CLOSE
Home Tags Surgelati

Tag: surgelati

Surgelati, acquisti domestici saliti dell’1,3% nel 2024

Il 2024 è stato un anno di conferme per i prodotti surgelati nel canale retail. I consumi domestici hanno raggiunto quota 652.643 mila tonnellate (vs. le 645.000 registrate nel 2023). Il mercato è aumentato a un ritmo senza precedenti negli anni della pandemia, per poi stabilizzarsi su livelli elevati. In termini percentuali, i dati relativi al canale retail raccontano un incremento a volume del comparto frozen del +1,3% rispetto al 2023. Secondo l’Istituto Italiano Alimenti Surgelati, questa nuova spinta positiva plausibilmente sarà confermata dalla contemporanea crescita nei consumi fuori dalle mura domestiche, per i quali i dati saranno disponibili in estate. “L’aumento segnato nel retail nel 2024, un canale che da solo rappresenta i due terzi dei consumi complessivi, evidenzia un apprezzamento costante per le qualità intrinseche in questi prodotti: praticità, disponibilità, ampiezza e varietà dell’offerta, valenze anti-spreco, gusto, elevati contenuti nutrizionali e, non ultimo, convenienza” afferma Giorgio Donegani, Presidente IIAS.

VEGETALI, PATATE E PRODOTTI ITTICI SUL PODIO
Ma quali sono state nel 2024 le categorie merceologiche surgelate più acquistate dai consumatori italiani? I vegetali si confermano al primo posto: con 220.497 tonnellate consumate nel 2024 (rispetto alle 215.695 del 2023), sono cresciuti del +2,2%, dimostrandosi un valido alleato di chi guarda al benessere e a elevati contenuti nutrizionali. Seguono, con 107.207 tonnellate, le patate che, pur mantenendo la posizione sul podio, registrano invece una lieve decrescita (-3,1%) rispetto all’anno precedente, in cui i consumi avevano registrato cifre record, raggiungendo quota 110.532 tonnellate. Un’oscillazione giudicata fisiologica dall’IIAS, tenendo conto che la stessa categoria ha segnato un incremento del 31,7% rispetto al 2019. Al terzo posto si classifica il pesce surgelato (naturale e panato), che con 95.955 tonnellate registra un incremento del +3,9% rispetto alle 92.372 tonnellate del 2023. I prodotti ittici frozen continuano nel loro percorso di accreditamento presso i consumatori italiani, che secondo l’IIAS li apprezzano in quanto sicuri, salutari, nutrienti, sempre disponibili, facili da preparare, convenienti e ‘trasparenti’, grazie alla completezza delle informazioni presenti sulle etichette delle confezioni.

LA CONVENIENZA SPINGE IL COMPARTO PIZZE
Da evidenziare, nel 2024, la crescita del comparto delle pizze surgelate, che registra l’aumento più significativo in termini percentuali: +3,7%, per un consumo pari a 65.688 tonnellate. Una crescita giustificata anche dalla convenienza economica: secondo una recente indagine condotta da AstraRicerche per IIAS, la pizza surgelata risulta nettamente più conveniente rispetto al delivery (per il quale, invece, si spendono mediamente 7,18 euro a pizza: più del doppio). Anche i piatti pronti surgelati e le specialità salate mostrano un trend in crescita nei consumi domestici, rispettivamente del +0,5% e +2,4% sul 2023, per un consumo pari a 66.306 e 31.367 tonnellate.

Secondo i dati di una recente indagine condotta per IIAS da AstraRicerche – avverte Donegani – quasi 4 italiani su 10 hanno aumentato, negli ultimi 5 anni, l’acquisto di surgelati, tanto che il 99% ha dichiarato di esserne consumatore e più di 1 italiano su 2 di mettere abitualmente in tavola questi prodotti. Un’ulteriore indagine ha calcolato anche il ‘value for money’ di 5 diversi alimenti surgelati, mettendolo a confronto con quello dei 5 alimenti freschi equivalenti. Il risultato ha evidenziato che 4 volte su 5 i surgelati fanno risparmiare. A tutto ciò si aggiunge la rinnovata percezione dei surgelati in termini di gusto, qualità, freschezza e consistenza: per quasi due terzi degli intervistati, è superiore a quella degli alimenti freschi. Una ulteriore conferma dell’apprezzamento quotidiano da parte degli italiani dell’impegno messo in campo dalle aziende produttrici per soddisfare le esigenze di benessere, gusto e convenienza dei consumatori”.

Cresce il trasporto refrigerato di prodotti alimentari in previsione delle festività

Nelle due settimane che precedono il Natale, il noleggio a breve e medio termine di veicoli per il trasporto refrigerato di cibi, vini e spumanti è aumentato del 15% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A dirlo è Innovazione Noleggio, azienda attiva nel noleggio di veicoli commerciali refrigerati in Italia, sulla base delle prenotazioni gestite nel mese di dicembre.

Ad oggi il 45% della flotta a disposizione – esclusi i veicoli impegnati a lungo termine – è in servizio per rispondere all’intensa domanda natalizia. La maggior parte delle richieste proviene da aziende del settore alimentare, soprattutto piccole e medie imprese. I mezzi refrigerati vengono utilizzati per il trasporto di alimenti freschi e surgelati come pesce, carne, frutta, verdura, gastronomia, latticini, pasticceria e surgelati. Prodotti che hanno bisogno di una catena del freddo ferrea e senza interruzioni che possono essere garantite solo da veicoli isotermici.

Il trend positivo nei noleggi riflette un generale aumento dei consumi da parte delle famiglie italiane, nonostante il recente aumento dei prezzi dei beni alimentari rilevato dall’Istat (+2,3% su base tendenziale). Secondo un sondaggio del Centro Studi di Unimpresa su un campione di 4.500 famiglie, il budget medio per la tradizionale cena di Natale si attesta quest’anno a 150 euro, con un incremento del 3,5% rispetto al 2023. Questo dato evidenzia una maggiore propensione alla spesa, confermata anche dall’Annual Holiday Shopping Survey 2024 di Accenture, secondo cui il 32% degli italiani ha intenzione di aumentare il proprio budget per le festività, contro l’89% che l’anno scorso aveva dichiarato di non volerlo fare.

