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Logistica, in arrivo nuovi progetti per 4,5 milioni di mq

In Italia la logistica conferma la propria strategicità con uno stock immobiliare di oltre 40.500.000 di metri quadri suddiviso tra centri di distribuzione (19%), logistics center (64%) e transit point (17%). A rivelarlo sono i dati elaborati dal Dipartimento di Ricerca interno di WCG – World Capital Group, estratti da un’analisi dettagliata sullo scenario logistico del nostro Paese e sul potenziale di sviluppo immobiliare di questo settore in forte crescita.

Questo patrimonio immobiliare si arricchirà di nuovi progetti che potranno farlo crescere dell’11% (circa 4.500.000 mq), in 9 regioni e 41 province italiane. Le nuove costruzioni interesseranno, per il 32%, aree brownfield a conferma del trend di sviluppo sostenibile e rigenerazione urbana che caratterizza l’intero comparto immobiliare. L’aspetto ambientale non è il solo fenomeno rilevante da osservare, in quanto l’utilizzo di aree brownfield innesca un grande volano “sociale” nel momento in cui va a “restituire alla collettività” oltre 1,5 milioni di metri quadri, oggi in molti casi degradati e pericolosi.

“Il mercato italiano della logistica sta evolvendo verso un modello sempre più integrato e sostenibile, all’interno del quale la “forza lavoro” e di conseguenza i luoghi di lavoro, hanno e avranno, un ruolo cruciale – ha dichiarato Marco Clerici, Head of Research & Advisory di WCG. L’aumento dell’utilizzo di aree brownfield, conferma questo trend con l’introduzione nel mercato di immobili, ovvero luoghi di lavoro, non solo di qualità ma anche connessi al tessuto urbano per fruire dei relativi servizi. Laddove un tempo gli immobili logistici potevano apparire come una barriera, oggi, con i progetti di riqualificazione, si trasforma in una cerniera che collega e sostiene le dinamiche urbane. Il recupero brownfield, infatti, offre un’opportunità strategica permettendo così di rispondere alla crescente domanda di spazi di lavoro (logistici), efficienti e sostenibili, senza impattare negativamente sull’ambiente e rafforzando la connessione tra le attività industriali e la vita urbana”.

Inaugurato a Biella il nuovo polo logistico di Mondoffice e Raja Italia

È stato appena inaugurato il nuovo centro di distribuzione congiunto di Mondoffice e Raja Italia a Castelletto Cervo (Biella): a partire dalla prima metà del 2025, questo sito di 45.000 m2 centralizzerà in un’unica sede le attività logistiche di Mondoffice (attivo nella vendita al dettaglio di forniture e attrezzature per ufficio) e di Raja Italia (operante nelle forniture e attrezzature per l’imballaggio). In grado di elaborare e spedire 4.500 ordini al giorno, il sito servirà il 75% dell’Italia in meno di 24 ore.

A tal fine, dispone di un sistema di stoccaggio automatizzato, di una soluzione semiautomatica di preparazione ordini “goods to person” (i prodotti vengono portati agli addetti alla preparazione ordini senza che questi debbano spostarsi) e di 51 baie di carico dei veicoli. Il sito sarà in grado di stoccare fino a 50.000 articoli di forniture e attrezzature.

Sul fronte ambientale, il centro di distribuzione di Castelletto Cervo è stato progettato secondo gli standard LEED (Leadership in Energy and Environmental Design). L’obiettivo è ottenere la certificazione LEED Gold. L’edificio è dotato di: un impianto fotovoltaico da 1 MW, tutta l’energia utilizzata arriverà esclusivamente da fonti rinnovabili, rivestimenti isolanti per limitare le dispersioni termiche, un sistema di recupero delle acque piovane e un sistema di climatizzazione a pompa di calore. I team del sito beneficeranno di uffici più moderni e di una palestra.

“Con questo nuovo investimento, vogliamo servire ancora meglio i nostri clienti italiani e rafforzare la leadership di Mondoffice e Raja Italia” ha detto Danièle Marcovici, Presidente e CEO del Gruppo Raja. “Il nuovo centro di distribuzione segna un vero e proprio passo avanti nell’unione delle nostre competenze e risorse logistiche. Questo ci permetterà di offrire un servizio ancora più efficiente e competitivo” aggiunge Irma Garbella, Amministratore Delegato di Mondoffice. “Il sito di Castelletto Cervo è dotato di innovazioni tecnologiche e ambientali che ci permetteranno di rispondere meglio alle grandi sfide della supply chain”, ha concluso Lorenza Zanardi, Direttore Generale di Raja Italia.

