Questo inizio d’estate afoso ha visto l’arrivo sugli scaffali di molti supermercati le bottiglie multicolori del tè Arizona. Artefice dell’ingresso dei tè Arizona nel mercato italiano (un prodotto cult nel Nord America dove è apparso nel 1992 a opera di due imprenditori italo-americani John Ferolito e Don Vultaggio) è Biscaldi, l’azienda che dell’introduzione in Italia di bevande di tendenza e di successo ha fatto una missione. Nel corso degli anni possiamo citare la birra Corona, i cava Freixenet, la giapponese Asahi per finire alla più recente birra Samuel Adams, senza scordare le acque minerali che hanno fatto tendenza Ty Nant, Voss e Tau.
Il tè Artizona è arrivato in Italia quattro anno fa forte del successo nordamericano, dove fattura circa 1,3 miliardi di dollari, e di quello europeo (in Germania vengono vendute 20 milioni di bottiglie da mezzo litro). Ma è stato il passaggio dal pack in vetro a quello in Pet che ha aperto il mercato della Gdo. «Il fattore critico di successo – spiega Pietro Biscaldi – è stato l’avvio della produzione della versione in Pet in Europa. Dopo il difficile avvio dell’introduzione nell’horeca con la bottiglia in vetro, con la versione in plastica abbiamo cominciato da gennaio a referenziare in alcune catene con una numerica che in poco tempo si è rivelata superiore del 30% rispetto a quanto previsto, e i prodotti hanno registrato un rotazione doppia rispetto alle attese, e con i piani di riordino che per motivi produttivi devono avere un anticipo di tre mesi, l’out of stock è sempre in agguato».
Quali i motivi di questo successo? «Sono essenzialmente tre: il packaging completamente diverso nel formato che fa percepire il prodotto come premium e nella grafica, frutto della pluriennale collaborazione con l’artista Jean Pettine, il nome anche in questo caso originale rispetto alla categoria e il sapore gradevole, frutto anche del processo di pastorizzazione a caldo ad alta temperatura». Ma ci sono altre considerazioni. «Il consumatore dimostra di essere più pronto ad accettare l’innovazione di quanto non lo sia la distribuzione che, obiettivamente, fatica a dare spazio ai prodotti innovativi. E non c’è dubbio che Arizona lo sia, per i motivi che abbiamo detto, ma anche perché dà un forte segnale di tendenza verso le bevande piatte e naturali. Se scatta il contatto con il consumatore il prezzo cade in secondo ordine, come dimostra il caso di Autogrill, dove Arizona e la nostra bevanda all’Aloe hanno un prezzo superiore del 50% rispetto alle bibite tradizionali e registrano consumi superiori alle attese».
La gamma Arizona comprende sette referenze, di cui cinque tè aromatizzati -tè verde al ginseng e miele, tè bianco al mirtillo, tè verde al melograno, tè nero alla pesca e tè nero al limone – un tè verde zero (apprezzato dal pubblico femminile) e quello che in America chiamano Half&Half (limonata e tè in parti uguali).