Secondo Innovazione Noleggio, i veicoli refrigerati impegnati in questo periodo festivo non trasporteranno solo prodotti alimentari: c’è infatti un 8% dei veicoli impiegato per il trasporto di fiori e piante, tra cui stelle di Natale, vischio, agrifoglio e ciclamini, a conferma della tradizione italiana di regalare e decorare la casa con piante durante le festività. A livello geografico, i noleggi si concentrano principalmente nel Centro Italia (Lazio, Umbria e Toscana) e nel Nord-Est (Emilia Romagna e Veneto).

Italiani e surgelati: IIAS stila un vademecum per accrescere le conoscenze

Gli italiani amano i prodotti surgelati: 9 su 10 li consumano abitualmente e, secondo un’indagine AstraRicerche per IIAS – Istituto Italiano Alimenti Surgelati, negli ultimi cinque anni, oltre 4 connazionali su 10 (39,3%) ne hanno aumentato il consumo, in particolare uomini (43%), giovani (Gen Z 50%, Millennials 45%) e famiglie con bambini (48%). Pratici, sicuri, anti-spreco e sempre a portata di mano, i surgelati sono cresciuti non solo in popolarità ma anche in termini di conoscenza e consapevolezza da parte dei consumatori, che li portano a tavola sempre più spesso, riconoscendone il valore. Ma cosa sanno gli italiani e cosa invece ancora ignorano di questi prodotti entrati ormai a pieno titolo nelle nostre abitudini alimentari quotidiane? IIAS ha indagato e ha sviluppato un vademecum con alcune informazioni utili per scoprire “cosa c’è dietro a un surgelato”.

“Gli italiani hanno dimostrato un apprezzamento sempre crescente per gli alimenti surgelati, che scelgono e conoscono bene. Li prediligono per il gusto, come dimostra oltre la metà dei consumatori che dichiara di sceglierli per bontà, consistenza e percezione di freschezza. Li acquistano anche per la loro convenienza economica, perché, se si considera il costo totale – tra prezzo del prodotto, tempi e costi di preparazione e valore del cibo sprecato – i surgelati consentono un risparmio notevole ma, nonostante siano sempre più presenti nei nostri freezer, ci sono ancora aspetti dei surgelati che i consumatori conoscono meno e su cui invece possiamo fare corretta informazione” spiega Giorgio Donegani, Presidente IIAS.

Surgelati: quanto ne sanno gli italiani? Molto, ma non tutto…
La survey IIAS-AstraRicerche ci conferma che amiamo i surgelati e abbiamo imparato a conoscerli bene. Ad esempio, il 68,4% dei nostri connazionali sa che “congelato” e “surgelato” non sono sinonimi e il 64,5% del campione dimostra di sapere che non è possibile surgelare in casa, perché la surgelazione è una tecnica applicabile solo a livello industriale. Dall’altro lato però, solo poco più 3 italiani su 10 (31%) sanno che non è possibile acquistare prodotti surgelati sfusi, perché, per legge, devono sempre essere preconfezionati, al fine di garantire la maggiore sicurezza, o non sa che le verdure surgelate conservano per lungo tempo le stesse proprietà nutrizionali delle fresche (poco più di 1 consumatore su 2) o ancora ignora che i surgelati non contengono conservanti (59,9%), poiché la loro lunga durata è garantita esclusivamente dal freddo.

Sulle curiosità del comparto, i giovani sono i più preparati: il 45% degli italiani, soprattutto Gen Z e Millennials, conosce il trattamento di scottatura prima della surgelazione, che esalta il colore dei prodotti e si chiama blanching. Per quanto riguarda, invece, le giuste tecniche di scongelamento, solo 4 italiani su 10 sanno che il metodo più corretto consiste nel togliere il prodotto dal freezer e riporlo in frigorifero per qualche ora; mentre solo il 15% – in particolare i più giovani – sa che un prodotto surgelato, una volta scongelato può essere ricongelato a livello domestico, solo a patto che venga prima cotto.

“Chi sceglie i surgelati sa tutto o quasi di loro. Oltre alle campagne di informazione, ad aiutare i consumatori a compiere scelte sempre più consapevoli ci pensano le etichette dei nostri prodotti. Circa 8 intervistati su 10 ci hanno detto di controllare scrupolosamente le indicazioni relative a tempi e modalità di cottura dei prodotti surgelati. Anche questo è un chiaro segnale di quanto sia cresciuta l’attenzione verso la qualità e la sicurezza alimentare. Inoltre, l’86,4% di chi consulta le etichette conferma di impegnarsi a seguire fedelmente le indicazioni riportate, segnale di una maggiore consapevolezza verso gli alimenti che si mettono nel carrello”, continua Donegani.

Il vademecum sui surgelati
#1 “Congelato” e “surgelato” non sono la stessa cosa. I cibi congelati sono portati lentamente a temperature tra i -7°C e i -12°C (che per il pesce e la carne arrivano a -18°C) e conservati a temperature tra i -10°C e i -30°C. La lentezza del processo di congelamento comporta la formazione di cristalli d’acqua di dimensioni elevate, che al momento dello scongelamento, determinano la rottura delle pareti cellulari, con parziale perdita dei valori nutritivi e organolettici dell’alimento. I surgelati, invece, subiscono un raffreddamento ultrarapido ed efficiente, in cui i cibi raggiungono in brevissimo tempo i -18°C. Proprio la rapidità della surgelazione determina la formazione di micro-cristalli di acqua che non danneggiano la struttura biologica degli alimenti, lasciando pressoché intatti i contenuti naturali dell’alimento e le sue qualità nutrizionali.

#2 A casa non si può “surgelare”. La surgelazione è un processo tecnologicamente avanzato, applicabile solo dalle industrie. A livello domestico è possibile solo congelare, ma le qualità organolettiche e nutrizionali di un cibo congelato sono inferiori rispetto a quelle dei surgelati, che invece conservano a pieno le caratteristiche originali, la struttura e il sapore dell’alimento fresco.

#3 Scongelare un prodotto surgelato a temperatura ambiente è sconsigliato. Il modo migliore per farlo è metterlo direttamente in pentola/padella/forno o qualche ora in frigorifero, oppure se si ha fretta imbustato sotto l’acqua corrente. È sconsigliato, invece, lo scongelamento con acqua calda e quello a temperatura ambiente, per evitare lunghe soste del prodotto surgelato a una temperatura non controllata.