Raja Italia continuerà a utilizzare il centro di distribuzione di Castel San Giovanni (Piacenza) fino alla fine dell’anno. Nel 2025 i nuovi uffici ospiteranno i 100 dipendenti di Raja Italia.

A Ferentino nasce il polo logistico del freddo: sarà pronto nel 2026

È stata posata a Ferentino, in provincia di Frosinone, la prima pietra del nuovo cold store di NewCold, che mira a diventare il più grande e innovativo magazzino logistico automatizzato del Centro-Sud Italia. Lo stabilimento, che entrerà in funzione nel 2026 e sarà determinante nella strategia della società per coprire logisticamente l’area del Centro-Sud, prevedrà oltre 70 milioni di euro di investimenti e creerà dai 150 ai 200 nuovi posti di lavoro. La struttura sorgerà nei pressi dello stabilimento a Ferentino di Froneri, seconda potenza al mondo nel settore del gelato confezionato e prima della produzione di gelati a marchio del distributore, e sarà collegata a esso attraverso un tunnel dedicato: una soluzione inedita per il mercato italiano, che permetterà di ottenere importanti benefici ambientali e ridurre l’inquinamento da trasporto, supportando la crescita del business di Froneri e ampliando ulteriormente la partnership virtuosa tra le due realtà.

“Il magazzino di Ferentino stabilirà nuovi standard in termini di automazione e sostenibilità, rafforzando il ruolo dell’Italia nella filiera alimentare europea” ha dichiarato Bram Hage, Founder e CEO di NewCold. 

“Questo progetto rappresenta un punto di svolta per la logistica in Italia: non solo aumenterà l’efficienza della catena di fornitura, ma consoliderà anche la nostra posizione nel mercato in rapida espansione della catena del freddo” ha aggiunto Luca Quaresima, Country Manager Italy di NewCold.

“Il nuovo hub di Ferentino si inserisce  in una collaborazione internazionale di lunga data ma che guarda al futuro, con diversi progetti all’orizzonte: una partnership che, siamo certi, è destinata a darci ancora grandi soddisfazioni. Sia in termini di miglioramento del nostro livello di servizio, sia a livello di impatto ambientale” ha concluso Pietro Monaco, Global Head of Operations di Froneri.

La nuova struttura, all’interno della quale, insieme ai prodotti Froneri, verranno immagazzinati in minor quantità anche i prodotti di altre aziende, sarà costruita in fasi. La prima fornirà 62.000 spazi pallet e supererà i 40 metri di altezza, presentando innovazioni all’avanguardia nel carico e scarico automatizzato dei veicoli nonché l’automazione completa dei processi di prelievo. Il magazzino di NewCold sarà all’avanguardia anche dal punto di vista energetico: il nuovo hub utilizzerà infatti il 50% di energia in meno rispetto ai magazzini tradizionali, sfruttando diverse fonti energetiche rinnovabili. Il nuovo cold store si inserisce all’interno della rete in espansione di NewCold in Italia, che già include importanti centri logistici a Piacenza (Fiorenzuola d’Arda) e Borgorose. Insieme, queste strutture supporteranno una distribuzione efficiente su tutto il territorio italiano, migliorando le capacità dell’azienda nella logistica della catena del freddo con uno spazio totale per 200.000 pallet nel Paese.

Lidl investe 70 milioni in Sardegna e inaugura un nuovo centro logistico

È stata appena inaugurata ad Assemini, in provincia di Cagliari, la prima Direzione Regionale in Sardegna di Lidl Italia. La struttura, realizzata grazie a un investimento sul territorio di 70 milioni di euro, ospita il dodicesimo centro logistico di Lidl in Italia. Oltre a generare un indotto significativo, questo progetto ha contribuito alla creazione di più di 140 nuovi posti di lavoro per un organico complessivo di circa 650 persone impiegate dall’Insegna in tutta l’Isola. L’importante investimento si colloca all’interno di un percorso di crescita aziendale che prevede, per i prossimi sei mesi, un investimento complessivo di 400 milioni di euro per l’apertura di 40 punti vendita.

“Il primo punto vendita di Lidl in Sardegna è stato aperto nel 2002 e da allora il riscontro dei clienti è sempre stato molto positivo portandoci ad ampliare la nostra presenza. Con questa nuova struttura vogliamo dare ulteriore slancio al nostro sviluppo sull’isola perseguendo una crescita responsabile che unisce innovazione e sostenibilità” ha commentato Massimiliano Silvestri, Presidente di Lidl Italia.

