
Per decenni si è detto che la Gdo italiana avrebbe dovuto espandersi all’estero, ma che le imprese non avevan o una dimensione tale da fare il grande salto e confrontarsi con i big internazionali. Poi sono arrivati loro in Italia.
Qualcuno se n’è andato, altri stanno medicando le ferite. Altri arriveranno. Oggi però nel 2015, se rimane la difficoltà di piantare bandiere all’estero, tra le opportunità dell’e-commerce e l’interesse che in quasi tutti i paesi del mondo viene riservato al cibo italiano, le cose sono un po’ cambiate. Lo ha sottolineato recentemente a Fruit Innovation con forza il presidente dell’Ice Riccardo Monti: «Dall’estero vi è una domanda gigantesca per i prodotti della filiera agroalimentare italiana. Noi oggi siamo leader riconosciuti nella qualità, dobbiamo diventarlo nella quantità».

È l’obiettivo dei 50 miliardi di fatturato all’export per il 2020, dai 33 miliardi attuali, che si è dato il Governo. «Un obiettivo alla portata – ha affermato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina – che può contare anche su un logo unico dell’agroalimentare made in Italy”, presentato ieri a Expo. Il segno unico è rappresentato da una bandiera italiana con tre onde che richiamano il concetto di crescita e di sviluppo e dalla scritta The Extraordinary Italian Taste. Il piano seleziona tre fasce: i mercati consolidati, gli emergenti e i nuovi. E proprio a giugno partirà la prima campagna rivolta a Stati Uniti e Canada per un investimento di 30 milioni di euro sui 150 milioni complessivamente previsti.
“Da oggi l’agroalimentare italiano – ha spiegato il Ministro Maurizio Martina – sarà più forte e più riconoscibile sui mercati internazionali. Finalmente abbiamo un segno distintivo unico che aiuterà consumatori e operatori a identificare subito le attività di promozione dei nostri prodotti. Partiamo da Expo Milano 2015 per sfruttare questa straordinaria occasione di visibilità e proseguiremo con le azioni previste dal nostro piano di internazionalizzazione sui mercati strategici. Nei prossimi tre anni investiremo oltre 70 milioni di euro per la promozione, imparando a fare squadra e a non disperdere in mille rivoli le risorse. Con il segno unico distintivo vogliamo fare un’operazione di riconoscibilità, creare un filo conduttore che leghi tutte le attività di promozione del vero prodotto italiano sullo scenario internazionale. Il nostro obiettivo è essere al fianco delle imprese che in questi anni hanno messo in campo energie, capacità di fare, passione, aziende che hanno consentito all’Italia di registrare una crescita del 70% dell’export agroalimentare negli ultimi 10 anni. Abbiamo chiuso il 2014 con 34,4 miliardi di euro, nel primo trimestre del 2015 siamo a oltre 8,7 miliardi di euro e il nostro obiettivo è arrivare a 36 miliardi a fine anno. Anche sfruttando bene l’Esposizione Universale di Milano possiamo farcela e puntare all’obiettivo di quota 50 miliardi di export nel 2020”.
Anche la Gdo può fare la sua parte. Infatti qualcosa si sta muovendo, proprio nella direzione di utilizzare le tante ricchezze dei giacimenti agroalimentari italiani per sviluppare business all’estero. Non sono mancati esempi in passato, tanto che Crai è presente in Svizzera e a Malta con 160 punti vendita. Le modalità sono diverse, ma i due maggiori gruppi italiani, Coop e Conad, si sono finalmente mossi.
La Cooperativa di dettaglianti è approdata in Cina a febbraio con una formula mista che prevede per ora cinque punti vendita e una rete di vending machine con un’ampia selezione di prodotti acquistabili anche via internet.
Appena partito è invece il progetto di Coop Italia che ha creato una specifica società – Coop Italian food – per sviluppare contatti con retailer internazionali o distributori di prodotti italiani all’estero, ai quali proporre i prodotti a marchio e quelli delle piccole aziende fornitrici, come afferma il presidente di Coop nell’intervista.
Il primo episodio di questa nuova avventura è in Cina: è stata costituita, secondo quanto risulta a inStoremag, ItalMenu, società con sede a Hong Kong la cui attività è importare e distribuire i prodotti a marchio Coop di importazione e distribuzione nei canali retail e horeca. Con Ice sono previste tre settimane di iniziative promozionali tra giugno e luglio in 40 punti vendita della catena ParknShop, che fa capo al gruppo Hutchison Whampoa.