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Surgelati da record, nel 2023 superato il milione di tonnellate

Hanno superato il milione di tonnellate i prodotti surgelati consumati nel 2023 (1.016.358), con una lieve crescita a volume rispetto al 2022 (+0,14%), facendo così segnare un nuovo massimo storico di consumo pro capite annuo che, per la prima volta, supera la barriera dei 17 chili, attestandosi a 17,2 (+2,4% vs. il 2022), per un valore di mercato pari ai 5,8 miliardi di euro, in crescita rispetto agli oltre 5,4 miliardi dell’anno precedente (+6,5%). Questi i numeri hanno spinto il comparto dei surgelati a raggiungere vette mai toccate prima: trainato dal fuori casa, il segmento ha registrato una crescita del +5,3% rispetto all’anno precedente, compensando sia la piccola diminuzione del retail (-1,1%) sia quelle, più significative, del door-to-door (-8%) e dell’e-commerce (-5%). I dati emergono dal “Rapporto Annuale sui Consumi dei prodotti surgelati”, realizzato da IIAS – Istituto Italiano Alimenti Surgelati, per fotografare l’andamento del comparto in Italia nell’ultimo anno.

“Il 2023 è stato un anno di sfide titaniche: dall’approvvigionamento delle materie prime, ostacolato nei primi mesi dell’anno da eventi climatici estremi come la siccità, alle gravi difficoltà incontrate nella logistica e nei trasporti a livello globale, fino all’implacabile aumento dell’inflazione, particolarmente penalizzante nel comparto alimentare”, spiega il Presidente di IIAS, Giorgio Donegani. “Nonostante queste criticità, il 2023 si è chiuso positivamente, grazie soprattutto alla forte spinta data dal Fuoricasa, che ha riequilibrato il gap creatosi con il Retail, dopo l’uscita definitiva dal biennio dei lockdown (2020-2021) che aveva portato a un boom eccezionale dei consumi domestici (+14% nel 2021 rispetto al 2019). Le rilevazioni condotte sui primi cinque mesi del 2024 rivelano un dato incoraggiante anche in relazione al retail, che indica l’ottima tenuta degli acquisti con un lievissimo calo a volume del -0,5% rispetto all’anno precedente (-1,1%). Un dato positivo che non stupisce, dato l’apprezzamento ormai unanime degli italiani verso questi prodotti”.

Surgelati: un valore di mercato che ha raggiunto i 5,8 miliardi di euro
Nel 2023, i consumi di surgelati tra le mura domestiche hanno raggiunto le 644.075 tonnellate e nel Fuoricasa hanno toccato quota 295.812. Se si aggiungono anche le 66.971 del “door to door” e le 9.500 dell’e-commerce, si capisce come nel comparto frozen sia stato registrato lo scorso anno un nuovo massimo storico, oltrepassando la soglia del milione di tonnellate consumate, per un valore di mercato pari a 5,8 miliardi di euro (+6,5% vs. il 2022). A conferma della forza crescente del settore che, nonostante le numerose criticità incontrate negli ultimi anni (dalla pandemia alla crisi energetica, dal boom dei prezzi delle materie prime all’inasprirsi delle relazioni internazionali), ha manifestato una grande stabilità. Infatti, sebbene il canale retail abbia registrato una leggera diminuzione a volume vs. il 2022 (-1,1%) – largamente anticipata dopo anni di espansione eccezionale – la diffusione dei prodotti surgelati tra le famiglie italiane è rimasta comunque alta, con un aumento nei consumi domestici di quasi dieci punti percentuali (+9,4%) rispetto ai livelli pre-pandemici (2019).

Trend consumi: sul podio le patate insieme a vegetali e ittici surgelati
Scendendo nel dettaglio dell’analisi delle singole categorie merceologiche, anche nel 2023 troviamo a confermare la propria leadership per volumi consumati nel retail, i vegetali, con oltre 215.000 tonnellate (nonostante una lieve diminuzione rispetto al 2022 del-1,9%). I vegetali preparati (con 22.380 tonnellate) registrano invece una performance pienamente positiva, conquistando un +3,7% vs. il 2022 e ribadendo, ancora una volta, il ruolo dei vegetali surgelati come ‘comfort food’, scelti per la loro capacità di soddisfare la richiesta di benessere e di elevati contenuti nutrizionali che da sempre li accompagnano. Gusto e facilità di preparazione sono invece le prerogative che hanno spinto le patate surgelate al secondo posto tra le preferenze degli italiani. Nel 2023, le patate hanno registrato la performance più positiva del comparto, con circa 110.500 tonnellate acquistate e una crescita del +8% vs. 2022 (102.400 tonnellate).

Sicuri, nutrienti e facili da preparare, i prodotti ittici surgelati conquistano il terzo posto del podio, toccando le 92.500 tonnellate, tra ittico preparato panato (oltre 33.000 tonnellate) e pesce naturale (59.000). Seguono, al quarto posto in classifica, i piatti pronti, ossia primi e secondi piatti, contorni ricettati e alimenti con proteine vegetali, che si attestano su oltre 66.600 tonnellate (registrando un lieve calo del -1,1% rispetto alle quasi 67.500 tonnellate del 2022). L’alta qualità degli ingredienti, le ricettazioni sia tradizionali sia innovative, la velocità di preparazione e l’attenzione all’equilibrio nutrizionale si confermano i fattori chiave del loro successo tra le famiglie italiane.

Discorso a parte meritano le pizze surgelate: se da un lato, nel 2023 hanno raggiunto le 63.500 tonnellate, con una diminuzione del -6,2% rispetto alle quasi 68.000 tonnellate del 2022; dall’altro, tale riduzione è da ascriversi essenzialmente alla ripresa dei consumi fuori casa. Va comunque segnalato come questo segmento prosegua nell’innovazione introducendo, ad esempio, nuovi formati e ingredienti, per restare al passo con le diverse esigenze dei consumatori. Da non dimenticare, infine, sono le specialità salate (pancake e altri prodotti), che hanno mantenuto quota 33.300 tonnellate (con una lieve diminuzione dello 0,5% rispetto alle 33.400 tonnellate del 2022) e le carni surgelate, con 15.700 tonnellate nel 2023 (-3% vs. 2022). Tra gli altri segmenti, spicca la performance positiva di pane e paste surgelate, che hanno registrato un aumento del +1,3% vs. il 2022, raggiungendo oltre 5.730 tonnellate.