La realizzazione della nuova Direzione Regionale nasce dall’esigenza di Lidl Italia di far fronte alla continua espansione sul territorio e consentirà di accorciare le distanze e ridurre significativamente i km percorsi per l’approvvigionamento degli attuali 23 punti vendita sardi, con un conseguente risparmio in termini ambientali. La struttura, che sarà operativa dal primo ottobre, permetterà di migliorare il servizio al cliente finale e allo stesso tempo di compiere un passo in avanti verso una logistica sempre più sostenibile ed efficiente con un risparmio di più di 5.000 tonnellate di Co2.

Il centro logistico si estende su una superficie complessiva coperta di oltre 37.000 mq, ha una capacità di stoccaggio di 25.000 posti pallet, oltre a disporre di 101 baie di carico e 45 posti tir. Il progetto risponde ai criteri di uno sviluppo edilizio sostenibile. La nuova Direzione Regionale infatti è dotata di un impianto fotovoltaico da 2.688 kW in grado di coprire circa il 50% del fabbisogno energetico del centro, ovvero l’equivalente dell’energia utilizzata da 1.350 abitazioni. L’edificio è alimentato con energia proveniente al 100% da fonti rinnovabili e dispone di un sistema per il recupero delle acque piovane. Infine, il rivestimento esterno è frutto di uno studio che permette di mitigare anche l’impatto visivo della struttura all’interno del contesto circostante.

InPost, la collaborazione con Tamoil fa crescere la consegna fuori casa in Italia

Il gruppo logistico specializzato nelle consegne fuori casa InPost Group continua a crescere sul territorio italiano grazie a importanti partnership, come quella stretta con la società petrolifera Tamoil. Nella aree delle stazioni di rifornimento carburanti sparse lungo la penisola sono attualmente ospitati 100 locker per offrire un servizio ai cittadini residenti nelle aree limitrofe: sono sempre di più infatti gli italiani che approfittano di una sosta sul tragitto casa-lavoro, mentre fanno il pieno di carburante o manutenzione al proprio veicolo, per spedire oppure ricevere con InPost i prodotti acquistati sui principali e-commerce italiani. La possibilità di inserire la gestione dei pacchi all’interno di routine quotidiane fa risparmiare tempo e dà maggiore libertà ai clienti.

“Presso le stazioni di servizio, il nostro utente può ritirare e spedire i suoi pacchi mentre svolge altre commissioni – spiega Nicola D’Elia, Managing Director Southern Europe di InPost. I dati in nostro possesso evidenziano un picco di utilizzo nella fascia oraria dalle 16 alle 20, dal lunedì al venerdì. L’obiettivo è di essere sempre più vicini agli italiani e offrire maggiore comodità, evitando lunghe attese a casa del corriere o in fila per spedire o ritirare un pacco. La modalità di consegna fuori casa è già molto apprezzata nel Nord Italia, infatti il 48% dei locker più utilizzati presso i distributori Tamoil sono proprio situati in quella parte del Paese, e come al Sud vengono adoperati sia per spedire che per ritirare i pacchi. Al centro e nelle isole sono utilizzati prevalentemente per la spedizione. Il nostro obiettivo è trasmettere a tutta la popolazione la cultura della consegna fuori casa”.

La capillarità raggiunta dal network InPost nel nostro Paese con circa 7.500 punti in tutte le regioni agevola una fruizione sempre maggiore da parte dei cittadini dei servizi di consegna out of home. Aggregando i dati di dieci tra le maggiori città, InPost arriva a coprire il 65% della popolazione, ovvero oltre cinque milioni e mezzo di italiani che vivono a Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze, Bari e Catania vivono a cinque minuti da un punto InPost.

Wetacoo rivoluziona la gestione di magazzini e traslochi con la tecnologia RFID

L’acronimo RFID (Radio Frequency Identification) si riferisce a una tecnologia che consente di identificare univocamente un oggetto o una persona utilizzando onde radio attraverso un campo magnetico. In sostanza, permette di riconoscere a distanza gli oggetti e ottenere informazioni in modo sicuro e preciso. Un sistema che ha gli stessi scopi e applicazioni di un codice a barre, della banda magnetica delle carte di credito e bancomat, o della tecnologia NFC.

