CLOSE
Home Tags Salumi

Tag: salumi

Gruppo Felsineo presenta il quinto Bilancio di Sostenibilità

Prosegue con forza l’impegno ESG di Gruppo Felsineo, leader nella produzione di mortadella e affettati vegetali, che ha chiuso il 2024 con un fatturato di 56 milioni di euro e un organico di 150 persone. La realtà alimentare bolognese ha presentato il quinto Bilancio di Sostenibilità che rendiconta l’impegno sostenibile e le azioni messe in campo per il raggiungimento degli obiettivi di beneficio comune sviluppate dalle Società Benefit del gruppo, Felsineo e FelsineoVeg. Nella strategia di responsabilità sociale di Gruppo Felsineo sono stati identificati 13 temi materiali, riconducibili a 9 SDGs e sono stati divisi in 4 aree di lavoro, delineando così 4 percorsi: la Via dei Consumatori, la Via della Filiera, la Via della Vicinanza e la Via dell’Ambiente. Lungo queste vie si organizzano le attività relative a “Qualità, benessere e sicurezza alimentare”, “Filiera responsabile”, “Tutela dei dipendenti e impegno verso la comunità” e “Tutela dell’ambiente”.
Nonostante uno scenario complesso, abbiamo chiuso il 2024 con ottimismo, rinnovando il nostro impegno quotidiano nella sostenibilità economica, sociale e ambientale, con un’attenzione particolare alle nuove generazioni – afferma Emanuela Raimondi, Amministratore Delegato di Gruppo Felsineo –. Non c’è dubbio che le aziende abbiano un ruolo sociale di grande importanza nel cammino verso un mondo migliore e nella creazione di valore condiviso. Ogni traguardo raggiunto rappresenta per noi uno stimolo a proseguire con azioni che coniugano etica, trasparenza, inclusione e valorizzazione delle diversità, elementi essenziali per promuovere il progresso e stimolare l’innovazione”.
Seguendo i requisiti dello standard di rendicontazione GRI (Global Reporting Initiative), il bilancio di sostenibilità e relazione di impatto 2024 ha rendicontato i principali highlight ed evidenziato gli obiettivi futuri più significativi.

Qualità e sicurezza alimentare: il gruppo ha ottenuto la Catena di Custodia per una mortadella certificata secondo il protocollo Kiwa, che specifica i requisiti per la gestione del benessere animale e l’uso responsabile degli antibiotici. Sono state poi estese le certificazioni Brc, Ifs e Kosher agli affettati vegetali, si sono definiti gli standard produttivi e di conformità per il nuovo processo di impasto a cutter ed è stata implementata la tecnologia blockchain sulle referenze Good&Green Mopur linea cereali e legumi. Al centro degli obiettivi futuri, l’incremento delle certificazioni di più alto valore e la digitalizzazione del processo di tracciabilità del “cubetto bianco”, materia prima tipica nella produzione della mortadella.

Benessere e nutrizione: l’attenzione si è concentrata sull’ampliamento della gamma di prodotti, con l’introduzione di nuove mortadelle in cotenna naturale e l’espansione della linea Good&Green Mopur, con la riformulazione di alcune ricette volta alla riduzione del contenuto di sale. Nel corso dell’anno è stato presentato il progetto “Gruppo Felsineo Open Food Factory”, dedicato alla promozione della cultura di una sana e corretta nutrizione, che passa dal bilanciamento tra proteine animali e vegetali. Al centro dei prossimi step lo sviluppo di nuovi prodotti e il miglioramento di quelli esistenti, sempre con un focus su salute e benessere, coinvolgendo le nuove generazioni attraverso un piano educativo veicolato attraverso lo sport.

Filiera sostenibile: l’attività si è concentrata sullo sviluppo di filiere sempre più responsabili in termini di tracciabilità, trasparenza e provenienza delle materie prime, con attenzione al benessere animale. Il 2024 ha visto il lancio del prodotto “alfiere della sostenibilità” di FelsineoVeg: KmVerde. Si tratta di un prodotto biologico, con il 30% di proteine, fonte di fibre e di iodio, il cui ingrediente più importante, la lenticchia rossa, vanta la caratteristica di vicinanza territoriale, così da ridurre le emissioni legate al trasporto. Gruppo Felsineo è consapevole che l’approvvigionamento responsabile e trasparente, dal flusso delle materie prime fino alla logistica distributiva, rappresenti un tema fondamentale per garantire la qualità e la salubrità dei prodotti, tutelare i propri consumatori e consolidare i rapporti con tutti gli stakeholder. Pertanto, è stata redatta una politica generale degli acquisti che mira a integrare i criteri di sostenibilità nel processo di selezione, valutazione e monitoraggio dei fornitori. Per il futuro si cercherà sempre maggior sinergia a monte per lavorare in piena collaborazione sulle tematiche di sostenibilità.