“Come dimostrano i dati del nostro Annual Report, negli ultimi anni i surgelati hanno dimostrato di essere ottimi ‘alleati’ dei consumatori in ogni occasione – aggiunge Donegani. Tra le ragioni alla base di questo apprezzamento ci sono anche il gusto e la convenienza economica che questi prodotti garantiscono, come confermano le evidenze emerse da due recenti ricerche che abbiamo condotto quest’anno, per la prima volta, con la società AstraRicerche. È emerso infatti che per oltre la metà degli italiani, al palato i prodotti surgelati risultano preferiti ai freschi per bontà, consistenza e percezione di freschezza: lo sostengono i risultati di un ‘Blind Taste Test’, secondo cui per il 61% degli intervistati il gusto del minestrone surgelato è migliore del fresco; per il 64% lo è quello del merluzzo e per il 66% i fagiolini in versione frozen sono più buoni dei freschi. Anche in termini di convenienza economica, i surgelati hanno abbattuto un vecchio tabù, rivelandosi meno costosi dei freschi: come confermano le rilevazioni effettuate, se si considera il loro valore totale (risultante dalla somma di: costi d’acquisto + tempi di preparazione + valore dello spreco alimentare), i fagiolini freschi, ad esempio, “costano” il 53% in più dei surgelati; i filetti di merluzzo il 60% in più; e per preparazioni più complesse come la paella, si arriva addirittura a una differenza del 246% a favore del prodotto frozen” conclude il Presidente di IIAS.

Move to -15°C: Findus riduce la Co2 aumentando la temperatura dei surgelati

L’aumento delle temperature di conservazione degli alimenti surgelati può ridurre significativamente le emissioni di carbonio e i relativi costi, senza compromettere la sicurezza o la qualità dei prodotti: a dirlo è un recente studio, durato diciotto mesi, svolto da Nomad Foods, azienda proprietaria di Findus e attiva nel settore dei surgelati. I risultati dimostrano nello specifico come conservare gli alimenti surgelati a -15°C, invece dello standard industriale di -18°C (zero gradi Fahrenheit), possa ridurre il consumo energetico dei congelatori del 10-11%, senza alcun impatto sulla sicurezza, la consistenza, il gusto o il valore nutrizionale dei prodotti.

Lo studio ha analizzato 9 prodotti surgelati: pollo, pesce panato, pesce al naturale, verdure, alimenti a base vegetale e pizza. Sono state testate 4 temperature (da -18°C a -9°C) e 8 macro-aree, tra cui sicurezza alimentare, consistenza, nutrizione, uso energetico e impatto degli imballaggi. I risultati non hanno mostrato cambiamenti significativi nei prodotti a -15°C rispetto a -18°C, tranne per gli alimenti vegetali nei quali, una volta superata la data di scadenza, si è registrata una diminuzione della vitamina C. Nomad Foods è anche il primo produttore alimentare ad aderire all’iniziativa Move to -15°C, presentata alla COP28 e dedicata alla riduzione delle emissioni di carbonio nella catena di approvvigionamento degli alimenti surgelati.

Consapevole che un vero cambiamento nelle temperature di conservazione dei surgelati è possibile solo attraverso una sinergica collaborazione tra aziende, il CEO di Nomad Foods, Stéfan Descheemaeker, invita anche gli altri produttori di surgelati a unirsi al movimento. “Sappiamo che gli alimenti surgelati reagiscono molto bene a metodi di conservazione alternativi in termini di emissioni di carbonio. I risultati del nostro ultimo studio con Campden BRI sottolineano il ruolo chiave che gli alimenti surgelati hanno nel ridurre l’impatto sul cambiamento climatico nell’industria alimentare. Tuttavia, per non agire da soli, stiamo invitando altri produttori di alimenti surgelati a unirsi a noi e a “Move to -15°C”, per garantire che tutta la gamma di prodotti nella categoria dei surgelati sia testata a temperature più elevate. A 100 anni dall’invenzione del congelamento rapido, il suo inventore Clarence Birdseye sarebbe molto orgoglioso delle innovazioni del settore degli alimenti surgelati per fronteggiare la più grande sfida mondiale: il cambiamento climatico”.

Italiani fedeli ai surgelati: 9 su 10 li portano in tavola preferendoli ai freschi

Gli italiani amano i prodotti surgelati: il 99% dichiara di consumarli e il 53% lo fa abitualmente. I frozen food dimostrano di essere apprezzati su tutto il territorio nazionale, con percentuali leggermente più elevate al Nord-ovest (55%) e tra la Generazione X (57%). Positivo anche il trend di consumo dei surgelati negli ultimi cinque anni: è aumentato per 4 italiani su 10 (39,3%), in particolare uomini (43%), giovani (50% GenZ e 45% Millennials) e famiglie con figli piccoli (48%). Un consumo consapevole, avvalorato dall’elevato livello qualitativo riconosciuto oggi ai frozen food: al palato, oltre la metà degli italiani apprezza i prodotti surgelati per bontà, consistenza e percezione di freschezza. E i dati confermano anche la loro convenienza economica: se si considera il costo totale – che comprende prezzo del prodotto, tempi e costi di preparazione e valore del cibo sprecato – i surgelati consentono rispetto ai freschi un risparmio notevole (dal 12% delle patate fritte al 246% di differenza per preparazioni più complesse come la paella). Sono questi gli highlights dell’indagine condotta da AstraRicerche per IIAS (Istituto Italiano Alimenti Surgelati), che ha fotografato il rapporto tra italiani e surgelati, analizzando anche la reale percezione di questi prodotti in termini di gusto e calcolando per la prima volta il loro effettivo “valore economico”, non solo in termini di costi ma anche di tempo risparmiato e lotta allo spreco alimentare.

Surgelati: quali, quando e perché gli italiani li scelgono
Secondo i dati AstraRicerche, il 39,3% degli intervistati ha incrementato negli ultimi 5 anni l’acquisto di frozen food. Ma perché ne consumiamo sempre più? Per la loro comodità (lo dichiarano quasi 8 italiani su 10, soprattutto donne e baby boomers), cioè perché pratici da conservare (66,4%) o sempre disponibili in freezer (49,7%); ma anche per variare l’alimentazione (34%) e per la forte valenza antispreco (27,3%). Sono i prodotti ittici la tipologia di surgelati che gli italiani dichiarano di acquistare più spesso (30,2%), scelti soprattutto al sud e seguiti dai vegetali (27,4%), apprezzati dalle donne baby boomers; poi pizze e snack (15,4%) con un picco tra i giovani gen Z, e patate (13,6%). I pasti a casa, nella quotidianità familiare di pranzi e cene, restano la principale occasione di consumo di surgelati per la maggioranza degli italiani (68,7%), ma c’è chi li sceglie anche nel weekend o per il ‘pranzo della domenica’, per portare in tavola qualcosa di buono e diverso in poco tempo (14,7%).