Wetacoo, startup italiana di traslochi e depositi on-demand, sta introducendo la tecnologia RFID al settore dei magazzini e dei traslochi: questo permetterà di monitorare a distanza ogni oggetto tramite appositi dispositivi, senza dover scansionare il codice su ogni etichetta. Durante il trasloco inoltre, vengono eseguite scansioni regolari per assicurarsi che tutti gli oggetti siano presenti e correttamente gestiti in ogni momento col risultato di meno tempo perso e meno errori. Con la gestione del magazzino tramite tecnologia RFID inoltre, Wetacoo supera le soluzioni tradizionali offrendo tra i vantaggi la tracciabilità, visto che ogni oggetto viene etichettato con un tag RFID, con descrizione e foto, e ciò permette di monitorare la sua presenza in ogni momento. I tag RFID consentono anche un controllo eseguibile in pochi secondi attraverso scansioni regolari durante ogni fase, come il caricamento sul furgone, il trasporto, la consegna e il rimontaggio.

La tecnologia RFID garantisce pure semplicità ed efficienza nel rimontaggio: sapere esattamente e rapidamente in quale scatola o imballaggio si trovano specifici oggetti o parti di mobili, genera un notevole risparmio di tempo, soprattutto per servizi di grandi dimensioni che possono durare svariate giornate. Infine, in caso di deposito, la lista oggetti diventa un vero e proprio inventario digitale. La tecnologia RFID permette consegne anche di singoli oggetti in tempi rapidi, grazie ad una gestione dei magazzini altamente automatizzata.

“L’introduzione della tecnologia RFID è il frutto di una continua attività di ricerca e sviluppo che ha portato a depositare il brevetto quest’anno. È un importante risultato per la trasformazione di un settore obsoleto come quello dei traslochi e depositi. Ora, con una tecnologia proprietaria sempre più avanzata, stiamo aprendo un nuovo round di fundraising per continuare la nostra espansione in Italia ed Europa” ha detto Federico Prugnoli, CEO e fondatore di Wetacoo.

Logistica: estendere le finestre di ricevimento per ottimizzare l’attività nei Ce.Di.

Con l’obiettivo di rendere sempre più efficiente il rapporto tra gli operatori della filiera, GS1 Italy, in ambito ECR Italia, nel 2020 ha avviato un percorso di studi e ricerche dedicati al miglioramento del processo di consegna delle merci ai centri di distribuzione (Ce.Di.) della grande distribuzione, in particolare attraverso l’ampliamento delle finestre di scarico. La maggior parte dei magazzini della Gdo, infatti, riceve le merci in ingresso la mattina, tra le 6:30 e le 13:00, su un turno di lavoro, e solo il 21% dopo le 13:00, generando, a monte, la necessità di organizzare le consegne nell’arco di circa 6-7 ore, con evidenti conseguenze in termini di congestione e di tempi di attesa. Dall’indagine condotta nel 2021, era già emerso come l’introduzione di slot di scarico aggiuntivi nelle fasce pomeridiane permetta alle aziende di ridurre i tempi in fase di consegna ai Ce.Di., grazie a una migliore distribuzione del carico di lavoro nell’arco della giornata, migliorando produttività e livelli di servizio.

“Si tratta di una soluzione adottata nelle fasi più critiche della pandemia. La ripresa della normalità ha tuttavia fatto riemergere il “bioritmo logistico” che regola il tradizionale funzionamento della filiera: da una parte la Gdo, che, come detto, riceve prevalentemente al mattino, dall’altra i vettori a cui i produttori affidano le consegne e che preferiscono muoversi nelle prime ore del mattino e completare l’attività nel primo pomeriggio, a conferma di una certa inerzia al cambiamento, a fronte della mancanza di condivisione e coordinamento adeguati tra gli attori della filiera” spiega Giuseppe Luscia, ECR Senior Project Manager di GS1 Italy. “Da qui è nata la decisione di selezionare un panel di aziende della Gdo e della produzione, che si sono adoperate nell’implementare questa “best practice” attraverso progetti pilota finalizzati a definire linee guida utili alle aziende del settore”.

Nasce così la ricerca “Estensione delle finestre di ricevimento – Risultati dei laboratori sperimentali”, condotta da GS1 Italy in ambito ECR e con la collaborazione di team di ricerca congiunto della LIUC Università Cattaneo e del Politecnico di Milano, che raccoglie i risultati di dieci progetti pilota che hanno coinvolto distributori (Gdo), produttori (Pro) e vettori logistici (3PL) tra settembre 2022 e agosto 2023. Lo studio riporta le azioni messe in campo, le decisioni condivise e i benefici conseguiti derivanti dall’estensione delle finestre di ricevimento in termini di miglioramenti del servizio e dei processi operativi, valutati sulla base di cinque KPI:

  • Puntualità in partenza dal magazzino Pro/3PL.
  • Puntualità in consegna da parte del trasportatore del Pro/3PL.
  • Puntualità allo scarico presso il Ce.Di. della Gdo.
  • Tempi medi di attesa da parte del trasportatore allo scarico.
  • Tempi medi di scarico dall’ingresso del trasportatore nel Ce.Di all’uscita.

