CLOSE
Home Authors Posts by Anna Muzio

Anna Muzio

Anna Muzio
2122 POSTS 0 COMMENTS

Lotta allo spreco, Carrefour premia i fornitori “virtuosi”

Nella lotta allo spreco incentivata anche dalla recentissima legge dello Stato (vedi Spreco alimentare, entra in vigore la legge che aiuta a donare), Carrefour Italia scende in campo con la seconda edizione di “La Grande Sfida dei Fornitori contro lo spreco alimentare”, programma di CRS volto a premiare i fornitori che si sono distinti per l’efficacia delle loro politiche di prevenzione, il riutilizzo, il recupero e la ridistribuzione dei prodotti alimentari.

Patrocinato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, il progetto intende valorizzare e premiare le buone pratiche legate alla sostenibilità, motivando i propri fornitori alla continua ricerca di soluzioni per la riduzione di tutte le forme di spreco delle risorse e degli alimenti.

I progetti sono stati valutati da Fedabo, società indipendente leader nella consulenza per l’energia, che ne ha giudicato l’efficacia e la portata innovativa in rapporto ai settori di appartenenza. Sulla base di questi elementi è stata poi stilata la classifica con le cinque aziende più virtuose (i fornitori di Carrefour Italia sono 650), ognuna in uno specifico ambito. Ogni progetto è stato poi valutato da una giuria che ha contribuito a selezionare il fornitore vincitore fra la rosa di candidati individuati dalla società Fedabo, che è risultato essere la Dial S.r.l. di Pergine Valsugana, per l’innovazione tecnologica implementata nella valorizzazione dei sottoprodotti.

I cinque hanno ottenuto il riconoscimento sono:

1)     Antonio Ruggiero S.p.A. – Sabaudia

Premio di categoria RECUPERO E RIUTILIZZO: Creazione di mercati alternativi

L’azienda, attiva da oltre 120 anni nella lavorazione di patate e cipolle di qualità, da anni destina parte dei sottoprodotti alla produzione di biogas ed energia; il progetto “Belle nel cuore” ha permesso di creare un destino virtuoso per i prodotti che non rispondono ai capitolati di fornitura, facendo acquistare nuovo valore a quei prodotti che presentano a livello estetico delle difettosità o imperfezioni. Quello che normalmente viene inteso come scarto, viene utilizzato e distribuito sul mercato ad un prezzo più conveniente per il consumatore, contribuendo al risparmio delle risorse investite nella filiera produttiva.

2)     C.I.C.O. SOC. COOP. AGRICOLA – Ferrara

Premio categoria REDISTRIBUZIONE: Donazioni e relazioni con il territorio

Società consorzio di cooperative fondata nel 1997, le cui aziende associate producono frutta e verdura. CICO si impegna da sempre a destinare i prodotti che non trovano una collocazione commerciale in diversi impieghi alternativi, come la produzione di fertilizzante agricolo e la donazione verso organizzazioni no profit. Nel 2006 si è avviato un progetto mirato a rinforzare il legame con il territorio, ed è nato “Non sprecare per aiutare”, con la donazione di generi alimentari ad un asilo nido e una scuola materna della zona. I prodotti agricoli forniti sono surplus produttivi presentano caratteristiche di qualità conformi e sono confezionati in imballi di linee commerciali non più uso.

3)     Dial S.r.l. di Pergine Valsugana – Trento

Vincitore assoluto e vincitore del premio di categoria RECUPERO E RIUTILIZZO: Innovazione tecnologica per la valorizzazione dei sottoprodotti

Piccola impresa trentina che occupa 40 collaboratori, attiva nella lavorazione dei funghi e nella realizzazione di prodotti derivati. Nel 2011 DIAL ha avviato un progetto di ricerca con l’università di Bologna al fine di sviluppare un processo innovativo per la valorizzare dei sottoprodotti della lavorazione dei funghi secchi. Il risultato della collaborazione è la creazione di una nuova linea di creme ad alto valore di servizio a base di funghi porcini chiamata “Fior di Fungo”. Per ottenere ciò, l’azienda ha sviluppato una nuova linea di essiccazione per il recupero totale della materia prima destinata all’alimentazione del nuovo impianto di produzione automatico per la linea dei pronti all’uso.

