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Guido Montaldo

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Gusti.a.mo16: la grande festa dei Consorzi delle eccellenze modenesi

Si avvicina a grandi passi Gusti.a.mo16 – Acetaie, caseifici, prosciuttifici e cantine di Lambrusco aperti nel fine settimana dal 1° al 2 ottobre: un appuntamento con il gusto, in cui i protagonisti sono cinque eccellenze del territorio conosciute ed apprezzate in tutto il mondo ovvero: Aceto Balsamico di Modena IGP, Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP, Parmigiano Reggiano DOP, Prosciutto di Modena DOP e i Lambruschi modenesi DOC distribuite largamente in tutta la Gdo.

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Pierluigi Sciolette al centro

“Una delle principali attrattive di Modena e della sua provincia – commenta il Presidente di Piacere Modena Pierluigi Sciolette – è senza dubbio la filiera agroalimentare e del cibo: prodotti e sapori che rendono questo territorio una vera e propria capitale italiana del gusto, basta pensare che Modena è la città con il primato assoluto a livello europeo di prodotti DOP e IGP: sono 23 in tutto, 10 Dop e 13 IGP che insieme valgono oltre 1 miliardo e mezzo di euro e migliaia di posti di lavoro”.

Con l’evento Gusti.A.MO16 “Piacere Modena” il marchio d’area voluto dai Consorzi di tutela e promozione dei prodotti DOP e IGP modenesi, si è perseguito e si è raggiunto un obiettivo di primaria importanza, ovvero unirsi per valorizzare l’eccellenza del territorio in tema di cibo e di attività agroalimentare.

Il programma
Patrocinato da Comune di Modena, Provincia, Regione Emilia Romagna e Camera di Commercio di Modena, il fine settimana all’insegna del gusto inizierà dunque sabato 1° ottobre con il talk show in Camera di Commercio dal titolo Cibo, cultura, territorio: la grande differenza Italiana.

Nel pomeriggio di sabato, si terranno poi degustazioni narrative sensoriali di tutti prodotti DOP e IGP partecipanti a Gusti.A.MO16 presso lo storico Mercato Albinelli in collaborazione con la compagnia Koinè, seguita da un doppio spettacolo musicale che vedrà protagonisti Max Marmiroli e i Follon Brown, una seduta di pittura con l’artista Franco Ori e la presentazione dei panini sorprendenti e particolari dello chef Daniele Reponi. Domenica 2 ottobre la giornata clou del fine settimana dedicato a tutto “il bello e il buono di Modena” sarà principalmente alla scoperta delle acetaie, delle cantine, dei prosciuttifici e dei caseifici non solo modenesi – infatti quelli aderenti al Consorzio saranno aperti in tutte le provincia di produzione.

L’apertura avverrà tuttavia in entrambe le giornate, con programmi personalizzati ma uniti da un comune denominatore: degustazioni dei prodotti e visite guidate nelle strutture in cui si produce l’eccellenza agroalimentare del territorio. Inoltre sono stati predisposti da Modena Tour, per chi sceglierà di trascorrere il week end alla scoperta di Modena e dintorni tra sapori e arte, dei pacchetti turistici per ogni tipo di esigenza compreso gli appassionati della cucina tipica che troveranno in molti dei ristoranti aderenti a Modena a Tavola menu dedicati ai prodotti DOP e IGP modenesi. Visite guidate alle aziende quindi – effettuabili sia sabato che domenica – ma in collaborazione con Modena Tour anche tour artistico-culturali tra le bellezze che questo territorio offre, a partire dal tesoro custodito dalla città di Modena, con il Duomo, la Torre Civica e Piazza Grande riconosciute dal 1997 come Patrimonio Unesco, il Palazzo Ducale, le sale storiche del Palazzo Comunale, l’Acetaia Comunale e il Mercato coperto Albinelli risalente al 1931 e considerato un monumento di interesse storico nazionale. Un giro che si estende fino al centro storico di Vignola con la sua Rocca dei Contrari e l’Abbazia romanica di Nonantola ancora oggi concattedrale dell’Arcidiocesi di Modena e Nonantola. www.piaceremodena.it

 

Ascolese interpreta il pane nero di una volta

Nel laboratorio Ascolese non si finisce mai di panificare! Una creatività che si fa arte nella produzione di tipicità. La sfida è di portare alla perfezione le cose più semplici e, soprattutto le cose buone di una volta.
I fornai Ascolese, appassionati dei sapori e delle tradizioni che contraddistinguono la nostra storia gastronomica, si fanno interpreti del famoso pane nero di Castelvetrano, una varietà di pane integrale che la Sicilia ci ha regalato. Una tipicità di pane prodotto con il grano antico di Tumminia, dal formato grande e dal profumo intenso. Ha un aspetto compatto, capace di conservarsi e addirittura migliorare con il passare dei giorni. Ed è proprio la “tumminìa” a donargli quel suo caratteristico colore scuro e, allo stesso tempo, un sapore ineguagliabile, dolce e gustoso. Poi le severe procedure artigianali lo rendono unico, inimitabile e soprattutto di una qualità “d’eccellenza”.

Da Ascolese rivive il pane nero di una voltaI mastri fornai Ascolese hanno dunque arricchito la propria produzione di questa nuova linea di pane integrale ai grani antichi di Tumminia, perché sanno bene che le farine biologiche macinate a pietra, soprattutto quelle antiche, così preziose ma ormai in disuso, offrono splendidi risultati in termini di panificazione e riescono a stimolare positivamente tutti i nostri sensi. La Farina di Tumminia è macinata a pietra seguendo le antiche tradizioni. È una farina integrale e sana, contiene molti oligoelementi del germe di grano e della crusca, ha un elevato valore proteico e un basso indice di glutine.

Questa particolare varietà di grano è frutto delle particolari condizioni climatiche delle diverse zone della Sicilia, ma anche della conformazione del territorio, dove si alternano valli, colline, pianure e cime molto elevate. Per lasciarvi tentare da questa inimitabile tipicità vi aspettiamo presso la nostra sede, in via Vetice 53, San Valentino Torio (SA), dove ogni giorno sforniamo bontà per deliziare i vostri momenti di convivialità.

Salame di Varzi D.O.P. ambasciatore dell’eccellenza d’Oltrepò nella Grande Distribuzione

Il Salame di Varzi è un’eccellenza a marchio D.O.P. tutta lombarda; un prodotto tradizionale della Valle Staffora nell’Oltrepò Pavese montano. Le sue origini sono leggendarie. Si fanno risalire ai Longobardi quale prodotto versatile ai loro lunghi trasferimenti. Mentre possiamo dire che le prime regole di produzione le diedero i monaci benedettini, che trovarono la giusta combinazione dei vari ingredienti che compongono oggi il Salame di Varzi: il perfetto equilibrio di tutte le parti magre e grasse del suino, sale e infuso di aglio in vino rosso (Bonarda O.P.).

22Il Salame di Varzi è realizzato con carne di suino macinata e sapientemente mescolata a sale marino, pepe in grani e l’infuso. Nella lavorazione del Salame di Varzi, vengono impiegati tutti i tagli di carne, anche le parti migliori come la coscia. La materia prima è attentamente ed accuratamente selezionata per conferire al prodotto stagionato le caratteristiche di morbidezza e profumo che lo contraddistinguono.

13Il periodo di stagionatura varia in funzione della pezzatura del prodotto: la filzetta del peso di 0,5-0,7 kg richiede un periodo di stagionatura di 45 giorni, il filzettone dal 0,7-1 kg di peso ha una stagionatura di 60 giorni mentre il cucito, che viene prodotto con il doppio budello e pesa 1-2 kg, arriva almeno a 180 giorni di stagionatura. Al taglio si presenta di forma allungata (intendendo la forma della fetta del salame che deve essere tagliato a becco di clarinetto), consistenza tenera e colore rosso vivo. Il sapore è tipicamente dolce e delicato e si combina ai profumi ed agli aromi fragranti e caratteristici strettamente condizionati dai tempi di stagionatura. Ricco di proteine nobili e sali minerali, il Salame di Varzi DOP ben si adatta ai moderni stili alimentari e alle diverse occasioni di consumo, arricchendole di gusto e sapore.

191La filiera del Salame di Varzi si stringe attorno al suo Consorzio che oggi vanta 9 Soci dei complessivi 12 produttori. Una produzione di nicchia, che riesce a soddisfare sia l’Ho.re.ca che la Gdo e che per il 2015, ha riportato una crescita della produzione del 4,3% per un totale di circa 420.000 kg. La quantità dei Salami D.O.P. certificati è di 450.139, mentre per il preaffettato sono circa 8.000, con un totale di 66.021 confezioni. Oggi il Salame di Varzi aderisce anche all’Istituto Salumi Italiani Tutelati (Isit).

di Guido Montaldo

Fontina Dop: sapori e profumi degli alpeggi della Valle d’Aosta sulla tavola di tutti i giorni

La Fontina fa parte di quei formaggi DOP inseriti nel progetto del Ministero delle Politiche Agricole per sostenere la conoscenza, la distribuzione e l’acquisto dei prodotti italiani di qualità contrassegnati dalle denominazioni d’origine comunitarie.
Accompagnata dallo slogan “Dop e Igp – origine, controllo, tracciabilità – e sai quello che scegli”, la campagna ha due obiettivi: garantire una migliore informazione dei consumatori riguardo alle caratteristiche e alle garanzie offerte dai prodotti a denominazione d’origine, e favorirne una più immediata e semplice individuazione all’interno dei punti vendita della distribuzione moderna, facilitando la riconoscibilità dei prodotti Dop e Igp. Questa campagna di promozione è uno dei primi risultati del tavolo permanente di confronto a cui siedono le associazioni della grande distribuzione organizzata Federdistribuzione, Ancc-Coop e Ancd-Conad e i rappresentanti delle associazioni dei Consorzi di tutela dei prodotti Dop e Igp, tra cui Afidop.

ALPEGGIO 16La Fontina DOP non è solo uno degli eccellenti formaggi italiani, ma rappresenta la quintessenza dell’agricoltura valdostana, figlia dell’alta montagna e dell’alpeggio. Il suo nome, apparso per la prima volta nel 1477, potrebbe derivare da un alpeggio di produzione chiamato Fontin, ma anche dal termine francese “fontis” o “fondis” che indicava la capacità di questo formaggio di fondersi col calore. Il Consorzio Produttori e Tutela della DOP vigila sulla produzione e sul commercio del Fontina, provvede alla marchiatura in conformità al disciplinare di produzione. I numeri della fontina sono di nicchia: 200 circa gli alpeggi (all’altezza massima di 2500 m.) e 80 i produttori invernali, 17.000 bovine di razza valdostana, 400.000 Fontine prodotte all’anno, di cui 70mila prodotte in 120 alpeggi della regione. Il giro d’affari complessivo è stimato tra i 15 e i 20 milioni di euro.

MARCHIATURA 23Un sapore tipico valdostano, che accontenta tutti i palati e soprattutto ha caratteristiche nutrizionali perfette per la tavola di tutti i giorni. Nella fontina vi è una preponderanza di acidi grassi a corta e media catena, con un punto di fusione basso, pertanto non responsabili dell’effetto colesterogenico. L’acido palmitico, ritenuto invece il principale responsabile dell’effetto colesterogico, determina un valore di colesterolo nella fontina pari a 80 mg/100 g, quindi per niente elevato e paragonabile ai valori presenti nella carne magra e assai inferiore alle uova o alle frattaglie. Il rapporto calcio:fosforo di 1:1, considerato il più favorevole per una corretta omeostasi del Ca nell’organismo: la fontina può coprire il fabbisogno di calcio nell’accrescimento, in gravidanza, nell’allattamento e per prevenire l’osteoporosi. I fermenti lattici sono paragonabili allo yoghurt. Importanti per un consumatore o una catena di distribuzione sono le regole di conservazione, per avere un prodotto che rispetti le caratteristiche originali.

Per conservare al meglio in frigorifero la Fontina bisogna avvolgere la fetta con pellicola trasparente e posizionarla nella zona meno fredda, dove solitamente si tengono le verdure. La Fontina DOP, a causa della sua crosta particolare, detta morchia, non si presta particolarmente alla conservazione sottovuoto, è preferibile l’ atmosfera modificata. In entrambi i casi, è consigliabile, prima del confezionamento, rimuovere in parte la morchia, non esporre il prodotto cosi confezionato a sbalzi termici, e aver cura di aprire la confezione almeno un ora prima del consumo. L’offerta migliore rimane quindi quella del banco della gastronomia, disposta nelle sue forme tipiche con il marchio Fontina DOP.
www.consorzioproduttorifontina.it

di Guido Montaldo

Asiago Dop eccellenza e qualità in Gdo per la tavola di tutti i giorni

Nasce in un territorio incontaminato, che rappresenta una delle località più eleganti e meta preferita dal turismo: l ’Altopiano di Asiago, da cui il formaggio Asiago Dop prende il nome e dove viene prodotto fin dall’anno Mille. E’ una perla agroalimentare delle nostre montagne, nelle sue tipologie fresco e stagionato, che rappresenta una filiera dinamica e affiatata intorno al suo Consorzio, che ne garantisce l’eccellenza e ne protegge la Denominazione.

Grazie all’efficace applicazione del piano di crescita programmata, garantendo un trend di sviluppo costante e regolare di produzione, vendite ed export, l’Asiago Dop vede una crescita nel 2015 delle produzioni totali che raggiungono  1.642.368 forme, con un aumento dell’1% complessivo rispetto all’anno precedente. Il merito va alla strategia di sostegno ai produttori e all’azione di valorizzazione che il Consorzio di Tutela ha attuato nell’anno appena trascorso; l’aumento produttivo si conferma e consolida anche per “l’Asiago DOP Prodotto della Montagna”, che nasce interamente al di sopra dei 600 metri in 52.802 forme nelle due tipologie, fresco e stagionato.

Sul mercato interno, il formaggio Asiago prosegue il suo cammino di sviluppo sostenibile e può contare oggi su un  positivo aumento delle famiglie acquirenti  e un indice di penetrazione sull’universo dei consumatori del 53%, con un aumento, rispetto al 2014, del 2,5% (dati GFK-Eurisko), a fronte del perdurare di un trend di mercato che ha visto la riduzione della spesa media d’acquisto.

“Il 2015 ha dimostrato che favorire condizioni di maggiore equilibrio tra offerta complessiva e domanda del mercato è la strada da percorrere, a vantaggio di tutta la filiera produttiva così come dei consumatori” – afferma il Presidente del Consorzio, Fiorenzo Rigoni.- “In quest’ottica, il piano di equilibrio dell’offerta varato dal Consorzio rappresenta un imprescindibile strumento per ottenere una crescita a ritmi sostenibili, alzando allo stesso tempo l’asticella della qualità. Questa è la direzione che perseguiremo con energia anche nei prossimi anni”.

Per quanto riguarda i mercati esteri, le esportazioni di formaggio Asiago nel 2015 si consolidano dimostrando una volta di più, che i fattori di tipicità propri delle produzioni DOP sono l’elemento chiave di successo dell’offerta italiana di qualità nel mondo. I primi dieci mesi del 2015 si chiudono con un + 6% della vendita a volume mentre sono da segnalare, tra i paesi più dinamici del 2015, l’Australia e le conferme dei mercati “storici”: USA, Svizzera, Francia e Germania.

di Guido Montaldo

 

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