Innovazione: tra le principali novità si colloca la realizzazione della nuova linea di prodotto MopurOne, all’interno della categoria medaglioni, nonché il lancio sul mercato della Mortadella Bologna Igp in cotenna. Per il futuro continuerà l’attività di ricerca volta a nuovi formati, nuove ricette e nuovi prodotti, sempre nell’ottica di pronta risposta alle esigenze del consumatore moderno.

Tutela dei dipendenti e impegno verso la comunità: il gruppo ha continuato a investire nella formazione dei dipendenti, erogando 4.693 ore di formazione, con un incremento del 25% rispetto al 2023. Di particolare importanza sono stati i programmi formativi “Academy Design our Future” e “Sviluppo competenze manageriali”, ideati per valorizzare e allenare i talenti dei collaboratori e favorirne lo sviluppo delle competenze. Sono state avviate numerose iniziative per promuovere diversità, equità e inclusione, e prossimamente sarà lanciato il progetto “Etica e Sostenibilità: Valore per le Persone e per l’Azienda”, insieme al proseguimento dell’iniziativa “Academy Design our Future” e alla nuova fase del progetto “Analisi sensoriale”. Continueranno anche le attività di sensibilizzazione su diversità, equità e inclusione, con l’avvio del percorso per ottenere la certificazione “Parità di genere”.

Welfare e sicurezza sul luogo di lavoro: in linea con l’obiettivo di beneficio comune concernente la “Tutela e Valorizzazione dei Dipendenti”, Gruppo Felsineo ha scelto di proteggere la salute dei propri dipendenti attraverso visite e accertamenti gratuiti, in collaborazione con la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT). Nel 2024 è stata offerta, a chi lo desiderasse, una visita oncologica di diagnosi precoce dei melanomi della pelle; l’impegno continuerà anche per il futuro. Saranno poi potenziate le attività di ascolto e coinvolgimento a tutti i livelli, con particolare attenzione alla conciliazione tra vita privata e lavoro.

Impegno verso la comunità: il sostegno a comunità e territorio si è concentrato sulle nuove generazioni e sull’inclusione. Sono stati rinnovati i protocolli d’intesa con l’Istituto comprensivo di Zola Predosa e con l’Istituto Veronelli di Casalecchio di Reno, per integrare formazione e inclusione sociale; a questi si è aggiunto il nuovo protocollo d’intesa firmato con il Consorzio SIR di Milano. L’attività laboratoriale “Fantasia e buona cucina” è stata coronata con la pubblicazione del libro “Bontà chiama bontà”, che raccoglie tutte le ricette elaborate nei due anni di attività portata avanti con il Centro Modiano di Sasso Marconi e la collaborazione degli studenti del Veronelli. Per il futuro, si prevede il consolidamento della sinergia con le scuole, con attività di sensibilizzazione alla sostenibilità e di integrazione tra formazione e attività aziendali. Si prevede, infine, un’evoluzione del progetto “Fantasia e buona cucina” attraverso un laboratorio itinerante che condivida il modello con altre realtà del territorio nazionale.

Tutela dell’ambiente: è stata ottenuta la certificazione ISO 50001 per la gestione dell’energia e il miglioramento delle performance energetiche; è stata inoltre internalizzata la funzione dell’Energy Specialist. Tra gli obiettivi futuri il mantenimento della certificazione ISO 50001, il miglioramento dell’efficienza energetica e l’inizio del percorso di decarbonizzazione, con l’impegno a testare nuovi materiali di packaging per la ricerca di valide soluzioni più ecosostenibili.
Un’ultima annotazione: anche quest’anno la copertina del Bilancio di Sostenibilità e Relazione di Impatto è stata realizzata da uno studente dell’Istituto Comprensivo di Zola Predosa, vincitore dello specifico premio del contest scolastico 2023-2024, avente come focus il tema “La diversità come risorsa”.