I consumatori preferiscono “al buio” i surgelati
Sfatata anche una vecchia credenza che attribuiva ai surgelati un sapore meno gustoso rispetto a quello degli analoghi prodotti freschi: oggi, pure in termini di gusto, consistenza e percezione di freschezza, oltre la metà degli intervistati preferisce gli alimenti surgelati ai freschi. È quanto emerso dal “blind taste test”, condotto per IIAS da AstraRicerche su un campione di 180 comuni consumatori, ai quali è stato sottoposto l’assaggio “al buio” di tre prodotti: minestrone, filetti di merluzzo e fagiolini, nelle due versioni (fresco e surgelato), preparate in modo identico per renderle non distinguibili a livello visivo, e presentate in ordine casuale bilanciato, per non condizionarne il giudizio. In termini di gusto e piacevolezza al palato, il 61% degli intervistati ha preferito il minestrone surgelato rispetto al fresco; il 64% ha trovato più gustoso il merluzzo surgelato del fresco e il 66% ha ritenuto i fagiolini in versione frozen migliori dei freschi. In generale, tra il 48% e il 68% del campione ha espresso voti superiori per il surgelato rispetto all’analogo prodotto fresco assaggiato. A testimonianza del fatto che quasi due terzi degli intervistati – non sapendo cosa stessero consumando – hanno preferito il surgelato per qualità, gusto, freschezza o consistenza.

“Gli ottimi risultati emersi dal blind test a favore dei frozen food – sottolinea Giorgio Donegani, Presidente IIAS – stridono in modo eclatante anche con l’immotivata persistenza, nella legislazione italiana, dell’obbligo di apporre un asterisco accanto agli alimenti surgelati nei menù dei ristoranti. L’asterisco è di fatto un’informazione retaggio di un mondo passato che non esiste più, che poggiava sull’implicita convinzione che un alimento surgelato fosse un prodotto di qualità inferiore rispetto al fresco. Una concezione ormai palesemente superata e anacronistica che finisce solo per penalizzare questi prodotti, che invece i consumatori prediligono”.

Surgelati, campioni di convenienza… anche economica
AstraRicerche ha analizzato per IIAS anche l’effettivo “value for money” dei surgelati rispetto agli analoghi freschi, prendendo in esame 5 prodotti specifici rappresentativi delle principali categorie del comparto dei surgelati: i fagiolini, le patate fritte, i filetti di merluzzo, la pizza margherita e la paella. I risultati emersi confermano, in linea generale, la convenienza dei prodotti surgelati, considerata la somma del tempo e del cibo risparmiato nonché i costi per l’acquisto e la preparazione dei prodotti. I dati AstraRicerche mostrano che i filetti di merluzzo freschi “costano” il 49% in più dei surgelati, percentuale che tocca il 60% se si considera anche il valore dello spreco alimentare. Analogamente, i fagiolini – che nella versione fresca, necessitano di essere puliti e tagliati alle estremità – superano del 53% il “valore economico” del surgelato (se non tenessimo conto dello spreco, sarebbe comunque +44%). Per quanto riguarda le patate fritte, se è vero che il prodotto fresco ha un prezzo più basso di acquisto rispetto al surgelato, è altrettanto sicuro che richiede impegno e tempo per la pelatura e il taglio e un maggiore dispendio di energia per la cottura; ne deriva, a conti fatti, che il fresco costa l’8% in più del surgelato, che arriva al 12% se si considera lo spreco alimentare, piuttosto comune nel caso delle patate. Per la pizza margherita, si ottiene un sostanziale pareggio tra surgelata e “fatta in casa”, considerando tempi e costi complessivi di entrambe; il vantaggio è invece netto rispetto alla versione delivery. Infine, per preparazioni più complesse come la paella di pesce e verdure, la convenienza del surgelato vs. fresco è inequivocabile: tenuto conto del costo degli ingredienti e dell’impegno e del tempo richiesto per la preparazione, il fresco costa il 246% in più del surgelato (se non considerassimo il valore dello spreco, sarebbe comunque +229%).

Consumatori informati, ma non su tutto
Cresce, dunque, la consapevolezza dei consumatori sull’elevato valore qualitativo dei frozen food e sulla loro “convenience” anche economica, ma permangono ancora alcune credenze erronee sul comparto, su cui è necessario fare corretta informazione. Oggi la maggioranza degli italiani (68,4%) ha imparato che ‘congelato’ e ‘surgelato’ indicano due prodotti differenti, ma circa 2 italiani su 10 li considerano ancora la stessa cosa, in particolare i più giovani (26% GenZ e 28% Millennials). Circa 1 italiano su 2 non sa che non è possibile acquistare prodotti surgelati sfusi, perché devono sempre essere pre-confezionati e il 35,5% non sa che è a casa è possibile solo congelare, non surgelare. Quanto ai metodi migliori di scongelamento, circa 1 italiano su 3 – a torto – considera corretto lasciare scongelare il prodotto a temperatura ambiente e solo il 15% degli italiani sa che un prodotto scongelato può essere ricongelato solo a patto che prima venga cotto. Sul pesce surgelato ci sono più certezze: il 36% del campione sa che i prodotti ittici surgelati mantengono inalterate le caratteristiche nutrizionali dei freschi e sono addirittura più sicuri, perché accuratamente controllati; a questi si aggiunge un ulteriore 26,3% che sostiene non ci siano differenze tra pesce fresco e frozen in termini nutrizionali. Parlando, invece, di verdure surgelate, il 56,3% sa che hanno caratteristiche analoghe a quelle fresche; ma solo il 40,1% afferma che non contengono conservanti.

“In realtà in nessun alimento surgelato, per legge, è possibile aggiungere conservanti allo scopo di prolungarne la vita” precisa ancora Giorgio Donegani. È proprio il freddo a garantire la lunga conservazione di questi prodotti. Parlando di additivi aggiunti, altra fake news da sfatare riguarda la credenza per la quale le verdure surgelate avrebbero un colore brillante grazie all’uso di coloranti. Questo avviene solo perché, prima della surgelazione, gli ortaggi vengono sottoposti ad un adeguato trattamento termico (blanching) necessario per disattivare gli enzimi che ne potrebbero causare il deterioramento ed è così che si fissa il colore naturale, che risulta ancora più brillante. Su questo tema registriamo un dato davvero positivo: finalmente oggi circa la metà del campione che abbiamo intervistato dimostra di esserne a conoscenza”.

Bastoncini Findus, un prodotto transgenerazionale che continua a piacere

Il 79,3% dei consumatori apprezza i bastoncini di pesce Findus, dai giovani della GenZ (82%) ai Millennials (81%), oltre alle famiglie con bambini sotto i 10 anni (88%) e quelle con adolescenti tra gli 11 e i 19 anni (86%). A dirlo è “Dal freezer alla tavola: abitudini di consumo di pesce surgelato e bastoncini”, la ricerca che Findus ha commissionato ad AstraRicerche e che ha analizzato le abitudini di consumo degli italiani riguardo al pesce surgelato, con un focus particolare proprio sui bastoncini.