 

Confrontando quindi i valori medi di tutti i progetti prima e dopo l’estensione delle finestre di consegna al pomeriggio, si osservano un miglioramento della puntualità di consegna da parte dei trasportatori, ma anche un lieve peggioramento sul fronte della puntualità sia al carico da parte dei trasportatori, sia nel rispetto dell’orario di scarico da parte della Gdo.

In particolare, per la Gdo:

  • L’estensione delle finestre di ricevimento non comporta cambiamenti significativi alla produttività dei processi di magazzino.
  • Nella maggior parte dei casi la finestra oraria di ricevimento non è andata oltre le 17:00. Non è quindi stato introdotto un turno di lavoro aggiuntivo, a favore dell’adozione dei turni parzialmente sovrapposti.
  • La modifica dell’orario di ricevimento al Ce.Di. non ha mai impattato negativamente sui processi di evasione ordini a valle verso i punti vendita.
  • Alcuni Ce.Di. hanno avviato progetti con fornitori locali – caratterizzati da minori vincoli logistici per quanto riguarda la flessibilità dei tempi di consegna – per garantirsi un flusso di ricevimento pomeridiano sufficiente e continuativo.

Per i produttori invece:

  • In alcuni casi si è potuto organizzare un doppio viaggio a carico completo verso due Ce.Di. diversi, uno al mattino e l’altro pomeriggio.
  • Nella maggior parte dei casi i produttori non hanno segnalato lamentele da parte dei propri vettori per i ritorni serali (tranne il venerdì), a fronte del rischio di superamento del numero di ore di guida settimanali degli autisti.
  • La presenza dei sistemi di booking garantiva già un’ottima prestazione al ricevimento, con il conseguente azzeramento delle penali per le soste prolungate. Il progetto non ha pertanto generato ulteriori benefici.
  • In caso di Ce.Di. con problemi di saturazione, l’estensione delle finestre di ricevimento al pomeriggio ha azzerato il fenomeno delle consegne respinte.
  • I fornitori e i loro vettori hanno riscontrato una maggior probabilità di trovare slot di scarico sulle piattaforme di booking libere al pomeriggio, anche sotto data.

Alla luce dei risultati dei laboratori sperimentali e dal confronto all’interno dei diversi gruppi di lavoro, sono quindi emerse alcune raccomandazioni per poter replicare il progetto pilota e rendere efficace la collaborazione lungo la filiera logistica:

1. Identificare un partner guidato da un forte commitment.
2. Considerare la “diversity” del gruppo di lavoro, che deve includere da ambo le parti tutti gli attori coinvolti nel processo “order-to-delivery”: responsabili logistici, riordinatori e customer service, pianificatori trasporti, responsabili di ricevimento.
3. Garantire la massima trasparenza nel condividere le informazioni relative alle prestazioni reciproche, monitorando e condividendo i KPI relativi alla puntualità di consegna e ai tempi effettivi intercorsi dall’ingresso all’uscita dei Ce.Di.
4. Qualora l’esito del pilota risultasse positivo, procedere all’implementazione permanente dell’estensione della finestra di ricevimento.

Supply chain: tra le sfide future c’è la modernizzazione tecnologica

Durante la scorsa primavera Manhattan Associates Inc., in collaborazione con Vanson Bourne, ha svolto la ricerca “State of Warehouse Operations” intervistando 2.000 professionisti della supply chain, dal senior management al personale di settori come quello manifatturiero e della produzione, logistico, farmaceutico, fino al retail, all’automotive e a quello dei beni di consumo – in Australia, Belgio, Brasile, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Messico, Spagna, Svezia e Regno Unito. Obiettivo: mettere sotto i riflettori i problemi di mantenimento del personale, di gestione di canali diversi e della tecnologia obsoleta.