#4 I surgelati non contengono conservanti. In un prodotto surgelato, per Legge, non si può aggiungere alcun conservante allo scopo di prolungarne la vita. Il processo di surgelazione è sufficiente per produrre alimenti sicuri. È sempre il freddo che garantisce poi la lunga durata dei prodotti surgelati. Parlando di additivi aggiunti, altra fake news riguarda la credenza per la quale le verdure surgelate avrebbero un colore brillante perché piene di coloranti. Invece questo avviene perché, prima della surgelazione, gli ortaggi vengono sottoposti ad un adeguato trattamento termico (blanching) necessario per disattivare gli enzimi che ne potrebbero causare il deterioramento ed è così che si fissa il colore naturale, che risulta ancora più brillante.

#5 Verdure e pesce surgelato sono analoghi ai freschi in termini di valore nutritivo. Le verdure surgelate conservano al meglio non solo le caratteristiche organolettiche e nutrizionali (vitamine, proteine e carboidrati), ma anche la stessa struttura e il sapore dei prodotti “freschi” originali, fino alla data di scadenza. Anche le proprietà nutrizionali del pesce surgelato sono analoghe a quelle del fresco, entrambi fonte naturale di macronutrienti (tra cui proteine nobili e acidi grassi omega-3), ma anche ricchi di micronutrienti come vitamine (A e D) e sali minerali (iodio e selenio).

Sostenibilità: FRoSTA lancia la nuova Paper Bag approvata da Legambiente

FRoSTA immette sul mercato la nuova Paper Bag, la busta per i surgelati composta al 90% di carta. Con la nuova Paper Bag l’azienda è riuscita a ridurre di un ulteriore 67% la quantità di plastica rispetto alla confezione precedente. Un risultato finora unico sul fronte dei surgelati in busta: per questo progetto, frutto di anni di ricerca e sviluppo, FRoSTA ha ricevuto l’approvazione di Legambiente che ha apposto il proprio logo sulle sue nuove confezioni con la dicitura “Prodotto consigliato da Legambiente”, inserendo il dettaglio nella sezione del sito dedicata come unico prodotto Food.

La nuova Paper Bag FRoSTA permette di abbattere l’impatto ambientale in modo drastico, la CO2 footprint ridotta del 65% rispetto alle confezioni fatte totalmente di plastica presenti oggi sul mercato del surgelato. Se per ogni 100 grammi di materiale, l’imballo in plastica tradizionale ha emissioni di CO2 intorno ai 285.89 grammi, l’attuale Paper Bag ne ha solo di 99.54. Inoltre la carta utilizzata nelle confezioni FRoSTA è come sempre certificata FSC, ente che supporta la gestione forestale responsabile e gli inchiostri sono totalmente a base di acqua. Tutto questo ha permesso di migliorare la classe di riciclabilità della confezione passando da C a B, come da standard ufficiale approvato da Aticelca, il sistema di valutazione ufficiale di riciclabilità della carta in Italia. Al momento sono cinque i prodotti FRoSTA a utilizzare per primi il nuovo imballaggio da settembre 2024, ma in modo graduale il passaggio riguarderà tutto l’assortimento FRoSTA coinvolgendo circa 40 prodotti.

Da anni, l’impegno di FRoSTA non è solo rivolto a produrre cibo gustoso e naturale, ma si concretizza in azioni di sensibilizzazione che vedono l’azienda al fianco di Legambiente da ormai cinque anni per la sostenibilità ambientale. In occasione della Giornata Nazionale dell’Albero, che si celebrerà il prossimo 21 novembre, FRoSTA rinnova il suo impegno per l’ambiente unendosi a Legambiente in attività concrete di riqualificazione del territorio e durante due appuntamenti di sensibilizzazione, in giro per l’Italia, presenterà la nuova Paper Bag. “Si tratta di un’ulteriore tappa di una collaborazione ormai consolidata tra le due realtà, Legambiente e FRoSTA, diverse ma complementari, che da anni si supportano e lavorano insieme per cercare di pensare e realizzare opere concrete per la salvaguardia dell’ambiente, supportandosi a vicenda. Impegno concreto sottolineato proprio da momenti come questi che ci vedono ancora una volta fianco a fianco sul territorio. La nostra ambizione come FRoSTA è diventare di esempio per altre realtà industriali come la nostra, perché per avere un impatto significativo serve essere sicuramente concreti, ma soprattutto uniti e numerosi. Questo è sicuramente uno dei principali obiettivi che condividiamo con gli amici di Legambiente” sottolinea Gianluca Mastrocola, AD FRoSTA Italia.

“Siamo molto felici di poter lavorare ancora una volta insieme a FRoSTA, un’azienda che crede fermamente nella sostenibilità e nella necessità di fare squadra per il bene del Pianeta e delle comunità – ha aggiunto il direttore generale di Legambiente Giorgio Zampetti -. La Festa dell’albero 2024 sarà l’occasione per aggiungere un ulteriore importante tassello a questa collaborazione ormai storica, passando dalla condivisione dei principi all’azione concreta sul territorio. Insieme metteremo a dimora nuovi alberi, che sono i nostri più grandi alleati contro la crisi climatica, contribuendo a migliorare la qualità della vita degli ecosistemi e delle persone”.

Gli appuntamenti per la giornata dell’albero
La prima tappa è prevista per lunedì 25 novembre, nell’Oasi di Monza, gioiello naturale per i cittadini. In questo luogo le recenti alluvioni hanno causato dei gravi danni alla vegetazione, danneggiando habitat delicati e la perdita della segnaletica che promuoveva la biodiversità. Il team di FRoSTA e Legambiente saranno di nuovo insieme per riqualificare quest’area naturale e per valorizzarla attraverso una nuova segnaletica. Questo evento evidenzia l’importanza della manutenzione e della protezione attiva degli spazi naturali, soprattutto in un’epoca di cambiamenti climatici che rendono più frequenti fenomeni atmosferici estremi.

La seconda tappa sarà in Molise, a Pietracatella (CB), venerdì 29 novembre. In questo secondo appuntamento il Team FRoSTA e Legambiente metteranno a dimora un frutteto per i cittadini e le cittadine che vorranno usufruirne e fare la raccolta dei frutti. La piantumazione di alberi da frutto non solo arricchisce la biodiversità locale, ma offre anche un’opportunità alle persone di prendersi cura e di godere dei frutti della terra.