4)     OROGEL Soc. Coop. Agricola – Cesena

Premio di categoria PREVENZIONE: per l’innovazione tecnologica implementata nella riduzione degli scarti

Azienda nata nel 1969, conta ad oggi oltre 800 dipendenti ed è attiva nella lavorazione di prodotti ortofrutticoli. Tra le pratiche implementate per la riduzione degli sprechi, l’azienda si è concentrata sulla riduzione dei sottoprodotti della lavorazione di vegetali grazie all’innovazione tecnologica nelle fasi di cernita del prodotto. La selezione è infatti diventata più mirata grazie allo sviluppo di cernitrici a telecamere e a raggi laser; tecnologie che hanno portato ad una maggior capacità di individuare e scartare i corpi estranei riducendo la precedente perdita di prodotto conforme per errato scarto. Le prime sperimentazioni su macchine cernitrici automatiche sono iniziate nel 2009 testando diversi modelli e fornitori: oggi questa tecnologia è utilizzata su tutti i vegetali lavorati in azienda, ma anche sui prodotti miscelati, come il minestrone.

 5)     Spalla Mauro srl – Alessandria

Premio di categoria REDISTRIBUZIONE: Utilizzo alternativo degli scarti alimentari

Piccola azienda in provincia di Alessandria attiva nella lavorazione e nel confezionamento di prodotti ortofrutticoli, ha presentato un progetto che riguarda in particolare la produzione di carote. I prodotti che non possono essere utilizzati per il consumo umano, dopo una selezione manuale che porta a suddividerle in prima, seconda e terza categoria, vengono separati per un loro riutilizzo per consumo animale. La rete creata da questo progetto coinvolge 260 maneggi, che permettono attualmente di aumentare il personale lavorativo impiegato e di coprire il 100% degli scarti di lavorazione.

Dalla prevenzione alla donazione, le “buone pratiche” di Carrefour

L’insegna francese tre anni fa ha creato un team, il Comitato Anti Demarque Carrefour Italia, completamente dedicato alla revisione e al miglioramento dei flussi aziendali per combattere lo spreco del cibo, ottenendo una riduzione progressiva degli sprechi. Ad esempio, durante il primo semestre 2016 , in tutti i punti vendita della rete Carrefour Italia sono state recuperate oltre 180 tonnellate in più rispetto allo stesso periodo del 2015, nel solo settore dei prodotti freschi.

Tra le attività attivate per combattere lo spreco alimentare e per ridurre al minimo i rifiuti destinati alla discarica dall’insegna ci sono:

  • La storica collaborazione con il Banco alimentare per la donazione. Nel 2015 sono stati donati da Carrefour in Italia oltre 660 tonnellate di cibo.
  • La revisione dei processi di riordino, introduzione di tecnologie per riordino automatico e revisione dei tempi che intercorrono tra l’ordine e la consegna a punto di vendita per consentire di effettuare gli ordini sulla base di quanto effettivamente venduto.
  • Il controllo rigoroso dello stock di deposito e di punto di vendita e dei dati di invenduto.
  • La revisione degli spazi espositivi e degli assortimenti e, in collaborazione con i fornitori, degli imballi e delle pezzature dei prodotti esposti per ridurre gli sprechi sia a livello di punto di vendita che presso i consumatori finali. La revisione degli assortimenti ha preso in considerazione anche una diversa gestione dei reparti freschi in funzione delle stagionalità e del clima.
  • Piano di formazione degli addetti finalizzato alla diffusione delle buone pratiche di gestione e di lavorazione degli alimenti
  • Chiusura banchi frigoriferi per migliorare ulteriormente le condizioni di conservazione dei prodotti deperibili.
  • Attività promozionali e tagli prezzi per consentire la vendita di prodotti a rischio (ad esempio prossimi alla scadenza)
  • Valorizzazione di prodotti commestibili ma non commercializzabili tal quali (ad esempio vendita di pane secco, produzione di pane grattugiato, frutta per macedonia, produzioni interne)

Spreco alimentare, entra in vigore la legge che aiuta a donare

Agevolare le donazioni di alimenti (ma anche farmaci e abbigliamento) lungo tutta la filiera più che renderle obbligatorie: è questa la strada (già intrapresa con precedenti decreti) della legge contro lo spreco alimentare 166/2016, approvata lo scorso 2 agosto ed entrata in vigore questa settimana.

La legge, che intende ridurre gli sprechi “nelle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione”, vuole favorire il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari a fini di solidarietà sociale, destinandole in via prioritaria all’utilizzo umano; il recupero e la donazione di prodotti farmaceutici e di altri prodotti a fini di solidarietà sociale; contribuire alla limitazione degli impatti negativi sull’ambiente e sulle risorse naturali mediante azioni volte a ridurre la produzione di rifiuti e a promuovere il riuso e il riciclo al fine di estendere il ciclo di vita dei prodotti; contribuire al raggiungimento degli obiettivi generali stabiliti dal Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti e dal Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare previsto dal medesimo Programma nonché alla riduzione della quantità dei rifiuti biodegradabili avviati allo smaltimento in discarica; contribuire ad attività di ricerca, informazione e sensibilizzazione dei consumatori e delle istituzioni sulle materie oggetto della presente legge, con particolare riferimento alle giovani generazioni. Le misure del provvedimento vanno ad affiancarsi a quelle contenute nella Legge di Stabilità 2016 che ha alzato la soglia di comunicazione della donazione da 5 a 15 mila euro. Il testo della legge 166/2016 è scaricabile all’indirizzo http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2016/08/30/16G00179/sg

 

Food waste: lo spreco in Italia, Europa, Mondo

Nel mondo un n terzo della produzione mondiale di cibo destinata al consumo umano si perde o si spreca lungo la filiera alimentare ogni anno (FAO 2011), circa il 24% se misurata in calorie, ovvero 1,6 miliardi di tonnellate di alimenti, 1,3 miliardi di tonnellate se si considera solo la parte edibile. Una quantità di cibo che, se recuperata, sarebbero sufficiente, secondo il Baria Forum for Food Nutrition, a sfamare il Pianeta. Circa il 56% delle FLW avvengono nei paesi sviluppati; il restante 44% nei Paesi in Via di Sviluppo (PVS).
Secondo la FAO la distribuzione lungo i diversi anelli della filiera alimentare globale è di 510 milioni di tonnellate nella produzione agricola (32%), 355 milioni di tonnellate nelle fasi immediatamente successive alla raccolta (22%), 180 milioni di tonnellate nella trasformazione industriale (11%), 200 milioni di tonnellate nella distribuzione (13%), 345 milioni di tonnellate al livello del consumatore (sia a livello domestico sia nella ristorazione, 22%).

cosa-si-spreca

In Italia gli sprechi alimentari costano secondo Coldiretti 12,5 miliardi di euro che sono persi per il 54% al consumo, per il 21% nella ristorazione, per il 15% nella distribuzione commerciale, per l’8% nell’agricoltura e per il 2% nella trasformazione. Ogni italiano ha buttato nel bidone della spazzatura ben 76 chili di prodotti alimentari durante l’anno. La Coldiretti, nel commentare positivamente l’entrata in vigore della legge contro gli sprechi alimentari annunciata dal premier Matteo Renzi e dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, spiega come “la nuova legge rafforza il lavoro di contrasto facendo crescere la consapevolezza dei consumatori rispetto alle abitudini alimentari, semplifica le donazioni per le aziende e per la prima volta anche per l’agricoltura svolge un ruolo da protagonista, attraverso le donazioni dirette agli indigenti”.

In Europa si sprecano oltre 100 milioni di tonnellate/anno di alimenti (2014, European Commission DG Health and Consumers) escluse le perdite nella produzione agricola e i rigetti in mare di pesce.
La ripartizione dello spreco alimentare in Europa per anello della filiera vede in primo piano il consumo domestico (42% per circa 38 milioni di tonnellate, pari a circa 76 kg per abitante/anno), seguito dalla trasformazione industriale (39%), dalla ristorazione (14%) e dalla distribuzione (5%, fonte BIOIS 2010).

 

Distribuzione in prima linea

Anche se la distribuzione contribuisce percentualmente in minima parte (ma comunque con ingenti quantitativi), va detto che molte delle catene già si spendono in attività di “riciclo solidale”, da Coop a Conad, Selex, Pam a Carrefour. «È una buona legge, che permette a Coop di potenziare i progetti anti-spreco che già portiamo avanti da anni – ha commentato Stefano Bassi, presidente di Ancc-Coop, in occasione dell’approvazione della legge. Coop solo nel 2015 ha donato ad oltre 800 organizzazioni del volontariato di ispirazione religiosa e laica 5.143 tonnellate di derrate alimentari, pari ad un valore di oltre 24 milioni di euro, che hanno permesso di fornire 6 milioni di pasti a persone in difficoltà».

Grégoire Kaufman,  direttore commerciale e marketing Carrefour Italia, ha detto: «Lo spreco alimentare è un tema da affrontare con la massima priorità e per il Gruppo Carrefour è la chiave decisiva per definire un nuovo concetto di sostenibilità. In questo senso, un passaggio importante è rappresentato dalla recente legge Gadda sulla lotta allo spreco alimentare. Ma non basta, perché credo che per far sì che questa legge abbia un senso, ciascun player deve dare il proprio contributo. Ed’ è per questo che da anni stimoliamo i nostri fornitori nel condividere questo impegno».