Tutti concordi sul fatto che, quando si tratta di associare i bastoncini di pesce surgelato ad una marca, la leadership è indiscutibilmente detenuta da Findus con ben il 78,9% degli intervistati che li associa allo storico marchio e l’89% dei consumatori di bastoncini di pesce surgelato che li sceglie. L’affetto verso questo prodotto è testimoniato anche da Capitan Findus, simbolo senza tempo associato al marchio, che continua a incantare e ispirare i consumatori con le sue mille avventure.

“Quello dei bastoncini è un mercato che è stato creato proprio da Findus nel lontano 1967. Oggi un vero e proprio “cult” amati e apprezzati da 5 milioni di famiglie italiane” ha commentato Renato Roca, Country Manager Findus Italia. “Grazie alla loro capacità di rendere il consumo di pesce gustoso e divertente, si sono affermati come un elemento unificante e intergenerazionale, che a tavola mette d’accordo sia adulti che bambini. Solo nel 2023 ne sono stati prodotti 7 mila tonnellate pari a circa 280 milioni di pezzi destinati al mercato nazionale. Così tanti da riempire 63 campi da calcio o fare due volte il giro della luna. Interamente prodotti nella sede di Cisterna di Latina, nel Lazio, sono un pilastro fondamentale per l’azienda, contribuendo al 30% del fatturato del nostro portfolio «Pesce».”

Un comparto, quello dell’ittico surgelato che ha avuto un buon rendimento: secondo IIAS nel 2023 sono state consumate 92.372 tonnellate di pesce, con un incremento del +2,25% (rispetto alle 90.335 del 2019). Alla luce del contesto economico attuale, caratterizzato da una riduzione del potere di acquisto delle famiglie italiane, Findus si fa promotore di un’operazione di riduzione dei prezzi di cessione a clienti e distributori. Per la prima volta nella storia dell’azienda è stato applicato da febbraio il taglio del prezzo di cessione agli esercenti del 20% su uno dei propri prodotti simbolo: i Bastoncini Findus. Un’operazione che interessa l’intero territorio nazionale e che sta avendo già un riscontro positivo da parte della grande distribuzione.

Dal passato al futuro
I bastoncini Findus hanno un posto speciale nei cuori degli italiani, radicati nel passato di molte famiglie e adatti a soddisfare i gusti mutevoli delle diverse epoche. Secondo la fotografia scattata da AstraRicerche per conto di Findus, la stragrande maggioranza di coloro che consumano o hanno consumato i bastoncini li associa ai ricordi dei pasti della gioventù, con un 89,5% che li ricorda nei momenti felici dell’infanzia. Circa il 90% li consumava, spesso o occasionalmente. Non sono solo una tradizione del passato, ma un prodotto che attraversa le generazioni: oggi il 95,2% dei genitori intervistati afferma di servirli anche ai propri figli. Circa un terzo dei consumatori li inserisce nella propria alimentazione ogni settimana (31,1%), preferenza particolarmente alta tra gli uomini della Gen Z (40%), donne Millennials/Gen Y (37%) e le famiglie con figli tra gli 0 – 10 anni (40%) e adolescenti tra 11-19 anni (38%).

Gli abbinamenti preferiti
I bastoncini si servono prevalentemente con un contorno di verdure, abbinamento preferito dal 63,2% del campione, ma è molto apprezzato anche con un contorno di patatine fritte, scelte dal 38,5% dei consumatori, mentre il 24,4% li serve da soli e il 21,4% preferisce accompagnarli con salse e diversi condimenti. “Il pesce è una buona fonte di proteine di ottima qualità, vitamine preziose come la D e la B12 e minerali altrove rari come lo iodio e il selenio. È inoltre la fonte migliore dei grassi Omega-3 che svolgono diverse funzioni protettive nell’organismo, essenziali per la salute del cuore, del cervello e degli occhi. Il pesce surgelato è una valida opzione perché mantiene la maggior parte dei benefici nutrizionali del pesce fresco, offrendo vantaggi aggiuntivi in termini di sicurezza e comodità – ha commentato Elisabetta Bernardi, Nutrizionista, Biologa, Specialista in Scienza dell’Alimentazione – I bastoncini di pesce possono essere un ottimo modo per incoraggiare i bambini a mangiare più pesce, contribuendo a una dieta equilibrata. Accompagnati da un contorno di verdure costituiscono un piatto bilanciato. Rispetto ad altre fonti di proteine, i bastoncini di pesce contengono tipicamente meno grassi saturi e calorie. Anche i metodi di cottura sono importanti: cuocere i bastoncini di pesce al forno invece che friggerli, può mantenere maggiormente il loro valore nutrizionale e contenere le calorie.”

Capitan Findus
La storia dei bastoncini si intreccia con quella del celebre Capitan Findus, uno dei personaggi più riconoscibili e amati nel panorama italiano, che debutta sullo schermo nel 1967 in Inghilterra e che nelle mille avventure a bordo del suo veliero, condivide da sempre la stessa passione per la semplicità e per un gusto genuino, per crescere i “Capitani di domani”. La sua figura è una delle più riconoscibili nel panorama italiano. Stando ai dati raccolti, quasi la totalità (97,9%) degli italiani afferma di conoscere Capitan Findus. Inoltre, emerge come il più indicato tra i personaggi più simbolici della storia della pubblicità italiana con il 79,1% delle preferenze e il più scelto in assoluto dal 35,5% degli intervistati. Descritto principalmente come un “lupo di mare” dal 49,3% (un dato che spicca soprattutto tra i Baby Boomers, con il 62%), i tratti più strettamente associati a lui quando parliamo di valori sono affidabilità (92,5%), qualità (90,8%) e sicurezza (90,4%). Inoltre, il legame con una linea da sempre presente in tavola (88,9%), il gusto (87,8%) e la capacità di innovarsi e rinnovarsi nel tempo (85,2%), sono aspetti che contribuiscono alla sua popolarità, insieme alla considerazione della sostenibilità ambiente (82,8%). Non tutti sanno che oggi la figura del Capitano è riconosciuta in oltre 14 Paesi: in Inghilterra è il celebre Captain Birds Eye, in Germania e in altri Paesi del nord Europa è conosciuto come Capitan Iglo. L’attore che lo interpreta, sia in Italia che in diversi Paesi europei, è l’italiano Riccardo Acerbi.

