Esselunga, vendo o non vendo? Gli eredi litigano, a Pasqua lo sbarco a Roma

Per Esselunga il dopo-Caprotti è fatto di litigi sull’eredità e di importanti novità. Prima tra tutte la storica apertura del primo store a Roma, ormai imminente malgrado i tanti problemi che hanno contrassegnato il progetto. Rallentato anche dai conflitti tra gli eredi del fondatore del marchio della grande esse, scomparso nell’ottobre dello scorso anno. Sullo sfondo, il futuro e la continuità del più importante marchio privato della grande distribuzione italiana, che vanta 153 punti vendita, 22mila dipendenti e 7,3 miliardi di ricavi.

Se il fondatore nel testamento era stato categorico circa la vendita a un soggetto internazionale (vedi Esselunga, Caprotti nel testamento caldeggia Ahold, altolà a Coop), secondo Repubblica, “Marina Caprotti, erede universale insieme alla madre del 70% di Supermarket Italiani, sembrerebbe determinata a proseguire l’attività di famiglia col marito Francesco Moncada. Al suo fianco ci sarebbero l’ad Carlo Salza e Germana Chiodi, storica dirigente diventata milionaria, grazie ai lasciti di Caprotti. Sembra invece di diverso avviso la moglie Giuliana Albera che, seguendo alla lettera il testamento del marito, sembrerebbe orientata a intraprendere per gradi un processo di valorizzazione, magari con un disimpegno parziale della famiglia, per affidare la gestione a un altro colosso del settore”.

Le notizie di questi giorni poi vedono gli eredi scontrarsi a colpi di carte da bollo sul patrimonio di Caprotti, malgrado il testamento del fondatore di Esselunga intendesse evitare questa faida. I legali dei due figli di Bernardo avuti dalla prima moglie, Giuseppe e Violetta, con i quali l’imprenditore ebbe per tutta la vita rapporti controversi e che egli non avrebbe ritenuto idonei a prendere in mano il suo impero, puntano a mettere le mani su un patrimonio del valore di alcune centinaia di milioni costituiti da una barca, da alcuni quadri, da immobili e da altri oggetti donati da Caprotti. In particolare nel mirino ci sarebbero alcuni edifici esclusi dall’eredità legittima spettante ai figli di primo letto: quelli di proprietà della Dom 2000, una dozzina in affitto a Esselunga, e lo storico palazzo di famiglia in via del Lauro a Milano, controllato dalla Edilizia del Lauro srl. Immobili che secondo i legali di Violetta e Giuseppe Caprotti sarebbe stati sottostimati rispetto al valore di mercato. Insomma, il testamento di Caprotti senior trascurerebbe molti immobili e i figli di primo letto si riterrebbero danneggiati e potrebbero impugnarlo. Presto un incontro potrebbe porre le basi per un accordo tra Violetta e Giuseppe e la vedova Giuliana Albera e la figlia di secondo letto Marina Sylvia.

E veniamo a Roma. Ci siamo, o quasi. Per la Pasqua 2017 ci sarà finalmente il taglio del nastro del primo ipermercato Esselunga nella capitale, in zona Prenestino. L’inaugurazione sarebbe dovuta avvenire prima dello scorso Natale, ma problemi burocratici e la morte di Caprotti hanno rallentato l’impresa. La struttura, che sorgerà alla periferia Est della metropoli, nella popolosa area tra Via Prenestina e viale Palmiro Togliatti (ironia della sorte vuole che il primo store del marchio fondato da un anticomunista e avversario storico delle coop avvenga proprio nella grande arteria dedicata al leader del Pci…), si estenderà su oltre 8mila mq. L’edificio, ormai completato (si stanno ultimando le infrastrutture esterne come la viabilità e i parcheggi), sorge all’interno del complesso Centro Servizi Prenestino, previsto da un accordo di programma che risale addirittura al 2003 e ratificato nel 2010 dalla Regione Lazio. Nell’area dovrebbero sorgere anche un centro sportivo, un centro direzionale e un edificio per servizi pubblici per un totale di altri 30mila metri quadri di superficie. Un grande progetto in mano alla famiglia di costruttori Mezzaroma, del quale l’ipermercato Esselunga costituisce quindi un’appetitosa anticipazione.