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Paglieri, Barbara Bertoli alla guida della R&D

È Barbara Bertoli la nuova R&D Director di Paglieri, produttore piemontese di referenze per la cura del corpo, del bucato e della casa. In una nota, l’azienda sottolinea gli oltre vent’anni di esperienza multidisciplinare maturata dalla manager. Dopo aver diretto l’innovazione scientifica in aziende leader nella produzione cosmetica per la Gdo e il canale farmacia, Bertoli (nella foto in alto) ha affiancato alla sua attività manageriale anche un’intensa carriera accademica, oltre a conseguire certificazioni di alto profilo e a seguire percorsi specialistici in olfattiva applicata. Tra gli obiettivi del suo mandato, ci sono la valorizzazione delle materie prime d’eccellenza, rafforzare l’identità sensoriale del brand, sviluppare soluzioni eco-innovative e promuovere un’esperienza olfattiva evoluta per consumatori sempre più attenti a sostenibilità, trasparenza e autenticità.

Barbara porta con sé una visione sistemica della R&D, una solida cultura scientifica e un linguaggio contemporaneo del profumo che rispecchia i nostri valori – dichiara Debora Paglieri, Amministratrice Delegata di Paglieri –. La sua esperienza e la sua passione daranno nuova forza alla nostra vocazione olfattiva, unendo rigore e poesia nella creazione di ogni nuovo prodotto”.
Paglieri rappresenta un marchio storico capace di evolversi senza mai perdere il suo cuore emozionale – afferma Barbara Bertoli, R&D Director di Paglieri –. Entrare in Paglieri per me significa contribuire a un’eredità che profuma di emozioni, storie e bellezza. Una sfida che affronto con entusiasmo, responsabilità e dedizione, perché ogni prodotto è un modo di comunicare, di emozionare, di lasciare un segno nella quotidianità dei nostri consumatori”.

Largo consumo, Circana traccia il bilancio dell’ultimo anno

Il mercato del largo consumo europeo è cresciuto dell’1,9% in valore nell’ultimo anno, raggiungendo i 680 miliardi di euro nei 12 mesi fino a dicembre 2024. Questo risultato è stato trainato principalmente dalla forte domanda dei consumatori per categorie freschi e drogheria alimentare, nonostante l’incertezza macroeconomica e le pressioni inflazionistiche, come viene evidenziato nell’ultimo report semestrale Demand Signals di Circana. Il report, che analizza i dati di vendita al dettaglio nei sei principali mercati europei (Francia, Regno Unito, Germania, Italia, Spagna, Paesi Bassi) e monitora oltre 230 categorie Fmcg e un milione di referenze, mostra cambiamenti significativi nella spesa dei consumatori, con una chiara preferenza verso prodotti essenziali e orientati alla praticità.
In particolare, i segmenti dei freschi hanno ottenuto performance solide, con una crescita delle vendite in unità del 2,2% (fino a 84,5 miliardi di unità), mentre la drogheria alimentare è aumentata dello 0,8% (fino a 89,1 miliardi di unità), generando insieme un incremento assoluto di 7,5 miliardi di euro su base annua.

GLI EFFETTI DELLA VOLATILITÀ ECONOMICA
Nonostante alcuni segnali di ripresa, il settore Fmcg affronta nuove incertezze dopo un promettente 2024. Sebbene quasi un terzo delle categorie sia passato da un trend negativo a uno positivo e un ulteriore 28% abbia mantenuto la tendenza a crescere, le pressioni economiche aumentano e ciò potrebbe frenare il ritmo. I consumatori diventano più selettivi, si concentrano maggiormente sui beni essenziali, che sono cresciuti dell’1,6%, e riducono gli acquisti di prodotti non essenziali, che sono calati della stessa percentuale, per gestire meglio il proprio budget. “Il settore Fmcg sta dimostrando grande resilienza di fronte alle continue turbolenze economiche – dichiara Ananda Roy, SVP Thought Leadership Europe di Circana –. I consumatori in tutta Europa stanno dando priorità a valore e convenienza, spingendo brand e retailer ad adattare rapidamente i loro portafogli prodotti e le strategie promozionali”.
Le Mdd, che avevano registrato una forte ascesa durante il periodo di inflazione, raggiungendo quasi il 47% delle vendite in unità Fmcg (circa 143 miliardi di unità), stanno ora affrontando una crescente concorrenza da parte dei marchi industriali. Attraverso promozioni mirate, innovazione di prodotto e formati più piccoli, i marchi industriali hanno riconquistato terreno, invertendo parte del vantaggio acquisito dalle Mdd negli ultimi anni. “I marchi industriali stanno reagendo al successo delle Mdd – aggiunge Roy – offrendo ai consumatori un valore differenziato grazie a innovazione, sostenibilità ed esperienze di consumo più appaganti. Le Mdd devono ora ricalibrare le proprie strategie per mantenere il trend di crescita”.