Nuova ricetta per i Sofficini Findus. Arrivano pure lo spot e un concorso

Dallo scorso settembre la ricetta dei Sofficini Findus è stata arricchita con una maggiore quantità di mozzarella, per offrire un’esperienza di gusto ancora più ricca e soddisfacente. Questa innovazione esalta ulteriormente il ripieno, pur mantenendo intatto il cuore di mozzarella che da sempre contraddistingue il prodotto. La nuova ricetta è disponibile in tutte le varianti di gusto della gamma Sofficini: pomodoro, prosciutto, formaggi, spinaci, funghi e l’opzione senza lattosio.

Tale miglioramento riflette la volontà dell’azienda di rispondere alle preferenze sempre più esigenti dei consumatori, confermando l’impegno a perfezionare costantemente i propri prodotti, garantendo la qualità e il gusto che hanno reso celebre il marchio. Per realizzare questa nuova versione infatti, Findus ha investito in ricerca e sviluppo, con l’obiettivo di offrire un’esperienza che soddisfi tutti i palati, perché la qualità e la soddisfazione dei consumatori rappresentano da sempre le priorità dell’azienda.

“Con questo investimento Findus sottolinea il proprio impegno nel mantenere alta la qualità del prodotto garantendo un gusto sempre più vicino alle preferenze dei clienti. Grazie a questi continui sforzi, i Sofficini restano un punto di riferimento nel settore, dimostrando che l’innovazione può nascere anche da prodotti tradizionali” commenta Marco Miglioranza, Head of Marketing Findus.

Per raccontare la novità, l’azienda ha lanciato anche una nuova campagna televisiva, on air dal 13 ottobre: nello spot da 20 secondi, con la direzione creativa dall’agenzia McCann e animazioni e effetti visivi di Ubik, i Sofficini vengono presentati dall’istrionico camaleonte Carletto, storica mascotte Findus, con il loro “gusto stellare” e la croccantezza di sempre, arricchiti da una “novità cosmica”, più mozzarella.

Ma le novità per Sofficini non finiscono qui: Findus sorprende gli amanti del celebre Carletto con una nuova consumer promo in collaborazione con Mattel, offrendo l’opportunità di partecipare al concorso per vincere una versione speciale del gioco di carte UNO Pocket. In palio 5.000 mazzi di UNO Pocket, personalizzati con l’amatissimo Carletto, con le sue grafiche e travestimenti, pronti a rendere speciale ogni partita. Partecipare è semplice: basta acquistare uno dei prodotti di Carletto (Sofficini, Pollo, Patate e Sfizi), registrarsi sul sito www.lecartedicarletto.it e scoprire se si è uno dei 5.000 fortunati a ricevere il premio. A curare la brand activation l’agenzia Ad Store. La promozione sarà attiva fino al 31 marzo 2025 e includerà un packaging dedicato per le cinque varianti principali dei Sofficini: pomodoro, prosciutto, formaggi, spinaci e funghi.

Patate surgelate adorate da grandi e piccoli: è boom di consumi in Italia

Più di 9 italiani su 10 dichiarano di consumare patate surgelate: il 18% lo fa meno di una volta al mese, il 30% da 1 a 3 volte al mese e ben il 42,9% lo fa una o più volte a settimana. A sceglierle sono soprattutto uomini, Gen Z, Y e X, e le famiglie con bambini. A dirlo i dati del “Rapporto Annuale sui Consumi dei prodotti surgelati in Italia” di IIAS – Istituto Italiano Alimenti Surgelati, secondo cui nel 2023 le patate surgelate hanno registrato una delle performance più positive di tutto il comparto frozen, con circa 110.500 tonnellate acquistate (+8% vs. 2022).

In circa la metà delle famiglie consumatrici di patate surgelate, il consumo accomuna tutti i membri della famiglia senza distinzioni (52,8%), mentre nel 16,1% dei casi i maggiori consumatori sono i figli. Sono positive infatti le opinioni dei genitori in riferimento alle patate surgelate consumate dai bambini/ragazzi: per oltre 8 italiani su 10 (82,2% del campione intervistato), si tratta di un vero e proprio jolly culinario, un prodotto in grado di soddisfare tutte le esigenze grazie alle diverse proposte per tagli, dimensione, consistenza; per il 78,8% il principale plus consiste nell’offrire ai ragazzi piatti sempre diversi, spaziando con la creatività perché ci sono varie possibilità di preparazione e di cottura; per il 78,2% le patate surgelate offrono proposte divertenti e giocose, forme particolari, che invogliano bambini e ragazzi al consumo.

“Gusto e facilità di preparazione sono tra le tante prerogative che hanno spinto le patate surgelate a guadagnare un posto d’onore tra le preferenze ‘frozen’ degli italiani – conferma il Presidente IIAS, Giorgio Donegani. Questo dato non stupisce perché il cibo non è solo fonte di nutrimento, ma anche uno strumento per risollevare l’umore, per concedersi un momento di piacere e relax e le patate surgelate possono diventare dei veri e propri comfort food tra le mura domestiche così come fuori casa, perché da sempre associate ad un’atmosfera di allegria, convivialità, sfizio, buonumore. Inoltre, nel corso degli anni, l’offerta di questa categoria merceologica è talmente tanto cresciuta, con differenti dimensioni e tipologie, da garantire ai consumatori massima versatilità, velocità e comodità di cottura, ma anche alta qualità”.

Il “perfect match” con il pollo
Per gli italiani il ‘perfect match’ delle patate surgelate è con il pollo arrosto per il 56,4% dei consumatori, soprattutto secondo i baby boomers, seguito dai nuggets di pollo, scelti dal 17,8% del campione (soprattutto Gen Z e famiglie con figli 0-9 anni). Non manca chi le ama massimamente con la pizza (11,7%) o chi le adora abbinate al pesce con il famoso fish & chips (7,5%) e chi le preferisce con un misto di verdure (6,6%). Tanti poi sono i modi in cui possono essere preparate: innanzitutto al forno (il modo ideale per il 35,5%); ma anche in friggitrice ad aria (per il 28,2% di consumatori che privilegiano modalità di cottura più innovative), o in padella (per il 22,7% del campione più tradizionalista). Segue chi dichiara di prepararle in tutti i modi indifferentemente, perché sono buone sempre (il 13,6% del campione).

