Plastica monouso, il no della Ue a piatti e cannucce, le bottiglie tornano “a rendere”

Un sistema automatico di cauzione-deposito in un supermercato ungherese.

La lotta ai rifiuti di plastica passa a una nuova fase: entro il 2025 gli Stati membri dovranno vietare la vendita di prodotti di plastica monouso quali stoviglie, cannucce, agitatori per bevande, bastoncini di cotone per le orecchie e bastoncini per palloncini in plastica, e raccogliere il 90% delle bottiglie di plastica monouso per bevande, attivando sistemi sistemi di cauzione-deposito.

Sono le misure previste nella direttiva sulla riduzione dell’inquinamento da plastica, che la Commissione europea presenterà a fine maggio. Secondo il progetto di direttiva, i contenitori per bevande in plastica saranno ammessi solo se i tappi e i coperchi restano attaccati al contenitore. Per i contenitori per alimenti e tazze per bevande in plastica, gli Stati membri dovranno fissare obiettivi nazionali di riduzione. I produttori saranno chiamati a coprire i costi di gestione dei rifiuti per prodotti altamente inquinanti quali mozziconi di sigaretta, palloncini e attrezzi da pesca in plastica. Altri prodotti come gli assorbenti igienici e le salviette umidificate dovranno avere un’etichetta chiara e standardizzata che indica il loro impatto negativo sull’ambiente. 

 

Retailer in prima linea, “ma che non si trasformino in raccoglitori di rifiuti”

In seguito alla pubblicazione odierna della proposta della Commissione sulle materie plastiche monouso, il settore del commercio all’dettaglio e all’ingrosso “ha ribadito il suo impegno a promuovere l’economia circolare e gestire il problema dei rifiuti di plastica. Il settore ha già dimostrato la sua leadership nella riduzione degli imballaggi e delle materie plastiche monouso, seguendo una serie di strategie 3R (riduzione, riutilizzo, riciclaggio) e preso impegni collettivi e individuali per farlo, inclusa una riduzione dell’80% dei rifiuti complessivi”.

Lo dice una nota di Eurocommerce, che ricorda come ben prima della proposta della Commissione sulla riduzione dell’uso della plastica, i dettaglianti hanno adottato misure proattive per ridurre la dipendenza dalle materie plastiche. Come incoraggiare i clienti a raccogliere e restituire i loro rifiuti di plastica, aumentando la quota di prodotti riciclati, proporre sacchetti di plastica rinnovabile o ricariche di prodotti per la cura del corpo a ridotto contenuto di imballaggi. Ma anche promuovendo campagne di sensibilizzazione per promuovere il riciclo di oltre 14mila prodotti alimentari e non alimentari. L’efficacia e il successo di tali iniziative sono stati attentamente monitorati da un operatore indipendente sotto l’egida della Commissione europea e raccolti nella banca dati REAP.

Ma, come ha sottolineato il direttore generale dell’EuroCommerce, Christian Verschueren: “La responsabilità estesa del produttore non deve significare che i supermercati si riducano a raccoglitori di rifiuti. Possiamo agire come promotori di comportamenti sostenibili per i nostri vari milioni di clienti, ma anche altri attori, tra cui l’industria e i governi, devono intervenire sul piatto”.

Il settore della distribuzione si trova a metà strada tra produttori e consumatori e la raccolta, il riciclaggio e lo smaltimento dei rifiuti non possono essere di sua competenza esclusiva. EuroCommerce solleva alcuni dubbi circa la praticità e l’impatto che potranno avere alcune delle misure presentate. “Bisogna guardare attentamente alle questioni di responsabilità estesa del produttore, igiene, sicurezza e convenienza”.