Un’installazione alta 6 metri
Dal 6 al 10 marzo, in Piazza Gae Aulenti, in Portanuova, a Milano, un’installazione gigante alta ben 6 metri celebrerà il famoso Capitan Findus in tutta la sua maestosità, promette di catturare l’attenzione di passanti e turisti, trasportandoli nel mondo delle sue mille avventure, regalando un’esperienza visiva unica nel suo genere. La gigante raffigurazione è solo una delle tante iniziative previste per rendere omaggio al Capitano. Findus lancia infatti, anche “Le avventure del Capitano”, la consumer promo con un partner d’eccezione: Playmobil. Grazie alla nuova promozione instant win fino al 31 maggio 2024 è possibile, acquistando Bastoncini e pesce panato del brand Capitan Findus, vincere subito uno degli oltre 2000 personaggi Playmobil raffiguranti il Capitano. A supporto di questa promozione, Findus ha pianificato anche una campagna di comunicazione integrata sui canali TV e digital. Un sito web dedicato, leavventuredelcapitano.it, accompagnerà l’iniziativa, offrendo agli appassionati la possibilità di scoprire storie, contenuti esclusivi e tanto altro. Non solo un evento visivo straordinario quindi, ma anche un’occasione per riflettere sul significato culturale e sociale di personaggi come il Capitan Findus, che hanno fatto parte dell’immaginario collettivo di intere generazioni e continuano ancora a sorprendere.

Bofrost continua a crescere e chiude il 2023 a 300 milioni di euro

Con 300 milioni di euro di fatturato (+1% rispetto all’anno commerciale precedente) Bofrost Italia chiude il bilancio 2023-24, continuando la crescita registrata a partire dal 2020, anno in cui la pandemia ha segnato l’affermarsi della spesa a domicilio fra le abitudini dei consumatori italiani.

Tra le strategie di crescita previste per i prossimi mesi, il miglioramento nel servizio, a oggi premiato da oltre 1 milione di famiglie clienti; l’arricchimento del catalogo, nel quale entrano ogni anno oltre 100 novità tra surgelati e freschi, con grande attenzione a ingredienti e fornitori italiani; investimenti nella logistica e nelle filiali, nel segno della sostenibilità; crescita occupazionale con 200 nuovi inserimenti previsti nel prossimo anno tra venditori e promoter.

“L’anno commerciale 2023-24 ha visto Bofrost affermarsi nella vendita a domicilio non solo dei prodotti surgelati, il nostro settore storico, ma anche dei freschi, che in pochi anni sono arrivati a rappresentare il 10% del nostro fatturato” commenta l’Amministratore Delegato di Bofrost Italia Gianluca Tesolin. “Siamo in grado di portare agli italiani una spesa alimentare completa, con un’altissima qualità del servizio, grazie alla nostra logistica e alla professionalità dei nostri venditori e venditrici che, con l’aiuto degli strumenti digitali in dotazione, sono in grado di interpretare al meglio le esigenze di ogni cliente, mettendo in campo un approccio davvero tailor made”.

A caratterizzare il 2023 di Bofrost anche importanti sperimentazioni, come l’apertura dei primi due Bofrost City Point in centro a Milano: offrono servizi di vendita, somministrazione e asporto e sono diventati importanti punti di contatto con la clientela della metropoli. Un nuovo format che nei prossimi mesi si svilupperà ulteriormente con eventi e degustazioni.

Varietà del catalogo, tante opzioni d’acquisto (door to door, telefono, sito, app) e comodità della consegna a casa con la sicurezza del mantenimento della catena del freddo sono i principali punti di forza di Bofrost. “Un fattore sempre più determinante – continua Tesolin – è la capacità personalizzare la nostra proposta per una clientela che ha gusti e abitudini diversificati. I trend sono in continua evoluzione: c’è grande apprezzamento per le proposte che richiamano le tradizioni regionali e che valorizzano ingredienti regionali, DOP e IGP; c’è la richiesta di alternative a base vegetale, senza glutine, senza lattosio; ma c’è anche la curiosità di scoprire sapori nuovi e piatti internazionali. Per interpretare questi trend è necessario creare una comunicazione personalizzata per ogni cliente, a partire da un lavoro di analisi su una grande quantità di dati, per condurre il quale abbiamo utilizzato anche nuove soluzioni basate sull’intelligenza artificiale. Ciò che ne esce va poi “messo a terra” tramite ciò che da sempre ci contraddistingue, cioè il fattore umano: alla base del nostro successo c’è la relazione diretta con i clienti curata dalla nostra rete di venditori e venditrici, attentamente formati e dotati di strumenti digitali avanzati per gestire la clientela e gli ordini”.

Per questo Bofrost investe fortemente nelle persone: per il 2024-25 sono in programma 200 nuovi inserimenti in tutta Italia tra venditori e promoter. In cantiere anche il potenziamento delle filiali, con nuove aperture e investimenti infrastrutturali all’insegna del risparmio energetico, e il continuo affinamento della logistica e delle soluzioni per la mobilità, sempre in ottica sostenibile.

Surgelati re del retail: nel 2023 consumate 645 mila tonnellate

Nel 2023 il comparto dei prodotti surgelati ha confermato la propria solidità registrando una tenuta dei consumi tra le mura domestiche che hanno raggiunto quota 645 mila tonnellate. Un dato incoraggiante questo, soprattutto se rapportato al pre pandemico 2019, quando il consumo di frozen food si era attestato a 589 mila tonnellate. Negli anni successivi il consumo di prodotti surgelati è cresciuto a un ritmo senza precedenti, per poi stabilizzarsi su livelli elevati: una larga fetta di italiani infatti li ha introdotti abitualmente nella propria alimentazione o ne ha aumentato il consumo, grazie alle loro proprietà intrinseche e irrinunciabili.

In termini percentuali i dati (anticipati da IIAS – Istituto Italiano Alimenti Surgelati, in occasione del “Frozen Food Day” che si celebrerà il prossimo 6 marzo) mostrano infatti una crescita a volume del comparto frozen del +9,4% rispetto ai consumi domestici 2019. Un valore che evidenzia una spinta positiva del comparto, a fronte di una serie di forti criticità che, nell’ultimo triennio, hanno colpito non solo il settore alimentare, ma l’intera economia italiana e mondiale: dal Covid alla crisi energetica, dal boom dei prezzi delle materie prime all’inasprirsi delle relazioni internazionali. Un dato complessivamente positivo che, se valutato rispetto al 2022, mostra solo una leggera flessione a volume nel retail pari al -1,2% – largamente prevista dopo anni di crescita record e continuativa e a seguito della ripresa dei consumi fuori casa post pandemia – confermando una tenuta del mercato non scontata, che dimostra ancora una volta quanto i prodotti surgelati siano divenuti ottimi ‘alleati’ dei consumatori italiani in ogni occasione e che si prevede possa essere facilmente compensata anche da una plausibile crescita nei consumi di frozen food al di fuori della mura domestiche.