Culatello di Zibello Dop, modificato per la prima volta il disciplinare

Un peso massimo al momento della marchiatura (ovvero 10 mesi) che passa dai 5 agli attuali 6 chili, per venire incontro a una tendenza sempre più evidente tra i produttori del Culatello di Zibello Dop: una stagionatura più lunga, tra i 36 e i 48 mesi, in grado di esaltare ancora di più i sapori del “Re dei salumi”. È una delle principali novità comunicate dal Consorzio di Tutela del Culatello di Zibello Dop, che ha modificato per la prima volta il proprio disciplinare. Un traguardo storico per l’associazione costituita nel 2009 che racchiude 21 aziende produttrici della celebre Dop della Bassa Parmense, realizzata in sole 7 località (Busseto, Colorno, Polesine Zibello, Roccabianca, San Secondo, Sissa Trecasali e Soragna) e in grado di raggiungere nel 2024 i 18,5 milioni di fatturato con 73.550 culatelli marchiati. E una delle novità principali del nuovo disciplinare è proprio nella stagionatura. Il Culatello di Zibello viene ottenuto a partire dalle più pregiate cosce di suino; non a caso è stato aumentato da 190 agli attuali 195 chili il peso della singola carcassa per aumentare la qualità della materia prima. Come ribadisce Romeo Gualerzi, Presidente del Consorzio di Tutela, l’obiettivo è ben preciso: “La maggior parte del prodotto viene venduto intorno ai 20 mesi, ma gli associati stanno optando per stagionature sempre più lunghe, fino ai 36-48 mesi; ecco perché occorre partire da un prodotto più grasso e quindi più pesante. Questo garantisce che anche nel lungo periodo il Culatello di Zibello mantiene un grado di morbidezza fondamentale, arrivando così a un risultato finale di eccellenza assoluta”.
Il Consorzio ha aggiornato anche diversi parametri, tra cui il valore relativo al sale, ora ridotto: “Ci siamo accorti – prosegue Gualerzi – che nelle lunghe stagionature il prodotto ha una disidratazione maggiore di quella stimata inizialmente. Ecco perché la percentuale minima di cloruro di sodio è passata da 3,40 all’attuale 2,8%”.

Inoltre, è stato rivoluzionato anche il metodo di controllo legato alla materia prima. “Il Culatello di Zibello Dop viene realizzato a partire da allevamenti situati in Emilia-Romagna e Lombardia – conclude Gualerzi –. Nell’attuale disciplinare i controlli genetici sulla filiera sono completamente digitali, con metodi aggiornati, precisi e in grado di migliorare ancor di più la tracciabilità del suino. Un passo importante per proteggete ed evidenziare la storicità di quella che viene definita come l’eccellenza della salumeria italiana”.

Il Culatello di Zibello Dop può vantare una lavorazione che ancora oggi avviene in gran parte a mano. E l’alternanza tra lunghi periodi umidi e nebbiosi, e altri torridi e afosi, costituisce il fattore determinante per la giusta maturazione e l’ottimale stagionatura del prodotto, che avviene rigorosamente in cantine naturali in grado di rimanere fresche anche nei periodi estivi. Mentre per quanto riguarda i dati economici, nel 2024 il Consorzio ha fatto registrare un nuovo record: per la prima volta nei 15 anni di fondazione, il valore del preaffettato ha superato il 50% della produzione annua: su 73.550 culatelli sigillati ne sono stati destinati ben 38.004 (51,6%). Complessivamente, su un fatturato al consumo di 18,5 milioni di euro, 10,2 arrivano proprio dal preaffettato con 1,07 milioni di vaschette immesse sul mercato. L’export si attesta su un 25% e sui canali di commercializzazione il normal trade risulta il principale con una quota del 60%, mentre la grande distribuzione organizzata rappresenta il restante 40%.

Salame Felino Igp, +16% di fatturato negli ultimi 5 anni

Un fatturato al consumo arrivato a 89 milioni di euro, con una crescita del 16% negli ultimi 5 anni, e una quota export raddoppiata rispetto al 2023. Sono alcuni dei principali dati economici relativi al 2024 comunicati dal Consorzio di Tutela del Salame Felino Igp, l’associazione che racchiude 13 aziende produttrici del salume della Parma Food Valley per un totale di circa 500 addetti tra lavoratori diretti e legati all’indotto. Nel 2024 i valori produttivi del Salame Felino Igp sono rimasti in linea con l’anno precedente: a fronte di 5,3 milioni di chilogrammi di carne lavorata, 3,5 milioni sono stati destinati al prodotto certificato, numeri che hanno portato il valore alla produzione a 46 milioni di euro. Mentre andando a ritroso, il Consorzio negli ultimi 5 anni, ovvero dal 2019 al 2024, ha visto aumentare il proprio fatturato del 16%, passando da 75 agli attuali 89 milioni di euro. Merito anche dell’ottima tenuta del preaffettato, che dai 526.000 chilogrammi destinati del 2019 è arrivato ora a quota 573.000 chili. Infine, per quanto riguarda l’export, il Consorzio del Salame Felino Igp è passato dal 2,5% del 2023 all’attuale 5%. All’interno dell’Unione Europea, Germania e Francia rimangono i mercati di riferimento mentre continua la crescita della Svizzera in una quota esportazioni che rimane prevalentemente legata al vecchio continente.
Il 2024 è stato un anno tutto sommato positivo – afferma Umberto Boschi, Presidente del Consorzio di Tutela del Salame Felino Igp – considerando un mercato schizofrenico per quanto riguarda il costo della materia prima, che ha purtroppo confermato i picchi del 2023. E il trend non è destinato a migliorare, visto che nel periodo di alta richiesta, ovvero dopo l’estate, sappiamo già di dover fronteggiare un calo dei suini disponibili che non aiuterà il mercato. In ogni caso siamo soddisfatti per la crescita dell’export e per la tenuta del preaffettato, che ci permettono di far conoscere e apprezzare ancora di più questo fantastico prodotto”. A inizio anno il Consorzio ha inoltre aggiornato il proprio disciplinare, già approvato dal Ministero e pubblicato in Gazzetta Ufficiale. La modifica principale riguarda il preso dei suini: non è più previsto il peso medio vivo – che era di 160 chilogrammi con 10% in più o in meno di tolleranza – quanto invece quello della singola carcassa, ora compreso tra 110,1 e 190 chili, rilevato al momento della macellazione.

Lorenzo Rovagnati, AD dell’omonimo gruppo, vittima di un incidente in elicottero

C’è anche Lorenzo Rovagnati, Amministratore Delegato della nota azienda di salumi, tra le vittime dello schianto di un elicottero a Castelguelfo, frazione del comune di Noceto, in provincia di Parma. Nell’incidente – avvenuto nella serata di oggi, 5 febbraio 2025 – hanno perso la vita anche i due piloti. La famiglia Rovagnati è proprietaria del castello medioevale di Castelguelfo, nella cui tenuta è caduto l’elicottero per cause ancora da accertare. Alla guida del gruppo con il fratello Ferruccio, Lorenzo Rovagnati – secondo quanto riferito da numerosi organi di stampa – era solito recarsi pressoché settimanalmente a Castelguelfo in elicottero, partendo dalla sua casa in Brianza.

Nata nei primi anni ’40 da un’idea di Angelo Ferruccio Rovagnati e da suo figlio Paolo – a sua volta padre di Lorenzo e Ferruccio – Rovagnati è oggi tra le aziende italiane leader nella produzione di salumi e riconosciuta a livello mondiale. Con un fatturato superiore a 335 milioni di euro e circa 1.200 lavoratori, è presente in più di 20 Paesi in tutto il mondo. Il gruppo gestisce, inoltre, sette allevamenti, tra strutture di proprietà e altre in soccida. I sei stabilimenti produttivi presenti in Italia sono specializzati per categoria, scelta che permette di garantire la qualità dei prodotti e l’attenzione ai processi (Biassono per il prosciutto cotto, Villasanta per gli affettati e gli stagionati brevi, Arcore per i piatti pronti, Felino e Sala Baganza per il prosciutto crudo, Faenza per la mortadella). Nel settembre 2021, l’azienda ha inaugurato un nuovo impianto produttivo a Vineland, in New Jersey, dando così inizio a una nuova fase della sua storia all’estero, avviata già da alcuni anni con l’esportazione di prodotti. 
Nel riferire la notizia della tragica scomparsa di Lorenzo Rovagnati, la redazione di InstoreMag porge le più sentite condoglianze alla famiglia e al Gruppo Rovagnati, eccellenza dell’imprenditoria italiana.

Banco assistito, un touch point per fidalizzare il cliente della Gdo

Nel corso del 2023 il progressivo aumento dell’inflazione ha inciso notevolmente sul comportamento di acquisto del comparto salumi e formaggi che ha registrato una regressione dei prodotti preconfezionati il cui costo euro/kg ha iniziato a essere percepito come troppo elevato a beneficio di quelli serviti al banco. Il ritorno dei consumatori al banco taglio rappresenta, sia per le aziende del settore food sia per la Gdo, una nuova importante sfida e un’opportunità da cogliere. Ci si chiede quindi come questo trend possa cambiare le strategie di brand di insegne della Gdo e delle industrie del food.

