Salumificio Rosa punta sulla qualità artigianale

Negli ultimi anni la notorietà dei salumi calabresi è andata crescendo, di pari passo con l’apprezzamento da parte dei consumatori del resto d’Italia e non solo. Indubbiamente si tratta di una buona notizia per i produttori di quel territorio, che però ora sono a un bivio: cavalcare l’onda e inseguire i volumi o restare fedeli alle logiche artigianali del passato, quando la competenza della clientela locale imponeva di attestarsi su livelli qualitativi elevati per potersi differenziare dalla concorrenza? Il Salumificio Rosa la sua scelta l’ha fatta: “Noi abbiano deciso di puntare sulla qualità, continuando un percorso avviato dal mio bisnonno Michele nel 1920 – spiega Giuseppe Borelli, Direttore Commerciale del Salumificio Rosa ed esponente della quarta generazione della famiglia proprietaria, primo a sinistra nella foto in alto –. Utilizziamo solo carne fresca italiana certificata e produciamo direttamente tutto ciò che commercializziamo. L’offerta è composta da una dozzina di referenze, tra le quali ovviamente spiccano quelle più richieste e che costituiscono una sorta di etichetta della Calabria, come la ‘Nduia, la Salsiccia e la Soppressata. Proponiamo però anche specialità come il Guanciale o il Salamino Sersale, che è a pasta bianca, cioè senza salsa di peperone e quindi più vicino ai gusti classici del Nord Italia. Inoltre, ci piace aggiungere sempre qualcosa di nuovo alla gamma, come il Salamino Sersale al Tartufo”.

In Italia il canale di elezione per il Salumificio Rosa è il dettaglio tradizionale: botteghe, gastronomie, piccoli market. “Collaboriamo con commercianti che apprezzano e riconoscono la nostra qualità – aggiunge Borelli – e soprattutto sanno raccontarla al loro cliente. Al momento non serviamo la grande distribuzione, che con il tempo sta mostrando maggiore attenzione ai prodotti tipici con un posizionamento qualitativamente elevato. In occasione del recente Tuttofood, a cui abbiamo partecipato come espositori, è nato qualche contatto con operatori della Gdo. Noi siamo aperti a qualsiasi collaborazione, a patto che vengano riconosciute le caratteristiche distintive del prodotto”.

Peraltro, la famiglia Borelli ha uno storico consolidato nell’ambito del dettaglio: il fondatore dell’azienda, Michele, era un allevatore che nel 1920 aprì un piccolo spaccio di carni e salumi a Sersale, ai piedi della Sila Piccola, in provincia di Catanzaro. Oggi i Borelli hanno cinque macellerie a insegna Orocarni, quattro delle quali in Calabria, mentre la quinta – inaugurata a gennaio di quest’anno – si trova a Ponte San Pietro, in provincia di Bergamo. “È la nostra prima esperienza di vendita al dettaglio nel Nord Italia – racconta Giuseppe Borelli – e intendiamo esportare il nostro saper fare, ma al tempo stesso apprendere dalla gente del luogo e dai consumatori”.