“Il 2023 è stato un anno con non poche difficoltà: dai problemi di approvvigionamento delle materie prime, registrati nei primi mesi dell’anno e provocati da eventi climatici estremi (come la siccità), alle notevoli criticità incontrate dalla logistica e dai trasporti a livello globale, fino al perdurare dell’inflazione, soprattutto nel comparto alimentare”, commenta Giorgio Donegani, Presidente IIAS. “Nonostante questo contesto, il comparto dei frozen food ha mostrato una solida tenuta: a fronte di una leggera frenata del canale retail – peraltro ampiamente attesa dopo anni di aumenti senza precedenti – l’indice di penetrazione dei surgelati negli acquisti delle famiglie italiane si è mantenuta su livelli ragguardevoli, con una crescita di quasi dieci punti percentuali (+9,4%) rispetto agli anni pre-pandemici, confermando come i frozen food siano ormai stabilmente diventati parte integrante del carello della spesa degli Italiani”, conclude Donegani.

I surgelati più apprezzati
I vegetali si confermano al primo posto, frutto di scelte alimentari sempre più consapevoli ed equilibrate. Con 215.695 tonnellate consumate nel 2023 (rispetto alle 213.345 del 2019), i vegetali sono cresciuti del +1,1%, dimostrandosi un valido alleato di chi guarda al benessere e a elevati contenuti nutrizionali, ma anche di chi è propenso a scegliere sempre più proteine a base vegetale. Seguono, con 110.532 tonnellate, le patate, che registrano la crescita più significativa in termini numerici: con un +35,8% sul 2019 (quando i consumi avevano raggiunto le 81.393 tonnellate). Un prodotto amato tanto per il gusto quanto per la praticità di preparazione. Al terzo posto figura il pesce surgelato (naturale e panato), che ha raggiunto quota 92.372 tonnellate, con un incremento del +2,25% rispetto alle 90.335 tonnellate del 2019. I prodotti ittici frozen si sono fatti apprezzare dai consumatori in quanto sicuri, salutari, nutrienti, sempre disponibili, facili da preparare e trasparenti grazie alla completezza delle informazioni presenti sulle confezioni.

Da evidenziare, nel 2023, anche il boom ottenuto dai piatti pronti surgelati, con un trend di crescita nei consumi domestici del +34,3% fra il 2019 e il 2023. L’alta qualità degli ingredienti, le ricettazioni tradizionali ma anche innovative, la velocità nelle modalità di preparazione e l’attenzione all’equilibrio nutrizionale sono alcuni dei fattori che hanno fatto di questa categoria la migliore risposta ai nuovi stili di vita delle famiglie italiane, che lasciano sempre meno spazio alle preparazioni domestiche.

Discorso a parte merita il comparto delle pizze surgelate, dove a fronte di incrementi a due cifre nel 2020 / 2021, si è assistito ad un assestamento nel 2022 / 2023 essenzialmente dovuto alla ripresa dei consumi fuori casa. Da segnalare come negli ultimi anni questa categoria abbia proseguito con successo il suo cammino sulla strada dell’innovazione: l’offerta è divenuta sempre più varia, con l’introduzione di nuovi formati e ingredienti, l’uso di farine integrali o di kamut e le versioni senza glutine, per andare incontro anche alle esigenze dei consumatori con specifiche intolleranze.

“I dati 2023 relativi ai consumi domestici di surgelati testimoniamo come questi prodotti abbiano fatto un balzo in avanti tanto nella percezione quanto nelle scelte di acquisto dei consumatori italiani, che continuano a premiarli per le loro prerogative intrinseche: alta qualità organolettica, naturalità, disponibilità in tutti i mesi dell’anno, elevati contenuti nutrizionali, ampiezza e varietà dell’offerta, trasparenza delle informazioni in etichetta. Oggi e per il futuro, l’intero comparto è fortemente impegnato a garantire, alla crescente platea di consumatori sempre più propensi a portare abitualmente sulle proprie tavole prodotti surgelati, alimenti di alta qualità e con prezzi accessibili” conclude il Presidente IIAS.

Ferrero lancia i Nutella Croissant ed entra nel mercato dei surgelati dolci

È previsto per gennaio 2024 l’arrivo nei supermercati della Gdo dei Nutella Croissant, i croissant ripieni di Nutella che saranno disponibili in due versioni: ambient, pronti al consumo presso il banco panetteria, e frozen, disponibili nel banco dei surgelati per essere preparati a casa. Con questa novità il Gruppo Ferrero entra per la prima volta nel mercato dei surgelati dolci dedicati alla prima colazione.

I nuovi croissant presentano un impasto fragrante, studiato per garantire un equilibrio di gusto col ripieno di Nutella attraverso un processo tecnologico di produzione che prevede una lievitazione di oltre 100 minuti. L’impasto è sfogliato, preparato con lievito madre fresco, che contribuisce alla corretta alveolatura della pasta, e all’interno presenta un cuore di Nutella. Nelle panetterie della Gdo, i Nutella Croissant saranno riconoscibili grazie all’ostia che riproduce la forma del vasetto di Nutella. A casa basterà cuocere il prodotto nel forno ventilato a 170° per circa mezz’ora per gustarlo, accompagnandolo a colazione con latte, caffè o cappuccino e un frutto fresco.

I Nutella Croissant saranno presenti anche nel canale fuori casa, un percorso già iniziato alcuni anni fa con i Nutella Muffin e i dispenser di Nutella, ormai presenti in circa 20.000 bar.

Non più solo vendita porta a porta, Bofrost apre due locali a Milano

Bofrost Italia inaugura nel capoluogo lombardo due locali progettati per servire residenti e lavoratori delle aree centrali della città. I due punti Bofrost di via Plinio, 1 e via Cesare Correnti, 20 offrono dunque una nuova occasione di contatto tra l’azienda, attiva nella vendita a domicilio di specialità surgelate e fresche, e i clienti, che in Italia sono oltre un milione. In ciascuno di questi punti è attiva una cucina che prepara piatti che si possono degustare in loco, acquistare per asporto o ordinare per la consegna in tutta la città tramite Deliveroo, Just Eat e Glovo. È possibile inoltre acquistare le specialità confezionate del catalogo Bofrost: già da ora i surgelati, a breve arriveranno anche i freschi (anche questi prodotti, come i piatti cucinati, sono disponibili per il delivery).

“Abbiamo studiato questa novità per raggiungere una clientela metropolitana che è perfettamente in target con le proposte di Bofrost, caratterizzate da alta qualità ed elevata componente di servizio, adottando una formula che ben si sposa con le esigenze di chi lavora o risiede nel centro cittadino. Persone alla ricerca di una pausa pranzo diversa, veloce ma allo stesso tempo sana e gustosa, così come di modalità di asporto e delivery più adatte alla vita di città e alle spese micro” commenta Gianluca Tesolin, AD di Bofrost Italia.