Per quanto riguarda le sfide principali, quasi tutti gli intervistati (97%) ritengono che l’infrastruttura IT delle operazioni di magazzino richieda almeno una modernizzazione. L’84% ha riferito di avere difficoltà a trattenere il personale, mentre il 73% ha dichiarato che il volume delle merci che transitano nei magazzini è aumentato negli ultimi 12 mesi, aggravando le difficoltà che già stavano affrontando. Tuttavia, in ottica futura le organizzazioni sono rimaste fiduciose, dato che si aspettano che l’IA generativa e la robotica (rispettivamente con il 75% e il 72%) giochino un ruolo positivo nel migliorare la soddisfazione a lavoro, limitando le operazioni manuali e aumentando l’automazione, snellendo i workflow e riducendo la documentazione cartacea. Mentre le organizzazioni cercano modi per semplificare le operazioni, soddisfare l’aumento della domanda e migliorare l’esperienza del personale, sarà necessaria una continua innovazione della supply chain per affrontare i rischi emergenti e sfruttare al contempo le nuove opportunità.

La ricerca ha evidenziato tre elementi chiave, volti ad aiutare i professionisti della supply chain a pianificare un percorso verso i successi futuri:

1. Le operazioni nel warehouse stanno diventando sempre più impegnative per le organizzazioni e garantire che il personale si senta considerato, coinvolto e valorizzato è importante. Un numero consistente di intervistati ha citato le sfide legate al personale, tra cui l’assunzione e la formazione di lavoratori a breve termine (41%) e la garanzia di una produttività (40%) cresciuta in modo significativo negli ultimi 12 mesi;

2. Il 28% delle organizzazioni intervistate ha evidenziato che l’hardware e il software IT obsoleti rappresentano la sfida più urgente che stanno affrontando. Ciò si traduce in un notevole carico fiscale e tecnologico per quasi un’azienda su tre di quelle intervistate;

3. Il 26% degli intervistati ha dichiarato di avere difficoltà a gestire gli ordini provenienti da canali diversi, mentre il 23% ha affermato di avere difficoltà a soddisfare le crescenti aspettative dei clienti sui tempi di consegna.

“Affrontare le sfide evidenziate nel report è fondamentale per la competitività e il successo a lungo termine delle aziende. I risultati sottolineano l’importanza di guardare avanti e di continuare a incorporare nuove tecnologie come i microservizi e la GenAI, rendendo le supply chain a prova di futuro e consentendo loro di diventare motori per i ricavi e un servizio per il cliente a tutti gli effetti. In definitiva, una strategia per le supply chain più unificata crea efficienza e, a sua volta, sostenibilità, sia in termini economici che ambientali. E questo non può che essere un bene per i bilanci aziendali e per l’intero pianeta” ha commentato Henri Seroux, Senior Vice President EMEA di Manhattan Associates.

AI nell’industria alimentare: il mercato varrà quasi 45 miliardi nel 2028

Nel 2028 il mercato dell’Intelligenza Artificiale nel settore alimentare varrà $43,4 miliardi. A guidare il mercato globale sarà il Nord America, seguito da Europa e APAC. Il segmento della filiera in cui l’AI varrà di più sarà la logistica mentre il controllo qualità quello in cui l’AI crescerà maggiormente, raggiungendo $6,2 miliardi nel 2028. Sono alcune evidenze emerse dalla ricerca realizzata da PwC Italia sugli usi e le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale Generativa nell’industria alimentare.

Il crescente ricorso all’AI nell’industria alimentare è sostenuto da tre fattori:

1. Normative – Regolamentazioni come GDPR, OECD, CCPA e AI ACT contribuiscono a promuovere l’uso responsabile dell’AI, proteggendo i dati dei consumatori e incentivando le aziende a sviluppare soluzioni che aumentino l’efficienza operativa.

2. Competenze – È prevista una crescita di forza lavoro qualificata e specialisti AI del +36% entro il 20311, che si traduce in nuove competenze per ottimizzare la produzione, la distribuzione e la sicurezza alimentare.

3. Automazione dei processi – L’AI migliora l’efficienza operativa automatizzando i processi, riducendo gli sprechi e aumentando la produttività sostenibile.