Dalle mura domestiche ai menù dei ristoranti
Gusto, versatilità e convenienza sono tra le caratteristiche delle patate surgelate più apprezzate dagli italiani, che preferiscono consumarle a casa nel 64,8% dei casi. Segue un 15,8% di connazionali che le consuma prevalentemente fuori casa (un dato che cresce tra i più giovani), mentre solo il 4,4% le consuma soprattutto quando è ospite da amici e ben il 15% le consuma egualmente in ogni situazione. Questo scenario conferma la solidità e la crescita del mercato delle patate surgelate in Italia, ma anche un cambiamento nelle preferenze alimentari, dove praticità e qualità si incontrano in ogni contesto.

Bisogna sfatare le fake news
Permangono, tuttavia, alcune fake news dure a morire: ad esempio, il 41,5% dei genitori italiani dichiara di limitare il consumo di patate surgelate da parte dei propri figli, ritenendo inferiore il loro apporto nutrizionale. Ma non è così… “È bene ricordare che tutti i prodotti surgelati – quindi anche le patate – hanno le stesse proprietà nutrizionali degli analoghi prodotti freschi. I prodotti surgelati, infatti, subiscono un congelamento ultrarapido ed efficiente, eseguibile solo a livello industriale e non casalingo, in cui i cibi raggiungono in brevissimo tempo i -18°C. Proprio questa rapidità di raffreddamento determina la formazione di micro-cristalli di acqua che non danneggiano la struttura biologica degli alimenti, lasciando nel prodotto pressoché intatte tutte le caratteristiche originarie”, conclude il Presidente IIAS, Donegani.

Bofrost, fatturato stabile a 145 milioni nel primo semestre 2024

Bofrost ha chiuso il primo semestre del 2024 con un fatturato di 145 milioni di euro, risultato in linea con quello dell’anno precedente che colloca l’azienda al secondo posto fra i player dell’intera categoria surgelati con una quota di mercato dell’8,5% (fonte: GFK) con oltre un milione di famiglie italiane clienti. “Nonostante la dinamica inflattiva, che da molti mesi pesa sull’andamento dei consumi, i risultati di Bofrost sono stati in linea con le aspettative, confermando la solidità della nostra realtà” ha commentato il Presidente e CEO di Bofrost Italia Gianluca Tesolin. “La spesa alimentare a domicilio è ormai entrata stabilmente nelle abitudini degli italiani, ma oggi più che mai dobbiamo rifuggire le generalizzazioni: la sfida è personalizzare sempre di più prodotti, servizi e comunicazione. Mantenendo i punti fermi che determinano il nostro successo: qualità e bontà delle nostre specialità ed eccellenza del servizio”.

Alle sfide citate Bofrost risponde, da un lato, con il costante arricchimento del catalogo (l’edizione autunno-inverno 2024-25 presenta oltre 480 specialità e 35 novità che spaziano tra surgelati e freschi/gastronomia, categoria che vale oggi il 10% del fatturato e spazia tra tante tipicità regionali), e dall’altro con importanti investimenti in tecnologia e innovazione per il miglioramento dei processi aziendali, per supportare ed agevolare il personale e per fornire a tutti i clienti, servizi e prodotti in linea con esigenze sempre più diversificate. Tutto questo in modo orientato a valorizzare un approccio che è e sarà sempre diretto e fondato sulla relazione umana. Vale, naturalmente, anche per quanto riguarda il percorso di adozione di strumenti di intelligenza artificiale: questi consentiranno di raggiungere gli obiettivi sopraccitati, permettendo di analizzare dati complessi e fornendo insight preziosi per offrire un servizio su misura per ogni cliente ma che, visto l’importanza che Bofrost dà alla relazione personale, non sostituiranno il rapporto tra le persone. “Crediamo fermamente che la tecnologia debba essere un alleato nel migliorare l’esperienza del cliente, senza mai sostituire il valore insostituibile del contatto umano” aggiunge Tesolin.

La personalizzazione perseguita da Bofrost non riguarda solo la clientela ma anche collaboratrici e collaboratori dell’azienda poiché, come sottolinea Tesolin, a fare la differenza sono le persone. Ecco allora che l’approccio innovativo alla tecnologia è orientato agli individui, al loro benessere e alla soddisfazione delle loro esigenze, diversificate a seconda della generazione a cui appartengono, al momento in cui si trovano nella loro vita personale e professionale e a tanti altri fattori. Perciò, oltre a utilizzare l’intelligenza artficiale all’interno dell’app dei dipendenti per facilitare la gestione dei documenti che riguardano il lavoratore e la lavoratrice, l’azienda ha intrapreso un percorso di analisi e ricerca, in collaborazione con l’Università degli Studi di Trieste, attraverso uno studio dell’employee experience al fine di valutare il benessere individuale dei collaboratori nelle varie fasi di carriera e mettere in campo interventi per curare la loro soddisfazione. In questo modo Bofrost potrà supportare sempre meglio l’ampliamento della propria rete commerciale, che prosegue con una copertura territoriale sempre più estesa e l’apertura di nuove zone di vendita. L’azienda cresce anche sotto il profilo occupazionale: 280 sono stati i nuovi inserimenti nei primi sei mesi dell’anno sono molte le opportunità per i ruoli di incaricati/e alla vendita e promoter in tutta Italia.

Surgelati da record, nel 2023 superato il milione di tonnellate

Hanno superato il milione di tonnellate i prodotti surgelati consumati nel 2023 (1.016.358), con una lieve crescita a volume rispetto al 2022 (+0,14%), facendo così segnare un nuovo massimo storico di consumo pro capite annuo che, per la prima volta, supera la barriera dei 17 chili, attestandosi a 17,2 (+2,4% vs. il 2022), per un valore di mercato pari ai 5,8 miliardi di euro, in crescita rispetto agli oltre 5,4 miliardi dell’anno precedente (+6,5%). Questi i numeri hanno spinto il comparto dei surgelati a raggiungere vette mai toccate prima: trainato dal fuori casa, il segmento ha registrato una crescita del +5,3% rispetto all’anno precedente, compensando sia la piccola diminuzione del retail (-1,1%) sia quelle, più significative, del door-to-door (-8%) e dell’e-commerce (-5%). I dati emergono dal “Rapporto Annuale sui Consumi dei prodotti surgelati”, realizzato da IIAS – Istituto Italiano Alimenti Surgelati, per fotografare l’andamento del comparto in Italia nell’ultimo anno.