Questo si affianca alla consueta modalità di acquisto e consegna di Bofrost, che si basa sul door to door curato dai venditori delle filiali, che gestiscono il portfolio di clienti fidelizzati a cui consegnano la merce a domicilio: “Una modalità che continuiamo a migliorare e potenziare per soddisfare le necessità legate alla spesa alimentare tradizionale delle famiglie. Nessuno stravolgimento del nostro modello, dunque, ma la volontà di soddisfare bisogni sempre più diversificati, affiancando soluzioni innovative a quelle già note e apprezzate” aggiunge Tesolin.

In ciascuno dei nuovi punti Bofrost a Milano lavorano due persone. Sono aperti dalle 10 alle 22, hanno alcuni posti a sedere ed è possibile acquistarvi i prodotti del catalogo frozen di Bofrost (oltre 400 specialità alimentari al naturale e ricettate). A breve è previsto inoltre l’arrivo dei freschi (come salumi e latticini). Per quanto riguarda le preparazioni della cucina per asporto, delivery e consumo in loco, viene offerta una selezione di primi piatti della proposta Business Food (perfetti anche per le pause pranzo in ufficio), verdure, piatti asiatici e dessert. Nei locali è possibile pagare anche con i più diffusi buoni pasto. Nelle prossime settimane Bofrost attiverà campagne social e di volantinaggio nelle zone interessate per far conoscere il servizio. L’esperienza milanese rappresenta uno dei primi test a livello europeo di questa formula. Se avrà successo, l’azienda è orientata a riproporla anche in altre aree metropolitane, per offrire un servizio sempre più tailor made e allineato alle abitudini e necessità di diverse tipologie di clienti.

Massimo storico nel consumo di surgelati nel 2022, il fatturato arriva a 5,3 miliardi di euro

La strategia legata alla razionalizzazione della spesa alimentare messa in atto dagli italiani nell’ultimo anno per far fronte all’inflazione ha premiato il comparto dei prodotti surgelati, che ha registrato così un nuovo massimo storico: nel 2022, i consumi hanno sfiorato il milione di tonnellate, raggiungendo quota 990.713, crescendo a volume del +1,2%, in controtendenza rispetto all’alimentare in generale (-4,4%). Il consumo pro capite ha registrato un nuovo record, con 16,8 kg di media di surgelati consumati a persona, contro i 16,6 del 2021. Determinante nella crescita il fuori casa che ha segnato un +17,1%, tornando protagonista dei consumi nel comparto frozen. A crescere è anche il fatturato del comparto surgelati (+9%), arrivato a 5,3 miliardi di euro.

“In uno scenario alimentare caratterizzato da non poche criticità, gli alimenti surgelati si confermano parte integrante delle scelte alimentari degli italiani”, afferma Giorgio Donegani, Presidente dell’Istituto Italiano Alimenti Surgelati. “Dopo il biennio pandemico e dei lockdown (2020-2021), che aveva portato a un boom dei consumi domestici di surgelati (+14% nel 2021 rispetto al 2019) e a un calo del fuori casa (-24% nello stesso periodo), il post-pandemia mostra un sostanziale riequilibrio dei pesi tra consumi domestici e fuori-casa di surgelati”.

Surgelati, valore di mercato a quota 5,3 miliardi di euro
Il 2022 sarà ricordato come l’anno della ripresa dei consumi del fuori casa di alimenti surgelati (+17,1% a volume), arrivati a quota 281.000 tonnellate. Un dato che compensa ampiamente la leggera diminuzione del retail (-2,5%, con 626.947 tonnellate) e quelle percentualmente più significative del door to door (-14,4%, con 72.766 tonnellate) e dell’e-commerce ( -9,1%, con 10.000 tonnellate). Il risultato finale è un saldo complessivo delle vendite a volume degli alimenti surgelati pari al +1,2%, in controtendenza rispetto all’andamento dei consumi alimentari in generale (-4,4%). “Nel 2022, in Italia, i consumi alimentari in generale sono diminuiti e ad essere più penalizzate sono state le famiglie più giovani e con figli piccoli, che hanno ridotto la spesa alimentare domestica del -3,6%”, ricorda Donegani.

Trend consumi: in cima alle preferenze degli italiani si confermano vegetali, ittici e patate
A confermare la propria leadership per volumi consumati nel retail, pur con una lieve diminuzione rispetto al 2021 (-1,2%), sono i vegetali, con oltre 208.000 tonnellate. Vegetali naturali (58.350 tonnellate / + 1,6%), piselli (49.400), zuppe e minestroni (48.700) e spinaci (32.700) risultano le merceologie più consumate. Apprezzati per la capacità di soddisfare la richiesta di benessere e di elevati contenuti nutrizionali, che da sempre accompagna il segmento. Da sottolineare le performance positive delle verdure miste (+3,7%), che hanno superato la soglia delle 10.000 tonnellate.

I prodotti ittici hanno sfiorato le 94.000 tonnellate consumate, tra preparato panato (quasi 34.000 tonnellate) e pesce naturale (60.000), con una diminuzione del -7,8% rispetto alle oltre 102.000 tonnellate del 2021. In termini percentuali, il calo – in linea con l’andamento delle vendite a volume del pesce fresco – ha riguardato soprattutto i preparati panati (-8,5%), i filetti e i crostacei (-8,2%); in controtendenza, invece, l’andamento del pesce misto (+1%) e di quello intero (+3,7%).

Amate per il gusto e per la praticità di preparazione, le patate surgelate si confermano sul podio delle preferenze degli italiani, totalizzando nel 2022 consumi per oltre 99.000 tonnellate, in linea con il 2021. Da segnalare, all’interno del segmento, la performance positiva (+3,6%) dei formati diversi dallo stick, che rimane comunque il prodotto più venduto (89.000 tonnellate). I consumi di pizze surgelate hanno superato le 66.000 tonnellate, con una diminuzione del -7% rispetto al 2021 e un trend analogo per i vari formati: pizze rotonde ( 47.400 tonnellate), XL ( 9.000 tonnellate), small (4.600 tonnellate.).