I nostri articoli sul tema:

Spreco zero: l’impegno decennale di Coop Lombardia, 809 tonnellate recuperate nel 2015

Nasce Emporio Rimini, il supermercato sociale, tra solidarietà e spreco zero

Tesco combatte lo spreco in tutti i pdv con il cloud, dalla fattoria alla tavola

Lotta allo spreco: Banco Alimentare mappato nella piattaforma Gs1 per la Gdo

Carrefour lancia “Tous AntiGaspi”, la private label antispreco e sostenibile

Packaging e spreco alimentare: confezioni piccole e più informazioni per agevolare i consumatori

Gdo contro lo spreco/1: parte la collaborazione tra Végé e Last Minute sotto casa

Gdo contro lo spreco/2. Pam lancia “Reimpiatta il piatto”, concorso zero waste

Lotta allo spreco e Gdo: cosa stanno facendo le insegne in Europa

Inaugurato il primo Conad superstore di Padova, focus sul servizio

Tutti i servizi e l’offerta più innovativi, dalla parafarmacia ,al pet-shop, dall’angolo sushi al forno, in quasi 2.500 mq di superficie di vendita: è il primo Conad Superstore di Padova al debutto in via Pilade Bronzetti, zona Corte Bezzecca.
Con un parcheggio per 200 posti auto, la maggior parte coperti e 60 dipendenti il nuovo superstore si presenta come un punto di vendita con una scelta di prodotti da grandi superfici, ma con il contatto umano tipico dei piccoli negozi di vicinato.
L’apertura rientra nel programma di sviluppo di Conad in Veneto, concretizzato attraverso la cooperativa Commercianti Indipendenti Associati. Sviluppo che si realizza in un’area, il Nord-Est del Paese, colpito anch’esso dalla crisi che ha inciso sul tessuto economico nazionale e locale.

«Veniamo tutti e tre da esperienze dirette di lavoro nella grande distribuzione – spiegano Nicola Bottigelli (43 anni), Manuel Azzalin (30 anni) e Andrea Rettore (47 anni), i tre soci Conad che gestiscono il nuovo Superstore -. Dopo essere stati dipendenti, abbiamo ora fatto la scelta di diventare imprenditori e mettiamo le nostre professionalità al servizio di questo nuovo superstore, che conferma l’importanza strategica dell’area padovana per Conad. Puntiamo a valorizzare soprattutto il livello di servizio al cliente, per offrire una qualità distintiva».

bar-con-sapore-1
Grande attenzione nel nuovo Conad Superstore è dedicata al reparti freschi: macelleria tradizionale e banco pesce oltre a un’ampia area dedicata a frutta e verdura (con prevalenza di biologico). Al fine di valorizzare le tipicità e le eccellenze local, ogni reparto presenta un ampio assortimento di prodotti del territorio: con il marchio Origins Conad si trovano molte delle produzioni dell’area dei Colli Euganei. Molto articolate anche la sezione di cibi salutistici – non solo bio, ma anche vegano e senza glutine – improntati alla crescente domanda di benessere, pane e pasticceria fresca, oltre all’innovativo corner sushi, con specialità tipiche giapponesi preparate quotidianamente davanti ai clienti. Ampia anche la scelta di caffè, in cialde, capsule e grani, tisane, infusi e tè.
La cantina dei vini è un compendio articolato di rossi, bianchi, rosati e spumanti, ma ha anche un dispenser per l’acquisto di vini alla spina. Numerose le etichette di grappe, birre e liquori.

Completano la proposta commerciale il bar Con Sapore Conad, per colazioni e spuntini veloci, e la parafarmacia a marchio Conad, con un’ampia offerta di prodotti legati alla salute e al benessere. Sono presenti anche il corner delle dolcezze La casa del dolce (dal cioccolato agli snack), una selezione di cibi etnici, i giornali e le riviste, oltre ai prodotti per gli animali da compagnia.

parafarmacia

 

Quattro zampe welcome

Nel superstore sono ammessi gli animali da affezione di piccola e media taglia, che possono accompagnare i padroni durante la spesa grazie a particolari carrelli dedicati.
Sul versante della convenienza, all’interno del negozio i clienti trovano tanti prodotti a prezzi competitivi, da quelli Bassi&Fissi a marchio Conad fino alle referenze di grandi marchi Convenienti Sempre, proposti a condizioni particolarmente vantaggiose.
Le casse self assicurano una spesa veloce evitando di perdere tempo in coda.
Sarà inoltre possibile sottoscrivere la Carta Insieme più Conad Card, strumento di pagamento che permette di pagare la spesa al 7 del mese successivo: ai clienti che la sottoscriveranno entro il 31 dicembre, sarà riservato il 20% di sconto sulla spesa per 90 giorni dalla attivazione.

Ottavo Conad tra città e provincia
A Padova e provincia Conad è già presente, attraverso la cooperativa aderente Commercianti Indipendenti Associati, con altri 7 punti vendita, gestiti da 4 società che danno lavoro a 130 persone.
In città, oltre al nuovo Superstore, sono in funzione anche i due negozi di vicinato a insegna Conad City in via Crescini e via Facciolati; altri punti vendita in provincia sono a Saonara (Conad City), Carmignano di Brenta, Monselice e Legnaro (Conad Superstore) e San Martino di Lupari (Spesa Facile).
I Conad di Padova sono inseriti nella rete del Last minute market, per destinare ad associazioni del territorio i prodotti invenduti e a scadenza ravvicinata.