“Il 2023 è stato un anno di sfide titaniche: dall’approvvigionamento delle materie prime, ostacolato nei primi mesi dell’anno da eventi climatici estremi come la siccità, alle gravi difficoltà incontrate nella logistica e nei trasporti a livello globale, fino all’implacabile aumento dell’inflazione, particolarmente penalizzante nel comparto alimentare”, spiega il Presidente di IIAS, Giorgio Donegani. “Nonostante queste criticità, il 2023 si è chiuso positivamente, grazie soprattutto alla forte spinta data dal Fuoricasa, che ha riequilibrato il gap creatosi con il Retail, dopo l’uscita definitiva dal biennio dei lockdown (2020-2021) che aveva portato a un boom eccezionale dei consumi domestici (+14% nel 2021 rispetto al 2019). Le rilevazioni condotte sui primi cinque mesi del 2024 rivelano un dato incoraggiante anche in relazione al retail, che indica l’ottima tenuta degli acquisti con un lievissimo calo a volume del -0,5% rispetto all’anno precedente (-1,1%). Un dato positivo che non stupisce, dato l’apprezzamento ormai unanime degli italiani verso questi prodotti”.

Surgelati: un valore di mercato che ha raggiunto i 5,8 miliardi di euro
Nel 2023, i consumi di surgelati tra le mura domestiche hanno raggiunto le 644.075 tonnellate e nel Fuoricasa hanno toccato quota 295.812. Se si aggiungono anche le 66.971 del “door to door” e le 9.500 dell’e-commerce, si capisce come nel comparto frozen sia stato registrato lo scorso anno un nuovo massimo storico, oltrepassando la soglia del milione di tonnellate consumate, per un valore di mercato pari a 5,8 miliardi di euro (+6,5% vs. il 2022). A conferma della forza crescente del settore che, nonostante le numerose criticità incontrate negli ultimi anni (dalla pandemia alla crisi energetica, dal boom dei prezzi delle materie prime all’inasprirsi delle relazioni internazionali), ha manifestato una grande stabilità. Infatti, sebbene il canale retail abbia registrato una leggera diminuzione a volume vs. il 2022 (-1,1%) – largamente anticipata dopo anni di espansione eccezionale – la diffusione dei prodotti surgelati tra le famiglie italiane è rimasta comunque alta, con un aumento nei consumi domestici di quasi dieci punti percentuali (+9,4%) rispetto ai livelli pre-pandemici (2019).

Trend consumi: sul podio le patate insieme a vegetali e ittici surgelati
Scendendo nel dettaglio dell’analisi delle singole categorie merceologiche, anche nel 2023 troviamo a confermare la propria leadership per volumi consumati nel retail, i vegetali, con oltre 215.000 tonnellate (nonostante una lieve diminuzione rispetto al 2022 del-1,9%). I vegetali preparati (con 22.380 tonnellate) registrano invece una performance pienamente positiva, conquistando un +3,7% vs. il 2022 e ribadendo, ancora una volta, il ruolo dei vegetali surgelati come ‘comfort food’, scelti per la loro capacità di soddisfare la richiesta di benessere e di elevati contenuti nutrizionali che da sempre li accompagnano. Gusto e facilità di preparazione sono invece le prerogative che hanno spinto le patate surgelate al secondo posto tra le preferenze degli italiani. Nel 2023, le patate hanno registrato la performance più positiva del comparto, con circa 110.500 tonnellate acquistate e una crescita del +8% vs. 2022 (102.400 tonnellate).

Sicuri, nutrienti e facili da preparare, i prodotti ittici surgelati conquistano il terzo posto del podio, toccando le 92.500 tonnellate, tra ittico preparato panato (oltre 33.000 tonnellate) e pesce naturale (59.000). Seguono, al quarto posto in classifica, i piatti pronti, ossia primi e secondi piatti, contorni ricettati e alimenti con proteine vegetali, che si attestano su oltre 66.600 tonnellate (registrando un lieve calo del -1,1% rispetto alle quasi 67.500 tonnellate del 2022). L’alta qualità degli ingredienti, le ricettazioni sia tradizionali sia innovative, la velocità di preparazione e l’attenzione all’equilibrio nutrizionale si confermano i fattori chiave del loro successo tra le famiglie italiane.

Discorso a parte meritano le pizze surgelate: se da un lato, nel 2023 hanno raggiunto le 63.500 tonnellate, con una diminuzione del -6,2% rispetto alle quasi 68.000 tonnellate del 2022; dall’altro, tale riduzione è da ascriversi essenzialmente alla ripresa dei consumi fuori casa. Va comunque segnalato come questo segmento prosegua nell’innovazione introducendo, ad esempio, nuovi formati e ingredienti, per restare al passo con le diverse esigenze dei consumatori. Da non dimenticare, infine, sono le specialità salate (pancake e altri prodotti), che hanno mantenuto quota 33.300 tonnellate (con una lieve diminuzione dello 0,5% rispetto alle 33.400 tonnellate del 2022) e le carni surgelate, con 15.700 tonnellate nel 2023 (-3% vs. 2022). Tra gli altri segmenti, spicca la performance positiva di pane e paste surgelate, che hanno registrato un aumento del +1,3% vs. il 2022, raggiungendo oltre 5.730 tonnellate.

“Come dimostrano i dati del nostro Annual Report, negli ultimi anni i surgelati hanno dimostrato di essere ottimi ‘alleati’ dei consumatori in ogni occasione – aggiunge Donegani. Tra le ragioni alla base di questo apprezzamento ci sono anche il gusto e la convenienza economica che questi prodotti garantiscono, come confermano le evidenze emerse da due recenti ricerche che abbiamo condotto quest’anno, per la prima volta, con la società AstraRicerche. È emerso infatti che per oltre la metà degli italiani, al palato i prodotti surgelati risultano preferiti ai freschi per bontà, consistenza e percezione di freschezza: lo sostengono i risultati di un ‘Blind Taste Test’, secondo cui per il 61% degli intervistati il gusto del minestrone surgelato è migliore del fresco; per il 64% lo è quello del merluzzo e per il 66% i fagiolini in versione frozen sono più buoni dei freschi. Anche in termini di convenienza economica, i surgelati hanno abbattuto un vecchio tabù, rivelandosi meno costosi dei freschi: come confermano le rilevazioni effettuate, se si considera il loro valore totale (risultante dalla somma di: costi d’acquisto + tempi di preparazione + valore dello spreco alimentare), i fagiolini freschi, ad esempio, “costano” il 53% in più dei surgelati; i filetti di merluzzo il 60% in più; e per preparazioni più complesse come la paella, si arriva addirittura a una differenza del 246% a favore del prodotto frozen” conclude il Presidente di IIAS.

