Alimentazione domestica -14% in 20 anni per Confcommercio, e ora cresce il fuori casa

Si è alleggerito il carrello degli italiani negli ultimi 20 anni, con un calo a due cifre (-14%) degli acquisti di beni alimentari e un incremento di telecomunicazioni, tempo libero e vacanze, voci passate nel paniere di spesa delle famiglie italiane da una quota del 23,7% del 1995 al 28% del 2007. Lo rivela un’analisi dell’Ufficio Studi ConfcommercioIn particolare, l’andamento degli acquisti per i pasti domestici ha subito un’andamento altalenante con un crollo recente: -2,5% medio annuo nel periodo 2008-2012, -4,5% nel 2013, -0,9% nel 2014.

Nel lungo periodo si evidenzia un incremento dei consumi negli ultimi venti anni del 10%, con uno sviluppo complessivo tra il 1995 ed il 2007 del 19% e una flessione del 7,6% dall’inizio della crisi al 2014.

In aumento c’è la domanda di servizi, che passa come quota di spesa delle famiglie dal 43,6% del 1995 al 52,6% del 2014. Una crescita avvenuta a scapito di altri settori: oltre all’alimentare, mobili e articoli di arredamento (-28%), mezzi di trasporto (-18,2%) e abbigliamento (-8%) sono le voci di consumo che, dal 1995 ad oggi, hanno registrato le maggiori riduzioni in termini pro capite.

Nel 2015 più pasti fuori casa e tempo libero

Venendo ad oggi, nel corso del 2015 l’analisi di Confcommercio prevede, in termini pro capite, un andamento positivo in tutti i settori, con l’unica eccezione della cura del sé e della salute (-0,1%). Le funzioni di consumo più dinamiche dovrebbero essere quelle relative alle spese per viaggi e vacanze (+4%) e per la mobilità e le comunicazioni (+2%). La ripresa dei consumi sembra poi privilegiare i consumi fuori casa rispetto a quelli domestici, con una modesta diminuzione per l’alimentazione domestica (-0,1%) ed una crescita abbastanza sostenuta per i pasti fuori casa (+3,1%).

A livello delle singole voci di spesa i dati stimati per il 2015 evidanziano come tra le dieci voci più dinamiche vi siano quasi esclusivamente prodotti e servizi legati in diverso modo alla fruizione del tempo.

 

 

La previsione delle singole voci di spesa var. % in termini reali pro capite (2014-2015)

le 10 voci di consumo più dinamiche…
20142015
1Apparecchi telefonici19,71Apparecchi telefonici7,0
2Elettrodomestici bruni e IT6,22Servizi alberghieri e alloggiativi4,6
3Servizi telefonici5,43Servizi di trasporto3,7
4Gioielleria e altro2,44Servizi telefonici3,5
5Frutta1,75Pubblici esercizi3,1
6Prodotti medicinali e altro0,56Elettrodomestici bruni e IT2,7
7Assicurazioni0,57Spese esercizio mezzi di trasporto2,1
8Servizi alberghieri e alloggiativi0,48Servizi ricreativi e culturali1,8
9Vegetali incluse le patate0,29Altri articoli ricreativi1,5
10Elettricità, gas e altri combustibili0,110Vacanze tutto compreso1,3
…e le 10 voci di consumo meno dinamiche
47Servizi sociali-1,847Libri-0,2
48Mobili e articoli d’arredamento-2,248Giornali, articoli di cancelleria-0,2
49Cristalleria e utensili casa-2,449Latte, formaggi e uova-0,2
50Spese esercizio mezzi di trasporto-2,550Istruzione-0,3
51Fiori, piante, animali domestici-2,751Generi alimentari n.a.c.-0,3
52Acqua e altri servizi-2,952Servizi postali-0,3
53Acquisto mezzi di trasporto-4,153Oli e grassi-0,5
54Giornali, articoli di cancelleria-5,254Altri servizi-0,6
55Vacanze tutto compreso-6,255Zucchero e altro-0,8
56Altri durevoli per la ricreazione-6,856Tabacchi-1,8

Fonte: Elaborazioni e previsioni Ufficio Studi Confcommercio su dati Istat.

Non stupisce insomma che, dopo un arretramento e un concentrarsi delle famiglie in periodo di crisi sui beni essenziali, con l’attenuarsi della recessione e con il probabile avvio della ripresa le famiglie tornino a incrementare la quota di spesa destinata al soddisfacimento di bisogni considerati meno essenziali.