Donne: il lavoro è l’obiettivo primario. Il loro mito Samantha Cristoforetti

Donne: sempre più spesso il loro obiettivo è il lavoro. A dirlo è lo studio #donnedidomani realizzato da TNS per Danone Vitasnella, da cui emerge che  il 75% delle intervistate (15-29enni) nutre questa ambizione.

Le aspirazioni, però, si scontrano con la realtà, e, troppo spesso, il sogno si infrange: 1 su 5 fra le 25-29enni dichiara di vedersi ancora in cerca di un lavoro. Ed è la stabilità il traguardo agognato: il 74% cerca lavoro full-time e 8 su 10 vorrebbero un contratto a tempo determinato.

Fra le giovanissime, quasi il 50% sogna di essere una libera professionista o imprenditrice. La prima preoccupazione è la disoccupazione, che spaventa più delle malattie e cresce con l’avvicinarsi ai trent’anni, più forte al Sud.

Uomini e donne: il gap

7 giovani italiane su 10 dichiarano che avere 30 anni vuol dire avere un’indipendenza economica” un segnale di quanto il lavoro sia visto come un elemento cardine della vita di una donna – afferma Rosalba Arlotti, Account Manager TNS.

E continua: “Solo il 52% ritiene che le donne abbiano oggi le stesse possibilità di carriera, e il dato  scende al 46% fra le 25-29enni, mentre il 27% pensa che ci sarà sempre una disparità salariale tra uomini e donne a parità di livello: dato più basso fra le giovanissime 21% fra le 15-19enni”.

E purtroppo hanno ragione: In Italia, infatti, le donne guadagnano in media all’ora il 7,3% meno degli uomini, un divario che pur essendo inferiore alla media europea(pari al 16,3%), tra il 2008 e il 2013 è aumentato di 3,6 punti mentre nel resto del Continente è calato di 1! E non basta: le donne italiane ricevono un salario pari a quello degli uomini di dieci anni fa, secondo studi ed elaborazioni World Economic Forum.

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Mito, simbolo, esempio

Simbolo di professionalità, autonomia, competenza e voglia di avventura, ma anche  donna empatica e positiva è per le giovani under 30, Samantha Cristoforetti, (34% delle preferenze) che compendia in sè, con successo, il Work life balance: Affetti (68%), Lavoro (29%), casa (23%).

Come si relazionano e come interagiscono con il loro mondo? Le #donnedidomani sono e vogliono essere connesse: il 72% usa Facebook quotidianamente, il 34% YouTube con crescita di 8 punti vs 2014. E sono convinte che aziende ed istituzioni non le comprendono né le rappresentano. o. L’autoproduzione e la condivisione di contenuti nelle piattaforme Social (26%) le interpreta e le racconta più di quanto non facciano le istituzioni (24%) e le marche nelle pubblicità (19%).Schermata 2016-02-01 a 12.04.51

L’identikit

“Le #donnedidomani sono concrete, focalizzate, aperte. Hanno una visione chiara del loro futuro e della loro progettualità – ha detto Federico Capeci – CEO TNS Italia. Il digitale ha dato loro strumenti e opportunità per ampliare i loro confini. Sono donne connesse, informate, autonome ed attive. Ma soprattutto vivono lavoro, famiglia ed acquisti in modo completamente diverso rispetto alle generazioni precedenti. Abbiamo visto che si sentono poco rappresentate dalla pubblicità: se le aziende, non conoscendole adeguatamente, non riescono ad intercettarle ed a parlare loro, nei linguaggi, nei luoghi elettivi di relazione, il rischio è che non riescano a connettersi con loro, rendendo inefficaci le comunicazioni dei loro Brand”.Schermata 2016-02-01 a 12.05.01

Si è parlato inoltre di stereotipi nella comunicazione, che spesso anche in modo molto sottile ed indiretto, ripresentano preconcetti di genere e inducono prefigurazioni future in termini di ruoli o professionalità di per se discriminanti e di come il Gender Digital Divide possa sottrarre valore al paese.