Tra sport e style, apre a Milano NikeLab ST18

Una vetrina innovativa e tecnologica per i prodotti Nike, nel cuore di Milano: apre in via Statuto, nel quartiere di Brera, NikeLab ST18 ad opera di Nike, in partnership con Percassi,

L’innovazione passa anche nei camerini, che sono dotati di illuminazione regolabile con quattro diverse impostazioni che permettono ai clienti di verificare come appaiono le calzature e l’abbigliamento se indossati in condizioni e orari diversi del giorno.

Il piano interrato dispone di lucernari artificiali che illuminano dove di solito è buio e presenta una stanza nascosta con una camera blindata, che ospiterà eventi speciali.

Grande attenzione anche alle tematiche ambientaliste: il nuovo spazio si vanta di raggiunge il massimo delle prestazioni con il minimo impatto ambientale. Arthur Huang, il fondatore dello studio di progettazione Miniwiz, specializzato nel riproporre materiali di scarto, ha collaborato con i designer di Nike per creare strutture espositive in alluminio riciclato. Non solo: tra recupero e funzionalità, le rifiniture e i materiali utilizzati sono stati progettati in modo modulare per renderli versatili e flessibili, facilitandone così l’impiego all’interno dello spazio.

In un’ottica di collaborazione con i talenti locali ma anche di shopping experience e creazione di uno spazio sociale e culturale, oltre che commerciale, nel negozio verranno esposti i lavori di creativi milanesi. Attualmente in mostra cè Martino Gamper, uno dei creativi con i quali Nike ha collaborato per la mostra The Nature of Motion durante la Milano Design Week 2016, che ha creato sedie, sgabelli e il totem centrale all’interno dello store.

Lidl apre ancora al Sud, a Milazzo un nuovo punto vendita

Su una superficie di 1.400 meri quadri ha aperto a Milazzo un nuovo punto vendita Lidl in Contrada Masseria. Dopo Catania dunque (Lidl apre il terzo punto vendita a Catania, green e con il nuovo format) punta ancora sulla Sicilia il piano di sviluppo della catena di discount tedesca.

Aperto anche di domenica, il punto vendita si sviluppa su una superficie di oltre 1.400 metri quadri e metterà a disposizione della clientela un ampio parcheggio, con 121 posti auto. La struttura Lidl è uno store di nuova concezione caratterizzato da ampie vetrate che migliorano la luminosità interna e da un layout più gradevole e funzionale per il cliente, con corsie spaziose e una disposizione dei prodotti visivamente più impattante.

Sugli scaffali del nuovo punto vendita si trova un ampio assortimento con circa 1.800 prodotti. L’80% è Made in Italy, in particolare, la linea Italiamo che offre il meglio del patrimonio gastronomico del nostro Paese (mozzarella di bufala DOP, pasta di Gragnano, olive taggiasche) coniugando qualità e prezzo conveniente. Di recente ingresso proprio nella linea “Italiamo”, “Che Seppia”, il piatto vincitore del talent show culinario “La Ricetta Perfetta”, andato in onda su Canale 5 e ideato per mettere alla prova chef amatoriali provenienti da tutta Italia con l’obiettivo di vedere la loro ricetta del cuore proprio sugli scaffali Lidl. Il reparto panetteria accoglie i clienti all’entrata e sforna tutto il giorno pane, croissant e pasticceria. Anche il reparto cosmesi è stato rinnovato, per valorizzare le qualità dei prodotti a marchio Cien (solari, make up, creme viso e shampoo).

 

L’apertura ha portato alla creazione di 17 nuovi posti di lavoro, che si collocano all’interno di un piano di sviluppo più ampio annunciato ad inizio anno dall’azienda che prevede circa 2.000 nuovi inserimenti in organico per il biennio 2016-2017. Il forte investimento sulle risorse umane, sia in termini di assunzioni che di costante formazione e sviluppo, è valso all’azienda per il secondo anno consecutivo il riconoscimento di “Best Workplace” conferito dal Great Place to Work Institute.

taglio-del-nastro

Autogrill, entro fine anno ovunque pagamenti con lo smartphone

Facile e veloce, ideale per il consumatore in viaggio: entro fine anno su tutta la rete di Autogrill si potrà pagare con lo smartphone, grazie a un’App. Il progetto è reso possibile grazie ad un accordo tra il gruppo e Paypal. Fino a poco fa sembrava fantascienza, ma i pagamenti con lo smartphone stano prendendo sempre più piede  sempre più.

La novità sarà introdotta gradualmente in tutti i punti vendita gestiti direttamente, e sarà resa possibile tramite un’app integrata alla piattaforma PayPal e alle principali carte di credito.