Move to -15°C: Findus riduce la Co2 aumentando la temperatura dei surgelati

L’aumento delle temperature di conservazione degli alimenti surgelati può ridurre significativamente le emissioni di carbonio e i relativi costi, senza compromettere la sicurezza o la qualità dei prodotti: a dirlo è un recente studio, durato diciotto mesi, svolto da Nomad Foods, azienda proprietaria di Findus e attiva nel settore dei surgelati. I risultati dimostrano nello specifico come conservare gli alimenti surgelati a -15°C, invece dello standard industriale di -18°C (zero gradi Fahrenheit), possa ridurre il consumo energetico dei congelatori del 10-11%, senza alcun impatto sulla sicurezza, la consistenza, il gusto o il valore nutrizionale dei prodotti.

Lo studio ha analizzato 9 prodotti surgelati: pollo, pesce panato, pesce al naturale, verdure, alimenti a base vegetale e pizza. Sono state testate 4 temperature (da -18°C a -9°C) e 8 macro-aree, tra cui sicurezza alimentare, consistenza, nutrizione, uso energetico e impatto degli imballaggi. I risultati non hanno mostrato cambiamenti significativi nei prodotti a -15°C rispetto a -18°C, tranne per gli alimenti vegetali nei quali, una volta superata la data di scadenza, si è registrata una diminuzione della vitamina C. Nomad Foods è anche il primo produttore alimentare ad aderire all’iniziativa Move to -15°C, presentata alla COP28 e dedicata alla riduzione delle emissioni di carbonio nella catena di approvvigionamento degli alimenti surgelati.

Consapevole che un vero cambiamento nelle temperature di conservazione dei surgelati è possibile solo attraverso una sinergica collaborazione tra aziende, il CEO di Nomad Foods, Stéfan Descheemaeker, invita anche gli altri produttori di surgelati a unirsi al movimento. “Sappiamo che gli alimenti surgelati reagiscono molto bene a metodi di conservazione alternativi in termini di emissioni di carbonio. I risultati del nostro ultimo studio con Campden BRI sottolineano il ruolo chiave che gli alimenti surgelati hanno nel ridurre l’impatto sul cambiamento climatico nell’industria alimentare. Tuttavia, per non agire da soli, stiamo invitando altri produttori di alimenti surgelati a unirsi a noi e a “Move to -15°C”, per garantire che tutta la gamma di prodotti nella categoria dei surgelati sia testata a temperature più elevate. A 100 anni dall’invenzione del congelamento rapido, il suo inventore Clarence Birdseye sarebbe molto orgoglioso delle innovazioni del settore degli alimenti surgelati per fronteggiare la più grande sfida mondiale: il cambiamento climatico”.

Italiani fedeli ai surgelati: 9 su 10 li portano in tavola preferendoli ai freschi

Gli italiani amano i prodotti surgelati: il 99% dichiara di consumarli e il 53% lo fa abitualmente. I frozen food dimostrano di essere apprezzati su tutto il territorio nazionale, con percentuali leggermente più elevate al Nord-ovest (55%) e tra la Generazione X (57%). Positivo anche il trend di consumo dei surgelati negli ultimi cinque anni: è aumentato per 4 italiani su 10 (39,3%), in particolare uomini (43%), giovani (50% GenZ e 45% Millennials) e famiglie con figli piccoli (48%). Un consumo consapevole, avvalorato dall’elevato livello qualitativo riconosciuto oggi ai frozen food: al palato, oltre la metà degli italiani apprezza i prodotti surgelati per bontà, consistenza e percezione di freschezza. E i dati confermano anche la loro convenienza economica: se si considera il costo totale – che comprende prezzo del prodotto, tempi e costi di preparazione e valore del cibo sprecato – i surgelati consentono rispetto ai freschi un risparmio notevole (dal 12% delle patate fritte al 246% di differenza per preparazioni più complesse come la paella). Sono questi gli highlights dell’indagine condotta da AstraRicerche per IIAS (Istituto Italiano Alimenti Surgelati), che ha fotografato il rapporto tra italiani e surgelati, analizzando anche la reale percezione di questi prodotti in termini di gusto e calcolando per la prima volta il loro effettivo “valore economico”, non solo in termini di costi ma anche di tempo risparmiato e lotta allo spreco alimentare.

Surgelati: quali, quando e perché gli italiani li scelgono
Secondo i dati AstraRicerche, il 39,3% degli intervistati ha incrementato negli ultimi 5 anni l’acquisto di frozen food. Ma perché ne consumiamo sempre più? Per la loro comodità (lo dichiarano quasi 8 italiani su 10, soprattutto donne e baby boomers), cioè perché pratici da conservare (66,4%) o sempre disponibili in freezer (49,7%); ma anche per variare l’alimentazione (34%) e per la forte valenza antispreco (27,3%). Sono i prodotti ittici la tipologia di surgelati che gli italiani dichiarano di acquistare più spesso (30,2%), scelti soprattutto al sud e seguiti dai vegetali (27,4%), apprezzati dalle donne baby boomers; poi pizze e snack (15,4%) con un picco tra i giovani gen Z, e patate (13,6%). I pasti a casa, nella quotidianità familiare di pranzi e cene, restano la principale occasione di consumo di surgelati per la maggioranza degli italiani (68,7%), ma c’è chi li sceglie anche nel weekend o per il ‘pranzo della domenica’, per portare in tavola qualcosa di buono e diverso in poco tempo (14,7%).

I consumatori preferiscono “al buio” i surgelati
Sfatata anche una vecchia credenza che attribuiva ai surgelati un sapore meno gustoso rispetto a quello degli analoghi prodotti freschi: oggi, pure in termini di gusto, consistenza e percezione di freschezza, oltre la metà degli intervistati preferisce gli alimenti surgelati ai freschi. È quanto emerso dal “blind taste test”, condotto per IIAS da AstraRicerche su un campione di 180 comuni consumatori, ai quali è stato sottoposto l’assaggio “al buio” di tre prodotti: minestrone, filetti di merluzzo e fagiolini, nelle due versioni (fresco e surgelato), preparate in modo identico per renderle non distinguibili a livello visivo, e presentate in ordine casuale bilanciato, per non condizionarne il giudizio. In termini di gusto e piacevolezza al palato, il 61% degli intervistati ha preferito il minestrone surgelato rispetto al fresco; il 64% ha trovato più gustoso il merluzzo surgelato del fresco e il 66% ha ritenuto i fagiolini in versione frozen migliori dei freschi. In generale, tra il 48% e il 68% del campione ha espresso voti superiori per il surgelato rispetto all’analogo prodotto fresco assaggiato. A testimonianza del fatto che quasi due terzi degli intervistati – non sapendo cosa stessero consumando – hanno preferito il surgelato per qualità, gusto, freschezza o consistenza.

“Gli ottimi risultati emersi dal blind test a favore dei frozen food – sottolinea Giorgio Donegani, Presidente IIAS – stridono in modo eclatante anche con l’immotivata persistenza, nella legislazione italiana, dell’obbligo di apporre un asterisco accanto agli alimenti surgelati nei menù dei ristoranti. L’asterisco è di fatto un’informazione retaggio di un mondo passato che non esiste più, che poggiava sull’implicita convinzione che un alimento surgelato fosse un prodotto di qualità inferiore rispetto al fresco. Una concezione ormai palesemente superata e anacronistica che finisce solo per penalizzare questi prodotti, che invece i consumatori prediligono”.

Surgelati, campioni di convenienza… anche economica
AstraRicerche ha analizzato per IIAS anche l’effettivo “value for money” dei surgelati rispetto agli analoghi freschi, prendendo in esame 5 prodotti specifici rappresentativi delle principali categorie del comparto dei surgelati: i fagiolini, le patate fritte, i filetti di merluzzo, la pizza margherita e la paella. I risultati emersi confermano, in linea generale, la convenienza dei prodotti surgelati, considerata la somma del tempo e del cibo risparmiato nonché i costi per l’acquisto e la preparazione dei prodotti. I dati AstraRicerche mostrano che i filetti di merluzzo freschi “costano” il 49% in più dei surgelati, percentuale che tocca il 60% se si considera anche il valore dello spreco alimentare. Analogamente, i fagiolini – che nella versione fresca, necessitano di essere puliti e tagliati alle estremità – superano del 53% il “valore economico” del surgelato (se non tenessimo conto dello spreco, sarebbe comunque +44%). Per quanto riguarda le patate fritte, se è vero che il prodotto fresco ha un prezzo più basso di acquisto rispetto al surgelato, è altrettanto sicuro che richiede impegno e tempo per la pelatura e il taglio e un maggiore dispendio di energia per la cottura; ne deriva, a conti fatti, che il fresco costa l’8% in più del surgelato, che arriva al 12% se si considera lo spreco alimentare, piuttosto comune nel caso delle patate. Per la pizza margherita, si ottiene un sostanziale pareggio tra surgelata e “fatta in casa”, considerando tempi e costi complessivi di entrambe; il vantaggio è invece netto rispetto alla versione delivery. Infine, per preparazioni più complesse come la paella di pesce e verdure, la convenienza del surgelato vs. fresco è inequivocabile: tenuto conto del costo degli ingredienti e dell’impegno e del tempo richiesto per la preparazione, il fresco costa il 246% in più del surgelato (se non considerassimo il valore dello spreco, sarebbe comunque +229%).

Consumatori informati, ma non su tutto
Cresce, dunque, la consapevolezza dei consumatori sull’elevato valore qualitativo dei frozen food e sulla loro “convenience” anche economica, ma permangono ancora alcune credenze erronee sul comparto, su cui è necessario fare corretta informazione. Oggi la maggioranza degli italiani (68,4%) ha imparato che ‘congelato’ e ‘surgelato’ indicano due prodotti differenti, ma circa 2 italiani su 10 li considerano ancora la stessa cosa, in particolare i più giovani (26% GenZ e 28% Millennials). Circa 1 italiano su 2 non sa che non è possibile acquistare prodotti surgelati sfusi, perché devono sempre essere pre-confezionati e il 35,5% non sa che è a casa è possibile solo congelare, non surgelare. Quanto ai metodi migliori di scongelamento, circa 1 italiano su 3 – a torto – considera corretto lasciare scongelare il prodotto a temperatura ambiente e solo il 15% degli italiani sa che un prodotto scongelato può essere ricongelato solo a patto che prima venga cotto. Sul pesce surgelato ci sono più certezze: il 36% del campione sa che i prodotti ittici surgelati mantengono inalterate le caratteristiche nutrizionali dei freschi e sono addirittura più sicuri, perché accuratamente controllati; a questi si aggiunge un ulteriore 26,3% che sostiene non ci siano differenze tra pesce fresco e frozen in termini nutrizionali. Parlando, invece, di verdure surgelate, il 56,3% sa che hanno caratteristiche analoghe a quelle fresche; ma solo il 40,1% afferma che non contengono conservanti.

“In realtà in nessun alimento surgelato, per legge, è possibile aggiungere conservanti allo scopo di prolungarne la vita” precisa ancora Giorgio Donegani. È proprio il freddo a garantire la lunga conservazione di questi prodotti. Parlando di additivi aggiunti, altra fake news da sfatare riguarda la credenza per la quale le verdure surgelate avrebbero un colore brillante grazie all’uso di coloranti. Questo avviene solo perché, prima della surgelazione, gli ortaggi vengono sottoposti ad un adeguato trattamento termico (blanching) necessario per disattivare gli enzimi che ne potrebbero causare il deterioramento ed è così che si fissa il colore naturale, che risulta ancora più brillante. Su questo tema registriamo un dato davvero positivo: finalmente oggi circa la metà del campione che abbiamo intervistato dimostra di esserne a conoscenza”.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare