo ferrea e senza interruzioni che possono essere garantite solo da veicoli isotermici.

Il trend positivo nei noleggi riflette un generale aumento dei consumi da parte delle famiglie italiane, nonostante il recente aumento dei prezzi dei beni alimentari rilevato dall’Istat (+2,3% su base tendenziale). Secondo un sondaggio del Centro Studi di Unimpresa su un campione di 4.500 famiglie, il budget medio per la tradizionale cena di Natale si attesta quest’anno a 150 euro, con un incremento del 3,5% rispetto al 2023. Questo dato evidenzia una maggiore propensione alla spesa, confermata anche dall’Annual Holiday Shopping Survey 2024 di Accenture, secondo cui il 32% degli italiani ha intenzione di aumentare il proprio budget per le festività, contro l’89% che l’anno scorso aveva dichiarato di non volerlo fare.

Secondo Innovazione Noleggio, i veicoli refrigerati impegnati in questo periodo festivo non trasporteranno solo prodotti alimentari: c’è infatti un 8% dei veicoli impiegato per il trasporto di fiori e piante, tra cui stelle di Natale, vischio, agrifoglio e ciclamini, a conferma della tradizione italiana di regalare e decorare la casa con piante durante le festività. A livello geografico, i noleggi si concentrano principalmente nel Centro Italia (Lazio, Umbria e Toscana) e nel Nord-Est (Emilia Romagna e Veneto).

Italiani e surgelati: IIAS stila un vademecum per accrescere le conoscenze

Gli italiani amano i prodotti surgelati: 9 su 10 li consumano abitualmente e, secondo un’indagine AstraRicerche per IIAS – Istituto Italiano Alimenti Surgelati, negli ultimi cinque anni, oltre 4 connazionali su 10 (39,3%) ne hanno aumentato il consumo, in particolare uomini (43%), giovani (Gen Z 50%, Millennials 45%) e famiglie con bambini (48%). Pratici, sicuri, anti-spreco e sempre a portata di mano, i surgelati sono cresciuti non solo in popolarità ma anche in termini di conoscenza e consapevolezza da parte dei consumatori, che li portano a tavola sempre più spesso, riconoscendone il valore. Ma cosa sanno gli italiani e cosa invece ancora ignorano di questi prodotti entrati ormai a pieno titolo nelle nostre abitudini alimentari quotidiane? IIAS ha indagato e ha sviluppato un vademecum con alcune informazioni utili per scoprire “cosa c’è dietro a un surgelato”.

“Gli italiani hanno dimostrato un apprezzamento sempre crescente per gli alimenti surgelati, che scelgono e conoscono bene. Li prediligono per il gusto, come dimostra oltre la metà dei consumatori che dichiara di sceglierli per bontà, consistenza e percezione di freschezza. Li acquistano anche per la loro convenienza economica, perché, se si considera il costo totale – tra prezzo del prodotto, tempi e costi di preparazione e valore del cibo sprecato – i surgelati consentono un risparmio notevole ma, nonostante siano sempre più presenti nei nostri freezer, ci sono ancora aspetti dei surgelati che i consumatori conoscono meno e su cui invece possiamo fare corretta informazione” spiega Giorgio Donegani, Presidente IIAS.

Surgelati: quanto ne sanno gli italiani? Molto, ma non tutto…
La survey IIAS-AstraRicerche ci conferma che amiamo i surgelati e abbiamo imparato a conoscerli bene. Ad esempio, il 68,4% dei nostri connazionali sa che “congelato” e “surgelato” non sono sinonimi e il 64,5% del campione dimostra di sapere che non è possibile surgelare in casa, perché la surgelazione è una tecnica applicabile solo a livello industriale. Dall’altro lato però, solo poco più 3 italiani su 10 (31%) sanno che non è possibile acquistare prodotti surgelati sfusi, perché, per legge, devono sempre essere preconfezionati, al fine di garantire la maggiore sicurezza, o non sa che le verdure surgelate conservano per lungo tempo le stesse proprietà nutrizionali delle fresche (poco più di 1 consumatore su 2) o ancora ignora che i surgelati non contengono conservanti (59,9%), poiché la loro lunga durata è garantita esclusivamente dal freddo.

Sulle curiosità del comparto, i giovani sono i più preparati: il 45% degli italiani, soprattutto Gen Z e Millennials, conosce il trattamento di scottatura prima della surgelazione, che esalta il colore dei prodotti e si chiama blanching. Per quanto riguarda, invece, le giuste tecniche di scongelamento, solo 4 italiani su 10 sanno che il metodo più corretto consiste nel togliere il prodotto dal freezer e riporlo in frigorifero per qualche ora; mentre solo il 15% – in particolare i più giovani – sa che un prodotto surgelato, una volta scongelato può essere ricongelato a livello domestico, solo a patto che venga prima cotto.

“Chi sceglie i surgelati sa tutto o quasi di loro. Oltre alle campagne di informazione, ad aiutare i consumatori a compiere scelte sempre più consapevoli ci pensano le etichette dei nostri prodotti. Circa 8 intervistati su 10 ci hanno detto di controllare scrupolosamente le indicazioni relative a tempi e modalità di cottura dei prodotti surgelati. Anche questo è un chiaro segnale di quanto sia cresciuta l’attenzione verso la qualità e la sicurezza alimentare. Inoltre, l’86,4% di chi consulta le etichette conferma di impegnarsi a seguire fedelmente le indicazioni riportate, segnale di una maggiore consapevolezza verso gli alimenti che si mettono nel carrello”, continua Donegani.

Il vademecum sui surgelati
#1 “Congelato” e “surgelato” non sono la stessa cosa. I cibi congelati sono portati lentamente a temperature tra i -7°C e i -12°C (che per il pesce e la carne arrivano a -18°C) e conservati a temperature tra i -10°C e i -30°C. La lentezza del processo di congelamento comporta la formazione di cristalli d’acqua di dimensioni elevate, che al momento dello scongelamento, determinano la rottura delle pareti cellulari, con parziale perdita dei valori nutritivi e organolettici dell’alimento. I surgelati, invece, subiscono un raffreddamento ultrarapido ed efficiente, in cui i cibi raggiungono in brevissimo tempo i -18°C. Proprio la rapidità della surgelazione determina la formazione di micro-cristalli di acqua che non danneggiano la struttura biologica degli alimenti, lasciando pressoché intatti i contenuti naturali dell’alimento e le sue qualità nutrizionali.

#2 A casa non si può “surgelare”. La surgelazione è un processo tecnologicamente avanzato, applicabile solo dalle industrie. A livello domestico è possibile solo congelare, ma le qualità organolettiche e nutrizionali di un cibo congelato sono inferiori rispetto a quelle dei surgelati, che invece conservano a pieno le caratteristiche originali, la struttura e il sapore dell’alimento fresco.

#3 Scongelare un prodotto surgelato a temperatura ambiente è sconsigliato. Il modo migliore per farlo è metterlo direttamente in pentola/padella/forno o qualche ora in frigorifero, oppure se si ha fretta imbustato sotto l’acqua corrente. È sconsigliato, invece, lo scongelamento con acqua calda e quello a temperatura ambiente, per evitare lunghe soste del prodotto surgelato a una temperatura non controllata.

#4 I surgelati non contengono conservanti. In un prodotto surgelato, per Legge, non si può aggiungere alcun conservante allo scopo di prolungarne la vita. Il processo di surgelazione è sufficiente per produrre alimenti sicuri. È sempre il freddo che garantisce poi la lunga durata dei prodotti surgelati. Parlando di additivi aggiunti, altra fake news riguarda la credenza per la quale le verdure surgelate avrebbero un colore brillante perché piene di coloranti. Invece questo avviene perché, prima della surgelazione, gli ortaggi vengono sottoposti ad un adeguato trattamento termico (blanching) necessario per disattivare gli enzimi che ne potrebbero causare il deterioramento ed è così che si fissa il colore naturale, che risulta ancora più brillante.

#5 Verdure e pesce surgelato sono analoghi ai freschi in termini di valore nutritivo. Le verdure surgelate conservano al meglio non solo le caratteristiche organolettiche e nutrizionali (vitamine, proteine e carboidrati), ma anche la stessa struttura e il sapore dei prodotti “freschi” originali, fino alla data di scadenza. Anche le proprietà nutrizionali del pesce surgelato sono analoghe a quelle del fresco, entrambi fonte naturale di macronutrienti (tra cui proteine nobili e acidi grassi omega-3), ma anche ricchi di micronutrienti come vitamine (A e D) e sali minerali (iodio e selenio).

Sostenibilità: FRoSTA lancia la nuova Paper Bag approvata da Legambiente

FRoSTA immette sul mercato la nuova Paper Bag, la busta per i surgelati composta al 90% di carta. Con la nuova Paper Bag l’azienda è riuscita a ridurre di un ulteriore 67% la quantità di plastica rispetto alla confezione precedente. Un risultato finora unico sul fronte dei surgelati in busta: per questo progetto, frutto di anni di ricerca e sviluppo, FRoSTA ha ricevuto l’approvazione di Legambiente che ha apposto il proprio logo sulle sue nuove confezioni con la dicitura “Prodotto consigliato da Legambiente”, inserendo il dettaglio nella sezione del sito dedicata come unico prodotto Food.

La nuova Paper Bag FRoSTA permette di abbattere l’impatto ambientale in modo drastico, la CO2 footprint ridotta del 65% rispetto alle confezioni fatte totalmente di plastica presenti oggi sul mercato del surgelato. Se per ogni 100 grammi di materiale, l’imballo in plastica tradizionale ha emissioni di CO2 intorno ai 285.89 grammi, l’attuale Paper Bag ne ha solo di 99.54. Inoltre la carta utilizzata nelle confezioni FRoSTA è come sempre certificata FSC, ente che supporta la gestione forestale responsabile e gli inchiostri sono totalmente a base di acqua. Tutto questo ha permesso di migliorare la classe di riciclabilità della confezione passando da C a B, come da standard ufficiale approvato da Aticelca, il sistema di valutazione ufficiale di riciclabilità della carta in Italia. Al momento sono cinque i prodotti FRoSTA a utilizzare per primi il nuovo imballaggio da settembre 2024, ma in modo graduale il passaggio riguarderà tutto l’assortimento FRoSTA coinvolgendo circa 40 prodotti.

Da anni, l’impegno di FRoSTA non è solo rivolto a produrre cibo gustoso e naturale, ma si concretizza in azioni di sensibilizzazione che vedono l’azienda al fianco di Legambiente da ormai cinque anni per la sostenibilità ambientale. In occasione della Giornata Nazionale dell’Albero, che si celebrerà il prossimo 21 novembre, FRoSTA rinnova il suo impegno per l’ambiente unendosi a Legambiente in attività concrete di riqualificazione del territorio e durante due appuntamenti di sensibilizzazione, in giro per l’Italia, presenterà la nuova Paper Bag. “Si tratta di un’ulteriore tappa di una collaborazione ormai consolidata tra le due realtà, Legambiente e FRoSTA, diverse ma complementari, che da anni si supportano e lavorano insieme per cercare di pensare e realizzare opere concrete per la salvaguardia dell’ambiente, supportandosi a vicenda. Impegno concreto sottolineato proprio da momenti come questi che ci vedono ancora una volta fianco a fianco sul territorio. La nostra ambizione come FRoSTA è diventare di esempio per altre realtà industriali come la nostra, perché per avere un impatto significativo serve essere sicuramente concreti, ma soprattutto uniti e numerosi. Questo è sicuramente uno dei principali obiettivi che condividiamo con gli amici di Legambiente” sottolinea Gianluca Mastrocola, AD FRoSTA Italia.

“Siamo molto felici di poter lavorare ancora una volta insieme a FRoSTA, un’azienda che crede fermamente nella sostenibilità e nella necessità di fare squadra per il bene del Pianeta e delle comunità – ha aggiunto il direttore generale di Legambiente Giorgio Zampetti -. La Festa dell’albero 2024 sarà l’occasione per aggiungere un ulteriore importante tassello a questa collaborazione ormai storica, passando dalla condivisione dei principi all’azione concreta sul territorio. Insieme metteremo a dimora nuovi alberi, che sono i nostri più grandi alleati contro la crisi climatica, contribuendo a migliorare la qualità della vita degli ecosistemi e delle persone”.

Gli appuntamenti per la giornata dell’albero
La prima tappa è prevista per lunedì 25 novembre, nell’Oasi di Monza, gioiello naturale per i cittadini. In questo luogo le recenti alluvioni hanno causato dei gravi danni alla vegetazione, danneggiando habitat delicati e la perdita della segnaletica che promuoveva la biodiversità. Il team di FRoSTA e Legambiente saranno di nuovo insieme per riqualificare quest’area naturale e per valorizzarla attraverso una nuova segnaletica. Questo evento evidenzia l’importanza della manutenzione e della protezione attiva degli spazi naturali, soprattutto in un’epoca di cambiamenti climatici che rendono più frequenti fenomeni atmosferici estremi.

La seconda tappa sarà in Molise, a Pietracatella (CB), venerdì 29 novembre. In questo secondo appuntamento il Team FRoSTA e Legambiente metteranno a dimora un frutteto per i cittadini e le cittadine che vorranno usufruirne e fare la raccolta dei frutti. La piantumazione di alberi da frutto non solo arricchisce la biodiversità locale, ma offre anche un’opportunità alle persone di prendersi cura e di godere dei frutti della terra.

Nuova ricetta per i Sofficini Findus. Arrivano pure lo spot e un concorso

Dallo scorso settembre la ricetta dei Sofficini Findus è stata arricchita con una maggiore quantità di mozzarella, per offrire un’esperienza di gusto ancora più ricca e soddisfacente. Questa innovazione esalta ulteriormente il ripieno, pur mantenendo intatto il cuore di mozzarella che da sempre contraddistingue il prodotto. La nuova ricetta è disponibile in tutte le varianti di gusto della gamma Sofficini: pomodoro, prosciutto, formaggi, spinaci, funghi e l’opzione senza lattosio.

Tale miglioramento riflette la volontà dell’azienda di rispondere alle preferenze sempre più esigenti dei consumatori, confermando l’impegno a perfezionare costantemente i propri prodotti, garantendo la qualità e il gusto che hanno reso celebre il marchio. Per realizzare questa nuova versione infatti, Findus ha investito in ricerca e sviluppo, con l’obiettivo di offrire un’esperienza che soddisfi tutti i palati, perché la qualità e la soddisfazione dei consumatori rappresentano da sempre le priorità dell’azienda.

“Con questo investimento Findus sottolinea il proprio impegno nel mantenere alta la qualità del prodotto garantendo un gusto sempre più vicino alle preferenze dei clienti. Grazie a questi continui sforzi, i Sofficini restano un punto di riferimento nel settore, dimostrando che l’innovazione può nascere anche da prodotti tradizionali” commenta Marco Miglioranza, Head of Marketing Findus.

Per raccontare la novità, l’azienda ha lanciato anche una nuova campagna televisiva, on air dal 13 ottobre: nello spot da 20 secondi, con la direzione creativa dall’agenzia McCann e animazioni e effetti visivi di Ubik, i Sofficini vengono presentati dall’istrionico camaleonte Carletto, storica mascotte Findus, con il loro “gusto stellare” e la croccantezza di sempre, arricchiti da una “novità cosmica”, più mozzarella.

Ma le novità per Sofficini non finiscono qui: Findus sorprende gli amanti del celebre Carletto con una nuova consumer promo in collaborazione con Mattel, offrendo l’opportunità di partecipare al concorso per vincere una versione speciale del gioco di carte UNO Pocket. In palio 5.000 mazzi di UNO Pocket, personalizzati con l’amatissimo Carletto, con le sue grafiche e travestimenti, pronti a rendere speciale ogni partita. Partecipare è semplice: basta acquistare uno dei prodotti di Carletto (Sofficini, Pollo, Patate e Sfizi), registrarsi sul sito www.lecartedicarletto.it e scoprire se si è uno dei 5.000 fortunati a ricevere il premio. A curare la brand activation l’agenzia Ad Store. La promozione sarà attiva fino al 31 marzo 2025 e includerà un packaging dedicato per le cinque varianti principali dei Sofficini: pomodoro, prosciutto, formaggi, spinaci e funghi.