Con quasi 65.000 tonnellate, i piatti pronti hanno registrato nel 2022 una sostanziale stabilità, registrando un risultato coerente con l’anno precedente. I risultati più lusinghieri sono stati ottenuti dai primi piatti (+2,5%) e dai contorni ricettati (+3,3%). In un anno di crescente attenzione ai prezzi e al carovita, i piatti pronti hanno continuato ad essere premiati dal consumatore per la loro straordinaria componente di servizio, unita alla capacità di coniugarsi al meglio con la migliore tradizione gastronomica italiana e mediterranea. Analogo il discorso – e il successo – relativo ai vegetali preparati surgelati, che hanno aumentato i consumi del +3,4% rispetto al 2021, superando le 21.000 tonnellate. Performance positive anche per le specialità salate, che hanno totalizzato una crescita del +2%, superando le 29.000 tonnellate. A testimonianza del consolidarsi fra gli italiani, anche con la fine della pandemia, della pratica dell’aperitivo “fatto in casa”, che aveva connotato i periodi del lockdown.

Zuppe Orogel, arrivano due nuove referenze

Da piatto povero ad alimento pop, la zuppa vive oggi il suo “Rinascimento”, trainata dall’imporsi di uno stile alimentare più sostenibile e attento alla salute. Una tendenza globale, ma particolarmente marcata in Italia (prevista una crescita di oltre il 12% annuo nel quinquennio 2022-27) anche grazie al contributo dell’alimento surgelato.

Alimento dall’origine lontana, la zuppa è uno dei piatti che maggiormente racconta il legame tra cibo, territorio e storia. Le zuppe venivano infatti tradizionalmente realizzate mettendo insieme gli ingredienti disponibili nell’orto e in dispensa, il pane secco, gli avanzi. I nobili lasciavano i pani avanzati alla servitù, che li metteva a cuocere in marmitte con verdura e cereali. In tal senso la zuppa è l’alimento antispreco ante litteram.

Guardando nello specifico al nostro Paese emerge un vero e proprio “caso zuppa”: le previsioni di Statista parlano infatti di un’impennata del mercato del 12,7% annuo, con una crescita del 6% in volume nel 2023. Una nuova passione o meglio un prepotente ritorno di fiamma legato all’imporsi di uno stile alimentare più sostenibile e attento alla salute, che privilegia il consumo di verdure e prodotti del territorio.

La zuppa, pur essendo un piatto “umile”, è infatti prezioso come un farmaco. Già gli antichi romani erano coscienti delle proprietà benefiche che questo piatto custodiva: “depura il corpo dalle tossine e lo prepara alla rinascita”. Una rinascita facilitata anche dall’utilizzo dell’alimento sottozero, anch’egli sempre più apprezzato dalle famiglie italiane (il 98% lo acquista secondo Doxa). Il surgelato consente infatti di mettere in tavola velocemente e in pochissime mosse una larga varietà di zuppe, mantenendo inalterate le vitamine e le componenti nutrizionali naturalmente presenti in verdure e ortaggi.

Il mercato delle zuppe (dati Statista, 2022)

MONDO
• 53,47 miliardi di dollari il valore del mercato;
• 4,49% crescita annuale prevista a valore nel quinquennio 2022-27;
• 1,3% crescita a volume prevista nel 2023;
• 1,5 kg la media di consumo pro-capite di zuppe.

UE 27
• 7,9 miliardi di dollari il valore del mercato;
• 3,96% crescita annuale prevista a valore nel quinquennio 2022-27;
• 1,2% crescita a volume prevista nel 2023;
• 3,7 kg la media di consumo pro-capite di zuppe.

ITALIA
• 840 milioni di dollari il valore del mercato;
• 12,71% crescita annuale prevista a valore nel quinquennio 2022-27;
• 6% crescita a volume prevista nel 2023;
• 3,6 kg la media di consumo pro-capite di zuppe.

In questo quadro si inserisce Orogel con la  linea Virtù di Zuppa che si arricchisce di due nuove referenze – Ogni giorno e Antichi Sapori – per un totale di ben sette referenze studiate per arricchire la tavola di tutti i giorni con una varietà di piatti caratterizzati dalla genuinità della tipica cucina casalinga. Pronta da assaporare in appena 5 minuti.

Non la solita zuppa, insomma, ma una gamma completa, una “meraviglia della natura” perché realizzata con le migliori verdure coltivate in Italia, nelle zone maggiormente vocate e con metodi sostenibili. Una proposta versatile, bilanciata, per tante ricette ricche di benessere, indicate per tutta la famiglia e per i palati gourmet. Una linea capace di esaltare le caratteristiche di uno dei piatti più antichi e allo stesso tempo contemporanei della nostra tradizione culinaria.

Virtù di Zuppa Antichi Sapori
Evoca ricordi lontani, sapori di un tempo passato, pentoloni lasciati sul fuoco a cuocere per ore, come da tradizione contadina. La zuppa Antichi Sapori, una delle nuove 7 Virtù della stagione 2022, è talmente buona da sembrare fatta in casa, ed invece è pronta in appena 5 minuti. Naturalmente ricca di fibre e fonte naturale di proteine, contiene meno dell’1% dei grassi.

Virtù di Zuppa Ogni Giorno
Un classico della tradizione e un piatto tipico della dieta mediterranea. Virtù di Zuppa Ogni Giorno Orogel è un ricco mix di freschi ortaggi e legumi che, insieme ad un pizzico di grana, rende piacevole e appetitoso ogni pasto, senza rinunce. Contiene infatti meno del 1% di grassi, è a basso contenuto calorico, naturalmente ricca di fibre e fonte di proteine.

Virtù di Zuppa Leggerezza
La semplicità fatta a zuppa. Virtù di Zuppa Leggerezza Orogel è versatile e perfetta per ogni occasione, grazie al basso contenuto calorico (meno dell’1% di grassi) e alla ricca quantità di fibre. Calda o tiepida, è ideale per soddisfare la voglia di benessere in ogni stagione.

Virtù di Zuppa Orzo e Funghi
La bontà dei sapori genuini e tradizionali si unisce nella Virtù di Zuppa Orzo e Funghi. Pochi minuti per trovare in tavola un piatto gustoso e ricco di betaglucani, ottimi alleati contro il colesterolo. È fonte naturale di fibre e a basso contenuto di grassi.

Virtù di Zuppa Ribollita
Tipica zuppa della tradizione contadina toscana, la ribollita deve il suo nome all’usanza di prepararne grandi quantità il venerdì per poi ribollirla nei giorni successivi. Nasce come minestra di pane o zuppa di fagioli ed è universalmente conosciuta come un piatto gustoso e ricco. Sono tante le varianti locali, secondo le abitudini e la disponibilità degli ingredienti, anche se non devono mancare mai cavoli, fagioli bianchi e pane a lievitazione naturale. Un concentrato di fibre.

Virtù di Zuppa Montanara
Un’immersione nei sapori più amati dell’autunno e dell’inverno, una coccola per il palato e l’organismo che riporta alla mente il calore di una baita di montagna, con le sue castagne e i funghi che rimandano ai boschi. Zuppa Montanara è ricca di fibre e fonte di proteine. A basso contenuto di grassi.

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