Vendite in ripresa a maggio e Federdistribuzione mette in guardia contro le clausole di salvaguardia

I dati del commercio al dettaglio a maggio, diffusi oggi dall’ISTAT, registrano una variazione positiva delle vendite, rispetto al 2014, dello 0,3%, con gli alimentari in aumento dello +0.6% e il non alimentare invariato. Negativi (a -0,2%) invece i volumi rispetto al maggio 2014 e a -0,1% rispetto al l’aprile di quest’anno.

Nel confronto con il mese di Maggio 2014 si registra una variazione positiva (+1,8%) per il valore delle vendite delle imprese della grande distribuzione e una diminuzione (-1,0%) per

quelle delle imprese operanti su piccole superfici. Nella grande distribuzione il valore delle vendite aumenta, in termini tendenziali, dell’1 ,6% per i prodotti alimentari e del 2,1% per quelli non alimentari. Nelle imprese operanti su piccole superfici, invece, le vendite registrano una variazione negativa sia per i prodotti alimentari (-2,2%) sia per quelli non alimentari (-0,6%). Con riferimento alla tipologia di esercizio della grande distribuzione, a Maggio 2015 si registra un aumento dell’1 ,1% per le vendite degli esercizi non specializzati e del 5,5% per quelle degli esercizi specializzati. Tra i primi, aumentano dello 0,9% le vendite degli esercizi a prevalenza alimentare e del 2,3% quelle degli esercizi a prevalenza non alimentare. In particolare, per quanto riguarda gli esercizi non specializzati a prevalenza alimentare, aumentano.

Si confermano quindi i segnali di una ripresa dei consumi alimentari già indicata da Iri nelle sue previsioni pubblicate su inStore mag.

Tuttavia Federdistribuzione tiene ancora alto il livello di attenzione perché sebbene le vendite al dettaglio non sono più in treno negativo siano ancora di fronte, ha dichiarato il presidente Giovanni Conbolli Gigli (nella foto) «a una situazione di stallo che coinvolge anche l’inflazione, ferma a un +0,1% negli ultimi due mesi per la debolezza della domanda, il tasso di disoccupazione bloccato al 12,4% e la produzione industriale, che si è mossa dello 0,5% nei primi 5 mesi dell’anno.

Un quadro  – ha proseguito Coboldi Gigli – sul quale occorre intervenire con determinazione, sostenendo e stimolando le famiglie in questo loro lento e graduale percorso di recupero della fiducia e del passato tenore di vita. Il Governo sembra intenzionato a seguire questo percorso, perseguendo un programma di riforme e intervenendo sull’assetto fiscale del Paese. Fondamentale è trovare una strada per recuperare le risorse necessarie che non contempli l’applicazione delle clausole di salvaguardia previste nelle Leggi di Stabilità 2014 e 2015, un provvedimento che comporterebbe nel triennio 2016-2018 un calo del PIL di 1,2 punti e una caduta dei consumi del 2,9%».