Patate surgelate adorate da grandi e piccoli: è boom di consumi in Italia

Più di 9 italiani su 10 dichiarano di consumare patate surgelate: il 18% lo fa meno di una volta al mese, il 30% da 1 a 3 volte al mese e ben il 42,9% lo fa una o più volte a settimana. A sceglierle sono soprattutto uomini, Gen Z, Y e X, e le famiglie con bambini. A dirlo i dati del “Rapporto Annuale sui Consumi dei prodotti surgelati in Italia” di IIAS – Istituto Italiano Alimenti Surgelati, secondo cui nel 2023 le patate surgelate hanno registrato una delle performance più positive di tutto il comparto frozen, con circa 110.500 tonnellate acquistate (+8% vs. 2022).

In circa la metà delle famiglie consumatrici di patate surgelate, il consumo accomuna tutti i membri della famiglia senza distinzioni (52,8%), mentre nel 16,1% dei casi i maggiori consumatori sono i figli. Sono positive infatti le opinioni dei genitori in riferimento alle patate surgelate consumate dai bambini/ragazzi: per oltre 8 italiani su 10 (82,2% del campione intervistato), si tratta di un vero e proprio jolly culinario, un prodotto in grado di soddisfare tutte le esigenze grazie alle diverse proposte per tagli, dimensione, consistenza; per il 78,8% il principale plus consiste nell’offrire ai ragazzi piatti sempre diversi, spaziando con la creatività perché ci sono varie possibilità di preparazione e di cottura; per il 78,2% le patate surgelate offrono proposte divertenti e giocose, forme particolari, che invogliano bambini e ragazzi al consumo.

“Gusto e facilità di preparazione sono tra le tante prerogative che hanno spinto le patate surgelate a guadagnare un posto d’onore tra le preferenze ‘frozen’ degli italiani – conferma il Presidente IIAS, Giorgio Donegani. Questo dato non stupisce perché il cibo non è solo fonte di nutrimento, ma anche uno strumento per risollevare l’umore, per concedersi un momento di piacere e relax e le patate surgelate possono diventare dei veri e propri comfort food tra le mura domestiche così come fuori casa, perché da sempre associate ad un’atmosfera di allegria, convivialità, sfizio, buonumore. Inoltre, nel corso degli anni, l’offerta di questa categoria merceologica è talmente tanto cresciuta, con differenti dimensioni e tipologie, da garantire ai consumatori massima versatilità, velocità e comodità di cottura, ma anche alta qualità”.

Il “perfect match” con il pollo
Per gli italiani il ‘perfect match’ delle patate surgelate è con il pollo arrosto per il 56,4% dei consumatori, soprattutto secondo i baby boomers, seguito dai nuggets di pollo, scelti dal 17,8% del campione (soprattutto Gen Z e famiglie con figli 0-9 anni). Non manca chi le ama massimamente con la pizza (11,7%) o chi le adora abbinate al pesce con il famoso fish & chips (7,5%) e chi le preferisce con un misto di verdure (6,6%). Tanti poi sono i modi in cui possono essere preparate: innanzitutto al forno (il modo ideale per il 35,5%); ma anche in friggitrice ad aria (per il 28,2% di consumatori che privilegiano modalità di cottura più innovative), o in padella (per il 22,7% del campione più tradizionalista). Segue chi dichiara di prepararle in tutti i modi indifferentemente, perché sono buone sempre (il 13,6% del campione).

Dalle mura domestiche ai menù dei ristoranti
Gusto, versatilità e convenienza sono tra le caratteristiche delle patate surgelate più apprezzate dagli italiani, che preferiscono consumarle a casa nel 64,8% dei casi. Segue un 15,8% di connazionali che le consuma prevalentemente fuori casa (un dato che cresce tra i più giovani), mentre solo il 4,4% le consuma soprattutto quando è ospite da amici e ben il 15% le consuma egualmente in ogni situazione. Questo scenario conferma la solidità e la crescita del mercato delle patate surgelate in Italia, ma anche un cambiamento nelle preferenze alimentari, dove praticità e qualità si incontrano in ogni contesto.

Bisogna sfatare le fake news
Permangono, tuttavia, alcune fake news dure a morire: ad esempio, il 41,5% dei genitori italiani dichiara di limitare il consumo di patate surgelate da parte dei propri figli, ritenendo inferiore il loro apporto nutrizionale. Ma non è così… “È bene ricordare che tutti i prodotti surgelati – quindi anche le patate – hanno le stesse proprietà nutrizionali degli analoghi prodotti freschi. I prodotti surgelati, infatti, subiscono un congelamento ultrarapido ed efficiente, eseguibile solo a livello industriale e non casalingo, in cui i cibi raggiungono in brevissimo tempo i -18°C. Proprio questa rapidità di raffreddamento determina la formazione di micro-cristalli di acqua che non danneggiano la struttura biologica degli alimenti, lasciando nel prodotto pressoché intatte tutte le caratteristiche originarie”, conclude il Presidente IIAS, Donegani.

Bofrost, fatturato stabile a 145 milioni nel primo semestre 2024

Bofrost ha chiuso il primo semestre del 2024 con un fatturato di 145 milioni di euro, risultato in linea con quello dell’anno precedente che colloca l’azienda al secondo posto fra i player dell’intera categoria surgelati con una quota di mercato dell’8,5% (fonte: GFK) con oltre un milione di famiglie italiane clienti. “Nonostante la dinamica inflattiva, che da molti mesi pesa sull’andamento dei consumi, i risultati di Bofrost sono stati in linea con le aspettative, confermando la solidità della nostra realtà” ha commentato il Presidente e CEO di Bofrost Italia Gianluca Tesolin. “La spesa alimentare a domicilio è ormai entrata stabilmente nelle abitudini degli italiani, ma oggi più che mai dobbiamo rifuggire le generalizzazioni: la sfida è personalizzare sempre di più prodotti, servizi e comunicazione. Mantenendo i punti fermi che determinano il nostro successo: qualità e bontà delle nostre specialità ed eccellenza del servizio”.

Alle sfide citate Bofrost risponde, da un lato, con il costante arricchimento del catalogo (l’edizione autunno-inverno 2024-25 presenta oltre 480 specialità e 35 novità che spaziano tra surgelati e freschi/gastronomia, categoria che vale oggi il 10% del fatturato e spazia tra tante tipicità regionali), e dall’altro con importanti investimenti in tecnologia e innovazione per il miglioramento dei processi aziendali, per supportare ed agevolare il personale e per fornire a tutti i clienti, servizi e prodotti in linea con esigenze sempre più diversificate. Tutto questo in modo orientato a valorizzare un approccio che è e sarà sempre diretto e fondato sulla relazione umana. Vale, naturalmente, anche per quanto riguarda il percorso di adozione di strumenti di intelligenza artificiale: questi consentiranno di raggiungere gli obiettivi sopraccitati, permettendo di analizzare dati complessi e fornendo insight preziosi per offrire un servizio su misura per ogni cliente ma che, visto l’importanza che Bofrost dà alla relazione personale, non sostituiranno il rapporto tra le persone. “Crediamo fermamente che la tecnologia debba essere un alleato nel migliorare l’esperienza del cliente, senza mai sostituire il valore insostituibile del contatto umano” aggiunge Tesolin.

La personalizzazione perseguita da Bofrost non riguarda solo la clientela ma anche collaboratrici e collaboratori dell’azienda poiché, come sottolinea Tesolin, a fare la differenza sono le persone. Ecco allora che l’approccio innovativo alla tecnologia è orientato agli individui, al loro benessere e alla soddisfazione delle loro esigenze, diversificate a seconda della generazione a cui appartengono, al momento in cui si trovano nella loro vita personale e professionale e a tanti altri fattori. Perciò, oltre a utilizzare l’intelligenza artficiale all’interno dell’app dei dipendenti per facilitare la gestione dei documenti che riguardano il lavoratore e la lavoratrice, l’azienda ha intrapreso un percorso di analisi e ricerca, in collaborazione con l’Università degli Studi di Trieste, attraverso uno studio dell’employee experience al fine di valutare il benessere individuale dei collaboratori nelle varie fasi di carriera e mettere in campo interventi per curare la loro soddisfazione. In questo modo Bofrost potrà supportare sempre meglio l’ampliamento della propria rete commerciale, che prosegue con una copertura territoriale sempre più estesa e l’apertura di nuove zone di vendita. L’azienda cresce anche sotto il profilo occupazionale: 280 sono stati i nuovi inserimenti nei primi sei mesi dell’anno sono molte le opportunità per i ruoli di incaricati/e alla vendita e promoter in tutta Italia.

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