COSA CERCANO I CONSUMATORI
Oggi i consumatori sono in cerca di qualcosa più di una semplice offerta vantaggiosa: vogliono prodotti versatili, in linea con il proprio stile di vita e rispettosi dell’ambiente. Il 68% preferisce prodotti adattabili a diversi contesti e occasioni. La disponibilità fisica è cruciale: oltre la metà dei consumatori cercherà nuovamente un prodotto se non lo trova, ma pochi faranno uno sforzo extra per trovarlo altrove. L’esperienza di consumo è altrettanto importante: il 64% di chi ha avuto una prova insoddisfacente dichiara che non acquisterà nuovamente quel prodotto, sottolineando quanto fiducia e qualità siano essenziali per il successo a lungo termine.

ITALIA E SPAGNA GUIDANO LA CRESCITA
Spagna e Italia sono in testa per la crescita del valore delle vendite di largo consumo in Europa. Il mercato spagnolo è cresciuto del 4,9%, raggiungendo i 99 miliardi di euro nei 12 mesi fino a dicembre 2024, grazie alla forte domanda interna e alla crescita nelle categorie freschi. L’Italia ha registrato un +2,3% in valore, sostenuta da drogheria alimentare e bevande, mentre il Regno Unito è cresciuto moderatamente (+2%) grazie al ritorno della domanda per prodotti convenienti. Il tasso di crescita medio annuo (CAGR) su tre anni, in termini di unità vendute fino a dicembre 2024, mostra un calo in Germania (-0,5%), Francia e Paesi Bassi (entrambi a -0,8%), riflettendo l’incertezza economica e la bassa fiducia dei consumatori.

IN CALO ALCOLICI E DOLCIUMI
Le vendite in unità di alcolici sono calate dell’1,5% rispetto all’anno precedente, mentre le bevande hanno mostrato una lieve crescita dello 0,1%, segnale di un passaggio a scelte più salutari. Anche i dolciumi e gli alimenti per l’infanzia hanno subito un calo (rispettivamente -1,0% e -2,2%), a causa delle tendenze salutistiche e delle variazioni demografiche in corso (dati POS fino a dicembre 2024).

L’ANDAMENTO DEL NON FOOD
Le categorie non alimentari del Fmcg stanno mostrando una ripresa lenta e disomogenea, con solo alcune aree tornate in crescita. Il comparto Beauty & Personal Care è cresciuto dello 0,9% in unità vendute, spinto dalla forte domanda nel periodo pre-natalizio. I prodotti per la casa sono aumentati dello 0,6%, grazie a vendite in crescita di detersivi e prodotti per il bucato, sostenute da nuovi lanci e forti attività promozionali.
Le strategie della Mdd sono diventate più sofisticate, con differenze tra i vari mercati europei. Spagna e Germania mantengono una forte penetrazione delle Mdd (rispettivamente 49% e 43% di quota valore di mercato), anche se il recente slancio si è attenuato. In Francia la quota Mdd è cresciuta moderatamente, mentre nel Regno Unito e in Italia si è stabilizzata, riflettendo una concorrenza più intensa da parte dei marchi industriali.

Limited Edition Gusto Jalapeño: novità piccante per San Carlo

Il gusto è dei curiosi: è quanto afferma San Carlo nel comunicare il lancio di una nuova referenza. Si tratta della Limited Edition piùgusto, gusto Jalapeño. Di sicuro il prodotto all’esordio, oltre alla curiosità, richiede anche la passione per i sapori piccanti considerata la specialità messicana da cui prende il nome. San Carlo fa sapere, infatti, che la nuova patatina presenta note leggermente speziate e fruttate, ma fin dal primo assaggio sprigiona in bocca l’autentico sapore di Jalapeño, il celebre peperoncino che deve il suo nome alla città di Xalapa, nel cuore del Messico meridionale. Il mix è quindi descritto come un gusto dal carattere piccante, fresco e acidulo.
Piùgusto Jalapeño è disponibile nei formati da 50, 70 e 150 grammi e va ad affiancare gli altri gusti della gamma: Vivace, Lime e Pepe Rosa, Pomodorini di stagione e Porchetta alle erbe.

Caffè Borbone celebra gli “eroi di tutti i giorni”

Torna in Tv con due nuovi spot Caffè Borbone. Entrambi i soggetti rientrano nella campagna “Per gli eroi di tutti i giorni” e celebrano il rito del caffè in cialda e in capsula raccontato attraverso i gesti di quelle persone che, pur senza clamore o riconoscimenti, affrontano la quotidianità con impegno e passione. Un buon caffè si trasforma così in un rituale che restituisce il valore della condivisione, diventando un momento di gioia e gratificazione, appunto, “per gli eroi di tutti i giorni”. Nel primo soggetto l’eroe è un papà. Appisolato sul divano, si sveglia di colpo, guarda l’orologio, ma c’è ancora un po’ di tempo. Quindi, come prima cosa, si prepara un caffè utilizzando una miscela in capsula Caffè Borbone, per poi andare a prendere la figlia in discoteca che, non si fa trovare all’orario concordato ma è in ritardo di oltre un’ora. Il papà entra in discoteca per cercarla tentando, buffamente, di non dare nell’occhio. Quando la figlia lo vede, resta sorpresa e un po’ imbarazzata dall’incontro inaspettato. L’indomani mattina a colazione la mamma, sorseggiando un caffè, ironizza su quanto è successo. Il padre prende questa “impresa” con auto-ironia, sorridendo insieme alla figlia che lo prende in giro per come si muoveva all’interno della discoteca e lo bacio sulla guancia.

Nel secondo spot vediamo nonna e nipote alle prese con BlueMoon, la nuova macchina a cialde di Caffè Borbone. Un regalo alla nonna da parte del nipote, che le mostra come inserire la cialda compostabile all’interno della macchina. La nonna impara in fretta, inizialmente sembra confondersi tra macinato e cialda ma, in realtà, si diverte a prendere in giro il nipote perché ha appreso tutti i passaggi, pochi e semplici, per utilizzare la macchina a cialde e smaltire il prodotto 100% riciclabile in modo corretto, l’involucro nella carta e la cialda nell’umido.

L’idea creativa è mostrare storie di vita quotidiana in cui il caffè ha il potere di amplificare la semplicità e la normalità di ogni momento, rendendolo unico. Il papà a cui basta un buon caffè per ridere su una nottata decisamente movimentata in compagnia della figlia ritardataria fa capire che il tempo passato insieme conta più di qualsiasi altra cosa. La nonna che, fidandosi del giovane nipote, cambia abitudine passando al caffè in cialda 100% riciclabile, consapevole di quanto questo gesto sia importante per l’ambiente, fa sorridere e insegna che non è mai troppo tardi per fare la differenza. “Con questa nuova campagna tv, abbiamo voluto raccontare l’identità di Caffè Borbone come player del caffè monoporzionato in cialda e capsula, dando valore al prodotto attraverso storie di persone comuni, cioè tutte quelle persone che celebriamo come eroi quotidiani e attraverso cui abbiamo consolidato il nostro posizionamento di brand, anche in termini di comunicazione – afferma Marco Schiavon, Amministratore Delegato di Caffè Borbone –. Con le nostre cialde e capsule vogliamo portare a casa di tutti il gusto autentico del caffè e questo nuovo spot è un tributo a chi ogni giorno sceglie Caffè Borbone. Abbiamo pensato che mostrare il volto di persone reali fosse il modo più vero per raccontare chi siamo e il nostro impegno per rendere il caffè di qualità accessibile, sostenibile e sempre piacevole per chiunque, ogni giorno. L’accessibilità non significa solo essere alla portata di tutti, ma anche semplicità d’uso, diffusione capillare sul territorio e attenzione a ogni esigenza del consumatore. Infine, la sostenibilità è un valore imprescindibile: ci impegniamo quotidianamente per ridurre l’impatto ambientale dei nostri prodotti, migliorando i processi produttivi, promuovendo l’uso di materiali riciclabili e lavorando con partner responsabili”. Gli spot, ideati da Bcube nelle versioni da 30”, 15” e 10”, sono on-air sulle principali emittenti televisive e sono stati pianificati come campagna multicanale attiva anche sui touchpoint digital per garantire una visibilità capillare e massimizzare il raggiungimento di un pubblico trasversale.

Yogurt, l’attenzione alla salute traina le vendite

In Italia il consumo di yogurt, latti fermentati e dessert continua ad aumentare, passando negli ultimi 4 anni da 8,8 kg a 10 kg annui pro-capite. Ed evidente è anche la ripresa dei volumi su tutti i canali, con un aumento delle vendite a volume dello 0,8% nei supermercati e ipermercati, del 4,5% nei negozi specialisti in cura della persona e casa, del 2,6% nei discount e del 10,8% nell’e-commerce. È quanto emerso dallo studio di categoria realizzato da Danone Italia, in collaborazione con Circana, Kantar, SKIM e YouGov su oltre 25.000 consumatori. Dallo studio emerge che gli italiani sono un popolo sempre più attento alla propria salute, basti pensare che oggi il 41% adotta routine mediche di prevenzione (percentuale che nel 2022 corrispondeva al 33%) e che il 52% degli intervistati considera un’alimentazione bilanciata lo strumento principale per costruire una vita sana. Questa consapevolezza si traduce di conseguenza nelle decisioni di acquisto e il 41% dei consumatori sceglie, infatti, lo yogurt per motivazioni legate alla salute. Nello specifico, le caratteristiche a cui si presta oggi più attenzione sono un basso contenuto di zuccheri e la presenza di fibre e di proteine, combinate secondo formulazioni studiate con altri nutrienti. Non solo: è in forte crescita l’attenzione al microbiota intestinale, anche alla luce delle evidenze scientifiche di una connessione tra probiotici e longevità in salute, nonché di come il microbiota intestinale possa influenzare attivamente anche il sistema immunitario.
Le abitudini si stanno progressivamente trasformando. Sono sempre di più gli italiani che integrano la propria dieta con prodotti a base vegetale, per motivi legati alla salute (40%) e al gusto (37%). Inoltre, uno stile di vita più flessibile sta facendo sì che sempre più spesso i pasti tradizionali lascino spazio a un consumo di cibo più frammentato e destrutturato. Secondo lo studio, infatti, 6 italiani su 10 preferiscono gli spuntini ai pasti tradizionali più abbondanti, che difficilmente si adattano ai nuovi stili di vita. Le persone cercheranno quindi sempre più snack sani, ma gustosi e soprattutto sazianti per l’intero giorno.

LE INFORMAZIONI SI CERCANO ONLINE, PRIMA O DURANTE L’ACQUISTO
Nell’esperienza di vendita, il digitale avrà un ruolo sempre più strategico, sia per quanto riguarda gli acquisti online, ma anche e soprattutto per la ricerca di informazioni in merito alle proprietà nutrizionali, prezzi ed eventuali promozioni, che influenzano inevitabilmente gli acquisti in-store. Secondo i dati emersi dallo studio, infatti, il 43% ricerca online la categoria yogurt prima o durante l’acquisto e il 55% scopre sul web le novità della categoria e trova ispirazione nei social network. Le vendite tramite e-commerce sono quelle che hanno registrato un incremento maggiore, con 33 milioni di shopper online, in aumento del 10,8% rispetto all’ultimo anno, su cui si prevede un’ulteriore crescita dell’8%. Oggi, 1 consumatore su 4 acquista yogurt online.

LE PROSPETTIVE DELL’ULTRAFRESCO
L’evoluzione dell’ultrafresco (yogurt, latti fermentati e dessert) in Italia mostra una categoria dinamica, in crescita e fortemente valorizzata, i cui principali driver di acquisto sono salute (prodotti salutari e bilanciati 41%) e gusto (soddisfare voglia di dolce 17%). Gli italiani, tuttavia, mangiano meno yogurt rispetto agli altri Paesi Europei, con un consumo annuo pro-capite di 10 kg – mentre il consumo in UK è di 13 kg, in Spagna di 19 kg, in Francia di 24 kg, fino ad arrivare ai 49 kg della Croazia – che certamente rappresenta un’opportunità di crescita per il comparto. “Yogurt, skyr e kefir, pur diversi per struttura e ceppi microbici, sono accomunati da un ottimo profilo nutrizionale: ricchi di proteine ad alto valore biologico, forniscono calcio altamente assimilabile e vitamine del gruppo B – afferma Elisabetta Bernardi, Biologa Nutrizionista, Specialista in Scienza dell’Alimentazione –. La presenza di fermenti vivi e composti bioattivi li rende alleati preziosi per il microbiota intestinale, il sistema immunitario e la funzione metabolica. Oggi sappiamo che i benefici di questi alimenti non derivano solo dai singoli nutrienti, ma dalla loro matrice alimentare: una struttura complessa e sinergica che ne potenzia l’efficacia fisiologica. Consumare regolarmente yogurt e latti fermentati, significa prendersi cura della propria salute in modo semplice, ma scientificamente fondato, offrendo un supporto concreto al benessere lungo tutto il corso della vita”.

DANONE, L’OBIETTIVO È ARRIVARE A 15 KG PRO CAPITE ANNUI
“Con questa ricerca abbiamo voluto approfondire i principali temi e trend della categoria dell’ultrafresco – dichiara Yoann Steri, Digital & Data Director di Danone Italia – per comprenderne appieno le potenzialità, restituendo una panoramica aggiornata sui nuovi bisogni dei consumatori. Il nostro obiettivo, come Danone, è infatti quello di promuovere corrette abitudini alimentari, influenzando positivamente la salute delle persone, anche attraverso la crescita della categoria, con l’obiettivo di aumentare il consumo pro capite annuo, portandolo a 15 kg. Va in questa direzione il lancio di Danone Skyr, la nuova linea ispirata all’antica ricetta islandese dello Skyr, ricco in proteine e con lo 0% di grassi che garantisce gusto, qualità e una cremosità unica; con HiPro abbiamo lavorato per innovare la nostra formula con l’aggiunta di Vitamina B9 e Magnesio, studiata per supportare la crescita muscolare grazie all’alto contenuto proteico e ridurre la fatica grazie alla fortificazione con Vitamina B9 e Magnesio. Con il brand Activia, che con 4 miliardi di probiotici si prende da sempre cura dell’equilibrio intestinale degli italiani, abbiamo risposto al crescente interesse dei consumatori per il microbiota intestinale arricchendo la nostra offerta con la linea Activia fibre e il kefir Activia, da oggi disponibile anche al cucchiaio. Anche con il brand Actimel, da oltre 30 anni alleato del sistema immunitario, puntiamo sull’innovazione presentando Actimel Tripla Azione, il nostro Actimel arricchito con magnesio, vitamina D e C. Una sola bottiglietta con 3 funzionalità: la vitamina C, infatti, ha effetto antiossidante, il magnesio riduce la stanchezza e la vitamina D supporta il sistema immunitario”.

Arriva Protein+, la pasta Barilla con proteine di piselli

È da alcuni anni un filone prolifico di novità in tante ambiti dell’alimentare, pasta compresa, ora però tocca al leader di questa categoria simbolo del made in Italy. Barilla presenta Protein+, che a partire dal nome sottolinea la sua principale caratteristica: un plus di proteine, pari a 20 g per 100 g di prodotto. Il gruppo emiliano ha già in catalogo referenze ricche di proteine, ma realizzate con farine di legumi. Protein+ è invece prodotta con semola di grano duro selezionata e proteine di piselli, è trafilata al bronzo e non a caso l’azienda rimarca che è destinata a chi desidera aumentare l’apporto proteico nella propria dieta senza rinunciare all’autentica esperienza di gusto della pasta di sempre.

Il mercato c’è a giudizio di Barilla, che evidenzia come nella routine multitasking di tutti i giorni gli impegni si moltiplicano, tra casa, lavoro e famiglia. A pesare più di tutti è il lavoro, come conferma un’indagine globale condotta in Italia, Germania e Francia, da cui emerge che ben il 49% degli intervistati si sente sopraffatto dagli impegni lavorativi (fonte: Global Web Index, 2022, media tra dati IT-GER-FR ). Impegni che tolgono energia, ma soprattutto tempo: il 39,2% degli italiani intervistati che lavorano ammette, infatti, di non avere abbastanza tempo da dedicare a sé stesso (fonte: Eurispes, Rapporto Italia 2023), mentre quasi il 60% delle persone conferma di avere a disposizione meno di due ore al giorno da dedicare ai propri interessi personali o allo sport (fonte: Hoda, 2023, dati italiani). Se da un lato le responsabilità quotidiane ci spingono a mettere da parte le passioni, dall’altra queste ultime sono fondamentali per farci sentire soddisfatti e appagati. Non solo, uno studio pubblicato su Lancet Psychiatry ha identificato oltre 600 modi in cui hobby e attività ricreative contribuiscono al benessere mentale e fisico. La ricerca ne evidenzia il ruolo nella prevenzione e nella gestione delle malattie mentali, portando anche alla riduzione del rischio di diverse patologie fisiche. Insomma, sarebbe la frenesia della vita moderna a motivare il lancio di un prodotto proteico. Tre i formati disponibili – Penne Rigate, Fusilli e Spaghetti – proposti in una confezione in cartoncino giallo da 400 g. Per ciascuno dei tre formati, Academia Barilla ha creato una ricetta: Fusilli Barilla Protein+ con broccolo romano, curcuma e agrumi; Penne Rigate Barilla Protein+ con zucca, funghi pleurotus, aceto balsamico e semi di girasole; Spaghetti Barilla Protein+ con pomodorini datterini, olive taggiasche, olio al basilico e limone, mandorle tostate.

Generazione Z, ritratto dei nuovi consumatori

Davvero l’Italia non è un Paese per giovani? O forse sono i nuovi scenari dei consumatori del futuro a risultare inediti, sfuggenti e per questo di difficile interpretazione? Gli 848mila shopper della Generazione Z (i nati tra il 1997 e il 2012) fanno la spesa meno volte all’anno (in media 150 volte, a fronte di una frequenza nazionale di 198) contenendo il valore dello scontrino ancora di più degli altri acquirenti (21 euro contro 22), a testimonianza di una grande attenzione al portafoglio. Sebbene non si tratti di un pubblico alto-spendente e di facile lettura a causa di uno stile di vita più complesso che predilige i consumi fuori casa, gli operatori guardano con grande interesse a questa fascia che si affaccia ora al mercato e che anticipa i trend dell’immediato futuro: i decisori d’acquisto della Gen Z sono attenti al proprio aspetto, al benessere fisico e all’entertainment (risultano superiori alla media nazionale i frequentatori di spa & ristoranti, ma anche gli sportivi) e si rivelano un target esplorativo rivolto a prodotti che contengono “promesse” salutistiche o legate a sostenibilità ambientale e equità sociale, senza disdegnare le novità e i cibi etnici.

NEL SEGNO DELLA DISCONTINUITÀ
Ma chi sono questi nuovi consumatori? La ricerca “Gen Z & Health, come cambia il carrello della spesa” di YouGov, che si basa su uno shopper panel di 15.000 famiglie rappresentative della totalità delle famiglie italiane (26 milioni), ha fotografato le principali caratteristiche e le abitudini della Generazione Z. Gli scenari che emergono – presentati durante il talk “Gen Z & Health – come cambia il carrello della spesa” realizzato da Gruppo Food nel corso di TuttoFood Milano – appaiono inediti soprattutto nell’ambito della gestione finanziaria, caratterizzata dal frequente utilizzo del mobile banking (4 o più volte la settimana per il 34% dei giovani, contro il 28% delle generazioni più anziane), delle transazioni online tramite carta di credito (39% vs. 30%) o dei pagamenti in negozio tramite app (22% vs. 13%). Discontinuità anche per quanto riguarda il tempo libero, con il gaming e i viaggi a imporsi come le occupazioni preferite: quasi due giovani su cinque (38%) viaggiano per svago almeno due-tre volte l’anno sebbene cerchino di far fronte a un budget limitato in più di un caso su due (55%), mentre uno su cinque (18%) dedica ai videogiochi più di 7 ore a settimana, utilizzando i videogames anche per socializzare (31%).
Queste tendenze sono confermate e addirittura ulteriormente rafforzate dall’analisi dei decisori di acquisto, che si definiscono più maturi e indipendenti sulle questioni economiche: non a caso, il 53% si dichiara responsabile d’acquisto anche di prodotti finanziari (un indice di gran lunga superiore al 18% complessivo dei pari età) e il 46% preferisce avere più di un conto bancario (contro il 31% complessivo). Elementi di insicurezza invece appaiono dagli indicatori legati alla socialità, con il 55% dei responsabili acquisti che prediligono attività da svolgere in solitudine (contro il 48% dei loro coetanei), il 54% intrattenere gli ospiti in casa propria (vs. 47%) mentre il 49% di loro indica la serata perfetta quella tra le mura domestiche (43%).
La Generazione Z si dichiara particolarmente attenta al proprio aspetto fisico (la rilevazione di YouGov restituisce un indice statisticamente superiore del 16% al target di riferimento) e, di conseguenza, più abituata a praticare sport o a frequentare spa. Un approccio edonistico che si declina anche nel recarsi in ristoranti (rispetto al totale l’indice della Gen Z è superiore alla media del 35%) e cinema (+26%), e nel preparare dolci come hobby (+15%) e che, al momento degli acquisti, si traduce inevitabilmente a preferire peculiari caratteristiche e comparti del largo consumo: l’attenzione al benessere del proprio corpo determina le performance migliori per i prodotti alto-proteici e quelli per la cura della persona, con indici superiori alla media rispettivamente del 41% e del 24%.

LE PREFERENZE D’ACQUISTO
Come è lecito aspettarsi da un target giovane, la Gen Z è aperta alla sperimentazione, all’equità sociale e all’ambiente. La profilazione attitudinale “Paint a picture” di YouGov dimostra come, rispetto agli shopper più anziani, quelli di ultima generazione preferiscano cibi etnici (una media del +28% rispetto al totale), prodotti con packaging green (+24%) o equo-solidali (+22%) oppure referenze nuove (+20%) o scelte biologiche (+16%). Altri importanti fattori per gli acquisti sono considerati il servizio e la comodità, che indirizzano verso proposte veloci da preparare o sfiziosità golose all’insegna dell’indulgenza.
Un atteggiamento che si ripercuote in ambito food & beverage, dove non stupisce che i responsabili d’acquisto della Gen Z spendano più del doppio della media nazionale in energy drink (223%), la categoria di gran lunga più performante seguita da specialità etniche (147%), cole (144%), cereali per la colazione (143%) e sughi pronti (141%). Una corrispondenza quasi esatta si ritrova anche tra le referenze che registrano una penetrazione superiore alla media, come Aperol Spritz (383%), Nutella Plant Based (198%), Monster Energy Drink (173%) o Kellogg’s Corn Flakes (161%). La cura della persona si dimostra una preoccupazione decisamente primaria rispetto a quella della casa: se confrontate con il totale degli shoppers, quattro delle cinque categorie in cima alla spesa della Generazione Z per valore relativo sono gli assorbenti interni (271%), i balsami per i capelli (192%), le creme solari (146%) e i deodoranti per la persona (143%).

IL CONTESTO EUROPEO
È interessante verificare come gli atteggiamenti dei giovani italiani si inseriscano all’interno dello scenario più ampio che emerge dal whitepaper “Young shoppers in FMCG: What’s the deal?” realizzato da YouGov sulla base dei dati raccolti in 21 paesi europei. Dal punto di vista sociale, la Generazione Z ha sofferto più di tutte a causa della pandemia di COVID, continuando a crescere in una condizione di “perma-crisi” dovuta a fattori come l’insicurezza economica, la pressione sui sistemi sanitari pubblici e pensionistici, l’aumento dei disastri naturali e la crisi climatica che stanno influenzando lo stato mentale dei giovani: un terzo della Generazione Z in Europa considera i problemi di salute mentale come una delle principali preoccupazioni, livelli mai visti in altre generazioni (solo il 61% degli under 34 dichiara di star bene mentalmente, a fronte del 76% degli over 55).
Essere “in forma” è quindi un obiettivo primario per molti giovani europei che si traduce in una routine attenta al benessere personale, che prevede il regolare esercizio fisico e una dieta povera di zuccheri, grassi e cibi processati (nel secondo trimestre 2024, la Gen Z ha speso complessivamente circa la metà dei Boomer per birra caffè e carne): i giovani acquirenti sono molto più sensibili agli ingredienti salutari, come le proteine, e ai cibi e alle bevande arricchiti. Se prendiamo come mercato di riferimento quello tedesco, ad esempio, i cosiddetti “health-actives” della Gen Z mostrano un indice di consumo del 355% di cibi proteici e del 253% di prodotti senza glutine. In Germania, la crescita dei segmenti salutari evidenzia una performance superiore alla media (con picchi di +25,1% dei frullati dietetici e proteici, 12,9% delle bevande energetiche e integratori e +12,9% per i senza zucchero) di quella dei beni di largo consumo (+3,9%).

IL RAPPORTO CON I BRAND
I consumatori della Generazione Z devono gestire un budget ristretto, tuttavia più della metà dei giovani acquirenti in tutta Europa si sentono rassicurati dai marchi e preferirebbe comprare prodotti brandizzati (52%) – la percentuale più alta tra tutte le generazioni – dimostrandosi più propensa a pagare un prezzo più alto (46%, a fronte del 27% dei Boomers). Allo stesso tempo però, dovendo gestire la poca capacità di spesa, la maggioranza della Gen Z (56%) fa una chiara distinzione tra prodotti private label e brand. Quando si tratta di bisogni quotidiani come la cura personale e il cibo quotidiano (ad esempio i cereali per la colazione), i giovani acquirenti tendono a “scendere di categoria” e acquistare più spesso prodotti della marca privata.
Ma cosa stimola la Generazione Z europea? Cinque sono le tendenze attualmente al centro dell’attenzione: ingredienti salutari, qualità e sicurezza dei prodotti, componenti naturali, contenimento dell’inflazione e risparmio economico. La salute è l’area in cui i marchi hanno colto l’opportunità di crescere e combattere contro la marca privata: nel 2024 a fronte di una crescita totale dei brand del 3,3%, nel segmento della salute l’incremento è del 9,3%. Per intercettare il pubblico europeo del futuro occorre fare i conti con i media online, dove si mostra estremamente ricettivo: il 65% della Gen Z trascorre più di un’ora al giorno e il 25% vorrebbe acquistare prodotti FMCG sui social media. Solo il 27% di questo pubblico dichiara di non comprare online generi di largo consumo, una percentuale simile (23%) di chi già utilizza la consegna flash: ancora una conferma di come le giovani generazioni siano guidate dalla comodità nelle loro decisioni di acquisto.

Ortofrutta, primati produttivi a rischio per la stretta sui principi attivi

Una grave incertezza incombe sul futuro del comparto ortofrutta: la riduzione del numero dei principi attivi utilizzabili per la difesa delle colture, senza che vengano messe a disposizione dei produttori nuove alternative valide. Ne è convinto Raffaele Drei, Presidente di Fedagripesca Confcooperative (nella foto in alto), a cui aderiscono oltre 450 cooperative ortofrutticole con 45.000 soci e un fatturato di 7,7 miliardi di euro. “La Commissione europea – ha spiegato Drei a margine dell’inaugurazione della fiera internazionale Macfrut – ha ridotto progressivamente negli ultimi anni il numero dei principi attivi autorizzati: un percorso orientato ad innalzare livelli qualitativi e di sicurezza alimentare che non si può non condividere. A condizione però che ciò non provochi come conseguenza la perdita di buona parte della produzione nazionale, a tutto vantaggio di competitor che non rispettano gli stessi standard qualitativi. Nonostante la sua forte vocazione produttiva, il nostro Paese ha progressivamente perso la leadership in alcune colture strategiche. Basti pensare che dal 2014 ad oggi sono andate perdute oltre il 45% delle superfici coltivate a pere in Emilia-Romagna e gli ettari di pesche e nettarine si sono dimezzati nell’ultimo decennio”.

Nell’ambito dell’ortofrutta, per ogni principio attivo eliminato, in mancanza di alternative efficaci si rischia di perdere intere colture. È per questo che, ha aggiunto Drei, “come Confcooperative abbiamo richiesto in questi mesi una moratoria quinquennale sui principi attivi oggi in uso. Ma se con il Ministero dell’Agricoltura stiamo registrando una totale condivisione sulla questione, sentiamo ora l’urgenza di appellarci ad un più ampio coinvolgimento di altre istituzioni, a partire da quelle che hanno la competenza in materia, sia a livello nazionale che comunitario. Il nostro auspicio è che tutte le istituzioni coinvolte assumano l’impegno di analizzare le problematiche connesse alla revoca delle autorizzazioni dei principi attraverso una valutazione di impatto complessiva più ampia rispetto alla mera analisi della molecola”. Secondo Drei, ad esempio, nelle valutazioni non si tiene spesso sufficientemente conto di altri aspetti e ricadute. Gli attuali mezzi di distribuzione e le macchine agricole utilizzate nell’ortofrutta sono ad esempio tecnologicamente più avanzate rispetto a 20 anni fa, con una conseguente riduzione significativa dei rischi ambientali e della salute umana.

C’è poi il tema del freno alla ricerca. “Se vogliamo trovare altre molecole meno pericolose – ha argomentato Drei – è fondamentale che la ricerca abbia tempi più veloci e percorsi burocratici più snelli. A tal proposito, ci aspettiamo misure concrete già nell’ambito del cosiddetto ‘Pacchetto per la semplificazione’ presentato dal Commissario Hansen. Le aziende che producono i principi attivi riescono in paesi come il Brasile ad ottenere nel giro di soli due anni l’autorizzazione alla produzione. Mentre in Europa occorrono all’incirca dieci anni per riuscire ad avere l’autorizzazione ad una nuova molecola, con il rischio che le disposizioni normative possano nel frattempo anche subire modifiche”.

Amarena Mix celebra i 100 anni di Jolly Colombani

Per festeggiare i suoi 100 anni Jolly Colombani si regala una novità: Amarena Mix, un succo ideato per esprimere al meglio la filosofia del brand tra tradizione e innovazione, con un occhio sempre attento al rapporto prezzo-qualità. Dolce, intenso e al tempo stesso caratterizzato da una leggera nota acidula, Amarena Mix viene presentato da Conserve Italia come un’innovazione nel mondo dei succhi per via del suo aroma originale. A rendere speciale il lancio è il design del pack in edizione limitata, affidato a Francesco Poroli, illustratore e art director di fama internazionale. L’artwork si ispira ai celebri Caroselli e rilegge in chiave contemporanea l’immagine storica del folletto Jolly, simbolo del brand originario di Portomaggiore (FE). Il risultato è una confezione vivace, colorata e ricca di dettagli, che racconta con stile la filiera agricola, il territorio, il lavoro sui campi degli agricoltori ma anche la bottega in cui il fondatore Giulio Colombani, nel lontano 1924, ha iniziato a lanciare prodotti che ancora oggi arrivano sulle tavole degli italiani.
Disponibile nel formato famiglia (brik da 1 litro) in Tetra Gemina, Amarena Mix si inserisce nell’offerta di Jolly Colombani, presente nella grande distribuzione organizzata e nel canale foodservice (mense, alberghi e catering). Oltre alle varie gamme di succhi di frutta, tutte prodotte con il pack in Tetra (Gemina e Crystal), il brand propone infatti polpe e passate di pomodoro, sughi e piatti pronti come zuppe e ragù vegetale, legumi e mais dolce.

Osservatorio Immagino, meno prodotti italiani a scaffale e nel carrello della spesa

Scaffali di supermercati e ipermercati sempre meno italiani. Nell’arco di 12 mesi è diminuita di -2,0% l’offerta di prodotti alimentari confezionati che sull’etichetta richiamano la loro identità italiana o regionale. E sono calati anche i volumi venduti (-2,0%) mentre il giro d’affari è salito di +2,1%, avvicinandosi agli 11,4 miliardi di euro. A rivelarlo è l’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, che ha individuato 26.411 prodotti – tra le oltre 138 mila referenze analizzate, digitalizzate dal servizio Immagino di GS1 Italy Servizi – sulle cui etichette compare un claim, un’immagine o un’indicazione geografica (come Dop o Igp) che ne esprime l’essere italiani. Nei 12 mesi monitorati dall’Osservatorio Immagino tutti i claim e le indicazioni geografiche rilevati nel paniere dell’italianità hanno subìto un calo delle vendite in volume. L’unica eccezione è rappresentata dai 1.335 prodotti a Denominazione d’origine protetta (Dop), i soli a essere cresciuti non solo a valore (+3,5%) ma anche a volume (+2,1%), per un totale superiore a 723 milioni di euro di sell-out. Doppiamente negativo, invece, l’andamento per i 1.222 prodotti a Indicazione geografica protetta (Igp), che hanno perso il -0,5% a valore e il -2,2% a volume. Analogo il trend dei 932 vini a Indicazione geografica tipica (Igt), le cui vendite sono diminuite di -0,9% a valore e di -7,7% a volume.

E se l’affermazione dell’essere italiani resta affidata soprattutto alla presenza in etichetta della bandiera tricolore (16,3% dei prodotti, per un totale di 15.414 referenze), sempre più spazio è occupato da alimenti e bevande che rivendicano l’appartenenza alle varie tradizioni regionali. L’Osservatorio Immagino ne ha individuati 10.294 (10,9% del totale rilevato) che in super e ipermercati hanno incassato oltre 3 miliardi di euro. Rispetto all’anno precedente, il giro d’affari è lievemente aumentato (+0,7%) mentre i volumi sono diminuiti di -2,6%. La sostanziale stabilità degli incassi a fronte di un calo dei volumi venduti accomuna la maggior parte dei panieri regionali italiani. Fanno eccezione Puglia, Liguria, Veneto, Basilicata e Abruzzo, che hanno registrato una buona crescita del giro d’affari, nonché Molise, Valle d’Aosta e Sardegna che sono riuscite a far crescere le vendite anche a volume.

La classifica per giro d’affari sviluppato in supermercati e ipermercati vede confermato il podio dell’edizione precedente dell’Osservatorio Immagino: primo posto per il Trentino-Alto Adige (oltre 392 milioni di euro), secondo per la Sicilia (377 milioni di euro) e terzo per il Piemonte (319 milioni di euro). L’analisi dettagliata in merito ai prodotti italiani e la classifica completa delle regioni in etichetta sono disponibili nella sedicesima edizione dell’Osservatorio Immagino, scaricabile gratuitamente dal sito osservatorioimmagino.it.

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