La leadership di mercato del Nord America è legata all’intensificazione dei controlli sulla sicurezza alimentare, all’introduzione di standard di qualità più elevati e all’adozione di nuovi modelli di business per l’automazione dei processi, soprattutto nella logistica. L’Europa, con una quota del 27% e un rendimento di $2,2 miliardi, si posiziona al 2° posto del mercato globale, grazie alle performance di Germania e Francia, seguite da Italia, Spagna, Paesi Bassi e Svizzera. Il mercato dell’AI nel settore è trainato dalle normative europee per l’introduzione di nuovi modelli di business per la sicurezza e il controllo qualità alimentare e da nuove applicazioni di analisi predittiva per gestire la catena di approvvigionamento. L’APAC è il 3° mercato nel 2023, con una quota del 21% pari a $1,7 miliardi ma, secondo le proiezioni di PwC, sarà la regione in cui l’uso dell’AI nella filiera alimentare crescerà di più nei prossimi anni con un CAGR del 40% (2023-2028), grazie alle iniziative governative per il finanziamento delle industrie, il sostegno all’agricoltura e alla ricerca per la sicurezza alimentare e lo sviluppo di una forza lavoro qualificata attraverso programmi come AI TEACH per l’ASEAN.

Guardando ai segmenti della filiera agroalimentare, la logistica rappresenta il 34,5% del mercato dell’AI, grazie all’uso di sistemi avanzati per l’automazione che potenziano l’efficienza e la reattività dei magazzini. L’AI, impiegata per il miglioramento degli imballaggi, e l’adozione di sistemi di ispezione visiva automatizzati garantiscono consegne tempestive e preservano l’integrità dei prodotti lungo tutta la catena di fornitura.

Nei prossimi anni il controllo qualità sarà il segmento trainante per l’innovazione dell’AI nel settore e raggiungerà, secondo le stime di PwC, un valore di mercato di $6,2 miliardi nel 2028, con un CAGR medio del 40,6% (2023-2028). L’innovazione nel controllo qualità è legata, da un lato, alle normative più stringenti sugli standard di sicurezza e trasparenza alimentare e, dall’altro, alle richieste dei consumatori sulla provenienza dei prodotti e sulla sostenibilità dei processi. Algoritmi avanzati per il monitoraggio in tempo reale della catena di fornitura, l’applicazione di tecnologie predittive per la manutenzione preventiva e l’integrazione di sistemi di tracciabilità intelligenti sono gli strumenti che agevoleranno la transizione.

L’AI nel panorama di startup Food Tech in Italia
In linea con le tendenze globali, in Italia l’Intelligenza Artificiale è la tecnologia più adottata fra le 341 startup del settore Food Tech prese in analisi da PwC (42,8%), seguita dal Machine Learning (37%), biotecnologie (32%), Internet of Things (28,6%), blockchain (10,5%) e robotica (9,5%).

Social sentiment analysis: l’alimentazione e i consumi sui social media
Il Team Innovation PwC ha analizzato oltre 100.000 conversazioni sui social e sul web riguardanti i temi di alimentazione sostenibile e salutare. L’analisi, condotta su un target di utenti Millenials (61%), Gen Z (30,4%) e Gen X (8,7%), ha evidenziato un sentiment positivo per il 60% delle conversazioni. L’identikit del consumatore medio di cibi salutari è una donna millennial, tra i 25-34 anni, appassionata di cucina salutare che dedica parte del suo tempo a sperimentare ricette vegetariane e vegane, integrando la passione per il cibo con uno stile di vita sostenibile.

Secondo la ricerca PwC, i valori nutrizionali influenzano le decisioni di acquisto alimentare del 45% degli utenti online, seguito dal rapporto qualità-prezzo, decisivo nella scelta di prodotti per il 20% dell’audience. Guardando alla sostenibilità, il 43% dei consumatori è disposto a spendere di più per packaging sostenibili e pratiche aziendali responsabili. Per gli acquisti offline invece, il 20% dei consumatori si rivolge a negozi specializzati.

Sogegross potenzia la logistica, in cantiere un nuovo magazzino

Prosegue il percorso di potenziamento ed efficientamento del sistema logistico del Gruppo Sogegross: nell’ambito del piano triennale di investimenti da 200 milioni di euro stanziati alla logistica, sono dedicati oltre 50 milioni.

L’inizio del 2026 vedrà il compimento di diversi interventi che rappresenteranno un unico progetto volto a rendere l’attuale sistema di gestione integrata della filiera logistica e distributiva ancora più innovativo e all’avanguardia, per supportare al meglio una rete vendita in crescita ed estremamente complessa date le sue caratteristiche di estrema eterogeneità per format, location e geografia.

Il network di piattaforme distributive – oggi dislocate tra Cameri (NO), Tortona (AL), Serravalle Scrivia (AL) e Genova Bolzaneto per un totale di 133.550 mq complessivi – gestisce, per le quattro insegne Basko, Ekom, GrosMarket e Doro, un flusso di prodotto pari a oltre 37 milioni di colli e un totale di oltre 20.000 referenze, rispondendo così alla strategia omnicanale del Gruppo che fonde logistica tradizionale, presenza capillare sul territorio ed e-commerce.