«L’accordo con PayPal rafforza la leadership di Autogrill nel settore del Food & Beverage anche sul fronte tecnologico: con questo nuovo strumento abbiamo infatti la capacità di rispondere tempestivamente alle esigenze e allo stile di viaggio del consumatore moderno – ha spiegato Alessandro Preda, CEO Europe di Autogrill -. Questo nuovo servizio si affianca a quelli ad elevato contenuto tecnologico già offerti dall’azienda come l’e-invoicing, il self ticketing e i sistemi di fidelity per i clienti, con i quali cogliere appieno la sfida della digitalizzazione dei servizi per confrontarsi con successo in un mercato in costante evoluzione».

Il percorso di digitalizzazione dei servizi intrapresa da Autogrill vuole offrire alla propria clientela soluzioni innovative che apportino comodità, risparmio di tempo e una minore impronta ecologica. Ma non solo: con questi mezzi il Gruppo intende fidelizzare la propria clientela tramite promozioni e servizi dedicati. Inoltre, per “coccolare” il viaggiatori digital,  Autogrill ha recentemente introdotto la connessione wi-fi gratuita nelle aree di servizio lungo la rete autostradale italiana.

«I nostri clienti potranno fare acquisti presso i punti di vendita grazie all’app dedicata di Autogrill direttamente da smartphone ed indipendentemente dal tipo di dispositivo. Un grande primo passo per le nostre ultime soluzioni PayPal-in-app e PayPal-in- store» ha dichiarato Angelo Meregalli, General Manager di PayPal Italia.

 

Una tecnologia usata anche nella Gdo

Autogrill ha scelto la piattaforma Paydiant di PayPal come white label technology provider per questa partnership. Acquisita da PayPal nel 2015, Paydiant si occupa della reinvenzione dei pagamenti mobili. Tra i retailer che già su avvalgono della tecnologia Paydiant c’è la catena di supermercati del nord Carolina (USA) Harris Teeter, che ha implementato pagamenti mobili, offerte e programmi fedeltà nella sua applicazioni. Come dire che la tecnologia c’è, un player importante la sta utilizzando, e potrebbe essere presto resa disponibile anche nella grande distribuzione. Tanto più in un Paese come l’Italia in cui lo smartphone è ormai utilizzato da  Nel progetto sarà coinvolta anche IBM, partner del Gruppo per l’innovazione e lo sviluppo di software, infrastrutture e protocolli.

Sul web tra le insegne della Gdo Iper ancora al top. Sul podio Esselunga e Decathlon

Per il secondo mese consecutivo Ipermercati Iper si piazza in testa alla classifica di BEM Research dedicata ai brand della Gdo che si rivolgono al pubblico Internet con un sito web in lingua italiana. A settembre il podio non cambia e nel testa a testa con Esselunga la spunta ancora l’insegna di Brunelli. Decathlon, unico marchio straniero, si conferma al terzo posto e precede Coop e Bricocenter.

In generale risulta in calo la performance online dei 23 siti web della grande distribuzione, che segna -1,3% in trenta giorni, mentre la media del settore si attesta a 35,7 punti-indice. Il dato delle ricerche su Google è piatto su base annua, ma non è uniforme sul variegato territorio nazionale: in alcune regioni la curiosità verso il settore è aumentata anzi sensibilmente. Ad esempio, si registra un aumento del 33% in Calabria, del 21% in Basilicata e del 17% in Friuli Venezia Giulia. Risultati opposti, invece, giungono da Molise (-27%), Valle d’Aosta (-12%) e Sardegna (-10%).

bem-rank-settembre16«Il commercio sul web è sempre più strategico per tutta l’economia nazionale e le aziende italiane si dimostrano all’avanguardia su Internet – rileva Carlo Milani, direttore di BEM Research –. Il recente accordo tra il ministero delle Politiche agricole e il colosso dell’e-commerce cinese Alibaba dimostra quanto per l’Italia sia necessario tutelare la qualità dei propri prodotti, anche con accordi che superano i confini nazionali. E per la diffusione dei nostri prodotti sul web è fondamentale che sia sempre garantita la qualità del made in Italy».

L’indice BEM Rank prende in considerazione cinque parametri che sono: la ricerca del brand su Google; la visibilità dei siti web su parole chiavi ad alto traffico relative al settore di riferimento; la velocità di caricamento delle pagine web; l’usabilità dei siti web e il grado di competizione online nel settore in cui l’azienda opera.

