Prima candelina per Supply Chain Initiative, buone pratiche nella filiera

Nata per promuovere le buone pratiche lungo la filiera della distribuzione agroalimentare, Supply Chain Initiative festeggia il primo anno di attività con la presentazione del primo rapporto annuale. Un punto della situazione e uno sprone a continuare nelle azioni e accogliere nuovi membri.

Le associazioni di settore e le aziende che aderiscono al Sci sottoscrivono un impegno ad attuare pratiche corrette verso tutti gli attori della catena di distribuzione agroalimentare, dagli agricoltori ai distributori finali. A 14 mesi dal lancio, i gruppi che hanno sottoscritto tali impegni sono 164 in rappresentanza di 860 aziende tra cui per la Gdo Lidl, Sisa, Carrefour, Auchan, e tra le multinazionali Ferrero, Coca Cola, Nestlè e Unilever.

Le aziende registrate sono invitate a partecipare a un’indagine annuale per verificare che gli impegni presi siano stati mantenuti. La prima indagine ha rivelato che sono stati formati 18mila dipendenti, e tra questi quasi quattro su dieci hanno utilizzato l’e-learning di SCI. La soddisfazione dei partecipanti è alta, al 73%.

Il direttore generale di EuroCommerce Christian Verschuere ha commentato: “Siamo convinti che l’adempimento volontario sia la via giusta. Il SCI fa sì che le buone pratiche ricadano da Bruxelles al management delle aziende e giù, ai venditori e agli acquirenti. È un sistema che offre un meccanismo redditizio, veloce e meno antagonistico per promuovere le buone pratiche come base per le relazioni commerciali e la progressione dell’impresa”.

Cosa si intenda per “buone pratiche” è spiegato nel documento appena pubblicato. Tra queste, troviamo la trasparenza di ogni parte del contratto, comprese le eventuali sanzioni, che presuppone siano scritte e concordate tra le parti in anticipo, la fornitura di informazioni rilevanti all’altra parte, l’uso di termini e condizioni generali nei contratti che facilitino l’attività e contengano clausole giuste.