Valeria Ortolani, CEO dell’agenzia di comunicazione padovana Ocalab, spiega quali sono gli elementi che è necessario tenere in considerazione nelle strategie di posizionamento e di comunicazione per la Gdo e l’industria: “La generazione Z incide profondamente sui consumi e richiede ai brand un notevole sforzo per assecondare le proprie esigenze. I dati ci dicono che il 67% è aperto a sperimentare nuovi prodotti e per legarsi a un marchio deve trovare in esso una profonda e autentica connessione. La sostenibilità è considerata da questa generazione un fattore imprescindibile e non un mero elemento distintivo e la reputazione di una marca viene attentamente studiata prima di effettuare un acquisto. Oggi le aziende devono scegliere autenticamente chi sono e devono diventare rilevanti anche a livello sociale. Il tempo dei “secondo me” è finito: serve capacità di ascolto e di raccolta dati sui quali costruire la propria strategia di brand, ponendo sempre più il consumatore con i suoi desideri e i bisogni al centro di ogni scelta di business”.

I dati emersi dai trend del 2024 dimostrano infatti che i consumatori sono alla ricerca di brand con uno scopo più profondo, che vada oltre al prodotto e alla comunicazione: l’innovazione diventa trainante, così come la capacità di sfidare le logiche tradizionali e dare risposte diverse ai nuovi bisogni. La reputazione e la capacità di comunicare in maniera naturale e spontanea sono le leve che più influenzano il desiderio di acquisto non solo della generazione Z ma di tutti i consumatori.

Strategie di branding per la Gdo
Per la Gdo è importante lavorare sulla customer experience e il banco assistito può diventare un touch point fondamentale per creare una relazione forte e fidelizzare il cliente. Per farlo sono 4 le leve su cui è possibile intervenire strategicamente:

1. la scelta dell’assortimento: una maggiore varietà di prodotti consente di intercettare le diverse esigenze dei consumatori e di distinguersi dai competitor.
2. la trasformazione del banconiere da tecnico a vero e proprio testimonial del brand: avendo il contatto diretto con i clienti, il banconiere dovrebbe essere formato non solo dal punto di vista tecnico ma anche relazionale, per trasmettere ai consumatori i valori del brand che rappresenta e, allo stesso tempo impostare la vendita secondo indicazioni comuni. Creare un’accademia a loro dedicata potrebbe essere un’idea importante da sviluppare.
3. la selezione di un packaging in linea con il proprio posizionamento: dal colore, al materiale, passando per la tipologia di incarto, il packaging può essere utilizzato dalla Gdo a livello di comunicazione per trasmettere la propria identità e messaggi differenti al consumatore.
4. l’utilizzo di strumenti digitali: per coinvolgere il cliente e migliorare la sua esperienza all’interno del supermercato è possibile servirsi di tecnologie capaci di far dialogare il mondo online con quello offline. Alcuni esempi possono essere schermi interattivi ed installazioni supportate dall’AI, capaci di dare consigli di acquisto ed informazioni aggiuntive sui prodotti.

Strategie di branding per l’industria
Alle industrie alimentari spetta un maggiore sforzo, in quanto hanno un limitato perimetro di azione al banco assistito. Ad esempio, non è permesso loro di utilizzare un packaging o una tipologia di incarto personalizzata o di fornire una formazione specifica ai banconieri. Tuttavia, le leve su cui è possibile lavorare sono la brand awareness e la brand reputation, che non rappresentano più un’opzione ma un’attività necessaria per creare connessioni ed essere scelti dai consumatori. Come? Attraverso la comunicazione dei valori, dell’identità e della reputazione dell’azienda e l’impegno intrapreso in azioni di sostenibilità e innovazione.

Salame Felino Igp, Gdo traina il fatturato del 2023 a 87 milioni

Fatturato in leggera crescita che raggiunge quota 87 milioni di euro per il Salame Felino Igp, che conferma così i buoni risultati anche nei dati economici 2023, nonostante l’aumento dei costi relativi alla materia prima. Analizzando i dati, la produzione di carne avviata alla lavorazione l’anno scorso ha sfiorato i 5,5 milioni di chilogrammi mentre per quanto riguarda il prodotto etichettato finale invece, se ne contano 3,5 milioni di chili.

Il Consorzio, che raggruppa nel territorio di Parma 14 aziende produttrici con circa 500 addetti tra lavoratori diretti e legati all’indotto, ha confermato la Gdo come principale canale di commercializzazione. Ottimi riscontri sono stati registrati dal banco taglio grazie al ritorno dei consumatori al mercato assistito, ma anche il preaffettato, seppur in fisiologico calo rispetto ai numeri record dell’anno scorso, si mantiene ben al di sopra dei livelli pre-Covid. Nel 2019 erano stati 526mila i chilogrammi destinati all’affettato; nel 2023 invece la quota è salita fino a 573mila chilogrammi (+9%). Infine l’export si attesta a circa il 3%, con l’Europa come principale mercato di riferimento, ma il Consorzio ha registrato un ulteriore interesse in particolare nei mercati extra Unione Europea e negli Stati Uniti.