Fico Eataly in attesa dell’inaugurazione scopre con il Bike tour 40 produzioni italiane

Un viaggio all’interno delle eccellenze enogastronomiche italiane, alla scoperta dei metodi di produzione artigianale e coltivazione, da Torino a Palermo, con tappa in 38 aziende che, all’interno di FICO Eataly World, realizzeranno i migliori prodotti enogastronomici del Belpaese: è il FICO Bike Tour della Fabbrica Italiana Contadina (FICO): il grande parco dell’agroalimentare italiano che sta sorgendo a Bologna e che racchiuderà il meglio del nostro cibo, dal campo alla forchetta, per raccogliere l’eredità di Expo.

Il Tour parte oggi da Torino e si chiuderà 46 giorni e circa mille chilometri dopo a Palermo, toccando 14 regioni per 40 esperienze enogastronomiche. Protagonista del cicloviaggio è Simone Greco, studente di Agraria e appassionato di cibo e due ruote. Il percorso avverrà in sella alla bicicletta a due ruote realizzata da Bianchi, storica azienda italiana, che, dotata di carrello e frigorifero, consentirà ai visitatori di circolare nel Parco tematico e fare la spesa all’insegna del benessere e della sostenibilità. Tra i partner del FICO Bike Tour, il Touring Club Italiano e la Rai.

FICO Eataly World racchiuderà un patrimonio di biodiversità straordinario, che nasce da materie prime, ingredienti e una cultura del cibo e della sua trasformazione unici al mondo. Sono infatti 40 le imprese di tutte le dimensioni accomunate dall’eccellenza, che, all’interno della Fabbrica Italiana Contadina avranno il compito di realizzare dal vivo i più importanti prodotti italiani in altrettanti laboratori.

Tra le esperienze che Simoe Greco incontrerà nel suo viaggio di scoperta ci sono il tartufo-Safari, l’osservazione della fauna selvatica e l’allevamento allo stato brado dei suini, la panificazione artigianale, la cura di un luppoleto da birra, gli abbinamenti del cioccolato e delle confetture, la coltivazione e la trasformazione di patate, riso, grano. Prima che FICO apra i battenti, il FICO Bike Tour intende raccontare le filiere del cibo italiano che tutto il mondo potrà apprezzare a Eataly World. Con un mezzo lento e sostenibile, la bicicletta.

In ogni tappa, il FICO Bike Tour offrirà allo studente-biker l’opportunità di visitare stabilimenti e laboratori di produzione, consentendo anche ad ospiti, istituzioni e giornalisti di osservare da vicino come e dove nascono i migliori prodotti italiani, apprezzarne la storia e la lavorazione. Ciascuna azienda organizzerà infatti esperienze originali per mostrare la propria arte manifatturiera. Naturalmente il viaggio potrà essere seguito quotidianamente sul sito www.eatalyworld.it e sui canali social ufficiali (@eatalyworld su Facebook, Twitter, Instagram, Google+).

Fico, il parco, sorgerà all’interno della NAM, la Nuova Area Mercatale operativa da aprile nell’area del CAAB- Centro Agroalimentare di Bologna.
«Con la piena operatività della Nuova Area Mercatale si è aperta la volata finale per il completamento del Parco Agroalimentare FICO Eataly World, un grande progetto di educazione alimentare per la città, per l’Emilia Romagna e per l’Italia – spiega il presidente di CAAB Andrea Segrè, ordinario di Politica agraria internazionale e comparata all’Università di Bologna e Tutor dello studente Simone Greco alla guida di FICO Bike Tour –. Sono oltre 2.400.000 i quintali di ortofrutta annualmente commercializzati al CAAB: attraverso la Nuova Area Mercatale con cui promuoveremo la produzione, commercializzazione e quindi il consumo di frutta e verdura sostenibili e di alta qualità. Daremo evidenza a questi obiettivi sostenendo quanto più possibile gli scambi e le sinergie con il Plesso di Agraria dell’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, contiguo al comprensorio CAAB e in asse diretto con le attività e gli obiettivi del Centro. L’agricoltura è la nuova frontiera per i giovani, sempre più appetibile: nel corso del 2015 si è registrato un + 12% di occupati e imprenditori agricoli under 35, in diretta correlazione al grado di istruzione ‘tecnica’ e tecnologica».

Per saperne di più sul progetto Fico Eataly World Bologna, Italian agro-food explained to the world.

Amazon punta ancora sul food: vini e prodotti gourmet nel marketplace Made in Italy

Punta ancora l’acceleratore sul food nel mercato italiano Amazon, che, dopo l’artigianato, aggiunge due nuove sezioni, vino e gourmet, al negozio dedicato al Made in Italy.

Provenienti dalla gran parte del regioni italiane, sono oltre 100 venditori che soddisferanno il palato dei clienti italiani. All’interno delle categorie Vino e Prodotti Alimentari Gourmet di Made in Italy saranno presenti solamente prodotti contraddistinti da una denominazione di origine protetta (Dop, Igp, Docg) tutelata da un consorzio locale riconosciuto, oppure prodotti enogastronomici italiani selezionati da operatori specializzati nella valorizzazione del Made in Italy, come Vinitaly e Ufoody, che ne garantiscano l’origine italiana e la qualità.