Il nuovo hub di Cameri, efficienza e sostenibilità
Recentemente inaugurato e certificato Breeam excellent for new construction protocol, il polo di Cameri è parte del network Agorà e si sviluppa su una superfice pari a 75.000 mq. Oltre 40 milioni sono i colli che saranno gestiti dalla struttura novarese con più di 10.000 referenze continuative rivolte in primis ai canali Basko, Doro e in parte anche ai punti vendita Ekom. La decisione di trasferirsi dalla piattaforma Agorà di Calcio (BG) a quella Cameri è in linea con la strategia del Gruppo volta a ottimizzare gli spazi, migliorare la gestione di volumi in crescita, consentire una maggiore fruibilità del servizio in ottica anche di efficientamento dei trasporti, con un risparmio previsto di oltre 1 milione di km percorsi su base annua. Il nuovo complesso valorizza l’uso di energia sostenibile, grazie alla creazione di un tetto predisposto per l’energia solare fotovoltaica e punti di ricarica per veicoli elettrici. Il progetto, inoltre, prevede una serie di soluzioni per il risparmio energetico quali ad esempio facciate e coperture ad alto isolamento termico, un sistema di controllo Bms (hardware e software) intelligente, la raccolta e il riutilizzo dell’acqua piovana.

Il nuovo assetto dei poli di Serravalle e Tortona
Rientrano nel piano di ottimizzazione logistica anche i recenti ampliamenti dei due poli di Serravalle Scrivia e Tortona. Dedicato al settore grocery per il canale Cash&Carry a insegna GrosMarket, il magazzino di Serravalle Scrivia oggi conta una superficie di 7.000 mq e movimenta oltre 2.5 milioni di colli per 6.000 referenze. In programma anche una futura centralizzazione del comparto dei surgelati destinati al medesimo canale, per trattare così oltre 70.000 colli con non meno di 600 referenze. Infine, con la volontà di offrire servizi ancora più puntuali e una distribuzione organizzativa più efficiente, anche il Cedi Ekom di Tortona è stato ampliato fino a gestire, tra grocery e freschi, complessivamente 17 milioni di colli in 24.500 mq.

Trasta: per il futuro il Gruppo continua a puntare su Genova
A completamento del progetto triennale, andrà ad aggiungersi alla rete distributiva Sogegross anche un nuovo magazzino dedicato ai freschi (ortofrutta, latticini, carne e ittico) con il trasferimento dall’attuale piattaforma di Genova Bolzaneto, al fine di supportare le ulteriori prospettive di crescita e sviluppo del Gruppo per i prossimi anni. La nuova struttura sorgerà nell’area di Trasta (GE) e interesserà una superficie di 27.000 mq – quasi interamente a temperatura controllata – destinata a gestire 15.3 milioni di colli e 66.500.000 kg di prodotto. Il progetto – per il quale si è in attesa di avviare la gara di appalto – prevede un tempo di realizzazione pari a 18 mesi dall’assegnazione dello stesso. La scelta di privilegiare la città di Genova – anche a fronte di maggiori complessità e costi realizzativi – è dettata dal forte legame del Gruppo Sogegross con il suo territorio di origine, nonché da una valutazione delle potenziali ricadute positive sulla città, in primis dal punto di vista occupazionale.

“Mi piace pensare al nostro sistema logistico come un unico “organo” in grado di acquisire tutti gli input e gli stimoli provenienti dai nostri punti vendita, per restituire ad ognuno di essi un adeguato supporto e una riposta puntuale ed efficiente, ottimizzando così i processi di stoccaggio, movimentazione e spedizione dei prodotti” commenta Luca Vezzani, Direttore Logistica Gruppo Sogegross. “Cuore pulsante di un’architettura flessibile, necessaria per gestire la complessità ed eterogeneità della nostra rete sul territorio, il nuovo impianto logistico del Gruppo si contraddistingue per l’adozione di soluzioni innovative, strutture moderne e tecnologicamente avanzate in grado di ridurre i costi operativi migliorando costantemente le operazioni logistiche. La scelta fortemente voluta dal Gruppo di espandere ulteriormente il network con il futuro Cedi di Trasta va in questa direzione: continuare a offrire al territorio servizi di qualità che rispondano alle esigenze dei consumatori e siano contemporaneamente sostenibili per l’ambiente”.

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