Per Umberto Boschi, Presidente del Consorzio di Tutela del Salame Felino Igp, i numeri del 2023 sono positivi: “Siamo soddisfatti della tenuta registrata dal comparto, con una produzione stabile per quanto riguarda i volumi complessivi. Inoltre il dato del preaffettato, ben superiore a quello registrato nel 2019, conferma il gradimento del consumatore per la specifica modalità di vendita, per la facilità di utilizzo, la comodità e la disponibilità”. A preoccupare restano i rincari della materia prima: “Il 2023 è stato un anno caratterizzato dall’aumento delle carni a livelli mai visti prima. I produttori hanno fatto fronte ad aumenti medi, rispetto al 2022, del 20%. Un trend in crescita che va necessariamente arginato” conclude Boschi.

Rimonta per il Culatello di Zibello Dop: fatturato oltre i 20 milioni di euro

È stato un 2023 positivo per il Culatello di Zibello Dop: la produzione è tornata ai livelli pre-Covid, con 81.351 culatelli sigillati (per 325mila chilogrammi) e un fatturato al consumo che supera i 20 milioni di euro. A ribadirlo il Consorzio di Tutela: dopo l’inevitabile calo del 2020, e il successivo rimbalzo che nel 2022 ha superato la quota record di 100mila pezzi sigillati, la produzione si è consolidata ai livelli pre-pandemia, con un fatturato alla produzione di 12 milioni di euro. Un dato ancora più importante considerando l’aumento dei costi della materia prima, che nel 2023 ha fatto registrare un +15%, all’interno di un trend costante dell’ultimo triennio dove i prezzi sono addirittura raddoppiati.

“Il Culatello di Zibello Dop prosegue nella sua affermazione di prodotto di eccellenza e il merito è anche delle ottime performance del preaffettato che ci ha permesso una maggiore penetrazione del prodotto nelle catene retailer” ha ribadito Romeo Gualerzi, Presidente del Consorzio di Tutela. Un settore, quello citato da Gualerzi, in grande crescita per il Consorzio che racchiude tutte le 23 aziende produttrici della Dop, con oltre 250 addetti complessivi: nel 2023 quasi la metà dei culatelli è stata destinata al preaffettato, rappresentando il 46% dell’intera produzione annua con 37.424 pezzi affettati sugli 81.324 complessivi e ben 1,17 milioni di vaschette immesse sul mercato, per un valore di 10 milioni di euro al consumo. Un vero e proprio boom considerando come nel 2017 la percentuale affettato rappresentava solo l’8,7% della produzione complessiva, per un valore di 1,6 milioni di euro.

“Le aspettative per il 2024 sono rosee, nonostante la previsione di un ulteriore incremento dei costi della materia prima, a maggior ragione considerando la minor disponibilità di suini che rispettano i parametri della Dop – ha proseguito Gualerzi. In ogni caso da gennaio siamo entrati a pieno regime con il nuovo disciplinare approvato a settembre, dopo alcuni mesi di assestamento. Inoltre valutiamo la possibilità di utilizzare sempre di più il Culatello di Zibello come ingrediente in specifiche ricette, per far conoscere sempre di più il prodotto”.

Analizzando più nello specifico il fatturato 2023, la quota estero del Culatello di Zibello Dop si attesta su un 25% del totale: i Paesi dell’area UE (in primis Francia e Germania), insieme con la Svizzera, rappresentano l’88% dell’export, ma cresce anche il Nord America, con Canada e Stati Uniti, oltre al Giappone e il Regno Unito. Infine per quanto riguarda Il canale di commercializzazione, il normal trade si conferma quello principale con una quota pari al 60% del comparto, mentre la grande distribuzione organizzata rappresenta il restante 40%.

Rilancio Fiorucci, investimento da 30 mln di euro per recuperare competitività

Sta per prendere avvio il piano di rilancio di lungo periodo volto a riportare Fiorucci, storico marchio italiano del settore dei salumi, a un livello di reddittività adeguato al suo potenziale. Il primo passo sarà caratterizzato da un significativo cambiamento organizzativo della struttura aziendale, seguito da un sostanziale rinnovamento dei processi e un rimodernamento tecnologico degli impianti.