Molte le eccellenze che hanno reso l’enogastronomia italiana famosa e ricercata in tutto il mondo: dall’aceto balsamico, a salumi e prosciutti. Ma anche pasta come paccheri, linguine e maccheroncini, verdure in scatola e sottolio, legumi e condimenti. Infine sono disponibili caffè, confetture e dolci creati artigianalmente come i baci di Cuneo, disponibili nella versione semplice, al caffè e al Barolo.

Alla selezione gourmet del negozio Food Made in Italy, si aggiunge un vasto assortimento di vini, birre e liquori provenienti da diverse regioni d’Italia, espressione dell’eccellenza locale: dal Brunello di Montalcino Docg alla birra artigianale, prosecco, ma anche bevande come tamarindo e liquori tradizionali come il mirto.

I prodotti food si aggiungono agli oltre 40 mila articoli del negozio Made in Italy, realizzati da centinaia di artigiani che grazie al Marketplace Amazon hanno la possibilità di raggiungere più di 285 milioni di clienti attivi nel mondo.

Italiani poveri ma belli, o quanto meno tecnologici ed ecologici

Web e crisi hanno cambiato gli italiani, sempre più lontani dallo stereotipo degli istrioni naif e arretrati, abbracciano le nuove tecnologie con entusiasmo (uno su 10 ad esempio ha al polso un dispositivo wearable, e in questo siamo secondi solo agli americani) e risparmiano grazie alla sharing economy, sono tra i più magri d’Europa e sensibili alla tematiche ambientali, sprecano meno. Il quadro emerge dal Rapporto Coop 2016, che presenta però anche un Paese fermo, invecchiato, con famiglie disgregate e più nuclei famigliari singoli, dalla crescita economica infima, dove l’attenzione si è spostata dall’economia e la politica alla geopolitica (Brexit, migranti, terrorismo).

Sul fronte dei consumi, gli italiani, per affrontare il nuovo scenario, si attrezzano mutando il pantheon dei propri valori che ormai esclude la politica e accoglie la tecnologia, l’ambiente, la meritocrazia e la lotta alle diseguaglianze. Ad esempio il Rapporto ha calcolato che grazie alla sharing economy e ai consumi gratuiti su web si è dissolto circa il 2% della spesa ovvero 20 miliardi di euro, e una famiglia può arrivare a risparmiare fino a 1400 euro all’anno. «Dei vecchi valori l’unico che sembra reggere è la famiglia, che però diventa liquida – spiega Albino Russo, responsabile dell’Ufficio Studi Ancc-Coop -evolve, ha meno figlia ma dai giovani, anche quelli che non hanno figli né legami stabili, è vista come un punto di riferimento».

coop-famiglia

La tecnologia sembra poi essere entrata nel Dna degli italiani, specie da quando internet dal computer è passata al telefonino, da sempre grande passione tricolore (15 milioni venduti nell’ultimo anno, +16%).

coop-dgital

 

Tanto che cambiano i consumi. La “ripresina” e i guadagni extra sono stati impiegati per coprire grosse spese rimandate negli anni della crisi (arredamento, automobile), in tecnologia, divertimenti, cultura e viaggi. Non nei consumi alimentari che infatti calano costantemente. Salute, benessere ed ecologia sono i nuovi valori che guidano i consumi dei nostri connazionali. Ma anche voglia di provare e sperimentare, i cibi etnici ad esempio che registrano un + 8% nel primo semestre 2016. In su nel borsino della spesa i cibi sono light e uno stile alimentare “clean”. Recta il rapporto: “Ripulirsi è il mantra a tavola dei nuovi italiani e da qui la riscoperta di ingredienti “antichi” diventati i “superfood” di oggi: lo zenzero, la quinoa, la curcuma parole cercate ossessivamente in rete ma anche fonte di un segmento di fatturato in crescita (il giro d’affari dello zenzero anno su anno fa registrare un +141% e la curcuma supera il 93%). O il ricorso all’ “altro cibo”: pillole, integratori, beveroni generano in Italia un mercato che ci fa primeggiare in Europa (2,5 miliardi il giro d’affari e un +7,7% anno su anno)”.

coop-consumi coop-spesa-alimentare coop-benessere

Il “Rapporto Coop 2016” è redatto dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori) con la collaborazione scientifica di Ref. Ricerche, il supporto d’analisi di Nielsen e i contributi originali di Iri Information Resources, GFK, Demos, Nomisma e Ufficio Studi Mediobanca. Il Rapporto è scaricabile a questo indirizzo.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare