A Natale spese per alimentari su, regali in promozione, l’e-commerce avanza ancora

È stato un Natale post-crisi e gourmand quello appena passato, con spese sostenute sui beni alimentari “tradizionali” e decisioni oculate sugli altri generi dove si sono concentrati i regali, quali elettronica o abbigliamento, giocattoli e articoli per la casa, dove si è preferito cercare le promozioni e si è fatto ampio uso dell’e-commerce.

Secondo Coldiretti per il cenone (“praticato” dall’82% degli italiani) sono stati spesi quest’anno 2,2 miliardi di euro, mentre Codacons stima una cifra ancora più alta, 2,8 miliardi, il 5% in più del Natale 2014. La spesa generale si aggirerebbe invece intorno ai 10,1 miliardi, +3% sull’anno scorso e in crescita per la prima volta dopo otto anni. A tavola si è cercata la tradizione rifuggendo esotismi e delikatessen fuori stagione: largo dunque a pollame, bolliti, cappelletti in brodo e dolci fatti in casa. Un megapaniere Made in Italy che Coldiretti ha così diviso: 850 milioni di euro sarebbero stati spesi per il pesce e le carni (compresi i contestatissimi salumi), 400 milioni di euro per spumante, vino e bevande, 350 milioni di euro per i dolci (panettone e pandoro con il primo scelto dal 76% degli italiani che “batte” il secondo di quasi dieci punti, tranne al Sud), 300 milioni di euro per verdure, frutta fresca e secca e conserve, 200 per pane e pasta e 100 milioni per formaggi e uova.

Se solo nove italiani su cento hanno trascorso il 25 dicembre al ristorante, è stato boom per gli agriturismi, complice il bel tempo e la voglia di prodotti del territorio e genuini: una scelta attuata da 750mila italiani, il 15% in più dell’anno scorso.

Dall’estero poi arrivano i primi dati sull’ormai giornaliera lotta tra retail tradizionale ed e-commerce, con quest’ultimo che anche quest’anno avanza. Nel Regno Unito le visite in negozio sono diminuite del 9% nei giorni precedenti il Natale, disertati a favore di pub e ristoranti (dati Springboard). Per Barclaycard (che effettua metà delle transazioni via carta di credito) le vendite in negozio nei primi dieci giorni di dicembre sono calate del 2,3% mentre l’e-commerce ha registrato un +9,4%.

Anche il fattore meteo, con temperature ben sopra la media stagionale, non ha aiutato le vendite di articoli prettamente invernali quali cappotti, stivali e maglioni.

L’emorragia di visite (e vendite) nei negozi fisici sarebbe però dovuta anche all’usanza esportata dagli USA e sempre più diffusa (quest’anno è partita anche da noi, anche se ancora in tono minore) delle promozioni del Black Friday/Cyber Monday, appuntamento ormai atteso per concentrare gli acquisti spendendo meno. E chi non ci ha pensato, prosaicamente e laicamente ha pensato di rimandare gli acquisti all’appuntamento successivo, che nei Paesi anglosassoni è il Boxing Day, il 26 dicembre, avvio dei saldi. Anche qui però una larga fetta andrà alle vendite online che si prevede cresceranno del 22%. Da noi per i saldi si dovrà invece aspettare fino al 2 gennaio in Sicilia e al 5 gennaio nel resto d’Italia.

Negli USA le vendite natalizie online secondo Forrester aumentaranno ancora quest’anno di un ulteriore 11% raggiungendo i 95,5 miliardi di dollari. Il successo dell’e-commerce è stato, secondo alcuni analisti, spinto anche dall’uso sempre più diffuso di effettuare ricerche e compere via smartphone, con la possibilità di fare acquisiti in pochi minuti e in qualsiasi momento, approfittando delle promozioni e scegliendo i prezzi più bassi.