“Queste iniziative hanno un unico obiettivo, fare in modo che la storia del Gruppo prosegua e che gli stabilimenti restino in Italia e continuino a generare benessere nel loro territorio di riferimento, è fondamentale che l’azienda recuperi produttività per affrontare un mercato sempre più competitivo” commenta Claudio Rustioni, Amministratore Delegato di Fiorucci SpA”.

Il piano previsto dal management e approvato dai nuovi investitori, Navigator Group e White Park Capital, prevede una serie di azioni volte alla crescita di Fiorucci sia sul mercato italiano sia in quello internazionale, con un particolare focus su Paesi chiave come Germania, Austria, Francia e Gran Bretagna. Obiettivo: raggiungere un aumento di fatturato del 20% e soprattutto un ritorno alla redditività media del settore.

“Grazie ai nuovi finanziamenti l’azienda non ha posizioni debitorie e dispone di liquidità sufficiente per garantire continuità operativa e di pagamenti” aggiunge Rustioni. “Gli oltre 30 milioni di investimenti previsti dal progetto di rilancio saranno fondamentalmente indirizzati a rendere competitiva l’azienda e ad acquisire nuove quote di mercato: ci concentreremo sull’automazione e modernizzazione degli impianti, sull’acquisizione di distributori e catene retail nel nord Italia e all’estero e sulla sicurezza sul lavoro e l’igiene per tutelare sia i nostri dipendenti che i clienti finali”.

Negli scorsi giorni Fiorucci ha aperto un tavolo di lavoro con le organizzazioni sindacali con le quali si propone di lavorare per ridurre, nel limite del possibile e coerentemente alla situazione di mercato, l’impatto sociale della ristrutturazione che il declino del fatturato degli ultimi 12 anni ha reso purtroppo improrogabile. Come previsto dalla normativa, la procedura seguirà il suo corso per i prossimi 75 giorni con l’obiettivo di risolvere tutte le posizioni entro il prossimo mese di marzo.

Sostenibilità e tecnologia, Citterio investe 35 mln di euro in innovazione

Nel 2022 Citterio ha raggiunto i 570 milioni di euro di fatturato (per due terzi sviluppato all’estero), con un incremento dell’11% rispetto all’anno precedente. Per la family company da 6 generazioni si tratta di un importante traguardo, con una crescita a doppia cifra, ottenuto nonostante le difficoltà riscontrate a causa degli aumenti dei prezzi delle materie prime e del costo dell’energia, per lo più causati dalla guerra russo-ucraina.

Presente in più di 50 Paesi al mondo, Citterio si conferma anche nel 2022 una tra le aziende leader di mercato negli affettati confezionati a peso fisso grazie soprattutto al lavoro quotidiano svolto dagli oltre 1200 dipendenti presenti all’interno dei nove stabilimenti dislocati in cinque regioni d’Italia, oltre ad altri due presenti negli Stati Uniti, a Freeland in Pennsylvania. L’azienda è inoltre da sempre attenta a tutto ciò che riguarda l’innovazione e l’evoluzione dei salumi, con un’attenzione particolare alla qualità dei prodotti, nel rispetto della tradizione e con un occhio di riguardo ai bisogni emergenti dei consumatori. Per questo motivo ogni anno Citterio ribadisce il suo impegno nell’innovazione, tanto che nel 2022 ha investito 35 milioni di euro, ovvero circa il 6,5% dell’intero fatturato.

Una parte significativa di questi investimenti è stata destinata agli Stati Uniti, in particolare all’ampliamento della capacità produttiva degli stabilimenti, rendendo più efficienti e flessibili i processi di produzione per rispondere al meglio alle esigenze del consumatore americano. Nel corso del 2022, Citterio, ha anche investito In Italia in particolare nei propri prosciuttifici, principalmente di produzione DOP e nei propri salumifici dove si crea quel salame che resta un prodotto iconico e storico per l’azienda. Uno sforzo notevole che ha avuto la finalità di aumentare la capacità produttiva degli stabilimenti garantendo allo stesso tempo un’elevata qualità dei prodotti.

“L’investimento di importanti risorse permette di creare soluzioni sostenibili e prodotti di qualità per poter offrire una proposta di valore ancora più ampia ai nostri consumatori italiani ed esteri” sottolinea Alessandro Riva, Direttore marketing Citterio. “La nostra attenzione verso tutto ciò che è innovazione è massima fin dalla nascita dell’azienda, per questo Citterio investe nell’analisi del mercato monitorando i nuovi bisogni del consumatore e nella ricerca di nuove soluzioni tecnologiche, sia di prodotto che di packaging, per garantire sempre un prodotto sicuro con la massima qualità. Innovazione produttiva e sviluppo tecnologico restano dunque un punto strategico per far sì che Citterio sia uno dei leader nel settore dei salumi pre-affettati”.

“I salumi devono essere innovativi, evolversi pur mantenendo con rigore la propria tradizione” prosegue afferma Riva. “Per questo si deve sempre più andare incontro ai nuovi mercati e ai nuovi stili di vita dei consumatori. L’aumento dei consumi di snack, dei pasti on the go, delle mono porzioni, insieme all’avvento dello smartworking e alla ricerca di uno stile di vita sempre più sano ed equilibrato han fatto sì che anche il salume abbia subito una trasformazione. La volontà di Citterio è comunque sempre quella di proseguire con lo sviluppo di nuove tecniche di realizzazione di prodotti buoni, più salutari e sempre più in linea con i bisogni dei consumatori, oltre a nuovi sistemi di controllo”.

La continua evoluzione dell’azienda è proseguita negli anni anche per quanto riguarda il packaging dei prodotti con materiali innovativi e sostenibili, forti di un efficientamento industriale e un controllo costante della qualità. Dal 2011 infatti l’azienda ha portato avanti un percorso verso la riduzione del 25% della plastica delle vaschette, mentre nel 2015 anche il pack della linea Bio ha avuto una riduzione di oltre il 60% di plastica, grazie a un vassoio riciclabile nella carta. E nel 2022 Citterio ha scelto di diminuire ulteriormente del 20% l’utilizzo di plastica nel packaging della linea Taglio Fresco. Ricerca e Sviluppo, sicurezza, innovazione e non solo, Citterio è sinonimo di prodotti certificati. Tra le più importanti certificazioni la BRC (British Retail Consortium), ovvero uno standard globale specifico per la sicurezza dei prodotti agroalimentari, riconosciuto internazionalmente dalla GFSI (Global Food Safety Initiative), che certifica la sicurezza dei prodotti alimentari proposti sul mercato ai consumatori e la Certificazione Bio che consiste nell’accettare un modello di sviluppo definito dalla Comunità Europea in cui coltivazioni e allevamenti siano un valore da salvaguardare e non da sfruttare. I prodotti Citterio a marchio Bio rispondono a tutti i requisiti previsti dalla certificazione, per garantire gusto, qualità e benessere in tavola.

La Gdo traina la Mortadella Bologna IGP, bene produzione ed export

Nei primi sei mesi del 2023 sono stati prodotti 18,9 milioni di kg di Mortadella Bologna IGP, e venduti oltre 16,1 milioni di kg. Rispetto allo stesso periodo del 2022 la produzione è cresciuta del 3,8% e le vendite del 4,1% (dati forniti dall’organismo di controllo IFCQ certificazioni). L’affettato in vaschetta conferma la tendenza di fondo ad una costante crescita, registrando un aumento del 7,4%, a conferma della preferenza da parte dei consumatori per un formato comodo, pratico e di facile scorta.

In Italia la Gdo si conferma il principale canale di vendita con una quota del 54,9%, seguita dal Normal Trade col 28,6% e dal Discount col 16,5%. Il 20,5% delle vendite è destinato alle esportazioni, prevalentemente nei Paesi UE, tra quest’ultimi Francia e Germania rappresentano i principali mercati di riferimento, con quote del 30% e del 25%. In generale, le vendite in UE hanno registrato complessivamente un aumento del 6,7% rispetto al 1° semestre del 2022. In particolare, in Germania e Spagna le esportazioni di Mortadella Bologna IGP sono cresciute a doppia cifra, registrando un incremento, rispetto ai primi sei mesi del 2022, rispettivamente del 13,3% e 12,4%.

“È motivo di grande orgoglio constatare che, nonostante il momento difficile per l’economia europea e soprattutto italiana, la Mortadella Bologna IGP continui ad essere uno dei prodotti alimentari ad Indicazione Geografica più amato dagli Italiani e sempre più apprezzato all’estero” dichiara Guido Veroni, Presidente del Consorzio italiano tutela Mortadella Bologna. “La crescita del 4,1% delle vendite sul mercato interno assume quindi particolare rilievo perché conferma che la scelta del Consorzio di puntare sulla comunicazione delle caratteristiche qualitative uniche e inimitabili del prodotto risulta premiante, in termini di apprezzamento e vendite, in quanto va proprio ad intercettare il bisogno manifestato dal consumatore finale nel preferire un prodotto di alta qualità, tutelato e garantito dal marchio comunitario di Indicazione Geografica Protetta”. 

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare